Un approccio didattico per la programmazione orientata agli oggetti

Un approccio didattico per la programmazione orientata agli
oggetti in linguaggio Java in una classe quinta I.T.I.S
Questo lavoro riprende l’approccio didattico adottato durante l’esperienza di tirocinio attivo,
svoltasi nell’anno scolastico 2005-06 presso l’Istituto Tecnico Industriale “A. Avogadro” di Torino, in cui
ho cercato di mettere in pratica la gran quantità di elementi raccolti durante le esperienze di tirocinio e ho
approfondito, attuandole per quanto possibile in alcuni aspetti, le piste e spunti di riflessione che sono
germogliati copiosi durante il cammino formativo del biennio alla SSIS. L’intervento didattico è basato
sull’introduzione alla programmazione orientata agli oggetti utilizzando il linguaggio Java ed è rivolto a
studenti di una classe quinta di un ITIS ad indirizzo informatico.
Dopo aver evidenziato il contesto (esplicazione delle finalità, obiettivi del modulo, introduzione
storico-epistemologica, recupero dei prerequisiti) si è presentato il paradigma orientato agli oggetti
insistendo sull’attività di modellazione e di interpretazione dei problemi, per poi implementarli nel
linguaggio Java. Per la scelta della metodologia didattica da attuare non mi sono vincolato esclusivamente ad
un tipo di didattica, ho fatto coesistere diverse metodologie a seconda dell’argomento, della situazione
d’aula e alle caratteristiche della classe. Nella progettazione dell’intervento didattico ho tenuto sempre
presente l’obiettivo principale che l’allievo fosse messo in condizione di sviluppare le capacità di analizzare
e risolvere problemi di varia natura, di interpretare il problema, di costruire la soluzione, di acquisire la
capacità di lavorare in gruppo, di promuovere capacità relazionali, di superare la competizione e di imparare
a criticare e ad essere criticati. A tal fine mi sono prodigato per aiutare l’allievo, per portarlo all’acquisizione
della mentalità informatica coadiuvandolo nel potenziamento delle capacità richieste (astrazione,
generalizzazione, associazione, dipendenze, correlazioni, modellazione coerente con la realtà, e applicazione
degli algoritmi e delle strutture nella programmazione), senza trascurare gli aspetti organizzativi e
motivazionali. Nella preparazione della verifica sommativa mi sono ispirato alla valutazione autentica e alle
sue istanze di rendicontazione che impongono che bisogna valutare non solo ciò che un ragazzo “sa” (sapere
riproduttivo), ma anche la costruzione e lo sviluppo delle conoscenze, la capacità di applicazione al reale di
quanto si è appreso, ponendo attenzione al processo dell’apprendimento e alla capacità di applicare le
conoscenze acquisite in contesti reali.
L’esperienza del biennio formativo della SIS è stata molto edificante e ha fatto sorgere in me delle
riflessioni sostanziali sul ruolo e sulle competenze che l’insegnante deve assumere nella scuola di oggi; un
insegnante è un professionista che deve compendiare in sé almeno quattro livelli di competenze: disciplinari,
relazionali, metodologiche-didattiche ed organizzative. Il tendere verso il modello del perfetto insegnante
deve procedere senza disilludersi o provare frustrazione per i propri errori, anzi, l’abilità consiste proprio
nel trasformare gli errori in occasione di crescita ricordando sempre che un buon motto per un insegnante
può essere “mettiamoci in discussione e cresciamo insieme con i nostri allievi”.