indirizzo Consultorio DELTA via Cattori 5 6600 Locarno tel e fax 091 - 751 07 17 e-mail [email protected] web www.consultoriodelta.ch ccp. 65-234345-1 DELTA CONSULTORIO DI TERAPIA SOCIALE CRISTIAN A Editoriale Date 2009 Si sapeva che l'anno 2008 sarebbe stato difficile in quanto era previsto che alcune fondazioni che ci hanno aiutato dall'inizio del progetto non continuavano il finanziamento annuale. Ne approfittiamo per ringraziare queste fondazioni che hanno permesso lo start up al Consultorio Delta. Ma ora è tempo di iniziare un nuovo anno, ancora più difficile, ma con la consapevolezza che tutto è nelle mani di Dio. Ogni vostro singolo dono per noi è un regalo dal cielo, in quanto molti clienti non riescono a pagare l'intero importo di consulenza, per cui questo viene compensato dalle donazioni di privati. Grazie di cuore per il vostro sostegno e sappiate che più che mai abbiamo bisogno del vostro aiuto in preghiera e anche finanziario. Vi ricordo anche che un altro modo di sostenere il Consultorio Delta è quello di diventare membri dell'associazione con una quota annuale di Chf 100.-. Se desiderate saperne di più tutto il comitato è a vostra disposizione. Sabato 9 maggio 2009 Daniele Ventura Ore 20.00, a Muralto Seminario con Claire-Lise Ollier, Consulente FORRAC (i.f.) e responsabile Caffè Vita Növa Tema: Disturbi alimentari Dettagli vedi volantino allegato Venerdì sera 16 e Sabato 17 ottobre 2009 in collaborazione con il Centro Evangelico Patmos a Caslano Seminario con Licia e Gianni Saillen (Associazione Insieme Italia) Tema: famiglia, coppia, educazione Dettagli seguiranno Martedì 21 aprile 2009 ore 20.00, a Locarno via Vallemaggia Invito per l'Assemblea generale dell'Associazione DELTA Tutti sono invitati, anche chi non è membro! Cari amici, in questo periodo in cui siamo sollecitati da svariate fonti a confrontarci con il concetto di crisi, è un enorme privilegio potersi accordare con il salmista più famoso della Bibbia, Davide, che malgrado le tragedie vissute con angoscia, poteva dire “non sarò mai smosso!”. Arrivava a questa convinzione semplicemente perché riponeva la sua fiducia in Dio piuttosto che nelle circostanze. Alcune persone fanno più fatica di altre a trovare questo stato interiore che permette loro di vivere bene malgrado le circostanze. Molti si lamentano “ma dov'è Dio nella mia sofferenza?” ed è meglio non dare consigli troppo facili in momenti del genere! Eppure, proprio nella sofferenza, possiamo scoprire un Dio desideroso di aiutare e che ci incoraggia ad intrapren- dere una strada di guarigione. Forse più lunga di quella che abbiamo sognato, ma nella quale scopriamo perle di saggezza che non avremmo imparato altrimenti. È stato il caso di Claire-Lise, che tramite la sua sofferenza è ora in grado di aiutare altri. In un tema come il rapporto conflittuale con il cibo, credo che non sia facile comprenderlo fino in fondo, soprattutto da chi riesce a godere di quei magnifici momenti davanti ad un buon piatto appetitoso. La teoria può aiutarci a capire la tematica e le dinamiche, ma ciò che la teoria non riesce a fare, è capire il dolore interiore di chi ne è colpito. Claire-Lise, con la sua storia, saprà coniugare teoria ed esperienza personale, così da dare ottime informazioni a chi vuole saperne di più sul tema, e una reale speranza a chi è intrappolato da questa sofferenza. Non mi resta altro che augurarvi buona lettura e invitarvi al nostro prossimo seminario! Claudio Claudio Agosta Parola al cassiere APRILE 2009 N°13 Infos Disturbi alimentari: quando il rapporto col cibo diventa ossessione Molte persone, donne e uomini, soffrono segretamente di disturbi alimentari. A volte, quando il sovrappeso o il sottopeso prendono il sopravvento, il problema diventa visibile, più spesso, però, il problema è meno evidente esternamente, così che le persone colpite soffrono in silenzio. La loro mente è costantemente incentrata su pensieri di cibo, al non mangiar troppo oppure come perdere il più velocemente possibile le calorie appena assunte. Pensieri del genere occupano per molte ore al giorno la mente della persona colpita, e ne limitano la libertà. Esistono tre categorie principali di disturbi alimentari, ma è importante tener presente che i limiti una dall'altra sono molto flessibili. Anoressia (Anorexia nervosa): Anja S. è troppo magra, quasi solo pelle ed ossa. Eppure si vede troppo grassa. Mentre gli altri si gustano il pranzo, lei allontana il suo piatto contando le calorie che contiene. Più sovente ancora, cerca scuse per non dover pranzare con le amiche. È orgogliosa di aver la situazio- ne sotto controllo! Perder peso è ormai diventato il tema del giorno, ogni giorno, e ci sta riuscendo. Anja ha un concetto di sé distorto e soffre di attacchi di panico alla possibilità di ingrassare. Bulimia (Bulimia nervosa): Vanessa F. invece, ogni due o tre giorni ingurgita grosse quantità di cibo contenente molti grassi e carboidrati. Oltrepassa di molto la soglia dell'essere sazia. Per impedire un incremento di peso assume sostanze purganti, vomita volontariamente, oppure si lancia in una digiuno radicale di tre giorni o più….fino al prossimo “attacco di cibo”. Che soffra di bulimia non è visibile esternamente, poiché riesce a mantenere un peso più o meno normale. Disturbi non specificati da alterato comportamento alimentare: ad esempio la dipendenza da cibo (BingeEating Disorder). Si tratta anche qui di abbuffate di cibo ma senza vomitarlo. La conseguenza è forse „unicamente“ la costrizione ad una dieta severa per l'ennesima volta. A lungo termine porta comunque al sovrappeso (Adipositas), un problema in più! Questi disturbi vengono considerati malattie poiché comportano gravi danni alla salute che, se non curati tempestiva- disturbi alimentari mente, conducono a loro volta ad ulteriori problemi: difficoltà di circolazione, ai reni, osteoporosi, difficoltà cardiache, problemi di sonno, diabete, ecc. per non dimenticare i disturbi psichici che si possono manifestare: depressione, disturbo ossessivo compulsivo, attacchi di panico, ecc. La dieta estrema che si spinge fino al digiuno completo, può provocare la morte le cui statistiche arrivano fino al dieci per cento. Il fatto che le tematiche del cibo e del peso siano un'ossessione costante, questo si ripercuote sulle relazioni sociali, sulla formazione, la professione, le attività del tempo libero che a lungo andare passano in secondo piano. Ci si ritrova da soli e questa situazione non fa altro che aumentare la sofferenza. Alcuni uomini potrebbero pensare: “un'altre delle solite malattie da donna!” Ma attenzione, alcuni studi ci hanno presentato la realtà che circa un terzo dei dipendenti da cibo (BED) è rappresentato da uomini. Come si arriva a questa tragica situazione? Gli sviluppi possono essere molteplici, così come molteplici sono i comportamenti malsani, ma due aspetti li accomunano tutti: un rapporto ossessivo con il cibo e il controllo co- stante del peso. Alla radice possono esserci diversi motivi, tra i quali il bisogno di delimitarsi dalla propria famiglia perché la si vive con disagio, la fuga dalla realtà, un concetto di bellezza ideale esagerato ed irrealistico, la repressione del diventare adulti, della propria femminilità (risp. mascolinità), pressione dettata dalla prestazione e dal successo, o semplicemente la ricerca di una maniera per riempire un vuoto interiore. Oggi abbiamo diverse forme di aiuto e possibilità di terapia. L'obiettivo è sì, quello di trovare un migliore rapporto con il cibo, ma anche di scoprire le possibili cause del problema e risolverle. Il processo di guarigione normalmente dura diversi anni, ma l'importante è sapere che prima si incomincia con un trattamento e più chance si hanno di miglior riuscita. In questo lungo processo è importante trovare sempre nuove forze e coraggio nella propria relazione con Dio, facendo fiducia nel suo concreto e costante aiuto, anche in quei momenti in cui si vorrebbe mollare tutto! Jasmine Jasmine Stauffer disturbi alimentari