16/01/17 Il modello cognitivo Sviluppata da Albert Ellis e Aaron T. Beck primi anni ’60 Ritenevano che il pensiero fosse sia "il problema psicologico fondamentale", sia "il suo rimedio psicologico". • Applicazioni psicopatologiche efficaci e rapide per aiutare le persone a risolvere difficoltà di adattamento o crisi evolutive (difficoltà nelle relazioni sociali o nel lavoro, ansia da esame, reazioni disadattive al lutto, difficoltà nella coppia o nella gestione dei figli, ecc.) Il modello cognitivo L'essenza del pensiero cognitivista può essere riassunta da questa frase di Epiteto: “le persone sono disturbate non dalle cose, ma dall’interpretazione che essi ne danno” Complessa relazione tra emozioni, pensieri e comportamenti, sottolineando come molti dei nostri problemi (tra i quali quelli emotivi) siano influenzati da ciò che facciamo e ciò che pensiamo nel presente, qui ed ora. 1 16/01/17 Il modello cognitivo In quest’ottica la mente è descritta come un sistema di conoscenze, pensieri e scopi grazie ai quali gli individui valutano la propria esperienza cercando poi di regolare le reazioni emotive, l’attività mentale e la condotta. Quando le emozioni e i pensieri diventano un problema clinico? Quando le emozioni sono troppo intense o durature rispetto alla situazione nella quale ci troviamo; solo allora le possiamo considerare un problema emotivo. Il modello cognitivo Si ritiene che il pensiero distorto o disfunzionale (che influenza l’umore e il comportamento del paziente) sia comune a tutti i disturbi psicologici. Il modello alla base dell’approccio cognitivocomportamentale si oppone ad una visione "deterministica" delle emozioni e dei comportamenti umani: le situazioni che ognuno di noi vive, cioè, non determinano direttamente le nostre reazioni (emotive e/o comportamentali). Esiste, invece, un terzo elemento che agisce fortemente sulle nostre reazioni e cioè il pensiero. 2 16/01/17 Il modello cognitivo Non è la situazione di per sé a determinare ciò che le persone sentono, ma il modo in cui interpretano tale situazione. Sono i pensieri della persona, la sua percezione degli eventi che influenzano le emozioni e il comportamento Pensiero Esperienza vissuta Comportamento Emozione Il modello cognitivo Esempio “Maria e Gloria chiacchierando allegramente entrano al bar dell’università e incontrano un collega che non le saluta” Maria si sente in colpa Ha pensato che il collega è offeso perché non è stato invitato alla festa che lei ha organizzato Gloria si arrabbia Perché? Ha pensato che il collega è un presuntuoso maleducato 3 16/01/17 Il modello cognitivo Albert Ellis Il presupposto è che, se noi riusciamo a pensare in modo razionale, la forza traumatica di qualunque evento si svuota del suo potenziale ansiogeno. Il disagio psicologico ed emotivo non è determinato dalle caratteristiche dell'evento attivante in sé, ma dai pensieri, spesso distorti e irrazionali per mezzo dei quali lo interpretiamo. La Terapia Comportamentale Razionale Emotiva (REBT) è una teoria psicologica che negli ultimi quarant'anni ha avuto un notevole influsso sulla psicoterapia. Il modello cognitivo Albert Ellis Gli assunti principali della REBT possono essere sintetizzati nei seguenti punti: Ø nella maggior parte dei casi il modo in cui ci sentiamo (emotivamente) e il modo in cui ci comportiamo sono la risultante di ciò che pensiamo; Ø quando proviamo sofferenza emotiva tanto da bloccare le nostre azioni è perché prevalgono pensieri disfunzionali; Ø un modo di pensare inadeguato (illogico, distorto, irrazionale) conduce a problemi emotivi e comportamentali; Ø sebbene il disagio degli esseri umani ha numerose determinanti, il loro mantenimento dipende da ciò che l'individuo continua a pensare; Ø i pensieri disfunzionali che conducono alla sofferenza emotiva possono essere identificati e razionalizzati; Ø problemi emotivi e comportamentali possono essere superati imparando a sostituire pensieri irrazionali con pensieri razionali. 4 16/01/17 Il modello cognitivo Albert Ellis ü Il metodo di Ellis consiste proprio nella “rielaborazione” della rappresentazione dei significati della realtà: portare i pensieri in una dimensione razionale che permetta di cambiare non solo le emozioni ma anche le azioni. ü Il processo della RET intende strutturare un dialogo con noi stessi, consistendo in una vera e propria autoterapia. ü Questo nuovo modo di parlare a se stessi è ciò che viene chiamato ristrutturazione cognitiva. Il modello cognitivo Albert Ellis Distingue tre categorie di processi cognitivi: Ø Di tipo descrittivo: si riferiscono al modo in cui l’individuo percepisce e descrive la realtà. Ø Di tipo inferenziale (o interpretativo): si riferiscono al modo in cui l'individuo interpreta la realtà percepita. Ø Di tipo valutativo: si riferiscono al modo in cui l'individuo giudica o valuta ciò che ha interpretato. La RET considera maggiormente rilevanti gli errori contenuti a livello di valutazioni e giudizi e ritiene che una soluzione stabile e definitiva del problema avviene operando una ristrutturazione cognitiva in questa terza categoria di processi cognitivi. 5 16/01/17 Essenza RET Paradigma A-B-C-D-E attraverso cui si descrive il processo che porta a reazioni disfunzionali sia il modello per porvi rimedio A Evento Attivante B Sistema di convinzioni iB Convinzioni irrazionali rB Convinzioni razionali C Conseguenze emotive e comportamentali D Messa in discussione di iB E Effetti della messa in discussione Effetto sulle emozioni Effetto sul comportamento Effetto sulle convinzioni A sta per Activating event (evento attivante) Azioni o attività che si possono identificare fornendo delle risposte alle seguenti domande: o o o o Dove mi trovavo? Con chi mi trovavo? Che cosa stavo facendo? Cosa è accaduto? Es. essere abbandonati dalla persona che si ama. 6 16/01/17 B sta per Belief System (sistema di convinzioni) Pensieri, idee, schemi che formano la base cognitiva dell'individuo e compaiono nella mente dell’individuo riguardo all’evento attivante. Possono essere razionali o irrazionali Convinzioni irrazionali Inadeguate, illogiche, irragionevoli e conducono a stati emotivi negativi eccessivamente intensi e prolungati. Es. “Non troverò mai una donna stupenda come lei, non doveva lasciarmi, è insopportabile vivere senza di lei”. Convinzioni razionali Realistiche, logiche che portano a emozioni e a comportamenti adeguati e quindi ad affrontare la realtà in modo efficace. Es. “E’ triste che la donna che amavo mi abbia lasciato, ma non sta scritto da nessuna parte che lei dovesse per forza stare con me; posso vivere lo stesso anche se all’inizio sarà spiacevole”. 7 16/01/17 Come individuarle • Cosa sto pensando di me? • Che cosa mi fa capire di me stesso? • Che cosa significa riguardo a me, alla mia vita e al mio futuro? • Che cosa temo possa accadere? • Se è vero qual è la cosa peggiore che potrebbe accadermi? • Che cosa gli altri possono pensare di me? • Quali immagini o ricordi mi fa venire in mente questa situazione? Come individuarle LADDERING • Tecnica per elicitare la verbalizzazione di scopi, pensieri e conoscenze (assunzioni, credenze e valutazioni) • Si esamina più volte il significato di una valutazione fino ad arrivare al punto finale, mediante domande tipo: ü Se ciò accadesse realmente, cosa comporterebbe per lei? ü Se ciò fosse vero, cosa ci sarebbe di così terribile? Esempio Cosa accadrà se balbetta o parla in modo strano? à la gente lo noterà à potrebbero ridere di me à non mi prenderanno sul serio à penseranno che sono stupido à significa che sono stupido!!! 8 16/01/17 C sta per Consequences (conseguenze) Sia emotive che comportamentali o Descrivi il tuo stato d'animo (nervosismo, panico, paura, tristezza, rabbia, ansia). o Valuta da 0 a 100 il tuo stato d'animo. o Descrivi il tuo comportamento. Gli obiettivi dell'A-B-C 1. Trasformazione della convinzione irrazionale in razionale. 2. Positivizzazione del pensiero. 3. Interiorizzazione autoistruzionale e autoconvincimento attraverso il dialogo interno. 4. Definizione di obiettivi realistici. 9 16/01/17 D sta per Disputing (discussione) Imparare a discutere e dibattere i nostri B, le nostre credenze irrazionali. E sta per effetti • Se la ristrutturazione cognitiva funziona, dovremo vedere degli Effetti sia a livello cognitivo, emotivo, che comportamentale. Ci sentiremo meno ansiosi, depressi, ostili. • Le attivazioni neurovegetative o le reazioni psicosomatiche si ridurranno. • Cambieranno i nostri atteggiamenti e le nostre attività, miglioreranno le nostre relazioni interpersonali e raggiungeremo i nostri obiettivi. 10 16/01/17 Il modello cognitivo A B C E Eventi antecedenti Pensieri/cognizione: valutazione personale su eventi Conseguenti: emozioni/ comportamenti Effetti secondari Quello che accade Quello che si pensa Come ci si sente Come ci si sente 2 Generalmente parte di una classe (costruita su criteri idiosincratici) Scopi Credenze Emozioni Condotte Stati mentali Meccanismi a circolo vizioso secondari Cicli interpersonali patogeni Es. il collega non mi saluta Es. è offeso perché non l’ho invitato alla festa Ho sbagliato a non farlo Sbaglio sempre Es. autocritica/ senso di colpa Es. lo evito Variabile “causale” Sintomi Il modello cognitivo: diagnosi Grazie alla prospettiva della concettualizzazione del caso, il terapeuta può formulare ipotesi sui meccanismi di scompenso e di mantenimento, e può promuovere il cambiamento; inoltre adotta una prospettiva empirica nella quale rientrano la raccolta continua dei dati e la verifica delle ipotesi formulate. La formulazione del caso è stata definita come il legame tra assessment e terapia, in quanto ha tra i suoi scopi quello di identificare ciò che mantiene la patologia. Il terapeuta mette a punto una concettualizzazione individualizzata, e la utilizza per selezionare e adattare gli interventi derivati dai protocollo di trattamento fondati su prove di efficacia. 11 16/01/17 Il modello cognitivo: diagnosi Problemi presentati dal paziente Il primo passo consiste nell’analizzare i problemi presentati dal paziente e nel valutare se essi esauriscano le problematiche e i temi da affrontare in un’eventuale terapia, o se vi sia dell’altro di cui doversi occupare. È necessario focalizzare in modo accurato come i problemi presentati dal paziente si strutturano; ossia quali sono, con quale intensità e frequenza si presentano, quali conseguenze provocano. In termini pratici quando un pz riferisce un fatto (evento, situazione, sintomo) e lo definisce un “problema” bisogna cercare di capire perché per lui è un problema: come lo fa sentire, cosa gli impedisce di fare, che significato ha per lui, quali scopi gli impedisce di raggiungere, in che misura è invalidante. Il modello cognitivo: diagnosi Problemi presentati dal paziente È particolarmente importante esplorare frequenza, intensità e durata dei sintomi (problemi presentati), e per poter raccogliere informazioni attendibili è necessario chiedere al paziente di compilare a casa un diario dei sintomi. Inoltre è importante sapere come si presentano i sintomi in tutte le loro componenti: somatiche, comportamentali, emotive e cognitive. Attenzione: se il problema persiste da molto tempo senza che il paziente abbia mai fatto niente per risolverlo, bisogna indagare come mai abbia deciso proprio in questo momento di chiedere aiuto. 12 16/01/17 Il modello cognitivo: diagnosi Meccanismi di scompenso I problemi presentati sono normalmente preceduti da eventi di varia natura accaduti nel periodo antecedente la loro comparsa. Non deve essere la ricerca del “colpevole” della sofferenza del soggetto ma il tentativo di comprendere “come” sia accaduto che abbia iniziato a star male. Ricostruire il primo episodio sintomatico per comprendere come mai un sintomo, che sarebbe potuto essere passeggero e risolversi spontaneamente, si sia invece trasformato in una sofferenza più strutturata e continuativa. Il modello cognitivo: diagnosi Meccanismi di mantenimento La ricostruzione dei meccanismi di mantenimento della patologia costituisce una fase ineludibile del processo diagnostico, senza la quale non è possibile passare al trattamento che infatti si fonda sul riconoscimento di quali fattori alimentino il disturbo e sul successivo tentativo di modificarli. Alcuni meccanismi di mantenimento sono generali e tipici della patologia altri sono specifici del paziente (intrapsichici e interpersonali). 13 16/01/17 Il modello cognitivo: diagnosi Ricostruzione della storia di vita È attraverso il lavoro biografico che si riesce a comprendere come mai e dove il paziente abbia acquisito determinate sensibilità, prospettive sul mondo, idee su di sé e sugli altri, scopi, credenze, desideri, vulnerabilità al particolare problema che presenta oggi. Si può procedere con una ricostruzione longitudinale (o per aree tematiche) chiedendo al pz di raccontare la sua storia a partire dall’infanzia, indagando poi sull’atmosfera familiare, le regole che vigevano in casa, le emozioni dominanti, comportamenti abituali dei genitori, rapporti con fratelli/sorelle/amici, ecc. Il modello cognitivo: diagnosi Restituzione al paziente Eseguiti tutti questi passaggi, sulla base della diagnosi elaborata e della formulazione del caso effettuata (da condividere con il paziente), si concordano con il paziente gli obiettivi del trattamento, eventualmente riformulando le sue richieste iniziali in termini concreti, operativi, descrittivi, verificabili e soprattutto conseguibili. 14 16/01/17 Il modello cognitivo Albert Ellis Ha individuato alcuni dei più ricorrenti errori di valutazione della realtà, da lui categorizzati come “idee o convinzioni irrazionali” (Ellis, 1962): 1. Per un essere umano adulto è un bisogno pressante esser amato o approvato da tutte le persone importanti della collettività in cui si vive. 2. Si deve essere totalmente competenti, adeguati e vincenti sotto ogni possibile aspetto per potersi considerare degni di valore. 3. Certe persone sono cattive, perfide o infami e devono essere condannate e punite per la loro malvagità. 4. É terribile e catastrofico se le cose non vanno come ci piacerebbe tanto che andassero. 5. L’infelicità umana dipende da cause esterne e gli individui hanno poca o nessuna capacità di controllare le proprie pene e i propri disturbi. Il modello cognitivo Albert Ellis “idee o convinzioni irrazionali” (Ellis, 1962): 6. Se qualcosa è o può essere pericoloso bisogna preoccuparsene enormemente e pensarci in continuazione. 7. É meglio evitare certe difficoltà piuttosto che affrontarle. 8. Bisogna per forza dipendere dagli altri e avere qualcuno di più forte su cui contare. 9. Ciò che ci è accaduto in passato continuerà ad influenzare per sempre la nostra vita. 10. Dobbiamo sconvolgerci enormemente per i problemi e i disturbi degli altri. 11. Ci deve essere sempre una soluzione giusta e perfetta per qualsiasi problema ed è una cosa orribile non riuscire a trovarla. 15 16/01/17 Questa lista di atteggiamenti o idee irrazionali che riguardano le regole che il soggetto si dà e le relazioni che egli intraprende con gli altri o con il mondo esterno o con se stesso, può ben essere ricondotta ad alcuni principali atteggiamenti LE ASSOLUTIZZAZIONI Le assolutizzazioni, studiate in particolare a partire da Ellis e dalla R.E.T. possono essere semplificate in cinque categorie: 1) DOVERI ASSOLUTI 2) GIUDIZI ASSOLUTI 3) BISOGNI ASSOLUTI 4) INSOPPORTABILITA’ ASSOLUTE 5) CATASTROFI 16 16/01/17 LE ASSOLUTIZZAZIONI • giudizi totali su di sé e su gli altri: consiste nel ritenere che poiché non si è riusciti bene in qualcosa, allora siamo un fallimento totale. Oppure la svalutazione globale può essere rivolta agli altri, ritenendo che poiché uno o più aspetti del comportamento di una persona sono negativi, allora l’intera persona è negativa. Esempi di entrambi i tipi di svalutazione globale potrebbero essere: "Sono così stupido e incompetente", "Sono un caso senza speranza", "É una vera carogna", "La mia insegnante è completamente pazza". • insopportabilità e intolleranza: si tratta di pensieri che denotano una bassa tolleranza alla frustrazione. Consistono nel ritenere che certi eventi obiettivamente spiacevoli non possono essere sopportati. ad esempio: "Non posso sopportare di fare quello che non mi piace", "É insopportabile avere così tanti compiti da fare", "Non posso tollerare di essere preso in giro”. LE ASSOLUTIZZAZIONI • catastrofizzazione: esagerare oltremodo l’aspetto spiacevole o doloroso di certi eventi. Tipici esempi sono: "Se sbagliassi o prendessi un brutto voto sarebbe terribile", "É orribile essere criticati". • indispensabilità e bisogni assoluti: è un modo di pensare che ci porta erroneamente a considerare indispensabile ciò che è desiderabile, auspicabile, utile, ma di cui possiamo anche fare a meno, pur con qualche inconveniente. Con questa forma di pensiero trasformiamo certi eventi, certe persone o certi oggetti in un ‘sine qua non’ per la nostra felicità. É come se dicessimo "Posso essere felice solo se avrò questo", ma così facendo ci costruiamo la nostra stessa infelicità. In molti casi ciò che consideriamo indispensabile sono l’approvazione, la stima, l’affetto, l’amicizia. Ad esempio: "E’ indispensabile essere apprezzato da tutti i miei amici", "Non potrei andare avanti se non avessi l’affetto di certe persone", "É indispensabile che i miei insegnanti riconoscano e apprezzino il lavoro fatto”. 17 16/01/17 DOVERIZZAZIONI DI BASE Secondo Ellis era possibile considerare tutte le convinzioni irrazionali come derivate da, o subordinate a, tre DOVERIZZAZIONI DI BASE: 1. Doverizzazioni su se stessi: "Io devo agire bene ed essere approvato da tutte le persone per me significative, altrimenti sono completamente incapace e ciò è terribile”; "io devo assolutamente... altrimenti... e quindi...”. “Devo, assolutamente, avere successo nella maggior parte delle mie azioni e relazioni: altrimenti come persona sono del tutto inadeguato e inutile!”. Risultato: sensazioni di grave ansietà, depressione, disperazione, inutilità. Atti di fuga, rinuncia, abbandono, dipendenza. DOVERIZZAZIONI DI BASE 2. Doverizzazioni sugli altri: "Gli altri devono trattarmi bene ed agire come io penso che debbano assolutamente agire, altrimenti sono delle carogne, dei mascalzoni e meritano di pagarla”; "gli altri devono trattarmi in modo...e devono essere...altrimenti ... allora ....”; “Il resto della gente deve, assolutamente, trattarmi con considerazione, giustizia, rispetto e amabilità; altrimenti, non sono così buoni come dicono e non meritano di raggiungere la felicità durante la vita”. Risultato: sentimenti di ira, rabbia, risentimento. Atti di lotta, inimicizia, violenza, guerre, genocidi. 18 16/01/17 DOVERIZZAZIONI DI BASE 3. Doverizzazioni sulle condizioni di vita: "Le cose che mi succedono devono essere proprio come io pretendo che siano e tutto deve essere facile e gradevole, altrimenti la vita è insopportabile”; "le cose che succedono devono essere come io le pretendo ... altrimenti ... e quindi tutto sarà ingiusto o insopportabile”. “Le condizioni in cui vivo devono essere assolutamente confortevoli, piacevoli e di pregio: altrimenti sarà orribile, non lo sopporterò e tutto questo maledetto mondo sarà uno schifo!” Risultato: sentimenti di autocommiserazione, ira e bassa tolleranza alla frustrazione. Atti di abbandono, lamentela continua e dipendenze. Questi atteggiamenti sono appresi durante lo sviluppo del soggetto e sono particolarmente resistenti. Gli schemi, secondo il modello della psicologia cognitiva, guidano o interferiscono sull’elaborazione di informazioni attraverso un uso selettivo dei dati in arrivo. La condotta del soggetto è mediata dal significato che egli attribuisce agli eventi interni ed esterni con i quali si mette in relazione. Il problema alla base è che il soggetto non è pienamente consapevole delle proprie teorie personali, costruite a partire da stadi precoci della propria vita 19 16/01/17 RISTRUTTURAZIONE COGNITIVA Le convinzioni irrazionali sono di solito apprese durante l'infanzia, poi consolidate dalla cultura dominante della società e perpetuate da un sistema autoreferenziale con cui è organizzata la rappresentazione di sé e della conoscenza. Imparando a riconoscere, capire e confutare tali convinzioni noi ritroviamo noi stessi e le emozioni giuste per affrontare la vita. Di fronte ad ogni convinzione bisognerebbe chiedersi: quali prove la sostengono? Il modello cognitivo Spesso le interpretazioni che diamo agli eventi non sono solo quelle che facciamo a livello razionale. Vi è mai capitato di ripensare ad una vostra reazione e sentire questa discrepanza? Come mai? Prima ancora di dare un "giudizio" positivo o negativo di un evento, nella nostra mente scattano dei pensieri cosiddetti "automatici” che sfuggono alla nostra coscienza poiché non sappiamo riconoscerli. Sono loro la vera causa delle emozioni negative e dei comportamenti disfunzionali che proviamo e/o agiamo in risposta ad alcuni eventi. 20 16/01/17 Il modello cognitivo Una valutazione funzionale (che non significa “pensiero positivo” in senso letterale) e la modificazione del modo di pensare producono un miglioramento dell’umore e del comportamento. Miglioramenti duraturi si ottengono con modificazioni a livello più profondo (delle credenze disfunzionali). Questo vuol dire che agendo attivamente ed energicamente sui nostri pensieri e sui nostri comportamenti attuali, possiamo liberarci da molti dei problemi che ci affliggono da tempo. Il modello cognitivo Perché interpretiamo gli eventi? Perché cerchiamo di dare un senso a ciò che ci circonda e organizziamo l'esperienza per non essere sopraffatti dalla grande quantità di stimoli a cui siamo sottoposti ogni giorno. Con il passare del tempo le varie interpretazioni portano ad alcuni convincimenti e apprendimenti, che possono essere più o meno aderenti alla realtà e più o meno funzionali al benessere della persona. 21