Lo sviluppo nella prima infanzia:
il legame di attaccamento
Noemi Mazzoni
Psicopedagogia e tecniche di osservazione – Modulo 1
Lezione 2
08 Noevembre 2016
Lo sviluppo del bambino
I contributi di psicologia dello sviluppo,
neuropsichiatria, neurofisiologia, hanno
messo in luce come lo sviluppo del bambino
avviene in un contesto interattivo,
- in cui predisposizioni strutturali del
bambino
- attivano predisposizioni strutturali del
genitore
- e danno origine ad un continuo gioco di
adattamenti reciproci, in cui le funzioni
mentali del bambino prendono forma, si
consolidano le predisposizioni funzionali e si
originano scambi comunicativi più
complessi.
Come nasce la mente umana
• Le relazioni che caratterizzano i primi anni possono
avere un ruolo fondamentale nel plasmare le
strutture di base che ci permettono di avere una
visione coerente del mondo
• I rapporti interpersonali possono facilitare o inibire
questa tendenza a integrare le rappresentazioni delle
diverse esperienze.
Le esperienze interpersonali influenzano
direttamente le modalità con cui ci si costruisce
mentalmente la realtà
Sviluppo del cervello
I circuiti cerebrali si sviluppano
con modalità direttamente
legate alla loro attivazione
Le esperienze condizionano in
maniera significativa le
connessioni neurali e
l’organizzazione del cervello
La Cognizione si forma
all’interno delle
interazioni fra processi
neurofisiologici interni
ed esperienze
interpersonali
Esperienze quotidiane
Assenza di esperienze
Attivazione di specifici circuiti
Consolidamento di collegamenti
preesistenti
Creazione di nuove sinapsi
Pruning- potatura
Eliminazione di elementi che
non vengono utilizzati
Lo sviluppo del cervello è un processo esperienzadipendente
I bambini nascono con un eccesso di neuroni geneticamente determinato,
successivamente si giunge alla formazione di connessioni nervose regolate sia da
informazioni genetiche che da esperienze dell’individuo, che determina quali geni
vengono espressi e quando
Lo sviluppo della relazione nei
primi anni di vita
Alla nascita il bambino possiede delle predisposizioni
innate al comportamento sociale
Tale predisposizioni possono essere
Strutturali: meccanismi di
origine endogena
(perloppiù riflessi) con cui
entrare in rapporto con la
persona che si prende cura
del bambino (es: apparato
orale per la suzione)
Primo canale per entrare in
relazione col mondo esterno e con
la madre
Funzionali: strutture che
facilitano il contatto con
l’altro, ma che per divenire
attive devono essere
attivate e sollecitate dal
caregiver (es.
organizzazione temporale
dei ritmi di suzione, che
sono regolati e strutturati
dall’adulto)
La formazione del cervello
L’organizzazione del cervello, nel corso dello sviluppo, avviene
nel contesto di una relazione con un altro Sé, con un altro
cervello.
Questo altro sé, ossia il caregiver
primario, agisce in qualità di
regolatore psicobiologico esterno di
una crescita, dipendente
dall’esperienza, del sistema nervoso
del bambino.
Lo sviluppo della relazione nei
primi anni di vita
Il compito della madre è organizzare e mantenere gli scambi.
 La madre compie una serie
di gesti e attività che
costituiscono una “cornice”
in cui il piccolo si sviluppa
 Il piccolo progressivamente
emerge da uno stato di
apparente passività e
assume un ruolo sempre
più attivo nella relazione
La teoria dell’attaccamento
La teoria dell’attaccamento
John Bowlby
(Londra, 1907-1990)
pediatra e psicoanalista
fa riferimento ai modelli
dell’etologia e alla teoria
darwiniana della selezione
naturale e formula la teoria
dell’attaccamento (1969)
Darwin
• Evoluzione: Continui cambiamenti nelle caratteristiche della
specie, nel corso delle generazioni, come adattamento
all’ambiente, che ne garantiscono la sopravvivenza
• Cambiamenti non solo fisici, ma anche mentali e di
comportamenti
• sviluppo come processo unitario, che coinvolge sia aspetti
biologici che psicologici
Darwin
• I cambiamenti vengono selezionati mediante la selezione
naturale: gli individui con caratteristiche più adatte a far
fronte all’ambiente sopravvivono e trasmettono ai loro
discendenti queste caratteristiche
– es. l’intelligienza: può essere spiegata dal fatto che erano
tratti di alcuni nostri antenati che aumentavano le loro
possibilità di sopravvivenza e quindi sono stati mantentuti
e tramandati
Psicologia evoluzionistica
• La selezione naturale comporta un’interazione dinamica tra
gli organismi ed il loro ambiente:
• Gli esseri umani non subiscono passivamente l’ambiente
adattandosi alle sue caratteristiche
• Al contrario, lo modificano e lo adattano attivamente
• Assunto base della psico evoluzionistica: ogni schema, in
qualsiasi fase dello sviluppo, deve avere un valore adattivo
 Attenzione alla funzione del comportamento, rispondere alla
domanda «A cosa serve?»
Etologia
• Studia le basi biologiche del comportamento
• Parte dall’osservazione del comportamento nell’ambiente
naturale in cui viene realizzato
• Schemi fissi di azione: comportamenti che caratterizzano
una data specie e la distinguono dalle altre (al pari delle
caratteristiche fisiche):
– complesse sequenze comportamentali (=> più complesse
rispetto ai riflessi)
– Innate (garantiscono la sopravvivenza dei membri della specie)
– Tipiche di una specie (comuni a tutti i membri della specie)
Etologia
• Gli schemi di azione sono attivati da stimoli segnale:
caratteristica dell’ambiente che automaticamente attiva un
determinato schema di azione
• Comportano una reattività selettiva
• Visibile fin dalle primissime esposizioni => l’inidividuo è
preprogrammato a reagire in modi specifici a stimoli
specifici
– Es. riflesso palmare
(https://www.youtube.com/watch?v=UWeGxkLYNeM)
– Es. imprinting
(https://www.youtube.com/watch?v=JGyfcBfSj4M)
• Questo legame stimolo segnale-schema di azione si è
formato nel corso dell’evoluzione
La teoria dell’attaccamento
Il legame con la madre come soddisfacimento di un
bisogno primario
A partire dai risultati delle ricerche di
Harlow e basandosi sulle osservazioni
del comportamento dei bambini
quando vengono separati dalla madre,
Bowlby ritiene che il legame che unisce
il bambino alla madre non è una
conseguenza del soddisfacimento del
bisogno di nutrizione, bensì è un
bisogno primario, geneticamente
determinato la cui funzione è garantire
la crescita e la sopravvivenza biologica e
psicologica del bambino.
Il legame con la madre come soddisfacimento di un
bisogno primario
• Equipara «fame di amore» alla «fame di cibo»
«È fondamentale per la salute mentale dell’infante che
egli sperimenti un rapporto caldo, intimo, ininterrotto
con la madre (o un sostituto permanente) nel quale
entrambi possano trovare soddisfazione e godimento»
(Bowlby 1988)
reciprocità!
L’attaccamento come predisposizione biologica
La relazione che unisce madre e
bambino è determinata geneticamente e
basata su una motivazione primaria al
contatto sociale
 Il bisogno di contatto e di conforto muovono primariamente il
piccolo verso una figura di attaccamento privilegiata ( =>
slettività)
La ricerca della vicinanza rappresenta la manifestazione più
esplicita dell’attaccamento
Bowlby ritiene quindi che il comportamento di attaccamento possa
essere compreso solo in un contesto evoluzionistico, in quanto ha
delle basi biologiche trasmesse per via genetica
Metodo: osservazione diretta della relazione madre-bambino
Natura e sviluppo dell’attaccamento
I legami di attaccamento formati durante l’infanzia sono
durevoli, emotivamente significativi e legati a persone
specifiche. La loro funzione è garantire protezione e cura
attraverso la ricerca della vicinanza del genitore.
La teoria dell’attaccamento di Bowlby ipotizza che il bambino
sia predisposto a sviluppare legami di attaccamento con chi si
prende cura di lui e che sia dotato di risposte
comportamentali come: piangere, aggrapparsi, seguire, ecc.
Significato di attaccamento
• Relazione di attaccamento, significa che il bambino
acquista un ruolo attivo nell'instaurarsi della
relazione, i comportamenti che lui emette, attraverso
l'apparato locomotorio, percettivo e di segnalazione,
hanno uno scopo preciso, di mantenere il contatto
con la madre e attivano una serie di comportamenti
di risposta da parte della madre
La relazione si instaura reciprocamente con il
contributo di uno e dell'altro membro della diade
La teoria dell’attaccamento
• La madre (e la relazione con lei)
fornisce una base sicura dalla quale il
bambino può allontanarsi per
esplorare il mondo e farvi ritorno
• La funzione evolutiva sembra essere
la protezione del bambino dai
predatori.
• I legami emotivamente sicuri hanno
un valore fondamentale per la
sopravvivenza e per il successo
riproduttivo
Natura e sviluppo dell’attaccamento
 I comportamenti di attaccamento sono inizialmente
indifferenziati, successivamente si indirizzano verso
persone specifiche e con lo sviluppo dell’intenzionalità si
attivano in funzione dell’obiettivo.
 Inoltre il bambino sviluppa dei modelli operativi interni
(MOI) che gli permettono di rappresentarsi mentalmente
il legame di attaccamento.
 Con lo sviluppo dei MOI il bambino
diventa sempre più capace di tener
presente le intenzioni degli altri e di
formare legami più equilibrati e
flessibili.
I modelli operativi interni
Rappresentano le caratteristiche
proprie delle figure di attaccamento e
del tipo di relazione che si è sviluppato
con quella persona
Sono rappresentazioni mentali che
comprendono sia le componenti
emozionali che quelle cognitive
Una volta formati sono al di fuori della
coscienza
Il loro sviluppo è modellato dalle
esperienze di ricerca della vicinanza
vissute dal bambino, in particolare di
come l’adulto di riferimento ha risposto
al suo bisogno di vicinanza.
I modelli degli individui i cui tentativi di
ricerca di vicinanza sono stati
frequentemente accettati differiscono da
quelli dei soggetti rifiutati, bloccati o
accettati solo talvolta.
Tendono ad essere stabili dopo il primo
anno di vita sebbene possano ancora
essere influenzati da esperienze
successive
FUNZIONE dei modelli operativi
1. Fornire regole che guidino il
comportamento ed i sentimenti
dell’individuo in relazione a
persone significative.
2. Mettere in grado di prevedere ed
interpretare il comportamento
degli altri e dunque pianificare il
proprio comportamento.
E’ all’ interno degli scambi
interattivi madre-bambino che
si sviluppano le abilità sociali,
cognitive, linguistiche del
bambino.
Il legame che unisce il bambino ad
un adulto significativo è la base su
cui poi si costruisce il futuro
sviluppo del bambino
L’ attaccamento è un legame
di lunga durata
emotivamente significativo
con una persona specifica,
che generalmente ricambia
sentimenti, in modo che il
legame sia emotivamente
significato per entrambi.
L’attaccamento è:
 È selettivo
 Implica la ricerca di vicinanza fisica
 Fornisce benessere e sicurezza attraverso la vicinanza
 Se interrotto, implica l’angoscia da separazione
 Fornisce una base sicura dalla quale il bambino può allontanarsi
per esplorare il mondo e farvi ritorno.
Quando si instaura
 Per Bowlby il legame del bambino con la madre è il prodotto
dell'attività di diversi sistemi comportamentali che hanno
come risultato prevedibile quello di mantenere la vicinanza
del bambino con la madre
 Verso i due anni nella maggior parte dei bambini è possibile
riscontrare un comportamento di attaccamento abbastanza
tipico; l'integrità dei sistemi comportamentali viene attivata
dall'allontanamento della madre o da esperienze paurose e gli
stimoli che più facilmente vi pongono fine sono la vista, la
voce o il contatto fisico con la madre.
Fasi dello sviluppo del legame di
attaccamento
Fase
Mesi
Caratteristiche
Preattaccamento
0-2
Comportamenti di segnalazione e
avvicinamento indiscriminati
Sviluppo
dell’attaccamento
2-7
Riconoscimento delle persone
familiari
Funzioni
cognitive
Memoria di
riconoscimento
Attaccamento ben 7-24
sviluppato
Angoscia di separazione, paura per Costanza
l’estraneo, intenzionalità
dell’oggetto,
memoria
rievocatica
Relazione gestita
in funzione
dell’obiettivo
Relazione più bilancita,
Comprensione delle esigenze
altrui,
Sistema omeostatico
Dai
24 m
Modelli operativi
interni
Il tipo di attaccamento alla propria madre
Attaccamento
sicuro
Attaccamento
insicuro
evitante
Attaccamento
insicuro
ambivalente
• Ricerca la madre ma non in maniera “urgente”
• È turbato alla separazione ma contento al
ricongiungimento
• si lascia consolare
• Mostra poca ricerca della madre
• indifferenza alla separazione
• evita il contatto al ricongiungimento
• Molto turbato alla separazione
• difficilmente consolabile al ricongiungimento
• Contemporaneamente cerca e rifiuta il contatto
La Strange Situation
È Procedura standardizzata che ha l’obiettivo di attivare e
intensificare i comportamenti di attaccamento del bambino nei
confronti del genitore, sottoponendolo a una situazione di stress
moderato, ma crescente nel tempo
La SSP è suddivisa in otto brevi episodi che,
eccetto il primo, hanno una durata di circa
tre minuti ciascuno, che si succedono
secondo un ordine fisso e con una consegna
chiaramente esplicita.
https://www.youtube.com/watch?v=PnZr55bloEA
Bambini con attaccamento sicuro
Mostrano un equilibrio ottimale tra la capacità di risposta al genitore e le
attività intraprese autonomamente
Rispondono spesso ai tentativi di interazione del genitore ma senza alcun senso
di urgenza o necessità.
Mostrano piacere e desiderio di prestare attenzione ai commenti, suggerimenti,
domande e dimostrazioni del genitore ma talvolta, se impegnati in esplorazioni
autonome, possono non rispondere.
Appaiono felici e sereni.
La madre è disponibile e
affettuosa. Recepisce i
segnali del bambino e
risponde prontamente.
Bambini con attaccamento insicuro evitante
Mostrano un’indifferenza verso il genitore inadeguata rispetto all’età.
Sono fisicamente scostanti e non rispondono ai tentativi di coinvolgimento.
Mostrano un tono dell’umore neutro.
Non ricercano aiuto o stimolazione dai genitori e non condividono
spontaneamente le attività di loro interesse.
Mostra poca disponibilità ad
interagire o addirittura
trascura il bambino. Non
coglie i suoi segnali.
Bambini con attaccamento insicuro ambivalente
Mostrano un’eccessiva dipendenza dal genitore.
Sono inibiti per quanto riguarda l’esplorazione autonoma.
Mostrano un tono dell’umore neutro.
Possono apparire molto turbati se il genitore frustra una loro richiesta.
Le richieste di coinvolgimento possono essere scandite da ansia,
lamento ed altre espressioni emotive negative.
Incostante, a volte
risponde positivamente
ed altre volte ignora il
bambino.
Importanza dell’attaccamento
È stato dimostrato che un legame di attaccamento sicuro
favorisce un sano sviluppo psichico (Jacobsen, Edelstein,
Hoffman, 1994, Schaffer, 1996).
Attaccamento
bambino-madre
Modelli operativi interni
Benessere dell’individuo
L’attaccamento nel ciclo di vita
• L’importanza del legame di
attaccamento non si esaurisce nei primi
anni di vita.
• È attraverso i modelli operativi interni
che i pattern di attaccamento
dell’infanzia vengono trasposti nella vita
adulta e trasmessi alle generazioni
future.
L’attaccamento in adolescenza
 L’adolescente, pur presentando un
notevole slancio verso l’autonomia,
continua a considerare il rapporto
con il genitore come un “porto
sicuro” nei momenti difficili.
 Le crisi adolescenziali sono in parte
riconducibili alla difficoltà a separarsi
dalle figure di attaccamento.
 Gli intensi legami con i pari
costituiscono una fase di transizione
dell’attaccamento
L’attaccamento nella vita adulta
• Per Bowlby il rapporto di coppia stabile tra adulti
costituisce un vero e proprio legame di attaccamento
ricalcandone la funzione e le principali caratteristiche:
 Fornisce sicurezza e costituisce la base sicura per
l’esplorazione.
 In età adulta un legame di attaccamento è evidente
anche nella capacità di elaborare in chiave positiva gli
eventi esterni, utilizzando una “base sicura
interiorizzata”.
La base sicura interiorizzata
 La base sicura interna consente all’individuo di calmarsi ed
attivare uno stato di calma quando entra in contatto fisico con
persone amate in momenti di stress.
 L’attivazione della base sicura interna rende meno necessaria
la presenza fisica della persona, che può essere sostituita da
pensieri ed immagini rassicuranti o azioni consolatorie.
 L’adulto autonomo di fronte a situazioni stressanti attiva il suo
sistema di attaccamento e si rivolge alla sua rappresentazione
interna del legame di attaccamento sicuro, che gli consente di
calmarsi, di tollerare la solitudine e di esplorare se stesso in
termini di autoriflessione
La base sicura interiorizzata
• Quando l’individuo durante l’infanzia non ha esperito
una base sicura capace di risposte coerenti e
sensibili, allora la precarietà della base sicura interna
può condurre ad azioni distorte e dannose finalizzate
alla ricerca esterna di sicurezza come, l’abuso d’alcol
o di sostanze e l’ingozzamento di cibo, che
consentono una momentanea sensazione di
benessere, calma e sicurezza
L’Adult Attachment Interview
• Un intervista semistrutturata che attraverso la narrazione
biografica giunge a delineare le caratteristiche dei
modelli operativi interni.
• In particolare è importante l’equilibrio tra svalutazione ed
idealizzazione, la capacità di ricordare sia aspetti positivi
che negativi (metabolizzati e superati).
L’attaccamento negli adulti
Adult Attachment Interview
sicuro
• Autonomi. Parlano delle loro esperienze
in modo aperto e coerente riconoscendo
sia le esperienze positivi che negative
evitante
• Rifiutanti- si dissociano dalle categorie
emotive dell’infanzia e non ammettono
le esperienze negative
ambivalente
• Preoccupati- coinvolgimento nei ricordi e
ne sono sopraffatti
Effetti dell’attaccamento
 Le caratteristiche della personalità (autostima, conoscenza di
sé, entusiasmo, capacità di recupero)
 La relazione con i coetanei (socievolezza, cordialità)
 La relazione con gli adulti
 Gli aspetti emotivi
 Gli aspetti cognitivi
 L’adattamento
L’attaccamento nello sviluppo
atipico
Lo sviluppo tipico
Lo sviluppo atipico
L’attaccamento nei bambini con
sviluppo atipico
Abbiamo detto che la relazione di attaccamento ha una natura diadica e
bidirezionale
 il bambino ha un ruolo attivo nel determinare le caratteristiche e la qualità
del legame di attaccamento con la madre
Cosa succede nel caso di bambini con bisogni speciali?
Anche per questi bambini un legame sicuro favorisce l’adattamento socioaffettivo e lo sviluppo delle competenze.
Ma le caratteristiche del bambino a sviluppo atipico influenzano
necessariamente le modalità interattive della madre e, dunque, il legame di
attaccamento.
L’attaccamento nei bambini con
ritardo mentale
2 elementi da considerare:
- Il ruolo del deficit cognitivo nel determinare lo sviluppo
dell’attaccamento
- Il vissuto emotivo della madre nel prendersi cura di un
bambino con deficit cognitivo
L’attaccamento nei bambini con
ritardo mentale
Duplice effetto che il ritardo cognitivo ha sui prerequisiti
necessari alla formazione del legame di attaccamento:
- diretto
- Rende difficile la creazione e la manipolazione di idee che sono
alla base dell’attaccamento (costanza dell’oggetto, ricordi,
significati condivisi)
- Difficoltà ad organizzare il comportamento ai fini di mantenere la
vicinanza con il caregiver
- indiretto
- minore responsività alle stimolazioni della madre
- Segnalazioni atipiche difficili da interpretare
L’attaccamento nei bambini con
Disturbo dello Spettro Autistico
Nonostante le difficoltà nell’interazione sociale, i bambini con
ASD sono capaci di sviluppare legami di attaccamento (Capps et
al., 1994; Dissanayake et al., 1997; Rutgers et al., 2004)
Evidenze:
• Reazioni di protesta alla separazione e ricerca di prossimità e
conforto in situazioni di stress
• Tendenza a rivolgere selettivamente più comportamenti
sociali verso la madre rispetto a persone poco conosciute
L’attaccamento nei bambini con
cecità
Nei bambini a sviluppo tipico (TD) la formazione del legame
di attaccamento è mediato da segnali visivi
Es.
– Sorriso della madre
– Discriminazione del volto materno e quindi angoscia verso
l’estraneo
– Permaneza dell’oggetto e segnalazione di protesta quando
l’oggetto di attaccamento scompare dal campo visivo
l’immagine interna della madre racchiude affetti, emozioni e
sensazioni legati alle immagini delle diverse esperienze vissute
con lei
L’attaccamento nei bambini con
cecità
Cosa succede se il bambino non dispone di immagini?
Fraiberg è la maggiore studiosa di attaccamento in bambini non
vedenti:
• È la voce umana, non il viso, a scatenare il sorriso
– A 2-11 mesi: sorriso preferenziale per al voce della madre (vs sorriso
preferenziale per il viso della madre in soggetti vedenti)
• Tra 7 e 11 mesi mostra angoscia per l’estraneo e si lascia
consolare solo dalla madre (come nei vedenti). Questa
acquisizione è mediata dall’esperienza del contatto tattilecorporeo
L’attaccamento nei bambini con
cecità
• Nei primi mesi l’apparato visivo non è ancora
pienamente sviluppato, e la ricerca di contatto corporeo
è del tutto simile in bambini vedenti e non.
• Successivamente, cambia la modalità con cui viene
mantenuto:
– il bambino vedente mantiene il contatto con lo sguardo (finchè
ti vedo so che ci sei)
– Il bambino non vedente può mantenere il contatto solo
attraverso esperienze tattili e sonore (la madre c’è solo se il b/o
può sentirla o toccarla)
• A 5 mesi l’esplorazione tattile del volto è preferenziale verso la madre
e si riduce verso gli estranei
• Il comportamento di angoscia da separazione è scatentato dall’essere
presi in braccio dall’estraneo (vs vista di volto non famigliare nei
bambini vedenti)
L’attaccamento...nei bambini con
cecità
• Permaneza dell’oggetto: per poter essere angosciati
dalla separazione occorre che il bambino si renda
conto che la madre è assente
• Nel primo anno di vita, per il bambino non vedente gli oggetti
esistono solo se lui può toccarli o udirli.
• Egli può costruirsi un’idea di oggetto permanente solo quando il suo
sviluppo motorio gli consente di trovare oggetti e persone con le
quali non è in contatto.
• Quando si sarà formata la nozione di oggetto, egli potrà associare
l’interruzione del contatto fisico o l’interruzione della voce, con
l’assenza
• Per questo motivo, il comportamento di protesta alla separazione
della madre compare 6 mesi in ritardo rispetto ai b/i vedenti
(Fraiberg, 1999)
In sintesi
• Vista e udito costituiscono canali privilegiati per
una la comunicazione madre-bambino
• Alterazioni di questi sistemi possono rendere
difficile l’attivazione di comportamenti sensibili e
responsivi da parte dell’adulto perchè le sia le
segnalazioni che le risposte del bambino sono
atipiche
• Se l’adulto riesce ad utilizzare i canali sensoriali
integri, la costruzione dell’attaccamento è
possibile
L’attaccamento nei bambini con
sviluppo atipico
Le difficoltà che esistono nella relazione con la
madre si estendono anche ai legami che il
bambino crea in momenti successivi dello
sviluppo
• Es. con i pari
• Es. con adulti significativi
intersoggettività
Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita
Lo sviluppo della relazione nei
primi anni di vita
Intenzionalità e reciprocità sono i pre-requisiti della
comunicazione linguistica in quanto per essere tale
deve essere intenzionale e deve avvenire sotto forma
di dialogo e di scambio tra due interlocutori
Il bambino comunica intenzionalmente quando inizia
ad utilizzare il gesto dell’indicare: è in grado di
attribuire all’altro la capacità di comprendere la sua
intenzione e la volontà di soddisfarla
Lo sviluppo del bambino
Predisposizioni strutturali
e funzionali del bambino
Alterazione delle
predisposizioni
Predisposizioni innate del genitore
 Sintonia
 Reciprocità
 Intenzionalità
 Sviluppo di
strutture cognitive
predisposte
Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita
Lo sviluppo della relazione nei
primi anni di vita
Il comportamento materno con il suo fluire continuo, con il
rispetto dei ritmi attività-pausa, con l’alternanza del turno
nelle vocalizzazione fornisce la prima esperienza della
struttura di base della comunicazione.
Attraverso questi primi dialoghi il
bambino acquisisce le nozioni di
intenzionalità e reciprocità
Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita
Intenzionalità
 La conquista dell’intenzionalità avviene in modo graduale. Nei
primi mesi è la mamma che dà significato ai comportamenti
del bambino considerandoli come “segnali” del suo stato di
bisogno (ad es: il pianto, le smorfie)
 La madre tratta il bambino “come se” fosse in grado di
comunicare intenzionalmente
 Successivamente il bambino si rende conto che il suo
comportamento ha valore comunicativo e può essere usato
per influenzare gli altri.
 L’intenzionalità è acquisita alla fine del primo anno di vita e
matura negli scambi interattivi.
Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita
Reciprocità
• Con Reciprocità si intende il ruolo degli
interlocutori in una sequenza interattiva.
• E’ acquisita quando il bambino è in grado di
sostenere all’interno della comunicazione un ruolo
pari a quello dell’adulto.
• All’inizio i dialoghi sono unidirezionali ma alla fine
del primo anno, quando il bambino assume un
ruolo attivo, diventano bidirezionali.
Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita
Lo sviluppo della relazione nei
primi anni di vita
 Le esperienze di interazione
devono avere regolarità, stabilità e
continuità
 Il bambino per sviluppare le sue
abilità mentali necessita della
mente della madre (o di altro
adulto che si prende cura) che
condivida con lui le esperienze,
attribuendo significati e ordine
Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita
Lo sviluppo della relazione nei
primi anni di vita
 Esperienze di interazione discontinue, frettolose, in cui la
madre è poco disponibile, impediscono al bambino di
sperimentare il piacere del contatto fisico, vocale, visivo.
 Il bambino entra in contatto con stimolazioni improvvise,
non organizzate, troppo differenti e ha difficoltà ad
organizzarle, a dare un senso, e a costruirsi una trama di
esperienze piacevoli da cui partire per stabilire un
contatto positivo con il mondo.
Sviluppo atipico
L’adattamento reciproco tra predisposizioni funzionali e strutturali
del bambino e predisposizioni del genitore può non funzionare a
causa di





mancanza di segnali da parte del bambino
alterazione dei segnali da parte del bambino
rifiuto o non accettazione parentale
disturbi di uno o di entrambi i genitori
contesto di disagio
Sintonia:
una mancanza può determinare
 Relazione di attaccamento insicura o disorganizzata
 Ansia e angoscia
 Scarsa fiducia nella disponibilità del mondo
circostante
 Continua minaccia al proprio Io e conseguente
aggressività
Lo sviluppo del bambino
differenze biologicocostituzionali
differenze culturaliambientali
Interazione
bambino-caregiver
Affetti
Evoluzione delle strutture
mentali
Reciprocità:
un carente funzionamento può avere conseguenze
 Sviluppo linguistico
 Competenze sociali
 Comprensione di sentimenti e stati d’animo
 Regolazione degli impulsi e dell’aggressività
Intenzionalità:
una sua carenza può causare
 Carenze nello sviluppo linguistico e comunicativo
 Scarsa autonomia e decisionalità
 Dipendenza affettiva e relazionale
 Progettazione di azioni e piani sequenziali di
comportamenti
 Scarsa autostima
 Scarsa motivazione intrinseca
La relazione come matrice
• I legami d’attaccamento influenzano lo sviluppo
cerebrale di funzioni mentali essenziali quali la
regolazione delle emozioni, la cognizione sociale, la
memoria autobiografica.
• Queste funzioni hanno sede nelle regioni orbitofrontali che sono particolarmente sensibili per la loro
maturazione alle interazioni sociali precoci e che
svolgono essenziali funzioni di integrazione.
La relazione come matrice
A partire dall’esperienza di
scambi
interattivi
sintonici,
attivati e regolati per mezzo delle
emozioni, il bambino sviluppa
progressivamente le sue funzioni
psichiche
autonome
e
l’immagine di sé.
La relazione come matrice
• La presenza di interazioni sociali sostenute e
caratterizzate da una tonalità affettiva positiva è
indispensabile per la corretta crescita cellulare e per
l’organizzazione cerebrale (Siegel, 1999).
• L’esposizione a interazioni stressanti e negativamente
connotate può condurre ad una eccessiva eliminazione
sinaptica a livello del sistema limbico, con conseguenti
difficoltà a livello della regolazione emotiva.
La relazione come matrice
• I legami d’attaccamento influenzano lo sviluppo
cerebrale di funzioni mentali essenziali quali la
regolazione delle emozioni, la cognizione sociale, la
memoria autobiografica.
• Queste funzioni hanno sede nelle regioni orbitofrontali che sono particolarmente sensibili per la loro
maturazione alle interazioni sociali precoci e che
svolgono essenziali funzioni di integrazione.
L’intesoggettività
Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita
l’intersoggettività
 A partire dai rigorosi studi naturalistici
e biologici, Trevarthen è giunto ad
individuare il ruolo delle emozioni nello
sviluppo della mente infantile.
 La reciproca regolazione emotiva di
bambini e nel corso della
comunicazione rende possibile lo
sviluppo della funzioni psicologiche.
 Ha compiuto studi sullo sviluppo
dell’Intersoggettività nell’ambito della
relazione madre-bambino
L’intersoggettività
Il processo che
garantisce la
stimolazione del
bambino da parte
dell’adulto
Lo sviluppo L’intersoggettività
della relazione nei primi anni di vita:
l’intersoggettività
Lo studio dell’intersoggettività ha fornito contributi
importantissimi alla comprensione degli scambi interattivi
precoci e diadici che fanno da cornice allo sviluppo psichico.
L’intersoggettività è il processo di
condivisione dell’attività mentale tra
soggetti durante un qualsiasi atto
comunicativo
Si manifesta come immediata e
naturale consapevolezza della presenza
dell’altro
Lo sviluppo L’intersoggettività
della relazione nei primi anni di vita:
l’intersoggettività
 Dipende dalla produzione e dal riconoscimento di movimenti
di del corpo, del viso, del tratto vocale, delle mani predisposti
per la funzione comunicative
 È una capacità innata, non richiede abilità cognitive astratte e
non dipende dall’apprendimento culturale
 Lo sviluppo dell’intersoggettività avviene per sequenze di fasi
geneticamente predeterminate di successive organizzazioni
del sistema nervoso
Lo sviluppo L’intersoggettività
della relazione nei primi anni di vita:
l’intersoggettività
 Intersoggettività primaria
(ca primi 6 mesi)
 Fase dei giochi 1 e 2
(ca 6-12 mesi)
 Intersoggettività secondaria
(12-18)
Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita:
l’intersoggettività primaria
Indicatori di questo interesse sono:
l’imitazione neonatale
Ampio repertorio di
comportamenti
espressivi
le protoconversazioni
Come i cervelli si mettono in contatto nelle
protoconversazioni
Il bambino
conosce il volto
della madre
La madre
conosce il volto
della madre
La madre
ascolta e
guarda le
espressioni del
bambino e
risponde
Il bambino ascolta e
guarda le espressioni
del bambino e
risponde
Due dita – sperimentatore
00:06:05:42
Due dita – sperimentatore
00:06:06:91
Imitazione neonatale
Le protoconversazioni
Sono interazioni spontanee a carattere affettivo
positivo tra madre e bambino, entrambi i partner
collaborano nella creazione di scambi caratterizzati
da una iniziale alternanza di turni.
Sono regolate dalle emozioni attraverso un processo
empatico il cui scopo principale è stabilire legami
affettivi positivi con l’altro.
Le protoconversazioni
Il bambino attratto dalla
voce, dall’espressione del
volto e dai gesti delle mani
risponde
gioco-samente
con affetto, imitando e
provocando imitazione
La madre guarda e ascolta,
anticipando intuitivamente
le espres-sioni del bambino.
Risponde empaticamente e
giocosamente
con
linguaggio
“motherese”,
tocco ed espressioni del
volto e delle mani
Comunicazione precoce tra madre e bambino di due mesi. Questo è il periodo
della Intersoggettività Primaria.
Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita
Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita:
l’intersoggettività
Nella fase dell’intersoggettività primaria
• Si attivano le predisposizioni strutturali e funzionali
del bambino
• Si attivano i comportamenti istintivi della madre
Il bambino necessita di uno stretto contatto fisico
con la madre per acquisire sicurezza emotiva, per
sentire la presenza di chi lo tranquillizza e lo
protegge se le stimolazioni diventano eccessive
Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita
Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita:
l’intersoggettività
Fase dei Giochi
Primo periodo: da 2 a 6 mesi
 Emerge l’interesse per gli oggetti
 Cominciano i giochi interpersonali basati sulla
presenza e manipolazione di aspettative reciproche.
L’intersoggettività è molto forte nei giochi
interpersonali senza oggetti caratterizzati da ritmi
veloci, scherzi, aspettativa impaurita, eccitazione,
canzoni
Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita
Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita:
l’intersoggettività
Fase dei Giochi 2
Secondo periodo: fino ai 9 mesi
 I giochi interpersonali crescono per intensità, quantità e
durata : imitazioni reciproche, batti batti le manine,, gioco del
cucu’
 Il bambino diviene esperto a giocare con le intenzioni altrui.
Il bambino è esperto nel giocare con le intenzioni e
le aspettative dell’altro e incomincia a prenderlo in
giro (es. offre un oggetto e poi lo tira indietro).
Protosegni o Protosimboli per sottolinearne la
natura semi-convenzionale.
Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita
Lo sviluppo
della relazione nei primi anni di vita:
l’intersoggettività secondaria
Periodo: dai nove mesi ai 14 mesi
Si verifica:
• Sviluppo di una grande quantità di
relazioni triadiche, con oggetti e
con altri
• Compaiono comportamenti di
segnali più convenzionali: qiali
indicare (richiestivo e
dichiarativo) il che significa che il
bambino intende la funzione
comunicativa della propria azione
referenziale così come quella dell’altro.
Il triangolo personapersona-oggetto con
attenzione condivisa
Prima della fine del primo anno, un bambino comincia a manifestare
interesse nel condividere scopi ed interessi con un familiare. Questa
coscienza cooperativa richiede l’abilità di alternare l’attenzione tra un
oggetto ad una persona, mentre si presta attenzione alle loro emozioni,
segnali interesse e prontezza nell’agire. Questo è il momento in cui il
bambino comincia a vocalizzare “commenti” con gesti e a fare atti
significativi.
Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita:
l’intersoggettività secondaria
Il bambino esprime una forte motivazione al
coinvolgimento in comunicazioni con il suo interlocutore
su altre persone, oggetti ed eventi.
Esiste una consapevolezza
persona- persona-oggetto e la
creazione di un mondo dal
significato comune.
Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita:
l’intersoggettività secondaria
In questa fase compaiono:
 L’attenzione condivisa (joint
attention), ovvero la capacità di
focalizzare la propria attenzione
sull’oggetto dell’attenzione
altrui
 L’ emotional referencing,
ovvero dell’uso della reazione
emotiva di un adulto quale
commento sulla valenza di un
oggetto o persona.
Fasi di sviluppo dell’intersoggettività
Lo sviluppo
della relazione nei primi anni di vita:
l’intersoggettività secondaria
 Il contatto fisico diviene meno importante e la relazione
viene mantenuta grazie allo sguardo e alla voce: il bambino
può in questo modo allontanarsi per esplorare l’ambiente,
conoscerlo e padroneggiarlo.
 Nella relazione la mamma guarda il bambino che gioca, che
esplora che manipola gli oggetti, condividono l’attenzione
 Con il gesto dell’indicare il bambino approda alla
comunicazione intenzionale e diventa partner attivo nella
comunicazione
 Può indicare per chiedere un oggetto (indicare richiestivo,
“voglio”) o per dirigere l’attenzione dell’altro sull’oggetto
(indicare dichiarativo, “guarda”)
Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita
Lo sviluppo
della relazione nei primi anni di vita:
l’intersoggettività secondaria
Il bambino “da lontano” legge lo sguardo della madre,
capisce le sue intenzioni e il messaggio che gli sta
inviando (di incoraggiamento o di divieto)
E l’inizio della Teoria della mente: la capacità di capire
ciò che gli altri vogliono dire, attribuire agli altri
stati mentali, intenzioni, pensieri.
Perchè questi concetti sono utili ad un
educatore?
Bisogna riconoscere le differenze individuali e
fornire le esperienze evolutive che sono
mancate attraverso la creazione di una
relazione empatica, intima e coinvolgente in cui
il bambino possa sperimentare il vero piacere di
imparare.
In assenza di una cornice di riferimento
emotivo-esperenziale significativa il processo
di apprendimento si realizza in maniera
meccanica, rigida e poco flessibile i cui prodotti
non possono essere generalizzati.
Ricerche in campo neurologico
Studi di imaging del cervello
Ricerche sulle prime fasi dello sviluppo
Stretto legame
tra emozione e
cognizione
Le emozioni
 Le emozioni hanno lo scopo fondamentale di creare
organizzare e orchestrare molte delle funzioni
principali della mente.
 Intelletto, capacità scolastiche, senso di Sé, coscienza
e moralità hanno tutti radici comuni nelle primissime
esperienze emotive.
Le emozioni sono le artefici di una
vasta gamma di operazioni
cognitive nel corso di tutta la vita e
rendono possibile il pensiero
creativo in ogni sua forma.
Concetto di sviluppo
Lo sviluppo umano avviene per fasi, in cui si manifestano abilità e
competenze sempre più adeguate e sempre più complesse. La
completezza raggiunta in una fase rappresenta la piattaforma da cui
partire per la fase successiva, in cui saranno perfezionate
ulteriormente le precedenti acquisizioni.
 INFANZIA: con l’acquisizione dell’autonomia psicomotoria
 FANCIULLEZZA: apprendimento del linguaggio e delle nozioni
di base
 PUBERTA’: legata alla maturazione sessuale
 ADOLESCENZA: legata al processo di separazione
individuazione e di acquisizione di un’identità
Darwin
• Osservazione sistematica del figlio Doddy in diverse
sistuazioni emotigene => L’espressione delle emozioni
nell’uomo e negli animali (1872)
• tesi:
– alcuni schemi di comportamento (come le espressioni
facciali dei bambini) hanno importanza ai fini
dell’evoluzione
– Questi schemi di comportamento hanno radici nel nostro
patrimonio genetico
 sviluppo come processo unitario, che coinvolge sia
aspetti biologici che psicologici