DISTURBI DA ANSIA Un’angoscia improvvisa, che si manifesta con sintomi fisici. E poi la paura di avere di nuovo paura. Ma la guarigione è possibile. test salute 83 Dicembre 2009 Presi dal panico 16 “Iniziava sempre così: con un leggero pizzicore alla gola, che a poco a poco sembrava trasformarsi in una spina pulsante; mi dava un senso di soffocamento, fino a diventare un groppo insopportabile. Cercavo di non pensarci, ma ogni volta la paura prendeva il sopravvento su qualsiasi tentativo di razionalizzare. Quel sintomo, prima localizzato, in pochi minuti si amplificava in tutto il mio corpo, fino ad assorbirmi in un vortice di sen- Spesso all’origine di tutto c’è un evento traumatico sazioni confuse: paura, agitazione, tremore, sudorazione, forte tachicardia. Al culmine dell’attacco sentivo soprattutto questo: il cuore impazzito e il terrore di morire.” Un’orribile sensazione, che durava diversi minuti. Alla fine, una profonda spossatezza e uno stato di confusione generalizzato. La prima volta è stato uno shock, nel tempo ci ha quasi fatto l’abitudine. Ma la cosa che non poteva sopportare era l’ansia costante sulla possibilità che si ripetesse un nuovo attacco: sarà oggi? Domani? A casa? Al lavoro? Decise di andare da un medico, che le diagnosticò un “disturbo da attacco di panico” (Dap). A differenza di un episodio isolato (il cosiddetto “attacco di panico”), si parla di Dap per definire una serie di attacchi ricorrenti e ripetuti, che creano una persistente preoccupazione e un peggioramento della qualità della vita. La storia raccontata da questa ragazza, che per ragioni di riservatezza preferisce restare anonima, è una delle tante esperienze di un disturbo frequente nella popolazione, soprattutto nell’adolescenza e nella prima maturità. Un forte senso di pericolo e di paura Provare paura o ansia in alcune situazioni (prima di un’operazione, prima di un esame...) è assolutamente normale. Quando però questo stato d’animo interferisce con la vita di tutti i giorni, si è di fronte a un disturbo patologico. Gli attacchi di panico sono catalogati nella sfera dei disturbi da an- SEBASTIANO LA SPINA Presidente della Lega italiana contro i disturbi da ansia, da agorafobia e da panico (lidap.it) “Una palestra per le proprie emozioni” Cosa sono gli incontri di gruppo? Un’occasione di confronto tra persone che hanno vissuto o vivono in prima persona un disturbo da attacco di panico. Nella condivisione delle proprie esperienze, il paziente capisce che il sintomo fisico (tachicardia, svenimento...) non è altro che un’emozione soffocata, che può essere di tristezza o dolore per esempio. Il gruppo di automutuo aiuto è una palestra dove iniziare a sperimentare queste emozioni. Qui ci si sente liberi, non condizionati. Nel tempo poi queste dinamiche vanno portate all’esterno, nella vita vera. Chi guida il dialogo? Ci sono dei facilitatori, perso- sia e ci sono precisi segnali per riconoscerli. Un attacco di panico è uno stato dominato da un’intensa paura, che si manifesta in maniera improvvisa con almeno quattro di questi sintomi: tachicardia, dolore o fastidio al petto, tremore, difficoltà di respirazione, senso di soffocamento, sudorazione, brividi o ne che hanno esperienza con il Dap e che hanno seguito anche dei corsi di preparazione, ma che soprattutto ci sono passati. I gruppi sono organizzati anche per i familiari che convivono con chi soffre di disturbi d’ansia. Ciò aiuta a rendere i parenti più collaborativi e riduce l’incomprensione che a volte si genera tra il malato e la famiglia. Le difficoltà del paziente molto spesso sono sottovalutate, invece affrontare il disturbo con il sostegno dei propri cari è di fondamentale importanza. “Il gruppo funziona da acceleratore sulle altre terapie” Quali altri percorsi consigliate? Il primo approccio è un colloquio orientativo (gratuito) con psichiatri e psicoterapeuti, volontari dell’associazione, che permette di identificare il disturbo. La cura migliore è un piano integrato. Farmaci, psicoterapia e gruppi di auto-mutuo aiuto sono le strade possibili. In genere chi arriva da noi ha già avuto un contatto con un medico, di solito quello di base, e quindi ha iniziato una cura con vampate di calore, nausea, torpore o formicolio, sensazione di svenimento, paura di perdere il controllo o di impazzire. Il più angosciante è la paura di morire, anche perché altera molto la percezione del proprio corpo e del proprio stato di salute in generale. Ecco il motivo per cui farmaci. Questo è solo il primo approccio, in seguito, soprattutto se il disturbo è radicato, è indispensabile anche una terapia psicologica. La psicoterapia funziona in modo soggettivo, non ce n’è una migliore di altre. Io stesso ne ho sperimentati tre tipi diversi, l’importante è essere pronti a recepire quel tipo di aiuto. Potete vantare casi di successo? Assolutamente sì, il gruppo funziona da acceleratore sulle altre terapie. La condivisione del problema dà maggiore possibilità di liberarsi prima del disturbo. Io lo so bene, ho sofferto per cinque anni di attacchi di panico. Per molto tempo non mi è stata fatta una diagnosi e vagavo da un medico all’altro, prendendo farmaci inutili. Con le terapie giuste ho ritrovato me stesso. in questi casi è così frequente il ricorso continuo a visite mediche e al Pronto Soccorso. La paura, infatti, crea un’attenzione esasperata verso le sensazioni e i segnali corporei, spesso molto enfatizzati, peggiorando la qualità della vita dei pazienti. La paura di aver perso la salute innesca un circolo vizioso > test salute 83 Dicembre 2009 La Lidap Onlus è un’associazione di pazienti, attiva dal 1991, che opera attraverso i gruppi di auto-mutuo aiuto. 17 DISTURBI DA ANSIA > di ansia, una ipersensibilità generalizzata, accresciuta dopo ogni attacco di panico. Come naturale conseguenza di questo percorso, si sviluppa una paura per le situazioni e i luoghi in cui si può avere un attacco, soprattutto se esposti al giudizio della gente: la “piazza”, gli spazi pubblici che non offrono rifugio, fanno paura (si parla di agorafobia). Ne consegue, infine, un calo dell’autostima, molto probabilmente già presente in un quadro psicologico in generale intrecciato a un senso di fragilità, di fallimento e di disapprovazione sociale, di cui risentono anche le relazioni con le persone più vicine. Non è solo ansia Il disturbo da attacchi di panico di solito è connesso a importanti fasi della vita, che portano inevitabilmente una certa quantità di stress e ansia. Solo per fare alcuni esempi, AGISCONO SOLO SUL SINTOMO NON SOLO FARMACI Troppo spesso se ne abusa, mentre ansiolitici e antidepressivi vanno presi con cautela e moderazione. ´ Alla psicoterapia, soprattutto nei casi più gravi, è affiancata spesso una terapia farmacologica, anche se ciò non significa che chi soffre di Dap abbia sempre la necessità di assumere medicine. Troppo spesso, però, gli attacchi di panico sono curati solo con farmaci, come a dire che sono curati solo a metà. Il risultato, solo parziale, non aiuta il paziente, che rischia di essere sempre più convinto di non avere speranze di guarire: ulteriore motivo di depressione. A differenza della psicoterapia, i farmaci hanno un’azione rapida, e quindi alleviano il disagio più velocemente, ma non si deve dimenticare che agiscono solo sul sintomo e non rimuovono le cause del disturbo. I medicinali devono comunque essere usati solo per periodi brevi (3-6 settimane) e devono essere assunti solo su prescrizione medica. In genere vengono prescritti antidepressivi e ansiolitici, come le benzodiazepine. Queste ultime non dovrebbero essere considerate la prima scelta, a causa dei numerosi effetti indesiderati, tra cui soprattutto il rischio di dipendenza e assuefazione, mentre possono essere utili a calmare gli episodi di forte ansia e panico nella fase iniziale della terapia. ´ ´ ´ STORIE VERE QUESTA LA RACCONTO test salute83 Dicembre 2009 “Ero incinta del mio ultimo figlio - racconta Mary Schillaci, socia di Catania - quando ho avuto il primo attacco di panico. Non sapevo come affrontare il problema, poi ho iniziato a fare una psicoterapia su consiglio del medico di base, che mi ha aiutato ad affrontare il primo difficile periodo. Poi ho conosciuto la Lidap e ho iniziato un altro cammino”. 18 Il gruppo di auto-mutuo aiuto? “Sì, ed è stata un’altra spinta positiva. Sono riuscita a condividere la mia sofferenza. Parlare delle crisi di panico è difficile, è un disagio profondo nell’anima, si prova un senso di vergogna e soprattutto si ha paura di non essere capiti. La gente ti chiede: cosa ti manca?”. Quanto la paura limitava la sua vita? “Tantissimo e ogni giorno, non riuscivo più a fare niente. Avevo tre bambini a cui badare e non riuscivo nemmeno a guidare la macchina, mi spaventava trovarmi bloccata nel traffico”. Come si vince l’ansia e la paura che un attacco si ripeta? “Non bisogna arrendersi, non potevo pensare che la mia vita dipendesse sempre dagli altri per uscire o fare qualsiasi cosa. Non ho cercato l’aiuto di un familiare, sapevo che dovevo contare solo su me stessa”. I farmaci l’hanno aiutata? “Li ho presi per un anno, ma non è questa la strada giusta, almeno non per me. Credo che la psicoterapia con il gruppo sia sicuramente più efficace. E poi ero spinta a uscire di casa una volta a settimana! Anche oggi che sono guarita continuo a frequentare il gruppo come volontaria per condividere la mia esperienza con le persone che hanno appena iniziato”. La paura è passata del tutto? “Sì, mi è rimasta solamente una certa facilità all’ansia. Come, per esempio, quando devo prendere l’aereo...”. che riguardano più o meno tutti, possono essere vissuti come fortemente stressanti: gli esami, il matrimonio, avere figli, cambiare lavoro. Molte persone sperimentano uno o due attacchi di panico nella vita, e questo non deve preoccupare. La caratteristica del Dap vero e proprio, infatti, è la paura persistente di avere altri attacchi in futuro. Insomma, se si soffre di attacchi ripetuti e soprattutto se si vive nella paura continua di averne un altro, è giunto il momento di chiedere l’aiuto di un medico di fiducia. La difficoltà della diagnosi L’ansia si presenta con segnali fisici simili a quelli degli attacchi di panico e questa somiglianza può ritardare la diagnosi. C’è però una sostanziale differenza: l’ansia è la risposta dell’organismo di fronte a una particolare sollecitazione esterna o a una situazione di pericolo, mentre l’attacco di panico Perché una psicoterapia Uno psicoterapeuta esperto è tra le persone più qualificate per fare la diagnosi e per curare il paziente. Molto spesso, infatti, il disturbo da attacco di panico è solo la punta dell’iceberg di precedenti esperienze traumatiche (per esempio, divorzi, lutti, incidenti), o di periodi della vita particolarmente difficili o di rapporti conflittuali con i genitori (madri troppo ansiose o padri troppo autoritari). Ci sono psicoterapeuti che si occupano in modo specifico di attacchi di panico. Trattare il disturbo soltanto con i farmaci significa affrontare in modo parziale il problema, sopprimendo solo il sintomo: il ripetersi delle crisi appunto. La psicoterapia, se fatta da uno specialista capace, aiuta a fare un percorso dall’interno, ad acquisire una nuova consapevolezza di se stessi e a mettere in pratica tutta una serie di comportamenti prima neanche immaginabili. Esistono tanti tipi di psicoterapie, diverse per orientamento, durata e quindi con un differente investimento di tempo e di denaro da parte del paziente. Ce ne sono alcune, tra le più rapide, focalizzate solo sul sintomo, che non affrontano le cause che lo generano. Ci sono poi terapie più complete, che a partire dal sintomo del paziente, mirano a risolvere le cause che lo hanno scatenato, con una visione allargata della persona: in questo caso i tempi possono essere anche più lunghi, a seconda dei casi. Il successo della psicoterapia dipende molto dall’impegno e dalla motivazione del paziente nel seguirla. Di solito il miglioramento è costante, ma non è garantito allo stesso modo per tutti. COSA FARE Il ruolo importante della famiglia Il Dap provoca scarsa autostima, un profondo senso di vergogna e spesso la paura di non essere creduti dagli altri, soprattutto dai familiari. I parenti hanno un ruolo di sostegno importante: non scoraggiatevi, potete aiutare il vostro caro in modo concreto. In prima battuta, il consiglio è di convincere la persona interessata a rivolgersi a una struttura specializzata. Informare il paziente sul disturbo è importante per non lasciarlo cadere in un circolo vizioso di fobie e ansie, che porta a evitare le situazioni temute. Allo stesso tempo, però, bisogna lasciarla libera di decidere quale terapia seguire (farmaci, psicoterapia, tecniche di rilassamento), come e quando. La rassicurazione e il conforto da parte dei familiari sono importanti. Non dovete sottovalutare le angosce del malato. Cercate di dargli fiducia. Cercate però di non soffocarlo di preoccupazione né di sostituirvi a uno specialista, investendolo di consigli. Una volta escluso il sospetto di un disturbo fisico, cercate di convincerlo che non ci sono pericoli: di Dap non si muore e non serve passare da una visita medica all’altra. ´ ´ ´ ´ test salute 83 Dicembre 2009 può capitare all’improvviso, in situazioni apparentemente inoffensive e ingiustificate. Ci sono persone che hanno visto sfilze di medici prima di ricevere una diagnosi corretta e un trattamento adeguato. Dalle crisi di panico si può uscire, ma per abbreviare i tempi è molto importante ricevere l’aiuto giusto (vedi la testimonianza nel riquadro nella pagina a fianco). Non ci si può fare una diagnosi da soli o con l’aiuto di un amico. 19