REGIONE DEL VENETO AZIENDA OSPEDALIERA DI PADOVA Ufficio Stampa tel 049 8213923 fax 8218283 e-mail [email protected] COMUNICATO STAMPA DEL 23.11.2010 PANCREAS ARTIFICIALE IN DAY HOSPITAL APPLICAZIONE CLINICA Il pancreas artificiale viene attualmente impiegato con successo in regime di day hospital presso il Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale/Cattedra Malattie del Metabolismo diretto dal prof. Antonio Tiengo; il paziente entra in reparto alle 10 di mattina, il sensore, inserito nel grasso addominale, viene collegato al computer, e inizia ad elaborare le glicemie minuto per minuto. Alle 13 il paziente assume il pranzo e alle 16 per 30 minuti, svolge un attività fisica alla cyclette; alle 18 consuma la cena per venire poi dimesso la mattina del giorno dopo: il tutto con il controllo della glicemia da parte del pancreas artificiale che permette una normalizzazione pressoché assoluta dei livelli di glicemia. L’applicazione clinica in day hospital è stata realizzata attualmente su 20 pazienti provenienti dalle Regioni Veneto e Trentino, la media di età dei pazienti si aggira sui 25/30 anni e tutti presentavano un diabete altamente instabile. Il pancreas artificiale consta di 3 elementi base: 1) un sensore che misura la glicemia nel liquido interstiziale e comunica i dati letti ad un apposito ricevitore, delle dimensioni di un telefono cellulare, tramite connessione wireless. L’accuratezza con cui questo dispositivo misura la glicemia è tuttora il fattore limitante le prestazioni del pancreas artificiale. 2) un microinfusore, comandato via wireless da un apposito dispositivo, anch’esso delle dimensioni di un telefono cellulare. 3) un algoritmo di controllo, che, date le misure di glicemia lette dal sensore, stabilisce la quantità di insulina da infondere. In questa versione prototipale esso è eseguito su un computer portatile. Il “sistema di controllo” è stato sviluppato dal team di Bioingegneria dell’Università di Padova diretto dal prof. Claudio Cobelli. Nella sperimentazione, e’ stato usato un “simulatore” del metabolismo utilizzando un paziente virtuale. Il paziente virtuale è stato creato sulla base di decine di migliaia di dati di glicemia ottenuti da centinaia di pazienti nel mondo. L’applicazione clinica del pancreas artificiale è attuata dal team di clinici di Padova coordinati dal Prof. Angelo Avogaro, dr.ssa Daniela Bruttomesso, dr. Alberto Maran, dr.ssa Monica Vedovato del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale – Malattie del Metabolismo, in collaborazione con gli esperti di Montepellier in Francia e dei clinici dell’Università della Virginia/Stati Uniti. Il pancreas artificiale utilizzato nei nostri pazienti diabetici ha permesso non solo il mantenimento delle glicemie durante l’arco della giornata a livelli pressoché normali ma anche di evitare le crisi ipoglicemiche notturne, assai frequenti per chi, come per questi pazienti, è costretto a somministrarsi l’insulina 4-5 volte al giorno. I nostri primi studi hanno avuto inizio nel 2009. Il progetto sul “pancreas artificiale” ha ottenuto recenti finanziamenti dalla comunità economica europea e dalla Juvenile Diabetes Research Foundation per circa 2 milioni di euro. Il diabete denominato Tipo 1 è dovuto principalmente a distruzione delle cellule delle isole beta del pancreas dove viene prodotta insulina. Questo tipo di diabete che colpisce soprattutto bambini e adolescenti si presenta di solito con sintomi severi, livelli glicemici molto elevati, glicosuria marcata e chetonuria. Nella maggior parte dei bambini la diagnosi viene confermata, senza alcun ritardo, con la misurazione della glicemia ed il trattamento (che include le iniezioni di insulina) è iniziato immediatamente, spesso come misura salva-vita. C’è una chiara evidenza che l’alto rischio cardiovascolare nei pazienti diabetici è legato agli effetti diretti dell’iperglicemia. il mantenimento a livelli normali della glicemia nel sangue previene o ritarda la comparsa delle complicanze vascolari del diabete. La continua evoluzione tecnologica rappresenta da sempre uno degli elementi di maggiore impulso nel progresso delle terapie e, più in generale, della gestione del diabete. Attualmente nel diabete di tipo 1, in cui vi è una carenza assoluta di insulina, lo schema terapeutico che più si avvicina al modello fisiologico è la somministrazione di insulina in modo da riprodurre la secrezione basale dell’ormone e quella stimolata dal pasto, vale a dire la somministrazione di insulina 4 volte al giorno. Nei casi in cui nonostante questa terapia non consenta la normalizzazione della glicemia è possibile l’applicazione di un microinfusore, un piccolo dispositivo computerizzato che alloggia al suo interno un serbatoio per l'insulina costituito da una cartuccia o una siringa riempite di insulina umana regolare o di analogo ad azione rapida. La sfida oggi è però quella di accoppiare Il monitoraggio della glicemia e la prospettiva della cosiddetta ‘chiusura dell’ansa’, ovvero la realizzazione del micropancreas artificiale, traguardo ultimo dell’evoluzione tecnologica. Il trattamento del diabete di tipo 1, insulino dipendente, prevede la determinazione della glicemia capillare mediante prelievo di una goccia di sangue dal polpastrello delle dita e la somministrazione di una adeguata quantità d’insulina prima dei pasti per mantenere costanti le concentrazione di glucosio nel sangue. Questa operazione viene effettuata quotidianamente prima di ciascun pasto per il resto della vita da ogni paziente. Tuttavia, i rischi connessi sono principalmente legati al pericolo di una eccessiva somministrazione di insulina con conseguente ipoglicemia o una somministrazione insufficiente d’insulina che espone il paziente al rischio di iperglicemia, condizioni che possono portare a gravi conseguenze come il coma ipoglicemico o iperglicemico. La possibilità di utilizzare una tecnica che sia in grado di misurare continuamente la concentrazione della glicemia nell’arco delle 24 ore e contemporaneamente venga erogata in maniera automatica una corretta quantità d’insulina rappresenta il sogno di tutti i pazienti con diabete di tipo 1. Il paziente che beneficia di questa nuova tecnologia è il paziente con diabete di tipo 1 che necessita di quotidiane iniezioni d’insulina e di misurazioni della glicemia capillare mediante l’utilizzo di appositi strumenti chiamati reflettometri. Attualmente la valutazione di questa tecnologia è indirizzata principalmente a quei pazienti con diabete di tipo 1 che utilizzano il microinfusore d’insulina per la somministrazione continua dell’ormone, ma è verosimile che nel prossimo futuro possa essere utilizzata da tutti i pazienti con diabete di tipo 1 in terapia insulinica. I risultati di queste prime applicazioni cliniche e l’esperienza acquisita hanno consentito di introdurre nell’algoritmo di controllo diversi miglioramenti e soluzioni innovative. DATI TECNICI Il diabete è la quarta causa di morte in tutto il pianeta ed è una patologia in rapido aumento tanto che si stima come nei prossimi dieci anni il numero di persone affette da tale patologia passi dagli attuali 246 milioni a 380 milioni di persone. E’ una patologia che colpisce circa il 7,3% della popolazione adulta. In Italia dal 2002 al 2007 il numero dei diabetici è passato dal 4,2% al 4,6%, circa il 18 degli over 75 hanno il diabete e le donne hanno un tasso di diabete complessivo del 4,9% contro il 4,4% degli uomini. A livello regionale nel Veneto, si può stimare che la prevalenza di diabete noto attualmente sia di circa 43-45 soggetti ogni mille abitanti. Ciò significa che nella Regione Veneto vi sono circa 250.000 soggetti con diabete noto, tra i quali 7500 sono affetti da diabete di tipo 1. La prevalenza è in aumento: rispetto all’anno precedente mediamente l’incremento nel numero di diabetici è circa il 45% ogni anno con 20.000 casi di diabete di tipo 2 e 200 casi di diabete di tipo 1 per anno. A Padova la prevalenza è passata dal 3.5% del 1995 al 4.85% con un incremento del 38%. Visto: si autorizza la diffusione ai Media – Il Capo Ufficio Stampa dr.ssa L. Pierobon