PS. DINAMICA1 - Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali

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PSICOLOGIA DINAMICA
2012/13
Docente: Anna Lisa Palermiti
CORSO:
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42 ore (6 CFU)
LEZIONI FRONTALI – LETTURE –
APPROFONDIMENTI
TEST INTERMEDIO - ESAME ORALE
DURANTE IL CORSO SARANNO RILEVATE
LE PRESENZE DEGLI STUDENTI
ESAME
TESTO
Lis A., Stella S., Zavattini G.C.,( 1999), Manuale di
psicologia dinamica, Il Mulino, Bologna
Cap.1,2,4,5,6 (Winnicott),9,13,15

Altre letture e dispense
saranno fornite dal docente
durante il corso
MANUALE
CAPITOLO 1
IL PENSIERO FREUDIANO: COSTRUZIONI E RICOSTRUZIONI
 CAPITOLO 2
IL MODELLO FREUDIANO:CONCETTI DI BASE
 CAPITOLO 4
GLI PSICOLOGI DELL’IO
 CAPITOLO 5
MELANIE KLEIN
 CAPITOLO 6
WINNICOTT
 CAPITOLO 9
LA NASCITA DEL PENSIERO:BION
 CAPITOLO 13
BOWLBY
 CAPITOLO 15
IL MODELLO DI SVILUPPO IN PSICOANALISI:STERN
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STUDENTI CHE NON SEGUONO
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Gli studenti che non seguono devono contattare
entro le prime due settimane dall’inizio del
corso (5-19 marzo 2013) il docente tramite mail o
durante l’orario di ricevimento per poter
concordare il programma.
Gli studenti che non seguono il corso non
potranno sostenere test intermedi e fare l’esame
al primo appello.
OBIETTIVI DEL CORSO
Il corso avrà carattere prevalentemente istituzionale.
Si
cercherà
di
sensibilizzare
gli
studenti
all’apprendimento di una visione e di un linguaggio che
consenta di osservare e di comprendere come,
sottostanti alle manifestazioni esplicite di specifici
comportamenti, siano continuamente all’opera:
fantasie, pensieri, desideri non esplicitati,
definibili preconsci o inconsci, che interagiscono
e di frequente influenzano i comportamenti.
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PSICOLOGIA DINAMICA: UNA DEFINIZIONE

La psicologia dinamica è una branca della
psicologia che fa esplicito riferimento a uno
specifico approccio alla teoria della personalità,
intesa come risultato della costante interazioni
tra forze che possono interagire o essere in
conflitto tra loro.

In particolare i più recenti orientamenti teorici
mettono in luce la necessità di considerare il
comportamento umano non in sé, cioè in
relazione a una teoria della mente in funzione di
sole forze interne come se fosse un sistema
chiuso,
ma
rispetto
a
un
"contesto
intersoggettivo".
In questa ottica è sempre più rilevante la
centralità di quelle teorie che riescono a
identificare il collegamento tra processi
individuali, cioè meccanismi intrapsichici e i
fenomeni interattivi, restituendo vigore alle
diverse modalità di intervento che ne possono
conseguire
MOLTEPLICITÀ DELLA PSICOLOGIA DINAMICA
 La
Psicologia Dinamica esiste con questo nome da
quasi cento anni, circa dal 1910. Nel 1917,
Woodworth
pubblica
il
volume
Dynamic
Psychology; nel 1917, Sigmund Freud utilizzò il
termine Dinamica per caratterizzare il suo
orientamento.
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
Sia all’origine, sia anche in seguito, è il ramo della
psicologia che studia la complessità e le
contraddizioni della psiche individuale alle prese
con le proprie interne motivazioni (Jervis, 2001).
La Psicologia Dinamica si lega agli studi
sull’inconscio e al lavoro teorico dei grandi clinici
del ‘900, il più importante dei quali fu Sigmund
Freud.
 La
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

Psicologia Dinamica è stata considerata:
In senso stretto, come una versione delle teorie di
S. Freud e degli allievi e discendenti fedeli alle sue
idee;
In senso ampio, come lo studio generale
dell’inconscio, dei conflitti, delle nostre difese
psicologiche, dei legami interpersonali. Vengono
allora inclusi vari importanti clinici e studiosi: Jung,
Janet, Adler, Sullivan Fromm e altri.
Vengono inoltre incluse in questa prospettiva più
ampia le ricerche sistematiche che hanno cercato di
verificare alcuni temi fondanti, come la natura dei
legami fra le persone e i rapporti fra coscienza e
inconscio (ricerche sulle interazioni fra madre e
bambino, o gli studi sperimentali sui meccanismi
della dimenticanza e della memoria).
IL PENSIERO FREUDIANO
L’opera di Freud è rivolta essenzialmente al
funzionamento della mente e in particolare ai suoi
dinamismi
 Perché la mente funziona e come funziona?
 La mente di cui si occupa Freud non è quella dei
suoi pazienti ma la sua
 Il mezzo per cercare una risposta ai suoi
interrogativi è lo studio dei disturbi dei quali sono
portatrici quelle persone che gli chiedono aiuto.

CENNI BIOGRAFICI
Nasce il 6 maggio 1856 in Moravia da famiglia
ebraica, numerosa e complicata nei rapporti
familiari.
Grande rilievo ha avuto la sua posizione di
primogenito
Rispetto ai suoi fratelli ha sempre goduto di alcuni
privilegi di studio ed economici.
A 3 anni il padre costretto dalle ristrettezze
economiche trasferì la famiglia prima a Lipsia e poi
a Vienna. I suoi fratelli si trasferirono in
Inghilterra e lui continuo a studiare e si laureò in
medicina.
Inizio la sua carriera come neurologo e si trovò a
trattare con pazienti nevrotici o psicotici e quindi
pazienti psichiatrici. Al tempo in cui Freud inizio
non esisteva nessuna forma di trattamento
psichiatrico razionalmente orientato. Cosi egli
usò metodi di trattamento a sua disposizione per
esempio per i sintomi isterici impiego
trattamenti elettrici raccomandabili da un
neurologo Erb ma non funzionanti per l’isteria.
Nel 1885 va a Parigi da Charcot, esperto dell’ipnosi
successivamente Breur gli riferì di un’esperienza
con una paziente isterica che divenne centrale
nello sviluppo della psicoanalisi
BREUR
Medico praticante raccontò a Freud di una donna
isterica che aveva trattato anni prima con l’ipnosi
e che aveva trovato che i suoi sintomi
scomparivano quando lei, in stato ipnotico,
riusciva a ricordare l’esperienza e l’emozione che
avevano portato al sintomo in questione.
 Freud iniziò ad usare il metodo ipnotico con
successo
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IPNOSI E LIMITI
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Freud notò che non poteva però indurre sempre
lo stato ipnotico con facilità, che gli effetti erano
transitori e che alcune pazienti sviluppavano
verso di lui un legame di natura sessuale
TAPPA INIZIALE: L’ISTERIA
Il punto di partenza è la sua collaborazione con
Breur
Studi sull’isteria:casi clinici
 Il caso di Anna O.
 Il caso clinico del piccolo Hans
 Il caso di Dora
 L’uomo dei lupi
 Il caso clinico del Presidente Schreber

ISTERIA
Il termine Isteria risale ai tempi più antichi della
medicina, ed è un derivato del pregiudizio, che collega la
nevrosi a malattie dell’apparato genitale femminile.
Nel medioevo la nevrosi ha assunto forme epidemiche in
virtù di un contagio psichico; essa si ritrova nelle storie di
ossessi e di stregonerie.
Una giusta interpretazione della malattia si ha con
Charcot, fino ad allora l’isteria era rimasta la bestia nera
della medicina; i poveri isterici che nei secoli precedenti
venivano bruciati o esorcizzati come ossessi, nell’epoca di
Freud il loro stato veniva considerato frutto di
un’esagerazione, indegno di osservazione clinica.

L’isteria è una nevrosi; in questa malattia non è
stata trovata alcuna alterazione del sistema
nervoso.
Sintomatologia:
Accessi convulsivi
Zone isterogene
Disturbi della sensibilità (anestesia isterica della
pelle)
Paralisi
Nel 1887 in una lettera a Fliess, Freud racconta di
come fosse immerso nello studio dell’ipnotismo.
Ritornato da Parigi aprì uno studio professionale di
medico delle malattie del sistema nervoso e avendo
come clienti solo nevrotici non organici si trovava nella
necessità di costituirsi uno strumento terapeutico che
non fossero massaggi e riposo, o la elettroterapia che
era di moda ma non efficace.
L’ipnosi non è meno complessa di qualsiasi altra tecnica
medica; chi si accinge all’ipnosi credendovi a metà, chi
si sente un po’ comico in quella situazione farebbe
meglio a lasciare questo metodo terapeutico ad altri
medici che non si sentirebbero lesi nella loro dignità
professionale.
Ci si proponga per principio di non imporre ad ognun
paziente il trattamento ipnotico.

I ricordi che si celano di dietro i fenomeni isterici
sono assenti dalla memoria di cui dispone il
malato, mentre possono essere rievocati con
allucinata vivacità, nell’ipnosi.
CASO CLINICO ANNA O.
Si tratta di una giovane donna meglio nota come Anna O.,
una ragazza ventunenne di notevole intelligenza e cultura
che nel corso di una malattia durata due anni aveva
presentato una serie di disturbi fisici e mentali;
ella soffriva di una grave paralisi ad entrambi gli arti di
destra, di disturbi alla mobilità oculare, con un notevole
danno visivo, di turbe all'udito, di difficoltà nella postura
del corpo, di forte tosse nervosa, di nausea ogni volta che
cercava di alimentarsi, e una volta, di grave idrofobia, che
la tenne lontana dall'acqua per parecchie settimane. Anche
le sue capacità lessicali si erano ridotte, fino ad arrivare
all'impossibilità di parlare e comprendere. Infine la
paziente andava soggetta a momenti di afasia, nei quali
alternava stati di confusione, di delirio, di alterazione di
tutta la personalità
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Inizialmente con un quadro sintomatico di
questo genere, si pensò ad una grave
lesione, ma all'esame clinico, gli organi
della ragazza risultarono perfettamente
normali. I medici esclusero anche una
lesione
organica
cerebrale,
essendo
propensi a quella misteriosa condizione
nota come isteria, la quale è in grado di
simulare tutta una serie di sintomi
appartenenti a diverse malattie.
Breuer riuscì ad eliminare i sintomi attraverso la
pratica del metodo ipnotico.
Ogni sera si recava a casa della ragazza e, dopo averla
ipnotizzata, la faceva parlare. Sotto ipnosi, Anna
parlava del doloroso periodo della sua vita in cui
aveva dovuto assistere il padre gravemente malato,
ricordando quei sentimenti, rimasti repressi, di
rabbia, disgusto e paura.
Breuer notò che raccontando l'episodio doloroso
connesso all'insorgere di uno dei sintomi prima
citati, Anna riusciva a vivere intensamente le
emozioni provocate dal doloroso ricordo e al termine
di tale rievocazione il disturbo scompariva.
Questa terapia, definita catartica funzionò anche con
gli altri sintomi.
Freud in seguito affermerà che "l'isterico soffre di
ricordi", ovvero degli effetti dolorosi di un evento
passato, apparentemente dimenticato, ma in realtà
ancora 'vivo' nelle profondità inconsce della mente.

Nonostante il successo terapeutico, Breuer interruppe
improvvisamente il trattamento, accortosi del rapporto
che andava creandosi con la paziente, spaventato
dall'intensa e reciproca dipendenza affettiva che si era
instaurata con Anna.
Egli
non
colse
dunque
gli
aspetti
innovativi
dell'importante metodo terapeutico, non credendo che la
teoria da lui scoperta potesse essere generalizzata.

Freud, al contrario, colse elementi che andavano ben
oltre il singolo caso; si era infatti accorto che il blocco di
Anna era determinato da un conflitto psichico tra
qualcosa che avrebbe voluto essere espresso e qualcosa
che ne contrastava l'espressione;
La sua sofferenza è da ricondurre al fatto che
inconsciamente Anna si era proibita l'esternazione di
sentimenti e desideri erotici ed aggressivi inconciliabili
con la sua morale, la sua cultura e la sua educazione.
Pur essendo al corrente del ruolo delle pulsioni sessuali
nelle nevrosi, Breuer rifiutò di riconoscere il ruolo
fondamentale che esse hanno giocato in quella di Anna,
fuggendo dalla relazione affettiva con la paziente.

La discussione del caso tra i due studiosi produsse
la rottura della loro collaborazione. In Freud
andava prendendo corpo la teoria dell’origine
sessuale dei sintomi isterici che invece Breur
rifiutò. L’episodio finale fu di seguito indicato da
Freud come un tipico esempio di Transfert.
IL TRANSFERT
è nella teoria freudiana il processo per cui in una
relazione terapeutica si riattualizzano affetti e
pulsioni che hanno caratterizzato i passati rapporti
infantili per cui il paziente << ravvisa nell’analista un
ritorno, reincarnazione di una persona importante
nella sua infanzia, del suo passato e trasferisce su di
lui sentimenti e reazioni che erano destinati a quel
modello>>


La traslazione è ambivalente comprende
atteggiamenti positivi e negativi nei confronti
dell’analisti il quale prende il posto di uno dei
genitori, il padre o la madre.
A differenza di Freud non è arrivato ad un
concetto fondamentale nella psicoanalisi: si
tratta del transfert, grazie a cui si può
arrivare alla liberazione del ricordo
traumatico del paziente;
 Breuer era giunto alla condizione in cui si
può parlare di controtransfert, come
dimostrano i sentimenti di dipendenza che
provava per Anna.
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.

Nel caso di Anna O. si avanza l’ipotesi di un
motivo per ammalarsi e individua l’origine di
questo motivo nel passato. Questo passato può
essere all’inizio riattualizzato, inizialmente con il
metodo ipnotico ripreso da Charcot e con
l’abreazione successivamente con le libere
associazioni, l’interpretazione dei sogni, il
tranfert.
Si va avanti in Freud un’idea di continuità nella
vita mentale, tra passato e presente, giorno e
notte, vita e morte; che le primissime esperienze
si leghino alle successive.
 Negli studi l’ipotesi che vi siano connessioni tra
quello che è chiamato il fatto originario (trauma)
e il sintomo.
 Il concetto di resistenza, il paziente fa resistenza.
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
Non il singolo trauma bensì più traumi, più fatti
in apparenza non rilevanti stanno alla base dei
disturbi.
Grazie ad Anna O., che nasce la Talking cure, la
cura della parola (Freud, 1895).
Anna O., Elisabeth, Lucy, Catharine, Emmy
insegnano che il paziente non va solo “guidato” quanto
ascoltato in ciò che ha da dire, del suo presente e del
suo passato, dei suoi confini e dei suoi sensi di colpa,
dei suoi dolori e delle sue gioie.
 E’ l’isteria la via di accesso alla psicoanalisi intesa
come relazione e non come estorsione di un ricordo che
non si vorrebbe comunicare a causa della sua
spiacevolezza.
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
Gli studi sull’isteria rappresentano la scoperta di
un conflitto come motore della mente e della
sessualità come realtà inseparabile dalla persona
e come parte integrante della sua vita mentale.
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