Esperienze dal Ser.T. di Pavia

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Giocatori d'azzardo patologico e i suoi familiari: modalità di presa in carico e
trattamento nell'esperienza del Ser.T. di Pavia
A cura delle psicologhe dr.ssa Elena Costantino e dr.ssa Fausta Degani, dell'assistente sociale Caterina Nardulli
e del medico dr.ssa M.T. Zanini – Ser.T. Pavia
Il Servizio Dipendenze di Pavia assume in carico i giocatori d'azzardo sin
dall'anno 2011, riconoscendo a pieno titolo l'inserimento di questo disturbo
nelle patologie da dipendenza comportamentale.
Grazie all'interesse di un gruppo di lavoro si è acquisita esperienza che
nel tempo ha permesso la focalizzazione di finalità e la messa a punto di
metodi di lavoro sempre meglio definiti.
Mai nel contempo è venuta meno una intensa formazione personale che ha
permesso anche all'interno dell'equipe di lavoro di approfondirne e
diversificarne le tipologie di intervento.
Il gruppo di lavoro si è andato costituendo grazie alla interdisciplinarietà
di diverse figure professionali: un Medico, due Psicologhe e una Assistente
sociale.
E' stata messa a punto una modalità di intervento costruita a più livelli: il
primo con i giocatori stessi ove si assiste all'integrazione di un lavoro
individuale a carattere diagnostico e psicoterapico con
un lavoro in
gruppo (secondo livello) dove, alla conoscenza di contenuti tipici e ormai
assodati rispetto alla psicopatologia del giocatore, si favorisce tramite la
dinamica di gruppo
l'acquisizione di abilità potenziando così anche
elementi di mutuo-aiuto.
Il terzo livello è costituito da un lavoro in contemporanea con i familiari.
Ad alcuni pazienti, ove se ne è ravvisata l'opportunità, è stata proposta ed
effettuata la ripetizione del gruppo in successiva edizione per permettere
di consolidare o di acquisire una maggiore consapevolezza e un maggior
autocontrollo sul comportamento di gioco.
Il Gruppo psicoeducativo per giocatori patologici è un gruppo chiuso (515 partecipanti) della durata di
due mesi (otto incontri) con frequenza
settimanale.
I partecipanti sono persone in carico al Servizio per dipendenza da gioco
d'azzardo, in assenza di patologia psichiatrica scompensata.
L'accesso avviene su indicazione dell'equipe curante, dopo valutazione
diagnostica multidisciplinare ed una presa in carico anche individuale.
Per l'ammissione al gruppo non è richiesta l'astensione dal comportamento
di gioco.
Gli obiettivi del lavoro
l'accettazione
della
comportamentali
riguardano l'aumento della consapevolezza,
realtà
atte a
personale
ristrutturare
riappropriazione di capacità relazionali
e
il
l'acquisizione
di
loro percorso
di
abilità
vita.
La
permettere la creazione di reti
di mutuo-aiuto al loro interno.
Contenuti del processo psicoterapico riguardano inizialmente l'accettare la
propria dipendenza patologica nel gioco d'azzardo, conoscere i processi
neuro-fisiologici, cognitivi ed affettivi che ne stanno alla base e
determinano anche le eventuali
ricadute. Successivamente vengono
valutate e discusse le interferenze della patologia nelle relazioni familiari,
il recupero della capacità riflessiva ed introspettiva dei partecipanti,
il
recupero di un maggiore benessere personale e relazionale con la
riattivazione o attivazione di potenzialità che la malattia aveva offuscato.
I conduttori sono : due psicologhe, un assistente sociale , un medico il cui
ruolo di leader, co-leader e facilitatore, è assunto alternativamente nella
conduzione a seconda degli argomenti che si affrontano.
Viene utilizzata una dinamica di gruppo che a partire dall'informazione si
evolve poi in esperienza condivisa.
Al momento attuale possiamo dire che l'attività del lavoro di gruppo ha
portato la quasi totalità dei partecipanti a: abbandonare
una modalità di
pensiero di tipo illusorio, all'identificazione dei propri bisogni e delle
proprie emozioni, al distacco dall'attività di gioco compulsiva , alla
focalizzazione di obiettivi realisticamente raggiungibili , al miglioramento
dei rapporti affettivi, al ripristino di
una adeguata autostima e di
valorizzazione dei propri spazi di vita ed al recupero di modalità
(riflessione costruttiva,
problem solving) adeguate a supportare il
cambiamento.
Si è constatato che
l'ambiente familiare altamente sofferente avesse
bisogno di una accoglienza particolare per sé e per poter conoscere i
significati reali
della psicopatologia del
giocatore, così si è visto che
questa presa in carico poteva sbloccare l'impasse relazionale distruttivo
all'interno del nucleo e avviare un nuovo processo di ristrutturazione delle
relazioni familiari.
Il Gruppo in-formativo per familiari è un gruppo aperto di quattro incontri
a cadenza settimanale.
Al gruppo possono partecipare sia i familiari di persone già in carico al
Servizio che i familiari di giocatori patologici non ancora in trattamento.
E' prevista la partecipazione di più persone appartenenti allo stesso nucleo
familiare.
L'acceso avviene sia su indicazione dell'equipe che segue il paziente o per
libero accesso.
Gli obiettivi del lavoro con i familiari sono l'aumento di conoscenza sul
problema e il conseguente recupero di
modalità
di comunicazione e
relazione più efficaci all'interno del nucleo familiare.
I contenuti degli incontri riguardano aspetti inerenti gioco e legalità
(normative e interventi a difesa del patrimonio), riflessioni sul concetto di
dipendenza nel gioco d'azzardo e
considerazioni sull'importanza
delle
relazioni affettive nel
recupero della comunicazione interrottasi e del
ripristino di ruoli adeguati e definiti nel nucleo familiare.
I conduttori sono una psicologa e una assistente sociale alternativamente
nel ruolo di
leader e co-leader ,
a seconda degli argomenti che si
affrontano, anche in questo caso viene utilizzata una dinamica di gruppo
che a partire dall'informazione si evolve poi in esperienza condivisa.
La compartecipazione nel gruppo di tematiche emotivamente coinvolgenti,
laddove è altresì in gioco la stabilità familiare, permette già nel primo
incontro lo stemperamento di forti tensioni (aggressività – dolore) dei
familiari nei confronti del paziente.
La comprensione dei fattori che portano alla dipendenza da gioco, la
focalizzazione su obiettivi realisticamente raggiungibili, il recupero di
modalità di comunicazione lineari e assertive permette di convalidare il
cambiamento migliorativo dei rapporti affettivi.
Questa ripresa di relazioni più funzionali e affettive all'interno della
famiglia ha portato nella maggioranza dei casi
al passaggio da una
motivazione indotta alla cura ad una presa in carico più autonoma della
cura di sé.
La
focalizzazione
dei
bisogni
emersi
nel
processo
di
l'interiorizzazione dei contenuti che ha visto i pazienti coinvolti
cura
con
(terapia
individuale, di gruppo e di contesto familiare) ha suggerito l'istituzione di
un ulteriore gruppo, con
psicoterapico
pazienti
da qui selezionati,
di carattere più
atto a lavorare sull'approfondimento della
funzione
simbolica “riparatrice” del gioco patologico nella loro vita, (cinque incontri
settimanali).
Questo gruppo è risultato essere composto da quei pazienti sofferenti già
nell'età evolutiva degli esiti dell'invalidazione come processo costruttivo
della personalità.
Il gruppo GAP di secondo
permettere ai pazienti
livello si è pertanto strutturato al fine di
la conoscenza esperienziale del proprio ambiente ,
della tipologia familiare d'appartenenza e della rivisitazione degli aspetti
emotivi e relazionali alla luce di un processo di validazione attivato sia in
loro che nei familiari.
Tale processo è risultato efficace grazie alla già avviata sensibilizzazione
e parziale ristrutturazione del nucleo familiare .
Non ultimo, ma non ultimo di importanza, è il lavoro capillare con il
paziente e il familiare rispetto alla componente debitoria implicante
interventi che vanno dalla consulenza di carattere economico finanziaria
generale fino ad arrivare alla nomina dell'amministrazione di sostegno, là
dove se ne ravvisa la necessità.
La costituzione di una Equipe Dipartimentale, sperimentata dalla Regione
Lombardia nell'anno 2014, ha permesso altresì di lavorare sull'accoglienza
e
la declinazione dei bisogni del paziente e della famiglia in modo più
strutturato. Attraverso lo strumento del Piano Individualizzato (PI), si sono
create ulteriori sinergie tra questa equipe, l'equipe di appartenenza del
Servizio e quella del gruppo di lavoro su cui si andrà ulteriormente a
lavorare.
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