Depressione, che fare? Come curarla integrando Medicina Cinese, Omeopatia e Fiori di Bach Urbano Baldari 62 Scienza e Conoscenza - n. 39, gennaio/febbraio/marzo 2012 Informazione e Biologia S i dice che la depressione sia il “male psicologico del secolo”. Si dice che, allontanandosi sempre più da forme di vita associative e di comunicazione disinteressata con l’altro, l’uomo si trovi con maggior facilità in tale pericolo. Si dice, anche, che i regimi di vita troppo rapidi, incentrati sul lavoro routinario, in grado di occupare praticamente tutta la giornata, inducano una perdita di possibili interessi (ad esempio per forme artistiche) in grado di far “respirare” il nostro essere. Si dice, poi, che la donna spesso perda il suo ruolo materno e di accoglienza - oggi risulta socialmente svalutato rispetto alla “realizzazione” lavorativa - e che questo “conto esistenziale” venga poi pagato dalla psiche. Sulla depressione si dicono tante cose. A volte si è abusato di questa diagnosi, al punto che, e questo succede spesso nella mia professione, trovo pazienti che sono stati etichettati come “depressi” ogni qual volta i loro sintomi non rientrano in malattie o sindromi essa inoltre viene manifestata anche a livello corporeo con sintomi psico-fisiologici negativi, quali: l’aumento dell’appetito, che porta a bulimia e a obesità; l’anoressia, spesso grave soprattutto nelle giovani donne; l’insonnia; l’astenia profonda, associata o meno a dolori muscolari identificati come “fibromialgia”; la cefalea. Ma, ancora, possono rendersi più consistenti tendenze sintomatologiche pre-esistenti nel paziente: un alvo irregolare o poco funzionante può sfociare in una stipsi molto resistente; un disturbo del ciclo mestruale può trasformarsi in amenorrea, e così via. La persona si sente come vuota e non più capace di gioire, ma anche di arrabbiarsi e quindi di provare qualsiasi emozione e sentimento (una sorta di “morte interiore”). Il dolore ed una continua tristezza portano la persona all’incapacità di apprezzare qualsivoglia cosa (“anedonia”, letteralmente “mancanza di gusto della vita”), in particolare verso le cose che invece prima rendevano felici. Si smarrisce inoltre la capacità di pensare, di concentrarsi e di prendere decisioni e Sulla depressione si dicono tante cose. A volte si è abusato di questa diagnosi, al punto che trovo pazienti che sono stati etichettati come “depressi” ogni qual volta i loro sintomi non rientrano in malattie o sindromi conosciute dal medico curante conosciute dal medico curante. In pratica, purtroppo, questa malattia è diventata anche un utile mezzo per dare ai bisogni del malato una risposta superficiale, non approfondita, non consona al suo male. È vero, si abusa, oggi come oggi, di antidepressivi. Purtroppo la mia impressione è che la Medicina Sociale attuale, che ha indubbi e grandissimi meriti, sia qualche volta in difficoltà di fronte a situazioni patologiche croniche, complesse e con più sintomi concorrenti. Che cos’è la Depressione Vediamo di dare una definizione: con il termine Depressione si indica comunemente una forte e repentina discesa del tono dell’umore della persona. In senso clinico tale termine indica una sofferenza ben più grave della tristezza che può essere sperimentata in ceri periodi della vita. La Depressione è infatti caratterizzata da una profonda afflizione, dalla perdita di interesse in ciò che prima dava soddisfazione, e si associa a sintomi fisici e a disturbi del pensiero. Colpisce due volte più frequentemente il sesso femminile. Nella Depressione l’abbattimento permea l’intera persona e la flessione umorale si protrae nel tempo con significativi e continuativi livelli di intensità e durata; si rimane molto tempo a rimuginare sui propri errori e su cose negative, in realtà sopravvalutate ed idealizzate. La Depressione è ulteriormente caratterizzata da sensazione di forte infelicità e malessere diffuso, continuo stato d’animo pessimista, senso di intrappolamento in un tunnel senza via d’uscita. Per la verità, chi di noi, in certi momenti della propria vita, non ha incontrato situazioni in qualche modo simili a quanto descritto? La differenza è che il depresso non ne esce, anzi, entra sempre di più in questa spirale. La Depressione nella Medicina dell’Informazione Nella mia esperienza, ho incontrato tanti pazienti “etichettabili” come depressi. Per mia comodità, e per “far funzionare” meglio sia il mio modo di ragionare che la tecnica di misurazione che utilizzo, divido mentalmente questi pazienti in cinque gruppi: 1)coloro che presentano una depressione endogena. Con questo termine si indica quella situazione, molto probabilmente collegata ad un corredo ereditario, in cui la depressione è dovuta a una altera- www.scienzaeconoscenza.it - Scienza e Conoscenza 63 Informazione e Biologia La Depressione è infatti caratterizzata da una profonda afflizione, dalla perdita di interesse in ciò che prima dava soddisfazione, e si associa a sintomi fisici e a disturbi del pensiero zione quantitativa o qualitativa di neuro-mediatori cerebrali. Questi sono delle molecole il cui compito è quello di trasferire da un neurone all’altro i dati. Sappiamo che la trasmissione nervosa è mista: in parte elettrica, lungo il neurone, in parte biochimica, a livello della zona di confine tra due neuroni, zona che viene chiamata “sinapsi”. Questa è la forma più grave di depressione, in cui la terapia farmacologica è sostitutiva, ovvero fornisce ciò che manca al sistema nervoso centrale. La depressione endogena esordisce a un certo punto della vita, essendo collegata o meno ad un evento esterno scatenante. 2)I pazienti che diventano depressi a seguito di una grave situazione esistenziale, come un lutto, un forte trauma, un grave e prolungato stress familiare o lavorativo, per cui si può collegare primariamente a questo evento il corredo sintomatologico tipico: in questo caso si può parlare di depressione reattiva. Questa forma è in genere meno grave della precedente, nel senso che le potenzialità di guarigione sono più consistenti (naturalmente, tutto dipende dall’entità del danno contingente subito). Non di rado queste due forme si associano tra loro: questi sono i pazienti più gravi. 3)Coloro che arrivano alla mia osservazione con sintomi quali profonda stanchezza, obesità, stipsi resistentissima, asma-dispnea, vertigini, tendenza ad ammalarsi continuamente per contestuale “depressione della immunità”, in cui, misurando, risulta evidente la componente depressiva predominante: sono pazienti i cui sintomi sono collegabili a una depressione mascherata. In questi casi prevale più spesso il danno endogeno, ovvero neuro-umorale. 4)In molti casi la depressione è concausa di patologie gravi, quali malattie autoimmuni o tumori. La componente psichica in queste malattie non è mai stata approfondita dalla medicina convenzionale, la quale privilegia la ricerca di farmaci sintomatici sempre più potenti. Inoltre, la figura dello psicologo in Oncologia è, in pratica, un sostegno alla gestione dell’evento tumore, ma non vi è stata, almeno nei miei pazienti, una ricerca del “perché psicologico” della loro neoplasia. Eppure, misurando, io vedo sempre un conflitto esistenziale sottostante che, assieme ad altri fattori, che magari 64 Scienza e Conoscenza - n. 39, gennaio/febbraio/marzo 2012 vedremo in un prossimo articolo, condiziona pesantemente non solo la comparsa di queste patologie gravissime, ma anche la loro resistenza e persistenza. Questa io la definisco depressione concausale. In genere tali forme possono essere di tipo reattivo, ovvero su base preminente conflittuale. 5)Infine ci sono quei pazienti, e sono molti, etichettati come depressi, e che non lo sono affatto. Alla loro sofferenza, putroppo, devono aggiungere diagnosi e terapie sbagliate. Si tratta di vere e proprie “misdiagnosi”, legate spesso a mezzi diagnostici non idonei, ma a volte anche a superficialità del medico curante. Queste sono le depressioni false. Seguendo la Medicina Tradizionale Cinese, quattro sono i meridiani che principalmente portano le informazioni che si collegano alla depressione: 1)RENE: il depositario dell’energia ancestrale, quella che ti fa vivere come “animale”, che ti fa reagire di fronte alle aggressioni, attivando le catecolamine e il cortisone del surrene; che ti fa sentire il bisogno dell’accoppiamento sessuale. È chiaro che una mancata risposta a questi bisogni essenziali si configura come paura di vivere, rinuncia a vivere. Il depresso di Rene si chiude in sé stesso, non comunica, ha paura degli altri e degli eventi. 2)POLMONE: colui che gestisce l’aria e il respiro, per cui porta l’ossigeno che fa bruciare e permette i processi metabolici. Il depresso di polmone è triste, la tristezza, la malinconia sono le sue compagne, fino alle estreme conseguenze, ovvero al suicidio, come se la psiche si rifiutasse di respirare un’aria per lei troppo opprimente. 3)CUORE: è di coloro che sono sia ansiosi che depressi. Si tratta di persone con una visione pessimistica di fondo, che non “tengono” le emozioni, reagendo ad esse con panico, palpitazioni, senso di soffocamento, respiro affannoso. Il cuore è il meridiano cosiddetto “imperatore” ovvero dominatore del sistema informatico del corpo. Esso ha a che fare direttamente con la vita, detta i tempi dell’esistenza, si confronta con le emozioni e le gestisce. L’ansia e la paura di soccombere allo stress, che portano poi a un profondo abbattimento, sono gli elementi salienti che dobbiamo tenere presente. Informazione e Biologia 4)MILZA-PANCREAS: in questo caso la depressione si associa a reazioni lente allo stress, a comportamenti ossessivo-compulsivi e ripetitivi. Caratteristica è la ritualità con cui vengono svolte certe operazioni, che riguardano, ad esempio, la “messa in sicurezza della abitazione”: controllare più volte se le spine elettriche sono tutte staccate, se le porte e le finestre sono chiuse bene, se i fornelli del gas sono chiusi, e così via. Nella tabella sottostante sono riportati i rapporti tra psiche e i vari meridiani, ovvero la distinzione qualitativa esistente nei vari meridiani riguardo agli input informatici inerenti la sfera psichica (la sigla SNC sta per Sistema Nervoso Centrale). Connessione SNC-Fegato: compressione dell’io (il paziente “si trattiene per non esplodere”), facilità al pianto, comportamento ciclotimico, fibromialgie. Connessione SNC-Vescica Biliare: come il precedente, carattere iroso, perde il controllo. Connessione SNC-Cuore: depressione con agitazione, palpitazioni, sindromi ansioso-depressive, stati di angoscia. Soggiace patologicamente a eventi emozionali che lo destabilizzano. Connessione SNC-Milza/Pancreas: depressione con reazioni torpide, ipocondria, minuziosità, azioni ripetitive rituali, comportamento ossessivo, o compulsivo-ossessivo. Connessione SNC-Polmone: apatia, nessun interesse alla vita, la depressione collegata a canale di polmone deve essere presa sempre in considerazione con attenzioni particolari, vista la reale possibilità di tendenze suicide. Connessione SNC-Rene: depressione endogena, senza volontà di vivere, possibili spinte al suicidio. Connessione SNC-Stomaco: comportamenti schizofrenici, comportamenti maniacali, stati dissociativi, depravazioni sessuali. Connessione SNC-Intestino Tenue: carattere indeciso, si perde quando deve scegliere. Connessione SNC-Vescica: rigidità caratteriale, carattere egocentrico, accentratore; paranoia, autoritarismo, gelosia. Connessione SNC-Grosso Intestino (GI): nella Medicina Tradizionale Cinese non vi sono particolari correlazioni funzionali, tuttavia, simbolicamente, GI prende il nome dal viscere che espelle le scorie (simbolicamente le parti “brutte” della vita). Inoltre, a questo livello, le “anastomosi” tra le varie parti PNEI sono abbondanti, con sovrabbondanza di fibre nervose – non per nulla il colon è detto “secondo cervello”. Mi riesce così possibile inquadrare il paziente depresso incrociando lo schema convenzionale con quello “cinese”, in modo da redigere una sorta di “scala di gravità” della malattia psichica: le forme più gravi saranno perciò quelle endogene con coinvolgimento principale di Rene o Polmone, le più “sopportabili” quelle reattive e collegate a Milza-Pancreas. La gestione del depresso Come affrontare terapeuticamente la depressione? La prima cosa da dire è che nelle forme più gravi un apporto farmacologico convenzionale va effettuato. Se la forma è endogena, quindi, è utile somministrare uno o più farmaci convenzionali, a cui si possono associare i fiori (di Bach e Australiani). Nelle forme reattive, ancora i fiori, associati a un omeopatico ad alta diluizione (ad esempio una 30 o 200CH, o più). La psicoterapia cognitivo-comportamentale (la cosiddetta “psicoterapia breve”) può essere parimenti utile. Il problema della psicoanalisi: vedo pazienti che da anni si sottopongono a sedute analitiche. Credo che questa tecnica sia da consigliarsi nelle forme più gravi, sempre associata a una adeguata terapia farmacologica. I rimedi “dolci” per la depressione L’omeopatia L’elenco di omeopatici e di fiori qui riportato, assolutamente incompleto, vuole dimostrare come in questa medicina il centro deve essere il paziente, perché è su di lui che si sceglie quanto si adegua alle sue esigenze di salute. Cominciamo proprio dai rimedi omeopatici Alumina: Piccoli ostacoli sembrano insormontabili. Piagnucoloso, ipocondriaco, irritabile. Si mette a piangere per un nonnulla. I pensieri di suicidio sono suggeriti da strumenti con cui potrebbe commetterlo, ma non ne ha il coraggio; ciò contribuisce ad aggravare la sua sofferenza. Il tempo sembra lungo. Non prova gioia a lavorare. Non ha coscienza della propria personalità. Mancanza di memoria. Paura di perdere completamente la ragione. Tutti questi sintomi migliorano man mano che il giorno avanza. Natrium Muriaticum: Tristezza e depressione, aggravate dalla consolazione. Avversione agli uomini (sintomo femminile molto anormale). Pianto disperato seguito da perdita della memoria. Difficoltà di concentrazione. Sepia: rimedio quasi esclusivamente femminile. Triste e sensibile. Tendenza marcata al pianto (anche Natrum Muriaticum e Pulsatilla). A volte apatica e indifferente. Inoltre irritabile e permalosa. Ha paura di rimanere sola. Apprensiva riguardo al futuro, teme molto per la propria salute. Pulsatilla: rimedio quasi esclusivamente femminile. Tendenza a piangere ad ogni occasione. Gentile, timida e arrendevole. Nello stesso tempo nervosa, scontrosa, di malumore. Il nervosismo e la timidezza sono le caratteristiche principali della paziente. Arnica: Il paziente Arnica alterna crisi d’ansia a un’indifferenza senza speranze. Dimentica quello che sta leggendo e la parola che sta per dire. Ha paura di essere picchiato da persone che gli si avvicinano. Facilmente spaventato. Qualsiasi cosa inaspettata lo fa sobbalzare. Risponde molto lentamente alle domande che gli ven- www.scienzaeconoscenza.it - Scienza e Conoscenza 65 Informazione e Biologia Chi di noi, in certi momenti della propria vita, non ha incontrato situazioni in qualche modo simili a quanto descritto? La differenza è che il depresso non ne esce, anzi, entra sempre di più in questa spirale gono rivolte, a volte si addormenta mentre risponde. Stanco, affaticato, la testa è pesante, sta peggio coricato. Aurum Metallicum: Non ha fiducia in se stesso, e pensa che neanche gli altri ne abbiano. Grande senso di colpa e nessuna autostima. Forte angoscia mentale. Stanco della vita, non riesce a pensare ad altro che al suicidio. La melanconia può essere di tipo misticoreligioso, il sintomo più marcato può essere il pregare in continuazione. La memoria è scarsa e l’esercizio mentale difficile. Phoshoricum Acidum: Assolutamente indifferente a tutto ciò che lo circonda. Incapace di pensare. Non è incline a parlare. Perdita della memoria. Alle domande risponde molto lentamente. Gelsenium Sempervirens: Panico. Come inebetito e stupido. Il paziente si presenta come se fosse stato intossicato. Incapace di pensare o di fissare l’attenzione. Paura della morte, con ansia moderata per il presente. Silicea: Debole di mente. Scoraggiato. Quando è giù di morale desidera annegarsi. Forte senso di colpa per delle sciocchezze. Arrendevole. Pusillanime, non ha ‘carattere’. Calcarea Carbonica: Disturbi della memoria, dimentica facilmente. È probabilmente uno dei rimedi più efficaci in questo genere di disturbi. Il paziente confonde le parole (Agaricus e Arnica). Ha paura di perdere la ragione. Pensa che questa disgrazia sia imminente. Chi gli sta vicino si rende conto della sua confusione mentale. Di cattivo umore, scontroso, brontolone. Inquietudine, ansia, si rinchiude in se stesso all’avvicinarsi della sera. Disturbi mentali per cose immaginarie. Arsenicum Album: Melanconia. Tendenza al pianto e depressione. Intensa ansia con grande inquietudine. Paura di essere lasciato solo, ha paura di fare fisicamente del male a se stesso. Terrore, accompagnato da sudorazione. Non trova requie da nessuna parte. Si vuole alzare e cambiare letto. Ha forti tendenze suicide e di mutilazione del proprio corpo. Allucinazioni di odori, di pece, di zolfo, e si prepara ad andare all’inferno. Ignatia: rimedio molto spesso femminile. Intensa, anche se parzialmente soppressa, angoscia, come se avesse commesso un delitto. Dolore in seguito alla perdita di amici. Angoscia di bambini che sono stati 66 Scienza e Conoscenza - n. 39, gennaio/febbraio/marzo 2012 rimproverati o puniti dai genitori. Facilmente spaventato. Irresoluto. Timido. Triste, quieto, melanconico. A volte il paziente Ignatia è isterico e ilare nello stesso tempo, ma presto ritorna al suo stato di tristezza, e “trattiene le lacrime”. Alopecie generalizzate psicogene. Il trattamento con i fiori di Bach Gentian: depressione reattiva di fronte a ostacoli e insuccessi, con la sensazione che sia inutile lottare. Mustard: depressione endogena, volendo dire senza una causa ben identificabile. Stato di forte pena, con sofferenza dell’anima e pianto. Si presenta ciclicamente, improvviso, dura qualche giorno e deve passare da solo. È utile per gli stati depressivi della menopausa e allevia i sintomi della depressione stagionale, una sindrome tipica dei mesi bui come novembre, che provoca un rallentamento generale dell’energia psicofisica, accompagnata da malinconia e sensazioni di angoscia, specialmente la sera. Wild Rose: sotto l’atteggiamento fatalista di disinteresse, adottato per non provare più dolore la mancanza di emozioni e di ogni fiducia nella possibilità di avere ancora qualcosa dalla vita sono spesso segretamente disperanti. Il Fiore esprime il quadro di quella che viene definita ‘depressione maggiore’. Chicory: la causa della depressione è affettiva, questa insorge infatti quando la persona si sente abbandonata, non amata, non rispettata, non apprezzata. Oak: la depressione insorge quando la persona, per malattia, stanchezza, pensionamento o altro, non può più condurre una vita più che attiva e battagliera. C’è amore per impegni e doveri, e rinunciarvi viene vissuto come una ingiusta privazione che si subisce. Rock Water: i momenti di depressione possono insorgere quando eventi esterni, quali orari di lavoro, restrizioni economiche, nascita di figli o altro, impediscono di dedicare tempo a se stessi e al proprio perfezionamento. Ci si sente defraudati di una immagine di se stessi perfetta che si ritiene che altrimenti si sarebbe raggiunta. Walnut: quando la depressione insorge nei periodi o nei momenti di cambiamento, organici (pubertà, menopausa, ecc.), di stagione, dopo un trasloco o un trasferimento, per pensionamento. www.scienzaeconoscenza.it - Scienza e Conoscenza 67 Informazione e Biologia Seguendo la Medicina Tradizionale Cinese, quattro sono i meridiani che principalmente portano le informazioni che si collegano alla depressione: Rene, Polmone, Cuore e Milza-Pancreas Wild Oat: la depressione insorge quando ci si rende conto di non aver ottenuto grandi cose nonostante tutti i propri sogni di grandezza e di opulenza. Si è ora decisi a cambiare la situazione, ma non si capisce bene su cosa fare leva perché non si è coscienti della propria passività. Ora descriverò quattro casi che sono giunti a me recentemente, i quali possono meglio far capire come viene impostato l’iter diagnostico-terapeutico. CASO 1: paziente di sesso femminile, di anni 44, coniugata, quattro figli, assistente sanitaria. Soffre di una leggera forma diabetica, tenuta bene sotto controllo con metformina. Da circa un anno presenta astenia e sonnolenza, per cui non riesce più a muoversi e a effettuare le faccende di casa come vorrebbe. Da un po’ di tempo presenta atteggiamenti compulsivi e ripetitivi riguardanti soprattutto i suoi congiunti (ad esempio, tutte le notti stacca e riattacca più volte le spine elettriche nella camera dei figli, onde “assicurarsi”che siano veramente staccate. Nel contempo, compare un notevole calo dell’umore e un calo della libido. Alla misurazione, si evidenzia il ruolo centrale del canale di Pancreas (porta l’informazione riguardante sia la glicemia che gli atteggiamenti compulsivi e ripetitivi). Vengono trovate frequenze relative a Streptococco, per il quale si inizia terapia omeopatica (rimedi principali: Belladonna e Hepar sulfuris). Contestualmente, si consiglia un antidepressivo convenzionale e un percorso di psicoterapia breve. Il trattamento impostato porta a guarigione clinica nell’arco di cinque mesi. Attualmente, a distanza di un anno, la paziente assume una dose minima dell’antidepressivo, perché “è stata troppo male e non vuole ripetere l’esperienza”. Devo dire che questa è una scelta sua, da me non condivisa, in quanto io la ritengo guarita. CASO 2: paziente di sesso femminile, di anni 51. Abita in Toscana. È stata operata di rimozione di fibroma uterino, senza però che le sia stato asportato l’organo. Giunge da me perché, avendo “trovato l’amore della sua vita”, vorrebbe da lui un figlio. La persona è molto emotiva, forte fumatrice, pletorica in volto. È fortemente cosciente di chiedere al medico una cosa difficile. Io le ribadisco che più che difficile, 68 Scienza e Conoscenza - n. 39, gennaio/febbraio/marzo 2012 shutterstock_2568251 Casi clinici Informazione e Biologia è per me praticamente impossibile, vista l’età, l’intervento sull’utero, l’habitus di fumatrice. Alla misurazione, si rileva la presenza di un virus HPV sul canale di Rene destro-cuore della catena patologica (spesso nelle donne con cisti o fibromi si trova questo agente). Inizio l’eliminazione del virus, aggiungo Natrium sulphuricum, come drenaggio di fondo; Hypericum e Avena sativa per “proteggere la psiche”. Al controllo la paziente mostra i dati di una depressione reattiva. Le prescrivo Gentian e Oak (fiori di Bach), oltre a continuare l’eliminazione del virus HPV, e le consiglio di iniziare un percorso psico-terapeutico, magari sostenuto da un farmaco, dicendole comunque che io la continuerò a seguire. Di lei non so più nulla. Dopo un anno, la sorella mi riferisce della comparsa di un carcinoma mammario a destra, scoperto da due mesi, per il quale la paziente si è sottoposta a mastectomia con “svuotamento ascellare”. Le situazioni luttuose (la mancata possibilità di gravidanza è stata vissuta come una forte delusione e una perdita), hanno indotto una depressione reattiva, la quale ha “innescato”, come co-fattore principale, l’insorgenza del tumore, guarda caso nell’organo “materno” per eccellenza. Caso 3: paziente di sesso femminile, di 18 anni. È soprappeso, si sente brutta, si è chiusa in sé stessa, si ammala spesso, e i risultati scolastici (frequenta l’ultimo anno di liceo) sono tutt’altro che brillanti. La prima cosa che noto è il viso “buio”, con un’espressione cupa. Di fronte alla madre (presente al colloquio, per altro per volontà della paziente stessa), parla molto poco. Alla misurazione trovo presenti Streptococco e Epstein Barr virus, due agenti con grandi capacità deprimenti sui sistemi difensivi dell’organismo. La partenza è dal meridiano di Rene destro, e dai suoi rapporti profondi con i conflitti psichici: da qui il danno informatico si espande al canale di Pancreas (con precisione nel dotto di Wirsung) e poi alla Tiroide (provoca un rallentamento delle attività metaboliche). Trovo intolleranze alimentari (farine del gruppo del grano e zuccheri semplici) e parto da qui per “motivare” la paziente. La invio dalla dietologa, e quindi dalla nostra psicologa, per un iter cognitivo Letture Urbano Baldari Trattato di Medicina dell’Informazione Volumi I e II Nuova Ipsa Editore, 2008 Cercalo in libreria o su www.scienzaeconoscenza.it - Letture consigliate comportamentale. Aggiungo Calcarea carbonica ad alta potenza e Walnut. Al secondo controllo, dopo sei mesi, la paziente ha perso dieci chili. Si sente molto meglio, lascia fuori della porta la madre, ha voglia di parlare, a scuola “ha più grinta”, il viso è più luminoso. La psicologa mi conferma i grandi progressi. Questa depressione “post-adolescenziale”, legata a un momento di passaggio della vita, non è infrequente soprattutto nelle ragazze. Se presa in tempo, si riesce veramente a guarire bene. Caso 4: paziente di sesso femminile, di anni 59, infermiera. Da alcuni anni è comparsa una cefalea gravativa, che diventa molto dolorosa a livello oculare quando è stanca, a cui si associa astenia, dolori muscolari migranti, difficoltà a ricordare parole o nomi di persone. È già stata visitata da neurologi (nessun riscontro obiettivo), da ortopedici (operata di ernia cervicale, con apposizione di placca metallica; dopo l’intervento è stata peggio: quando lo ha detto allo specialista, questi le ha risposto che l’intervento “tecnicamente” era venuto bene). Giunta all’osservazione di un fisiatra, viene posta diagnosi di “fibromialgia psicogena” e le vengono prescritti antidepressivi, i quali la “abbattono” ancora di più. Alla mia visita, compaiono due dati salienti: il danno posturale cervicale, dal momento che l’intervento sull’ernia del disco non solo non è stato efficace, ma ha irrigidito un’area vitale per i movimenti del capo; infine la causa principale, ovvero un grave difetto di accomodazione oculare, che spiega la difficoltà a concentrarsi, la cefalea che peggiora con la stanchezza, ecc… Inviata dalla nostra ortottista, il sintomo si è modificato in meglio nel giro di poco tempo. Tuttavia, quando la nostra osteopata ha cercato di “lavorare” sulla colonna cervico-dorsale, sono ricomparsi dolori lancinanti al capo. Da allora, proseguendo la rieducazione oculare, pian piano, le cose stanno migliorando. Questo è un caso di misdiagnosi: si tratta di una patologia posturale, peggiorata dall’intervento, assolutamente inutile, e scambiata per una depressione post-menopausale da un altro specialista. Scritto da Urbano Baldari Medico Chirurgo Specialista in Dermatologia e Venereologia, dirige a Cesena (FC) il poliambulatorio Kimeya, struttura che ha come fondamento deontologico la visione del paziente come uomo, come entità unica e complessa, e l’utilizzo integrato di approcci diagnostici e terapeutici sia tradizionali che non convenzionali. Per info: [email protected] www.kimeya.net www.scienzaeconoscenza.it - Scienza e Conoscenza 69