METODOLOGIA E DIDATTICA SPECIALE DEI DISTURBI DELL’ APPRENDIMENTO Dott.Dott:Stefano StefanoZucca Zucca Uso Didattico Interno Testi d’esame McGraw-Hill, Psicopatologia dello sviluppo. Storie di bambini e psicoterapia, web site, Milano 2010 R.M. Foxx, Tecniche base del metodo comportamentale, Erickson, Trento, 1995. Dott:Stefano Zucca Uso Didattico Interno metodologia La metodologia sia dell’educazione sia dell’ insegnamento, lungi dall’offrire ricette da applicare meccanicamente alle situazioni, peraltro variegate e cangianti, è “conoscenza critica (e quindi razionalmente e sperimentalmente giustificata) delle vie e dei mezzi per conseguire gli scopi desiderati” (Laeng, 1990) Lo studio dei principi e delle regole per conseguire e sviluppare le conoscenze in una determinata disciplina. Dott:Stefano Zucca Uso Didattico Interno DISTURBO DIFFICOLTÀ • Innato • Resistente all’intervento • Resistente al cambiamento • Non innato • Modificabile con interventi didattici mirati Dott:Stefano Zucca Uso Didattico Interno ATTENZIONE • L’attenzione è quel processo cognitivo che permette di concentrarsi selettivamente su di un particolare stimolo, ignorando gli altri. Dott:Stefano Zucca Uso Didattico Interno ATTENZIONE • L’attenzione è quindi quel processo cognitivo che permette di: – selezionare gli stimoli – concentrarsi su alcuni di essi – organizzare le informazioni provenienti dall’ambiente esterno e la regolazione dei processi mentali Dott:Stefano Zucca Uso Didattico Interno Attenzione Selettiva • L’attenzione selettiva consiste nella capacità, da parte di un agente, di selezionare, in base ad un qualche criterio, un solo oggetto fra quelli presenti nel proprio ambiente: può essere considerata come un “filtro” che seleziona le informazioni in input, decidendo quali debbano essere ulteriormente elaborate e quali, viceversa, debbano essere ignorate. Dott:Stefano Zucca Uso Didattico Interno Attenzione Focalizzata • Complementare all’aspetto selettivo vi è il fenomeno della focalizzazione, che consiste nella capacità di sottoporre lo stimolo selezionato ad ulteriori elaborazioni, permettendo sia di sottoporre gli oggetti selezionati ad elaborazioni ulteriori, che di operare in maniera più efficace verso questi oggetti stessi o le aree spaziali selezionate, attraverso una detezione più veloce, una migliore capacità discriminativa ed una più alta predisposizione alla risposta (Faglioni, 1995). Dott:Stefano Zucca Uso Didattico Interno Come valutarla • L’attenzione va valutata nella capacità di elaborare contemporaneamente stimoli diversi o vari aspetti di una situazione stimolo complessa. Ad esempio la presentazione contemporanea di dati visivi (grafici), uditivi e che si riferiscono ad altri dati visivi (parole dette). • Nella durata e cioè nella quantità di tempo in cui l’alunno è in grado di mantenere un buon livello di intensità il suo sforzo attentivo. • La capacità di shift. Ovvero la capacità di spostare il focus attentivo da un oggetto ad un altro. • Altre variabili sono condizionanti : la motivazione intrinseca-estrinseca rispetto all’obiettivo, lo stato emotivo, il benessere fisico espresso nei termini di assenza di dolore. Dott:Stefano Zucca Uso Didattico Interno Il disturbo specifico di apprendimento Si tratta di una , costitutiva dell’individuo, tanto che alcuni tendono a definirla come una caratteristica della persona senza connotazione di patologia, la quale si rende , quando il livello di sviluppo e la richiesta ambientale si concentrano proprio su questi aspetti. Dott:Stefano Zucca Uso Didattico Interno Il disturbo specifico di apprendimento I D.S.A. sono disturbi di natura neurobiologica che ostacolano l’acquisizione di ABILITA’ STRUMENTALI SPECIFICHE che solitamente vengono acquisite senza sforzo Dott:Stefano Zucca Uso Didattico Interno Disturbi specifici dell’apprendimento DSM IV • I D.S.A. vengono diagnosticati quando i risultati ottenuti da un soggetto in test standardizzati, somministrati individualmente, su lettura, calcolo, espressione scritta risultano al di sotto di quanto previsto in base all’età, all’istruzione e al livello di Intelligenza. (Criterio A) • L’anomalia interferisce, in modo significativo con l’apprendimento scolastico e le attività della vita quotidiana che richiedono tale capacità.(Criterio B) Dott:Stefano Zucca Uso Didattico Interno Disturbi specifici dell’apprendimento ICD 10 Il sistema ICD-10 ribadisce inoltre che si tratta di una specifica e significativa compromissione nello sviluppo delle capacità di lettura, compitazione (o scrittura) ed abilità aritmetiche, che non sono spiegabili dall’età mentale, da problemi di acutezza visiva o da inadeguata istruzione scolastica. Dott:Stefano Zucca Uso Didattico Interno L’ICD -10 dell’OMS parla di Disturbo Specifico di Lettura e afferma che: ”la principale caratteristica di questo disturbo è una specifica e significativa compromissione nello sviluppo della capacità di lettura, che non è solamente spiegata dall’età mentale, da problemi di acutezza visiva o inadeguata istruzione scolastica. La comprensione della lettura, il riconoscimento delle parole nella lettura la capacità di leggere ad alta voce e le prestazioni nei compiti che richiedono la lettura possono essere tutti interessati” Dott:Stefano Zucca Uso Didattico Interno DISTURBO DI SVILUPPO DELLA LETTURA (Dislessia) DSM IV • La caratteristica fondamentale del Disturbo della Lettura è data dal fatto che il livello di capacità di leggere raggiunto (cioè precisione, velocità, o comprensione della lettura misurate da test standardizzati individualmente) si situa al di sotto di quanto ci si aspetterebbe data l’età cronologica del soggetto, la valutazione psicometrica dell’Q.I. e una istruzione adeguata all’età. • Il 60-80 % dei casi in cui viene diagnosticato un Disturbo della lettura sono maschi. • E’ di rado diagnosticato prima della fine dell’asilo o dell’inizio delle scuole elementari perché l’insegnamento formale della lettura di solito non inizia prima di questo livello nella maggior parte degli ambienti scolastici. Dott:Stefano Zucca Uso Didattico Interno DISTURBO DI SVILUPPO DELLA LETTURA (O Dislessia) DSM IV • Difficoltà nel riconoscere lettere e nel ricordarle, nella fusione dei suoni, false partenze, lunghe esitazioni perdita del segno nel testo difficoltà nel riconoscimento della parola intera , difficoltà di lettura ad alta voce, e comprensione del testo scritto. La lettura orale è caratterizzata da distorsioni, sostituzioni, omissioni, lentezza errori di comprensione • Conseguenze secondarie possono includere i problemi di comprensione nella lettura e una ridotta pratica della lettura che può impedire la crescita del vocabolario e della conoscenza generale • Difficoltà ad effettuare una lettura accurata e/o fluente Dott:Stefano Zucca e da abilità scadenti nella scrittura e nella decodifica. Uso Didattico Interno Disturbo di sviluppo dell’espressione scritta DSM IV • La caratteristica fondamentale del Disturbo dell’espressione scritta è una capacità di scrittura misurata da test standardizzati (individualmente) che si situa al di sotto di quanto ci si aspetterebbe data l’età cronologica del soggetto, la valutazione psicometrica dell’Q.I. e una istruzione adeguata all’età. • Il disturbo è caratterizzato da ridotte capacità di scrittura non imputabili a danni organici rispetto alla scolarizzazione e all’età mentale che interferiscono negativamente con l’apprendimento scolastico e con le attività quotidiane che richiedono la composizione di testi scritti. • Esiste in genere un insieme di difficoltà nella capacità del soggetto di comporre testi scritti, evidenziata da errori grammaticali o di punteggiatura nelle frasi, scadente organizzazione in capoversi, calligrafia deficitaria. • Viene di rado diagnosticato prima della fine della prima elementare Perché un sufficiente insegnamento formale della scrittura non ha di Dott:Stefano Zucca solito avuto luogo. Uso Didattico Interno Disturbo delle Capacità Motorie DSM IV • La caratteristica fondamentale del Disturbo della Coordinazione è una marcata compromissione dello sviluppo della coordinazione motoria (Criterio A). La diagnosi viene fatta se questa compromissione interferisce in modo significativo con l’apprendimento scolastico o con le attività di vita quotidiana. (Criterio B) • La diagnosi viene fatta se le difficoltà nella coordinazione non sono dovute ad una condizione medica generale (paralisi, distrofia muscolare) e se non risultano soddisfatti i criteri per un Disturbo Pervasivo dello Sviluppo • Le manifestazioni di questo disturbo variano con l’età e con lo sviluppo, ad esempio i bambini più piccoli possono manifestare delle difficoltà nel gattonare, nello stare seduti, allacciarsi le scarpe o i bottoni di una giacca, chiudere una cerniera lampo. • I bambini più grandi possono mostrare difficoltà nelle componenti motorie dell’assemblaggio di pezzi Zucca di puzzle, nel modellismo, nel Dott:Stefano Uso Didattico Interno giocare a palla, nello scrivere in stampatello e nella calligrafia. Sia il DSM IV che l’ICD 10 includono la disgrafia all’interno del Disturbo di Coordinazione Motoria Il DSM IV parla espressamente di un problema legato principalmente alla calligrafia e prevede, come criterio di inclusione, che esistano disturbi motori associati al sintomo “brutta scrittura” che giustifichino performances più basse in compiti motori di ambito scolastico. In questo caso si parla di Disturbo di Sviluppo della Coordinazione. Se alla brutta grafia si associano errori di spelling (di compitazione) e di costruzione del testo (morfosintattici) verrà invece data diagnosi di Disturbo dell’Espressione Scritta. Quest’ultimo rientra nei Disturbi dell’Apprendimento e si trova spesso in comorbilità Per comorbilità , in campo medico, si intende la coestistenza di due (o più) patologie diverse in uno stesso individuo.con Disturbi di Lettura e di Calcolo. L’ICD 10 tende ad assegnare in presenza del sintomo Disgrafia, diagnosi di Disturbo evolutivo specifico della funzione motoria (D.E.S.F.M.). Non prevede un disturbo dell’espressione scritta a se stante, ma in presenza di altri deficit come Dott:Stefano Zucca di Disturbo della compitazione quelli di decodifica ortografica, assegna diagnosi Uso Didattico Interno (D.d.C.) (errori ortografici). Disturbo di sviluppo del calcolo (o disturbo specifico delle abilità aritmetiche) • La caratteristica fondamentale del Disturbo del Calcolo è una capacità di calcolo misurata da test standardizzati somministrati individualmente) sul calcolo o ragionamento matematico)che si situa al di sotto di quanto ci si aspetterebbe data l’età cronologica del soggetto, la valutazione psicometrica dell’Q.I. e una istruzione adeguata all’età. • Questo deficit incide negativamente con l’apprendimento scolastico e con le attività quotidiane che richiedono capacità di calcolo e non è imputabile la qualità dell’istruzione, né a ritardo mentale, né a deficit uditivi e visivi e neurologici. • Mancato riconoscimento dei simboli numerici, incapacità di comprensione dei concetti base delle quattro operazioni, i termini e i segni aritmetici. E’ di rado diagnosticato prima della fine della prima elementare è evidente dalla II e III elementare. Dott:Stefano Zucca Uso Didattico Interno Nel RM lieve l’obiettivo è almeno l’acquisizione delle tecniche per favorire: arricchimento strumentale: l’insegnante, agendo come mediatore, incoraggia un approccio più analitico e logico al problem solving, migliorando la consapevolezza del compito e delle risorse disponibili. tecniche e strategie (es. di memoria: ripetizione verbale, organizzazione delle informazioni da ricordare, ricorso all’immaginazione…) Nel RM medio l’obiettivo è almeno il riconoscimento di parole, concetti base di tempo e numero. Nel RM grave l’obiettivo è almeno quello di sviluppare delle autonomie attraverso un training. Si ricorre spesso a tecniche comportamentali, in quanto più è grave il RM e minore è la capacità di generalizzare le competenze e quindi è più economico ed efficace predisporre interventi che agiscono direttamente su ciò che si vuole modificare, cioè si cerca di sviluppare dei comportamenti attraverso: indicazione imitazione aiuto fisico e verbale utilizzo di rinforzi suddivisione degli obiettivi in pezzi piccoli attraverso modelling (es. rinforzo dei suoni nell’apprendimento del linguaggio), concatenamento (iniziare dall’ultimo passaggio) e riduzione progressiva dell’assistenza. Nel lavoro con i bambini con RM è importante non dimenticare le attività ricreative ed il tempo libero; l’incapacità infatti di utilizzare costruttivamente il proprio tempo libero è spesso fonte di Dott:Stefano Zucca problemi comportamentali soprattutto nell’adolescenza e nell’età adulta. Uso Didattico Interno Disturbo del comportamento • La caratteristica che accomuna questi soggetti è la presenza di comportamenti problematici, piuttosto che di compromissioni di una o più funzioni psichiche. • Vengono descritte comportamento: tre categorie di disturbi con - i disturbi da deficit di attenzione cono senza iperattività - i disturbi della condotta - il disturbo oppositivo-provocatorio Dott:Stefano Zucca Uso Didattico Interno 3) Disturbi da Deficit di Attenzione e da Comportamento Dirompente (sindromi ipercinetiche) Disturbo da deficit di attenzione/Iperattività Dott:Stefano Zucca Uso Didattico Interno 3) Disturbi da Deficit di Attenzione e da Comportamento Dirompente È caratterizzato da una persistente modalità di disattenzione e/o iperattività-impulsività. Alcuni sintomi di iperattività-impulsività devono essere presenti prima dei 7 anni di età sebbene molti soggetti sono diagnosticati dopo che i sintomi sono presenti da diversi anni in particolare per i soggetti con disattenzione predominante. I sintomi devono essere presenti in almeno due contesti: scuola casa. Deve chiaramente risultare una interferenza con il funzionamento sociale,Dott:Stefano scolastico e lavorativo Zucca Uso Didattico Interno L’esordio si verifica intorno ai tre anni anche se di solito questi soggetti arrivano all’osservazione più avanti quando i sintomi si fanno più evidenti a causa della frequenza scolastica. Dott:Stefano Zucca Uso Didattico Interno Disturbi da deficit di attenzione con o senza iperattività La DISATTENZIONE PUÒ MANIFESTARSI: • Interruzione delle attività intraprese dovuta alla disattenzione e non da altre difficoltà (incapacità nel comprendere) • Cambiano spesso argomenti durante uno scambio verbale. • Basso livello di ascolto delle informazioni verbali. • Agitazione motoria che si esprime nelle forme di movimento frequente di mani e piedi. • Errori frequenti di distrazione. • Difficoltà a rimanere seduti anche quando le circostanze lo richiedono • facile distraibilità. • Difficoltà a rispettare i turni e le regole nelle situazioni di gruppo. • Impulsività nelle risposte. • Difficoltà ad eseguire le istruzioni di un compito e passaggio da un compito ad un altro. • Mantenere la concentrazione a portare a termine il lavoro. • A giocare in modo adeguato alla situazione. • Frequenti comportamenti di disturbo nei confronti dei giochi degli altri bambini. • Tendenza a chiacchierare in modo eccessivo rispetto alle circostanze e a non ascoltare gli altri. • Tendenza a perdere gli oggetti nelle attività di scuola o di casa. • Impegnarsi in attività pericolose. Dott:Stefano Zucca Uso Didattico Interno • Lavori eseguiti disordinati e svolti senza cura. Disturbi da deficit di attenzione con o senza iperattività L’ IPERATTIVITÀ PUÒ MANIFESTARSI: • • • • • • • • • • • • • • • • Agitazione motoria che si esprime nelle forme di movimento frequente di mani e piedi. Dimenandosi sulla sedia Non restano seduti quando dovrebbero Non si dedicano alle attività di tempo libero in modo funzionale (gioco equilibrato Sono sempre in movimento Saltellano ovunque avanti e indietro Saltano in luoghi pericolosi e si arrampicano ovunque Corrono nei corridoi Giocherellano nervosamente con oggetti Agitano gambe e piedi Rispondono senza che lo stimolo sia concluso Commentano quando non è il momento Dott:Stefano Zucca Interrompono quando non è il momento Uso Didattico Interno Toccano cosa che non sono di loro proprietà Sono invadenti verso altri li toccano e fanno i pagliacci. I sintomi si manifestano più frequentemente in situazioni di gruppo i comportamenti possono ridursi se il soggetto viene rinforzato nei comportamenti adeguati,se si trova in un ambiente nuovo,se è il rapporto individualizzato. Disturbo della condotta La caratteristica fondamentale del Disturbo della Condotta è una modalità di comportamento ripetitiva e persistente in cui i diritti fondamentali degli altri oppure le norme o le regole della società appropriate per l'età adulta vengono violate (Criterio A). Questi comportamenti si inseriscono in quattro gruppi fondamentali: - condotta aggressiva che causa o minaccia danni fisici ad altre persone o ad animali (Criteri A1-A7), - condotta non aggressiva che causa perdita o danneggiamento della proprietà (Criteri A8-A9), - frode o furto (Criteri A10-A12), e gravi violazioni di regole Dott:Stefano Zucca (Criteri A13-A15). Uso Didattico Interno Disturbo della condotta Tre (o più) comportamenti caratteristici devono essere stati presenti durante i 12 mesi precedenti, con almeno 1 comportamento presente nei 6 mesi precedenti. L'anomalia del comportamento causa compromissione clinicamente significativa del funzionamento sociale, scolastico, o lavorativo (Criterio B). Il Disturbo della Condotta può essere diagnosticato in soggetti che hanno più di 18 anni. Dott:Stefano Zucca Uso Didattico Interno Disturbo oppositivo provocatorio • La caratteristica di questo comportamento è la continua disubbidienza, l’opposizione sistematica il negativismo provocatorio rivolta verso i genitori. • Non violano le regole sociali ma sono comunque oppositivi nei confronti delle persone che hanno autorità • Il soggetto con questo disturbo emette i seguenti comportamenti: • • • • • • • • litiga spesso, perde il controllo con facilità sfida apertamente le richieste e le regole degli adulti fa deliberatamente cose che infastidiscono gli altri li incolpa per i suoi errori è suscettibile infastidito, arrabbiato, risentito, sprezzante, vendicativo spesso impreca e usa un linguaggio osceno. Scarsa disponibilità ai compromessi Dott:Stefano Zucca Uso Didattico Interno Disturbo oppositivo provocatorio La caratteristica fondamentale del Disturbo Oppositivo Provocatorio è una modalità ricorrente di comportamento negativistico, provocatorio, disobbediente, ed ostile nei confronti delle figure dotate di autorità che persiste per almeno 6 mesi (Criterio A) ed è caratterizzato da frequente insorgenza di almeno uno dei seguenti comportamenti: - perdita di controllo (Criterio A1), - litigi con gli adulti (Criterio A2), - opposizione attiva o rifiuto di rispettare richieste o regole degli adulti (Criterio A3), - azioni deliberate che danno fastidio agli altri (Criterio A4), accusare gli altri dei propri sbagli o del proprio cattivo comportamento (Criterio A5), - essere suscettibile o facilmente infastidito dagli altri (Criterio A6), Dott:Stefano Zucca - essere collerico e risentirsi (Criterio A7), Uso Didattico Interno - o essere dispettoso o vendicativo (Criterio A8).