GENNAIO 2014 LE ATTIVITA’ DI TIROCINIO DIRETTO L’osservazione in classe L’osservazione descrittiva: le Note di Corsaro Osservare l’insegnamento: gli “eventi dell’istruzione” di Gagnè ATTIVITA’ NELLE SCUOLE N° ORE MODALITA’ DI SVOLGIMENTO Incontro con il Dirigente L’insegnante referente accoglie i Scolastico o con il tirocinanti, fornisce copia del POF. Docente Referente delle attività di tirocinio per presentazione del territorio e e dell’Istituto scolastico Il Dirigente o il Docente Referente delle ore 2 att. Di Tirocinio, presenta la scuola, le caratteristiche del territorio, i bisogni formativi dell’utenza, le risposte elaborate dalla scuola nel POF. Partecipazione alla riunione di programmazione, condivisione con le insegnanti di classe dell’ambito disciplinare e scelta dell’argomento dell’U.D. da effettuare in classe durante attività di tirocinio diretto di maggio 2013. L’ insegnante referente assegna gli studenti, se possibile a coppie , alle classi e provvede ad affidarli agli insegnanti ore delle classi stesse. 2 Per 1 ora gli studenti osservano la riunione di programmazione utilizzando le Note Descrittive di W. Corsaro; Nell’ora successiva , condividono con le insegnanti accoglienti l’ambito disciplinare e l’argomento relativo alla UD e acquisiscono la programmazione di classe che prenderanno in esame con particolare attenzione alla eventuale disciplina di riferimento dell’U.D, Osservazione del microcontesto classe Analisi documentazione: ore quaderni, libri di testo, 1 sussidi vari. Osservazione del microcontesto classe. Si acquisiscono informazioni sul gruppo classe, si descrive ore 1 l’ambiente dal punto di vista logistico e strutturale. Osservazione del microcontesto classe. 3 giorni, 3 ore al giorno Approccio con la classe: conversazione/ intervista su argomento dell’UD 3 ore Condivisione con l’ins. accogliente dell’idea di UD da attuare nel mese di maggio. 2 ore 2 ore AL GIORNO: Osservazione in classe con le Note sul campo di W. Corsaro (sono presenti entrambi i tirocinanti; ognuno stende le note descrittive di 1 ora di osservazione. Se non si è in coppia, si stendono singolarmente le note descrittive di n° 2 ore). 1 ora AL GIORNO: in coppia, stesura definitiva delle note descrittive e individuazione delle funzioni didattiche (“eventi dell’istruzione” di Gagnè). Se non si è in coppia, si perfezionano le note descrittive e si individuano le funzioni didattiche. Individualmente, in autoformazione: stesura note personali. La coppia, alternandosi, propone una conversazione/intervista alla classe. Si richiede la documentazione individuale dell’incontro (note descrittive e personali). Incontro con l’insegnante accogliente per definire le linee generali dell’U.D. Gli strumenti • OSSERVAZIONE RIUNIONE DI PROGRAMMAZIONE: NOTE SUL CAMPO (note descrittive) • OSSERVAZIONE MICROCONTESTO CLASSE: NOTE SUL CAMPO (Note descrittive, note personali, note metodologiche) • INDIVIDUAZIONE FUNZIONI DI INSEGNAMENTO: gli “eventi dell’istruzione” di Gagnè NOTE SUL CAMPO DI W. CORSARO Note sul campo o Note Descrittive: “si riferiscono ad una descrizione letterale, dettagliata degli episodi e il più possibile non interpretativa” Note Personali: “con le quali l’osservatore annota i propri sentimenti e le proprie reazioni nei confronti delle caratteristiche specifiche degli eventi osservati e che comprendono anche le risposte ai sentimenti ed ai comportamenti dei soggetti (osservati)” Tratto da Olmetti Peja, Teorie e tecniche dell’osservazione in classe, Giunti 1998 NOTE SUL CAMPO DI W. CORSARO • Note Metodologiche: “riguardanti la posizione degli strumenti, la posizione dell’osservatore e tutte le decisioni relative alla procedura utilizzata durante l’intero ciclo osservativo” • Note Teoriche: “che si riferiscono alla registrazione delle ipotesi che nascono all’interno della situazione osservata; con esse l’osservatore prende nota di aspetti del comportamento relativi al soggetto osservato e che possono essere esplorati in altre situazioni” (non è necessario svolgerle al Tirocinio del 3° anno) Tratto da Olmetti Peja, Teorie e tecniche dell’osservazione in classe, Giunti 1998 NOTE DESCRITTIVE REGISTRARE IN MODO PRECISO E DETTAGLIATO RELAZIONI , RUOLI, EVENTI LIMITARE AL MASSIMO QUALSIASI INTERPRETAZIONE PERSONALE Primo giorno di osservazione Lunedì 15 novembre 2010 ore 8.10-11.10 I.C. “Fratelli Bandiera”- Scuola Primaria Classe V C In aula Presenti: Insegnante di classe, maestra Gianfranca; insegnante di sostegno, maestra Laura; alunni; tirocinante …………… (osservatore) • “La maestra Gianfranca entra nell’aula, saluta gli alunni e raggiunge la cattedra. Rimanendo in piedi, chiede loro di prendere posto, di stare in silenzio e prestare attenzione. I bambini si siedono nei banchi. Parlano tra di loro. La maestra li richiama dicendogli di stare in silenzio. Entra l’insegnante di sostegno Laura, che si siede vicino ad A., seduto al primo banco a destra della cattedra. L’insegnante di classe mi presenta al gruppo classe spiegando loro qual è il mio ruolo e che attività svolgerò all’interno della classe. “ NOTE PERSONALI IL TIROCINANTE REGISTRA REAZIONI E SENTIMENTI PERSONALI PROVOCATI DAGLI EVENTI E DAI SOGGETTI OSSERVATI NOTE PERSONALI . “Sono rimasta colpita dall’attenzione che tutti gli studenti hanno mantenuto per tutta la lezione: mi sono emozionata ricordando il mio primo giorno di scuola. Mi ha intenerito l’atteggiamento di chi, sentendosi in procinto di essere interrogato, a voce bassa risolve il quesito che prevede corrispondergli. E’ molto piacevole assistere a manifestazioni di entusiasmo da parte di coloro che si sentono pronti nel fornire la risposta esatta. E’ commovente invece constatare l’incertezza di chi, essendo stato interpellato, mostra molta timidezza e imbarazzo perché non riesce a dare il risultato esatto. “ NOTE METODOLOGICHE RIGUARDANO • LA SCELTA E L’UTILIZZAZIONE DEGLI STRUMENTI • LA POSIZIONE DELL’OSSERVATORE • LE DECISIONI RELATIVE ALLA PROCEDURA UTILIZZATA DURANTE L’INTERO CICLO OSSERVATIVO NOTA METODOLOGICA “Il metodo di osservazione scelto per l’osservazione sono le Note di Corsaro con la tecnica “carta e matita. Durante l’osservazione diretta appunto le cose più importanti per poi ampliarle in un secondo momento. Si tratta di un’osservazione non partecipante perché, dovendo rilevare la relazione tra l’insegnante e i bambini, è necessario che l’osservatore non condizioni in nessun modo la stessa. Per questo motivo, inoltre, scelgo una postazione che mi permetta di osservare la situazione senza disturbare l’evolversi degli eventi.” Le funzioni pedagogiche … insegnare dipende strettamente dal parlare; il discorso pedagogico è un modo di parlare specifico organizzato e articolato in specifiche funzioni tendenti a conseguire obiettivi di insegnamento – apprendimento G. Ballanti, Discorso e azione nella pedagogia scientifica, Giunti Lisciani, Firenze 1989, pag. 26) Tutti i comportamenti dell’insegnante Dal comportamento in quanto persona: il rapporto maestro dell’insegnante … allievo e le sue valenze socio-affetive Tutti i comportamenti messi in atto … al comportamento di insegnamento per insegnare cioè funzionali a produrre apprendimento negli alunni Che cosa si deve osservare quando si vuole osservare l’insegnamento? I comportamenti di insegnamento che sono prevalentemente comportamenti verbali Definizione di liste di categorie a cui ricondurre tutto il comportamento verbale registrato in classe: ogni categoria corrisponde a una definizione comportamentale di una funzione pedagogica Identificazione di funzioni pedagogiche desumibili dalla osservazione, registrazione e categorizzazione di interazioni verbali in classe L’insegnamento deve Facilitare e Individualizzare l’apprendimento Le azioni pedagogiche sono comportamenti complessi È necessario suddividerle in funzioni che devono essere disposte in ordine di successione. Gagnè Gerarchia delle fasi dell’apprendimento (condizioni interne) 1. Apprendimento di segnali 2. Apprendimento stimolo-risposta 3. Concatenazione di sequenze stimolo risposta 4. Associazione verbale 5. Discriminazione 6. Concetti 7. Regole 8. Problem solving Gerarchia delle fasi dell’insegnamento Discriminazioni, concetti, regole e soluzione di problemi possono essere appresi anche verbalmente, nella comunicazione attraverso il linguaggio. Ciò pone il problema dell’insegnamento la cui gerarchia si compone di nove gradi: Dallo studio dei modi dell’apprendimento allo studio del comportamento di insegnamento: • dare definizione operativa dell’insegnamento • identificare i comportamenti osservabili dell’insegnante in grado di favorire l’apprendimento Gagnè definisce l’istruzione come “controllo degli avvenimenti esterni nella situazione di apprendimento” e ponendosi nella prospettiva del comportamento di insegnamento distingue nove essenziali momenti dell’istruzione stessa. GAGNÉ I 9 momenti dell’istruzione Attirare e controllare l’attenzione Comportamenti di stimolazione Informare il soggetto dei risultati attesi Stimolare il ricordo delle capacità prerequisite apprese Presentare stimoli interenti al compito Fare da guida all’apprendimento Momento critico Fase di rinforzo Fornire il feedback Valutare la performance Provvedere al transfer degli apprendimenti Assicurare la ritenzione 1. ATTIRA E CONTROLLA L’ATTENZIONE • A. Verbalmente • • • • I II III IV si rivolge al singolo o alla classe indirizza il movimento degli alunni tronca situazioni di confusione e di conflitto usa intercalari • B. Con azioni didattiche • I • II mostra oggetti, strumenti usa sussidi didattici 2. COMUNICA GLI OBIETTIVI • A. Definisce obiettivi operativi • I • II • III specifica le capacità generali indica le prestazioni specifiche precisa condizioni e criteri • B. Espone le proprie intenzioni • I • II • III informa di ciò che intende fare, anche con contenuti annessi espone i propri metodi motiva, interessa, incuriosisce 3. STIMOLA IL RICHIAMO DEI PREREQUISITI • A. Richiama verbalmente • I • II richiama conoscenze e abilità in generale richiama conoscenze e abilità specifiche • B. Chiede di esporre • I • II argomenti prerequisiti generali argomenti prerequisiti specifici • C. Fa eseguire prove • I • II su conoscenze e abilità generali e specifiche sui prerequisiti specifici 4. PRESENTA STIMOLI INERENTI AL COMPITO DI APPRENDIMENTO • A. Espone • • • • I II III IV narra descrive cita informazioni presenta problemi • B. Spiega • • • • • I II III IV V discrimina generalizza deduce-inferisce estrapola presenta sintesi, conclusioni 5. FA DA GUIDA ALL’APPRENDIMENTO • A. Indirizza-incoraggia • • • • • I II III IV V fa domande pertinenti al compito completa, chiarisce ripete la domanda usa le idee e le esperienze dell’alunno esemplifica, fornisce un modello • B. Rinforza-corregge • • • • I II III IV approva la risposta loda la condotta corregge l’errore della risposta corregge la condotta 6. SOLLECITA LA PRESTAZIONE • A Interagisce con gli allievi I II III IV richiede informazioni richiede prestazioni richiede strategie richiede soluzioni • • • • 7. FORNISCE IL FEEDBACK • A. Informa dell’esattezza della risposta • I • II • III • IV accetta o corregge la risposta, senza specificare i criteri accetta o corregge la risposta, specificandone i criteri chiarisce le regole della performance indica nuove strategie di risposta 8. VERIFICA LA PERFORMANCE • A. Misura il conseguimento degli obiettivi • I • II • III fa uso di prove d’apprendimento assegna punteggi e voti di profitto esprime giudizi sul profitto 9. PROVVEDE AL TRANSFER E ASSICURA LA RITENZIONE • A. Transfer orizzontale • I • II • B. • I • C. • • • I II III • IV utilizza conoscenze e abilità dell’allievo in analoghi apprendimenti utilizza conoscenze e abilità dell’allievo in contesti non scolastici Transfer verticale utilizza conoscenze e abilità dell’allievo in apprendimenti di livello inferiore Provvede alla memorizzazione a lungo termine chiede di riassumere e sintetizzare include, ricollega apprendimenti precedenti suggerisce forme di organizzazione e strategie di esposizione dell’apprendimento richiede di esplicitare le strategie Dal primo al quinto: comportamenti di stimolazione Dal sesto - che introduce un “momento critico” si passa da situazioni di stimolazione a situazioni di apprendimento e rinforzo L’insegnamento è acceleratore dell’apprendimento perché “il soggetto non spreca tempo a scoprire regole del tutto sbagliate” L’apprendimento guidato è apprendimento stimolato: non è imposto né è subito.. Il soggetto anche se guidato produce attivamente e autonomamente le regole … Come registrare e codificare gli eventi di insegnamento di Gagnè? DAGLI EVENTI DELL’ISTRUZIONE DI GAGNE’ UNO STRUMENTO PER REGISTRARE E CODIFICARELE FUNZIONI DI INSEGNAMENTO DIAPO Peja, Bocci, Fontana, Ballanti Note descrittive Attività: Ripasso di Storia L'insegnante dà l'indicazione di prendere il libro di storia. L’insegnante introduce l’argomento spiegando che il lavoro sarà su un ripasso di unità già studiate: “I popoli della Mesopotamia.” All’alunno in difficoltà l’insegnante dà disposizione di proseguire il lavoro al computer iniziato il giorno prima. L’insegnante detta il titolo del lavoro L’insegnante inizia a discutere sulle informazioni che servono per completare il lavoro, in questo modo fa un piccolo ripasso con gli alunni dell’ argomento …. Prosegue poi il dettato degli esercizi dividendo il lavoro in tre fasi: Comprendere; Lavorare; Consegna. Gli alunni si mettono al lavoro. L’insegnante definito il tempo per portare a termine il lavoro, invita un alunno a leggere e spiegare le consegne dell’esercizio, l’alunno ha difficoltà nel rispondere, l’insegnante lo aiuta con parafrasi dei termini della consegna. L’insegnante continua la lezione dalla cattedra, invitando gli alunni a riflettere sulle informazioni all’interno dell’esercizio svolto e chiedendo di recuperare in memoria le informazioni da collegare. Viene identificata una parola “Funzione”. L’insegnante domanda agli alunni di cercare questa parola sul vocabolario. L’insegnante stimola gli alunni a riflettere su un altro termine emerso nell’analisi dell’esercizio: “Eseguire”. Gli alunni conoscono già il significato di questo termine e lo espongono in modo pertinente. Una nuova parola (“casta”) a cui i bambini non sanno dare una definizione corretta, è utilizzata come spunto dall’insegnante per gestire un ripasso di alcuni concetti di storia precedentemente studiati. L’insegnante utilizza una tabella sulla lavagna , da lei disegnata, stimolando gli alunni a partecipare alla costruzione di una piramide divisa in settori (che rappresentano le caste in Mesopotamia) al cui interno sono inserite alcune categorie delle antiche società Mesopotamiche. L’insegnante invita a riflettere (stimola) sulle informazioni alla lavagna. L’insegnante invita a riflettere (stimola) sulle informazioni alla lavagna. Successivamente interroga lo studente che sembra avere più difficoltà nella definizione della parola “casta”. Con dei suggerimenti lo aiuta a comprenderne il significato. L’insegnante analizza con gli alunni ogni parola che può non essere chiara, abbinando al ripasso il rinforzo e la competenza lessicale. L’alunno al computer interviene informando la maestra di aver concluso il compito assegnatogli. La maestra lo gratifica con un feedback positivo.