FARMACOTERAPIA DI ANSIA E DEPRESSIONE NELLA SCLEROSI MULTIPLA DATI POSITIVI MA NON OTTIMALI I trattamenti farmacologici e psicologici per la depressione sono efficaci nel ridurre i sintomi depressivi nei pazienti affetti da sclerosi multipla (SM), mentre non ci sono sufficienti dati per determinare l'efficacia dei trattamenti per l'ansia. Queste le conclusioni di una revisione sistematica e di una meta-analisi effettuate da un team di esperti canadesi, pubblicate su Multiple Sclerosis and Related Disorders. 20 marzo 2016 I trattamenti farmacologici e psicologici per la depressione sono efficaci nel ridurre i sintomi depressivi nei pazienti affetti da sclerosi multipla (SM), mentre non ci sono sufficienti dati per determinare l'efficacia dei trattamenti per l'ansia. Queste le conclusioni di una revisione sistematica e di una meta-analisi effettuate da un team di esperti canadesi, pubblicate su Multiple Sclerosis and Related Disorders. «Le comorbilità psichiatriche sono frequenti nei pazienti affetti da SM con una prevalenza, lungo l’intero decorso della vita, di depressione e di ansia che arrivano ad attestarsi rispettivamente al 24% e al 21,9%» affermano gli autori, coordinati da Ruth Ann Marrie, del Dipartimento di Medicina Interna della University of Mannitoba, a Winnipeg (Canada). Le differenze dei disturbi dell’umore rispetto alla popolazione generale «La depressione e l’ansia sono associate a maggiore fatigue, ridotta qualità di vita (QoL) e minore aderenza alle terapie modificanti la malattia (DMT). Eppure, nonostante gli effetti avversi di ansia e depressione sulla SM siano ben noti, restano sottotrattate» sostengono Marrie e colleghi. Inoltre, aggiungono i ricercatori, «mancano prove solide per guidare il trattamento di ansia e depressione nella SM e pertanto i fornitori di cure devono basarsi sulla letteratura generale psichiatrica e psicologica per le raccomandazioni relative ai trattamenti». In effetti, rilevano, «terapie efficaci per i due disturbi esistono per la popolazione generale, ma condizioni specifiche della SM, come il decadimento cognitivo, la fatigue e la ritenzione urinaria, potrebbero influire sulla sicurezza, sulla tollerabilità e sull’efficienza dei trattamenti testati appunto sulla popolazione generale. Ecco perché è essenziale che le ricerche di interventi per ridurre l’ansia e la depressione nella SM siano specifiche per la malattia neurodegenerativa». Lo scopo, i metodi e i risultati della ricerca Lo scopo della ricerca sistematica e della meta-analisi effettuate dal team guidato da Marrie è stato quello di riassumere, valutare criticamente e quantificare gli esiti di trial controllati su interventi farmacologici e psicologici per ansia e depressione in pazienti con SM. La revisione è stata condotta seguendo il Cochrane Handbook for Systematic Reviews e i risultati sono stati riportati secondo i criteri PRISMA (Preferred Reporting Items for Systemic Reviews and Metaanalyses). In particolare, gli autori hanno effettuato le proprie ricerche sui principali database dedicati alle sperimentazioni cliniche (Medline, EMBASE, PsycINFO, PsycARTICLES Full Text, Cochrane Central Register of Controlled Trials, CINAHL, Web of Science, Scopus) utilizzando la metodologia della revisione sistematica dall'inizio della raccolta dati dell’archivio elettronico fino al 25 marzo 2015. Due revisori indipendenti hanno valutato gli abstract, estratto i dati e valutato il rischio di bias e la forza delle evidenze. Sono stati inclusi trial clinici controllati che riportassero l'effetto di interventi farmacologici o psicologici per depressione o ansia in un campione di pazienti con SM. Sono state calcolate le differenze medie standardizzate (SMD) e riuniti i dati utilizzando una meta-analisi con effetti casuali. Su 1.753 abstract sottoposti a revisione, 21 articoli riferiti a 13 unici studi clinici hanno soddisfatto i criteri di inclusione. La gravità della depressione è risultata ridotta in 9 studi psicologici sul trattamento della depressione (N = 307; SMD: -0,45 [IC 95%: -0,74, -0,16]). La gravità della depressione è apparsa diminuita anche in 3 trial farmacologici di trattamento della depressione (N = 165; SMD: -0,63 [IC 95%: -1,07, -0,20]). Per l'ansia, solo un singolo trial ha esaminato la terapia psicologica per la fobia dell’iniezione e non ha riportato alcun miglioramento statisticamente significativo. I commenti degli autori, con focalizzazione sui trattamenti farmacologici In base alla nostra meta-analisi, premettono i ricercatori, gli interventi farmacologici antidepressivi in persone depresse affette da SM sono in genere efficaci nel ridurre la sintomatologia. Però «una revisione Cochrane sui trattamenti farmacologici della depressione nella SM non aveva riscontrato effetti nei 3 trial studiati nella nostra analisi» osservano Marrie e colleghi. Del resto, sottolineano, «gli autori di tale revisione avevano analizzato gli outcomes discreti, per categorie (per esempio: “riduzione di punteggi pari o superiore a 7” rispetto a “nessuna riduzione del punteggio”) piuttosto che secondo outcomes continui, il che può spiegare le differenze nelle conclusioni». In ogni caso, aggiungono, «pochi studi hanno valutato gli interventi farmacologici per la depressione nella SM ma comunque tutti hanno dimostrato la loro efficacia nel ridurre i sintomi depressivi». Nella popolazione generale, gli inibitori selettivi del reuptake della serotonina (SSRI) e gli antidepressivi triciclici sono efficaci nel ridurre la depressione in confronto al placebo (rischio relativo [RR] per miglioramento, rispettivamente: 1,37 e 1,26). «È interessante notare come gli studi di farmacoterapia che abbiamo sottoposto a revisione facessero uso di principi non comunemente prescritti per il trattamento della depressione, i quali potrebbero essere scarsamente tollerati dalla popolazione SM» rilevano Marrie e colleghi. «Per esempio» chiariscono «gli antidepressivi triciclici come la desipramina hanno effetti collaterali anticolinergici che potrebbero riacutizzare la ritenzione urinaria, le alterazioni cognitive e la fatigue. I trial in cui si è usato un SSRI come la paroxetina, inoltre, hanno fatto registrare un elevato livello di effetti avversi quali nausea, cefalea e secchezza delle fauci, in linea con le proprietà anticolinergiche del farmaco». Dunque, a detta degli autori, sembrano necessari ulteriori studi che facciano uso di antidepressivi che possano avere una migliore tollerabilità nella popolazione SM, tenendo in considerazione il profilo degli effetti avversi e i farmaci concomitanti al momento della scelta della terapia. Il rapporto biunivoco tra fatigue e depressione «Abbiamo riscontrato robusti effetti dei trattamenti farmacologici nel miglioramento dei sintomi della fatigue in soggetti con depressione» sottolineano gli esperti. «La fatigue è uno dei principali sintomi della SM ed è spesso considerata il peggiore sintomo della malattia. In modo simile, la fatigue è un sintomo comune della depressione: la sovrapposizione dei sintomi depressivi e della SM, insieme agli effetti dei farmaci, può guidare la scelta del metodo per valutare la depressione stessa nella SM». Gli interventi farmacologici per la depressione nei soggetti con SM si dimostrano efficaci, anche se i principi usati non sembrano ideali per l’impiego in questa patologia neurologica, affermano gli autori. Appaiono necessari ulteriori studi con SSRI, inibitori selettivi del reuptake della noradrenalina e più recenti farmaci antidepressivi per determinare la terapia medica ottimale per l’ansia e la depressione in questa popolazione di pazienti, concludono. Fiest KM, Walker JR, Bernstein CN, et al. Systematic review and meta-analysis of interventions for depression and anxiety in persons with multiple sclerosis. Mult Scler Relat Disord, 2016;5:1226.