Lezioni 1-6 - dipartimento di economia e diritto

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23/02/2012
Economia Industriale
z
z
z
Industria = mercato o settore di
attività
Economia industriale = studio delle
imprese e dei
d mercati, in particolare
l
non concorrenziali
Comportamento delle imprese e
modalità di interazione determinano la
struttura di un mercato e il risultato
in termini di efficienza
Esempi
z
z
z
z
z
z
Economia Industriale
Economia industriale
•Natura strategica del
z
comportamento delle imprese
•La teoria dei giochi: strumento per
analizzare situazione di
interdipendenza strategica tra
imprese che hanno come obiettivo la
max del profitto il quale dipende
dalle scelte di tutti i competitors
Il fioraio
Il Mulino Bianco
Coca e Pepsi
Microsoft
Ryanair
GlaxoSmithKline
z
Potere di mercato (PdM)
•Capacità di fissare prezzi superiori al costo
marginale
Le domande dell’economia industriale:
•Le imprese hanno potere di mercato?
•Come fanno ad acquisirlo e a mantenerlo
nel tempo?
•Quali sono le conseguenze del potere di
mercato?
•Quale ruolo per le politiche pubbliche?
1
23/02/2012
Impresa e mercato
•Mercato rilevante
•Obiettivo impresa: Max profitti e PdM
•Ottenere PdM: marketing, brevetti …
•Mantenere PdM: Strategie di prezzo,
deterrenza all’entrata, prezzi
predatori…
•Conseguenze PdM:
•per l’impresa
•per la società
L’ impresa
Cabral cap. 3
*Tirole “Teoria dell’organizzazione industriale” Hoepli, 1991: cap. 1
z
Che cosa è un’impresa?
z
Le imprese massimizzano i profitti?
• Technological view
• Contractual view
• Incomplete-contracting view
ottimizzante?
• L’obiettivo delle imprese è il profitto?
L’impresa
z
z
Istituzione economica complessa con
identità ed obiettivi propri
L’impresa
p
esiste in q
quanto aumenta
l’efficienza delle transazioni (rispetto allo
scambio diretto tra consumatori) ovvero
riduce i costi di transazione (ricerca,
comunicazione, contrattazione…)
• Le imprese adottano un comportamento
La visione tecnologica
z
z
z
L’impresa combina i fattori produttivi
(input) per produrre beni o servizi
(output) destinati alla vendita, ai
consumatori o ad altre imprese.
L’impresa nasce per sfruttare le
economie di scala o di scopo Æ
Il numero e l’ampiezza (confini
orizzontali) delle imprese è legato ai
rendimenti di scala, in relazione alla
domanda.
2
23/02/2012
Le economie di scala
Le economie di scala
AC
AC
La visione tecnologica
z
z
z
Elevati livelli di produzione consentono
di utilizzare tecniche più efficienti
La costituzione di un’impresa permette di
evitare la duplicazione dei costi fissi,
relativi a marketing, personale, vendita,
ricerca e sviluppo…
Organizzazione ad U
L’impresa come relazione di lungo periodo
z
z
z
z
Due imprese: a monte (M) e a valle (V).
M produce un bene intermedio utilizzato
da V per produrre il bene finale, es.
macchinari.
macchinari
Se questi beni capitali sono specifici Æ
monopolio bilaterale
Lotta per il surplus Æ inefficienze (hold up)
L’integrazione verticale è un modo per
internalizzare lo scambio
3
23/02/2012
L’impresa come relazione di lungo periodo
z
L’integrazione verticale può creare altri
problemi di incentivazione
• Produttori indipendenti sono più incentivati a
mantenere elevati standard di qualità
q
z
L’impresa come contratto incompleto
z
z
Soluzioni intermedie
•
• Integrazione residuale
• Franchising
z
•
•
I confini verticali sono il risultato della mediazione
tra le esigenze contrapposte di fornire i giusti
incentivi a realizzare investimenti specifici ed
evitare fenomeni di lassismo interno all’impresa
L’impresa massimizza i profitti?
z
z
L’ipotesi di comportamento ottimizzante
richiede che gli agenti siano razionali
ovvero abbiano una ben definita
funzione obiettivo e capacità
computazionali illimitate
L’ipotesi alternativa di razionalità limitata
suggerisce la possibilità che gli agenti
adottino “regole del pollice” o
comportamenti “soddisfacenti”
Imprese e contratti sono due modalità diverse
di “governance”
La minimizzazione di costi di transazione è un
importante elemento nel disegno organizzativo
A causa dei costi di transazione i contratti sono
necessariamente “incompleti”
Controllare che il contratto sia rispettato è costoso
Far rispettare il contratto può richiedere spese legali
rilevanti
L’impresa massimizza i profitti?
z
z
Proprietà (azionisti) e controllo
(managers) sono separati e non hanno
gli stessi obiettivi
Il modello principale-agente analizza
situazioni di asimmetria informativa tra il
delegante e il delegato
• Soluzione ottimale
• con manager neutrale al rischio: management
buyout
• con manager avverso al rischio: contratti
incentivanti
4
23/02/2012
L’impresa massimizza i profitti?
z
Altri incentivi affinchè i managers
agiscano nell’interesse degli azionisti
• Reputazione
p
• Competizione nel mercato del prodotto
• Rischio scalate
L’impresa massimizza i profitti?
z
L’impresa massimizza i profitti
Riassunto della lezione precedente
z
z
z
z
z
z
Che cosa studia l’economia industriale
La natura strategica del comportamento delle imprese: la teoria dei giochi
Il potere di mercato
Il mercato rilevante
Che cosa è una impresa (confini orizzontali e verticali)
Le imprese massimizzano i profitti?
Anche se di solito proprietà e controllo
sono separati, ci sono varie ragioni per
pensare che un’impresa non possa
deviare troppo dall’obiettivo di
massimizzare i profitti. Queste ragioni
includono l’esistenza di contratti
incentivanti per i managers, la disciplina
del mercato del lavoro, la disciplina del
prodotto e la minaccia di scalate
Π = Ricavi − Costi
z
I Ricavi
z
La domanda
• q=D(p)
• La domanda inversa P(q)
La tecnologia
• CT(q)=CV(q) + F
• pq
z
5
23/02/2012
Richiami di microeconomia
z
Disponibilità a pagare e domanda
di mercato
Richiami di microeconomia
z
• La domanda
• La tecnologia e i costi
• Massimizzazione del profitto
• Offerta dell’impresa in concorrenza
• LL’elasticità
elasticità della domanda
z
Argomenti della lezione
La tecnologia
perfetta
• Costo totale
• Costo medio
• Costo marginale
27
La domanda
z
La funzione di domanda lineare
La funzione di domanda
•
q = α − βp
….qual’è la quantità domandata in corrispondenza di
ciascun livello del prezzo
q= D( p)
z
p
a
La funzione di domanda inversa
•
…qual’è la disponibilità a pagare dei consumatori per
acquistare una data quantità
p = P(q)
p=
α 1
− q = a − bq
β β
a/b
28
q
29
6
23/02/2012
Il surplus dei consumatori
Differenza tra quello
che i consumatori
pagano e ciò che
sarebbero disposti a
pagare
A
C
P
L’elasticità della domanda al prezzo
misura la reattività della quantità domandata a
cambiamenti del prezzo del bene stesso
è definita come:
D
ε =−
dq p
Δq / q
≅−
dp q
Δp / p
- Δ % della quantità domandata
Δ % prezzo del bene
Q
Quantità
Poichè tutti i consumatori pagano lo stesso prezzo P per il
triangolo APC rappresenta il surplus dei consumatori ossia
l’eccesso di beneficio (utilità) totale dei consumatori rispetto alla
spesa totale effettivamente sostenuta
30
31
Domanda elastica
z
Domanda inelastica
Domanda ELASTICA
• quando il valore dell’elasticità ε > 1
• ossia quando la variazione % della quantità
d
domandata
d t è maggiore
i
rispetto
i
tt alla
ll variazione
i i
% del prezzo
• esempio: la quantità domandata si riduce del
10% a seguito di un aumento del 5% del prezzo
• l’elasticità è ε = -10% = 2
5%
32
z
Domanda INELASTICA
• se 0 < ε < 1
• ossia quando la variazione % della quantità
domandata è minore rispetto alla variazione
% del prezzo
• esempio: se la quantità domandata si riduce
del 2.5% a seguito di un aumento del prezzo
del 5%
• l’elasticità è ε = - 2,5% = 0,5
5%
33
7
23/02/2012
Da che cosa dipende l’elasticità della
domanda al prezzo?
z
z
Dalla facilità con cui i consumatori possono
sostituire il bene
Esempio:
•
L’elasticità è maggiore nel lungo
periodo
z
i consumatori p
possono facilmente sostituire un
detersivo con un altro se il prezzo del primo sale
z
• allora ci aspettiamo che la domanda del primo
detersivo sia elastica
•
z
ma se il prezzo di tutti i detersivi aumentasse
Nel breve periodo, i consumatori possono non
essere in grado (o pronti) a modificare la
quantità domandate
Se il cambiamento del prezzo si mantiene a
lungo è più probabile che i consumatori
cambino le proprie modalità di acquisto.
La domanda allora tende ad essere
•
•
• la domanda sarebbe inelastica
più elastica nel lungo periodo
ma relativamente inelastica nel breve.
34
Ricavo marginale ed elasticità
Elasticità e ricavi
Quando il prezzo di un bene varia, l’effetto sui ricavi
totali (RT) dipenderà dall’elasticità della domanda
rispetto al prezzo
dq p
dp q
R = pq = p (q )q
ε =−
MR =
35
Se il prezzo Se il prezzo
aumenta
diminuisce
dR dp
⎛ dp q ⎞
= q + p = p⎜
+ 1⎟
dq dq
⎝ dq p ⎠
La domanda è
elastica
La domanda ha
elasticità unitaria
La domanda è
inelastica
⇒
1
MR = p⎜⎛1 − ⎞⎟
⎝ ε⎠
36
RT
diminuisce
RT non
cambia
RT
aumenta
RT
aumenta
RT non
cambia
RT
diminuisce
37
8
23/02/2012
Funzione di domanda lineare,
ricavo marginale ed elasticità
z
Esercizio
z
Calcolate la funzione del ricavo marginale
nel caso di funzione di domanda lineare
ε =−
q = α − βp
z
z
Funzione di domanda lineare,
ricavo marginale ed elasticità
Verificate che sia soddisfatta la relazione
con l’elasticità
Rappresentate graficamente la funzione di
domanda e la funzione del ricavo marginale
dq p
p α −q
=β =
dp q
q
q
R = pq = (a − bq)q =
p
a
= aq − bq2
MR = a − 2bq
MR
a/2b
D
a/b
38
L’elasticità incrociata della domanda
L’elasticità incrociata della domanda del bene
i rispetto al prezzo del bene j è:
ε ij =
% della Q del bene i
% del P del bene j
39
La teoria dell’offerta
La decisione dell’impresa circa il quanto produrre
dipende sia dai costi di produzione sia dai ricavi che si
possono ottenere dalla vendita dei prodotti
Costi di
produzione
e può essere positiva o negativa
E’ positiva se i due beni sono sostituti: ad esempio tè
e caffè
E’ negativa se i due beni sono complementari: ad
esempio tè e zucchero
40
q
Ricavi
L’impresa sceglie
quanto produrre
41
9
23/02/2012
La scelta del volume di produzione
z
z
z
Per qualsiasi livello di output, l’impresa
cerca di minimizzare i costi
Ipotizziamo che l’impresa cerchi di
massimizzare i profitti
I profitti dipendono sia dai COSTI sia dai
RICAVI
• ognuno dei due varia al variare dell’output
I costi
z
I costi contabili
• spese effettivamente sostenute dall’impresa
in un periodo (non includono i costi
irrecuperabili)
z
Il costo opportunità
• ciò cui si è rinunciato (mancato guadagno)
per il fatto di non avere utilizzato le risorse nel
migliore degli usi alternativi
z
Gli economisti includono il costo
opportunità tra i costi totali dell’impresa
42
43
Minimizzazione dei costi
z
z
Minimizzazione dei costi
I costi (minimi) dipendono dalla tecnologia
utilizzata nel processo produttivo, cioè dalla
funzione di produzione
La funzione
f n ione di produzione
prod ione indica la massima
quantità di output che può essere prodotta,
date certe quantità degli input
q = f ( x1 , x2 ,...xn )
z
Nel caso di due soli input il problema di
ottimizzazione è :
min
w1 x1 + w2 x2
t.c. q = f ( x1 , x2 )
z
La soluzione ottimale richiede che
PM 1
w
= SMST = 1
PM 2
w2
44
45
10
23/02/2012
Costo totale, medio e marginale
Minimizzazione dei costi
z
q
C
q
x1
Graficamente la
combinazione
ottimale di input
per produrre un
dato livello q è
data dal punto di
tangenza tra le
rette di isocosto e
l’isoquanto di
produzione
z
Il costo totale (minimo) dipende dalle tecniche
produttive disponibili e dai prezzi dei fattori
produttivi
•
•
z
z
Costo fisso
Costi variabili
ariabili = somma dei costi opportunità
opport nità di tutte
t tte le
risorse impiegate
Il costo medio (AC) è dato dal costo totale diviso
la quantità prodotta.
Il costo marginale (MC) è la variazione del costo
totale conseguente alla produzione di una unità
addizionale
46
Costo totale, medio e marginale
TC (q ) = VC (q ) + F
TC (q )
AC (q ) =
q
dTC (q )
MC (q ) =
dq
47
Costo totale, medio e marginale
z
Esercizio
z
Calcolare il costo medio e marginale
sapendo che
TC (q ) = 100 + q 2
z
48
Rappresentate graficamente TC, AC e MC.
49
11
23/02/2012
z
z
Ricavi e costi dipendono dalla quantità
prodotta. L’impresa calcola il livello di
profitto associato ad ogni possibile livello
di produzione e sceglie il volume di
produzione corrispondente al massimo
profitto.
La soluzione ottima è t.c. MR=MC
La massimizzazione dei profitti (2)
MC, MR
La massimizzazione dei profitti (1)
MC
Se MR > MC, un aumento
dell’output comporta un
aumento dei profitti.
Se MR < MC, una diminuzione
dell’output comporta un
aumento dei profitti
E
MR
0
Q1
I profitti sono allora massimi
in Q1, dove MR = MC
(se l’impresa copre i propri
costi variabili)
Quantità prodotta ed offerta
50
51
Breve e lungo periodo
La massimizzazione dei profitti
z
z
Esercizio
z
Sapendo che la curva di domanda per
l’impresa è q=120-2p e che la funzione del
2
costo totale è TC(q) =100+ q
Scrivete i profitti in funzione della quantità e
Calcolate la quantità e il prezzo di equilibrio
z
z
Çesempio: l’impresa può variare la quantità di lavoro ma
o i be
beni cap
capitali
a
non
z
z
52
Il breve periodo è quell’orizzonte temporale nel
quale l’impresa può variare solo parzialmente
l’impiego degli input
Il lungo periodo è quell’orizzonte temporale nel
quale l’impresa può variare le quantità acquistate
di tutti gli inputs
La curva del costo totale di lungo periodo mostra
il costo totale minimo che l’impresa deve
sostenere quando essa è libera di variare le
quantità di tutti i fattori.
53
12
23/02/2012
Il costo medio di lungo periodo
Si ipotizza che il costo medio di lungo periodo
possa avere un andamento a forma di U:
Economie di scala
Economie di scala – o rendimenti crescenti di
scala – si verificano quando il costo medio di
lungo periodo diminuisce all’aumentare della
quantità prodotta
q
p
LAC
LAC
Quantità prodotta
Quantità prodotta
54
Rendimenti decrescenti di scala
– si verificano quando il costo medio di lungo
periodo aumenta all’aumentare della quantità
prodotta
55
Rendimenti costanti di scala
– si verificano quando il costo medio di lungo
periodo non varia all’aumentare della
quantità prodotta
LAC
LAC
Quantità prodotta
Quantità prodotta
56
57
13
23/02/2012
La decisione del livello di
produzione, nel breve periodo
La decisione del livello di
produzione, nel lungo periodo
z
AC
MC
MR
P
•
LMC
•
LAC
AC1
z
LMC = MR
MR
Q1 Quantità prodotta
z
La decisione:
Se il prezzo è
maggiore o uguale ad
AC1, l’impresa produce
Q1.
S il prezzo è
Se
inferiore ad AC1,
l’impresa esce dal
mercato
Dimostrate che LMC
passa sempre per il
punto di minimo della
LAC.
AC
MC
MR
P
SMC
SATC
SATC1
z
L’impresa sceglie il livello
di produzione Q1 per il
quale SMC=MR
ed osserva che:
•
•
SAVC
SAVC1
SMC = MR
MR
Q1
Quantità
•
se il p
prezzo è maggiore
gg
di
SATC1 essa produrrà Q1
ottenendo profitti
se il prezzo è compreso tra
SATC1 and SAVC1 essa
produrrà sempre Q1 ma in
perdita
se il prezzo è inferiore a
SAVC1, l’impresa sceglie
di chiudere
58
59
La decisione del livello di
produzione: riassunto
La scelta del volume di produzione
Costi
Ricavi
Curva di
domanda
Tecnologia e costi
dei fattori produttivi
Costo totale CT
AC
AR
Controlla: è opportuno produrre?
MC
Applicazione del
criterio marginalista
Controllo se produrre
La decisione
di breve
periodo
Scegliere quella
quantità Q di output
per la quale MR =
SMC
Il prezzo deve essere
superiore al costo
medio variabile SAVC.
Altrimenti l’impresa
chiude
La decisione
di lungo
periodo
Scegliere quella
quantità Q di output
per la quale MR =
LMC
Il prezzo deve essere
superiore al costo
medio LAC.
MR
Scelta del volume di produzione
60
61
14
23/02/2012
Le forme di mercato
z
z
z
z
Monopolio
Monopolio
Concorrenza perfetta
Concorrenza monopolistica
Oligopolio
z
z
Una sola impresa, la domanda per
l’impresa coincide con quella di mercato.
La condizione di massimizzazione del
profitto MR = MC >0 implica che
profitto,
p = μ MC
•
62
La massimizzazione del profitto
in monopolio
Calcolate μ in funzione dell’elasticità della
domanda e dimostrate che μ >1
63
Potere di mercato ed elasticità
I profitti sono massimi nel
punto in cui MC = MR. La
MC quantità da produrre sarà Q1
ed il prezzo P1.
AC Per
P Q , AR>AC
AR AC e
P
1
P1
AC1
MR
MC=MR
Q1
D = AR
Quantità
l’impresa ottiene
extra-profitti
(area scura).
Le barriere all’entrata
impediscono a nuove
imprese di entrare nel
settore.
64
65
15
23/02/2012
Il monopolio naturale
z
P
Q1
MR
Economie di scala ed una
domanda che ne consente lo
sfruttamento
z
LAC è continuamente
decrescente fino alla
domanda
z
l’impresa più grande avrà un
vantaggio di costo rispetto a
tutte le altre
P1
LAC
La concorrenza perfetta
z
z
z
z
z
Atomicità (molti piccoli operatori)
Omogeneità del prodotto
Completa informazione
Uniformità tecnologica
Libertà di entrata e uscita dal mercato
(senza costi)
D
Quantità z .. e finirà per dominare il
settore
66
67
La curva di offerta in
concorrenza perfetta
La massimizzazione del profitto
in concorrenza perfetta
z
z
z
La massimizzazione del profitto richiede
MR = MC
In concorrenza p
perfetta MR = P (p
(perché?))
Quindi:
z P = MC
z
(se P>AC)
68
z
Nel breve periodo, anche se ha delle perdite,
l’impresa rimane nel mercato purchè riesca a
coprire i costi variabili.
z
Al di sotto
tt d
dell PREZZO DI CHIUSURA,
CHIUSURA
l’impresa non riesce nemmeno a coprire i costi
variabili, ed esce dal mercato
z
Nel lungo periodo, l’impresa rimane nel
mercato se i ricavi coprono i costi.
69
16
23/02/2012
La curva di offerta in
concorrenza perfetta l.p.
La curva di offerta in
concorrenza perfetta b.p.
z
La curva SMC al di sopra del prezzo di
chiusura è la CURVA DI OFFERTA DI
p
BREVE PERIODO dell’impresa
z
essa mostra quanto l’impresa desidera
produrre, per ogni livello del prezzo.
z
AC
MC
P
LMC
P3
U
LAC
La curva LMC al di
sopra del prezzo di
uscita P3 è la CURVA
DI OFFERTA DI
LUNGO PERIODO
dell’impresa
Q3 Quantità
70
71
L’impresa e il settore in
concorrenza perfetta
AC
MC
P
P
Impresa
MC
P=MR=AR
AC
MC
P
L’equilibrio di lungo periodo
Settore
S
z
P
z
D
q
Quantità
Q
Quantità
Il prezzo di mercato si forma, dall’incontro tra domanda e offerta.
L’impresa “subisce” il prezzo di mercato P e sceglie quella quantità
q per cui MC=MR avendo come obiettivo la massimizzazione del
profitto
72
In presenza di profitti positivi nuove
imprese entrano nel mercato
aumentando l’offerta e riducendo prezzi
e profitti.
Il mercato raggiunge un equilibrio
quando l’impresa rappresentativa ottiene
solo i profitti normali (nulli).
73
17
23/02/2012
Un confronto tra monopolio e
concorrenza perfetta
z
Rispetto alla concorrenza perfetta in
monopolio si ha:
• un prezzo più alto
• una minore
i
quantità
tità scambiata
bi t
Un confronto tra monopolio e
concorrenza perfetta (esercizio)
z
Sapendo che la funzione di domanda inversa
è p=100-2q e la curva del costo totale è
TC(q) = 100+ q2
z
Calcolate l’equilibrio (prezzo, quantità e
profitti) e il benessere sociale
•
•
74
75
Monopolio e scelta del livello delle
spese in pubblicità (esercizio 9.2)
z
z
z
Considerate un settore in cui è presente una solo
impresa: La domanda di mercato è Q=11-p +h cioè la
domanda dipende negativamente dal prezzo p e
positivamente dalle ore di spot pubblicitari in TV, h.
La funzione
f
del costo è TC=2Q+a.
C Q
La relazione tra le
spese pubblicitarie, a , e le ore di messaggi pubblicitari
2
è a=h
Determinate il livello ottimo del prezzo e delle spese
pubblicitarie.
76
In monopolio
In concorrenza perfetta
La concorrenza monopolistica
z
Stesse caratteristiche della CP tranne
omogeneità del prodotto: i beni sono
differenziati, la curva di domanda
dell’impresa non è orizzontale e
l’impresa ha un certo potere di mercato e
può fissare il prezzo (price-maker)
77
18
23/02/2012
La concorrenza monopolistica b.p.
La concorrenza monopolistica l.p.
78
Esercitazione Microeconomia
z
79
Riassunto dell’ultima lezione lezione
z
da Garavaglia
Le imprese massimizzano il profitto
• MR=MC
• P>AC
• Es. 1.1 a) b) c)
• Es. 1.2 a)) b))
• Es. 2.1 a) b) c) d)
• Es. 3.1 a) b) c) e)
z
In concorrenza perfetta
• il prezzo di equilibrio si forma dall’equilibrio
domanda/offerta
• le imprese sono price-takers (la curva di
offerta della singola impresa è orizzontale)
80
81
19
23/02/2012
Mercati non concorrenziali
MR=MCÆ P>MC
z
Monopolio
• Legale (brevetti), di fatto (strategico), naturale
(tecnologico)
z
• Equità riguarda la distribuzione del benessere
• Efficienza riguarda il “miglior utilizzo” delle
risorse scarse
• Efficienza statica
O
Oligopolio
• Poche imprese che compiono scelte
strategiche
z
L’intervento pubblico
• Appropriato livello di output prodotto nel modo meno
costoso possibile data la tecnologia
• Efficienza dinamica (capacità innovativa)
• Miglioramento nel tempo dei prodotto e delle tecniche
Concorrenza monopolistica
• Non omogeneita’ del prodotto (pubblicita’ etc.)
produttive
82
I teorema dell’economia del
benessere
Efficienza paretiana
z
z
83
Criterio paretiano: Una situazione A è
preferibile ad una B se in A qualcuno sta
meglio e nessuno sta peggio che in B
Efficienza Paretiana: Dati i gusti dei
consumatori, le risorse e la tecnologia, una
allocazione delle risorse è efficiente in senso
paretiano se non è possibile muoversi ad altra
allocazione che migliori la condizione di
qualcuno, senza peggiorare la condizione di
qualcun altro”
84
• in un sistema
EFFICIENZA
economico di
PARETIANA
concorrenza perfetta
nel quale vi sia un
insieme completo di
mercati, un equilibrio
concorrenziale, se
CONCORRENZA
MERCATI
esiste, è un ottimo
PERFETTA
COMPLETI
paretiano
85
20
23/02/2012
Concorrenza perfetta ed
efficienza paretiana
z
D
SS
z
P1*
z
D
Q1*
I fallimenti del mercato
Per qualsiasi quantità, ad
esempio Q1, l’ultima unità deve
dare al consumatore una utilità
almeno pari P1* .
La curva di offerta (SS) del
settore mostra il costo marginale
di produzione
Per qualsiasi allocazione diversa
da P1*, Q1*, vi sarebbe una
differenza tra il beneficio
marginale che i consumatori
otterrebbero da una unità in più
ed il costo marginale di quella
unità.
z
Nel caso in cui i mercati siano incompleti
o se vengono meno i presupposti della
concorrenza perfetta (es. numerosità,
perfetta informazione) allora il mercato
non riesce a raggiungere una
allocazione efficiente.
Quantità
86
Mercati non concorrenziali
MR=MCÆ P>MC
z
(tecnologico)
O
Oligopolio
• Poche imprese che compiono scelte
strategiche
z
Politiche per la concorrenza
• Obiettivo: efficienza allocativa
Monopolio
• Legale (brevetti), di fatto (strategico), naturale
z
87
Concorrenza monopolistica
• Non omogeneita’ del prodotto (pubblicita’ etc.)
88
• BS=CS+PS
• CS = differenza tra il prezzo effettivamente pagato
per una data
d t quantità
tità del
d l bene
b
e disponibilità
di
ibilità a
pagare
• PS = differenza tra il prezzo a cui l’impresa vende il
prodotto e il prezzo minimo al quale sarebbe
disposta a venderlo
89
21
23/02/2012
Il surplus dei produttori
Il surplus dei consumatori
A
P
(rendimenti costanti di scala)
Per semplicità, ipotizziamo rendimenti
costanti di scala (costo medio e
marginale costante).
Considerate la curva di domanda D e
supponete che il prezzo sia P e dunque la
quantità domandata Q.
P rappresenta il valore attribuito
all bene
b
dal
d l consumatore
t
C
marginale allora la curva D può
D rappresentare anche il
beneficio marginale sociale
Il surplus dei produttori
è l’eccesso di ricavo sui
costi totali variabili. In
LAC = LMC
assenza di costi fissi
coincide con il profitto
– è indicato dal
D
rettangolo.
P
Quantità
Q
Poichè tutti i consumatori
pagano lo stesso prezzo P per il
triangolo APC rappresenta il surplus dei consumatori ossia
l’eccesso di beneficio (utilità) totale dei consumatori rispetto alla
spesa totale effettivamente sostenuta
Q
Quantita
90
91
Il costo sociale del monopolio
Benessere sociale in concorrenza
perfetta
(rendimenti costanti di scala)
Se il settore fosse “monopolizzato”,
il monopolista sceglierebbe di vendere
una quantità Qm ad un prezzo Pm.
In un mercato perfettamente,
concorrenziale l’equilibrio
di lungo periodo sarebbe in
Qc con un prezzo Pc.
Pc
Il surplus dei consumatori
è dato dall’area rossa del
LAC = LMC triangolo
Pm
Pc
D
Qm
Qc Quantità
92
Il surplus dei consumatori è ora
il triangolo verde (più piccolo)
piccolo).
Il monopolista ottiene un
surplus del produttore
LAC = LMC (profitto) pari al rettangolo blu.
la perdita netta di benessere
MR
D sociale - ossia il costo sociale
del monopolio - è pari al
Qc Quantità triangolo rosso
93
22
23/02/2012
Politiche per la concorrenza
Il costo sociale del monopolio
I teorema dell’economia del benessere stabilisce
un nesso tra efficienza allocativa e struttura di
mercato e costituisce il fondamento teorico
delle
Politiche per la Concorrenza
• Impedire alle imprese di abusare del potere
di mercato attraverso la difesa della
concorrenza, e favorire l’allocazione
efficiente delle risorse
94
95
La regolamentazione di prezzo
Politiche per la concorrenza
• Liberalizzazione e apertura dei mercati
• Impresa pubblica
• Regolamentazione (5.2 e 5.3 da leggere)
• Controllo diretto, attraverso l’imposizione di
z
TC=cq+F
• La regolamentazione efficiente (PR=c) Æ
•
regole, ad es. prezzo massimo praticabile
• Legislazione antimonopolistica
• Impedire alle imprese di abusare del potere di
mercato influenzando la struttura di mercato e
la condotta delle imprese
96
•
profitti
negativi
Alternativamente
• PR=c + un sussidio pari ad F
• PR=AC (average cost pricing)
Altre forme di regolamentazione di prezzo
• Tasso di rendimento massimo
• Margine di profitto massimo
• Price cap
97
23
23/02/2012
La regolamentazione dei canoni
di accesso (5.3)
z
z
z
z
La legislazione antimonopolistica
Una impresa a monte (1) che produce un mezzo di
produzione essenziale, compete a valle con altre
imprese non integrate verticalmente (2)
z
Siano c1 , c2 i costi marginali e p1 , p2 i prezzi nel
mercato a valle
valle. Indichiamo con w2 il prezzo all’ingrosso
all ingrosso
pagato da 2 ad 1.
La Regola del prezzo efficiente delle componenti
cerca di impedire la discriminazione di prezzo nei
confronti dei concorrenti imponendo w2= p1 - c1
Il margine di profitto di 2 è
Obiettivi:
• Efficienza statica
• Tutela della libertà economica
• Diffusione del potere di mercato
• Integrazione dei mercati
p2 – (c2 + w2 )= p2 - p1 + (c1 -c2)
98
99
La legislazione antimonopolistica
La legislazione europea
Motta-Polo “Antitrust, Economia e politica della concorrenza”
il Mulino, 2005: Cap. 1
z
Lo Sherman Act (1890)
z
• Proibire la formazione dei cartelli
z
• Intese orizzontali e verticali
Legislazione Europea
• 1951 Nascita della CECA
• 1957 Trattato di Roma
• 1999 Trattato di Amsterdam
z
Articolo 101 ex 81 (art. 2 e 4 della 287/90)
z
Articolo 102 ex 82(art. 3 della 287/90)
z
Merger Regulation (art. 6 della 287/90)
• Abuso posizione dominante
• Fusioni e acquisizioni
Legislazione italiana
• 1990 Legge 287/90
100
101
24
23/02/2012
(Abuso di) posizione dominante
Il mercato rilevante
z
z
Dimensione merceologica valutando la
sostituibilità tra beni (misurata dalla
elasticità incrociata).
)
Dimensione geografica valutando i costi di
trasporto ed altre barriere allo scambio tra
aree geografiche (ad esempio l’ostacolo
linguistico)
z
z
z
Posizione dominante: quando l’impresa può
comportarsi in modo indipendente dai
concorrenti e dai consumatori
E’ vietato l’abuso di posizione dominante
Esempi di abuso sono
• Prezzi ingiustificatamente gravosi
• Comportamenti volti ad ostacolare l’accesso
• O ad indurre l’uscita
102
103
Le intese
L’impresa dominante
z
z
Possono avere come obiettivo o effetto di
restringere la concorrenza
Intese orizzontali
• Fissazione congiunta dei prezzi
• Spartizione dei mercati
z
Intese verticali
• Accordi di esclusiva
• Prezzi imposti
104
105
25
23/02/2012
Gli ambiti di intervento della AGCM
Le Fusioni
z
z
(www.agcm.it)
La concentrazione, ovvero la riduzione del
numero di imprese, facendo aumentare la
collusione causa p
potere di mercato
La concentrazione viene misurata da vari
indici:
z
z
z
• Quoziente di concentrazione
• Indice di Herfindahl
Cosa sono le intese restrittive della
concorrenza
E un abuso di p
posizione dominante?
Parliamo ora delle operazioni di
concentrazione e di quando vengono
vietate
106
107
Ai fini dell’esame ….
z
Analisi di un caso
Pre-appello (?) o Primo appello
z
• analisi di un caso
z
z
z
108
mercato rilevante
strategia adottata dall’impresa
norma violata
sanzione
109
26
23/02/2012
Esercizio
Riassunto della scorsa lezione
Considerate un mercato in cui la domanda
(inversa) è P=100-2q e il costo totale è
TC=40q
Calcolate l’equilibrio
l equilibrio di concorrenza perfetta
Calcolate l’equilibrio di monopolio
Calcolate la perdita di benessere sociale
associata al monopolio
NB: La scelta è il prezzo o la quantità?
Calcolate l’equilibrio di duopolio
z
z
z
Efficienza paretiana
Efficienza paretiana ed equilibrio di
concorrenza perfetta: la perdita sociale
di monopolio
Le politiche per la concorrenza
• Regolamentazione
• di prezzo
• dei canoni di accesso
• Legislazione antimonopolistica
110
111
La discriminazione di prezzo
La discriminazione di prezzo
(Cabral cap. 10 PRN capp. 5 e 6)
z
z
z
z
z
Modalità della discriminazione di prezzo
• I grado
• II grado
• III grado
g
Prezzi non lineari
Versioning
Vendite collegate
Discriminazione di prezzo e antitrust
z
Pratica di fissare prezzi diversi per lo
stesso bene in base
• alla quantità acquistata (es. 3x2,
abbonamenti))
• alle caratteristiche dell’acquirente (es. sconti
per studenti / anziani)
z
z
Obiettivo dell’impresa: appropriarsi di SC
La discriminazione di prezzo è possibile in
assenza di arbitraggio (ovvero se non
esiste mercato secondario)
27
23/02/2012
La discriminazione di prezzo di I grado
z
z
z
z
Ciascun consumatore paga un prezzo pari
alla sua disponibilità a pagare
Il monopolista discriminante si appropria di
tutto il surplus dei consumatori
Dilemma efficienza/equità
• BS è massimo ma SC è nullo
L’obiettivo della politica della concorrenza
deve essere BS o SC?
La discriminazione di prezzo di I grado
z
pM
c
z
B
A
C
MR
qM
z
z
Un venditore dispone di 5 auto
d’epoca. Dalle ricerche di mercato
risulta che vi sono diversi
collezionisti interessati all’acquisto
(vd Tabella)
(vd.
Ha calcolato che se fissa un prezzo
uniforme può vendere 3
automobili al prezzo di 6000
ciascuna.
Qual è l’incremento di profitto nel
caso di discriminazione di prezzo
di I grado?
Disp. a
pagare
C1
10.000
C2
8000
C3
6000
C4
C5
4000
2000
Monopolio
discriminante:
BS=A+B+C
D
qMD Quantità
La discriminazione di prezzo
di II e III grado
La discriminazione di prezzo di I
grado
z
Monopolio:
BS=A+B
z
z
III grado: l’impresa osserva alcune
caratteristiche dei consumatori correlate
alla disponibilità a pagare (es. studenti,
anziani).
)
II grado: l’impresa NON osserva le
caratteristiche dei consumatori. Offre
diverse combinazioni del prodotto a prezzi
diversi e lascia che i consumatori si
autoselezionino (es. tariffe aeree)
28
23/02/2012
La discriminazione di prezzo di
III grado
z
z
Segmentazione del mercato
• Spaziale (localizzazione geografica)
• Per età (giovani/ anziani)
• Per
P categorie
t
i ((studenti,
t d ti llavoratori)
t i)
La discriminazione di prezzo di
III grado
z
I produttori applicano prezzi più elevati
nei segmenti di mercato con elasticità
della domanda più bassa:
p1 = 36 − 4q1
z
z
z
p2 = 24 − 4q2
Il costo marginale è lo stesso nei due
mercati, è costante e pari a 4
Calcolate l’equilibrio
• Di monopolio
• Nel caso del monopolista discriminante
MR
1
MR
2
⎛
1 ⎞
= p1⎜1 −
⎟ = MC
ε1 ⎠
⎝
⎛
1 ⎞
= p 2⎜1 −
⎟ = MC
ε 2 ⎠
⎝
⎛
⎛
1 ⎞
1 ⎞
p1⎜1 −
⎟
⎟ = p2⎜1 −
ε1 ⎠
ε 2 ⎠
⎝
⎝
La discriminazione di prezzo di
III grado (Esempio p. 82 PRN)
La domanda (inversa) in due mercati
(paesi) è, rispettivamente:
Π ⇒
Max
ε 1 > ε 2 ⇒ p1 < p2
z
Consideriamo un monopolista che vende in due
mercati separati (discriminazione di III grado)
Π = q 1 P (q 1 ) + q 2 P (q 2 ) − TC ( q 1 + q 2 )
La discriminazione di prezzo di
II grado: i prezzi non lineari
Sconto per la quantità (es. 3x2)
z Tariffa a due parti (stadi)
z
• es.
es servizi di telefonia
•Canone fisso (F) + prezzo (p) per ogni
unità. La somma pagata è F+pq
•Il prezzo unitario F/q + p, diminuisce
con la quantità acquistata
Assegnazione: esercizi 4.1 e 4.3
29
23/02/2012
Tariffe a due parti
z
z
z
z
z
Tariffa a due parti con consumatori identici
Quali valori di F e p massimizzano il
profitto?
Consideriamo un monopolista con
MC=c
Ipotizziamo consumatori identici
Per ogni livello di p, il valore massimo
del canone F che i consumatori sono
disposti a pagare è pari al SC(p):
l’impresa si appropria del SC
Sapendo che F=SC(p), qual è il valore
di p che massimizza i profitti
z
z
z
z
pM
c
z
B
A
C
z
z
D
MR
qM
qMD
Quantità
z
Monopolio:
BS=A+B
Tariffa a due
stadi:
P=c
Canone=F (=C)
BS=A+B+C
Che coincide con il BS
Il livello del prezzo che massimizza BS(p)
è p=c
La tariffa ottimale è:
z p=c
z F = SC(c)
Tariffe a due parti con consumatori
eterogenei e informazione perfetta
Tariffe a due parti con consumatori identici
z
I profitti dell’impresa sono:
Π( p) = ( p − c)D( p) + F = ( p − c)D( p) + SC( p)
z
z
Supponiamo due tipi di consumatori tali
che D2(p)>D1(p) e quindi SC2(p)>SC1(p)
Se l’impresa riesce ad identificare i due
gruppi, può offrire due tariffe:
•Ai consumatori con bassa domanda: p1=c
e F1=SC1(p1)
•Ai consumatori con elevata domanda:
p2=c e F2 =SC2(p2)
•Assegnazione: esercizio 4.5
30
23/02/2012
Tariffe a due parti con consumatori
eterogenei e e informazione imperfetta
z
z
Consideriamo il caso di consumatori
eterogenei dei quali l’impresa non
conosce le caratteristiche
L’i
L’impresa
offre
ff un ventaglio
t li di ttariffe
iff a
due parti e lascia che siano i consumatori
ad autoselezionarsi.
Tariffe a due parti con consumatori
eterogenei e informazione imperfetta
z
z
z
L’impresa non è in grado di distinguere i
consumatori
Se l’impresa offrisse p1=c e F1=SC1(p1) e
p2=c e F2 =SC2(p2)>F1 tutti acquisterebbero
l prima
la
i
ttariffa
iff
Per evitare che i due gruppi di consumatori
scelgano la stessa tariffa deve tener conto
• del vincolo di incentivazione: consumatori
del gruppo 1 preferiscono la tariffa 1 alla tariffa
2 e analogamente i consumatori del gruppo 2
• del vincolo di partecipazione: ciascun
consumatore acquista una quantità positiva
Tariffa a due parti con consumatori
eterogenei e informazione imperfetta
z
z
z
L’impresa offrirà due tariffe:
•I: p1>c e F1=SC1(p1) canone basso e
prezzo elevato
•II: p2=c e F1<F2 prezzo basso e canone
elevato
Il gruppo di consumatori con domanda più
bassa (gruppo1) sceglierà la prima tariffa.
Il gruppo di consumatori con domanda più
elevata (gruppo 2) sceglierà la seconda
tariffa.
Versioning
z
z
L’impresa offre diverse versioni del
prodotto rivolte a differenti segmenti del
mercato (es. libri, consegne postali)
A volte ll’impresa
impresa può peggiorare
volontariamente il prodotto (es.
Mathematica con co-processore
disabilitato)
31
23/02/2012
Effetti del la discriminazione di
prezzo sul BS
Vendite collegate (bundling)
z
L’impresa vende due prodotti in un pacchetto (es.
microsoft office, sky)
Consumatori di
tipo A (uomini)
Consumatori di
tipo B (donne)
Disponibilità a
pagare film X
80
Disponibilità a
pagare film Y
25
70
30
Effetti del la discriminazione di prezzo sul
BS
z
z
z
Nel caso di discriminazione perfetta
aumenta BS e si riduce SC
Nel caso di discriminazione di III grado, si
può mostrare che con domanda lineare
• l’output è identico sia in presenza che in assenza di
discriminazione di prezzo
• il benessere sociale si riduce
z
Anziché BS l’obiettivo delle politiche per la
concorrenza potrebbe essere
αSP + (1 − α ) SC
Discriminazione di prezzo nei mercati dei
beni intermedi.
Nella normativa europea
• Sconti quantità non sono vietati
• Attenzione alla distorsione del commercio tra
gli Stati ((obiettivo mercato unico))
g
• Attenzione alle pratiche di discriminazione di
prezzo adottate da imprese in posizione
dominante (es. vendite collegate e abuso di
posizione dominante)
32
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