Savignano 5 Dicembre 2013 “Mangia Giusto muoviti con gusto” D.ssa Anna Franca Settore Psicologia Clinica/AUSL Modena L’alimentazione è un bisogno primario, vitale Rappresenta un interesse fondamentale per ogni individuo e condiziona la vita, dalla nascita alla vecchiaia I gesti, le informazioni, le abitudini che riguardano l’alimentazione possono essere considerati tra gli elementi fondanti della personalità umana La necessità alimentare è sempre stata, dal punto di vista evolutivo, la spinta più importante nella storia del genere umano, permettendo all’uomo di emergere tra le altre specie viventi, sollecitandolo ad un costante adattamento nei confronti della natura. ELEMENTI CHE DETERMINANO IL COMPORTAMENTO ALIMENTARE ¾ I FATTORI CULTURALI ed ECONOMICI ¾LE ABITUDINI FAMILIARI ¾L’ESPERIENZA PERSONALE ¾IL GUSTO PERSONALE • L’istinto principale che ci spinge a mangiare è quello biologico, mantenuto dal peso e dall’immagine del nostro corpo. • Tale istinto si manifesta attraverso una sensazione periodica che ci motiva ad introdurre sostanze nell’organismo. • La funzione alimentare non rappresenta solamente il comportamento relativo alla nutrizione, ma anche quella di un’esperienza interpersonale che implica significati emotivi, affettivi, intellettivi per tutte le età. l’atto del nutrire e dell’alimentarsi non è la semplice soddisfazione del bisogno biologico è da subito un atto sociale e di comunicazione, un atto relazionale carico di informazioni, di significati e di emozioni I comportamenti, come il mangiare, vengono definiti atti consumatori e si verificano con frequenza e periodicità • Questi comportamenti costituiscono una parte importante del repertorio di comportamento globale di un organismo e si verificano ciclicamente • Questo significa che in un dato momento l’organismo manifesta un forte e persistente “interesse” per il cibo, mentre in altri momenti lo considera con indifferenza Il comportamento alimentare è un processo complesso perché l’efficienza nutritiva è data dall’assunzione equilibrata di molti alimenti, infatti Non esistono alimenti o cibi che presi singolarmente siano capaci di soddisfare completamente i bisogni nutritivi dell’organismo L’individuo non ha innato lo stimolo fisiologico o istintivo per prevenirsi dalla malnutrizione, ha a sua disposizione il senso del gusto, ma non può contare solo sul sapore dei cibi come sicura giuda per una corretta alimentazione. Quindi le interpretazioni di tutte le sensazioni fisiologiche della fame ci indicano che l’alimentazione è un atto sociale, appreso, di natura cognitiva. E questo si evince dalle abitudini: – L’ABITUDINE L’abitudine è la somma di tutte le attitudini, delle idee, delle esperienze e delle scelte di una famiglia, di una cultura, di una società L’abitudine è una condizione che ci porta a decidere sugli acquisti, sulle quantità e sulle modalità di cibo da assumere giornalmente L’abitudine ci porta a considerare “interessanti” determinati cibi attraverso il ricordo, gli odori, le atmosfere … Il comportamento alimentare assume caratteristiche e significato culturale, infatti il bisogno o l’atto di alimentarsi pur essendo un comportamento istintivo, scaturisce dal contesto esistenziale a cui apparteniamo LE ABITUDINI ALIMENTARI SONO COLLEGATE A FATTORI DI ORDINE ANTROPOLOGICO, CULTURALE ED ECONOMICO: • Disponibilità del cibo in rapporto alle diverse aree geografiche • Selezione degli alimenti in base alle necessità della popolazione di soddisfare le proprie esigenze nutritive • Modello socioculturale di bellezza e di benessere psicofisico • Tradizioni e rituali legate al momento del pasto e simbolismo relativo a certi alimenti • Condizionamenti esterni come la pubblicità, capaci di orientare i consumi proponendo “modelli di massa” • Questo ci porta, quindi, a parlare di alimentazione non solo come fatto fisiologico, culturale, ma a metterne in luce la valenza psico-sociale, gli aspetti emotivi . • Il cibo è presente, come simbologia, nella vita sociale e di relazione • Il comportamento alimentare quale componente psico-sociale: • Bisogni…. Per non perdere il proprio senso di identità e la propria cultura – Il bisogno delle persone straniere emigrate a mantenere le abitudini alimentari e di cucinare e conservare il cibo del proprio paese di origine • Miti …… Luoghi comuni che sono potenziati o rinforzati dalla pubblicità • L’abbondanza del cibo è sentita non solo come abbondanza, ma anche come sentimento di sicurezza • Dopo essersi rifocillati ci si sente appagati e anche ottimisti • In alcune situazioni di tensione, ansietà emergono golosità, come tentativo di riempire quella sensazione di vuoto che l’ansietà stessa ci provoca • Tendenza a fare grandi provviste di cibo prima di un viaggio IL CIBO E LA VITA DI RELAZIONE • Le ricorrenze, e gli avvenimenti della vita:Compleanno, Pranzo di nozze, le torte, i confetti • Nel linguaggio quotidiano vi sono espressioni per descrivere le persone che fanno riferimento al cibo: • buono come il pane , • notizia ghiotta, avere sale in zucca • Nelle favole, nei fumetti • Il cibo acquisisce, anche nel rapporto interpersonale il valore simbolico dell’affetto dell’amore: ai nostri amici offriamo “inviti a cena”, per la famiglia, la coppia l’essere riunita ad una tavola ben apparecchiata e il creare e mantenere un clima sereno è un segno di affetto, simbolo di sentimento di appartenenza , il momento del pranzo diventa un’occasione e un’opportunità per comunicare avvenimenti, decisioni, .. • Inoltre il momento del pasto in famiglia è uno dei momenti privilegiati attraverso il quale si trasmettono valori, tradizioni e abitudini. • Il momento del pasto in famiglia si modifica e affronta le tappe evolutive del ciclo di vita della famiglia nei suoi momenti di crescita, di conflitti e di scontri. il pasto in famiglia è una sintesi originale di molti aspetti perché, oltre al cibo, entrano in gioco la cura , le attenzioni per gli altri e le relazioni interpersonali • il cibo è, fin dalla nascita, uno dei principali mediatori nella nostra relazione col mondo alimentarsi significa incontrare la mamma, il caregiver, chi si prende cura di me l’alimentazione, dall’allattamento in poi, conserva un significato relazionale chi nutre un bambino instaura con lui una relazione profonda ed importante, essenziale per il suo sviluppo psichico nel neonato la sopravvivenza e quindi la vita sono strettamente legati alla ricerca del benessere la competenza alimentare evolve parallelamente allo sviluppo della mente, della reattività emozionale, delle competenze sociali il cibo è buono da mangiare ma anche da sentire e da pensare incorporare, metter dentro , significa per un bambino, porsi in relazione,accettare, fidarsi, conoscere, sperimentare… nella prima infanzia si iscrivono nel nostro corpo dei significati e delle associazioni che permangono perché il corpo del bambino memorizza e quindi ricorda… Il cibo è … memoria Esiste uno stretto rapporto fra cibo ed emozioni attraverso il concetto di memoria involontaria. Il sapore ed il gusto sono capaci di far rivivere i piacevoli tempi passati. Da una semplice pietanza fuoriescono luoghi, persone, colori ed emozioni. Ognuno di noi ha quindi provato questa esperienza ed ha memorizzato questa associazione: Mangiare= sensazione di benessere Ma poiché nel momento in cui ci nutriamo noi sperimentiamo anche emozioni e sentimenti Sono nutrito= sono amato = sono tranquillo • Legate a questo vissuto si strutturano esperienze legate alla tolleranza dell’attesa del cibo, al bisogno esasperato o al rifiuto di alcuni cibi, alla modalità e alle abitudini di assunzione del cibo come la cultura del fast-food, del “pasto in piedi”, del pranzo e televisione … EDUCARE ATTRAVERSO IL CIBO • Ascoltare i segnali interni e differenziarli: fame, sazietà, dolore, stanchezza, rabbia, tristezza • Capirli: hai fame?, non hai fame o sei triste? Sei sazio? Cosa ti ha fatto intristire? • Rispettarli: “va bene così!” • è naturale, è normale essere a volte stanchi o arrabbiati, tristi o essere affamati anche se non ci si trova nelle ore dei pasti stabiliti • Soddisfarli: “ a domanda….. rispondo”, • dare risposte coerenti allo stimolo • “ se sono stanco …. mi riposo” • “ se sono arrabbiato…… rispondo con un tono brusco” • “ se sono affamato …..mangio” Tristezza Rabbia Solitudine Cibo Noia Paura Ansia Se usiamo il cibo come ricompensa mettiamo in relazione il cibo con gli affetti, le emozioni: Spesso quando ci sentiamo tristi, mangiare un cibo che ci piace tanto, ci fa sentire meglio…. • Rispondiamo quindi ad un’emozione con il mangiare, un comportamento il contesto familiare e socioculturale esercita una forte condizionamento sulla formazione dei suoi gusti alimentari e del suo rapporto col cibo in generale quello che gli viene dato conta tanto quanto da chi e da come gli viene dato se mangio, accetto di appartenere, di far parte… chi mangia si sistema in un gruppo di riferimento (famiglia, classe, gruppo..) importanza della suggestione sociale neofobie possono corrispondere ad una fase normale dello sviluppo del bambino fase in cui struttura una sua alimentazione, ponendo scelte rigide Ricerche minori divisi per fasce d’età 4/7 -11/14 -17/18 avversione per le verdure (specialmente verdi) predilezione per il croccante (impanati, patatine..) tendenza a rifiutare cibi mescolati rifiuto per parti molli dei cibi (pelle, frattaglie, grasso della carne..) formaggi molto saporiti o alimenti che puzzano I bambini della scuola elementare sono particolarmente esposti al rischio di contrarre abitudini alimentari o di vita scorrette MA hanno grosse potenzialità di acquisire nozioni e comportamenti a forte valenza preventiva : in questo senso il ruolo della scuola e della ristorazione scolastica sono fondamentali I bambini delle elementari/inizio medie hanno già acquisito gusti e preferenze alimentari abbastanza spiccati, nonché preferenze ed esperienze sportive delineate e differenziate fra i sessi Queste tendenze sono tuttavia ancora abbastanza influenzabili dall’esempio: degli adulti (genitori, insegnanti), dei pari età (compagni di scuola, amici, leaders della classe ecc.) e dai modelli proposti dai mezzi di comunicazione, in particolare programmi televisivi e pubblicità. I fattori predisponenti sono conoscenze, motivazioni, valori, percezioni… Importante agire sulle “life skills” quali senso critico, autoefficacia, relazioni interpersonali, gestione dell’emotività utilizzando ad esempio la drammatizzazione, l’analisi critica della pubblicità e dei messaggi dei media, i collegamenti con le materie scolastiche, con le conoscenze personali e familiari, con il territorio I fattori abilitanti per quanto riguarda l’alimentazione il miglioramento dell’ambiente in cui viene consumato il pasto -anche a scuola -, le modalità di preparazione e presentazione dei piatti, la promozione del consumo di alimenti abitualmente poco graditi sono tutti obiettivi perseguibili Emozioni Le sono stati affettivi intensi, di solito reattivi a eventi esterni (accadimenti della vita reale) o interni (pensieri, stimoli provenienti dal corpo), spesso accompagnati da fenomeni neurovegetativi (sbiancare dalla paura, arrossire d’imbarazzo ecc.). Emozioni sono dunque la paura, la collera, la tenerezza, l’imbarazzo, la sorpresa ecc. Per esempio ci si può imbarazzare incontrando una determinata persona, ma si può provare paura anche al solo pensiero di qualcosa di brutto, o ancora, possiamo impaurirci anche se proviamo un dolore o una sensazione insolita proveniente dal nostro corpo (stimolo interno) Cosa sono le emozioni? sono risposte adattative dell’organismo a sollecitazioni ambientali Modelli organizzati di risposte fisiologiche e comportamentali, specie-specifici, generati da particolari situazioni Quale funzione hanno le emozioni? •valutazione degli eventi ambientali, •rivalutazione di scopi e obiettivi, •interruzione dei comportamenti in atto per segnalare nuove priorità •preparazione all’azione, •funzione sociale e comunicativa nei disturbi dell’alimentazione: disregolazione emozionale Utilizzo prevalente o esclusivo strategie di regolazione delle emozioni disfunzionali come la soppressione espressiva o l’evitamento, minore ricorso a strategie adattive come riapprendimento e problem solving minore consapevolezza delle emozioni e maggiore alessitimia Conseguenze della dis-regolazione Queste strategie dis-regolatorie determinano riduzione dell’intensità delle emozioni positive e aumento di quelle negative Le persone con disturbo dell’alimentazione sperimentano emozioni negative più intense e utilizzano il cibo per regolarle l’evitamento o la soppressione emozionale può essere realizzata in due momenti diversi: prima Æcomportamenti alimentari di tipo restrittivo o dopoÆcomportamenti alimentari di tipo bulimico che le emozioni raggiungano la consapevolezza I servizi dedicati Distretto di Vignola Per gli adolescenti Spazio Giovani presso il Consultorio Familiare via Marconi 4, Spilamberto Settore Neuropsichiatria Infanzia Adolescenza Via libertà 799 Vignola Progetto DCA Azienda USL di Modena I servizi dedicati Distretto di Vignola z Per gli adulti Progetto DCA Azienda USL di Modena Consultorio Familiare Clinica Adulti Centro Psicologia Via Marconi 4, Spilamberto Centro Salute Mentale Via Frignanese 29 Vignola