CIBO E INTERCULTURA Nel linguaggio della scienza gli uomini si definiscono “onnivori”. y Marvin Harris sostiene che esistano delle buone motivazioni di tipo pratico che spiegano perché la gente faccia quello che fa. y L’ambiente ha una grande influenza sullo sviluppo delle diverse tradizioni culturali, in India ad esempio, non è la maggiore o minore abbondanza di cibo a determinarne la presenza nella dieta, ma il contributo che è in grado di fornire alla redditività generale della produzione di cibo “Teoria ottimale di approvvigionamento”. y Nelle più diverse culture il pasto è un’importante occasione di incontro, è un rito, e in quanto rituale è una convenzione che traccia definizioni collettive e visibili. y yRoland Barthes ricorda come parlare e mangiare siano inseparabili.1 STORIA DEL GUSTO Il neonato differenzia già alcuni sapori. ¾ E’ importante ricordarsi che ogni bimbo, in qualunque momento della sua vita, è in grado di apprendere, di provare emozioni e di avere delle preferenze. ¾ La vita intra-uterina ¾ ¾ ¾ Già durante la gravidanza, il feto ha la capacità di riconoscere il sapore del liquido amniotico. L’esperienza intra-uterina ha un ruolo nello sviluppo delle preferenze alimentari Il latte materno è quello più apprezzato 2 Il gusto dipende dal costume sociale y y y I gusti si possono evolvere differentemente o addirittura in maniera completamente opposta, secondo il costume sociale e la famiglia d’origine del bambino. Il costume rimane il fattore dominante nelle scelte alimentari. Esso delimiterà anche ciò che si può e ciò che non si può mangiare. Attraverso le loro abitudini, i genitori contribuiscono quindi al consolidamento di certi gusti nel loro bambino. Familiarizzare prima di imparare y In questo caso di neofobia, per far sì che il bambino familiarizzi con alcuni alimenti, bisognerà proporglieli spesso. 3 Una questione di equilibrio y y Rispettate più spesso possibile i suoi cambiamenti d'appetito, di preferenze e di comportamento. Affinché egli abbia un'alimentazione equilibrata, basterà proporgli regolarmente l’insieme degli alimenti che diventeranno a lui familiari. Gusto legato agli altri sensi y Il gusto è strettamente legato agli altri sensi di vista e di olfatto, ma dipenderà anche dal piacere che il bambino trarrà dall’essere a tavola in compagnia. 4 “I sentieri del cibo” dal valore simbolico a quello nutrizionale: viaggio all’interno dell’uomo alla riscoperta dei valori culturali, emotivi e relazionali connessi alla sua alimentazione Sommario: y l’alimentazione come bisogno umano fondamentale primario y la funzione, i comportamenti alimentare y l’alimentazione come fatto sociale y le abitudini alimentari, le attitudini y il cibo e la pubblicità y il cibo e la vita di relazione y alimenti che suscitano emozioni e sentimenti y educare attraverso il cibo y il cibo e i colori y il cibo e i proverbi 5 L’alimentazione è un bisogno primario, vitale. ¾ Rappresenta un interesse fondamentale per ogni individuo e condiziona la vita, dalla nascita alla vecchiaia ¾ I gesti, le informazioni, le abitudini che riguardano l’alimentazione possono essere considerati tra gli elementi fondanti della personalità umana. ¾ La necessità alimentare è sempre stata, dal punto di vista evolutivo, la spinta più importante nella storia del genere umano, prima permettendo all’uomo di emergere tra le altre specie viventi, poi spingendolo ad un costante adattamento nei confronti della natura. ¾ L’istinto principale che ci spinge a mangiare è quello biologico, mantenuto dal peso e dall’immagine del nostro corpo. Tale istinto si manifesta attraverso una sensazione periodica che ci motiva ad introdurre sostanze nell’organismo. ¾ La funzione alimentare non rappresenta solamente il comportamento relativo alla nutrizione, ma anche quella di un’esperienza interpersonale che implica significati emotivi, affettivi, intellettivi per tutte le età. ¾ 6 y Il cibo non è soltanto ciò che calma la sensazione di fame e che contemporaneamente consente un piacere orale e fisico che soddisfa l’odorato o il gusto, ma … ulteriori peculiarità fanno del cibo uno stimolo tale da coinvolgere altri sensi quali la vista e il tatto. 7 Il comportamento alimentare quale componente psicologica personale: nei suoi significati emotivi, istintivi, intellettivi, estetici, di abitudine. A questo gruppo appartengono e si differenziano: stimolo della fame appetito = piacere e il desiderio del cibo Infatti noi terminiamo il nostro pasto anche quando, con una prima quantità di cibo, sentiamo la sensazione di sazietà e questo è dovuto Altri sensi che sono altamente collegati al comportamento alimentare sono l’olfatto e il gusto (salato, dolce, amaro aspro) Le sensazioni termiche (il freddo del gelato, il caldo del minestrone) o le sensazioni come il piccante delle spezie, la sensazione frizzante di sostanze effervescenti, la sensazione 8 rinfrescante della menta I comportamenti, come il mangiare, vengono definiti atti consumatori e si verificano con frequenza e periodicità. ¾ Questi comportamenti costituiscono una parte importante del repertorio di comportamento globale di un organismo e si verificano ciclicamente. ¾ Questo significa che in un dato momento l’organismo manifesta un forte e persistente “interesse” per il cibo, mentre in altri momenti lo considera con indifferenza. ¾ Il comportamento alimentare è un processo complesso perché l’efficienza nutritiva è data dall’assunzione equilibrata di molti alimenti, infatti non esistono alimenti o cibi che presi singolarmente siano capaci di soddisfare completamente i bisogni nutritivi dell’organismo. ¾ L’individuo non ha innato lo stimolo fisiologico o istintivo per prevenirsi dalla malnutrizione, ha a sua disposizione il senso del gusto, ma non può contare solo sul sapore dei cibi come sicura giuda 9 per una corretta alimentazione. ¾ ¾ Quindi le interpretazioni di tutte le sensazioni fisiologiche della fame ci indicano che l’alimentazione è un atto sociale, appreso, di natura cognitiva. ¾ E questo si evince dalle abitudini: l’ABITUDINE è la somma di tutte le attitudini, delle idee, delle esperienze e delle scelte di una famiglia, di una cultura, di una società. ¾ L’abitudine è una condizione che ci porta a decidere sugli acquisti, sulle quantità e sulle modalità di cibo da assumere giornalmente ¾ L’abitudine ci porta a considerare “interessanti” determinati cibi attraverso il ricordo, gli odori, le atmosfere … ¾ Il comportamento alimentare assume caratteristiche e significato culturale, infatti il bisogno o l’atto di alimentarsi pur essendo un comportamento istintivo, scaturisce dal contesto 10 esistenziale a cui apparteniamo. LE ABITUDINI ALIMENTARI SONO COLLEGATE A FATTORI DI ORDINE ANTROPOLOGICO, CULTURALE ED ECONOMICO: ¾ Disponibilità del cibo in rapporto alle diverse aree geografiche. ¾ Selezione degli alimenti in base alle necessità della popolazione di soddisfare le proprie esigenze nutritive. ¾ Modello socioculturale di bellezza e di benessere psicofisico. ¾ Tradizioni e rituali legate al momento del pasto e simbolismo relativo a certi alimenti ¾ Condizionamenti esterni come la pubblicità, capaci di orientare i consumi proponendo “modelli di 11 massa”. Questo ci porta, quindi, a parlare di alimentazione non solo come fatto fisiologico, culturale, ma a metterne in luce la valenza psico-sociale, gli aspetti emotivi . Il cibo è presente, come simbologia, nella vita sociale e di relazione. Il comportamento alimentare quale componente psico-sociale: Per non perdere il proprio senso di identità e la propria Bisogni… cultura Il bisogno delle persone straniere emigrate a mantenere le abitudini alimentari e di cucinare e conservare il cibo della propria patria Miti ….. Luoghi comuni che sono potenziati o rinforzati dalla pubblicità Æ L’abbondanza del cibo è sentita non solo come abbondanza, ma anche come sentimento di sicurezza. Æ Dopo essersi rifocillati ci si sente appagati e anche ottimisti. Æ In alcune situazioni di tensione, ansietà emergono golosità, come tentativo di riempire quella sensazione di vuoto che l’ansietà stessa ci provoca. Æ Tendenza a fare grandi provviste di cibo prima di un viaggio. 12 IL CIBO E LA PUBBLICITA’ Æ Le persone ritengono di non farsi influenzare dalla pubblicità, nella scelta di un prodotto salvo poi accorgersi che i loro acquisiti sono del tutto in linea con il tipo psicosociale a cui appartengono Æ La pubblicità utilizza persone famose e opinion leader del momento (persone dello spettacolo…), come modelli di riferimento per proporre ideali di bellezza da imitare. Æ La pubblicità oggi chiede alla donna (e all’uomo) di essere bella, elegante, di dedicare molto tempo alla cura della persona senza pregiudicare, però l’efficienza professionale, la carriera e la vita di relazione. Æ Il messaggio pubblicitario che esalta un ideale di “estetico narcisismo”, senza esserne pienamente consapevole, aspira a trasmettere una garanzia inconscia di immortalità. 13 ÆLa modalità attraverso cui la pubblicità, persegue i propri obiettivi è legata a un meccanismo di scissione, in base al quale ci sono alimenti assolutamente vietati e ingrassanti e altri completamente dietetici (light). ÆPer contro, la pubblicità esalta cibi e alimenti appetitosi, a volte dalle dubbie qualità nutrizionali, proponendo spesso messaggi pieni di colori e di scritte vivaci, facendo appello a sentimenti infantili (il regalo, il premio, il gioco), e così facendo si induce il consumatore a comprare cose che magari non gli servono, ÆSpesso la pubblicità utilizza un registro di difficile decodifica per promuovere i suoi prodotti. Un esempio può essere il percorso compiuto dalla pubblicità dell’acqua minerale: l. La tecnica impiegata è quella della doppia sostituzione: un elemento visibile - l’acqua- è rappresentato attraverso uno invisibile - l’aria- che suggerisce la qualità non raffigurabile del primo elemento-la purezza. Questo meccanismo crea una gestalt indissolubile che lega i due elementi. C’è da chiedersi quante cose “invisibili” compriamo e mangiamo… 14 IL CIBO E LA VITA DI RELAZIONE 15 Il cibo acquisisce, anche nel rapporto interpersonale il valore simbolico dell’affetto dell’amore: ai nostri amici offriamo “inviti a cena”, per la famiglia, la coppia l’essere riunita ad una tavola ben apparecchiata e il creare e mantenere un clima sereno è un segno di affetto, simbolo di sentimento di appartenenza , il momento del pranzo diventa un’occasione e un’opportunità per comunicare avvenimenti, decisioni, .. ¾ Inoltre il momento del pasto in famiglia è uno dei momenti privilegiati attraverso il quale si trasmettono valori, tradizioni e abitudini. ¾ Il momento del pasto in famiglia si modifica e affronta le tappe evolutive del ciclo di vita della famiglia nei suoi momenti di crescita, di conflitti e di scontri. ¾ Il comportamento alimentare quale componente psicologica interpersonale: ¾ Oltre ai valori simbolici generali, il cibo assume significati simbolici strettamente personali che scaturiscono dalle esperienze individuali. 16 ¾ ¾ Il processo dell’alimentazione è al centro della vita emotiva della prima infanzia e tutto il mondo del bambino vi gravita attorno con le sue emozioni più importanti: il piacere il dispiacere, la soddisfazione, l’ansietà, i sentimenti, le modalità di esprimere amore e rabbia ¾ Ognuno di noi ha quindi provato questa esperienza ed ha memorizzato questa associazione: ¾ Mangiare= sensazione di benessere ¾ Ma poiché nel momento in cui ci nutriamo noi sperimentiamo anche emozioni e sentimenti ¾ Sono nutrito= sono amato = sono tranquillo ¾ Legate a questo vissuto si strutturano esperienze legate alla tolleranza dell’attesa del cibo, al bisogno esasperato o al rifiuto di alcuni cibi, alla modalità e alle abitudini di assunzione del cibo come la cultura del fast-food, del “pasto in piedi”, del pranzo e 17 televisione ALIMENTI CHE SUSCITANO IN NOI EMOZIONI E SENTIMENTI ¾ Latte: appagamento ¾ Bistecca al sangue: energia, forza ¾ Ostriche, caviale, champagne: status symbol ¾ Caramelle, patatine, dolci: aspetto ludico, svago ¾ Caffè : rituale, scandisce i momenti della giornata 18 EDUCARE ATTRAVERSO IL CIBO Ascoltare i segnali interni e differenziarli: fame, sazietà, dolore, stanchezza, rabbia, tristezza ¾ Capirli: hai fame?, non hai fame o sei triste? Sei sazio? Cosa ti ha fatto intristire? ¾ Rispettarli: “va bene così!” ¾ è naturale, è normale essere a volte stanchi o arrabbiati, tristi o essere affamati anche se non ci si trova nelle ore dei pasti stabiliti ¾ Soddisfarli: “ a domanda….. rispondo”, dare risposte coerenti allo stimolo “ se sono stanco …. mi riposo” “ se sono arrabbiato…… rispondo con un tono brusco” “ se sono affamato …..mangio” 19 20 Se usiamo il cibo come ricompensa …. ¾ mettiamo in relazione il cibo con gli affetti, le emozioni: ¾ se ci sentiamo soli e tristi, mangiare un cibo che ci piace tanto, ci fa sentire meglio….. ¾ ….rispondiamo quindi ad un’emozione con il mangiare 21 IL CIBO E I COLORI SONO STATI APPRONTATI STUDI SULLA SCELTA E L’APPETITIVITÀ DEL CIBO SECONDO I COLORI. AFFERMANO CHE OGNUNO DI NOI INSTAURA UN RAPPORTO PRIVILEGIATO CON LE SENSAZIONI CHE CI VENGONO TRASMESSE DALLA LUCE E DAL COLORE, IN QUANTO, PARE CHE IL NOSTRO ORGANISMO SCELGA, TRA QUELLE A DISPOSIZIONE, QUELLE CHE MEGLIO SI ADATTANO AL NOSTRO STILE DI VITA. 22 IL CIBO E I PROVERBI …fra bugie e verità…. ¾ LATTE, MIELE, BURRO E PANE FANNO LE GUANCE ROSSE E SANE ¾ L’ARANCIA è L’ORO AL MATTINO, ARGENTO A MEZZOGIORNO, PIOMBO LA SERA ¾ SE VUOI MANDARE I TUOI MALANNI AL DIAVOLO RICORDA LE VIRTU’ DEL CAVOLO ¾ PANE CRUSCHELLO FA IL BIMBO BELLO ¾ RISO E FAGIOLI FA CRESCERE I FIGLIOLI ¾ UNA MELA AL GIORNO LEVA IL MEDICO DI TORNO ¾ UN UOVO APPENA NATO VALE UN DUCATO ¾ POCA CARNE E MOLTI FRUTTI MANDAN VIA MALANNI E LUTTI ¾ MANGIA AGLIO CHE NON È UNO SBAGLIO 23 Grazie per l’attenzione! Dott.ssa Chiara Danesi 24 I DISTURBI DELL’ ALIMENTAZIONE NEGLI ADOLESCENTI y I disturbi dell’alimentazione ricorrono ad un vocabolario del disagio. 25 ¾le situazioni nelle quali la robustezza e/o l’assunzione alimentare servono a risolvere o a mascherare problemi di adattamento interni o esterni ¾questi disturbi prendono la forma sia di modificazioni ponderali stabili o fluttuanti sia di preoccupazioni dietetiche eccessive legate in generale all’aspetto fisico che comportano abitudini alimentari particolari (diete) 26 27 Funzione alimentare disturbata: ¾ Comportamenti alimentari instabili: La voglia, La crisi di bulimia ¾ Comportamenti alimentari quantitativamente inadeguati: iperfagia, il piluccare, le restrizioni alimentari ¾ Comportamenti alimentari qualitativamente disturbati: avversione per i cibi, diete particolari ¾ Le particolari manovre legate alimentazione 28 carattere dell’anoressica Psicodinamica Per comprendere meglio la dinamica dell’anoressia occorre tenere presenti 3 importanti aspetti: 1. Il comportamento alimentare si integra e matura man mano, nella dialettica tra i bisogni del bambino e le risposte emotivo-affettive dell’Adulto Significativo e dell’ambiente relazione in cui è inserito 2. All’inizio della pubertà compare una crisi di originalità adolescenziale che testimonia il conflitto tra i bisogni ancora infantili di dipendenza e l’emergente esigenza di un’autonomia che, però, spaventa. In questa crisi si evidenzia la tendenza alla ribellione e al rifiuto che possa essere vissuto come identificazione, per cercare di strutturare una propria identità. 3. Il digiuno è uno dei modi in cui può manifestarsi la tendenza all’opposizione e alla lotta 29