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LISTERIOSI PERINATALE
Il 40% dei casi di listeriosi segnalati negli USA e circa il 20% di quelli segnalati in Europa negli ultimi 20
anni sono casi di listeriosi perinatale.
Listeriosi in gravidanza
La listeriosi può verificarsi in ogni momento durante la gravidanza ma è stata più frequentemente
documentata durante il terzo trimestre. I sintomi associati con la listeriosi durante la gravidanza possono non
essere specifici e spesso possono manifestarsi solo come sindrome simil-influenzale (febbre, mialgia,
diarrea).
Circa due terzi delle donne in gravidanza con infezione listerica, hanno febbre, mal di testa, mialgia, sintomi
gastrointestinali; questi sintomi sono associati con la fase batteriemica dell'infezione e rappresentano un
ottimo momento per ottenere colture di sangue per fare la diagnosi (in questa occasione sarebbe opportuno
conoscere gli alimenti consumati dalla paziente negli ultimi quindici-venti giorni).
L'infezione fetale può verificarsi per trasmissione ematogena transplacentare durante la fase di batteriemia
materna, con passaggio della L. monocytogenes nel circolo fetale o nel liquido amniotico. E' possibile una
localizzazione asintomatica nelle vie genitali femminili. L'infezione intrauterina può provocare: parto
prematuro, infezione del liquido amniotico, aborto, infezione neonatale, morte neonatale.
E' difficile stimare la percentuale di feti abortiti che possono essere attribuiti ad un'infezione causata da L.
monocytogenes durante la gravidanza, in quanto di routine non vengono fatte colture batteriche da feti
abortiti o da neonati prematuri.
L'infezione neonatale può essere prevenuta mediante un trattamento antibiotico durante la gravidanza.
Non è necessario sottoporre donne con una storia di gravidanza associata alla listeriosi a screening
microbiologico o profilassi antimicrobica, ma è importante dare alle donne consigli per evitare il consumo di
alimenti ad alto rischio di contaminazione.
Date le potenziali conseguenze negative sul feto della listeriosi in gravidanza è prudente valutare tutti gli
episodi febbrili durante la gestazione con colture di sangue.
Manifestazioni cliniche associate con la listeriosi perinatale
Tipo di popolazione
Condizioni
predisponenti
Manifestazioni cliniche
Diagnosi
Donne in gravidanza
Gravidanza
Febbre, mialgia, diarrea,
parto pretermine, aborto,
mortalità neonatale
Colture da sangue o da
liquido amniotico o da
placenta
Neonati (inizio precoce <
7 giorni dalla nascita)
Prematuri/ Madre con
listeriosi
Sepsi , dispnea (più
raramente meningite)
Neonati (inizio tardivo ≥
7 giorni dalla nascita)
Madre con listeriosi
Meningite,
granulomatosi
infantisettica
Colture da sangue o da
qualsiasi sito non sterile
(meconio, tampone
auricolare, oculare,
nasale)
Colture da sangue o da
LCR o da qualsiasi sito
non sterile (meconio,
tampone auricolare,
oculare, nasale)
Tipologia di prelievi da effettuare alle gestanti
Pazienti
Tipi di prelievo
Pazienti che hanno avuto un aborto
Campione ematico e placentare
Pazienti con parto pre-termine
Campione ematico, placentare, sangue cordonale
Gestanti con sintomi simil-influenzali (febbre, mal
di testa, mialgia, sintomi gastroenterici)
Campione ematico
Pazienti con aborti spontanei ricorrenti
Campioni vaginali, cervicali, ematici
Listeriosi neonatale
Contrariamente alla leggera sintomatologia della listeriosi materna, l'infezione neonatale causata da L.
monocytogenes è una malattia seria, spesso fatale.
La listeriosi neonatale si divide in due forme cliniche: la listeriosi ad inizio precoce e la listeriosi ad inizio
tardivo.
Il tasso di mortalità in entrambi i tipi di listeriosi neonatale è di circa il 25% (15-50% nel caso
della listeriosi ad inizio precoce, e 10-20% nella listeriosi ad inizio tardivo) e in entrambi i tipi di listeriosi
neonatale possono esserci esiti, come idrocefalo o ritardi motori.
Listeriosi neonatale ad inizio precoce
La listeriosi ad inizio precoce si verifica in neonati infettati in utero e si presenta entro la prima settimana
dalla nascita, spesso entro le prime 24-48 ore. Il 45-70% di listeriosi neonatale è ad inizio precoce
La via di trasmissione sembrerebbe quella transplacentare, con disseminazione miliarica della L.
monocytogenes nei vari organi ed apparati. Si presenta con sepsi piuttosto che con meningite.
Meno frequente è la granulomatosi infantisettica, una sindrome caratterizzata da ascessi disseminati o
granulomi in organi interini (fegato, milza, polmoni, reni , cervello).
In questa sindrome il liquido amniotico e il meconio appaiono scuri e il neonato appare malato; in alcuni casi
tuttavia, il neonato può apparire solo debole e può sviluppare insufficienza respiratoria e circolatoria.
Secondo alcuni autori l'unico elemento clinico che pone il sospetto di malattia risulta essere la porpora
cutanea miliariforme disseminata.
La listeriosi neonatale ad inizio precoce può essere complicata dall'aspirazione del meconio con conseguente
complicazione respiratoria, inclusa cianosi, apnea e pneumonia
Listeriosi neonatale ad inizio tardivo
Si verifica dopo una o parecchie settimane dalla nascita.
I neonati nascono sani e a termine da madri con gravidanza senza complicazioni
Come la malattia neonatale ad inizio tardivo causata da streptococchi del gruppo B, la listeriosi in questi
neonati si presenta come meningite.
La via di trasmissione non è conosciuta; è stata ipotizzata una via di trasmissione attraverso il canale del
parto, anche se alcuni casi di listeriosi neonatale ad inizio tardivo si sono verificati dopo un parto cesareo.
Tipologia di prelievi da effettuare ai neonati
Pazienti
Tipi di prelievo
Prematuri e neonati che presentano basso punteggio
di APGAR
Campione ematico, meconio, tampone auricolare,
nasale, oculare, sangue cordonale
Neonati con alterazione dell’aspetto del meconio e/o
torbidità del liquido amniotico
Campione ematico, meconio, tampone auricolare,
nasale, oculare, sangue cordonale
Neonati sani nati da madre con accertata o sospetta
diagnosi di listeriosi
Campione ematico, meconio, tampone auricolare,
nasale, oculare, sangue cordonale
Neonati con meningite
Campione di liquido cefalo rachidiano
Note
1. Eseguire i prelievi immediatamente prima di sottoporre il paziente a terapia antibiotica (ciò al fine
di permettere l’isolamento del microrganismo, mediante tecniche colturali classiche).
2. Intervistare la paziente per conoscere gli alimenti consumati negli ultimi 20 giorni e, quando possibile,
far prelevare dalla ASL di competenza territoriale gli alimenti dal frigorifero domestico. Inviare i
campioni alimentari al Reparto Pericoli Microbiologici connessi agli Alimenti del Dipartimento.
Ritorno di informazioni previsto
-
L’esito delle analisi eseguite
verrà comunicato nel più breve tempo possibile a ciascuna unità
operativa, in attesa di costruire una banca dati consultabile da tutte le unità operative presso la
sezione ENTER-NET Italia presente nel sito del Dipartimento di Sanità Pubblica Veterinaria e
Sicurezza Alimentare dell’Istituto Superiore di Sanità.
- E’ prevista la pubblicazione di un report con i dati raccolti e la diffusione di informazioni destinate alle
donne in gravidanza in termini di consigli alimentari e di igiene domestica.
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