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DELTA
CONSULTORIO DI
TERAPIA SOCIALE CRISTIAN A
Editoriale
Date 2009
Si sapeva che l'anno 2008 sarebbe stato
difficile in quanto era previsto che alcune fondazioni che ci hanno aiutato
dall'inizio del progetto non continuavano
il finanziamento annuale. Ne approfittiamo per ringraziare queste fondazioni
che hanno permesso lo start up al
Consultorio Delta. Ma ora è tempo di iniziare un nuovo anno, ancora più difficile,
ma con la consapevolezza che tutto è
nelle mani di Dio. Ogni vostro singolo dono per noi è un regalo dal cielo, in quanto
molti clienti non riescono a pagare
l'intero importo di consulenza, per cui
questo viene compensato dalle donazioni di privati. Grazie di cuore per il vostro sostegno e sappiate che più che
mai abbiamo bisogno del vostro aiuto in
preghiera e anche finanziario. Vi ricordo
anche che un altro modo di sostenere il
Consultorio Delta è quello di diventare
membri dell'associazione con una quota
annuale di Chf 100.-. Se desiderate saperne di più tutto il comitato è a vostra disposizione.
Sabato 9 maggio 2009
Daniele Ventura
Ore 20.00, a Muralto
Seminario con Claire-Lise Ollier,
Consulente FORRAC (i.f.) e
responsabile Caffè Vita Növa
Tema: Disturbi alimentari
Dettagli vedi volantino allegato
Venerdì sera 16 e Sabato 17
ottobre 2009
in collaborazione con il Centro
Evangelico Patmos a Caslano
Seminario con Licia e Gianni
Saillen (Associazione Insieme Italia)
Tema: famiglia, coppia, educazione
Dettagli seguiranno
Martedì 21 aprile 2009
ore 20.00, a Locarno via Vallemaggia
Invito per l'Assemblea generale
dell'Associazione DELTA
Tutti sono invitati, anche chi non è
membro!
Cari amici,
in questo periodo in cui siamo sollecitati
da svariate fonti a confrontarci con il concetto di crisi, è un enorme privilegio potersi accordare con il salmista più famoso della Bibbia, Davide, che malgrado le
tragedie vissute con angoscia, poteva
dire “non sarò mai smosso!”. Arrivava a
questa convinzione semplicemente perché riponeva la sua fiducia in Dio piuttosto che nelle circostanze. Alcune persone fanno più fatica di altre a trovare questo stato interiore che permette loro di vivere bene malgrado le circostanze.
Molti si lamentano “ma dov'è Dio nella
mia sofferenza?” ed è meglio non dare
consigli troppo facili in momenti del genere! Eppure, proprio nella sofferenza,
possiamo scoprire un Dio desideroso di
aiutare e che ci incoraggia ad intrapren-
dere una strada di guarigione. Forse più
lunga di quella che abbiamo sognato,
ma nella quale scopriamo perle di saggezza che non avremmo imparato altrimenti. È stato il caso di Claire-Lise, che
tramite la sua sofferenza è ora in grado
di aiutare altri. In un tema come il rapporto conflittuale con il cibo, credo che
non sia facile comprenderlo fino in fondo, soprattutto da chi riesce a godere di
quei magnifici momenti davanti ad un buon piatto appetitoso. La teoria può aiutarci a capire la tematica e le dinamiche,
ma ciò che la teoria non riesce a fare, è
capire il dolore interiore di chi ne è colpito. Claire-Lise, con la sua storia, saprà
coniugare teoria ed esperienza personale, così da dare ottime informazioni a
chi vuole saperne di più sul tema, e una
reale speranza a chi è intrappolato da
questa sofferenza. Non mi resta altro
che augurarvi buona lettura e invitarvi al
nostro prossimo seminario!
Claudio
Claudio Agosta
Parola al cassiere
APRILE 2009 N°13
Infos
Disturbi alimentari:
quando il rapporto col cibo diventa
ossessione
Molte persone, donne e uomini, soffrono segretamente di disturbi alimentari. A
volte, quando il sovrappeso o il sottopeso prendono il sopravvento, il problema
diventa visibile, più spesso, però, il problema è meno evidente esternamente,
così che le persone colpite soffrono in silenzio. La loro mente è costantemente
incentrata su pensieri di cibo, al non
mangiar troppo oppure come perdere il
più velocemente possibile le calorie appena assunte. Pensieri del genere occupano per molte ore al giorno la mente
della persona colpita, e ne limitano la libertà. Esistono tre categorie principali di
disturbi alimentari, ma è importante tener presente che i limiti una dall'altra sono molto flessibili.
Anoressia (Anorexia nervosa): Anja S.
è troppo magra, quasi solo pelle ed ossa. Eppure si vede troppo grassa.
Mentre gli altri si gustano il pranzo, lei allontana il suo piatto contando le calorie
che contiene. Più sovente ancora, cerca
scuse per non dover pranzare con le
amiche. È orgogliosa di aver la situazio-
ne sotto controllo! Perder peso è ormai
diventato il tema del giorno, ogni giorno,
e ci sta riuscendo. Anja ha un concetto
di sé distorto e soffre di attacchi di panico alla possibilità di ingrassare.
Bulimia (Bulimia nervosa): Vanessa F.
invece, ogni due o tre giorni ingurgita
grosse quantità di cibo contenente molti
grassi e carboidrati. Oltrepassa di molto
la soglia dell'essere sazia. Per impedire
un incremento di peso assume sostanze purganti, vomita volontariamente, oppure si lancia in una digiuno radicale di
tre giorni o più….fino al prossimo “attacco di cibo”. Che soffra di bulimia non è visibile esternamente, poiché riesce a mantenere un peso più o meno normale.
Disturbi non specificati da alterato
comportamento alimentare: ad esempio la dipendenza da cibo (BingeEating Disorder). Si tratta anche qui di
abbuffate di cibo ma senza vomitarlo. La
conseguenza è forse „unicamente“ la costrizione ad una dieta severa per
l'ennesima volta. A lungo termine porta
comunque al sovrappeso (Adipositas),
un problema in più!
Questi disturbi vengono considerati malattie poiché comportano gravi danni alla salute che, se non curati tempestiva-
disturbi alimentari
mente, conducono a loro volta ad ulteriori problemi: difficoltà di circolazione,
ai reni, osteoporosi, difficoltà cardiache,
problemi di sonno, diabete, ecc. per non
dimenticare i disturbi psichici che si possono manifestare: depressione, disturbo ossessivo compulsivo, attacchi di panico, ecc. La dieta estrema che si spinge fino al digiuno completo, può provocare la morte le cui statistiche arrivano fino al dieci per cento.
Il fatto che le tematiche del cibo e del peso siano un'ossessione costante, questo si ripercuote sulle relazioni sociali,
sulla formazione, la professione, le attività del tempo libero che a lungo andare
passano in secondo piano. Ci si ritrova
da soli e questa situazione non fa altro
che aumentare la sofferenza.
Alcuni uomini potrebbero pensare:
“un'altre delle solite malattie da donna!”
Ma attenzione, alcuni studi ci hanno presentato la realtà che circa un terzo dei dipendenti da cibo (BED) è rappresentato
da uomini. Come si arriva a questa tragica situazione? Gli sviluppi possono essere molteplici, così come molteplici sono i comportamenti malsani, ma due
aspetti li accomunano tutti: un rapporto
ossessivo con il cibo e il controllo co-
stante del peso. Alla radice possono esserci diversi motivi, tra i quali il bisogno
di delimitarsi dalla propria famiglia perché la si vive con disagio, la fuga dalla realtà, un concetto di bellezza ideale esagerato ed irrealistico, la repressione del
diventare adulti, della propria femminilità (risp. mascolinità), pressione dettata
dalla prestazione e dal successo, o semplicemente la ricerca di una maniera per
riempire un vuoto interiore.
Oggi abbiamo diverse forme di aiuto e
possibilità di terapia. L'obiettivo è sì,
quello di trovare un migliore rapporto
con il cibo, ma anche di scoprire le possibili cause del problema e risolverle. Il
processo di guarigione normalmente dura diversi anni, ma l'importante è sapere
che prima si incomincia con un trattamento e più chance si hanno di miglior
riuscita. In questo lungo processo è importante trovare sempre nuove forze e
coraggio nella propria relazione con
Dio, facendo fiducia nel suo concreto e
costante aiuto, anche in
quei momenti in cui si
vorrebbe mollare tutto!
Jasmine
Jasmine Stauffer
disturbi alimentari