9 ANALISI IN FREQUENZA DEI CIRCUITI A TRANSISTORI 9.1 9.2 9.3 9.4 9.5 9.6 9.7 Comportamento in frequenza dei transistori 9.1.1 Transistori MOSFET 9.1.2 Transistori bipolari La frequenza di transizione, fT Le funzioni di trasferimento degli stadi elementari Stadio Source (Emettitore) comune 9.4.1 Sola capacità Cgs (C), pilotata a bassa impedenza. 9.4.2 Sola capacità Cgs (C), pilotata ad alta impedenza. 9.4.3 Sola capacità Cgd (C), pilotata da generatore ideale. 9.4.4 Sola capacità Cgd (C), pilotata da generatore reale. 9.4.5 Amplificatore Source (Emettitore) comune con entrambe le capacità Cgs e Cgd (C C). 9.4.6 Amplificatore Source (Emettitore) comune con carichi capacitivi. Comportamento in frequenza di amplificatori degenerati 9.5.1 Calcolo dei poli dell’amplificatore a MOSFET. 9.5.2 Calcolo degli zeri dell’amplificatore. 9.5.3 Calcolo dei poli dell’amplificatore a BJT. Circuiti a banda larga: la configurazione Cascode Stadi disaccoppiatori di tensione 9.7.1 Il Source follower. 9.7.2 Considerazioni pratiche. 9.7.3 L’Emitter follower Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 9.1 2 COMPORTAMENTO IN FREQUENZA DEI TRANSISTORI Nell’analisi delle configurazioni circuitali finora trattate si è implicitamente supposto che i transistori rispondano istantaneamente ad un segnale applicato ai loro morsetti, generando una corrente senza alcun ritardo. I transistori in realtà sono dei componenti elettronici complessi sia per quanto riguarda il loro comportamento che per i dettagli tecnologici con cui sono effettivamente costruiti, come visto nal Cap.3. Questo paragrafo è dedicato a precisare i limiti di una descrizione del transistore “a risposta immediata” ed a illustrare sinteticamente i meccanismi fisici che più evidentemente gli impediscono di essere infinitamente veloci nella risposta ad un segnale forzante. Si vedrà infatti che una variazione di tensione tra due loro morsetti comporta inevitabilmente anche una variazione della carica su di essi accumulata, evidenziando un comportamento capacitivo che rende “lenta” la loro risposta. La presenza di queste capacità “nascoste” all’interno del transistore avrà effetti fondamentali nel comportamento in frequenza dei circuiti elettronici che li usano. 9.1.1 Transistori MOSFET Si consideri il caso del MOSFET a canale n riportato nella Fig.9.1. Si supponga di applicare un segnale positivo al Gate, cioè di porre della carica positiva sull’elettrodo di Gate fornita dal circuito di polarizzazione e dal generatore di segnale. Consideriamo dapprima il lato verso il Source. A regime la carica positiva sul Gate determina un richiamo di altrettanta carica negativa (elettroni) dal Source che neutralizzi tutte le linee di forza del campo elettrico. La carica in gioco non partecipa ad una conduzione continua ma è richiesta solo in transitorio all’atto dell’applicazione del segnale di tensione al Gate. Il fenomeno può quindi essere sinteticamente rappresentato dall’introduzione di una capacità tra Gate e Source, Cgs, i cui piatti sono il metallo di Gate da una parte ed il canale del MOSFET dall’altra, ed il cui dielettrico è lo strato di isolante (ossido di Silicio, SiO2) G at e Source D rain ossido n Fig. 9.1 Cgs Cgd n Sezione di un MOSFET prototipo in cui sono state messe in evidenza le due principali capacità parassite inevitabilmente presenti e necessarie al suo funzionamento. Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI Cgd Cgd D G Fig. 9.2 G Cgs Cgs 3 S D gmvgs vgs ro S Visualizzazione delle capacità interne del MOSFET sul suo simbolo circuitale e nel circuito equivalente. compreso tra i due. Analogamente, quando si varia la tensione tra Gate e Drain, l’induzione elettrostatica forza una variazione di carica ai capi del dielettrico che li separa. Si manifesta così un comportamento capacitivo anche tra questi due elettrodi, indicata con Cgd. La struttura del MOSFET è geometricamente molto ben definita ed il valore delle capacità dipende essenzialmente dai fattori costruttivi quali l’area del Gate e lo spessore xox dell’ossido secondo la relazione C=Area*ox/xox. Normalmente ragioni geometriche e costruttive fanno sì che Cgd sia più piccola di Cgs (convenzionalmente si assume Cgs circa 2 volte Cgd). I valori sono forniti dal costruttore. Ai fini dell’analisi circuitale è utile visualizzare sullo schema circuitale del transistore, come fatto nella Fig.9.2, le due capacità, Cgs e Cgd, ed eventualmente introdurle nel circuito equivalente del transistore proposto nel Cap.4, pervenendo così al nuovo circuito equivalente per piccoli segnali della Fig.9.2. 9.1.2 Transistori bipolari Di diversa natura sono le capacità associate al funzionamento del BJT. Quando si applica un segnale tra Base ed Emettitore, la variazione della tensione della giunzione Base-Emettitore è accompagnata da una variazione della carica di minoritari accumulata nelle due zone neutre adiacenti alla giunzione. Per esempio, un aumento della polarizzazione diretta Vbe in un transistore npn determina, a regime, l’aumento sia della carica di elettroni accumulata nella Base sia delle lacune accumulate nella zona neutra dell’Emettitore (Fig.9.3a). Esiste quindi un transitorio durante il quale alcune cariche non percorrono tutta la maglia tra Emettitore e Base ma vengono immagazzinati nelle regioni neutre. Solo quando l’accumulazione di nuovi portatori minoritari avrà permesso di raggiungere i profili di concentrazione compatibili con la nuova condizione di funzionamento Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI p n E n C n(x) p(x) p n n -+ -+ -+ -+ E - vbe B C + vcb B b) a) Fig. 9.3 4 BJT npn: a) variazione della carica di minoritari accumulata nelle regioni neutre della Base e dell’Emettitore; b) variazione della zona di carica spaziale nella giunzione Base-Collettore. stazionaria, la corrente di Collettore avrà raggiunto il suo valore finale. Questo fenomeno può essere sinteticamente rappresentato con l’introduzione di una capacità tra Base ed Emettitore, detta capacità di diffusione, indicata con C nel circuito equivalente per piccoli segnali del BJT della Fig.9.4. Il valore di C non è fisso: poiché per avere una fissata variazione della pendenza della distribuzione di carica di minoritari bisogna fornire in transitorio una quantità di carica tanto maggiore quanto maggiore è la carica già presente, il valore della capacità di diffusione è direttamente proporzionale alla corrente di polarizzazione del transistore: C 1 2 f T 1 gm 1 IC 2 f T Vth dove fT è la frequenza di transizione del transistore (si veda il prossimo paragrafo) C C B vbe C Fig. 9.4 E c B c r = /g m C gmvbe ro E Visualizzazione delle capacità interne del BJT sul suo simbolo circuitale e nel circuito equivalente, utile per studiare il comportamento in frequenza dei circuiti. Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 5 ed è fornita dal costruttore. Anche alla giunzione Base-Collettore, polarizzata inversamente, è associata una capacità, legata alla variazione della carica spaziale conseguente ad una variazione di Vbc (Fig.9.3b). Essa è indicata con C nel simbolo circuitale della Fig.9.4 ed il suo valore è funzione, oltre che della geometria, anche della tensione di polarizzazione inversa Base-Collettore. Gli schemi equivalenti delle Fig.9.2 e Fig.9.4 sono universalmente adottati per la loro sinteticità e permettono una analisi comunque accurata del comportamento in frequenza della maggior parte dei circuiti reali. Esistono tuttavia circuiti equivalenti più elaborati di quelli proposti, utilizzati principalmente nei programmi di simulazione circuitale quando è richiesta un’analisi dettagliata della risposta ad alta frequenza di un circuito, che tengono conto di altri accoppiamenti capacitivi parassiti tra i morsetti, più complessi di quelli sinteticamente riassunti in questo paragrafo (si pensi ad esempio all’accoppiamento verso il substrato) e legati alla specifica struttura del dispositivo, alla tecnologia con cui è realizzato ed al contenitore entro cui è inserito. 9.2 LA FREQUENZA DI TRANSIZIONE, fT Una caratteristica dei transistori MOSFET è di avere al Drain la stessa corrente che si è iniettata nel Source. La stessa caratteristica si applica anche al BJT a meno della piccola corrente di Base che è inversamente proporzionale al del dispositivo. Valutiamo ora fino a quale frequenza questa proprietà dei transistori continua a valere. Si consideri la disposizione sperimentale della Fig.9.5a, in cui al morsetto di Source (Emettitore) di un pMOSFET è applicato un generatore ideale di corrente che fornisce la corrente I di polarizzazione e quella di segnale iin variabile in frequenza. Si pensi di misurare il segnale di corrente trasmesso al Drain (Collettore) utilizzando un misuratore di corrente ideale, ovvero con impedenza di ingresso nulla. Evidenziando sul circuito le capacità interne al dispositivo o sostituendo al transistore il suo circuito equivalente, è facile verificare che la funzione di trasferimento iu(s)/iin(s) è data dall’espressione i u ( s) 1 i in ( s) 1 sC gs / g m Infatti il segnale iniettato nel Source vede un’impedenza pari al parallelo tra Cgs ed 1/gm. La tensione che si sviluppa tra Source e Gate genera una corrente di Drain proporzionale alla gm del transistore stesso. Il trasferimento della corrente è quindi costante ed unitario fino alla frequenza corrispondente al polo p=-gm/Cgs (p=-gm/C Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI iu i in I+iin(s) Cgd Cgs iu(s) fT 6 1 2 C gs / g m dB Log f 0 dB -3dB -VDD Fig. 9.5 (a) Schema circuitale per una misura di principio della f T di un transistore ed (b) andamento con la frequenza del trasferimento di corrente tra Source e Drain. nel caso del BJT), e poi decresce con pendenza di -20dB/decade (Fig.9.5b). La frequenza caratteristica del polo è fT MOSFET 1 2 C gs / g m fT BJT 1 2 C / g m (9.1) ed è detta frequenza di transizione (o di taglio) del dispositivo. Fino alla frequenza fT il transistore ha un trasferimento di corrente unitario; oltre tale frequenza la corrente di induzione nella capacità aumenta a spese della corrente di transito nel dispositivo, che diminuisce. Per questo motivo è comodo scegliere il valore di fT come indice della frequenza massima a cui poter far funzionare un transistore. Si noti come nella funzione di trasferimento appena trovata non compaia la capacità Cgd: la costante di tempo associata a Cgd è nulla perché l’impedenza vista ai suoi morsetti è nulla per via del misuratore di corrente ideale. Quindi il polo determinato da Cgd ha una pulsazione caratteristica di valore infinito. Lo schema proposto nella Fig.9.5 per la misura della massima frequenza utile di un transistore ha uno svantaggio che lo rende poco applicabile in una misura di laboratorio: il generatore di corrente di segnale deve poter funzionare fino ad una frequenza ben maggiore (almeno di una decade) della f T da misurare per poterne individuare il valore con precisione. Questa condizione rende ovviamente impossibile l’adozione della disposizione sperimentale della Fig.9.5 quando si voglia misurare le prestazioni dei dispositivi di nuova generazione con fT maggiore di quella dei transistori impiegati negli strumenti di misura. Per ovviare a questo inconveniente, si potrebbe adottare lo schema circuitale riportato nella Fig.9.6a. Il generatore di segnale di corrente, con in parallelo una resistenza R, è applicato al Gate del transistore nella configurazione con il Source comune. La funzione di trasferimento iu(s)/iin(s) è data da: Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI C gd iu i in iu fT -gmR dB 7 1 2(C gs C gd ) / g m -20dB/dec i in R C gs Log f 0 dB 1 2R (Cgs Cgd ) a) Fig. 9.6 b) (a) Schema circuitale per la misura della fT dei transistori e (b) corrispondente diagramma di Bode del modulo della funzione di trasferimento iu(s)/iin(s). 1 s C gd g m i u (s) gmR i in (s) 1 sR (C gs C gd ) (9.2) il cui diagramma di Bode è riportato nella Fig.9.6b. Il trasferimento di corrente è costante solo fino alla frequenza 1/2R(Cgs+Cgd), che dipende non solo dai parametri del transistore ma anche dal valore di R. L’intercetta della retta con pendenza a -20dB/decade con l’asse orizzontale (corrispondente ad un trasferimento di corrente unitario), individua una frequenza del tutto simile alla f T prima definita: 1 f fT 1 2 C gs C gd gm con la differenza che ora compare nell’espressione anche la capacità Cgd (C). Il vantaggio della disposizione sperimentale della Fig.9.6a è che, scegliendo R opportunamente grande, il polo della funzione di trasferimento può essere spostato a frequenze sufficientemente basse da poter essere misurato con la strumentazione disponibile in laboratorio. Il valore della frequenza fT è ottenuto indirettamente estrapolando, fino al raggiungimento dell’asse a 0dB, il tratto con pendenza di 20dB/decade. Se si usasse un BJT, la resistenza sarebbe il parallelo tra la resistenza R del generatore di corrente forzante e la resistenza di Base, /gm, del transistore. Se R>> /gm il polo della (9.2) interverrebbe ad una frequenza volte inferiore ad fT. Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 8 Concludendo, la frequenza di transizione (o di taglio) dei transistori, misurata e specificata dai costruttori, è quindi legata ai parametri del dispositivo dalle seguenti espressioni : fT gm gm per i FET e f T per i BJT. 2(C gs C gd ) 2( C C ) (9.3) 10.00 1.00 0.10 BJT 0.01 0.01 0.10 1.00 10.00 100.00 Corrente di Collettore [ mA ] Fig. 9.7 Frequenza di transizione [ GHz ] Frequenza di transizione [ GHz ] ed a queste ci riferiremo nel seguito. Nel caso dei FET, il valore di fT dipende dalla polarizzazione del transistore soprattutto attraverso il termine gm, potendo considerare le capacità Cgs e Cgd sostanzialmente costanti. L’andamento di fT con ID tipico di questi dispositivi è mostrato a destra nella Fig.9.7. Nel caso dei transistori bipolari il valore di fT è pressoché costante in un ampio intervallo di polarizzazioni del dispositivo, perché la variazione lineare della transconduttanza con la polarizzazione è in gran parte compensata dalla corrispondente variazione della capacità di diffusione (C). Solo per valori bassi di IC il termine dovuto a C diventa prevalente e la fT diminuisce con la corrente (Fig.9.7). Il valore di Cgd (C) è fornito dal costruttore, indipendente da fT, molto spesso in un grafico che ne mostra l’andamento in funzione della tensione V gd (Vbc ). In pratica, quando si analizza il comportamento in frequenza di un circuito, la polarizzazione è fissata e quindi è nota la transconduttanza gm come pure è nota e fissata Cgd (C). Il valore della capacità Cgs (C) si ricava dalla (9.3) in base al valore di fT indicato dal costruttore. Viceversa, i simulatori circuitali inglobano i dettagli di queste capacità con grande precisione. I transistori in commercio hanno fT da qualche centinaia di MHz fino a 10.00 1.00 0.10 FET 0.01 0.01 0.10 1.00 10.00 100.00 Corrente di Drain [ mA ] Andamento della fT con la corrente di polarizzazione del dispositivo. Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 9 diverse centinaia di GHz. Poiché la fT è con buona approssimazione determinata dall’inverso del tempo di transito dei portatori tra Source e Drain (Emettitore e Collettore), i transistori più veloci sono quelli con lunghezza di canale (o di Base) più piccola. La tecnologia attuale permette di arrivare a dimensioni di qualche decina di nanometro per i canali dei FET (limite imposto dalle tecniche di litografia del chip) ed a valori molto inferiori per la lunghezza di base (limite legato al controllo che si riesce ad avere nella diffusione verticale dei droganti di Emettitore e di Base). Pertanto a tutt’oggi i migliori transistori bipolari sono più veloci (cioè hanno fT maggiore) dei migliori MOSFET al silicio. Peraltro, dato che il tempo di transito dipende anche dalla velocità dei portatori, i transistori più veloci in assoluto sono i FET realizzati con Arseniuro di Gallio (GaAs) che sfruttano la più elevata mobilità (8000) dei suoi elettroni di conduzione rispetto a quella nel Silicio (1200). L’adozione dei circuiti equivalenti delle Fig.9.2 e Fig.9.4 cessa di essere valida per frequenze vicine o superiori alla fT dei transistori oltre cui la fisica del funzionamento del dispositivo si discosta da quanto descritto nel Cap.3 e quindi la modellizzazione delle Fig.9.2 e Fig.9.4 viene a mancare. E 9.1 Si consideri il circuito riportato nella figura seguente. Si supponga di avere un transistore bipolare con =250, fT=500MHz e C=5pF. a) Calcolare il valore della sua capacità di diffusione. b) Quanto varrebbe la capacità Cgs di un FET (k=100mA/V2, fT=500MHz e Cgd=5pF) che avesse la stessa corrente stazionaria del BJT? + VCC 300k 1k C C 520 [C=27pF, Cgs=5pF] Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 9.3 10 LE FUNZIONI DI TRASFERIMENTO DEGLI STADI ELEMENTARI Per calcolare la funzione di trasferimento di un circuito che impieghi uno o più transistori ed abbia capacità anche sui rami esterni al transistore stesso, facciamo inizialmente riferimento al circuito generale della Fig.9.8. L’ammettenza del circuito che pilota lo stadio è rappresentata da Yi; l’ammettenza del carico sul Collettore (Drain), YL, comprende non solo la conduttanza di carico ma anche l’ammettenza di ingresso, in generale complessa, dello stadio successivo; con YS è indicata l’ammettenza di degenerazione di Emettitore (Source) e l’ammettenza di ingresso dello stadio eventualmente collegato a quel morsetto. Nel circuito equivalente per piccoli segnali disegnato a destra nella figura, si è indicato con Y , nel caso del BJT, il parallelo tra /gm e C e, nel caso del FET, la sola capacità Cgs. Y invece comprende, rispettivamente, la sola capacità C o la sola capacità Cgd. I casi in cui le ammettenze Y sono reali, cioè rappresentano dei resistori, e le capacità del transistore sono nulle, corrispondono alle configurazioni circuitali già analizzate nei Capitoli precedenti. Il guadagno di tensione tra il segnale vin di ingresso e l’uscita v1 sul Collettore (Drain) del transistore, tipica degli stadi a guadagno di tensione, ottenuta facendo gli opportuni bilanci ai nodi ed alle maglie, è data da Yi g m (YS Y ) Y (YS Y ) v1 vin YS YL (Y Yi Y ) Y (Y g m Yi ) YL (Y g m )( Y Yi ) Y Yi (Y g m ) (9.4) Fig. 9.8 Configurazione generale di uno stadio a transistore e suo circuito equivalente per piccoli segnali. Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 11 Il guadagno di tensione tra il segnale vin di ingresso e l’uscita sull’Emettitore (Source) del transistore, tipico degli stadi follower, vale invece v2 vin Yi (YL Y )(g m Y ) YS YL (Y Yi Y ) Y (Y g m Yi ) YL (Y g m )( Y Yi ) Y Yi (Y g m ) (9.5) Il denominatore delle due espressioni è identico poiché i circuiti analizzati sono identici e quindi con gli stessi poli. Solo gli zeri differiscono perché i trasferimenti sono presi tra due punti diversi. Se avete provato anche voi a calcolare le (9.4) e (9.5) avrete notato che è un calcolo complicato, forse un po’ noioso ed in cui in definitiva non viene messa immediatamente in evidenza la funzione di ogni componente circuitale ed il suo peso nel determinare i poli e gli zeri della funzione di trasferimento. Le due espressioni (9.4) e (9.5) hanno peraltro il vantaggio di essere precise e complete. Nei prossimi capitoli analizzeremo casi particolari della configurazione della Fig.9.8 in cui solo alcune delle ammettenze Y saranno complesse, cioè costituite anche da condensatori. Ogni caso particolare verrà analizzato in dettaglio, cercando di arrivare alla funzione di trasferimento sulla base di considerazioni circuitali “intuitive” e non attraverso un calcolo di rete come questo. Solo per controllo del risultato ottenuto si farà riferimento alle espressioni (9.4) e (9.5). 9.4 STADIO SOURCE (EMETTITORE) COMUNE Analizziamo innanzitutto il comportamento in frequenza del più semplice circuito amplificatore a singolo transistore, lo stadio Source (Emettitore) comune. Il paragrafo è organizzato in livelli via via crescenti di complessità studiando dapprima una configurazione semplificata in cui compare solo una o l’altra delle 2 principali capacità interne del transistore, per poi arrivare a comprendere gli effetti della loro contemporanea presenza e di eventuali capacità esterne di carico. Il fine è quello di arrivare a capirne il comportamento in frequenza in maniera intuitiva ancorchè approfondita, evitando quando possibile il calcolo delle equazione di bilancio ai nodi del §9.3. Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 9.4.1 12 Sola capacità Cgs (C), pilotata a bassa impedenza. Supponiamo inizialmente di poter trascurare la capacità Cgd (C) in modo da valutare l’influenza che la sola capacità Cgs (C) del transistore avrebbe sul trasferimento di un segnale in un amplificatore a Source (Emettitore) comune. Se il transistore fosse pilotato direttamente da un generatore ideale di tensione (Fig.9.9), la capacità Cgs (C) addirittura non interverrebbe nel trasferimento del segnale tra ingresso ed uscita. Infatti, il generatore vin, posto esattamente in parallelo alla capacità, fornirebbe istantaneamente tutta la carica di cui questa ha bisogno per variare la tensione ai suoi capi (il generatore, poiché ideale, può erogare una potenza infinita). In altri termini, data la idealità del generatore, il segnale di tensione vin sarebbe comunque applicato istantaneamente tra Gate e Source (Base ed Emettitore) ed il transistore, in base al modello adottato, risponderebbe erogando istantaneamente una corrente di Drain (Collettore) pari a i=gmvin. Il guadagno di tensione sarebbe quindi indipendente dalla frequenza ed avrebbe il valore ben noto G vu g m R L v in Nella realtà il limite alla velocità di risposta sarebbe posto dal tempo di transito dei portatori attraverso il canale (Base) del transistore che fisserebbe la banda del circuito al valore della sua fT. + VDD + VDD RL RL vu vin - VSS Fig. 9.9 RL vu C vin Cgs + VCC Cgs vu C vin C Esempi di amplificatori a Source (Emettitore) comune pilotati da un generatore ideale di tensione di segnale Vin. Si è messa in evidenza la sola capacità Cgs(C) del transistore. In tutti gli esempi la capacità NON limita in alcun modo la risposta del circuito, perché direttamente ed istantaneamente caricata dal generatore stesso, consentendo all’uscita di variare istantaneamente la tensione pur essendoci una capacità nel circuito. Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI E 9.2 Calcolare la funzione di trasferimento del amplificatore a BJT con =400 ed fT=250MHz. Per semplicità si pensi di poter trascurare la capacità C e si disegni l’andamento nel tempo della risposta ad un gradino di tensione all’ingresso ampio 400V. 13 C Vu vin 2.5 k 2.3M 50pF -3 V Il generatore di segnale, applicato direttamente alla giunzione Base-Emettitore, produce un gradino di corrente di 6.4A in uscita. La limitazione alla velocità di risposta della tensione vu(t) è solo data dalla rete di carico, che impone un andamento esponenziale con costante di tempo =RLC=125ns del tipo: vu vin dB gmRL polo vu -20dB/dec 0 t Banda passante log f 0dB -2V [ 1.3 MHz log f 0° 16mV 180° 270° 125ns La corrispondente banda dell’amplificatore si estende quindi fino a f-3dB 1.3MHz. La funzione di trasferimento del circuito è valida fino a quando il BJT riesce a comportarsi bene come transistore, quindi fino a fT. Se la costante di tempo della risposta fosse stata molto più bassa (0.6ps), la velocità di risposta di tutto il circuito sarebbe stata determinata principalmente dal tempo di transito dei portatori all’interno del BJT nel loro tragitto dall’Emettitore al Collettore, in genere dell’ordine di tr=1/(2fT). E 9.3 Calcolare la banda passante del circuito accanto, in cui si siano scelti BJT di uguali dimensioni con =200, C=0, fT=35GHz e ro=60k. . C Vu vin 1.5M -3 V Il transistore all’ingresso non pone limiti al comportamento in frequenza. Il carico, nella configurazione a transdiodo, ha invece la sua capacità C tra il morsetto di uscita e l’alimentazione. Questa capacità, in parallelo alle resistenze Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 14 ro del BJT ed 1/gm del carico, determina il polo della funzione di trasferimento vu/vin a fp 1 35GHz . La risposta nel tempo ad un gradino di 2C ro ro 1 g m tensione in ingresso sarebbe analoga a quella dell’esercizio precedente, con una costante di tempo di 4.5ps. La soluzione sarebbe accettabile perché pone il limite alla banda passante del circuito proprio alla fT del transistore. Normalmente il segnale vin è fornito da un circuito o da un generico trasduttore, sintetizzabili in un generatore reale di tensione avente una resistenza serie equivalente Ri. Nella figura 9.10 è riportato il caso di un amplificatore a MOSFET in cui la polarizzazione del FET non necessita di ulteriori resistenze. La rete di ingresso del circuito è quindi una semplice rete con Ri e 1/sCgs di cui la tensione vgs di comando del transistore ne è una partizione: vgs vin 1 1 vin 1 sCgs 1 sC gsR i R1 sCgs Nel dominio del tempo, a fronte di un gradino positivo all’ingresso, il Gate sale lentamente con costante di tempo =CgsRi, comandando il MOSFET la cui tensione di uscita ha la stessa evoluzione temporale ma amplificata ed invertita. Dall’espressione precedente si ricava quindi la funzione di trasferimento dell’intero circuito: + VDD vu vin dB gmRL polo -20dB/dec RL Banda passante 1 vu 0° vin 2CgsRi log f Cgs - VSS Fig. 9.10 log f 0dB Ri 180° 270° Stadio Source comune pilotato da un generatore reale di tensione di segnale e suo comportamento in frequenza. Si è supposto di poter trascurare Cgd. Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI vu (s) 1 g m R L vin (s) 1 sCgsR i 15 (9.6) Per s=0, cioè alle frequenze bassissime in cui la capacità non pone alcuna limitazione al trasferimento perché ha tutto il tempo per caricarsi al valore richiesto istante per istante, si ritrova il guadagno a bassa frequenza G(0)=-gmRL. La funzione di trasferimento ha un solo polo, determinato dalla maglia d’ingresso, la cui costante di tempo è il prodotto tra la capacità Cgs e la resistenza vista ai suoi capi pari a Ri. Il circuito non presenta alcuno zero al finito perché l’uscita può essere annullata solo per s=, quando si annulla il comando vgs. L’intervallo di frequenze in cui il trasferimento è circa costante ed in cui si presume di utilizzare il circuito è detto banda passante del circuito. Essa è tanto più grande quanto minore è la resistenza Ri del generatore di segnale. La frequenza corrispondente al polo è detta anche frequenza a -3dB, e l’intercetta della funzione di trasferimento con l’asse a 0dB individua la frequenza in corrispondenza al guadagno unitario. All’interno della banda passante il circuito mantiene uno sfasamento tra ingresso ed uscita praticamente costante a 180° perché invertente. Già da questo primo caso è evidente il vantaggio che si ha, in termini di banda passante di un circuito, a pilotare l’amplificatore con una resistenza Ri bassa. Poichè i circuiti sono normalmente la cascata di stadi semplici in cui l’impedenza di uscita dell’uno costituisce l’impedenza di ingresso dell’altro, questo evidenzia quanto sia importante avere una resistenza bassa di uscita dello stadio di comando. Confrontando lo schema circuitale della Fig.9.10 con quello della Fig.9.8, si può verificare la correttezza del risultato dato dalla (9.6) ponendo Yi=1/Ri, Ys=, Y =0, YL=1/RL, Y=sCgs. Quando il circuito della Fig.9.10 è + VDD realizzato con un BJT invece che con un MOSFET, la funzione di trasferimento deve tenere RL conto anche della resistenza finita /gm tra la Base Ri vu del transistore e massa. Questa resistenza ha due effetti: Cgs i) ripartisce il segnale Vin facendone giungere di vin meno a comandare il transistore; - VSS ii) si pone in parallelo a Ri nel definire la costante di tempo del polo =C.(Ri||/gm). Pertanto l’espressione della funzione di trasferimento nel caso di un BJT diventa: vu / gm 1 g m RL vin Ri / g m 1 sC ( Ri || / g m ) (9.7) Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 16 Polo in s e “polo” in j Ovvero 1: Perché, se il polo è negativo, viene messo sull’asse positivo di nei diagrammi di Bode ? Ovvero 2: Perché, se il polo fa andare all’infinito la funzione di trasferimento, disegno quest’ultima addirittura più in basso di 3 dB nei diagrammi di Bode ? La funzione di trasferimento (9.6) fornisce il polo del circuito a S= =-1/CgsRi=1/ , da porsi nel piano di Gauss sull’asse reale negativo. In corrispondenza del valore del polo, la funzione di trasferimento T(s) va all’infinito. T(s) -3dB Il polo (reale e negativo) è qui … j 1 … e qui il |T(j)| è 3dB sotto il valore all’origine. s 1 0 Quando traccio un diagramma di Bode, disegno la funzione di trasferimento T(j) per i soli valori lungo l’asse j. “Accidentalmente” in corrispondenza di p=1/CgsRi=1/ il valore di |T(jp)| è 2 volte più piccolo del valore che la stessa |T(j)| assume all’origine degli assi. E 9.4 Con riferimento al circuito accanto +5V impiegante un BJT ( =300, C=0 e fT=500MHz): R L 1k 430k a) calcolare l’espressione della funzione vu C= di trasferimento vu/vin; Ri b) disegnare in due grafici quotati + 1k l’andamento del modulo e della fase della vin funzione di trasferimento; c) disegnare l’andamento nel tempo del segnale sul morsetto di uscita quando al circuito è applicato un gradino di tensione di ampiezza 5mV. Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 17 (a) - La polarizzazione fornisce IC=3mA, gm=120mA/V, C=38pF, /gm=2.5k. Il guadagno a media frequenza, G(0)=-86, e la costante di tempo della risposta, pari a =27ns, quantificano la funzione di trasferimento vu gm 1 1 g m R L G(0) v in R i g m 1 sC ( R i g m ) 1 s La resistenza Ri non solo partecipa alla definizione del valore del polo del circuito ma opera anche una partizione del segnale di ingresso, riducendone complessivamente il guadagno. Ridurre Ri comporterebbe, pertanto, un miglioramento di entrambe le grandezze. (b) - Il modulo e la fase della funzione di trasferimento evidenziano il comportamento del circuito come un filtro passa-basso. Tutti i segnali sinusoidali a frequenza inferiore a fp=1/2=5.9MHz, sono trasmessi con circa la stessa amplificazione. Alle frequenze superiori, il tempo di carica della capacità di diffusione del transistore è invece maggiore del periodo del segnale, che quindi non riesce ad essere per intero trasferito all’uscita. Il diagramma dello sfasamento mostra come il circuito sia perfettamente invertente alle basse frequenze (+180), mentre, alle alte frequenze, lo sfasamento aumenta ulteriormente fino a 270°. vu vin j 5.9MHz 180 dB Log f 39dB 225 500MHz 0dB 270 Log f 5.9MHz (c) - La risposta al gradino evidenzia la costante di tempo con cui il transistore reagisce alla istantanea sollecitazione del segnale all’ingresso: v(t) vin(t) 5mV t vu(t) -430mV 27ns Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI E 9.5 18 Si supponga di pilotare, con lo stesso circuito dell’esercizio precedente, un carico capacitivo di 300pF. Commentare come varia la funzione di trasferimento e disegnare il nuovo andamento nel tempo del segnale di uscita. +5V RL 430k 1k vu Ri 300p F + v in 1k C Le due capacità sono disaccoppiate e pertanto danno luogo a due costanti di tempo separate, una identica alla precedente (=27ns) e l’altra pari a =RLCL=300ns. L’espressione della funzione di trasferimento è data dal prodotto delle singole funzioni di trasferimento e vale vu gm 1 1 . g m R L v in R i g m 1 sC ( R i || g m ) 1 sC L R L Il nuovo polo, introdotto dalla rete di uscita, interviene quindi a frequenza più bassa (530kHz) ed è lui a restringere la banda passante del circuito ed a rallentarne la risposta temporale. I relativi diagrammi di Bode sono i seguenti: vu vin j 180 dB 530kHz 5.9MHz Log f 39dB 270 0dB 530kHz E 9.6 Log f 360 5.9MHz +3V Calcolare il valore della banda passante del seguente amplificatore a MOSFET, avente VT=0.4V, k=5.5mA/V2, fT=600MHz ed in cui si sia supposto, per semplicità, di poter trascurare Cgd. 54k 2k vu 600 v in 70k - 3V [0÷153MHz, tenendo conto della resistenza dinamica del diodo] Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI PERCHE’ LA FASE AUMENTA di 90° DOPO UN POLO ? Prendiamo ad esempio la partizione in ingresso al MOSFET della Fig.9.10: Ri vin Cgs Si rifletta sul fatto che tra tensione e corrente in un condensatore esiste la relazione: IC V t V Punti in cui la variazione di tensione è massima … I … corrispondono a punti in cui la corrente è massima (con il segno legato al segno della pendenza) j=90° Per cui ad alta frequenza quando l’impedenza del condensatore è piccola, i) la partizione di vin che ritrovo in vg è piccola (visualizzata sul grafico di Bode del modulo dalla discesa del guadagno, vedi Fig.9.10) e ii) la fase è aumentata di 90° perché la corrente in Ri ha la stessa fase di vin ma la tensione conseguentemente prodotta ai capi di Cgs gli è sfasata proprio di 90°. 19 Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 9.4.2 20 Sola capacità Cgs (C) , pilotata ad alta impedenza. Quando il circuito che pilota l’amplificatore è meglio rappresentato da un generatore reale di corrente con resistenza equivalente Ri, il polo della funzione di trasferimento vu /iin è ancora facilmente calcolabile e legato alla costante di tempo della maglia di ingresso. Se ad esempio si considera il circuito a BJT della Fig.9.11, il polo avrebbe una costante di tempo pari a =C(/gm||Ri), ottenuta dal prodotto tra la capacità e la resistenza vista ai suoi capi, pari a /gm||Ri. La funzione di trasferimento complessiva è quindi vu 1 (R i || g m ) g mR L iin 1 sC (R i || g m ) (9.8) Si noti che se il generatore di corrente fosse ideale (Ri=), la funzione di trasferimento dell’amplificatore avrebbe un polo ad una frequenza volte minore della fT del transistore scelto. Nel caso di un circuito come quello in Fig.9.11 ma utilizzante un MOSFET, la funzione di trasferimento sarebbe vu 1 R i g m R L iin 1 sR i Cgs RL vu i in dB g m RL (Ri || /gm ) vu -20dB/dec i in Ri C 0dB 2 Cgs Fig. 9.11 1 (Ri || /g m) log f Circuito per il segnale di uno stadio a BJT pilotato da un generatore reale di corrente con resistenza equivalente Ri e diagramma di Bode del modulo del suo trasferimento tra ingresso ed uscita. Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 21 Se Ri= nella Fig.9.11, che cosa si otterrebbe in uscita ? E 9.7 Se Ri=, si otterrebbe vu 1 g m R L iin sCgs (9.9) Il polo interverrebbe in continua (a frequenza zero) ed il circuito sarebbe un integratore ideale, dove cioè la corrente di segnale andrebbe tutta direttamente a caricare la capacità Cgs, muovendo di conseguenza il potenziale del Gate. 9.4.3 Sola capacità Cgd (C), pilotata da generatore ideale Per analizzare l’influenza che la capacità Cgd (C) ha sul comportamento in frequenza degli amplificatori con il Source (Emettitore) comune, si può fare riferimento alla configurazione circuitale della Fig.9.12. In questo caso il segnale, erogato da un generatore ideale di tensione con resistenza interna nulla, annulla l’influenza della capacità Cgs (C)come visto nel paragrafo precedente (la costante di tempo associata a Cgs è nulla perché essa vede una resistenza nulla ai suoi capi). vu vin dB -gm RL polo -20dB/dec + VDD zero Cgd RL vu -gmRL vin +1 0dB 1 2CgdRL vin gm 2Cgd log f 0° 180° Cgs - VSS 360° Fig. 9.12 Stadio Source comune in cui sono evidenziate le due capacità C gs e Cgd. L’uso del generatore ideale di tensione annulla l’influenza di C gs. Sulla destra i corrispondenti diagrammi di Bode del guadagno tra ingresso ed uscita. Si noti che il guadagno del circuito passa da un valore negativo a bassa frequenza ad un valore positivo ad alta frequenza . Ciò si riflette nella fase che necessariamente deve cambiare di 180°. Affinché ciò sia possibile pur avendo solo una capacità dovrà esserci uno zero positivo (nel semipiano destro). Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 22 La capacità Cgd (C) risulta in questo caso l’unica a giocare un ruolo. Analizzando il comportamento dell’amplificatore nel dominio del tempo, si nota che sul fronte positivo del gradino di ingresso l’uscita necessariamente deve salire della stessa quantità poiché la carica in Cgd non può cambiare istantaneamente, e quindi neppure può cambiare istantaneamente la tensione ai suoi capi, con la conseguenza che se un capo è mosso di vin anche l’altro capo si deve muovere di vin. Passato l’istante iniziale la corrente di Drain del MOSFET estrae carica positiva dall’armatura di destra del condensatore e porta Vu verso il basso con una evoluzione temporale dettata dalla costante di tempo del circuito. Per scrivere la funzione di trasferimento, che ci possiamo immaginare della forma: vu (s) 1 sz G(0) vin (s) 1 sp Facciamo le seguenti considerazioni. Guadagno a bassa frequenza G(0). Notiamo innanzitutto che a bassa frequenza, quando le capacità del transistore sono dei circuiti aperti, il comando del transistore è pari a vin e la corrente corrispondentemente richiamata in uscita è iu=gmvin. Quindi il trasferimento in continua (s=0) risulta pari a G(0)=-gmRL. Notare che otterremmo lo stesso risultato anche se ci fosse un BJT al posto del MOSFET. Determinazione del polo. Il polo ha la costante di tempo data dal prodotto della capacità Cgd (C) per la resistenza vista ai suoi capi. Poiché, disattivato il generatore forzante, il Gate del transistore è a massa su segnale, la resistenza vista dalla capacità Cgd (C) è solo RL (o eventualmente RL||r0 se la resistenza di uscita del transistore non fosse trascurabile). La costante di tempo del polo (e quindi dell’evoluzione temporale della risposta) è quindi: p=CgdRL nel caso del MOSFET o p=CRL nel caso del BJT. Determinazione dello zero. Lo zero, se esiste, corrisponde alla frequenza complessa “s” che rende nullo il trasferimento di segnale all’uscita (vu(s)=0). Affiché questo si verifichi bisogna che non passi corrente in RL e che quindi (Fig.9.13) la corrente di segnale iniettata dal Gate verso l’uscita attraverso la capacità (i=vin/(1/sCgd)) sia esattamente pari a quella prelevata dal Drain del MOSFET per effetto dello stesso segnale vin, ovvero vgsCgd g m vg Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 23 Questa eguaglianza è verificata per la frequenza complessa s=gm/Cgd che individua quindi lo zero zero reale positivo della funzione di trasferimento, posto nel semipiano destro del piano di Gauss. Esso ha quindi la particolarità di sfasare il segnale di ingresso di ulteriori 90°, producendo lo stesso effetto sullo sfasamento del segnale di quello prodotto da un polo. La funzione di trasferimento del circuito della Fig.9.12 può quindi essere scritta come 1 s Cgd g m vu (s) g m R L vin (s) 1 sCgdR L (9.10) A questo risultato si sarebbe anche potuti giungere risolvendo il sistema di equazioni di bilancio ai nodi sul circuito della Fig.9.12, equivalente a porre nella (9.4): Yi=, Ys=, Y=sCgd, YL=1/RL, Y=sCgs. Considerazioni intuitive. Nella Fig.9.12 notiamo che la funzione di trasferimento dovrà avere uno zero perché il trasferimento vu(s)/vin(s) ha due valori asintotici finiti di guadagno: a bassa frequenza è G(0)=-gmRL; ad alta frequenza l’impedenza di Cgd tende ad essere infinitesima e pertanto il segnale di tensione tende ad essere trasferito invariato direttamente all’uscita, per cui G()=1. Ttentando di disegnare il diagramma di Bode del modulo del guadagno, è facile concludere che il raccordo tra i due valori asintotici del trasferimento impone che ci sia anche uno zero Per quanto riguarda la fase, si noti che a bassa frequenza il guadagno è negativo mentre ad alta frequenza il guadagno è positivo. La fase deve pertanto variare di 180°, operazione possibile solo se lo zero introduce uno sfasamento equiverso a quello del polo, cioè se lo zero è positivo. RL C gd i = vin sCgd ir = 0 vu = 0 i d = gm v in + v in Fig. 9.13 Considerazioni circuitali per il calcolo dello zero della funzione di trasferimento del circuito della Fig. 9.12. Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 24 ZERO POSITIVO (a destra nel piano di Gauss) Una funzione di trasferimento con zero positivo ha ad esempio la forma : 1 s Cgd g m v (s) T(s) u g m R L v in (s) 1 sCgdR L Lo zero è positivo perchè per azzerare la funzione di trasferimento bisogna che sia s=gm/Cgd, appunto positivo ! Nel piano di Gauss, il polo e lo zero sarebbero posti sull’asse delle ascisse come nella figura seguente: j Il polo (reale e negativo) è qui … lo zero (reale e positivo) è qui … s 1 p 1 s z Lo zero positivo ha effetto nel definire lo sfasamento tra la sinusoide applicata all’ingresso e quella prodotta all’uscita del circuito. Riscrivendo la T(s) nella forma : 1 s v u (s) 1 s z z z , T(s) g m R L g m R L v in (s) 1 s p p 1 s p allo spostarsi del punto s=j verticalmente lungo l’asse delle ordinate, vale a dire al variare della frequenza =2f, l’argomento della T(s), vale a dire lo sfasamento cercato, è rappresentato dagli angoli che i vettori formano con l’asse orizzontale orientato: 1 1 arg(T(j)=arg(-gmRLz/p) + arg j - arg j p z come illustrato nella figura seguente j 1 s= j 1 j gm j C gd C gd ZL 2 p= 1 Cgd ZL z= gm C gd Lo sfasamento totale è dato da arg (T(j)) = + 1 - 2 dove 1 è negativo per zeri reali positivi come in questo caso. Notare che la lunghezza del vettore non cambierebbe per zeri positivi o negativi, e quindi il modulo del diagramma di Bode non cambia ! Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI E 9.8 Calcolare la funzione di trasferimento vout/vin del circuito accanto e disegnarne i diagrammi di Bode del modulo e della fase del trasferimento. Il MOSFET abbia |VT|=1V, k=1mA/V2, Cgd=6pF, fT=100MHz 25 +10 V C= R1 120k vout vin R2 80k RL 2k -10 V La polarizzazione è: VSG=2V, ID=1mA e gm=2mA/V. Il guadagno a bassa frequenza è G=-gm(RL||ro)=-4 (12dB), il polo è posto a fP=13.3MHz e lo zero a fZ=53MHz. L’andamento con la frequenza del guadagno e dello sfasamento tra ingresso ed uscita evidenziano una banda passante di circa 10MHz. vu vin j dB sfasamento di 180° dell'amplificatore invertente 12 polo +180° 8 53MHz 13.3MHz 4 13.3MHz zero log f 0dB 10 6 10 7 10 8 53MHz 10 9 0° sfasamento nullo del trasferimento diretto 106 107 108 log f 10 9 Si noti come lo zero positivo non alteri la costruzione del modulo della funzione di trasferimento rispetto a quando lo zero è negativo, ma cambia lo sfasamento. E 9.9 Visualizzare l’andamento della funzione di trasferimento dell’esercizio precedente nel piano di Gauss invece che con i diagrammi di Bode. Per quanto riguarda il modulo, si riscriva la (9.10) nella forma | C gd / g m | vu | g m R L | v in | C gd R L | gm j C gd 1 j C gd R L gm j C gd , 1 j C gd R L dove il numeratore ed il denominatore corrispondono, rispettivamente, alla lunghezza del vettore congiungente il punto s=j con lo zero ed a quella del vettore congiungente il polo con il punto s=j, come illustrato nella figura: Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 26 j 1 s= j 1 j gm j C gd C gd ZL 2 p= 1 z= Cgd ZL gm C gd Allo spostarsi del punto s=j verticalmente lungo l’asse delle ordinate, vale a dire al variare della frequenza, il rapporto tra le lunghezze dei due vettori fornisce il modulo del guadagno alla pulsazione . Ad esempio, quando si opera in continua (=0), la lunghezza dei due vettori è |z|=53MHz e |p|=13.3MHz, ed il loro rapporto è proprio il valore 4 trovato precedentemente. Ad = invece i due segmenti tendono a diventare uguali per cui il loro rapporto è unitario (0dB). L’argomento della (9.10) è rappresentato dagli angoli che i vettori formano con l’asse orizzontale orientato. Lo sfasamento totale è dato da arg (vu/vin) = + 1 - 2 , dove 1 è negativo per zeri reali positivi come in questo caso. E 9.10 Proporre delle modifiche al circuito dell’esercizio E 9.8, in modo da portare a far coincidere lo zero con il polo. Studiarne l’effetto. Per spostare lo zero verso il polo si può diminuire la transconduttanza del FET cambiandone la polarizzazione o spostare il polo verso lo zero diminuendo il valore della resistenza di carico. Quando il polo e lo zero coincidono il guadagno è sempre pari ad 1. La banda passante del circuito si estende almeno fino a fT=100MHz, limitata dal tempo di transito dei portatori nel transistore, che non è preso in considerazione nella modellistica semplificata dei componenti attivi. Per quanto riguarda l’andamento della fase, in corrispondenza della frequenza delle due singolarità coincidenti, lo sfasamento j è pari a 90. Circuiti di questo tipo, in cui il guadagno in modulo è sempre 1 mentre al variare della frequenza cambia solo la fase tra i segnali di ingresso e di uscita, sono chiamati circuiti sfasatori puri. vu vin j fp dB 180 270 0dB fp 360 Log f Log f Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 27 E 9.11 Disegnare l’andamento temporale del segnale di tensione al morsetto di uscita del seguente circuito, quando all’ingresso è applicato un gradino di tensione d’ampiezza A=1mV. Il BJT abbia =500 e C=1pF. +6V RL 330k C inf 410 vu + v in La polarizzazione fornisce IC=8mA e gm=320mA/V. Quindi z=3ps, p=0.4ns. Il segnale di uscita è ottenibile dalla (9.10) ponendo vin(s)=A/s. L’espressione può essere riscritta nella seguente forma vu A C R L 1 sC R L C R L A gm a ( t ) b( t ) s C 1 sC R L i cui singoli addendi e la risposta complessiva sono rappresentati graficamente nella figura seguente. v(t) v(t) t 1 t 410ps -131 410ps v(t) vin (t) 1 t vu (t) -131 410ps Come ci si aspetta, sul fronte il trasferimento è unitario, mentre quando l’ingresso si è stabilizzato al livello stazionario, l’uscita è invertita e lo stadio guadagna G=-gmRL. Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 28 E 9.12 Si consideri il seguente circuito a BJT ( =100, r0=80k, C=0.3pF, fT=700MHz), il cui carico mostra non solo una componente resistiva ma anche una componente capacitiva rappresentata da CL=6pF. Determinare i poli e gli zeri della funzione di trasferimento. +3V 4k 1.15M . 6pF vu vin La polarizzazione del dispositivo determina 1/g m=125 e Vu+2.1V. Benché vi siano 3 capacità di valore finito, nella schematizzazione analizzata si ha un solo polo. Infatti, la capacità C=1.5pF è cortocircuitata, sul segnale, dal generatore di tensione; C e CL sono componenti in serie lungo una maglia e pertanto non sono tra loro indipendenti (fissata la tensione ai capi dell’una è fissata la tensione anche ai capi dell’altra). Spento il generatore di segnale, la carica accumulata sui due condensatori può scaricarsi attraverso R L ed ro, con una costante di tempo =(RL||ro)(C+CL)=24ns a cui corrisponde una frequenza fp=6.6MHz. Lo zero invece interviene alla frequenza fz=4.2GHz. La capacità CL non ha effetto sullo zero. Infatti, ritornando a considerare la Fig.9.13, ci si può facilmente rendere conto che una capacità in parallelo al morsetto di uscita non interviene nel bilancio tra la corrente erogata sul segnale dal transistore e la corrente che attraversa C per avere vu=0. Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 29 E 9.13 Il circuito della figura sotto utilizza BJT con (The circuit below uses BJT having ) =500 e curve caratteristiche ideali (Va=) a) Calcolare la tensione d’uscita in assenza di segnale all’ingresso. (Find Vu when no signal is present at the input) b) Disegnare in un grafico quotato l’andamento in frequenza (modulo e fase) dell’impedenza di ingresso del circuito (Draw the input impedance of the circuit as a function of frequency). c) Calcolare la distorsione di seconda armonica all’uscita Vu quando all’ingresso è applicata una sinusoide a 100MHz ed ampiezza 2mV. (Find the harmonic distortion HD2 at the output when a sinusoidal signal at 100MHz and amplitude 2mV is applied to the input) d) Tracciare il diagramma di Bode (modulo e fase) del guadagno G=Vu(s)/Vin(s) quando, in aggiunta alla C=1nF di bypass, ci sia anche la capacità Cbc= C=0.1pF del solo transistore T2. (Consider, in addition to C=1nF, also the capacitance Cbc=0.1pF of only transistor T2. Draw the Bode diagram of the gain G=Vu(s)/Vin(s) ). f) Calcolare la massima ampiezza di una sinusoide Vin alla frequenza di 1kHz e quella alla frequenza di 50MHz applicabile al circuito. (Find the maximum amplitude of a sinusoid at 1kHz and at 50MHz that can be applied to the input). + 5V C 1 nF Re 4.3k vin T1 R1 1k T2 R2 4.3k - 1V vu Rc 10k - 5V Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 9.4.4 30 Sola capacità Cgd (C), pilotata da un generatore reale Quando l’amplificatore Source (Emettitore) a massa è pilotato da una sorgente con resistenza di uscita, Ri, finita (Fig.9.14), il calcolo della funzione di trasferimento nel caso in cui il transistore abbia solo la capacità Cgd (C) è un po’ più complicato perché entrambi gli estremi della capacità si muovono in tensione a cavallo di un elemento amplificante. Guardando il circuito a MOSFET della Fig.9.14 si vede che: i) il guadagno in DC è pari a G(0)=-gmRL; ii) il valore dello zero è identico a quello calcolato nel paragrafo precedente, sempre positivo e pari a s=gm/Cgd; iii) la risposta nel tempo ad un gradino positivo di ingresso è qualitativamente simile a quella trovata per il circuito della Fig.9.12. Cambia l’ampiezza della piccola salita iniziale, ora pari a 1 gm R L v u (0) v in R i 1 g m R L perché sul fronte del gradino la capacità si comporta da cortocircuito ed il transistore mostra una impedenza pari a 1/gm in parallelo ad RL. iv) Cambia la costante di tempo di scarica perché cambia la resistenza vista ai capi della capacità Cgd. Per calcolarla possiamo sostituire alla capacità un vin Vu(0+) Cgd Ri + VDD + VDD RL vu Ri -gmRL vin - VSS Fig. 9.14 I Vu(0+) RL B A - VSS Stadio Source comune alimentato con un generatore di tensione reale, in cui sia presente solo la capacità Cgd. Sono disegnate la risposta nel tempo del Gate del MOSFET e dell’uscita nel caso di un gradino di tensione all’ingresso. A destra lo schema per calcolare la resistenza vista ai capi della capacità. Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 31 generatore di sonda di corrente e calcolare la corrispondente variazione di tensione tra i due punti A e B, come evidenziato nella figura 9.14. La resistenza cercata non sarà altro che Z=(VA-VB)/I. Poiché entrambi i punti A e B si spostano in tensione, è necessario impostare il sistema di bilancio ai due nodi A e B: V IRi V A B I g m VA RL da cui VA VB I R i I R L I g m R L R i ed ottenere l’espressione della desiderata impedenza vista dalla capacità: R VA VB R i 1 g m R L R L I (9.11) La costante di tempo del polo introdotto dalla capacità Cgd sarà quindi Cgd R i 1 g m R L R L (9.12) Essa è quindi ben diversa dal semplice prodotto tra Cgd e le resistenze fisiche Ri ed RL del circuito, per via del termine moltiplicativo della sola Ri dato da (1+gmRL) in cui riconosciamo il guadagno di tensione G=-gmRL tra A e B. Il valore della costante di tempo del circuito sarà quindi tendenzialmente elevato e proporzionalmente più grande quanto più il circuito guadagna. Questo è spiacevole: se cercassi di guadagnare dieci volte di più (ad esempio con gm dieci volte più grande) mi ritroverei con un amplificatore con una banda passante dieci volte più piccola! Si dice che in questi casi il prodotto guadagno x banda (GBWP: Gain Bandwidth Product) del circuito è costante. La funzione di trasferimento dell’amplificatore della Fig.9.14 è quindi 1 s Cgd g m vu (s) g m R L vin (s) 1 sCgd R i (1 g m R L ) R L (9.13) Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 32 Quando si analizza l’analogo amplificatore a BJT, il calcolo è identico e le considerazioni sono le stesse, avendo cura di considerare la presenza della resistenza /gm tra Base e massa, ottenendo quindi 1 s Cgd g m vu (s) gm g mR L vin (s) R i gm 1 sCgd R i g m (1 g m R L ) R L la funzione di E 9.14 Ricalcolare trasferimento vu/vin del circuito di E 9.8 (MOSFET con |VT|=1V, k=1mA/V2, Cgd=6pF, fT=100MHz) in cui ora il generatore di segnale abbia resistenza di uscita di 5k . Confrontare la banda dei due circuiti. (9.14) +10 V Ri 5k C= R1 120k vout vin R2 80k RL 2k -10 V E 9.15 Calcolare la funzione di trasferimento del circuito accanto che utilizza un BJT con =100 e C=4pF e disegnare l’andamento nel tempo del segnale di uscita ad un gradino di ingresso ampio 10mV. + 6V C RL 1.5k 133k 2k vin Vu C= - 6V Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 33 EFFETTO di AMPLIFICAZIONE DELLA CAPACITA’ DI PONTE Per intuire il motivo per cui la abbia la forma (9.12), si pensi alla variazione della carica accumulata sulle armature di Cgd quando lo stadio è forzato da un segnale a gradino di tensione vin. Con riferimento alla Fig.9.15, esaurito il transitorio di carica della capacità, il potenziale del morsetto di Drain sarà diminuito della quantità gmRLvin generando una variazione effettiva della tensione ai capi di Cgd pari a VC= vin+gmRLvin. Pertanto sulle armature di Cgd la variazione di carica è stata di Q=(1+gmRL)vinCgd, carica che deve essere fornita dal generatore di tensione vin. Questa è la stessa carica che vin erogherebbe ad una capacità ben più grande di Cgd e pari a Ceq=(1G)Cgd=(1+gmRL)Cgd posta tra Gate e massa (Fig.9.15 a destra). Ci si attende, quindi, che la capacità Cgd contribuisca alla costante di tempo associata alla rete di ingresso con un termine del tipo (1+gmRL)CgdRi, come effettivamente ci viene detto dalla (9.12). Cgd vin RL Q=Cgd(1+gmRL)Vin vin Q=Cgd(1+gmRL)Vin vin -gmRLvin RL vin Cgd(1+gmRL) Fig. 9.15 Visualizzazione (a sinistra) della quantità di carica che deve essere messa sui piatti della capacità Cgd per assicurare il previsto guadagno di tensione tra ingresso ed uscita. A destra è riportato l’equivalente circuito in cui la stessa carica è fornita da Vin ma su una capacità verso massa. Per rendere più veloce un amplificatore così fatto bisogna i) progettare bene lo stadio precedente in modo che Ri sia la più piccola possibile e ii) non esagerare con il suo guadagno di tensione ! iii) Oppure anche … (vedi §9.6). Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 34 9.4.5 Amplificatore Source (Emettitore) comune con entrambe le capacità Cgs e Cgd (C e C) Facendo tesoro delle idee viste nei paragrafi precedenti, sarà ora facile analizzare il comportamento dell’amplificatore con il Source (Emettitore) comune nella sua configurazione reale, cioè quando sono compresenti ed attive entrambe le capacità Cgs e Cgd come evidenziato nella Fig.9.16. Per comodità possiamo tenere come riferimento con cui confrontarci la funzione di trasferimento esatta del circuito ottenuta impostando il sistema di equazioni di bilancio ai nodi del circuito: 1 s Cgd g m vu g m R L 2 vin s R L R iCgdCgs s R iCgs R LCgd R iCgd (1 g m R L ) 1 (9.15) Essa è ricavabile dalla (9.4) quando Yi=1/Ri, Ys=, YL=1/RL, Y=sCgd, Y=sCgs. Vediamo quali considerazioni possono essere fatte immediatamente sulla base di quanto visto fino ad ora non solo per interpretare la (9.15) ma anche per giungervi facilmente senza passare per i calcoli : - Nel caso si usi un MOSFET, il guadagno a media frequenza, quando le capacità del transistore non intervengono, è pari a G(0)=-gmRL. Esso è il termine moltiplicativo di (9.15). Nel caso si usi un BJT, la resistenza Ri determina una partizione con la resistenza di ingresso /gm e quindi il guadagno diventa G(0)=-RL/(Ri+/gm). - lo zero è identico a quello trovato nel §9.4.3 sia per il MOSFET che per il BJT, cioè pari a (1-sCgd/gm) per il MOSFET e (1-sCbc/gm) per il BJT. RL Cgd vu Ri v in Fig. 9.16 C gs Stadio Source comune alimentato con un generatore di tensione reale. Entrambe le capacità Cgs e Cgd del transistore concorrono a determinare la risposta in frequenza del circuito. Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI - 35 la funzione di trasferimento avrà due poli essendo le due capacità indipendenti. La frequenza a cui essi intervengono non è immediatamente ottenibile perché le due capacità interagiscono tra di loro: l’interazione si esprime in un denominatore di secondo grado nella forma as2+bs+1. Sulla base di queste considerazioni, la funzione di trasferimento per il circuito a MOSFET sarebbe scrivibile come: 1 sC gd g m vu g m R L 2 v in s a sb 1 (9.16) Per calcolare le costanti di tempo associate ai due poli al denominatore, in mancanza della conoscenza precisa dei termini “a” e “b”, si può ricorrere alle considerazioni viste in Appendice per un circuito con più di una costante di tempo. Il coefficiente b del termine di primo grado è sempre esattamente pari alla somma delle costanti di tempo associate a ciascun condensatore quando gli altri sono stati rimossi b n C R j j (9.17) . j1 Nel nostro caso gli addendi sono due, essendo due le capacità. Per valutare la resistenza vista in parallelo da Cgs quando Cgd=0 si deve pensare di applicare nella posizione del condensatore un segnale sonda di corrente (Fig.9.17a) e di valutare la tensione che si sviluppa ai suoi capi. Nel caso specifico, si ottiene semplicemente Ri e quindi l’addendo associato alla capacità Cgs è gs R iCgs (9.18) Per valutare la resistenza vista in parallelo da Cgd quando Cgs=0, con riferimento RL RL is Ri Ri is a) b) Fig. 9.17 Schemi circuitali per calcolare le resistenze viste ai capi delle due capacità, Cgs (a) e Cgd (b). Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI RL Ri 1k vin Fig. 9.18 36 CGD vu (1+gmRL)CGD Cgs Schema del circuito della Fig. 9.15 in cui la capacità Cgd è stata scomposta “alla Miller” in due capacità (una tra Gate e massa e l’altra tra Drain e massa) in modo da memorizzare la (9.19). alla Fig.9.17(b), si svolgono gli stessi calcoli del paragrafo precedente ottenendo la resistenza [Ri(1+gmRL)+RL]. Il secondo addendo del termine “b” associato a Cgd è quindi: gd Cgd R i (1 g mR L ) R L (9.19) Il coefficiente del termine di 1° grado al denominatore della (9.16) è pertanto la loro somma b R iCgs R iCgd (1 g mR L ) R LCgd (9.20) Utilizzando la (9.20), si può aggiornare la funzione di trasferimento del circuito : 1 s Cgd g m vu g m R L 2 vin s a s R i Cgs R i Cgd (1 g m R L ) R LCgd 1 (9.21) Il polo prevalente del circuito (cioè la radice a più bassa frequenza dell’equazione di secondo grado al denominatore della (9.21)), ipotizzando che i due poli abbiano frequenze caratteristiche sufficientemente distanti (circa una decade) tra loro come visto in Appendice, è ben stimato dal solo termine b che abbiamo appena confezionato, nella forma: pL 1 1 b R iCgs R iCgd (1 g m R L ) R LCgd (9.22) Ne deduciamo che stimare il polo prevalente di un circuito anche complesso in cui varie capacità interagiscono tra di loro è relativamente facile! Per quanto visto fino ad ora ognuno dei 3 termini della (9.20) ha un preciso significato fisico-circuitale che qui di seguito riassumiamo con l’aiuto della Fig.9.18: Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI vu vin 0° -180° dB -20dB/dec z pL Fig. 9.19 pH log f pL pH z -270° -40dB/dec 0dB 37 log f -20dB/dec -360° -90° Diagramma di Bode del modulo e della fase del guadagno del circuito della Fig.9.16. - 1=RiCgs è la costante di tempo dovuta alla scarica della capacità Cgs sulla resistenza vista all’ingresso; - 2=RiCgd(1+gmRL) è la costante di tempo associata alla scarica della capacità di ponte Cgd attraverso la rete di ingresso. Questa costante è spesso detta costante di tempo di Miller e l’alterazione del valore della capacità di ponte ai fini della valutazione della costante di tempo della maglia di ingresso è indicata come effetto Miller. Il nome è legato ad un teorema di teoria delle reti, il teorema di Miller, che consente di scomporre una generica ammettenza Y 12 posta tra due nodi di una rete (proprio come la capacità Cgd) in due ammettenze equivalenti posti tra i nodi e massa. - 3=RLCgd può essere vista come la costante di tempo legata alla scarica dell’altro piatto della capacità di ponte Cgd sulla resistenza vista al Drain; Il secondo polo del circuito starà ad una frequenza più elevata di pL appena trovato. Se si conoscesse il termine “a” della (9.21), il calcolo sarebbe immediato e preciso. In mancanza di questo, una via per stimarlo è quella di confrontare i valori di (9.18) e di (9.19), cioè dei 2 addendi che costituiscono il termine b. Il termine maggiore definisce la capacità (tra le due presenti) che interviene a frequenza più bassa. Volendo esplorare le frequenze più alte, questa capacità sarà già intervenuta. Pertanto non ci resta che farla effettivamente intervenire, cortocircuitandola nel circuito della Fig.9.16. Il “nuovo circuito” che ne consegue avrà solo l’altra capacità che però ora vede un insieme di resistenze ai suoi capi che in generale è diverso da quello calcolato prima. Pertanto la nuova costante di tempo che ad alte frequenza interverrà sarà data dal prodotto della rimanente capacità con la resistenza vista in questa nuova situazione. Essa definirà il secondo polo, a frequenza maggiore del primo. I successivi esercizi aiuteranno a prendere dimestichezza con questo tipo di calcolo. Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 38 C Ri vin Fig. 9.20 A Vu C RL Amplificatore utilizzante un BJT pnp con evidenziate le capacità tra i morsetti che concorrono alla sua risposta in frequenza. Operando in questo modo si raggiungono risultati molto vicino ai valori veri dei due poli, ottenibili eventualmente in un secondo tempo con precisione utilizzando un simulatore circuitale. Come visto in Appendice C, se anche i due valori di (9.18) e di (9.19) fossero uguali (caso più sfortunato), eliminare l’uno e tenere l’altro darebbe un errore nei valori finali dei poli solamente di un fattore 2. A meno di esigenze particolari, non è quindi in generale necessario calcolare l’equazione (9.15) di secondo grado al denominatore né tanto meno risolverla! La Fig.9.19 visualizza un possibile andamento della funzione di trasferimento del circuito al variare della frequenza del segnale di ingresso, nell’ipotesi che f p<fz. La presenza di un guadagno invertente, di due poli e di uno zero positivo comporta uno sfasamento tra ingresso ed uscita che asintoticamente tende a 90°. L’analisi di uno stadio Emettitore comune (Fig.9.20) porta ad identiche conclusioni. Il polo prevalente (termine b) per un amplificatore a BJT è quindi: pL 1 1 b C (R i g m ) (R i g m )C (1 g mR L ) R LC (9.23) I risultati ottenuti in questo paragrafo mettono in luce un fatto molto importante: poiché normalmente il termine RiCgd(1+gmRL) nella (9.22) o il termine (R1||/gm)C(1+gmRL) nella (9.23) è il termine dominante in un amplificatore ad alto guadagno, ne risulta che il guadagno di uno stadio e la sua banda passante non sono due grandezze indipendenti. Infatti, a causa della capacità di ponte Cgd (C), un aumento dell’amplificazione comporta un aumento della costante di tempo associata al primo polo. A questo punto, una maggiore amplificazione è pagata con una corrispondente diminuzione della banda dello stadio. In generale sono gli stadi che amplificano a limitare la banda di un circuito. Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 39 E 9.16 Si analizzi il comportamento in frequenza del seguente amplificatore di tensione impiegante un MOSFET con k=2mA/V2, VT=0.5V, ro=, Cgs=Cgd=1pF. In particolare: a) Calcolare il guadagno a bassa frequenza del circuito b) Calcolarne il polo prevalente che determina la banda passante c) Stimare il polo ad alta frequenza + 5V d) Confrontare i valori stimati dei poli con RL quelli esatti ottenibili dal calcolo 5k R i dell’equazione di bilancio ai nodi, e 1k commentare. vu e) Calcolare lo zero f) Disegnare in un diagramma di Bode vin quotato l’andamento con la frequenza del - 1V modulo e della fase del guadagno. La polarizzazione porta l’uscita a Vu=+2.5V e fa lavorare il MOSFET con gm=2mA/V (1/gm=500). Pertanto G(0)=-10. b) Il coefficiente b del termine di primo grado al denominatore della funzione di trasferimento è: b=CgsRi+Cgd(RL+Ri(1+gmRL)=1ns+16ns=17ns Il polo prevalente è quindi alla frequenza fL=9.3MHz. c) Poiché nell’espressione di b l’addendo legato a C gd ha il valore maggiore, a frequenze superiori a fL la capacità Cgd sarà già intervenuta. Cortocircuitandola si abbassa il problema di un grado e si può calcolare la resistenza che in questa situazione la restante + 5V capacità Cgs vede ai suoi capi, e quindi la corrispondente costante di tempo, pari a RL 5k Ri =Cgs(Ri||RL||1/gm)312ps 1k da cui consegue un valore del polo ad alta vu frequenza di circa fH510MHz. d) Calcolando l’espressione precisa del trasferimento Cgs si sarebbero ottenuti i seguenti due valori: - 1V fL=9.5MHz e fH=531MHz, confermando l’utilità e la ragionevole precisione del metodo sintetico utilizzato. e) Lo zero è alla frequenza fz=318MHz, ricordando che nel piano complesso si posiziona a destra dell’origine degli assi. f) I diagrammi di Bode del modulo e della fase risultano quindi i seguenti: a) Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 40 510MHz 0 9.3MHz Log () 180 510MHz 9.3MHz 270 Log () 360 90 La banda passante del circuito può quindi essere presa pari a circa 9MHz. l’effetto E 9.17 Commentare dell’accoppiamento in AC del seguente circuito, identico per il resto al precedente. + 5V R1 500k Ri 1k C=1.5nF RL 5k vu R2 100k vin - 1V La presenza del condensatore di disaccoppiamento non consente la trasmissione delle componenti in continua della tensione di segnale, e pertanto introduce uno zero nell’origine della funzione di trasferimento. Inoltre, scaricandosi su una resistenza pari a 84k, determina un polo a 1260Hz. A queste frequenze gli elementi reattivi del transistore sono ben lontani dall’intervenire e quindi la loro esistenza può essere trascurata. Per frequenze maggiori di qualche kHz, l’impedenza del condensatore di disaccoppiamento diventa trascurabile (il condensatore si comporta come un cortocircuito) e l’amplificazione dello stadio raggiunge il valore di -10. In alternativa a queste considerazioni, si sarebbe potuto analizzare il circuito nel suo complesso calcolando il valore di b: b=C(R1||R2+Ri)+CgsR1||R2+Cgd(RL+ R1||R2(1+gmRL)=126s+1ns+16ns=126s Da cui si vede che il polo prevalente fL=1/2b è determinato dalla capacità C, intervenuta la quale (e quindi cortocircuitata) l’analisi diventa in tutto uguale a quella fatta nell’esercizio precedente, perché Ri< R1||R2. (j)||T 10 -3dB 90 -20dB/dec 9.3MHz 1.26kHz 180 510MHz 0 1.26kHz 510MHz 0 dB Log () 270 360 90 9.3MHz Log () Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI E 9.18 Si consideri il seguente circuito a BJT ( =100, fT=1GHz, C =0.2pF). a) Calcolare l’ampiezza del segnale in uscita al variare della frequenza del segnale forzante, vin supponendo che Rs=1k. b) Studiare come varia la banda passante quando si usa un generatore di segnale con Rs=50 . 41 +6V 10 F 2.65k R1 =6k Rs vu Rc =5k R2=12k -12 V (a) - IC=2mA e C=12.5pF. La capacità di by-pass tra l’Emettitore e massa determina uno zero a 6Hz ed un polo a 780Hz. Il guadagno a bassissime frequenze (<6Hz) è G-1.5 e si stabilizza a G-195 in centro banda. Per il calcolo dei poli a più alte frequenze, si valutano le costanti di tempo =(Rs||R1||R2||/gm)C=6.1ns =(Rs||R1||R2||/gm)C (1+gmRC) + RCC=40.1ns Il polo che limita la banda del circuito è quindi a fL=3.45MHz, mentre quello a più alta frequenza sarebbe a fH=1.2GHz. Poiché anche lo zero interviene sostanzialmente alla stessa frequenza (fT), ai fini del modulo del trasferimento le due singolarità si elidono. Il diagramma di Bode del guadagno è quindi: dB 46 fT 3.5 6 Hz 780 Hz 3. 4 MHz (b) - L’uso di un generatore di segnale con una resistenza serie più piccola permette un maggiore guadagno (G400) ed allarga la banda. Quest’ultima infatti si manterrebbe piatta fino alla frequenza di 25MHz. E 9.19 Si calcoli la banda passante del circuito proposto nell’esercizio E 9.5, quando si rimuove l’ipotesi semplificativa fatta sulla capacità C assunta ora pari a 4pF. [C=34pF, Banda passante 0428kHz] Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 9.4.6 42 Amplificatore Source (Emettitore) comune con carichi capacitivi Si consideri ora il caso in cui lo stadio Source comune alimenti un carico con una componente capacitiva, come mostrato nella Fig.9.21. Essa può essere vista come la capacità mostrata dallo stadio successivo di un circuito complesso oppure la capacità mostrata dal trasduttore finale di un sistema elettronico. Data la particolare disposizione dei tre condensatori, in serie tra di loro sulla maglia del generatore di polarizzazione e quindi non indipendenti tra loro (dopo aver scelto la carica su due condensatori, e quindi anche la tensione ai loro capi, la carica e la tensione sul terzo non è più libera ma fissata), la funzione di trasferimento avrà ancora solo due poli. Sulla base delle considerazioni già fatte nei paragrafi precedenti, essa avrà anche uno zero, calcolato come visto in precedenza. Per il calcolo del polo prevalente (coefficiente b del termine di primo grado al denominatore della funzione di trasferimento), è facile verificare che l’introduzione del carico capacitivo determina solamente la comparsa di un addendo addizionale: RLCL (o eventualmente (RL||ro)CL nel caso di resistenza di Drain finita del transistore). Se CL fosse molto maggiore delle capacità interne del MOSFET, il carico facilmente determinerebbe la banda effettiva dell’intero amplificatore. Il polo prevalente del circuito ha perciò l’espressione pL 1 1 b R i C gs R L (C gd C L ) R i C gd (1 g m R L ) Per ottenere la stima del secondo polo, basta individuare all’interno dell’espressione di b il termine prevalente e cortocircuitarne la corrispondente capacità. Di questo “nuovo” circuito si valuta il nuovo termine b che fornirà il valore del secondo polo. Vcc RL Cgd CL vu Ri v in Fig. 9.21 C gs Stadio Source comune con carico capacitivo, alimentato da un generatore di tensione reale. Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 43 Provate a confrontare i risultati ottenuti con l’analisi intuitiva appena fatta con le radici del denominatore della funzione di trasferimento esatta della rete, che è : g m R L (1 s Cgd g m ) vu vin s2 CgsR LR i (Cgd CL ) R LCL R iCgd ) s R iCgs R L (Cgd CL ) R iCgd (1 g mR L ) 1 (9.24) Conviene sottolineare ancora una volta che, mentre è importantissimo ricavare con buona precisione il suo polo dominante fin dalla prima fase di analisi sintetica di un circuito, in modo da avere immediatamente una impressione corretta della sua banda passante (e per nostra fortuna, come visto, questo può essere fatto in modo facile e fisicamente intuitivo), non altrettanto essenziale è avere fin dall’inizio il valore preciso dei successivi poli più veloci. Questi infatti, definendo alcune caratteristiche "del secondo ordine" del circuito, diventano importanti solo in una fase più avanzata di un progetto elettronico. A quel punto si è comunque portati ad affrontarne il calcolo sistematicamente con un simulatore circuitale tipo SPICE, in cui tenere conto anche di eventuali altre capacità parassite, sempre presenti in un circuito ma ad una prima indagine trascurate, così da avere una rappresentazione precisa del proprio prodotto elettronico prima di mandarlo in produzione. È facile verificare che una funzione di trasferimento analoga alla (9.24) caratterizza lo stadio Emettitore comune di un circuito a BJT con carico capacitivo. Le uniche differenze sono che invece di Ri, nelle espressioni delle costanti di tempo si deve inserire la resistenza Ri||/gm e che il guadagno in continua risente della partizione tra Ri e /gm. Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 44 E 9.20 Si ri-analizzi il comportamento in + 5V frequenza dell’amplificatore di tensione visto nel E 9.16 (impiegante CL RL 1pF Ri 5k un MOSFET con k=2mA/V2, VT=0.5V, 1k ro=, Cgs=Cgd=1pF) nel caso in cui vu ora piloti un carico comprendente anche una capacità CL=1pF. In vin particolare: - 1V a) Calcolare il polo prevalente che determina la banda passante b) Stimare il polo ad alta frequenza c) Calcolare lo zero d) Disegnare in un diagramma di Bode quotato l’andamento con la frequenza del modulo e della fase del guadagno e) Confrontare i valori stimati dei poli con quelli esatti ottenibili dal calcolo dell’equazione di bilancio ai nodi, e commentare. a) Il coefficiente b del termine di primo grado al denominatore della funzione di trasferimento è ora: b=CgsRi+Cgd(RL+Ri(1+gmRL)+CLRL=1ns+16ns+5ns=22ns Il polo prevalente si è quindi abbassato, come è ragionevole aspettarsi, e si posiziona alla frequenza fL=7.2MHz. b) Poiché anche in questo caso nell’espressione di b l’addendo legato a Cgd ha il valore maggiore, a frequenze superiori a fL la capacità Cgd sarà già intervenuta. + 5V Cortocircuitandola si abbassa il problema di grado. Si vede come le due capacità rimaste CL RL 1pF Ri 5k siano in parallelo tra loro, in accordo con il 1k fatto che originariamente le tre capacità non vu erano indipendenti. Si può calcolare la Cgs vin resistenza che in questa situazione la - 1V capacità (Cgs +CL) vede ai suoi capi, e quindi la corrispondente costante di tempo, pari a =(Cgs+CL)(Ri||RL||1/gm)= 624ps da cui consegue un valore del polo ad alta frequenza di circa fH255MHz. c) Lo zero si posiziona sempre alla frequenza fz=318MHz, a destra nel piano complesso. d) I diagrammi di Bode del modulo e della fase risultano quindi i seguenti: Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI dB -10 45 225MHz 7.2MHz 225MHz 0 7.2MHz 318MHz -90 -180 -270 -360 -90 La banda passante del circuito può quindi essere presa pari a circa 7.2MHz. e) Calcolando l’espressione precisa del trasferimento (come da 9.24) si sarebbero ottenuti i seguenti due valori: fL=7.3MHz e fH=575MHz, confermando l’utilità e la ragionevole precisione del metodo sintetico utilizzato. E 9.21 Come cambierebbe la risposta del circuito precedente se CL=100pF ? Calcolare i nuovi poli e tracciare i nuovi diagrammi di Bode.. (fL308kHz; fH80MHz). E 9.22 Si analizzi il comportamento del circuito dell’esercizio E 9.3 nel caso in cui, più realisticamente, il generatore di tensione di segnale abbia una resistenza serie Ri=1k ed il transistore BJT abbia capacità C=2pF . I calcoli portano ad un valore di C=5.3pF ed alle seguenti costanti di tempo: 1=4.9ns, 2=137ns, 3=811ns, e la 4=123ns. Come si può notare, l’elevato guadagno di tensione tra Base e Collettore rende 3 prevalente e molto alta nonostante il piccolo valore della capacità C. La banda passante del circuito è pertanto limitata a 167kHz, ben inferiore a quella stimata nell’esercizio E 9.3 trascurando C! Il secondo polo è invece posto alla frequenza di 184MHz. E 9.23 Si valuti come varia la banda passante del circuito dell’esercizio E 9.18 quando il carico presenta anche una componente capacitiva di 10pF. [780Hz311kHz] Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 46 9.5 COMPORTAMENTO IN FREQUENZA DI AMPLIFICATORI CON RESISTENZA AL SOURCE Nel caso in cui l’amplificatore presenti una resistenza di degenerazione sul Source (Emettitore), il calcolo delle singolarità della funzione di trasferimento è solo di poco più complicato per tener conto del fatto che anche la capacita Cgs (Cbe) viene ora a trovarsi tra due punti del circuito che si muovono entrambi in tensione. Per quanto riguarda il metodo, nulla cambia rispetto a quanto visto nei paragrafi precedenti. 9.5.1 Calcolo dei poli dell’amplificatore a MOSFET Lo schema circuitale per l’analisi in frequenza di un amplificatore a MOSFET con resistenza RS di degenerazione sul Source è riportato nella Fig.9.22. La resistenza Ri sintetizza tutte le resistenze viste effettivamente al Gate del transistore (resistenza di uscita dello stadio precedente e resistenze di polarizzazione). La funzione di trasferimento avrà due poli perché i due condensatori sono indipendenti. Poiché i due condensatori interagiscono tra loro, il denominatore della funzione di trasferimento avrà una forma (as2+bs+1) la cui soluzione darà i due poli cercati. Come già visto, il coefficiente b è la somma delle costanti di tempo ottenute moltiplicando ogni singola capacità per la resistenza vista ai suoi capi quando le altre capacità sono aperte. Utilizzando l’analisi nodale è possibile calcolare la funzione di trasferimento dello stadio. Il calcolo porta alla seguente espressione + VDD Cgd RL vu Ri vin Cgs RS - VSS Fig. 9.22 Schema circuitale per l’analisi in frequenza di un amplificatore con resistenza di degenerazione sul Source in cui sono evidenziate le due capacità Cgs e Cgd. Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI v u (s) g R m L v in (s) 1 g mR s 47 s 2 C gd C gs R s / g m sCgd (R s 1 / g m ) 1 RL s 2 a s C gd R i 1 1 g m Rs Rs R L C gs R s 1 g m R i 1 1 g R m s 1 (9.25) dove a CgsCgd (R i R L R i R s R sR L ) . Essa coincide con l’espressione che si otterrebbe dalla (9.4), ponendo Ys=1/Rs, Y =sCgd, Yi=1/Ri, Y=sCgs, YL=1/RL. Vediamo nel seguito come arrivare a questo risultato senza passare attraverso l’analisi nodale e come acquisire sensibilità sui componenti circuitali più limitanti. Innanzitutto calcoliamo gli addendi del termine di primo grado al denominatore: Termine relativo a Cgd. Con riferimento alla Fig.9.23(a), la resistenza vista da Cgd sarà ottenuta come R=(VA-VB)/I dopo avere sostituito alla capacità un generatore di sonda di corrente e calcolato la corrispondente variazione di tensione tra i due punti A e B. Poiché entrambi i punti A e B si spostano in tensione, è necessario impostare il sistema di bilancio ai nodi A e B: VA I R i V 1 B I VA 1 gm RS RL da cui VA VB I R i I R L I R i I Ri RL 1 gm RS RL RL Ri B A Cgd B A RS Cgd(1-GAB) (a) Fig. 9.23 RS (b) Schema circuitale per il calcolo della resistenza vista dalla capacità Cgd e rappresentazione sintetica dello sdoppiamento della capacità alla Miller. Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 48 ed ottenere l’espressione della desiderata impedenza vista dalla capacità: R gd VA VB RL RL R i 1 I 1 gm RS (9.26) dove all’interno della parentesi tonda si nota nel secondo addendo il guadagno di tensione tra Gate e Drain GAB: (1-GAB). La costante di tempo sarà data da : RL RL gd Cgd R i 1 1 g m R S (9.27) Per giustificare il risultato, si pensi alla variazione della carica accumulata sulle armature di Cgd quando lo stadio è forzato dal segnale di tensione vin. Come già visto nel caso dell’amplificatore senza resistenza di degenerazione (Fig.9.15) anche ora, esaurito il transitorio di carica della capacità, il potenziale del morsetto di Drain è diminuito del guadagno GAB=-RL/(1/gm+RS) tra VA e VB, generando una variazione effettiva della tensione ai capi di Cgd pari a (1+ RL/(1/gm+RS))vin. Pertanto sulle armature di Cgd la variazione di carica è stata di Q=(1-GAB).vinCgd. Il generatore di tensione vin ha dovuto fornire la stessa carica che avrebbe erogato ad una capacità Ceq=(1+ RL/(1/gm+RS))Cgd posta tra Gate e massa (Fig.9.23(b). Ci si attende, quindi, che la capacità Cgd contribuisca alla costante di tempo associata alla rete di ingresso con un termine del tipo (1+ RL/(1/gm+RS))CgdRi. L’altro capo della capacità sarebbe invece caricato con la resistenza vista nel nodo B pari a RL, come indicato dalla (9.27). Termine relativo a Cgs. Con riferimento alla Fig.9.24(a), la situazione è concettualmente simile alla precedente. Il bilancio ai due nodi A e B diventa: V IRi V A I B (V V ) g A B m RS da cui VA VB I R i I R S (1 g m R i ) (1 g m R S ) ed ottenere l’espressione della desiderata impedenza vista dalla capacità: R gs VA VB R RS RS g R i R i 1 m S I 1 g mRS 1 g mRS 1 g mRS (9.28) Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 49 La costante di tempo dell’addendo introdotto dalla capacità Cgs sarà : g m R s gs Cgs R s 1 g m R i 1 1 g m R s (9.29) Essa sarà in generale piccola perché il termine (9.28) è piccolo, essendo le resistenze fisiche divise per il termine (1+gmRS). Questo risultato è aspettato. Infatti si pensi alla variazione della carica accumulata sulle armature di Cgs quando lo stadio è forzato dal segnale di tensione vin a gradino. Esaurito il transitorio di carica della capacità, il potenziale del morsetto di Source è anch’esso aumentato del guadagno in tensione tra VA e VB, GAB=RS/(1/gm+RS), generando una variazione effettivamente piccola della tensione ai capi di Cgs pari a (1-GAB)vin. Quindi per quanto riguarda il generatore di tensione vin, esso deve fornire la stessa carica Q=(1-RS/(1/gm+RS))vinCgs che erogherebbe ad una capacità piccola e pari a Ceq=(1GAB)Cgd posta tra Gate e massa (Fig.9.24(b)). L’altro capo della capacità sarebbe invece caricato con la resistenza vista nel nodo B pari al parallelo tra 1/gm ed RS, come indicato dalla (9.29). Ai fini pratici (e per facilmente ricostruire il termine (9.29)), è come se si fosse rimossa la capacità Cgs e la si fosse sostituita con due capacità poste rispettivamente tra il Gate e massa e tra il Source e massa come indicato nella Fig.9.24(b). In conclusione il termine b dell’equazione di secondo grado al denominatore della funzione di trasferimento ha la seguente forma: RL b C gd R i 1 1 g m R S RS R L C gs R S 1 g m R i 1 1 g R m S RL RL Ri Ri A A B B I (a) Fig. 9.24 RS Cgs(1-GAB) RS Cgs (b) Schema circuitale per il calcolo della resistenza vista dalla capacità Cgs e rappresentazione sintetica dello sdoppiamento della capacità alla Miller. (9.30) Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 50 come effettivamente calcolato nella (9.25). Ci si attende, quindi, che la costante di tempo associata al polo prevalente sia fL 1 2 b Per calcolare il polo a frequenza maggiore, possiamo guardare i due addendi della (9.30) ed individuare il termine con valore maggiore. La capacità corrispondente potrà quindi essere pensata già intervenuta quando andiamo ad esplorare frequenze oltre fL. Cortocircuitando quella capacità otteniamo perciò un “nuovo” circuito avente una sola capacità, di cui si dovrà calcolare la costante di tempo. Essa sarà il costituente del polo a frequenza elevata, f H, del circuito completo. 9.5.2 Calcolo degli zeri dell’amplificatore L’individuazione degli zeri di una funzione di trasferimento quando le capacità interagiscono è molto complessa. Tuttavia si può arrivare ad una buona stima degli zeri immaginando che le capacità agiscano una alla volta senza che le altre siano presenti. Nel caso della sola Cgd (Fig.9.25), la frequenza complessa “s” che rende nullo il trasferimento di segnale all’uscita, vu(s)=0, si trova imponendo che non passi corrente in RL e che quindi la corrente di segnale iniettata dal Gate verso l’uscita attraverso la capacità Cgd, pari a i=Vg/(1/sCgd), sia esattamente pari a quella prelevata dal Drain del FET per effetto dello stesso segnale vin applicato, ovvero v g sC gd v g 1 1 gm RS X i=0 vgsCgd Ri vin Fig. 9.25 Vu=0 vg vg 1 gm RS RS Schema circuitale per la stima dello zero introdotto dalla capacità Cgd. Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 51 Questa eguaglianza è verificata per la frequenza complessa s=1/[Cgd(1/gm+RS)]. Ci aspettiamo quindi che che fZ 1 2 Cgd R S 1 g m (9.31) sia una buona stima dello zero della funzione di trasferimento. In effetti questo è il valore che si otterrebbe dalla (9.25) nell’ipotesi che l’altro zero disti più di una decade. Infatti il coefficiente b di quel numeratore è proprio pari a (9.31). Si noti che si tratta di uno zero reale positivo, posto quindi nel semipiano destro del piano di Gauss. Esso ha quindi la particolarità di sfasare il segnale di ingresso di ulteriori 90°, producendo lo stesso effetto sullo sfasamento di un segnale di quello prodotto da un polo. Trovato il primo zero ci possiamo chiedere se ne esista un secondo. A tal fine può essere utile analizzare il guadagno a frequenza molto elevata. Con riferimento alla Fig.9.26, quando siamo ad altissima frequenza le due capacità possono essere equiparate ad un cortocircuito per il segnale. Pertanto il guadagno asintotico sarà pari a : G() RL RE vout() vin () Ri R L R E Guardando il modulo della funzione di trasferimento, dovendo partire da un valore finito e giungere ad un valore finito, se ci sono 2 poli dovranno esserci necessariamente due zeri. Guardando la fase, dovendo partire da una fase di -180° (perché il guadagno è invertente a bassa frequenza) ed arrivare ad una fase di 0° (perché il guadagno è positivo), il secondo zero dovrà essere negativo. vu vin dB Guadagno finito -20dB/dec -40dB/dec Guadagno finito -20dB/dec RL Ri vin Vu 0dB pL pH z 1 z2 0° RS -180° -20dB/dec log f pL pH z -270° -360° -90° Fig. 9.26 Zero positivo Considerazioni di principio sul dell’amplificatore a frequenze elevatissime. Zero negativo funzionamento Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 52 E 9.24 Si consideri il circuito seguente, i cui MOSFET hanno VT=0.8V, k=2mA/V2 e Va=. a) Calcolare la tensione nei tre punti indicati come possibili uscite, in assenza di segnale. b) Calcolare il guadagno G3=Vu3/Vin del circuito a bassa frequenza. c) Calcolare il massimo segnale positivo ed il massimo segnale negativo applicabile all’ingresso del circuito d) Quale tra le due resistenze, R3 ed R5, produce la maggiore densità spettrale di potenza di rumo-re all’uscita Vu3 ? Calcolarne il valore. e) Calcolare la distorsione di seconda armonica presente all’uscita Vu1 del circuito quando in in-gresso viene applicato un segnale sinusoidale di ampiezza 50mV a bassa frequenza. g) Supporre ora che entrambi i MOSFETs abbiano una Cgd=3pF. Calcolare la funzione di trasferimento verso l’uscita “1”, G(s)=Vu1(s)/Vin e disegnarne il diagramma di Bode quotato per il modulo e per la fase. + 5V R2 2k vu1 R1 1k R4 2k T1 vin R3 100 vu3 T2 R5 600 vu2 - 2V . a) Vu1=+1V; Vu2=-0.8V; Vu3=+1V. gm1=gm2=4mA/V (1/gm=250) b) G=13.4 c) Vin|+=270mV, limitato da T1. Vin|-=-42mV, limitato da T2. d) R3 che produce S(f)=(17nV/sqr(Hz))2 e) HD2=0.64%. Si noti che il fatto che T2 entri in zona ohmica non peggiora la distorsione in Vu1. f) Le due capacità interagiscono. Una stima del polo prevalente, quello a frequenza più bassa, lo otteniamo ricavando il termine: b=Cgd1[R1(1+R2/(R3+1/gm)+R2) + Cgd2[R2(1+R4/(R5+1/gm)+R4) = 26ns + 26ns che fornisce fpl3MHz. Per il calcolo del secondo polo, a frequenza più elevata, bisogna cortocircuitare la capacità che mostra la costante di tempo maggiore. Essendo per entrambe uguale, la scelta è indifferente. Ad esempio, cortocircuitando T2, si ha: Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 53 = Cgd1[R1(1+Ra/(R3+1/gm)+Ra) dove Ra=R2||R4||(1/gm+R5)=460 ottenendo il secondo polo a fph18MHz. Quanto agli zeri, poiché andando ad altissima frequenza il guadagno di tensione si stabilizza ad un valore finito, sappiamo essercene due. Quello relativo a T1 è ragionevole aspettarselo alla =Cgd1(1/gm1+R3) pari alla frequenza nel semipiano destro fz1152MHz. Quello relativo a T2 ci si aspetta di ottenerlo chiedendosi come sia possibile che Vu1 non si sposti nonostante il segnale il segnale applicato all’ingresso. Ciò è possibile se l’impedenza da V u1 verso massa, pari in questo caso a (1/sCgd2+R4), è uguale a zero. Si ottiene quindi fz226MHz. Provate a fare i conti precisi della funzione di trasferimento ed a verificare di quanto i reali poli e zeri differiscano da quelli appena trovati per via sintetica ! E 9.25 Disegnare l’andamento temporale del segnale di uscita vu(t) del seguente circuito quando in ingresso viene applicato un gradino di corrente di 10 A. Si utilizzi un MOSFET a svuotamento con VT=2V, K=-0.2mA, Cgd=0pF ed fT=200MHz. +6V 10M C= 5k C= i in Ri vu 5k 10k La polarizzazione è caratterizzata dai seguenti valori: I D=200A, gm=0.4mA/V e Cgs=0.3pF, quest’ultima ottenuta in base alla (9.3). Sul segnale le capacità di valore infinito sono comunque dei cortocircuiti. Trascurando la resistenza di polarizzazione da 10M in parallelo a 5k, si ottiene una costante di tempo di ingresso pari a =1.5ns (f=106MHz, da confrontarsi con la fT). Il valore asintotico del segnale di tensione al gate del FET vale vg=iinRi=50mV che comporta una variazione del segnale all’uscita pari a vu=-200mV. L’andamento del segnale nel tempo è riportato nella figura seguente vu 2V 1.8V 1.5ns 0V t Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 54 E 9.26 Cosa accade nel circuito dell’esercizio precedente all’aumentare del valore della resistenza Ri? Analizzare il caso limite Ri=. Quale precauzione bisogna prendere nella scelta del MOSFET? Il cambiamento sostanziale è nella costante di tempo di ingresso, che per R i vale =3s, e nel valore asintotico del potenziale del Gate a transitorio esaurito. Inizialmente il circuito di ingresso si comporta da integratore puro, con la tensione del Gate che sale linearmente nel tempo. Infatti alla capacità C gs giunge un flusso di cariche costante pari a 10A. Dopo appena 30ns, il potenziale del Gate è passato dal valore stazionario di +6V al valore di +7V. Oltre questo valore il transistore raggiunge la completa interdizione. Quindi, nei primi 30ns, la corrispondente corrente di Drain varia secondo la relazione quadratica del FET (non si può più considerare il segnale un piccolo segnale!) fino ad annullarsi completamente. Raggiunta l’interdizione del transistore, benché il potenziale del nodo d’uscita non vari più, il potenziale del Gate continua a salire fino al valore di 106V con la costante di tempo di 3s. Questo valore asintotico viene raggiunto solo se l’ossido di Gate riesce a tenere questa differenza di potenziale senza forarsi. Nei moderni circuiti integrati la rottura del dielettrico avviene tra i 30 ed i 100V. vu 2V t 0V 0 30ns 60ns Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI E 9.27 Considerare il circuito della figura accanto, in cui i MOSFET abbiano tutti VT=0.4V, k=2mA/V2 e VA=. Esso è lo stesso già visto in E.5.22. a) Calcolare la tensione stazionaria dell’uscita in assenza di segnale. b) Calcolare il guadagno a bassa frequenza del circuito. c) Disegnare i diagrammi di Bode del modulo e della fase del guadagno quando è presente la capacità Cgd=1pF di tutti i transistori.. 55 + 1.5V T2 R4 2 k T3 R3 6800 vu R1 2k T1 vin R2 1200 - 1.5V (a) Vu=0.43V. 1/gm1=500, 1/gm2=600, 1/gm3=600. (b) G=-4 (c) Cgd2 è cortocircuitata e quindi non è vista dal circuito. Cgd3 e Cgd1 sono indipendenti ed interagenti, e daranno due poli. Noto che per frequenze elevatissime G() ha un valore finito pari a : G ( ) 1 / gm1 R 2 R 3 1 / gm3 1 / gm 2 R 4 R1 1 / gm1 R 2 R 3 1 / gm 3 1 / gm 2 R 4 0.1 Pertanto il circuito dovrà avere anche due zeri. Poiché la fase finale è zero, uno dei due zeri dovrà essere positivo. Iniziamo a cercare il polo prevalente : b=T1+T3. Noto che entrambe le capacità sono a ponte tra due punti che si muovono in tensione con il transistore che ne definisce il guadagno: T1 C gd1 R11 G1 R3 1pF2k1 4 6.8k 16.8ns T3 C gd3 R 4 1 / gm 21 G3 R3 1pF4601 11 6.8k 12.3ns A cui corrisponde fLF=5.4MHz. Cortocircuitando Cgd1, cerchiamo il polo a frequenza maggiore: HF Cgd3 R 4 1/ gm2 1 gm3R3 R1 (1/ gm1 R 2) R3 R1 (1/ gm1 R 2) 1pF4601 1.35 810 1.9ns A cui corrisponde fHF=84MHz. Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI Lo zero introdotto dalla sola Cgd1 sarebbe a f z1 56 1 93MHz e 2Cgd1(1/ gm1 R 2) a destra. Mettendo in grafico queste informazioni : 0 4 -90 -20dB/dec -180 84MHz 216MHz 0 5.4MHz 94MHz -270 Log (f) -360 -90 Si trova per via grafica il secondo zero a circa 216MHz. Log (f) Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 9.5.3 57 Calcolo dei poli dell’amplificatore a BJT Facciamo riferimento alla Fig.9.27 per l’analisi dell’amplificatore degenerato utizzante un BJT. La funzione di trasferimento avrà due poli perché i due condensatori sono indipendenti. Poiché i due condensatori interagiscono tra loro, il denominatore della funzione di trasferimento avrà una forma (as 2+bs+1) la cui soluzione darà i due poli cercati. Come già visto, il coefficiente b è la somma delle costanti di tempo ottenute moltiplicando ogni singola capacità per la resistenza vista ai suoi capi quando le altre capacità sono aperte: Termine relativo a C. In analogia a quanto fatto per il circuito a MOSFET (§9.5.1), possiamo sostituire alla capacità un generatore di sonda di corrente e calcolare la corrispondente variazione di tensione tra i due punti A e B. Il sistema di bilancio ai due nodi A e B nella Fig.9.28 è VA I R i ( g m R E 1 VB I V A R 1 g m RE L da cui VA VB I R i ( g m R E ) I R L I R i ( g m R E ) RL 1 gm R E ed ottenere l’espressione della desiderata impedenza vista dalla capacità: + VCC C RL vu Ri vin C RE - VEE Fig. 9.27 Schema circuitale per l’analisi in frequenza di un amplificatore con resistenza di degenerazione sull’Emettitore in cui sono evidenziate le due capacità C e C. Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI R VA VB RL RL R i ( g m R E ) 1 I 1 g R m E 58 (9.32) dove all’interno della parentesi tonda si nota il guadagno di tensione tra Base e Collettore che rende conto dell’aumento della carica da depositare sui piatti di C rispetto al caso in cui C fosse collegato a massa. La costante di tempo corrispondente è quindi RL RL C R i ( g m R E ) 1 1 gm RS (9.33) Termine relativo a C. Con riferimento alla Fig.9.29(a), il sistema di bilancio ai due nodi A e B diventa: VA VA VB I R g i m V I B (VA VB ) g m R E da cui si ottiene l’espressione della desiderata impedenza vista dalla capacità: R VA VB Ri I RE g R E 1 1 g R m E m R E gm R i R E g m (9.34) La costante di tempo dell’addendo introdotto da C è spesso approssimata da: I Ri RL RL Ri B A C B A RE C(1-GAB) (a) Fig. 9.28 RE (b) Schema circuitale per il calcolo della resistenza vista dalla capacità C e rappresentazione sintetica dello sdoppiamento della capacità alla Miller. Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI C R i 1 RE R i g R E 1 1 g R R E g m E m m 59 (9.35) dove è facile riconoscere - RE è CR i R E 1 g 1 g R m E m la costante di tempo associata alla scarica, sulla rete resistiva di ingresso, della capacità di ponte C , che si è pensato di riportare tra Base e massa tenendo conto della riduzione della carica assorbita determinata dalla variazione di potenziale del nodo di Emettitore (effetto Miller). - 1 R CR E i è g m la costante di tempo di scarica della capacità di ponte C sulla resistenza vista all’uscita; Ai fini pratici è come se si fosse rimossa la capacità di ponte C e la si fosse sostituita con due capacità poste rispettivamente tra la Base e massa e tra l’Emettitore e massa, come indicato nella Fig.9.29b. Il termine b dell’equazione di secondo grado al denominatore della funzione di trasferimento ha quindi la forma: b C R i g R E C R i m 1 RE R i g R E 1 1 g R R E g (9.36) m E m m RL RL Ri Ri A A B B I (a) Fig. 9.29 RE C(1-GAB) RE C (b) Schema circuitale per il calcolo della resistenza vista dalla capacità C e rappresentazione sintetica dello sdoppiamento della capacità alla Miller. Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 60 e la corrispondente frequenza del polo sia fL 1 2 b Per calcolare il polo a frequenza maggiore, possiamo guardare i due addendi della (9.36) ed individuare il termine con valore maggiore. La capacità corrispondente potrà quindi essere pensata già intervenuta quando andiamo ad esplorare frequenze oltre fL. Cortocircuitando quella capacità otteniamo perciò un “nuovo” circuito avente una sola capacità, di cui si dovrà calcolare la costante di tempo. Essa sarà il costituente del polo a frequenza elevata, f H, del circuito completo. Per gli zeri si procede come fatto nel §9.5.2. E 9.25 Si consideri il seguente circuito, + 5V in cui il BJT ha (Consider the RL following circuit whose BJT Cbc=5pF 1.6k has ) =200 e Va= . vu a) Calcolare l’uscita Vu in 2k assenza di segnale. (Find Vu RU when no signal is applied ) vin RE 4k b) Calcolare il guadagno 150 del circuito a bassa frequenza. - 1V (Find the gain at low frequency) c) Tracciare il diagramma di Bode quotato del modulo e della fase del guadagno G(s)=Vu(s)/Vin(s). (Plot the Bode diagrams of the transfer function G=Vu(s)/Vin(s)) d) Calcolare la distorsione di seconda armonica a bassa frequenza all’uscita quando in ingresso viene applicata una sinusoide ampia 100mV. (Find the value of HD2 at the output at low fre-quency when a sinusoid of amplitude 100mV is applied to the input) e) Calcolare la massima ampiezza Amax di una sinusoide Vin(t)=A.sin(t) di bassa frequenza applicabile al circuito (Find the maximum amplitude of a low frequency sinusoid applied to the input) f) Considerare anche Cbe=3pF. Calcolare i nuovi poli del circuito e tracciare il nuovo diagramma di Bode (Consider also Cbe=3pF of the BJT. Find the new poles of the circuit and draw the new Bode plots). a) Trascurando la corrente di base, si otterrebbe Vu =+1V. Tenendone conto si otterrebbe Vu+1.16V. b) GLF-6.6 Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 61 c) fp1.86MHz, fz196MHz (destro). Verificare che il guadagno ad alta frequenza (con Cbc cortocircuitata) vale GHF=0.066. d) HD2|LF=0.55% e) Amax =197mV + 5V f) Nel caso in cui ci siano entrambe le capacità il circuito è quello accanto. RL Cbc=5pF 1.6k Il termine b dell’equazione di secondo vu grado mostra che la costante di tempo 2k dominante è quella data da Cbc e quindi RU fp11.86MHz. Una volta intervenuto Cbc, il vin RE 4k secondo polo del circuito è dato da Cbe e 150 Cbe=3pF risulta essere pari a fp24GHz. - 1V + 3V E 9.26 Considerare il circuito della figura accanto, in cui il BJT abbia (Please R4 R1 consider the circuit shown on the 5k 2.3k R2 right whose BJT has) =200 e Va=. vu 2k R3 a) Calcolare il valore di vin 3k polarizzazione della tensione di uscita C 8pF Vu. (Find the bias voltage at Vu) 1,5mA b) Calcolare il guadagno G=Vu/Vin a bassa frequenza del - 2V circuito. (Find the low frequency gain of the circuit) c) Tracciare il diagramma di Bode (modulo e fase) del trasferimento G(f)=Vu(f)/Vin(f), dopo avere calcolato poli e zeri. (Draw the Bode plots in modulus and phase of the circuit transfer function) d) Calcolare la dinamica di ingresso, positiva e negativa, del circuito a bassa frequenza (Find the input dynamic range, positive and negative, at low frequency) e) Calcolare la distorsione di 2° armonica del segnale di uscita Vu per un ingresso sinusoidale ampio 250mV alla frequenza di 1 kHz. (Find the HD2 of the output voltage Vu when a sinusoid of amplitude 250mV at 1kHz is given to the input). T1 bc a) Trascurando la corrente di base (5A), si otterrebbe Vu =+0.5V. Tenendone conto si otterrebbe Vu+0.47V. b) GLF-2.14 c) fp1.18MHz, fz8.6MHz (destro). d) Vin+292mV, Vin-339mV e) HD2|LF=0.029% Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 62 E 9.27 Considerare il circuito della figura accanto, in cui il BJT abbia =50, Va= , fT=3GHz e C=0 ed i MOSFET k=500A/V2, |VT|=0.8V e Va=10V. + 4V T3 R4 300 R1 3k T4 C1 700 pF R2 20k R5 vu vin T1 T2 R3 4k - 4V a) Calcolare il valore della resistenza R5 dello specchio affinché in R5 scorra la corrente di 500A. b) Calcolare il valore di polarizzazione della tensione di uscita Vu. Si ricorda che la polarizzazione del solo stadio a BJT era stata calcolata in E6.5. c) Calcolare il guadagno G=Vu/Vin a bassa frequenza del circuito. d) Calcolare poli e zeri del circuito, comprendendo quindi sia la C del BJT, sia C1 sia Cgd=10pF e Cgs=90pf del MOSFET del follower (trascurando quindi solo le capacità dei due MOSFET dello specchio) a) R5=12.5k (VSG=1.72V). b) Vu+1.2V (r0 di tutti i MOSFET dell’ordine di 23.5k) c) Il guadagno del solo stadio a BJT è di GLF=-1.07 (GHF=-5.5). Il follower, pur avendo le r0 dei MOSFET, ha un guadagno prossimo a 1 (il suo 1/gm=750). d) La C del BJT interagisce con C1 a dare fp1=388kHz, fp2=88MHz ed uno zero a fz=75.8kHz. La Cgs e Cgd del follower a MOSFET interagiscono tra di loro a dare fp3=1.2MHz, fp4=4.6MHz e fz=2.3MHz. Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 9.6 CIRCUITI A BANDA LARGA : LA CASCODE 63 CONFIGURAZIONE Da quanto visto fino ad ora è chiaro che per avere i poli di un circuito a frequenza elevata è necessario che: 1) le capacità presenti nel circuito siano le più piccole possibili. Nella pratica di progetto questo si traduce nella scelta di transistori con le dimensioni più piccole possibili, compatibilmente con la necessità di portare una data corrente di polarizzazione e di avere una sufficiente transconduttanza. Inoltre si traduce nell’attenzione a limitare il più possibile le capacità parassite introdotte in un circuito dai collegamenti, che si sommerebbero alle capacità già viste o aggiungerebbero ulteriori poli a quelli già individuati. 2) le resistenze presenti nel circuito siano le più piccole possibili. Nella pratica la resistenza collegata al Gate (Base) è spesso la resistenza di uscita del segnale dello stadio precedente e si presume che sia già ottimizzata o che comunque non sia possibile ridurla ulteriormente. Inoltre anche il guadagno del circuito dipende dalle stesse resistenze (si pensi ad RL), per cui una loro diminuzione aumenterebbe la banda ma ne diminuirebbe il guadagno, lasciando spesso inalterato il prodotto guadagno-banda e quindi non apportando alcun reale miglioramento al circuito. Oltre a questi due aspetti, una attenta analisi dei risultati visti analizzando i singoli stadi, ad esempio della (9.13) o (9.14), della (9.21) o della (9.30), ci permette di evidenziarne un terzo aspetto molto importante: 3) il guadagno di tensione tra i due capi delle capacità a ponte sia il più piccolo possibile. Con riferimento al circuito della Fig.9.14, riproposto per comodità a sinistra della Fig.9.30, ed alla relativa funzione di trasferimento (9.14), anch’essa riproposta qui di seguito per comodità: 1 s Cgd g m vu (s) g m R L vin (s) 1 sCgd R i (1 g m R L ) R L (9.37) abbiamo visto che il polo della capacità Cgd ha una costante di tempo elevata perché la tensione ai capi della capacità stessa varia moltissimo, essendo proprio collegata tra ingresso ed uscita, cioè tra i due punti del circuito che hanno la massima variazione relativa di tensione su segnale. Il termine moltiplicativo (1+gmRL) rende conto proprio di questo fatto. Da qui nasce l’idea migliorativa proposta nel circuito a destra della Fig.9.30, consistente nell’aggiunta di un transistore in serie al precedente, il cui Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 64 + VDD + VDD Cgd Ri RL VG FISSO T2 RL vu Cgd vin - VSS Fig. 9.30 1/gm T1 T1 vin vu Ri - VSS Amplificatore tradizionale (sinistra) e amplificatore migliorato nella banda passante (destra) grazie all’introduzione di uno stadio Cascode. Gate (Base) sia vincolato ad una tensione fissa (transistore nella configurazione a Gate comune). Se l’impedenza mostrata dal Source del nuovo transistore (1/gm) è più bassa di RL, il guadagno ai capi di Cgd risulta ridotto rispetto a prima, (1+gm.1/gm), e conseguentemente risulta più piccola anche la costante di tempo complessiva. Vediamo vantaggi e svantaggi di questa soluzione della Fig.9.30: a) Innanzitutto si osservi che il circuito mantiene inalterata la precedente polarizzazione. Infatti, la corrente è fissata da T1, invariato, ed il potenziale di uscita (ai capi di RL) è invariato. b) Bisogna solo avere l’accortezza che il potenziale del Source di T2 mantenga T1 in zona attiva. Questo lo si ottiene, scegliendo opportunemante il potenziale fisso del Gate di T2. c) L’amplificazione in centro banda del nuovo circuito rimane praticamente invariata, perché la corrente di segnale prodotta da T1 comunque scorre inalterata attraverso T2 e raggiunge RL come prima. d) Rispetto al caso senza T2, l’aggiunta del secondo transistore ha lo svantaggio che riduce la dinamica di segnale ai capi di RL perché T2 occupa una parte di tensione tra Drain di T1 e VDD. e) Il vantaggio maggiore è che riduce il guadagno di tensione a cavallo della capacità Cgd. In questo modo la carica richiesta da Cgd è minore, minore il tempo per andare a regime e quindi complessivamente minore la costante di tempo di carica/scarica e quindi a frequenza maggiore il polo. La nuova costante di tempo del polo introdotto da Cgd è quindi : Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 1 C gd R i 1 g m1 g m2 65 1 g m2 molto più piccola di prima. Il sistema costituito da uno stadio Source (Emettitore) comune seguito da uno stadio Gate (Base) comune, è chiamato configurazione Cascode. Per quanto visto scopo del Cascode è di aumentare la frequenza del polo prevalente dello stadio amplificante annullando l’effetto Miller sulla sua capacità di ponte Cgd (C). L’allargamento della banda è tanto più consistente quanto più è elevata la resistenza Ri del generatore di segnale forzante e quanto più è alto il guadagno di tensione dello stadio (gmRL). Fino ad ora abbiamo trascurato le capacità Cgs e Cgd del transistore T2. Dovendo considerarle, facciamo riferimento alla Fig.9.31. La capacità Cgs di T2 concorre al termine “b” del denominatore della funzione di trasferimento, con un termine Cgs.1/gm molto piccolo, corrispondente alla fT del transistore T2. Esso non limita in alcun modo e può essere nella pratica trascurato. La capacità Cgd di T2 non interagisce con le altre e quindi concorre a definire un nuovo polo esattamente alla frequenza 1 (9.38) f p2 2 C gd2 R L Questo polo può anche essere il polo dominante del circuito, e quindi definirne la banda, ma sarà comunque a frequenza superiore del polo del circuito senza cascode, giustificando quindi la modifica al circuito originario. + VDD RL Cgd2 vu T2 Cgs2 Cgd1 vin Ri T1 Cgs1 - VSS Fig. 9.31 Amplificatore nella configurazione Cascode con tutte le capacità messe in evidenza. Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 66 E 9.27 Si consideri il circuito + 3V accanto, i cui BJT hanno (Consider the + 0.8V circuit shown below R4 R2 whose BJTs have) T2 1 k 11.5 k =300 e Va=. T3 T1 vin a) Calcolare la vu R3 R1 tensione Vu in assenza 25 k 7.7 k di segnale. (Find the value of Vu when no - 3V signal is applied) b) Calcolarne il guadagno G=Vu/Vin a bassa frequenza. (Find the low frequency gain G=Vu/Vin of the circuit) c) Supporre che i BJT T1, T2 e T3 abbiano fT=2GHz e C=.1pF. Discutere quanti poli dovrà necessariamente avere il circuito e trovare il valore di ognuno di essi. (Suppose BJTs T1, T2 and T3 have fT=2GHz and C=.1pF. Find the value of all of them). d) Confrontare il risultato con il polo dominante che si sarebbe ottenuto in un circuito analogo ma senza T2 e T3, in modo da commentare il possibile vantaggio del doppio cascode anche in un caso come questo in cui il transistore di ingresso sia degenerato con R1. . a) Vu-0.5V. 1/gm1=83, 1/gm2=250, 1/gm3=250. b) G-3.2 c) Ricordando la relazione del singolo transistore 1 fT , si ricavano C1=860fF, C2=218fF,. C3=218fF. 2C C 1 g m + 3V C2 R4 1 k vin C3 T2 T3 T1 vu R1 7.7 k R3 25 k C3 - 3V La capacità C3 non interagisce con le altre grazie al collegamento di massa alla base di T3. Essa fornisce quindi un polo semplicemente a f p5 1 2C 3 R 3 64 MHz. Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 67 Le capacità C2 e C3 sono tra loro in parallelo. Esse non interagiscono con le altre grazie ai collegamenti di massa alla base di T2 e T3. Il corrispondente polo è quindi semplicemente pari a 1 f p4 2 GHz. 2(C 2 C 3 ) 1 g m3 Le capacità C1, C1 e C2 invece interagiscono tra loro. + 3V C2 C1 R4 1 k T2 vin T3 T1 vu C1 R1 7.7 k R3 25 k - 3V Per tale motivo conviene procedere a calcolare : R1 R 1 1 g m1 b C 1 R 4 g m1 1 1 g m1 R 1 1 g m2 1 g m 2 C 2 1 g m 2 C 1 R 4 ( g m1 R 1 ) 1 1 g m1 R 1 Con i valori del circuito in esame si ottiene: b= 78ps + 128ps + 54ps = 260ps, che fornisce un polo a fp3= 612 MHz Facendo intervenire C1, esploriamo il polo a frequenza più elevata: + 3V C2 R4 1 k vin T2 T3 T1 vu C1 R1 7.7 k R3 25 k - 3V Per questa nuova situazione il termine b è: b C 1 R 1 R 4 1 g m2 1 g m1 C 2 R 4 (1 g m1 R 1 ) || 1 g m2 Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 68 = 72ps + 44ps, che fornisce un polo a fp2= 1.4 GHz L’ultimo polo, conseguente alla chiusura di C1, fornisce circa 2 GHz. d) Il circuito senza il doppio cascode avrebbe l’aspetto seguente : + 3V R4 1 k vin C1 T1 C1 R1 7.7 k vu R3 25 k - 3V Il termine b sarebbe: R1 R 1 1 g m1 b C 1 R 4 g m1 1 1 g m1 R 1 R3 R 3 C 1 R 4 ( g m1 R 1 ) 1 1 g m1 R 1 b= 78ps + 3ns = 3.1ns da cui si ottiene fp=51MHz. Esso è solo di poco migliore rispetto al caso precedente. In effetti la presenza di R1 rende piccolo il guadagno di tensione tra Base e Collettore di T1, riducendo i vantaggi introducibili dal cascode. Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 69 E 9.28 Con riferimento al circuito seguente, in cui il BJT ha (Referring to the circuit shown below that uses BJT having) =100 e Va= ed il MOSFET ha k=1.5mA/V2 e VT=1V:: a) Calcolare la + 9V tensione a cui si porta R1 R2 l’uscita in assenza di 6k C 4k R5 v segnale all’ingresso. u 200 1 nF T2 (Find Vu when no v T1 in C signal is present at the R3 input) R6 3 k 830k b) Disegnare in T3 C un grafico quotato R4 2 k l’andamento in frequenza (modulo e fase) del guadagno G(f)=Vu(f)/Vin(f) in regime di piccolo segnale, indicando il valore del polo e dello zero intro-dotti da C. (Draw the quantitative gain of the circuit as a function of frequency after having calculated the pole and the zero introduced by C). c) Determinare il valore massimo e minimo che può assumere la tensione di uscita Vu ed i corri-spondenti segnali Vin, minimo e massimo, all’ingresso del circuito alla freq. di 1MHz. (Find the maximum and minimum voltage Vu and the corresponding values Vin at the input for signals of 1MHz) d) Calcolare la distorsione di seconda armonica all’uscita Vu quando all’ingresso Vin è applicata una sinusoide di frequenza 1MHz ed ampiezza 50mV. (Find the harmonic distortion at the output of the circuit when a sinusoidal signal of frequency 1MHz and amplitude 50mV is applied to the input) e) Considerare, oltre a C=1nF di ingresso, anche la capacità Cbc=1pF dei due BJT. Calcolare il polo e lo zero introdotto dal transistore T1 ed il polo e lo zero introdotto da T2 e tracciare il diagramma di Bode (modulo e fase) del guadagno del circuito. (Consider now, in addition to C=1nF, also the capacitance Cbc=1pF of the two BJTs. Find the transfer function and draw its Bode diagram (modulus and phase)). . Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 70 E 9.29 Con riferimento al seguente circuito, in cui i BJT hanno (Consider the circuit shown below whose BJT have): =250, fT=10GHz, C=100fF e Va= : + 3V a) Calcolare il valore R2 dell’uscita Vu in assenza di C2 2.3k segnale. (Find Vu when no 47F R5 signal is applied ) 4k vin R1 b) Trascurando le R3 1k capacità interne al BJT, 25 tracciare il diagramma di Bode quotato del modulo e vu della fase della funzione di R6 C1 R4 trasferimento G=Vu(s)/Vin(s). 2k 2k (Plot the Bode diagrams of the transfer function when the - 3V capacitances of the BJT can be neglected ) c) Aggiungere Cbc1=Cbc2=10pF. Calcolare i nuovi poli da queste introdotti e disegnare quotati i diagrammi di Bode del circuito completo. (Consider now Cbc1=Cbc2=10pF. Find the new poles and draw the new Bode plots of the complete circuit.). a) Vu -1V, C=537fF. Effetto della corrente di base trascurabile. b) fz=1.5Hz, fp=118Hz, GLF=-0.86, GHF=-69 c) fp2=6MHz, fp3=7.9MHz, fz2=637MHz (destro). Dinamica a bassa frequenza: Vin=3V, Vin=-582mV limitato da T2. Come è ad alta frequenza ? Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 71 E 9.30 Considerare il seguente circuito che utilizza BJT aventi (The circuit shown below uses BJT with) =100 e curve caratteristiche ideali (VA=) a) Calcolare il valore della tensione Vu in assenza di segnale all’ingresso e della potenza assorbita dalle alimentazioni. (Find Vu and the power absorbed from the supply when no signal is present) b) Calcolare il valore del guadagno G=Vu(s)/Vin(s) riportandone l’andamento in frequenza in un grafico quotato (Find the gain G=Vu(s)/Vin(s) of the circuit and plot it a sa function of frequency). c) Calcolare la massima ampiezza positiva e negativa del segnale applicabile all’ingresso ad alta frequenza (massimo 0.5V in diretta ai capi della giunzione base collettore). (Find the maximum amplitude of the high frequency signal that can be applied to the input) d) Calcolare la distorsione del segnale in uscita quando in ingresso viene applicata una sinusoide alla frequenza di 1MHz ed ampia 2mV. (Find the distortion of the amplifier output when a input sinusoid signal of frequency 1MHz and 2mV amplitude is applied to the input.) e) Ricalcolare la distorsione del circuito nel caso in cui l’uscita fosse presa sull’emettitore di T3. (Find the distortion of the amplifier in case the output would be taken on the emitter of T3) f) Considerare ora anche la capacità Cµ=Cbc=2pF di tutti i transistori oltre a C. Ricalcolare il guadagno G=Vu(s)/Vin(s) calcolando tutti i poli e zeri (Introduce now the capacitance Cµ=2pF in all transistors. Find the new gain G=Vu(s)/Vin(s) by finding all poles and zeros in the circuit.) g) Nel caso in cui i transistori avessero una tensione di Early VA=-10V, calcolare la nuova polarizzazione del circuito, in particolare la nuova tensione Vu (Suppose now that the transistors have an Early voltage VA=-10V, find the new bias of the circuit). + 3V R1 100 C=1nF R3 2k T1 vin R2 150k vu T2 T3 2 mA - 3V . Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 9.7 72 GLI STADI DISACCOPPIATORI DI TENSIONE Nel Capitolo 7 sono stati introdotti i circuiti disaccoppiatori, sia di tensione che di corrente, e si è visto che la loro funzione non è quella di amplificare il segnale ma quella di adattare le impedenze con cui si eroga il segnale all’utilizzatore. Essi sono circuiti importantissimi ed effettivamente molto usati nei sistemi elettronici. Questo paragrafo è dedicato a studiare in dettaglio la loro risposta in frequenza. 9.7.1 Il Source follower Un esempio di disaccoppiatore Source follower è riportato nella Fig.9.32, inserito tra l’uscita di uno stadio amplificante ed un carico esterno RL. In generale, il disaccoppiatore di tensione è utilizzato tutte le volte che la resistenza Ru d’uscita dell’amplificatore (nel caso della figura pari a RD) è dello stesso ordine di grandezza, se non addirittura maggiore, della resistenza di carico esterna RL e serve per evitare la sfavorevole partizione che altrimenti ci sarebbe tra Ru ed RL. Nella Fig.9.32(b) è riportato lo schema circuitale sintetico che useremo per l’analisi in frequenza del solo stadio Source Follower. La resistenza Ri rappresenta le resistenze viste all’ingresso del transistore (resistenza di uscita RD dell’amplificatore nel nostro caso). La resistenza RS rappresenta nel nostro caso il parallelo tra RF e la resistenza esterna RL. Prima di procedere al calcolo esatto della funzione di trasferimento, è possibile fare qualche considerazione sintetica sul circuito della Fig.9.32(b): amplificatore carico esterno follower + VDD + VDD R Cgd RD R1 Ri C= vin Vu RF R2 vin RL A Fig. 9.32 RS Cgs - VSS - VSS (a) vout B (b) Schema circuitale per l’analisi in frequenza di un Source follower in cui sono evidenziate le due capacità Cgs e Cgd. Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI - 73 Il guadagno a bassa frequenza (quando le capacità non intervengono) è G(0) RS RS 1 gm - La capacità Cgd forma con Ri un partitore RC, il cui zero è all’infinito. - La funzione di trasferimento ha almeno uno zero al finito. Infatti, la ricerca della frequenza complessa s per cui vu(s)=0 (Fig.9.33) impone che non scorra corrente in RS, iR(s)=0, e quindi che tutta la corrente del transistore si chiuda sul condensatore. Imponendo l’uguaglianza tra le due correnti, gmvg=-vgsCgs, si ottiene il valore dello zero alla frequenza fz 1 2 Cgs 1 g m La frequenza di questo zero è circa pari alla fT del transistore ed è reale e negativo. - La funzione di trasferimento ha due poli perché i due condensatori sono indipendenti. Poiché essi interagiscono, il denominatore avrà un’espressione del tipo (as2+bs+1). La funzione di trasferimento avrà quindi la seguente forma : 1 sCgs / g m vu (s) Rs 2 vin (s) R s 1 g m s a sb 1 Per il calcolo del coefficiente “b” del termine di primo grado, si procede come già visto più volte nei paragrafi precedenti, sommando i prodotti tra le singole capacità e la resistenza vista ai loro capi. Ri Vg(s) I(s) = vggm VS(s)=0 I(s) = vgsCgs Fig. 9.33 RS X i(s)=0 Schema di calcolo dello zero della funzione di trasferimento di un Source (Emitter) follower. Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 74 Il termine relativo a Cgd è di immediato calcolo essendo il Drain del circuito della Fig.9.32b collegato direttamente all’alimentazione: gd=CgdRi (9.39) Esso è infatti immediatamente interpretabile circuitalmente come la costante di tempo associata alla scarica della capacità Cgd sulla rete resistiva di ingresso. Nel termine relativo a Cgs, la situazione è simile a quella vista con riferimento alla Fig.9.24. Il sistema di bilancio ai due nodi A e B è infatti ancora: V IRi V A I B (V V ) g A B m RS da cui VA VB I R i I R S (1 g m R i ) (1 g m R S ) che fornisce l’espressione della desiderata impedenza vista dalla capacità: R gs VA VB R RS RS g R i R i 1 m S I 1 g mRS 1 g mRS 1 g mRS così da ottenere 1 g R gs Cgs R S R i 1 m S gm 1 g m R S (9.40) Per ricordare i due termini tra parentesi quadra, ai fini pratici è come se si fosse rimossa la capacità di ponte Cgs e la si fosse sostituita con due capacità poste rispettivamente tra il Gate e massa e tra il Source e massa, come indicato nella Fig.9.34: - 1= Cgs (Rs||1/gm) è la costante di tempo di scarica della capacità di ponte Cgs sulla resistenza vista all’uscita; - 2=CgsRi/(1+gmRs) è la costante di tempo associata alla scarica, sulla rete resistiva di ingresso, della capacità di ponte Cgs, che si è pensato di riportare tra Gate e massa tenendo conto della riduzione della carica assorbita determinata dalla variazione di potenziale del nodo di Source (effetto Miller) in analogia a quanto visto in riferimento alla Fig.9.24. Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 75 Sommando le due costanti di tempo si ottiene il termine b: g R b Cgd R i Cgs R S 1 g m R i 1 m S 1 g m R S (9.41) Il polo prevalente del Source follower sarà pertanto dell’ordine di fL 1 2 b (9.42) Esso è a frequenza tanto maggiore quanto più i singoli addendi saranno piccoli. Il secondo addendo di b è effettivamente piccolo essendo il termine tra parentesi tonda molto vicino a zero in un buon follower (in cui addirittura al posto della resistenza RS si pone un generatore di corrente con resistenza equivalente elevatissima!). Quanto al primo addendo di b si vede come sia buona norma non collegare alcuna resistenza tra Drain e l’alimentazione in modo da minimizzare la resistenza vista ai capi di Cgd. Per calcolare il polo a frequenza maggiore, possiamo guardare gli addendi della Eq.(9.41) ed individuare il termine con costante di tempo maggiore. Esso sarà il maggior responsabile del valore di fL. La capacità corrispondente potrà quindi essere pensata già intervenuta quando ora andiamo ad esplorare frequenze oltre fL. Cortocircuitando nello schema della Fig.9.32(b) quella capacità, otteniamo un “nuovo” circuito avente una sola capacità, di cui si dovrà calcolare la costante di tempo. Essa sarà il costituente del polo in questa situazione, cioè del polo a frequenza elevata, fH, del circuito completo. Quest’ultima operazione sarà molto semplice perché ora c’è un solo condensatore ! Ri vin Cgd Cgs(1-GAB) A B RS Fig. 9.34 Cgs Schema per memorizzare gli addendi che determinano il polo prevalente di un Source follower, dopo avere scomposto Cgs “alla Miller”. Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 76 Se volessimo comunque avere l’espressione precisa della funzione di trasferimento del Source follower, da usarsi per confronto con l’analisi intuitiva appena fatta, potremmo utilizzare il bilancio ai nodi del circuito della Fig.9.32(b) ottenendo: v u (s) Rs v in (s) R s 1 g m 1 sC gs / g m s2 RiRs Rs / gm Ri C gs C gd s C gd R i C gs C gs 1 1 g mR s 1 gm Rs 1 g mRs (9.43) che coincide con l’espressione che si otterrebbe dalla (9.5), ponendo Ys=1/Rs, Y =sCgd, Yi=1/Ri, Y=sCgs, YL=. Scopriremmo che sia lo zero che il coefficiente “b” sono uguali a quelli stimati prima ! 9.7.2 Considerazioni pratiche Ponendo l’attenzione sul polo prevalente (9.41) si noti che, se lo stadio è un buon disaccoppiatore di tensione, la resistenza d’uscita 1/gm è molto più piccola della resistenza di carico Rs e pertanto il guadagno di tensione tra Gate e Source (pari a gmRs/(1+gmRs)) tende ad 1. Pertanto la variazione di tensione ai morsetti del condensatore Cgs tende ad essere nulla e la carica sottratta al segnale per provvedere al caricamento di Cgs è trascurabile. Ci si aspetta quindi che Cgs non intervenga a limitare significativamente la risposta in frequenza dello stadio. In effetti, se Rs>>1/gm il 2° addendo della (9.40) tende a zero. Il polo a frequenza più bassa dipende allora solo da: b Cgd R i Cgs RS 1 g m Se Ri è piccola, allora la frequenza del primo polo è data da fL 1 2CgsR S 1 g m che è dell’ordine della fT del transistore, e quindi la più elevata possibile compatibilmente con il transistore usato. Se invece il circuito è pilotato da una resistenza alta (come avviene spesso nella pratica per giustificare l’uso del follower !), allora la banda del circuito è limitata dalla scarica della capacità Cgd attraverso la resistenza di uscita dello stadio precedente (Ri). Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 77 In un buon follower quindi non è necessario calcolare l’effetto di Cgs sulla risposta in frequenza, ma basta limitarsi alla sola Cgd, il cui carico è la sola rete di ingresso. Ne consegue che il calcolo della risposta di un follower è in generale immediata. E 9.31 Considerare il seguente circuito, in cui i MOSFET abbiano VT=0.8V, k=½CoxW/L=1.6mA/V2 e curve caratteristiche ideali (Va=). Inoltre si consideri presente la capacità Cgd=10pF del solo transistore T1. (Please consider the following circuit whose MOSFETs have VT=0.8V, k=1.6mA/V2 and ideal characteristic curves (Va=). Transistor T1 has also a Cgd=10pF) . + 3.3V T2 T3 R1 4k T1 vout R2 13250 vin Cgd=10pF - 3.3V a) Calcolare il valore stazionario dell’uscita Vout. (Find Vout when no signal is applied ) b) Calcolare l’espressione del guadagno di tensione G(s)=Vout(s)/Vin(s) e tracciarne i diagrammi quotati di Bode di modulo e fase. c) Disegnare in un grafico quotato l’andamento nel tempo della tensione di uscita, vout(t), quando in ingresso viene applicato un gradino di tensione. (Draw the time behavior of the output voltage, vout(t), when a vin 300mV t 0 200ns step signal is applied) d) Oltre alla capacità Cgd=10pF del solo T1, considerare ora anche le capacità Cgs=30pF di tutti i MOSFET del circuito. Ricavare i poli e gli eventuali zeri del guadagno G=Vout(s)/Vin(s) e disegnarne il diagramma quotato del modulo e della fase. (In addition to Cgd=10pF of only T1, consider also the capacitances Cgs=30pF of all the MOSFETs of the circuit. Find the poles and the zeros, if any, and draw the Bode plots (gain and phase) of the transfer function G(s)=vout(s)/vin(s)). Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 78 E 9.32 Con riferimento al circuito (a), in cui il MOSFET ha |VT|=0.5V, |k|=2 mA/V2 e fT=1GHz con Cgd=1pF : aTracciare il diagramma di Bode del modulo e della fase del guadagno di tensione vout(s)/vin(s) cDisegnare l’andamento nel tempo del segnale vout(t) a fronte di un gradino negativo di tensione vin(t) ampio 500mV. -1 V -1 V 125 M C 1.5nF Vin RS 500 R1 125 M Vout R2 175 M Vout Iin -4V (a) RS 500 R1 (b) R2 175 M -4V Con riferimento ora al circuito (b), uguale al circuito precedente eccetto che per il tipo di segnale di ingresso : dTracciare i diagrammi del guadagno di tensione vout(s)/Iin(s) eDal confronto dei diagrammi di Bode trovati ai punti a) e d), evidenziare sinteticamente le differenze tra i due circuiti e motivarle. E 9.33 Con riferimento al seguente circuito, il cui MOSFET ha: RS R1 |k|=8mA/V2, |VT|=0.5V e VA=: 500 10k a) Calcolare la tensione di C= vout polarizzazione nel morsetto di uscita. vin R2 b) Calcolare il guadagno per RL 40k 7.5k piccoli segnali G=vout/vin.. c) Calcolare il massimo segnale sinusoidale applicabile -5V all’ingresso del circuito prima che il MOSFET esca dalla zona di funzionamento corretta. e) Considerare la sola la capacità Cgd=5pF del MOSFET e ricavare il polo e l’eventuale zero del circuito e disegnare il diagramma quotato del modulo e della fase della funzione di trasferimento G(s)=vout(s)/vin(s). f) Considerare ora la sola la capacità Cgs=4pF del MOSFET e ricavare il polo e l’eventuale zero del circuito e disegnare il diagramma quotato del modulo e della fase della funzione di trasfe-rimento G(s)=vout(s)/vin(s). g) Come si comporterebbe il circuito con entrambe le capacità presenti ? Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 79 E 9.34 Si consideri il circuito accanto, il cui MOSFET ha: |k|=4mA/V2, |VT|=0.6V, fT=10GHz, Cgd=27fF e VA=: a) Calcolare la +3V polarizzazione del R1 300 circuito. 30k 2k b) Calcolare la C=10pF funzione di trasferimento tenendo conto delle due v R2 in RL capacità interne del 30k 4mA 1 k MOSFET e della capacità di accoppiamento con il -3V carico RL. a) Vs=-1.6V, gm=8mA/V (1/gm=125), Cgs+Cgd=127fF da cui Cgs=100fF. b) Polo prevalente: b Cgd 30k 30k 2k(1 0) 300 Cgs 30k 30k 2k(1 1) 1 g m C R L 1 g m Equivalente a b=55ps+12.5ps+11ns da cui fLF=14MHz. Polo intermedio (C cortocircuitata): b' Cgd 30k 30k 2k(1 300 1125) 300 Cgs 30k 30k 2k(1 R L (R L 1 g m )) R L 1 g m Equivalente a b’=60ps+30ps da cui fHF=1.7GHz. Polo ad altissima frequenza (anche Cgd cortocircuitato): b' ' Cgs (30k 30k 2k 300 R L ) 1 g m Equivalente a b’’=11.3ps da cui fHHF=14GHz>fT. Zeri: uno nell’origine dovuto a C=10pF di bypass. Uno dovuto a Cgs a s 1 e posizionato >fT. Cgs 1 g m Limite di validità fT=10GHz 14MHz 1.7GHz Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 9.7.3 80 L’Emitter follower Il comportamento in frequenza dello stadio Emitter follower (Fig.9.35) è simile a quello del Source follower perché il numero e la natura delle singolarità è il medesimo. In uno stadio ben progettato, in cui la resistenza di Emettitore è molto piccola rispetto al carico (1/gm<<RE) per cui il guadagno di tensione tra Base ed Emettitore è praticamente unitario, la capacità tra Base ed Emettitore avrà, come visto con un MOSFET, un effetto del tutto marginale nel definire il comportamento in frequenza del circuito. Infatti, la tensione ai capi di questa capacità non varia ed il circuito non deve fornire carica ai suoi piatti. Il polo dominante sarebbe quindi determinato principalmente dalla capacità C e dalla resistenza che questa vede ai suoi capi, per cui fL 1 2 C R i g R E m (9.44) Si noti come sia buona norma non collegare alcuna resistenza tra Drain e l’alimentazione in modo da minimizzare la resistenza vista ai capi di Cbc=C Se l’ipotesi che RE>>1/gm non fosse verificata o se comunque fosse necessario ricostruire esattamente il denominatore della funzione di trasferimento dello stadio, basterà aggiungere al termine appena visto per C anche il termine relativo a C in modo da confezionare il coefficiente b della funzione di trasferimento. Quest’ultimo è già stato calcolato nel §9.5.3 sia nella formula approssimata che in quella precisa. Nella pratica, in questo caso di emitter follower il coefficiente b del termine di 1° grado del denominatore della funzione di trasferimento è ottimamente approssimato da : C C Ri Ri A vin Fig. 9.35 B B C (a) A RE C(1-GAB) RE C (b) Schema circuitale per l’analisi in frequenza di un Emitter follower. Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI b C R i g R E C R i m 81 1 RE R i g R E 1 1 g R R E g m E m m (9.45) Nella parentesi quadra di destra, ai fini pratici è come se si fosse rimossa la capacità di ponte C e la si fosse sostituita con due capacità poste rispettivamente tra la Base e massa e tra l’Emettitore e massa, come indicato nella Fig.9.35b in cui: - RE è CR i R E 1 g 1 g R m E m la costante di tempo associata alla scarica, sulla rete resistiva di ingresso, della capacità di ponte C, che si è pensato di riportare tra Base e massa tenendo conto della riduzione della carica assorbita determinata dalla variazione di potenziale del nodo di Emettitore (effetto Miller) in analogia a quanto visto in riferimento alla Fig.9.22. Questo termine è spesso piccolo essendo il termine tra parentesi tonda molto vicino a zero in un buon follower (in cui addirittura al posto della resistenza RE si pone un generatore di corrente con resistenza equivalente elevatissima). - 1 R CR E i è g m la costante di tempo di scarica della capacità di ponte C sulla resistenza vista all’uscita; Il polo prevalente dell’Emitter follower sarà pertanto dell’ordine di fL 1 2 b (9.46) Esso è a frequenza tanto maggiore quanto più i singoli addendi di b saranno piccoli. Per calcolare il polo a frequenza maggiore, possiamo guardare gli addendi della Eq.(9.45) ed individuare il termine con costante di tempo maggiore. Esso sarà il maggior responsabile del valore di fL. La capacità corrispondente potrà quindi essere pensata già intervenuta quando ora andiamo ad esplorare frequenze oltre fL. Cortocircuitando nello schema della Fig.9.35 quella capacità, otteniamo un “nuovo” circuito avente una sola capacità, di cui si dovrà calcolare la costante di tempo. Essa sarà il costituente del polo in questa situazione, cioè del polo a frequenza elevata, fH, del circuito completo. Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 82 Se volessimo comunque avere l’espressione precisa della funzione di trasferimento dell’Emitter follower, da usarsi per confronto con l’analisi appena fatta, potremmo utilizzare il bilancio ai nodi del circuito della Fig.9.27 ottenendo: vu (s) R E 1 1 sCr / 1 vin (s) R E 1 r R in s2a sb 1 (9.47) dove a CC R E R i g m R E 1 r R i b C R i g R E C R i m RE g R E 1 1 g R m E m R E gm R i R E g m Solo l’ultimo addendo di b differisce, peraltro di pochissimo, dall’analogo termine trovato intuitivamente nella (9.45). Questo non deve sorprendere perché non esiste alcun teorema generale che consenta di dividere una capacità di ponte in due semplici capacità equivalenti tra i due morsetti e massa. La differenza è così piccola che nella quasi totalità dei casi pratici di circuiti Emitter follower non conta niente. Pertanto si farà sempre riferimento alla (9.45). 9.7.4 Pilotaggio di un carico capacitivo In presenza di un carico capacitivo CL in parallelo ad RE, come mostrato nella Fig.9.36, la funzione di trasferimento continuerebbe ad avere due poli, perché le tre capacità non sarebbero tra loro indipendenti in quanto messe sulla stessa maglia tra due alimentazioni. Tuttavia cambierebbe sia il coefficiente del termine C Ri vin C Fig. 9.36 RE CL Stadio Emitter follower che pilota un carico capacitivo esterno CL. Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 83 di secondo grado al denominatore della (9.43) che quello del termine di primo grado che determina il polo prevalente. Anche in questo caso l’espressione del polo prevalente può essere ricavata utilizzando il metodo sintetico da noi adottato nei paragrafi precedenti. In genere tuttavia non è necessario svolgere con precisione questi calcoli. Infatti, se lo stadio è ben progettato (1/gm<<RS), si può trascurare la capacità di accopiamento (Cgs o C) e prevedere che il circuito risponda con due costanti di tempo indipendenti e non interagenti, una data dalla costante di tempo di ingresso (pari a quella trovata prima in assenza di carico capacitivo), l’altra dalla costante di tempo di uscita CL R S 1 . L’importanza di quest’ultimo termine dipende dall’entità del gm carico capacitivo e dalla resistenza 1/gm di uscita del follower, che generalmente dovrebbe essere ben più piccola di RE. E 9.34 Calcolare il valore dei poli e dello zero della funzione di trasferimento del seguente circuito utilizzante un BJT di potenza ( =100, C=50pF e fT=300MHz). Studiare come essa si modifica aggiungendo una componente capacitiva di 30pF al carico. +5V Re 100 50 vin Rin - 5V Con riferimento alla (9.22), le singole costanti di tempo che compaiono nei coefficienti del denominatore della funzione di trasferimento sono: 1=(rin||(1/gm+Re))C=2.5ns b=Rer/(Rin+Rin(+1)+r)C=0.5ns 3=(rin||(1/gm+Re))C/(1+gmRe)=0.25ns. Esse sono state calcolate tenendo presente che la resistenza tra il nodo di Base è massa è Rin(/gm+Re). Una prima stima del polo prevalente porterebbe a fissarlo alla frequenza fL=49MHz. Il calcolo di a=1.1ns e la risoluzione precisa del denominatore della (9.22) apporta una correzione alla prima stima e colloca i due poli a 57MHz e 365MHz. Si noti come il polo prevalente sia determinato Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 84 dalla rete di ingresso attraverso la 1 a causa del grande valore di C. Lo zero è invece posto alla frequenza fZ=1/(2C/gm)=317MHz, praticamente coincidente con la fT. E 9.35 Si supponga di voler pilotare, con il circuito dell’esercizio E 9.18, un carico RL da 3.5k. Per evitare la perdita di guadagno dovuta alla partizione in uscita, si decide di utilizzare un disaccoppiatore a BJT, come indicato nella figura seguente, utilizzando un transistore identico all’altro. Si studi quanto il nuovo stadio alteri la risposta in frequenza del circuito prima calcolata. +6V 10F 2.65k I=2mA 6k 1k vin 12k 5k RL 3.5k -12 V L’introduzione dell’Emitter follower, oltre ad evitare che il guadagno di tensione crolli dal valore G-195 a G-80, ha due effetti sul comportamento in frequenza dell’intero circuito: (1) - influenza il comportamento in frequenza dello stadio che lo pilota. La sua capacità C2 è infatti in parallelo a 5k, e quindi modifica la costante di tempo 2, che ora vale 2=(Rin||(1/gm+RL))(C1+C2)= 2 ns, La capacità C2 (12.5pF), invece, non viene quasi vista dal primo stadio, perché entrambi i suoi capi si spostano praticamente dello stesso valore in tensione (1+gmRL=281). Complessivamente, l’influenza del follower è modestissima, dato anche il piccolo valore di C2, e riduce la banda del primo stadio a fL=3.4MHz. (2) - aggiunge i poli e gli zeri suoi propri. Immaginando di pilotare il follower con un generatore di corrente avente una resistenza equivalente R in=5k ed una capacità equivalente pari a C1=0.2pF, si ottiene: b=CRLr/(Rin+(+1)RL+r))= 0.1 ns, 3=(Rin||(1/gm+RL))C/(1+gmRL)= 0.2 ns. Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 85 Il polo a frequenza più bassa, introdotto dal follower, è quindi alla frequenza f L 1/(2(1+2+3) 69MHz. Risolvendo precisamente il denominatore della funzione di trasferimento, si troverebbe fL=70MHz e fH=2.4GHz. Si noti come il follower non limiti affatto la banda passante del circuito, stabilita invece dal primo stadio. fT 69 M Hz 6 Hz 780 Hz 3. 4 MHz E 9.36 Si consideri il seguente circuito, in cui i MOSFET abbiano VT=0.5V, k=6mA/V2, ro=30k, Cgd=1pF e fT=300MHz. a) Polarizzarlo. b) Studiarne il comportamento in frequenza c) Valutarne la dinamica. V 1k C =16 nF 3k 2.43k R L 10k vin - 1V - 5V (a) - ID1=1.5mA, 1/gm1=167, Cgs1=2.2pF, VD1=3.5V; ID2=3mA, 1/gm2=119, VS2=2.3V, Cgs2=3.5pF. (b) - Il guadagno di tensione a centro banda è G=-5.65. Il condensatore di disaccoppiamento all’uscita determina uno zero nell’origine ed un polo a 984Hz. Le costanti di tempo che intervengono nella funzione di trasferimento del primo stadio sono: 1=6.6ns 2=2.2ns 3=21ns 4=1.9ns Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI 86 che determinano fL=5.3MHz e fH=262MHz. La costante di tempo sul carico del Source follower è 2=0.4ns che determinerebbe un polo acirca 400MHz. Entrambi gli zeri stanno ad una frequenza superiore alla f T. La banda passante del circuito si estende pertanto da circa 1kHz fino a circa 5MHz. E 9.37 Analizzare il comportamento in frequenza del circuito differenziale a BJT mostrato nella seguente figura (fT=200MHz, C=4pF, =100), sia sul segnale differenziale che su un segnale di modo comune. + 6V 2k 2k v1 v2 2.65k - 6V Dallo studio della polarizzazione si ottiene IC1=IC2=1mA, gm1=gm2=40mA/V e C 1=C2=28pF. Quando all’ingresso viene applicato un segnale differenziale, vd=v1-v2, i due transistori si comportano come se fossero due stadi Emettitore comune. La funzione di trasferimento ha perciò la stessa espressione della (9.14) ed il calcolo dei poli si riduce alla valutazione delle seguenti costanti di tempo: 1=C(Rg||/gm)=20ns 2=CRL=8ns 3=C(1+gmRL)(Rg||/gm)=231ns dove si è indicato con Rg la resistenza serie sulle Basi pari ad 1k e con RL le resistenze sui due Collettori. La banda passante del circuito si estende perciò da 0Hz a fL=615kHz e la funzione di trasferimento presenta un ulteriore polo nell’intorno della frequenza di taglio dei transistori (piuttosto che a f H=258MHz dato dal calcolo della rete, a quella frequenza ormai inaffidabile). Quando in ingresso viene applicato un segnale di modo comune, il guadagno è costante (G=-0.38) fino alla frequenza del primo polo. Per il calcolo della funzione di trasferimento di modo comune, si può applicare il metodo delle costanti di tempo ad ognuna delle due metà del circuito (cfr. Cap 5). Indicando con RS il doppio della resistenza di polarizzazione di 2.65k, i coefficienti del denominatore della funzione di trasferimento sono dati da Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI a b C C C r ( R L R S R g R S R g R L ) R g ( 1) R S r r ( R S R g ) R g ( 1) R S r C R L C 87 ( 3ns) 2 R g r ( 1) R S R g ( 1) R S r r ( 1) R S ( 1) R g R g ( 1) R S r 14.3ns Risolvendo l’equazione di secondo grado si ottiene f L=11.7MHz ed fH=233MHz. Ad una buona stima del polo prevalente si sarebbe potuti giungere notando che il contributo della capacità C può essere trascurato perché essa è posta tra due punti che variano il loro potenziale circa della stessa quantità. A questo punto il metodo delle costanti di tempo è applicato solo alla rimanente capacità C . E 9.38 Calcolare la banda passante del trasferimento tra ingresso differenziale ed uscita nel circuito dell’esercizio E 5.18. Si supponga di avere scelto transistori con fT=100MHz e Cgd=0.2pF. Data la presenza nel circuito sia dello stadio differenziale che dello specchio di corrente, una analisi sintetica del suo comportamento in frequenza risulta molto complessa. Tuttavia è ancora possibile pervenire ad una stima ragionevole del polo dominante. Nel circuito si possono individuare due cammini del segnale, uno che parte da T1 e giunge al carico RL attraverso lo specchio, e l’altro che parte da T2 e giunge al carico direttamente. Consideriamo separatamente le limitazioni in frequenza di questi due cammini. Lo specchio di corrente carica il Drain del transistore T 1 con la sua resistenza 1/gm3 in parallelo alle due capacità Cgs dei due transistori, T3 e T4, ed alla capacità Cgd4 riportata per effetto Miller tra Gate e massa. Quest’ultima vale Cgd4(1+2gmRL), dove il fattore 2 tiene conto del fatto che in R L scorre anche la corrente proveniente da T2. Poiché in questo esercizio si sono supposti tutti i transistori uguali, la tensione vgd4 è doppia rispetto al valore gmRL. Se i transistori fossero stati differenti, si sarebbe dovuto modificare il valore di conseguenza. Lo schema circuitale per il calcolo del trasferimento da v1 a vG è quindi Appunti del corso “Elettronica Analogica” Prof. Marco Sampietro – POLIMI Cgd 1 g m3 C gs 88 Cgd4 (1 + 2g m RL ) vG v1 Cgs Supposto il generatore di segnale ideale, il circuito manifesta uno zero a fz=260MHz ed un polo alla frequenza fL=22MHz. Il segnale di tensione del punto G ha una bassissima resistenza equivalente (1/g m3), e pertanto comanda quasi idealmente la giunzione Gate-Source del MOSFET T4. E’ ragionevole pensare che la corrente sul suo Drain abbia lo stesso andamento in frequenza di vG. Nel fare questo si trascura l’iniezione diretta attraverso C gd4. Al carico RL giunge anche, e va a sommarsi a quella prima considerata, la corrente proveniente dal transistore T 2. Il suo andamento con la frequenza può essere stimato facendo di nuovo una ipotesi su C gd4, ponendola tra B e massa, invece che tra B e G. La sola parte circuitale che afferisce al transistore T 2 ed al carico è mostrata nella seguente figura: Cgd4 C gd2 RL Cgs2 v2 La sua funzione di trasferimento, nel nostro caso particolare di impedenza nulla del generatore di segnale, ha di nuovo uno zero alla stessa frequenza dell’altro ramo, ed un polo a fL=40MHz. In conclusione ci aspettiamo che la banda complessiva del circuito si estenda fino ad una frequenza dell’ordine di 10 20MHz.