Programma di Riabilitazione psico-nutrizionale dei Disturbi dell’Alimentazione Anoressia, Bulimia e altri disturbi dell’alimentazione Unità Operativa di Riabilitazione Nutrizionale Primario: Dr Ezio Di Flaviano Piazza C. Colombo, 1 - 35031 ABANO TERME (PD) Ricoveri +39 049 8221750 - Reparto +39 049 8221362 - Primario +39 049 8221373 [email protected] - www.policlinicoabano.it www.facebook.com/riabilitazione.nutrizionale.abano 1 Opuscolo Informativo per i pazienti e i loro familiari Un cammino che inizia da lontano. Da Casa di Cura a Policlinico sotto il segno dell’innovazione: è proiettato verso il futuro questo Centro sanitario che fa parte integrante del territorio padovano. Nato quarant’anni fa nella rinomata zona aponense ai piedi dei Colli Euganei come Casa di Cura ovvero Ospedale locale con 70 posti letto, oggi il Policlinico di Abano Terme ne conta 170 accreditati con il Sistema Sanitario Nazionale e altri 35 autorizzati per i ricoveri a pagamento. Dal 1987 la struttura è presidio dell’Unità Locale Socio Sanitaria 16 di Padova. Un’attenta politica d’investimento ha consentito un complessivo rinnovamento dell’edificio, funzionale ed accogliente, l’acquisizione di tecnologie all’avanguardia, l’ammodernamento dei servizi informatici ma l’aspetto al quale teniamo di più è la costante valorizzazione del personale, altamente qualificato e particolarmente motivato. Contiamo su professionalità d’eccellenza che operano anche grazie a convenzione con Enti illustri e collaborazioni con le maggiori Università d’Italia. Seguendo questa filosofia, il Policlinico ha acquistato rilievo non più soltanto in ambito locale, ma su scala regionale e nazionale: una crescita esponenziale di consenso dimostrata dal fatto che ad oggi, su circa 13.000 ricoveri annui, oltre il 40% dei pazienti proviene da fuori provincia di Padova. Il Policlinico garantisce, attraverso la sempre più attenta organizzazione delle aree di degenza, dei servizi e degli ambulatori, il massimo della sicurezza nel trattamento medico-chirurgico in regime sia di degenza sia ambulatoriale, perseguendo un obiettivo di alta qualità delle cure. 2 La nostra mission è lavorare in modo dinamico e competitivo, secondo criteri di efficacia ed appropriatezza, garantendo rapidi tempi di risposta. Ci rapportiamo organicamente con il sistema delle cure primarie, con la rete dei servizi socio-sanitari e con le agenzie sociali del territorio, perseguendo il miglior rapporto possibile tra risorse impiegate e qualità delle prestazioni erogate. Questa brochure intende essere una “bussola”, un documento prezioso che il Policlinico mette a Sua disposizione perché possa meglio orientarsi nell’offerta sanitaria e destreggiarsi nelle scelte terapeutiche di questa realtà ospedaliera che pone un cospicuo investimento nello sviluppo delle professionalità, nell’integrazione tra formazione continua e assistenza grazie all’impegno della Fondazione Leonardo per le Scienze mediche, nell’attività di alta specializzazione, negli interventi di particolare complessità e innovazione. In particolare la Fondazione Leonardo si prodiga nell’educazione del personale, nella ricerca di nuove terapie, nel sostegno ai Paesi in via di Sviluppo: riteniamo doveroso esportare le nostre competenze per rendere più agevole la diagnosi e la cura di quanti non dispongono ancora degli strumenti idonei. Il nostro è un rinnovarsi nella continuità. Il responsabile del Reparto è il Dottor Camillo Ezio Di Flaviano, - Medico Specialista in Scienza dell’Alimentazione, - Specialista in Chirurgia, - Psicoterapeuta cognitivo comportamentale. - Presidente della Sezione Abruzzo della Società Italiana dell’Obesità 3 Dove siamo In autostrada da Milano Prendere l’autostrada A4 Milano - Venezia e uscire al casello di Padova Ovest. Proseguire per Corso Australia (SR 47) e successivamente per Corso Boston. Svoltare in Via Armistizio. Proseguire per Via Romana (SP 2). Svoltare a destra in Via Valerio Flacco e di nuovo a sinistra in Via Antonio Pacinotti. Svoltando poi a destra in Via Galvani ci si ritrova in Piazza Colombo. In autostrada da Bologna Prendere l’autostrada A13 Bologna - Padova e uscire al casello di Terme Euganee. Percorrere la strada provinciale SP9 e successivamente la SS16 Statale Adriatica. All’incrocio di Mezzavia svoltare a sinistra in direzione Montegrotto. Al semaforo successivo svoltare a destra in Via Campagna Bassa per proseguire in Via Marza. Svoltare a destra in Via Roma (SP2). Proseguire fino a svoltare a sinistra in Via Valerio Flacco e di nuovo a sinistra in Via Antonio Pacinotti, svoltando poi a destra in via Galvani ci si ritrova in Piazza C. Colombo. 4 5 RIABILITAZIONE DEI DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE Il Programma Benvenuti nel programma riabilitativo per i Disturbi dell’Alimentazione della Unità Operativa di Riabilitazione Psico Nutrizionale del Policlinico di Abano Terme. Questo opuscolo vuole essere un modo per conoscerci meglio, per capire chi siamo e che cosa proponiamo per cercare di curare alcune delle patologie più problematiche dei nostri giorni, i Disturbi dell’Alimentazione: l’Anoressia Nervosa, la Bulimia Nervosa e i Disturbi dell’Alimentazione Non Altrimenti Specificati (Atipici). In passato il trattamento dei Disturbi dell’Alimentazione è stato focalizzato sugli aspetti psicologici e sociali; recentemente è emersa però l’importanza degli effetti del digiuno e della malnutrizione nella perpetuazione dei sintomi e nella cronicizzazione del disturbo. Ciò ha portato a considerare l’aspetto riabilitativo (medico, nutrizionale e psicologico) una componente essenziale del processo terapeutico di tali patologie. La maggior parte delle ricerche controllate effettuate sull’efficacia delle terapie per i disturbi dell’alimentazione ha evidenziato che circa il 20-30% dei pazienti non risponde al trattamento ambulatoriale e necessita di cure più intensive, come ad esempio il ricovero in un centro di riabilitazione intensiva. Il trattamento ospedaliero di riabilitazione intensiva per i disturbi dell’alimentazione è stato sviluppato per la prima volta in Italia presso la Casa di Cura Villa Garda verso la fine degli anni ottanta con l’obiettivo di fornire una possibilità di cura e di guarigione ai pazienti che fallivano la terapia ambulatoriale. Dal 1988 al 1995 il programma proposto era di tipo eclettico e i membri dell’equipe multidisciplinare (medici, psicologi, dietisti ed infermieri professionali) lavoravano assieme unendo le loro competenze professionali senza essere guidati da una teoria comune: i medici e i dietisti basavano i loro interventi sulla teoria cognitivo comportamentale, gli psicologi sulla teoria psicodinamica. 6 Dopo i primi entusiasmi derivati dal fatto di riuscire a curare con successo alcuni casi che non rispondevano alle terapie ambulatoriali tradizionali, l’approccio eclettico incominciò ad evidenziare i suoi limiti: i componenti dell’equipe avevano una concezione discordante sul processo di guarigione dei pazienti ed usavano procedure terapeutiche “non omogenee” che limitavano l’efficacia dell’intervento (il tasso di drop-out era elevato tra il 30-35% e l’IMC medio alla dimissione non superava i 18,5 kg/m2). Inoltre la non concordanza degli obiettivi terapeutici durante e dopo il ricovero portava inevitabilmente a generare un’elevata conflittualità tra i vari membri dell’equipe che si ripercuoteva sulla gestione del paziente. All’inizio del 1996 fu disegnato un nuovo programma basato esclusivamente sulla teoria e terapia cognitivo comportamentale, descritta in lingua anglosassone da Garner e Bemis (1992) e in lingua italiana da Garner e Dalle Grave (1999). Il passaggio alla teoria e terapia cognitiva comportamentale comportò tre immediati vantaggi: 1) un miglioramento dei risultati con una riduzione significativa del drop-out (15% circa) e dell’IMC medio alla dimissione (19,5 kg/m2); 2) la creazione di una buona relazione di lavoro tra pazienti, membri dell’équipe e i familiari; 3) l’organizzare l’unità in modo altamente produttivo con un’omogeneità degli interventi proposti. La mia passione per le patologie Nutrizionali e per i Disturbi dell’ Alimentazione mi fu di stimolo a cercare di replicare l’esperienza Veneta in Abruzzo e nel 1997 iniziai a progettare e poi ad organizzare un Reparto presso la Casa di Cura Villa Pini a Chieti. Dal 1999 (periodo in cui è stato attivato il nuovo programma a moduli) al settembre 2013 abbiamo ricoverato 860 pazienti con diagnosi di Anoressia nervosa, con IMC medio all’ingresso di 14.3, di questi hanno completato il programma riabilitativo l’82% dei pazienti con un IMC medio alla dimissione di 20,4 e una remissione pressoché completa della maggior parte della sintomatologia specifica (comportamenti controllo del peso, delle forme corporee e dell’alimentazione). 7 Purtroppo le norme legislative della Regione Abruzzo non hanno favorito lo sviluppo di questa esperienza anzi “ostacolandola” dal 2008, quando è stata inserita la necessità di autorizzazioni preventive per il ricovero dei pazienti, anche quelli provenienti da fuori regione (l’80% dei ricoverati). Nel 2012 mi è stato chiesto di organizzare un nuovo reparto presso il Policlinico di Abano Terme (Padova), infatti la Regione Veneto nel 2012 ha approvato due “Schede di appropriatezza per il ricovero dei Disturbi della Alimentazione e della Obesità” che regolamentano in modo chiaro il ricovero di questi pazienti. Dal settembre 2013 dirigo esclusivamene questo centro, inserito nelle Schede della Rete Ospedaliera del Veneto. Anche il nostro programma si è avvantaggiato dai numerosi progressi che in questi ultimi anni sono stati compiuti nella teoria cognitivo comportamentale dei disturbi dell’alimentazione e dalle proposte innovative di tecniche di intervento che hanno notevolmente migliorato il trattamento. Nella bulimia nervosa più di 30 ricerche controllate e randomizzate hanno dimostrato che i pazienti trattati con la Terapia Cognitivo Comportamentale (CBT) raggiungono una guarigione completa nel 50% dei casi ed un miglioramento significativo dei loro sintomi nell’80% dei casi. Due studi controllati hanno evidenziato che la Terapia Interpersonale (IPT), sebbene non sia così rapida come la CBT nel determinare il miglioramento dei sintomi, a distanza di un anno dal suo termine raggiunge un’efficacia sovrapponibile. Oltre alle psicoterapie, numerose ricerche hanno evidenziato che la fluoxetina, è in grado di determinare l’interruzione delle abbuffate e dei comportamenti di compenso nel 20% dei pazienti trattati. Purtroppo, la sola terapia farmacologica è meno efficace dell’associazione di farmaco + psicoterapia; quest’ultima aiuta in particolare la prevenzione delle ricadute. Nell’anoressia nervosa gli studi controllati sono poco numerosi e hanno prodotto risultati inconsistenti. La scelta del tipo di trattamento dipende in larga parte ancora dalle preferenze del terapeuta e dalle risorse disponibili nel territorio. 8 Esistono, ad ogni modo, delle evidenze che una forma di terapia familiare, messa a punto da un gruppo di ricercatori del Moudsley Hospital di Londra, sia più efficace rispetto alla psicoterapia individuale psicodinamica, nei pazienti di età inferiore ai 18. Numerosi case report ed esperienze cliniche indicano, inoltre, che la CBT allargata, forma di cura che affronta oltre ai fattori di mantenimento specifici del disturbo anche problematiche come la bassa autostima, la regolazione delle emozioni i problemi interpersonali e familiari, sia efficace in numerosi pazienti ambulatoriali. Le ultime evoluzioni della teoria e terapia cognitivo comportamentale dei disturbi dell’alimentazione sono applicate durante il trattamento riabilitativo residenziale presso l’Unità di Riabilitazione Psico-Nutrizionale del Policlinico di Abano Terme. Il programma terapeutico, che ha una durata di 20 settimane (12 di ricovero e 6 di Day Hospital), adotta due importanti novità recentemente suggerite dal Prof. Fairburn e collaboratori dell’Università di Oxford: 1) è transdiagnostico, essendo stato studiato e strutturato per essere applicato con minime modifiche a tutti i disturbi dell’alimentazione (anoressia nervosa, bulimia nervosa e altri disturbi dell’alimentazione) e non solo ad un singolo disturbo; 2) adotta un approccio a moduli per affrontare alcune problematiche psicologiche presenti solo in un sottogruppo di persone affette da disturbi dell’alimentazione. Un altro aspetto che rende “originale” e per certi aspetti “unico” il trattamento applicato presso il Policlinico è il fatto che ogni membro dell’équipe multidisciplinare che lo somministra (medici, psicologi, dietisti ed infermieri professionali) aderisce alla medesima teoria cognitivo comportamentale, adotta le stesse tecniche di intervento e il medesimo linguaggio con il paziente. Il nuovo programma è caratterizzato inoltre dall’uso di un manuale, frutto dello studio e della ricerca del Dottor Dalle Grave. Il manuale rappresenta uno strumento che pensiamo possa essere di grande utilità per i pazienti e per i loro terapeuti, e che speriamo ci permetterà di avere una maggiore omogeneità di trattamento nei centri di cura. 9 La disponibilità di queste nuove scoperte e della manualizzazione ci ha spinto ad implementare e testare un nuovo programma cognitivo comportamentale ospedaliero che, basandosi sulle ultime evoluzioni compiute dalla ricerca, si pone l’obiettivo ambizioso di migliorare i già buoni risultati ottenuti con il precedente trattamento. Nel corso degli anni il programma subirà ulteriori evoluzioni e assumerà una struttura via via più complessa, ma sarà sempre basato sull’adesione al principio terapeutico storico del “primum non nocere”. Buona riabilitazione! Dr. Camillo Ezio Di Flaviano Primario Disturbi dell’Alimentazione: Informazioni Generali DEFINIZIONE I disturbi dell’alimentazione possono essere definiti come persistenti disturbi del comportamento alimentare o di comportamenti finalizzati al controllo del peso, che danneggiano la salute fisica o il funzionamento psicologico e che non sono secondari a nessuna condizione medica o psichiatrica conosciuta. CLASSIFICAZIONE E DIAGNOSI La classificazione, i criteri diagnostici principali e la distribuzione dei disturbi dell’alimentazione sono riportati nella tabella 1. Accanto ai due disturbi dell’alimentazione principali (anoressia nervosa e bulimia nervosa) è presente un’ampia ed eterogenea categoria di altri disturbi dell’alimentazione, cioè disturbi dell’alimentazione clinicamente significativi ma che non soddisfano tutti i criteri diagnostici dell’anoressia nervosa e della bulimia nervosa. 10 Classificazione e diagnosi dei disturbi dell’alimentazione Definizione di disturbo dell’alimentazione Persistenti disturbi del comportamento alimentare o di comportamenti finalizzati al controllo del peso corporeo, che danneggiano in modo significativo la salute fisica o il funzionamento psicologico e che non sono secondari a nessuna condizione medica o psichiatrica conosciuta. Classificazione dei disturbi dell’alimentazione 1. Anoressia nervosa 2. Bulimia nervosa 3. Altri disturbi dell’alimentazione (o disturbi dell’alimentazione non altrimenti specificati – definizione americana) Criteri diagnostici principali Anoressia nervosa 1. Restrizione dell’apporto energetico relativo al bisogno, che induce un significativo basso peso relativamente all’età, sesso, evoluzione dello sviluppo e salute fisica. Un significativo basso peso è definito come un peso minore del minimo normale o, per i bambini e gli adolescenti, minore del minimo atteso. 2. Intensa paura di aumentare di peso o d’ingrassare, o comportamento persistente che interferisce con l’aumento di peso, nonostante un peso significativamente basso. 3. Anomalia nel modo in cui è percepito il peso e la forma del proprio corpo; inappropriata influenza del peso e della forma del corpo sulla propria autostima, o persistente perdita della capacità di valutare la gravità della attuale perdita di peso. Due sottotipi: - Con Restrizioni durante gli ultimi tre mesi - Con Abbuffate/Condotte di Eliminazione durante gli ultimi tre mesi. Lieve: BMI ≥ 17 Moderata: BMI 16- 16,99 Severa: BMI 15-15,99 Estrema: BMI < 15 11 Bulimia nervosa A - Ricorrenti di abbuffate. Un’abbuffata è caratterizzata da entrambi i seguenti 1. Mangiare,in un periodo di tempo circoscritto (per esempio nell’arco di due ore), una quantità di cibo che è indiscutibilmente maggiore di quella che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso periodo di tempo in circostanze simili. 2. Senso di mancanza di controllo sull’atto di mangiare durante l’episodio (per esempio sentire di non poter smettere di mangiare o di non poter controllare cosa o quanto si sta mangiando). B - Ricorrenti comportamenti di compenso volti a prevenire l’aumento di peso, come vomito autoindotto, abuso-uso improprio di lassativi, diuretici o altri farmaci; digiuno o esercizio fisico eccessivo. C - Le abbuffate compulsive e utilizzo improprio di mezzi di compenso avvengono in media almeno una volte a settimana per tre mesi. D - La valutazione di sé è inappropriatamente influenzata dalla forma e dal peso del corpo. E - Il disturbo non si riscontra soltanto nel corso di episodi di anoressia nervosa. ATTUALE SEVERITA’ Episodi compensatori inappropriati a settimana: Lieve: 1-3 Moderata: 4-7 Severa: 8-13 Estrema: 14 o più Altri disturbi dell’alimentazione 1. Disturbi dell’alimentazione di severità clinica che soddisfano la definizione di disturbo dell’alimentazione ma non i criteri diagnostici dell’anoressia nervosa e della bulimia nervosa Riadattato da “Fairburn C.G. e Harrison P.J., (2003). Lancet. Eating Disorders. 361, 407-416” in base a criteri diagnostici DSM-V 12 Distribuzione Nella tabella 2 è riportata la distribuzione dell’anoressia nervosa e della bulimia nervosa, perché poco si sa sulla reale distribuzione degli altri disturbi dell’alimentazione. Tre recenti studi hanno, comunque, evidenziato che circa il 50% dei pazienti che richiedono un trattamento specialistico soddisfano la diagnosi di disturbo dell’alimentazione atipico. Tabella 2: Distribuzione dei disturbi dell’alimentazione Adattata da Fairburn C.G. e Harrison P.J., (2003). Lancet. Eating Disorders. 361, 407-416 Anoressia nervosa Bulimia nervosa Distribuzione mondiale Società occidentali in modo predominante Società occidentali in modo predominante Età Adolescenza (alcuni giovani adulti) Giovani adulti (alcuni adolescenti) Sesso 90% femmine Femmine in modo predominante (proporzione incerta) Classe sociale Possibile maggior prevalenza nelle classi sociali elevate Distribuita in tutte le classi Prevalenza 0,3% (nelle adolescenti) 1% (nelle femmine tra 1635 anni) Incidenza (per 100.000 19 nelle femmine, abitanti/anno) 2 nei maschi 29 nelle femmine, 1 nei maschi Modificazioni secolari Incremento Possibile incremento 13 Caratteristiche Cliniche Generali L’eccessiva importanza attribuita all’alimentazione, al peso, alle forme corporee e al loro controllo è considerata la psicopatologia centrale sia dell’anoressia nervosa sia della bulimia nervosa. La caratteristica più tipica dell’anoressia nervosa è la severa perdita di peso ed il raggiungimento di peso corporeo molto basso, che può determinare dei gravi rischi per la salute. La perdita di peso è principalmente dovuta alla dieta ferrea e fortemente ipocalorica. Alcuni pazienti per perdere peso eseguono un’attività fisica strenua ed eccessiva portata avanti per molte ore al giorno. Altri per dimagrire si auto-inducono il vomito o usano altre forme non salutari di controllo del peso, come ad esempio l’uso inappropriato di lassativi o di diuretici. Un sottogruppo di pazienti perde il controllo dell’alimentazione e presenta delle abbuffate. Sintomi comuni, che peggiorano con la perdita di peso e spesso scompaiono con la normalizzazione ponderale, sono la depressione, il deficit di concentrazione, la perdita dell’interesse sessuale, l’ossessività e l’isolamento sociale. Nella bulimia nervosa i tentativi di perdita di peso sono interrotti da frequenti episodi di abbuffate e ciò spiega perché il peso rimanga generalmente nella norma o lievemente al di sopra o al di sotto della norma. Nella maggior parte dei casi le abbuffate sono seguite da comportamenti eliminativi, come ad esempio il vomito auto-indotto, l’uso improprio di lassativi, l’uso improprio di diuretici, ma un sottogruppo compensa le abbuffate con comportamenti non eliminativi, come ad esempio il digiuno o l’esercizio fisico eccessivo. Nei casi tipici sono spesso presenti sintomi di depressione ed ansia e, come nell’anoressia nervosa, un sottogruppo di pazienti abusa di sostanze ed ha comportamenti autolesionistici (sovrarappresentato nel campione che frequenta centri specialistici). Gli altri disturbi dell’alimentazione in genere ricalcano le caratteristiche cliniche o dell’anoressia nervosa o della bulimia nervosa, ma non soddisfano tutti i criteri diagnostici richiesti. 14 In tutti e tre i disturbi dell’alimentazione sono presenti alcuni comportamenti specifici, come ad esempio il body checking (controllare compulsivamente il peso e le forme corporei), gli evitamenti dell’esposizione del corpo, e la sensazione di essere grassi. Nella tabella 3 sono riportate le principali caratteristiche cliniche dei disturbi dell’alimentazione. Come si può notare la maggior parte di esse è condivisa da tutti e tre i disturbi dell’alimentazione (anoressia nervosa, bulimia nervosa e altri disturbi dell’alimentazione). Tabella 3: Caratteristiche cliniche condivise dai tre disturbi dell’alimentazione Caratteristica Anoressia nervosa Bulimia nervosa Altri disturbi dell’alimentazione Eccessiva importanza attribuita al peso, alle forme corporee e al controllo dell’alimentazione +++ +++ +++ Pensieri e preoccupazioni per l’alimentazione, il peso e le forme corporei +++ +++ ++ Dieta ferrea +++ ++ ++ Abbuffate ++ +++ ++ Vomito autoindotto ++ +++ ++ Uso improprio di lassativi + ++ + Uso improprio di diuretici + + + Esercizio fisico eccessivo ++ + + Altri comportamenti di compenso + + + Comportamenti di controllo dell’alimentazione ”food checking” +++ + + Comportamenti di controllo del corpo ”body checking” +++ +++ ++ Evitamenti dell’esposizione del corpo + ++ ++ Sensazione di essere grassi +++ +++ +++ Basso peso e sindrome da digiuno +++ + + 15 Cause I dati derivati dalla ricerca sui fattori di rischio indicano che i disturbi dell’alimentazione derivino da una predisposizione genetica e da fattori di rischio ambientali. La predisposizione genetica è suggerita dall’osservazione che i disturbi dell’alimentazione e certi tratti di personalità “ricorrono nelle famiglie” e che sono più prevalenti nei gemelli monozigoti rispetto a quelli eterozigoti. La predisposizione genetica è anche supportata da alcuni studi preliminari di genetica molecolare. Il ruolo dei fattori di rischio ambientali deriva da numerose ricerche eseguite negli ultimi anni. I vari fattori di rischio ambientali osservati sembrano variare in natura e in specificità. Alcuni sono esperienze avverse occorse prima dell’insorgenza del disturbo dell’alimentazione e osservabili anche in altri disturbi mentali (es. abuso sessuale, problemi relazionali con i genitori). Altri, specialmente per la bulimia nervosa, sono specifici ed unici per i disturbi dell’alimentazione (es. obesità nell’infanzia, obesità nei genitori, alcolismo nei genitori, ed altri fattori sociali che sensibilizzano l’individuo nei confronti del suo peso e forme corporee ed incoraggiano la dieta e la ricerca della magrezza). Altri fattori di rischio, infine, includono peculiari tratti di personalità (es. bassa autostima o perfezionismo). La tabella 4 riporta un elenco dei potenziali fattori di rischio dei disturbi dell’alimentazione studiati negli ultimi anni dalla ricerca. Il Disturbo da Alimentazione Incontrollata (Binge Eating Disorder, BED) Il BED è un disturbo dell’alimentazione codificato dai criteri diagnostici riportati in tabella. Si stima che ne soffra l’1.6% degli adulti di sesso maschile, e lo 0.8% di sesso femminile; solitamente inizia nell’età adolescenziale, ma può anche presentarsi in età adulta, e può virare in altri Disturbi dell’Alimentazione, seppur con frequenza relativamente scarsa. E’ un disturbo tipico dei Paesi industrializzati, e si associa spesso a sovrappeso ed obesità. Pertanto in caso di comorbidità tra BED e obesità, il paziente viene ricoverato presso la nostra unità secondo i criteri previsti dalla SCHEDA di APPROPRIATEZZA della 16 RIABILITAZIONE INTENSIVA METABOLICO NUTRIZIONALE PSICOLOGICA del PAZIENTE con OBESITÀ GRAVE REGIONE VENETO (DLR 99 / 12-07-2012), e segue un programma per sviluppo di abilità di controllo dell’alimentazione e del peso corporeo, della durata di 28 gg seguito da ricovero in Day Hospital di pari durata. Disturbo da alimentazione incontrollata (Binge Eating Disorder) A - Episodi ricorrenti di abbuffate. Un’abbuffata è definita dai due caratteri seguenti: 1. Mangiare, in un periodo di tempo circoscritto (per esempio nell’arco di due ore), una quantità di cibo che è indiscutibilmente maggiore di quella che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso periodo di tempo in circostanze simili. 2. Senso di mancanza di controllo sull’atto di mangiare durante l’episodio (per esempio sentire di non poter smettere di mangiare o di non poter controllare cosa o quanto si sta mangiando). B - Gli episodi di abbuffate compulsive sono associati ad almeno tre dei seguenti caratteri: 1. Mangiare molto più rapidamente del normale; 2. Mangiare fino ad avere una sensazione dolorosa di troppo pieno; 3. Mangiare grandi quantità di cibo pur non sentendo fame; 4. Mangiare in solitudine a causa dell’imbarazzo per le quantità di cibo ingerite; 5. Provare disgusto di sé, depressione o intensa colpa dopo aver mangiato troppo C - Le abbuffate compulsive suscitano sofferenza e disagio. D - Le abbuffate compulsive avvengono, in media, almeno una volta la settimana per almeno sei mesi. E – Non vengono usati comportamenti compensatori inappropriati e il disturbo non si riscontra soltanto nel corso di anoressia o di bulimia nervosa. ATTUALE SEVERITA’ in base alle abbuffate a settimana: Lieve: 1-3, Moderata: 4-7, Severa: 8-13, Estrema: 14 o più. Tratto da DSM-V. 17 Tabella 4: Principali fattori di rischio dei disturbi dell’alimentazione evidenziati dalla ricerca Adattata da Faiburrn CG e Harrison PJ, (2003). Lancet. Eating Disorders. 361, 407-416 Fattori di rischio generali Sesso femminile Adolescenza e prima età adulta Vivere in una società occidentale Fattori di rischio specifici-individuali Storia familiare - Disturbi dell’alimentazione -Depressione - Alcolismo (bulimia nervosa) - Obesità (bulimia nervosa) Esperienze premorbose - Problemi con i genitori (specialmente basso contatto, alte aspettative, dispute genitoriali) - Abusi sessuali - Diete tra i familiari - Commenti negativi sull’alimentazione, il peso e le forme corporee da familiari o altri - Lavori o attività ricreative che incoraggiano la magrezza - Esposizione ad immagini di persone magre nei media Caratteristiche premorbose - Bassa auto-stima - Perfezionismo (anoressia nervosa e in misura minore bulimia nervosa) - Interiorizzazione dell’ideale di magrezza - Ansia e disturbi d’ansia - Obesità (bulimia nervosa) 18 Decorso In alcuni casi di anoressia nervosa il disturbo è meno grave e richiede un breve intervento (soprattutto nei più giovani con una malattia di breve durata). In altri casi il disturbo diventa stabile, tende a cronicizzare e richiede un trattamento intensivo. Nel 10-20% dei soggetti il disturbo diventa cronico. Le abbuffate si sviluppano frequentemente e in circa la metà dei casi c’è un passaggio verso la bulimia nervosa. La mortalità è del 5,6% per decade ed è generalmente dovuta alle complicanze della denutrizione o al suicidio. La bulimia nervosa ha un esordio un po’ più tardivo rispetto all’anoressia nervosa. Il disturbo è auto-perpetuante e, mediamente, i pazienti ricevono la prima cura cinque anni dopo l’esordio. Cinque e dieci anni più tardi il 30-50% dei pazienti ha ancora un disturbo dell’alimentazione (a volte nella forma atipica). Poco si sa sul decorso degli altri disturbi dell’alimentazione; uno studio ha, comunque, evidenziato che il disturbo dopo tre anni persiste nella maggior parte dei casi e che nella metà dei casi evolve in anoressia nervosa o bulimia nervosa. Se si studia l’andamento temporale dei disturbi dell’alimentazione si osserva di frequente il passaggio da un disturbo all’altro. Gli studi degli ultimi anni hanno evidenziato che nei pazienti che non guariscono dall’anoressia nervosa il passaggio alla bulimia nervosa è frequente con il risultato che circa un quarto dei pazienti con bulimia nervosa ha una storia pregressa di anoressia nervosa. Lo stesso si può dire per gli altri disturbi dell’alimentazione. Questi, infatti, sono l’esito comune dell’anoressia nervosa e della bulimia nervosa, che a sua volta tipicamente inizia come anoressia nervosa o disturbo dell’alimentazione atipico. 19 La figura 1 mostra le migrazioni temporali dei disturbi dell’alimentazione. I Fattori Precipitanti I fattori precipitanti sono situazioni che si verificano nell’anno che precede l’esordio del disturbo dell’alimentazione e che agiscono attivando lo schema di autovalutazione disfunzionale, gradualmente formatosi per il concorso combinato dei fattori di rischio. Anche un calo ponderale causato da motivi di salute e non diversi dal DCA (appendicite, dieta, gastroenterite, intensa attività fisica agonistica), può precipitare un DA in soggetti predisposti. Teoria su cui si basa il trattamento Il programma applicato presso l’Unità di Riabilitazione Nutrizionale del Policlinico di Abano Terme si basa su una nuova teoria cognitivo comportamentale transdiagnostica dei disturbi dell’alimentazione. Cognitivo comportamentale significa che la teoria analizza principalmente i pensieri (cognitivo) e i comportamenti (comportamentale) implicati nello sviluppo e nel mantenimento di questi disturbi. Transdiagnostica significa che la teoria (e la terapia derivata da essa) è applicabile con minime modifiche a tutti i disturbi dell’alimentazione. 20 La necessità di sviluppare una teoria transdiagnostica deriva dall’osservazione che anoressia nervosa, bulimia nervosa e altri disturbi dell’alimentazione condividono alcune caratteristiche cliniche comuni (vedi tabella 3) ed esiste un movimento temporale tra un disturbo dell’alimentazione all’altro (vedi figura 1). Ciò suggerisce che anoressia nervosa, bulimia nervosa e altri disturbi dell’alimentazione si sviluppino e siano mantenuti da meccanismi comuni e che possano rispondere a procedure terapeutiche comuni. La teoria cognitivo comportamentale sostiene che la caratteristica centrale e specifica dei disturbi dell’alimentazione sia uno schema disfunzionale di autovalutazione (vedi figura 2). Figura 2 Formulazione dello sviluppo e del mantenimento dei dell’alimentazione secondo la teoria cognitivo comportamentale Fattori di rischio generali Fattori di rischio generici disturbi Fattori di rischio specifici Fattori precipitanti Fattori di mantenimento SCHEMA DI AUTOVALUTAZIONE DISFUNZIONALE Eccessiva valutazione del controllo dell’alimentazione, del peso e delle forme corporee Dieta ferrea, Eccessiva attività fisica ed Altri comportamenti di controllo estremi del peso Pensieri e preoccupazioni per Check dell’alimentazione l’alimentazione, il peso e le forme corporee Check del corpo Evitamenti Abbuffate Basso peso Comportamenti di compenso (vomito, lassativi, ecc) “Sintomi da denutrizione e loro interpretazione” Etichettamento inaccurato di eventi avversi come “Mi sento grasso” 21 Schema di Autovalutazione Disfunzionale Vs Funzionale I FATTORI DI MANTENIMENTO STANDARD I principali fattori di mantenimento standard dei disturbi dell’alimentazione sono elencati nella tabella 5. Tabella 5 : Fattori di mantenimento standard e aggiuntivi dei disturbi dell’alimentazione 22 • • • • • • • • • • • • • • • Fattori di mantenimento standard Schema di autovalutazione disfunzionale Preoccupazioni e pensieri sull’alimentazione, peso e forme corporei Rinforzi positivi e negativi Dieta ferrea Eccessiva attività fisica Basso peso, sintomi da dieta e loro interpretazione Abbuffate Vomito autoindotto Uso improprio di lassativi Uso improprio di diuretici Altri comportamenti di compenso Comportamenti di check dell’alimentazione Comportamenti di check del corpo Evitare l’esposizione del corpo Sensazione di essere grassi • • • • Fattori di mantenimento aggiuntivi Perfezionismo clinico Bassa autostima nucleare Intolleranza alle emozioni Problemi interpersonali Tabella 6 – Effetti della dieta in volontari maschi psicologicamente e fisicamente sani 1) - - - - - Atteggiamenti e comportamenti nei confronti del cibo preoccupazioni per il cibo collezione per il cibo, ricette, libri di cucina, menù inusuali abitudini alimentari incremento del consumo di caffè, tè e spezie occasionale introito esagerato e incontrollato di cibo 2) Modificazioni emotive e sociali -depressione -ansia - irritabilità e rabbia -labilità - episodi psicotici - cambiamenti di personalità confermatati dai test psicologici - isolamento sociale 3) Modificazioni cognitive - diminuita capacità di concentrazione - diminuita capacità di pensiero astratto -apatia 4) Modificazioni fisiche - disturbi del sonno -debolezza - disturbi gastrointestinali - ipersensibilità al rumore e alla luce -edema -ipotermia -parestesia - diminuzione del metabolismo basale - diminuzione dell’interesse sessuale Keys, A., et all., “The biology off human starvation”, Minneapolis, University of Minnesota Press, 1950 23 Mentre le persone in genere si valutano in base alla percezione delle loro prestazioni in una varietà di domini della loro vita (es. relazioni interpersonali, scuola, lavoro, sport, abilità intellettuali, abilità genitoriali, ecc...), quelle affette da disturbi dell’alimentazione si valutano in modo esclusivo o predominante in base al controllo che riescono ad esercitare sull’alimentazione o sul peso o sulle forme corporee (spesso su tutte e tre le caratteristiche). Lo schema di autovalutazione disfunzionale è di primaria importanza nel mantenimento dei disturbi dell’alimentazione; la maggior parte delle altre caratteristiche cliniche deriva, infatti, direttamente da questa psicopatologia nucleare. Ad esempio, la preoccupazione per il peso, le forme corporee e l’alimentazione, i comportamenti di controllo del peso estremi (dieta ferrea, esercizio fisico eccessivo, vomito auto-indotto, abuso di lassativi o di diuretici), i comportamenti di controllo dell’alimentazione e del corpo, gli evitamenti dell’esposizione del corpo si possono verificare solo se una persona crede che il peso, le forme corporee e il controllo dell’alimentazione siano di estrema importanza per giudicare il suo valore. L’unico comportamento non strettamente legato allo schema di autovalutazione disfunzionale è l’abbuffata. Presente in un sottogruppo di pazienti sembra essere la conseguenza del tentativo di restringere l’alimentazione o, in taluni casi, di modulare emozioni negative o positive. Lo schema di autovalutazione disfunzionale si sviluppa per il concorso di vari fattori di rischio (vedi tabella 4), è attivato da alcuni fattori precipitanti ed è mantenuto per gli effetti combinati di numerosi fattori di mantenimento specifici elencati all’interno nel box disegnato in grassetto nella figura 2. 24 PERCHE’ IL RICOVERO Idealmente la terapia dei Disturbi dell’Alimentazione andrebbe condotta a livello ambulatoriale, ma questa condizione non è sempre possibile ed è indicata per le persone che rispondono alla seguente serie di requisiti: • perdita di peso corporeo non severa, • breve durata della malattia, • assenza di serie complicazioni mediche, • motivazione al cambiamento, • inserimento in un ambiente familiare ben funzionante. Tuttavia, anche se non sussistono queste situazioni favorevoli, si può tentare un periodo di trattamento ambulatoriale che attualmente può essere anche “intensivo” dove vengono consumati anche i pasti con assistenza della dietista. Se dopo 6-8 settimane non si osservano miglioramenti significativi (aumento di peso di almeno 1\2 kg a settimana, per i pazienti sottopeso, e diminuzione di almeno 2\3 della restante sintomatologia: iperattività, abbuffate, vomito, ecc.) oppure si verifica deterioramento delle condizioni cliniche, si raccomanda un ricovero. Infatti prolungare troppo la terapia ambulatoriale, senza ottenere miglioramenti, non fa che peggiorare la situazione e favorire la cronicizzazione del disturbo. Le indicazioni che la nostra équipe adotta per il ricovero delle pazienti affette da un Disturbo dell’Alimentazione sono comunque le seguenti: 1. Fallimento di trattamenti meno intensivi disponibili nella comunità (es. terapia ambulatoriale, terapia ambulatoriale intensiva, day-hospital); 2. Perdita di peso severa o complicazioni mediche non gestibili a livello ambulatoriale e disponibilità del paziente a sperimentare un trattamento orientato alla guarigione. È evidente che il ricovero ospedaliero, seppure necessario, può rappresentare un momento di ansia, preoccupazione e confusione: per questo cercheremo di offrire un ambiente terapeutico confortevole ed utile alla guarigione. 25 La valutazione dell’indicazione al trattamento riabilitativo residenziale del paziente affetto da Disturbi dell’Alimentazione è effettuata, sulla base SCHEDA di APPROPRIATEZZA della RIABILITAZIONE INTENSIVA METABOLICO NUTRIZIONALE PSICOLOGICA del PAZIENTE con DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE della REGIONE VENETO (DGR 94 / 31-01-2012) (Fig.4) Fig. 4: Cognome e Nome Residenza Data di nascita Telefono Diagnosi SI IMC Kg/mq Mancata risposta a un trattamento ambulatoriale condotto secondo le attuali linee guida: nessun miglioramento o peggioramento dopo 12 settimane di cura Rischio fisico che rende inappropriato il trattamento ambulatoriale Basso peso corporeo (IMC< 15 Kg/m²) Rapida perdita di peso ( > 1Kg la settimana per almeno 6 mesi) Elevata frequenza di vomito autoindotto Elevata frequenza di uso improprio di lassativi Elevata frequenza di uso improprio di diuretici Elevata frequenza di esercizio fisico eccessivo e compulsivo in una condizione di IMC< 17,5 Rischio psichiatrico che rende inappropriato il trattamento ambulatoriale Elevata frequenza di episodi di autolesionismo grave (es. farsi tagli o bruciature) Depressione grave con o senza rischio suicidario Elevata impulsività Uso improprio di sostanze Difficoltà psicosociali che ostacolano il trattamento ambulatoriale Isolamento sociale Interruzione dell’attività scolastica o lavorativa Ambiente familiare problematico VALUTAZIONE DEL LIVELLO DI CURA RIABILITATIVO Presenza condizioni fisiche che permettono di passare la notte fuori dall’Unità Riabilitativa Presenza condizioni psicosociali che permettono di passare la notte fuori dall’Unità Riabilitativa 26 NO OBIETTIVI DELLA RIABILITAZIONE Il trattamento si pone come obiettivo quello di sviluppare una valutazione di sé meno dipendente dal controllo dell’alimentazione del peso e delle forme corporee interrompendo ed eliminando i fattori di mantenimento specifici dei disturbi dell’alimentazione e i fattori di mantenimento aggiuntivi eventualmente presenti. Caratteristiche distintive del programma Il programma terapeutico ha le seguenti caratteristiche distintive: 1. Si basa sulla teoria cognitivo comportamentale (una delle teorie più accreditate della ricerca scientifica effettuate nel campo dei disturbi dell’alimentazione). 2. È transdiagnostico, essendo stato studiato e strutturato per essere applicato con minime modifiche a tutti i disturbi dell’alimentazione (anoressia nervosa, bulimia nervosa e altri disturbi dell’alimentazione). 3. È individualizzato per ogni paziente sulla base della formulazione personalizzata effettuata all’entrata (formulazione personalizzata iniziale) e dopo quattro settimane (formulazione personalizzata allargata). 4. Può essere somministrato in una forma focalizzata (terapia cognitivo comportamentale focalizzata o CBT-F) o in una forma allargata (CBT-A) in cui sono aggiunti uno o più moduli, per affrontare alcuni fattori di mantenimento aggiuntivi presenti solo in un sottogruppo di persone affette da disturbi dell’alimentazione. 5. Segue le indicazioni riportate sul un manuale che ogni paziente potrà procurarsi al momento del ricovero. 6. È somministrato da un’équipe multidisciplinare, non eclettica, che aderisce alla medesima teoria, adotta le stesse tecniche di intervento e il medesimo linguaggio con il paziente. Trattamento come esperimento di cambiamento Il programma aderisce a un modello sperimentale, in cui ogni passo è attentamente pianificato e la decisione di procedere al passo successivo è valutata con estrema accortezza. Il trattamento può essere considerato come una specie di esperimento per valutare se la cura è in grado di fornire soluzioni più efficaci e soddisfacenti 27 rispetto a quelle raggiunte con il disturbo dell’alimentazione. Se non si sarà soddisfatti di quanto raggiunto con la terapia, si potranno sempre utilizzare nuovamente la dieta e gli altri mezzi di controllo non salutari del peso per far fronte ai propri problemi. Relazione terapeutica ed impegno richiesto Numerose ricerche hanno evidenziato che uno dei fattori più importanti per il buon esito della terapia è lo sviluppo di una relazione terapeutica di fiducia tra équipe curante e paziente. Il programma da molta importanza a questo aspetto e fin dall’inizio cerca di sviluppare con il paziente un rapporto empatico di collaborazione e rispetto. Il trattamento richiede, inoltre, che il paziente cerchi di mettere il massimo impegno nel processo terapeutico e metta la terapia al primo posto tra gli interessi della sua vita. L’ÉQUIPE Il nostro programma prevede la multidisciplinarietà, cioè la collaborazione di più figure professionali che cercano di affrontare i molteplici aspetti del problema collaborando ed integrandosi fra loro. Il nostro gruppo è composto da: . medici . dietisti . psicologi psicoterapeuti . infermieri professionali . fisioterapisti Essenziale è anche la collaborazione del personale ausiliario e della cucina dell’Unità di Riabilitazione Nutrizionale che si occupa sia dell’approvvigionamento che della preparazione della “Terapia Alimentare”. Attorno al nucleo di figure professionali più strettamente coinvolte nel programma riabilitativo ne ruotano altre, con le quali potrete venire a contatto quotidianamente: medici di altri reparti, impiegati, addetti alla manutenzione, ecc. 28 Terapeuti di riferimento All’entrata si è assegnati ad un medico, ad uno psicologo e ad un dietista, che saranno i terapeuti di riferimento per tutta la durata del programma. Durante il ricovero non è possibile cambiare terapeuta o chiedere aiuto a terapeuti diversi da quelli di riferimento. Nei giorni di assenza del terapeuta di riferimento viene assegnato un terapeuta sostituto. Struttura generale del trattamento La struttura generale del trattamento è illustrata nella tabella riportata in appendice a pag.45. Il programma ha una durata di 20 settimane può essere somministrato nella forma focalizzata (CBT-F) o in quella allargata (CBT-A). La CBT-F ha lo scopo di interrompere i fattori di mantenimento specifici dei disturbi dell’alimentazione (vedi tabella 5) ed è affrontata da tutti i pazienti ricoverati. La CBT-A è riservata ai pazienti che hanno uno o più fattori dei seguenti mantenimento aggiuntivi. La CBT-A include uno o più moduli che sono aggiunti alla CBT-F sulla base della formulazione personalizzata allargata effettuata dopo quattro settimane di ricovero. 29 CBT-F (affrontata da tutti i pazienti) Accoglienza All’arrivo in reparto ogni paziente è accolto dal dietista che illustra l’organizzazione del programma e le regole generali dell’Unità di Riabilitazione. Contratto terapeutico Il contratto terapeutico va firmato da ogni paziente entro due giorni dall’entrata in reparto. L’obiettivo del contratto è di favorire la responsabilizzazione e l’impegno nel rispettare le regole di centro di riabilitazione e nell’applicare le strategie e le tecniche proposte dall’équipe. Qualora il paziente non si senta più motivato a proseguire il percorso riabilitativo, sarà necessario attendere almeno 7 giorni di “pausa di riflessione” prima di prendere qualsiasi decisione. In questi giorni si valuteranno insieme all’equipe curante i pro e i contro dell’interruzione o della prosecuzione del percorso, e la motivazione del/la paziente a proseguire il ricovero. Valutazione diagnostica All’entrata è effettuata un’accurata valutazione diagnostica che include le seguenti procedure: • Visita medica e anamnesi. • Anamnesi alimentare. • Esami bioumorali e strumentali di routine per valutare le complicanze mediche dei disturbi della alimentazione. • Valutazione del peso e dell’altezza per il calcolo dell’Indice di Massa Corporea (IMC). • Esame Impedenziomentrico per la valutazione della Composizione Corpore, Calorimetria e Densitometria ossea e della Composizione coprorea • Intervista “Eating Disorder Investigation” per effettuare la diagnosi del disturbo dell’alimentazione. • Questionari per valutare la sintomatologia specifica dei disturbi dell’alimentazione e la sintomatologia psichiatrica eventualmente associata. • Test CIA per la valutazione della Disabilita’ correlata al Disturbo della Alimentazione • Test SCL-90 • Valutazione della Appropriatezza mediante l’apposita scheda della Regione Veneto • Stesura del Progetto riabilitativo Individuale (PRI) 30 La valutazione diagnostica permette di evidenziare eventuali “segni d’allerta” che dovranno essere monitorati attentamente durante il ricovero. Se sono presenti uno o più segni d’allerta non sono concessi permessi d’uscita ed è effettuata una supervisione medica intensiva fino alla risoluzione del problema. I test psicodiagnostici sono eseguiti anche una settimana prima della dimissione per valutare i miglioramenti ottenuti con il trattamento. Controllo peso, comportamenti disfunzionali e parametri clinici Per tutta la durata del trattamento l’infermiera del Centro una volta la settimana (due volte nei pazienti sottopeso durante il primo mese) misura il peso, la pressione arteriosa, la frequenza cardiaca. Con i dati del peso viene generato il grafico dell’IMC (Indice di Massa Corporea), il cui andamento è discusso durante la tavola rotonda. I pazienti, inoltre, il giorno precedente la Tavola Rotonda, compilano la Scheda di monitoraggio dei fattori di mantenimento standard, dove riportano i risultati del Questionario di Verifica Settimanale (QVS-DA). L’andamento del grafico dell’IMC e i dati della Scheda di Monitoraggio guidano le prescrizioni terapeutiche (calorie da assumere durante la settimana, esposizioni da sperimentare dentro o fuori della Casa di cura, ecc..). Diagramma di monitoraggio del Peso (IMC = Kg/m²) Nei pazienti sottopeso il recupero del peso fino al valore minimo normale (IMC > 18.5) viene monitorato settimanalmente, tramite grafico computerizzato (figura 6), che stima l’incremento di almeno 1 kg a settimana e di massimo 1,5 kg a settimana. Se l’aumento corrisponde a questi valori paziente ed équipe concordano di mantenere lo stesso livello calorico di terapia alimentare. Se l’aumento fosse inferiore all’incremento minimo (linea rossa sotto la linea blu) la Terapia viene aumentata, concordemente, di 500 calorie giornaliere. Nel caso che l’incremento fosse superiore al massimo previsto (linea rossa sopra la linea verde) paziente ed equipe decidono di ridurre la Terapia di 250 calorie al giorno. 31 32 33 Menù fine A* SP* RP* EC* FC** BC** E** SG** PP** PF** PA** VP** VF** VA** Pa Gr. modifica sch. Autovalutazione disf. Modulo terapia famiglia no SI NO Moduli psicoterapia * nr episodi; ** legenda: 0= mai, 1=raramente, 2=qualche volta, 3=spesso, 4=sempre Legenda: A: Abbuffate; V: Vomito; AE= Attività fisica eccessiva; SP =Saltare pasto; RP: Ridurre porzioni; EC=Evitare determinati cibi FC: "Food Checking"; BC: "Body Checking"; E: Evitamenti di esposizione del corpo; SG: Sensazione di essere grassa; PP: Preoccupazione per il Peso; PF: Preoccupazione per le Forme corporee; PA: Preoccupazione per l'Alimentazione; VP: Valutazione di sé in base al Peso; VF:Valutazione di sè in base alle Forme corporee VA: Valutazione di sé in base all'Alimentazione 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 3 2 1 AE* V* BMI (N.B. dopo l'8° sett. o BMI>= 18,5) Data 8° sett. Peso Sett. Data Ingr Esposiz. al cibo a bassa assistenza Esposiz. al cibo senza assistenza Ginnastica medica Diagnosi Ingresso Reparto Dimissione rep./Ingresso DH Dimissione DH Terapeuti Soglia minima di BMI Altezza Peso iniziale Ultimo ciclo mestruale BMI iniziale BMI premorboso Pausa di riflessione: inizio SCHEDA DI MONITORAGGIO DEL PESO E DEI FATTORI DI MANTENIMENTO STANDARD Nome e cognome Unità di Riabilitazione Nutrizionale Responsabile Dr. Ezio Di Flaviano Fc Alvo Formulazione iniziale personalizzata Ogni paziente disegna la formulazione iniziale personalizzata con l’aiuto del medico di riferimento ed ha lo scopo di far comprendere i principali fattori di mantenimento specifici che dovranno essere affrontati durante le prime quattro settimane di trattamento. Si chiama formulazione iniziale perché è effettuata sulla base delle informazioni iniziali raccolte nei primi giorni di ricovero. La formulazione personalizzata iniziale è conservata dalla paziente (una copia rimane in cartella clinica) e ad essa si fa sempre riferimento durante le varie attività eseguite nelle prime quattro settimane di ricovero (tavola rotonda, incontri con lo psicologo e con il dietista, gruppo di gestione dei sintomi). Soglia minima di IMC (magrezza salutare) Per ogni paziente all’entrata è stabilita dall’équipe la soglia minima di IMC (peso in kg/altezza in metri al quadrato). In genere se all’inizio del programma si ha un IMC inferiore a 20 kg/m2 l’obiettivo è quello di arrivare alla soglia minima di IMC di 20 kg/m2; questo è il livello ponderale che si associa nella maggior parte dei casi al ripristino delle mestruazioni e all’eliminazione totale dei sintomi della sindrome da restrizione. Una volta arrivati alla soglia minima si riducono le calorie della “Terapia Alimentare”, seguendo le indicazioni dei terapeuti, per stabilizzarsi al livello di IMC che si può mantenere adottando un’alimentazione non restrittiva e senza utilizzare altri comportamenti non salutari di controllo del peso. Se all’entrata l’IMC sia superiore a 20 kg/m2 la soglia minima di IMC viene valutata caso per caso. L’esposizione al cibo Esposizione al cibo con assistenza La prima fase del trattamento prevede di consumare quattro pasti al giorno in un’apposita sala con altri pazienti ricoverati e con l’assistenza del dietista che insegna apposite strategie e tecniche cognitivo comportamentali (mangiare meccanicamente, 34 usare le tecniche del decentramento e del distanziamento dei comportamenti dai pensieri) per riuscire ad affrontare il cibo senza essere sopraffatti dall’ansia e dalle preoccupazioni nei confronti dell’alimentazione. Dopo ogni pasto non è possibile andare in bagno per un’ora ed è effettuato il gruppo delle attività alternative per imparare a non mettere in atto eventuali comportamenti di compenso. Durante le sedute di esposizione al cibo il dietista insegna anche delle tecniche per eliminare i comportamenti di controllo dell’alimentazione come ad esempio mangiare lentamente, tagliare il cibo in piccoli pezzi, scolare l’olio. Tali comportamenti, infatti, se non interrotti contribuiscono a mantenere il disturbo e ad ostacolare la guarigione. Esposizione al cibo senza assistenza Se si è raggiunto un IMC > 18,5 kg/m2 e non si adottano più comportamenti di controllo dell’alimentazione a tavola, si passa all’esposizione al cibo senza assistenza che prevede le seguenti procedure: (1) consumare i pasti senza l’assistenza del dietista; (2) pianificare in anticipo quando, che cosa e quanto mangiare usando il diario della pianificazione; (3) partecipare a tre gruppi settimanali con le dietiste; (4) fare esercizi specifici di esposizione a situazioni ad alto rischio (mangiare al ristorante o in pizzeria, con i genitori o gli amici); (5) gestire autonomamente le attività alternative (non è più obbligatorio dopo i pasti rimanere nella sala delle attività alternative). 35 Esposizione al cibo fuori dal Reparto di Riabilitazione Nutrizionale Dal secondo mese cominciano le esposizioni al cibo fuori della struttura. Incontri del dietista con i familiari Viene effettuato un incontro per preparare il consumo della merenda fuori dalla struttura; il secondo incontro per accordarsi su come organizzare la gestione dei pasti a casa. In queste sedute il dietista spiega ai genitori che cos’è l’alimentazione meccanica e la pianificazione dei pasti. Tavola rotonda La tavola rotonda si svolge al mattino, una volta la settimana, attorno ad un tavolo in un’apposita sala. Alla tavola rotonda, oltre al paziente, partecipano il medico di riferimento, il dietista di riferimento, lo psicologo di riferimento e l’infermiera professionale. Al centro della tavola è posta la formulazione personalizzata (iniziale o allargata), inoltre sul computer è possibile analizzare l’andamento dell’IMC e della sintomatologia specifica. Mediante questi strumenti i componenti della tavola valutano i progressi effettuati e i problemi incontrati nel cercare d’interrompere i fattori di mantenimento evidenziati. Altre procedure adottate durante la tavola rotonda sono: - Valutazione dell’andamento del grafico dell’IMC. - Valutazione della riduzione e/o persistenza dei fattori di mantenimento. - Suggerimenti di tecniche per interrompere i fattori di mantenimento. - Valutazione delle condizione fisiche e degli esami effettuati. - Prescrizione di esami o farmaci (se necessario). - Modificazione del menù (sulla base dell’andamento del peso settimanale). - Pianificazione e revisione del lavoro effettuato durante la settimana. Valutazione delle richieste e concessione dei permessi d’uscita per le esposizioni. Incontri individuali con il medico Il paziente partecipa ad un incontro individuale con il medico di riferimento per discutere i vari problemi che incontra nella utilizzazione e nel monitoraggio delle strategie per interrompere i fattori di mantenimento. Anche il medico può chiedere degli incontri individuali aggiuntivi con il paziente se lo ritiene opportuno. 36 Formulazione allargata personalizzata Nelle prime quattro settimane di ricovero sono effettuati almeno quattro incontri individuali con lo psicologo di riferimento per sviluppare la formulazione allargata personalizzata in cui sono inclusi, oltre ai fattori di mantenimento specifici dei disturbi dell’alimentazione eventuali fattori di mantenimento aggiuntivi (es. perfezionismo clinico, bassa autostima nucleare, intolleranza alle emozioni, problemi interpersonali). Lo sviluppo della formulazione allargata personalizzata è un passo fondamentale per indirizzare gli interventi terapeutici da eseguire dopo la quarta settimana di trattamento (continuare con la CBT-F o aggiungere uno o più moduli della CBT-A). FATTORI DI MANTENIMENTO AGGIUNTIVI In certi pazienti (non in tutti) si osservano uno o più processi di mantenimento aggiuntivi che interagiscono con la psicopatologia specifica del disturbo dell’alimentazione (lo schema di autovalutazione disfunzionale) nel mantenere il disturbo dell’alimentazione ed ostacolare la guarigione. Perfezionismo clinico Il perfezionismo clinico è un fattore di rischio dei disturbi dell’alimentazione e può coesistere in un sottogruppo di pazienti affetti da anoressia nervosa e bulimia nervosa. Il nucleo psicopatologico del perfezionismo clinico (da distinguere dalla salutare ricerca di eccellere) è un sistema di autovalutazione disfunzionale in cui l’individuo giudica se stesso in modo esclusivo o predominante sul fatto di riuscire ad inseguire e a raggiungere standard esigenti in almeno un dominio saliente (es. scuola, lavoro, sport, relazioni, ecc.), nonostante le conseguenze avverse che questo comporta. Quando il perfezionismo clinico coesiste con i disturbi dell’alimentazione si verifica un’interazione tra le due forme di psicopatologia e gli standard perfezionisti da un lato sono focalizzati ad inseguire e a raggiungere il controllo dell’alimentazione, del peso e delle forme corporei e dall’altro ad inseguire e a raggiungere standard esigenti in altri domini della vita (es. scuola, lavoro, sport, relazioni, ecc.). 37 Bassa autostima nucleare Mentre la maggior parte delle persone con disturbi dell’alimentazione è autocritica se non riesce a raggiungere i suoi obiettivi (forma di valutazione negativa di sé che viene superata se il trattamento ha successo), un sottogruppo di pazienti ha una visione negativa di sé più globale, incondizionata, pervasiva ed è un costituente permanente dell’identità. La valutazione di sé di queste persone è autonoma e indipendente dalla prestazione. La bassa autostima nucleare ostacola il cambiamento attraverso due meccanismi principali: 1) crea senso d’impotenza e sfiducia sulla possibilità di cambiare, influenzando negativamente l’adesione al trattamento; 2) spinge l’individuo ad inseguire, con particolare determinazione, il raggiungi- mento del successo in altri domini (es. il controllare l’alimentazione, il peso e le forme corporee), rendendo i cambiamenti in queste aree ancora più difficili. Intolleranza alle emozioni Numerose evidenze cliniche e di ricerca hanno evidenziato che un sottogruppo di persone con disturbi dell’alimentazione ha un problema di intolleranza alle emozioni. Con tale termine ci si riferisce all’incapacità di gestire in modo adeguato certi stati emotivi. Chi soffre di questo problema, invece di accettare e di gestire in modo funzionale le modificazioni dell’umore, adotta dei comportamenti disfunzionali per modularle e che riducono la consapevolezza dello stato emotivo (e dei pensieri associati). In alcuni pazienti, inoltre, l’abbuffarsi, il vomitare o il fare esercizio fisico in modo eccessivo possono a loro volta essere usati come mezzi abituali di modulazione dell’umore e l’intolleranza alle emozioni, in questi casi, produce un processo aggiuntivo di mantenimento del disturbo. 38 Problemi interpersonali I risultati positivi ottenuti nel trattamento della bulimia nervosa da una forma particolare di psicoterapia chiamata “Terapia Interpersonale”, che si focalizza in modo esclusivo sui problemi interpersonali del paziente, e della “Terapia Familiare” nei soggetti affetti da anoressia nervosa con meno di 18 anni, che si focalizza sui problemi familiari interpersonali, dimostrano che un sottogruppo di persone affette da disturbi dell’alimentazione ha problematiche interpersonali che contribuiscono in modo predominante a mantenere il disturbo. Formulazione dello sviluppo e del mantenimento dei disturbi dell’alimentazione con i possibili Fattori di Mantenimento Aggiuntivi Figura 5 Fattori di rischio Fattori precipitant i Fattori di mantenimento SCHEMA DI AUTOVALUTAZIONE DISFUNZIONALE Eccessiva importanza attribuita all’alimentazione, al peso, alle forme corporee e al loro controllo Pr o bl e mi in te rp er so na li Bassa autostima nucleare Dieta ferrea, Eccessiva attività fisica Altri comportamenti di controllo del peso Pensieri e preoccupazioni per l’alimentazione, il peso e le forme corporee Check dell’alimentazione Check del corpo Evitamenti Abbuffate Intolleranza alle emozioni Comportamenti di compenso Perfezionismo clinico Basso peso “Sintomi da denutrizione e loro interpretazione” Etichettamento inaccurato di eventi avversi come “Mi sento grasso” 39 Diario emotivo e incontri individuali con lo psicologo di riferimento Una volta la settimana viene rivisto con lo psicologo di riferimento uno strumento chiamato diario emotivo. Lo psicologo di riferimento fornisce supporto e competenze per utilizzare al meglio questo strumento la cui compilazione è essenziale per riuscire a superare il disturbo dell’alimentazione. Gruppi psicoeducazionali Per tutta la durata del trattamento sono previsti due gruppi psicoeducazionali (uno di questi con il Primario) la settimana che consistono di lezioni della durata di 60 minuti, accompagnate da vario materiale didattico (diapositive, lucidi, dispense) che forniscono le informazioni più aggiornate sui disturbi dell’alimentazione. Gruppi per la interruzione dei comportamenti disfunzionali del controllo del peso e delle abbuffate I gruppi per la interruzione dei comportamenti disfunzionali del controllo del peso e delle abbuffate sono tenuti una volta la settimana dal medico di riferimento nelle prime quattro settimane di ricovero. In questi gruppi sono fornite tutte le informazioni necessarie per sviluppare le abilità per eliminare i principali sintomi dei disturbi dell’alimentazione (es. restrizione alimentare, abbuffate, eccessiva attività fisica, comportamenti eliminativi) che contribuiscono a mantenere un’eccessiva preoccupazione per il peso, le forme corporee e il controllo dell’alimentazione. Gruppi di modificazione dello schema di autovalutazione Dopo quattro settimane tutti i pazienti iniziano un gruppo settimanale, tenuto dal medico di riferimento, finalizzato a sviluppare uno schema di autovalutazione più funzionale e non dipendente esclusivamente o in modo predominante sul controllo esercitato su alimentazione, peso e forme corporee. In questi gruppi i pazienti, oltre a ricevere informazioni dettagliate sullo schema di autovalutazione disfunzionale, si applicano innovative tecniche per affrontare alcuni comportamenti disfunzionali (es. comportamenti di controllo delle forme corporee ed evitamenti dell’esposizione del corpo), per gestire la sensazione di essere grassi e per modificare specifiche distorsioni cognitive che ostacolano una valutazione di sé più funzionale. 40 TERAPIA COGNITIVO COMPORTAMENTALE ALLARGATA (CBT-A) (Affrontata solo dai pazienti che hanno dei fattori di mantenimento aggiuntivi) La CBT-A è riservata ai pazienti che hanno uno o più dei seguenti fattori di mantenimento aggiuntivi: (1) perfezionismo clinico; (2) bassa autostima nucleare; (3) intolleranza alle emozioni; (4) problemi interpersonali; (5) età < 18 anni. L’eventuale presenza di fattori di mantenimento aggiuntivi è valutata nelle prime quattro settimane di ricovero ed è evidenziata nel grafico della formulazione allargata personalizzata. La CBT-A prevede la possibilità di partecipare ad uno o più dei seguenti moduli che sono aggiunti alla CBT-F: • Modulo “Perfezionismo clinico” • Modulo “Bassa autostima nucleare” • Modulo “Intolleranza alle emozioni” • Modulo “Problemi interpersonali” • Modulo “Terapia della famiglia” per i pazienti di età < 18 anni. I primi quattro moduli sono affrontati in un gruppo tenuto una volta la settimana, quello della “Terapia della famiglia” prevede sei sedute dello psicologo di riferimento con il paziente e i suoi familiari ed il consumo di alcuni pasti dei genitori e il/la figlio/a con l’assistenza del dietista di riferimento. 41 LA GIORNATA PRESSO LA RIABILITAZIONE NUTRIZIONALE DEL POLICLINICO DI ABANO TERME Le attività in reparto iniziano presto, alle ore 7 ci sarà la sveglia, e il personale infermieristico le prenderà la pressione, la frequenza cardiaca e a volte la temperatura corporea. Poi ci sarà tempo per la igiene personale e per vestirsi. Poiché ogni servizio igienico viene utilizzato da due utenti, vi consigliamo di accordarvi per l’accesso. Alle ore 8 ci si reca nella stanza dedicata alla Terapia Alimentare per assumere la colazione con assistenza della infermiera, subito dopo si effettueranno attività occupazionali assistite fino alle 9.15. Per il resto della mattina è autogestito fino alle 12, se non ci sono attività strutturate previste dal proprio diario giornaliero o colloqui individuali programmati. Si può leggere, studiare e principalmente lavorare sul proprio diario di monitoraggio per individuare comportamenti, emozioni e pensieri che se disfunzionali si potrà tentare di ristrutturare secondo le tecniche cognitive spiegate dai terapeuti. Alle ore 12 ci si ritrova puntuali nella stanza della terapia alimentare per assumere la “medicina cibo” prevista per il pranzo, con assistenza della dietista. Dopo il pranzo dalle 12.45 sarà tenuto un gruppo psicoeducazionale da uno dei suoi terapeuti, che terminerà alle 14.00. Dalle ore 14 sono a disposizione 2 ore per attività autogestite se non sono previsti incontri individuali. La riabilitazione nutrizionale prevede alle ore 16.00 la merenda, seguita da attività occupazionale fino alle 17.15 e alle 18.00 seguita da attività occupazionale fino alle 20.00. Gli spazi di tempo libero vi daranno la possibilità di socializzare tra voi, e anche di usare gli strumenti di terapia appresi durante il percorso. 42 Le attività strutturate Pasti: i pasti saranno assistiti, dal/la dietista, e seguiranno il modello dell’alimentazione meccanica; cibo=medicina. Nelle fasi avanzate alcuni pasti verranno effettuati al di fuori della struttura con adeguata pianificazione e revisione dell’esposizione. Peso: prima della colazione sia il lunedi che il giovedi verrà misurato il peso nel primo mese o in caso di indicazione medica, e non sarà comunicato al/la paziente; solo il lunedì dopo il primo mese. Psicoterapia: durante il primo mese saranno effettuate due sedute di psicoterapia alla settimana. A seguire una alla settimana. Colloquio con il dietista ogni settimana con revisione del diario alimentare dopo il primo mese. Visita medica: verrà effettuata una visita medica alla settimana., con revisione dell’andamento dei sintomi, della formulazione del disturbo dell’alimentazione, delle condizioni organiche e dell’andamento terapeutico e clinico in generale. Tavola Rotonda: ogni martedì alle 09.30 si terrà la Tavola Rotonda, in cui l’equipe curante tutta valuterà insieme alla paziente l’andamento del percorso riabilitativo, questa è la sede per confrontarsi con l’èquipe sull’andamento del programma terapeutico, sullo stato della formulazione, sulla alimentazione, sulla attività motorio, sui permessi/esposizioni per la settimana successiva. Gruppo cucina: nelle fasi avanzate della terapia le pazienti parteciperanno ad un gruppo cucina con il/la dietista. 43 Gruppi psicoeducazionali: tenuti tutti i giorni dal medico (martedì, giovedì, sabato), dalla psicologa (lunedì e venerdì) o dalla dietista (mercoledì, domenica), tratteranno i vari aspetti del disturbo alimentare, dalla cause, alla terapia, ad una psicoeducazione alimentare. Nel primo mese tratteranno i meccanismi di mantenimento della malattia e le strategie per interromperli, nel secondo mese le strategie per modificare lo schema di autovalutazione disfunzionale. Attività occupazionale: le pazienti potranno partecipare ad attività proposte o proporne altre, compatibilmente con le possibilità del reparto. Alcuni esempi: visione di film o serie TV, lettura, giochi di società, puzzle, fare a maglia, laboratorio artistico, ascolto musica, lettura quotidiani, ecc… Attività fisica: in aggiunta dal lunedi al venerdì, dopo il primo mese di ricovero, su valutazione dell’equipe curante, alle 11.00 piscina, e/o alle 14 palestra. Sia in piscina che in palestra l’obiettivo sarà quello di recuperare una modalità di attività fisica salutare in alternativa ad una eventuale iperattività disfunzionale. 44 COLAZIONE COLAZIONE ATTIVITA' OCCUPAZIONALI CENA visita medica a richiesta ATTIVITA' OCCUPAZIONALI MERENDA attivita autogestite PALESTRA PSICOEDUCAZIONE DIET PRANZO PISCINA psicoterapia individuale psicoterapia individuale ATTIVITA' OCCUPAZIONALI COLAZIONE nurcing infermieristico MERCOLEDI ATTIVITA' OCCUPAZIONALI CENA attivita autogestite ATTIVITA' OCCUPAZIONALI MERENDA attivita autogestite PALESTRA PSICOEDUCAZIONE DR. SOLMI ATTIVITA' OCCUPAZIONALI CENA attivita autogestite ATTIVITA' OCCUPAZIONALI MERENDA visita medica a richiesta PALESTRA PSICOEDUCAZIONE PSC PRANZO PISCINA PRANZO psicoterapia indivduale GIRO MEDICO psicoterapia individuale ATTIVITA' OCCUPAZIONALI COLAZIONE nursing infermieristico VENERDI PISCINA oppure GR. CUCINA GIRO MEDICO ATTIVITA' OCCUPAZIONALI COLAZIONE Controllo del peso* GIOVEDI *= PER TUTTI I PAZIENTI NELLE PRIME 4 SETTIMANE SALVO DIVERSE INDICAZIONI DEL MEDICO DI RIFERIMENTO I COLLOQUI INDIVIDUALI VENGO CONCORDATI CON I TERAPEUTI SABATO ATTIVITA' OCCUPAZIONALI CENA attivita autogestite ATTIVITA' OCCUPAZIONALI MERENDA attivita autogestite attivita autogestite PSICOEDUCAZIONE MED PRANZO visita medica a richiesta colloqui individuali colloqui individuali ATTIVITA' OCCUPAZIONALI COLAZIONE nurcing infermieristico LE ATTIVITA' DI PALESTRA E PISCINA SOLO SU PRESCRIZIONE MEDICA DURANTE LA TAVOLA ROTONDA A PARTIRE DALLA 4^ SETTIMANA ATTIVITA' OCCUPAZIONALI ATTIVITA' OCCUPAZIONALI CENA CENA 18.00 - 18:45 18.45 - 20.00 attivita autogestite visita medica a richiesta 17.15 - 18.15 ATTIVITA' OCCUPAZIONALI ATTIVITA' OCCUPAZIONALI MERENDA MERENDA 16.00 - 16.15 16.15 - 17.15 PALESTRA visita medica a richiesta PALESTRA attivita autogestite 15.00 - 16.00 12.45 -14.00 14.00 - 14.45 PRANZO PSICOEDUCAZIONE PRIMARIO / DR SOLMI PRANZO PSICOEDUCAZIONE PSC PISCINA PISCINA 12.00 - 12.45 attività autogestita colloquio dietista TAVOLA ROTONDA colloquio dietista 11.00 - 11.45 9.30 - 10.30 ATTIVITA' OCCUPAZIONALI ATTIVITA' OCCUPAZIONALI nurcing infermieristico Controllo del peso 07:30 8.00 - 8.15 8.15 - 9.15 MARTEDI Psicologo: Dr.ssa Irene Favara Dietista: Dr.ssa Elena Bison Capo sala: Marica Mardegan Fisioterapista: Dr. Dario Pizzuti Responsabile: Dr. Ezio Di Flaviano ORARIO SETTIMANALE U.O.RIABILITAZIONE NUTRIZIONALE CASA DI CURA ABANO LUNEDI Medico: Dr Marco Solmi 45 PREPARAZIONE DEL RITORNO A CASA Formulazione dei fattori di mantenimento residui Una settimana prima della dimissione la paziente, insieme ai terapeuti di riferimento durante la tavola rotonda, compila la “formulazione personalizzata dei fattori di mantenimento residui”, che include i fattori di mantenimento specifici e\o aggiuntivi ancora presenti alla fine del trattamento e che dovranno essere affrontati nella terapia ambulatoriale. Piano di mantenimento Nell’ultima settimana di ricovero il paziente deve preparare un piano di mantenimento dettagliato per evitare la ricaduta. Il piano deve includere: • dove abitare; • che scuola frequentare (o che lavoro fare); • che tipo di terapia post ricovero effettuare; • come affrontare l’alimentazione, il controllo del peso e le eventuali crisi a casa. Terapia ambulatoriale post ricovero La letteratura evidenzia che il tasso di ricaduta, per i pazienti che dopo un trattamento ospedaliero non eseguono alcuna terapia, è dell’80%, mentre per coloro che eseguono una terapia cognitivo comportamentale hanno la probabilità in almeno il 50% dei casi di mantenere un IMC superiore a 18,5 e di essere asintomatici. La terapia post ricovero secondo il modello cognitivo comportamentale prevede colloqui di psicoterapia settimanali e controlli medici quindicinali per i primi tre mesi, successivamente controlli medici mensili e colloqui di psicoterapia quindicinali per altri tre mesi. Infine per sei mesi colloqui di psicoterapia mensili e controlli medici bimestrali. 46 ALCUNE NOTIZIE PRATICHE Cure Mediche nei giorni festivi e di notte Il sabato il medico sarà presente al mattino, nel pomeriggio di sabato e la domenica sarà presente il medico di guardia del Policlinico per urgenze. Il personale infermieristico sarà presente tutti i giorni della settimana, giorno e notte, si occupa della somministrazione della terapia farmocologica, che va assunta in office infermieristico e collabora con i dietisti nella assistenza al pasto. Visite dei familiari Dopo il primo mese, i/le pazienti potranno ricevere visite dai familiari in giorno e orario concordato con il medico. Verranno tenuti gruppi di psicoeducazione per i familiari o le persone significative dei/le pazienti una volta al mese. Inoltre per i familiari o gli altri significativi sarà possibile avere un colloquio di aggiornamento del quadro clinico con il medico una volta alla settimana, preferibilmente mercoledì dalle 18.00 alle 20.00, d’accordo con il/la paziente. Somme di denaro e valori È opportuno non portare in ospedale grosse somme o valori. Comunque è consigliabile, negli spostamenti dalla stanza, portare con sé denaro, documenti e oggetti di valore. È possibile eventualmente depositare somme e valori nelle apposite cassette di sicurezza. Attività ricreative e scuola L’Unità di Riabilitazione Nutrizionale dispone di una sala per le attività ricreative (TV, videoregistratore, giochi di società, piccoli lavori, studio). In casi particolari è possibile mantenere un contatto con i professori e il preside della scuola d’origine: se le condizioni mediche lo consentono, è possibile usufruire di permessi per recarsi a parlare con i propri insegnanti e per avere i compiti o per sostenere esami o interrogazioni. Tali permessi saranno concessi solo se non interferiscono con lo svolgersi del programma terapeutico che rimane prioritario. Durante il ricovero, nel caso siano rilasciati permessi, la paziente deve fare rientro nel reparto entro l’orario pattuito e comunque non oltre le 22, se il rientro avviene dopo questo orario la paziente viene automaticamente dimessa. 47 Farmaci I farmaci sono usati con molta parsimonia nel nostro programma. È possibile che, nelle prime fasi di trattamento, siano prescritte vitamine o sali minerali. Possono essere assunte solo le medicine prescritte dal medico e somministrate dall’infermiera. Non è permesso assumere lassativi o diuretici né consumare alcol, né tenerli in camera. Gli orari di somministrazione delle medicine sono comunicati dall’infermiera Capo Sala e i pazienti, se le condizioni cliniche lo consentono, devono recarsi in infermeria per ricevere la terapia farmacologica. Vestiti e cambi di biancheria L’Unità di Riabilitazione Nutrizionale è un centro riabilitativo, per cui si consiglia di portare con sé un abbigliamento sportivo e casual, possibilmente una o più tute con scarpe da ginnastica. Durante il giorno si consiglia di non rimanere vestiti con il pigiama o la camicia da notte. Nella stagione invernale, poiché fa abbastanza freddo, è necessario portare indumenti pesanti (cappotti, giacche a vento, ecc.). Per il ricambio dei vestiti ci sono delle lavanderie nei centri abitati vicini. Pasti e permessi di uscita L’orario dei pasti è il seguente: • 08.00 - 08.15 colazione • 12.15 - 13.00 pranzo • 16.00 - 16.15 merenda • 18.15 - 19.00 cena L’Unità di Riabilitazione Nutrizionale del Policlinico di Abano Terme non è una struttura chiusa: quando le condizioni fisiche lo permettono (assenza di “segni d’allarme” e/o significativa riduzione della sintomatologia specifica), è possibile ottenere dei permessi di uscita, in orari che non coincidano con quelli dei pasti e delle varie terapie. Le richieste di uscita vanno presentate settimanalmente durante la tavola rotonda, di volta in volta, l’équipe deciderà sull’opportunità o meno di concedere i permessi. Il permesso di uscita ha lo scopo di mettere in atto delle esposizioni per verificare il grado di abilità raggiunto nella riduzione dei fattori di mantenimento del disturbo dell’alimentazione. 48 Modalità di ammissione Il Policlinico di Abano Terme è una struttura privata convenzionata con il Sistema Sanitario Nazionale (SSN), presidio ospedaliero della Regione Veneto. Per il ricovero non serve autorizzazione da parte della propria Azienda U.L.S.S. qualsiasi sia la residenza del paziente in Italia. Nel caso di prestazioni urgenti, i cittadini degli altri Paesi della Comunità Europea in possesso della “Tessera TEAM” sono assimilati ai pazienti residenti in Italia. Per informazioni sul trattamento amministrativo di altri pazienti non italiani (regolari o irregolari), rivolgersi all’Ufficio Accettazione Ricoveri. Risultati ottenuti dal programma Il programma, che viene svolto nell’Unità di Riabilitazione Nutrizionale della Casa di Cura di Abano Terme, Dal 1999 (periodo in cui è stato attivato il nuovo programma a moduli) al settembre 2013 (nella nostra esperienza presso il Centro della CdC Villa Pini) abbiamo ricoverato 860 pazienti con diagnosi di Anoressia nervosa, con IMC medio all’ingresso di 14.3, di questi hanno completato il programma riabilitativo l’82% dei pazienti con un IMC medio alla dimissione di 20,4 e una remissione pressoché completa della maggior parte della sintomatologia specifica (comportamenti controllo del peso, delle forme corporee e dell’alimentazione). I fattori chiave, che nella nostra esperienza si sono dimostrati essenziali per il successo del programma, sono la motivazione al cambiamento, lo sviluppo di una relazione di fiducia con i membri dell’équipe. 49 50 REFERENZE BIBLIOGRAFICHE - Di Flaviano C E, (2010) I disturbi della Alimentazione: cosa sono e come si curano. Mediserve: Napoli - Dalle Grave R. (2005). Terapia cognitivo comportamentale dei disturbi dell’a- limentazione durante il ricovero. Positive Press: Verona. - Dalle Grave R. (2003). Terapia cognitivo comportamentale ambulatoriale dei disturbi dell’alimentazione. Positive Press: Verona. - Dalle Grave R. (2003). Terapia cognitivo comportamentale dei disturbi dell’a- limentazione: modulo terapia della famiglia. Positive Press: Verona. - Dalle Grave R. (2002). Alle mie pazienti dico… Positive Press: Verona. - Dalle Grave R., Di Flaviano C.E.(2002) Alimentazione meccanica. Positive Press: Verona. - Dalle Grave R. (1998). Il trattamento multidisciplinare dell’anoressia nervosa: aspetti teorici e pratici. Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale, 1, 5-20. - Fairburn, C.G., Cooper Z., Shafran R. (2003). Cognitive Behaviour Therapy for Eating Disorders: a “transdiagnostic” theory and treatment. Bhehaviour Research and Therapy, 37, 1-13. - Garner DM. & Dalle Grave R. (1999). Terapia cognitivo comportamentale dei disturbi dell’alimentazione. Positive Press: Verona. - Meluzzi A. &. Di Flaviano C.E (1999) Un Male per bene (Anoressia e Bulimia, manuale di auto aiuto) Ed. Omega: To 51 Casa di Cura Abano Terme Polispecialistica e Termale S.p.A. con sigla “ Casa di Cura Abano Terme S.p.A.” Sede legale Piazza Cristoforo Colombo n. 1 C.A.P. 35031 - Abano Terme (PD) Capitale sociale Euro 5.000.000,00 i.v. Presidio Ospedaliero Regione Veneto 52 N° iscrizione al registro delle Imprese di Padova 01735030684