NEL CERVELLO L'AREA DELL'AZZARDO, 'INGANNA' CHI GIOCA Milano, 7 apr. (Adnkronos Salute) - Diventare un 'addicted' del gioco d'azzardo può essere una questione di testa. O meglio di scherzi della mente. Un team di scienziati ha infatti identificato una parte del cervello collegata a questa forma di dipendenza. Alle prese con l'azzardo, spesso le persone hanno una percezione distorta delle loro possibilità di vincere a causa di un certo numero di errori di pensiero chiamati distorsioni cognitive. Da una nuova ricerca britannica, guidata dallo scienziato Luke Clark all'università di Cambridge e pubblicata oggi su 'Pnas', emerge che un danno cerebrale all'insula - area con un ruolo chiave nelle emozioni - interrompe questi errori di pensiero legati alla dipendenza dal gioco. Dunque è in questa zona cerebrale che affonderebbe le radici l'ossessione per l'azzardo. L'ipotesi è che sia iperattiva nei giocatori patologici. Gli scienziati sono partiti da un'osservazione pratica su alcune dinamiche che si innescano nell'azzardo: le vincite mancate 'per un soffio', per esempio, sembrano incoraggiare ulteriormente al gioco, anche se non sono diverse da qualsiasi altra perdita. In una sequenza casuale come lanciare una moneta e vedere uscire 'testa', si è portati a pensare che 'croce' sia il risultato del prossimo lancio. Questo meccanismo è noto come la 'falsa credenza del giocatore d'azzardo'. Gli esperti sottolineano che ci sono sempre più evidenze del fatto che i giocatori problematici sono particolarmente inclini a queste erronee credenze. E partendo da questo hanno esaminato le basi neurologiche delle convinzioni sbagliate nei pazienti con lesioni in diverse parti del cervello. Solo così, assicura Clark, "possiamo vedere se una regione del cervello è effettivamente necessaria per eseguire un determinato compito". I ricercatori hanno assegnato ai pazienti con lesioni in parti precise del cervello (dalla corteccia prefrontale ventromediale all'amigdala, o ancora all'insula) due diverse attività di gioco d'azzardo: una slot machine che può portare a vittorie o a vincite mancate di poco, e una roulette che implica previsioni su rossi e neri. L'obiettivo: suscitare le false credenze del giocatore d'azzardo. I gruppi di controllo erano composti da pazienti con lesioni ad altre parti del cervello così come da partecipanti sani sottoposti ad attività di gioco d'azzardo. Tutti i gruppi, a eccezione proprio dei pazienti con danno all'insula, hanno mostrato una motivazione accresciuta al gioco dopo una 'quasi vincita' alla slot machine. E, anche nel gioco della roulette, sono caduti nella rete delle false credenze. Sulla base di questi risultati, spiega Clark, "riteniamo che l'insula possa essere iperattiva nei giocatori patologici, particolare che li rende più sensibili a questi errori di pensiero. I futuri trattamenti per la dipendenza da gioco d'azzardo potrebbero dunque concentrarsi sul tentativo di ridurre questa iperattività dell'insula, attraverso farmaci o tecniche psicologiche come le terapie di consapevolezza".