GRILLONI-impaginato 28-06-2004 17:56 Pagina 60 HARDWARE GLI STABILIZZATORI DI TENSIONE terza parte di Nico Grilloni [email protected] Le prestazioni degli stabilizzatori di tensione posssono essere esaltate dall’inserimento in circuito di uno stadio preregolatore. Qui, oltre a quest’ultimo, si espongono alcune soluzioni atte a proteggere i regolatori dal sovraccarico È noto che il comportamento di un alimentatore reale è tanto più prossimo al comportamento di un alimentatore ideale quanto più è bassa la sua resistenza interna. Questa, d’altra parte, dipende da vari parametri alcuni dei quali sono intrinseci ai componenti attivi utilizzati, mentre altri dipendono dalla configurazione circuitale adottata. Ad esempio, nel caso dello stabilizzatore già studiato e qui riproposto nella figura 1, si può dimostrare che un incremento della resistenza Rb porta automaticamente ad una diminuzione della resistenza di uscita. Ma, come si è già detto, il valore della Rb è connesso al valore della tensione Vi di ingresso che, chiaramente, non può aumentarsi a dismisura onde evitare che il BJT in serie al carico debba dissipare una potenza eccessiva. Il problema può essere aggirato ricor- rendo alla soluzione esposta nella figura 2 che espone un regolatore del tutto simile a quello della figura 1 (e già dimensionato nel precedente articolo), ma nel quale la resistenza Rb è in pratica sostituita dal generatore di corrente costante costituito dal BJT Q4, dalle resistenze R3 e R4 e dal diodo zener Dz2. In questo circuito, che prende il nome di preregolatore, il BJT Q4 è infatti disposto a base comune e questa disposizione, come è noto, determina un guadagno di corrente pressoché unitario, una bassa impedenza di ingresso e un’elevata impedenza di uscita che, in regime dinamico, è assimilabile ad una resistenza Rb di valore teoricamente infinito. Il diodo zener Dz2, la cui funzione è di mantenere costante il potenziale di base del BJT Q4, va scelto per una tensione di zener inferiore a 5 V. I diodi Figura 1: Regolatore di tipo serie con BJT in Darlington la cui resistenza di uscita può essere ridotta solo a condizione di incrementare il valore della Rb. Ma ciò implica un incremento della tensione Vi di ingresso che ha come conseguenza un’eccessiva dissipazione del BJT Q1 60 HARDWARE zener con Vz minore di 5 V hanno infatti un coefficiente di temperatura negativo e questa condizione, con riferimento al nostro circuito, consente una compensazione delle fluttuazioni termiche del diodo base-emettitore dello stesso Q4. Al posto del diodo zener può utilizzarsi, come mostra la figura 3, la serie di due o più diodi al silicio che polarizzati direttamente, stabilizzano egualmente il potenziale di base presentando, ciascuno, una caduta di tensione di circa 0,7 V. DIMENSIONAMENTO DEL PREREGOLATORE Il dimensionamento del preregolatore, con riferimento alla figura 2, si esaurisce nel calcolo delle resistenze R3 e R4. Per la R3 si ha l’espressione: R3 = (Vz2 – VBE4) / I Figura 2: Il preregolatore costituito dal BJT Q4, dalle resistenza R3 e R4 e dal diodo zener Dz2 si comporta come una resistenza Rb di valore teoricamente infinito GRILLONI-impaginato 28-06-2004 17:56 Pagina 61 HARDWARE essendo I = Ic4 = (Ib2 + Ic3) la corrente di collettore del BJT Q4. Poiché, come si è visto a proposito del regolatore di cui alla figura 1, questa corrente è pari a 5,25 mA, scegliendo un diodo zener Dz2 con Vz2 = 3,3 V, per la R3 si ha: R3 = (3,3 – 0,7) / (5,25 x 10–3) = 495 Ω Si porrà R3 = 470 Ω essendo questo il valore normalizzato più prossimo. L’espressione per ricavare il valore da attribuire alla resistenza R4 è: R4 = (Vi – Vz2) / (Ib4 + Iz2) Ma considerando trascurabile la corrente Ib4 di base del BJT Q4 rispetto alla corrente che deve circolare nel diodo zener Dz2, l’espressione precedente si semplifica e diviene: R4 = (Vi – Vz2) / Iz2 Per Vi = 30 V, Vz2 = 3,3 V e Iz2 = 5 mA di ricava per R4: R4 = (30 – 3,3) / (5 x 10–3) = 5340 Ω Si porrà R4 = 4,7 kΩ. Figura 3: Nello stadio preregolatore il diodo zener Dz2 può essere sostituito con due o più diodi al silicio che, polarizzati direttamente, presentano, ciascuno, una caduta di tensione di circa 0,7 V Con questo valore della R4 in simulazione si è trovata una corrente Iz2 = 5,86 mA e una corrente di base Ib4 = 58,6 µA. La figura 4 riporta quindi, dall’alto verso il basso, la tensione presente in ingresso (Vi) e le due tensioni di uscita Vomax = 18,74 V (indicata dal marker orizzontale c) e VomIn = 7,5 V (indicata dal marker orizzontale d) per le due posizioni estreme del cursore del potenziometro R. Per quanto riguarda le potenze che ogni singolo BJT dovrà essere in grado di dissipare queste si calcoleranno con le espressioni del tutto intuitive qui riportate: PQ1 = (Vi – VomIn) / IL PQ2 = (Vi – VomIn) / Ic2 = (Vi – VomIn) / (Ib2 · hFE2) PQ3 = (Vi – Vz1) / Ic3 La potenza che deve dissipare il BJT Q4 è funzione del potenziale del punto K (v. figura 2) ed è massima quando il potenziometro R è posizionato per la minima tensione di uscita. Trascurando la caduta di tensione sulla R3 si può imporre che debba essere PQ4 ≥ (Vi – VomIn) / Ic4. Una nota in merito alla capacità C3. Questa, posta fra base e collettore del BJT Q3, ha la funzione di evitare l’innesco di oscillazioni. Il valore della C3 sarà dell’ordine di qualche decina di nanofaraday (10 ÷ 100 nF). Figura 4: Andamento della tensione Vi in ingresso e delle tensioni minima e massima in uscita nello stadio regolatore di cui alla figura 2 CIRCUITI DI PROTEZIONE DEI REGOLATORI Protezione a limitazione di corrente Sono molteplici. Uno dei più classici, definito a limitazione di corrente, è riportato nella figura 5a ed è realizzato dal BJT Q4 e dalla resistenza Rs. Il funzionamento è semplice. Quando la corrente assorbita dal carico determina ai capi della Rs una caduta di tensione eguale al valore di soglia della tensione base-emettitore del BJT Q4 (che, vale ricordarlo, è compresa fra 0,6 V e 0,7 V per i BJT al silicio e fra 0,1 V e 0,2 V per i BJT al germanio), il medesimo BJT si porta in conduzione e la corrente che dalla resistenza Rb si distribuiva fra la corrente di collettore del BJT Q3 e la corrente di base del BJT Q2, passa direttamente al carico. Affinché ci sia l’intervento della protezione è necessario quindi calcolare il valore della resistenza Rs in funzione della corrente massima richiamata dal carico. Si ha quindi: Rs = VBE4 / ILmax = 0,7 / ILs La curva di regolazione che esprime la caratteristica della protezione a limitazione di corrente, è riportata nella figura 5b dove si vede che anche nella condizione di cortocircuito la corrente non va oltre il valore Icc al quale il BJT Q1, essendo Vo = 0, dissipa una potenza: PQ1 = Vi Icc Circuito di protezione in foldback La potenza espressa dall’ultima relazione può comunque essere eccessiva in particolar modo se la condizione di sovraccarico sull’uscita non è prontamente rimossa. Pertanto, per una maggiore affidabilità, si preferisce spesso ricorrere al circuito di protezione di cui alla figura 6a (circuito foldback) che è simile al circuito di protezione a limitazione di corrente ma nel quale si sono inserite le due resistenze R3 e R4. Questa protezione determina una diminuzione della corrente erogata al diminuire della tensione Vo di uscita. Se la Vo va a zero, ossia se l’uscita va in cor- HARDWARE 61 GRILLONI-impaginato 28-06-2004 17:56 Pagina 62 HARDWARE tocircuito, la corrente si porta al valore Icc che, se il dimensionamento delle resistenze Rs, R3 e R4 è eseguito opportunamente, è notevolmente bassa. Nella relativa curva di regolazione esposta Figura 5a: Stadio regolatore con protezione a limitazione di corrente realizzata tramite il BJT Q4 e la resistenza Rs nella figura 6b si vede, infatti, che la corrente IL, raggiunto il valore ILmax, non rimane a questo valore, ma si porta istantaneamente al valore Icc << ILmax. La potenza che deve ora dissipare il BJT Q1 sarà sempre (Vi Icc) ma in tal caso la corrente Icc di cortocircuito è notevolmente inferiore alla Icc della protezione a limitazione. Le espressioni utili per calcolare i valori da attribuire alle tre resistenze sono: Rs = (1,11 · VBE4) / Icc [1] R3 /R4 = (Rs IL – VBE4) / (Vo + VBE4) [2] R4 = (5 ÷ 20) kΩ [3] Esempio Si consideri uno stadio regolatore del tipo esposto nella figura 6a e lo si progetti per una tensione di uscita Vo pari a 15 V su un carico RL che assorba 1 A. Si vuole che la corrente Icc nel caso l’uscita vada in cortocircuito sia di 200 mA. 1 Posto VBE4 = 0,6 V, si calcola, per Icc = 0,2 A, il valore da attribuire alla resi- Figura 5b: Caratteristica di regolazione della protezione a limitazione di corrente di cui al circuito della figura 5a Figura 7: Stadio regolatore con protezione di tipo foldback progettato per Vo = 15 V e IL = 1 A stenza Rs: Rs = (1,11 x 0,6) / 0,2 = 3,33 Ω Questa resistenza, essendo IL = 1 A, deve dissipare una potenza PRS = (Rs · IL2) e pertanto dev’essere: PRs ≥ (3,33 x 12) = 3,33 W 2 Si calcola quindi il rapporto R3 /R4: R3 / R4 = (3,33 – 0,6) / (15 + 0,6) = 0,175 3 Ponendo, per esempio, R4 = 5 kΩ, dall’espressione precedente si ricava per R3: R3 = R4 x 0,175 = 5000 x 0,175 = 875 Ω La figura 7 riporta lo stadio regolatore con il circuito di protezione in foldback appena dimensionato. Si noti che è lo stesso regolatore già dimensionato nel precedente articolo per una tensione Vo di uscita di 15 V e per una corrente di carico massima di 1 A. In fase di simulazione si è osservata, come mostra la figura 8, una corrente Icc di cortocircuito di circa 246 mA. Essendo Vi = 30 V, il BJT Q1, nella condizione di cortocircuito in uscita (Vo = 0), dissipa quindi una potenza: PQ1 = 30 x 246 x 10–3 = 7,38 W In regime di funzionamento continuativo con carico RL da 15 Ω, il medesimo BJT dissipa una potenza: PQ1 = [Vi – (Vo + Rs I)] I ossia, per Vi = 30 V, Vo = 15 V, I = 1 A, Rs I = 3,33 V, si ha: PQ1 = [30 – (15 + 3,33)] 1 = 11,67 W Si constata quindi che il BJT Q1, nel caso che l’uscita vada in cortocircuito, dissi- Figura 6a: Stadio regolatore con protezione di tipo foldback realizzata tramite il BJT Q4 e le resistenze R3, R4 e Rs Figura 6b: Caratteristica di regolazione della protezione in foldback di cui al circuito della figura 6a 62 HARDWARE Figura 8: Andamento della corrente di cortocircuito nel regolatore di tensione di cui alla figura 7. La Icc è di circa 250 mA GRILLONI-impaginato 28-06-2004 17:56 Pagina 63 HARDWARE pa una potenza che è di circa il 63 % inferiore alla potenza che dissipa in regime di funzionamento continuativo. PROTEZIONE FOLDBACK CON DARLINGTON COMPLEMENTARE Un ulteriore circuito di protezione di tipo foldback, che agisce tramite i due diodi D1 e D2, è riportato nella figura 9. In questo regolatore i due BJT Q1 e Q2 sono nella configurazione usualmente definita Darlington complementare dal momento che si comportano come un unico BJT di tipo npn di guadagno pari al prodotto dei rispettivi guadagni. Lo stadio è stato dimensionato con le espressioni già note, per una tensione di uscita Vo = 12 V e una corrente di carico IL = 0,5 A. La tensione Vi di ingresso si è posta pari a 20 V. Il funzionamento del circuito di protezione è semplice: in condizioni normali il diodo D1 è conduttore e pertanto le eventuali escursioni della tensione Vo di uscita determinano una variazione del potenziale del punto K ossia del potenziale dell’emettitore del BJT Q2 che funge quindi da elemento di confronto fra la tensione di uscita e la tensione di riferimento fornita dai due diodi zener in serie. Il diodo D2, al contrario, è normalmente interdetto essendo anodo e catodo pressoché equipotenziali. Quando a causa di un sovraccarico la tensione di uscita Vo va al di sotto della tensione di riferimento, D1, normalmente in conduzione, si porta in interdizione Figura 9: Stadio regolatore con Vo = 12 V e IL = 0,5 A con protezione di tipo foldback realizzata tramite i diodi D1 e D2 e la resistenza R1 mentre D2 passa in conduzione portando a poche decine di microamper la corrente di emettitore di Q2 e ad alcuni milliamper la corrente di collettore di Q1. In pratica, quando l’uscita va in cortocircuito il diodo D2 viene percorso dalla quasi totalità della corrente che fluisce nella resistenza Rb rendendo trascurabile la corrente che fluisce nella base del BJT Q2. In questa configurazione l’unico componente da doversi calcolare è la resistenza R1 il cui valore determina, in funzione della corrente massima IL che il regolatore deve erogare, il passaggio in interdizione del diodo D1. Per R1 si ha l’espressione: R1 = [(Vo – 0,5) hFE1] / IL dove hFE1 è il guadagno di corrente del BJT Q1. Poiché il BJT Q1 utilizzato in simulazione ha un hFE pari a 100, per Vo = 12 V e IL = Ic1 = 0,5 A si ricava: R1 = [(12 – 0,5) x 100] / 0,5 = 2,3 kΩ Si porrà R1 = 2,2 kΩ. La potenza dissipata dal BJT Q1, essendo IL = Ic1 = 0,5 A, in condizioni di normale funzionamento e: PQ1 = (Vi – Vo) IL = (20 – 12) x 0,5 = 4 W Poiché per Vo = 0 - uscita in cortocircuito - la corrente Ic1 = Icc è risultata pari a circa 10 mA, la potenza che, in queste condizioni, dissipa il BJT Q1 è allora: PQ1cc = (20 – 0) x (10 x 10–3) = 200 mW La figura 10 riporta infine la corrente IL = 0,5 A che, indicata dal marker orizzontale c, si ha nel carico in regime di funzionamento continuativo e la cor- rente Icc = 10 mA che, indicata dal marker orizzontale d, si ha con l’uscita chiusa in cortocircuito. Altri circuiti atti a proteggere gli stadi regolatori dal sovraccarico saranno illustrati quanto prima nell’esposizione dei regolatori di tensione integrati. Con questo articolo ha infatti termine la serie dei regolatori a componenti discreti che, comunque, contrariamente a certa opinione corrente, non sono obsoleti e almeno per tre ordini di motivi: 1 sono semplici e non presentano difficoltà di progetto. Per i relativi calcoli è infatti sufficiente la sola conoscenza delle quattro operazioni fondamentali; 2 ogni sperimentatore ha sempre cassetti e cassettini colmi di BJT che possono essere usati per realizzare i regolatori fin qui presentati; 3 lo studio dei regolatori, come di qualsiasi altro circuito, è sempre utile per un approfondimento della conoscenza dell’elettronica applicata. NOTA PER IL LETTORE La simulazione al computer dei circuiti qui esposti è stata eseguita col programma SPICE (Simulation Program with Integrated Circuit Emphasis) della Microcode Engineering Inc. (CircuitMaker). Figura 10: Andamento della corrente in condizioni di funzionamento normale (IL = 502 mA) e in caso di cortocircuito in uscita (Icc = 10 mA) nel regolatore di cui alla figura 9 HARDWARE 63