Lo sviluppo nella prima infanzia: il legame di attaccamento Noemi Mazzoni Psicopedagogia e tecniche di osservazione – Modulo 1 Lezione 2 08 Noevembre 2016 Lo sviluppo del bambino I contributi di psicologia dello sviluppo, neuropsichiatria, neurofisiologia, hanno messo in luce come lo sviluppo del bambino avviene in un contesto interattivo, - in cui predisposizioni strutturali del bambino - attivano predisposizioni strutturali del genitore - e danno origine ad un continuo gioco di adattamenti reciproci, in cui le funzioni mentali del bambino prendono forma, si consolidano le predisposizioni funzionali e si originano scambi comunicativi più complessi. Come nasce la mente umana • Le relazioni che caratterizzano i primi anni possono avere un ruolo fondamentale nel plasmare le strutture di base che ci permettono di avere una visione coerente del mondo • I rapporti interpersonali possono facilitare o inibire questa tendenza a integrare le rappresentazioni delle diverse esperienze. Le esperienze interpersonali influenzano direttamente le modalità con cui ci si costruisce mentalmente la realtà Sviluppo del cervello I circuiti cerebrali si sviluppano con modalità direttamente legate alla loro attivazione Le esperienze condizionano in maniera significativa le connessioni neurali e l’organizzazione del cervello La Cognizione si forma all’interno delle interazioni fra processi neurofisiologici interni ed esperienze interpersonali Esperienze quotidiane Assenza di esperienze Attivazione di specifici circuiti Consolidamento di collegamenti preesistenti Creazione di nuove sinapsi Pruning- potatura Eliminazione di elementi che non vengono utilizzati Lo sviluppo del cervello è un processo esperienzadipendente I bambini nascono con un eccesso di neuroni geneticamente determinato, successivamente si giunge alla formazione di connessioni nervose regolate sia da informazioni genetiche che da esperienze dell’individuo, che determina quali geni vengono espressi e quando Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita Alla nascita il bambino possiede delle predisposizioni innate al comportamento sociale Tale predisposizioni possono essere Strutturali: meccanismi di origine endogena (perloppiù riflessi) con cui entrare in rapporto con la persona che si prende cura del bambino (es: apparato orale per la suzione) Primo canale per entrare in relazione col mondo esterno e con la madre Funzionali: strutture che facilitano il contatto con l’altro, ma che per divenire attive devono essere attivate e sollecitate dal caregiver (es. organizzazione temporale dei ritmi di suzione, che sono regolati e strutturati dall’adulto) La formazione del cervello L’organizzazione del cervello, nel corso dello sviluppo, avviene nel contesto di una relazione con un altro Sé, con un altro cervello. Questo altro sé, ossia il caregiver primario, agisce in qualità di regolatore psicobiologico esterno di una crescita, dipendente dall’esperienza, del sistema nervoso del bambino. Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita Il compito della madre è organizzare e mantenere gli scambi. La madre compie una serie di gesti e attività che costituiscono una “cornice” in cui il piccolo si sviluppa Il piccolo progressivamente emerge da uno stato di apparente passività e assume un ruolo sempre più attivo nella relazione La teoria dell’attaccamento La teoria dell’attaccamento John Bowlby (Londra, 1907-1990) pediatra e psicoanalista fa riferimento ai modelli dell’etologia e alla teoria darwiniana della selezione naturale e formula la teoria dell’attaccamento (1969) Darwin • Evoluzione: Continui cambiamenti nelle caratteristiche della specie, nel corso delle generazioni, come adattamento all’ambiente, che ne garantiscono la sopravvivenza • Cambiamenti non solo fisici, ma anche mentali e di comportamenti • sviluppo come processo unitario, che coinvolge sia aspetti biologici che psicologici Darwin • I cambiamenti vengono selezionati mediante la selezione naturale: gli individui con caratteristiche più adatte a far fronte all’ambiente sopravvivono e trasmettono ai loro discendenti queste caratteristiche – es. l’intelligienza: può essere spiegata dal fatto che erano tratti di alcuni nostri antenati che aumentavano le loro possibilità di sopravvivenza e quindi sono stati mantentuti e tramandati Psicologia evoluzionistica • La selezione naturale comporta un’interazione dinamica tra gli organismi ed il loro ambiente: • Gli esseri umani non subiscono passivamente l’ambiente adattandosi alle sue caratteristiche • Al contrario, lo modificano e lo adattano attivamente • Assunto base della psico evoluzionistica: ogni schema, in qualsiasi fase dello sviluppo, deve avere un valore adattivo Attenzione alla funzione del comportamento, rispondere alla domanda «A cosa serve?» Etologia • Studia le basi biologiche del comportamento • Parte dall’osservazione del comportamento nell’ambiente naturale in cui viene realizzato • Schemi fissi di azione: comportamenti che caratterizzano una data specie e la distinguono dalle altre (al pari delle caratteristiche fisiche): – complesse sequenze comportamentali (=> più complesse rispetto ai riflessi) – Innate (garantiscono la sopravvivenza dei membri della specie) – Tipiche di una specie (comuni a tutti i membri della specie) Etologia • Gli schemi di azione sono attivati da stimoli segnale: caratteristica dell’ambiente che automaticamente attiva un determinato schema di azione • Comportano una reattività selettiva • Visibile fin dalle primissime esposizioni => l’inidividuo è preprogrammato a reagire in modi specifici a stimoli specifici – Es. riflesso palmare (https://www.youtube.com/watch?v=UWeGxkLYNeM) – Es. imprinting (https://www.youtube.com/watch?v=JGyfcBfSj4M) • Questo legame stimolo segnale-schema di azione si è formato nel corso dell’evoluzione La teoria dell’attaccamento Il legame con la madre come soddisfacimento di un bisogno primario A partire dai risultati delle ricerche di Harlow e basandosi sulle osservazioni del comportamento dei bambini quando vengono separati dalla madre, Bowlby ritiene che il legame che unisce il bambino alla madre non è una conseguenza del soddisfacimento del bisogno di nutrizione, bensì è un bisogno primario, geneticamente determinato la cui funzione è garantire la crescita e la sopravvivenza biologica e psicologica del bambino. Il legame con la madre come soddisfacimento di un bisogno primario • Equipara «fame di amore» alla «fame di cibo» «È fondamentale per la salute mentale dell’infante che egli sperimenti un rapporto caldo, intimo, ininterrotto con la madre (o un sostituto permanente) nel quale entrambi possano trovare soddisfazione e godimento» (Bowlby 1988) reciprocità! L’attaccamento come predisposizione biologica La relazione che unisce madre e bambino è determinata geneticamente e basata su una motivazione primaria al contatto sociale Il bisogno di contatto e di conforto muovono primariamente il piccolo verso una figura di attaccamento privilegiata ( => slettività) La ricerca della vicinanza rappresenta la manifestazione più esplicita dell’attaccamento Bowlby ritiene quindi che il comportamento di attaccamento possa essere compreso solo in un contesto evoluzionistico, in quanto ha delle basi biologiche trasmesse per via genetica Metodo: osservazione diretta della relazione madre-bambino Natura e sviluppo dell’attaccamento I legami di attaccamento formati durante l’infanzia sono durevoli, emotivamente significativi e legati a persone specifiche. La loro funzione è garantire protezione e cura attraverso la ricerca della vicinanza del genitore. La teoria dell’attaccamento di Bowlby ipotizza che il bambino sia predisposto a sviluppare legami di attaccamento con chi si prende cura di lui e che sia dotato di risposte comportamentali come: piangere, aggrapparsi, seguire, ecc. Significato di attaccamento • Relazione di attaccamento, significa che il bambino acquista un ruolo attivo nell'instaurarsi della relazione, i comportamenti che lui emette, attraverso l'apparato locomotorio, percettivo e di segnalazione, hanno uno scopo preciso, di mantenere il contatto con la madre e attivano una serie di comportamenti di risposta da parte della madre La relazione si instaura reciprocamente con il contributo di uno e dell'altro membro della diade La teoria dell’attaccamento • La madre (e la relazione con lei) fornisce una base sicura dalla quale il bambino può allontanarsi per esplorare il mondo e farvi ritorno • La funzione evolutiva sembra essere la protezione del bambino dai predatori. • I legami emotivamente sicuri hanno un valore fondamentale per la sopravvivenza e per il successo riproduttivo Natura e sviluppo dell’attaccamento I comportamenti di attaccamento sono inizialmente indifferenziati, successivamente si indirizzano verso persone specifiche e con lo sviluppo dell’intenzionalità si attivano in funzione dell’obiettivo. Inoltre il bambino sviluppa dei modelli operativi interni (MOI) che gli permettono di rappresentarsi mentalmente il legame di attaccamento. Con lo sviluppo dei MOI il bambino diventa sempre più capace di tener presente le intenzioni degli altri e di formare legami più equilibrati e flessibili. I modelli operativi interni Rappresentano le caratteristiche proprie delle figure di attaccamento e del tipo di relazione che si è sviluppato con quella persona Sono rappresentazioni mentali che comprendono sia le componenti emozionali che quelle cognitive Una volta formati sono al di fuori della coscienza Il loro sviluppo è modellato dalle esperienze di ricerca della vicinanza vissute dal bambino, in particolare di come l’adulto di riferimento ha risposto al suo bisogno di vicinanza. I modelli degli individui i cui tentativi di ricerca di vicinanza sono stati frequentemente accettati differiscono da quelli dei soggetti rifiutati, bloccati o accettati solo talvolta. Tendono ad essere stabili dopo il primo anno di vita sebbene possano ancora essere influenzati da esperienze successive FUNZIONE dei modelli operativi 1. Fornire regole che guidino il comportamento ed i sentimenti dell’individuo in relazione a persone significative. 2. Mettere in grado di prevedere ed interpretare il comportamento degli altri e dunque pianificare il proprio comportamento. E’ all’ interno degli scambi interattivi madre-bambino che si sviluppano le abilità sociali, cognitive, linguistiche del bambino. Il legame che unisce il bambino ad un adulto significativo è la base su cui poi si costruisce il futuro sviluppo del bambino L’ attaccamento è un legame di lunga durata emotivamente significativo con una persona specifica, che generalmente ricambia sentimenti, in modo che il legame sia emotivamente significato per entrambi. L’attaccamento è: È selettivo Implica la ricerca di vicinanza fisica Fornisce benessere e sicurezza attraverso la vicinanza Se interrotto, implica l’angoscia da separazione Fornisce una base sicura dalla quale il bambino può allontanarsi per esplorare il mondo e farvi ritorno. Quando si instaura Per Bowlby il legame del bambino con la madre è il prodotto dell'attività di diversi sistemi comportamentali che hanno come risultato prevedibile quello di mantenere la vicinanza del bambino con la madre Verso i due anni nella maggior parte dei bambini è possibile riscontrare un comportamento di attaccamento abbastanza tipico; l'integrità dei sistemi comportamentali viene attivata dall'allontanamento della madre o da esperienze paurose e gli stimoli che più facilmente vi pongono fine sono la vista, la voce o il contatto fisico con la madre. Fasi dello sviluppo del legame di attaccamento Fase Mesi Caratteristiche Preattaccamento 0-2 Comportamenti di segnalazione e avvicinamento indiscriminati Sviluppo dell’attaccamento 2-7 Riconoscimento delle persone familiari Funzioni cognitive Memoria di riconoscimento Attaccamento ben 7-24 sviluppato Angoscia di separazione, paura per Costanza l’estraneo, intenzionalità dell’oggetto, memoria rievocatica Relazione gestita in funzione dell’obiettivo Relazione più bilancita, Comprensione delle esigenze altrui, Sistema omeostatico Dai 24 m Modelli operativi interni Il tipo di attaccamento alla propria madre Attaccamento sicuro Attaccamento insicuro evitante Attaccamento insicuro ambivalente • Ricerca la madre ma non in maniera “urgente” • È turbato alla separazione ma contento al ricongiungimento • si lascia consolare • Mostra poca ricerca della madre • indifferenza alla separazione • evita il contatto al ricongiungimento • Molto turbato alla separazione • difficilmente consolabile al ricongiungimento • Contemporaneamente cerca e rifiuta il contatto La Strange Situation È Procedura standardizzata che ha l’obiettivo di attivare e intensificare i comportamenti di attaccamento del bambino nei confronti del genitore, sottoponendolo a una situazione di stress moderato, ma crescente nel tempo La SSP è suddivisa in otto brevi episodi che, eccetto il primo, hanno una durata di circa tre minuti ciascuno, che si succedono secondo un ordine fisso e con una consegna chiaramente esplicita. https://www.youtube.com/watch?v=PnZr55bloEA Bambini con attaccamento sicuro Mostrano un equilibrio ottimale tra la capacità di risposta al genitore e le attività intraprese autonomamente Rispondono spesso ai tentativi di interazione del genitore ma senza alcun senso di urgenza o necessità. Mostrano piacere e desiderio di prestare attenzione ai commenti, suggerimenti, domande e dimostrazioni del genitore ma talvolta, se impegnati in esplorazioni autonome, possono non rispondere. Appaiono felici e sereni. La madre è disponibile e affettuosa. Recepisce i segnali del bambino e risponde prontamente. Bambini con attaccamento insicuro evitante Mostrano un’indifferenza verso il genitore inadeguata rispetto all’età. Sono fisicamente scostanti e non rispondono ai tentativi di coinvolgimento. Mostrano un tono dell’umore neutro. Non ricercano aiuto o stimolazione dai genitori e non condividono spontaneamente le attività di loro interesse. Mostra poca disponibilità ad interagire o addirittura trascura il bambino. Non coglie i suoi segnali. Bambini con attaccamento insicuro ambivalente Mostrano un’eccessiva dipendenza dal genitore. Sono inibiti per quanto riguarda l’esplorazione autonoma. Mostrano un tono dell’umore neutro. Possono apparire molto turbati se il genitore frustra una loro richiesta. Le richieste di coinvolgimento possono essere scandite da ansia, lamento ed altre espressioni emotive negative. Incostante, a volte risponde positivamente ed altre volte ignora il bambino. Importanza dell’attaccamento È stato dimostrato che un legame di attaccamento sicuro favorisce un sano sviluppo psichico (Jacobsen, Edelstein, Hoffman, 1994, Schaffer, 1996). Attaccamento bambino-madre Modelli operativi interni Benessere dell’individuo L’attaccamento nel ciclo di vita • L’importanza del legame di attaccamento non si esaurisce nei primi anni di vita. • È attraverso i modelli operativi interni che i pattern di attaccamento dell’infanzia vengono trasposti nella vita adulta e trasmessi alle generazioni future. L’attaccamento in adolescenza L’adolescente, pur presentando un notevole slancio verso l’autonomia, continua a considerare il rapporto con il genitore come un “porto sicuro” nei momenti difficili. Le crisi adolescenziali sono in parte riconducibili alla difficoltà a separarsi dalle figure di attaccamento. Gli intensi legami con i pari costituiscono una fase di transizione dell’attaccamento L’attaccamento nella vita adulta • Per Bowlby il rapporto di coppia stabile tra adulti costituisce un vero e proprio legame di attaccamento ricalcandone la funzione e le principali caratteristiche: Fornisce sicurezza e costituisce la base sicura per l’esplorazione. In età adulta un legame di attaccamento è evidente anche nella capacità di elaborare in chiave positiva gli eventi esterni, utilizzando una “base sicura interiorizzata”. La base sicura interiorizzata La base sicura interna consente all’individuo di calmarsi ed attivare uno stato di calma quando entra in contatto fisico con persone amate in momenti di stress. L’attivazione della base sicura interna rende meno necessaria la presenza fisica della persona, che può essere sostituita da pensieri ed immagini rassicuranti o azioni consolatorie. L’adulto autonomo di fronte a situazioni stressanti attiva il suo sistema di attaccamento e si rivolge alla sua rappresentazione interna del legame di attaccamento sicuro, che gli consente di calmarsi, di tollerare la solitudine e di esplorare se stesso in termini di autoriflessione La base sicura interiorizzata • Quando l’individuo durante l’infanzia non ha esperito una base sicura capace di risposte coerenti e sensibili, allora la precarietà della base sicura interna può condurre ad azioni distorte e dannose finalizzate alla ricerca esterna di sicurezza come, l’abuso d’alcol o di sostanze e l’ingozzamento di cibo, che consentono una momentanea sensazione di benessere, calma e sicurezza L’Adult Attachment Interview • Un intervista semistrutturata che attraverso la narrazione biografica giunge a delineare le caratteristiche dei modelli operativi interni. • In particolare è importante l’equilibrio tra svalutazione ed idealizzazione, la capacità di ricordare sia aspetti positivi che negativi (metabolizzati e superati). L’attaccamento negli adulti Adult Attachment Interview sicuro • Autonomi. Parlano delle loro esperienze in modo aperto e coerente riconoscendo sia le esperienze positivi che negative evitante • Rifiutanti- si dissociano dalle categorie emotive dell’infanzia e non ammettono le esperienze negative ambivalente • Preoccupati- coinvolgimento nei ricordi e ne sono sopraffatti Effetti dell’attaccamento Le caratteristiche della personalità (autostima, conoscenza di sé, entusiasmo, capacità di recupero) La relazione con i coetanei (socievolezza, cordialità) La relazione con gli adulti Gli aspetti emotivi Gli aspetti cognitivi L’adattamento L’attaccamento nello sviluppo atipico Lo sviluppo tipico Lo sviluppo atipico L’attaccamento nei bambini con sviluppo atipico Abbiamo detto che la relazione di attaccamento ha una natura diadica e bidirezionale il bambino ha un ruolo attivo nel determinare le caratteristiche e la qualità del legame di attaccamento con la madre Cosa succede nel caso di bambini con bisogni speciali? Anche per questi bambini un legame sicuro favorisce l’adattamento socioaffettivo e lo sviluppo delle competenze. Ma le caratteristiche del bambino a sviluppo atipico influenzano necessariamente le modalità interattive della madre e, dunque, il legame di attaccamento. L’attaccamento nei bambini con ritardo mentale 2 elementi da considerare: - Il ruolo del deficit cognitivo nel determinare lo sviluppo dell’attaccamento - Il vissuto emotivo della madre nel prendersi cura di un bambino con deficit cognitivo L’attaccamento nei bambini con ritardo mentale Duplice effetto che il ritardo cognitivo ha sui prerequisiti necessari alla formazione del legame di attaccamento: - diretto - Rende difficile la creazione e la manipolazione di idee che sono alla base dell’attaccamento (costanza dell’oggetto, ricordi, significati condivisi) - Difficoltà ad organizzare il comportamento ai fini di mantenere la vicinanza con il caregiver - indiretto - minore responsività alle stimolazioni della madre - Segnalazioni atipiche difficili da interpretare L’attaccamento nei bambini con Disturbo dello Spettro Autistico Nonostante le difficoltà nell’interazione sociale, i bambini con ASD sono capaci di sviluppare legami di attaccamento (Capps et al., 1994; Dissanayake et al., 1997; Rutgers et al., 2004) Evidenze: • Reazioni di protesta alla separazione e ricerca di prossimità e conforto in situazioni di stress • Tendenza a rivolgere selettivamente più comportamenti sociali verso la madre rispetto a persone poco conosciute L’attaccamento nei bambini con cecità Nei bambini a sviluppo tipico (TD) la formazione del legame di attaccamento è mediato da segnali visivi Es. – Sorriso della madre – Discriminazione del volto materno e quindi angoscia verso l’estraneo – Permaneza dell’oggetto e segnalazione di protesta quando l’oggetto di attaccamento scompare dal campo visivo l’immagine interna della madre racchiude affetti, emozioni e sensazioni legati alle immagini delle diverse esperienze vissute con lei L’attaccamento nei bambini con cecità Cosa succede se il bambino non dispone di immagini? Fraiberg è la maggiore studiosa di attaccamento in bambini non vedenti: • È la voce umana, non il viso, a scatenare il sorriso – A 2-11 mesi: sorriso preferenziale per al voce della madre (vs sorriso preferenziale per il viso della madre in soggetti vedenti) • Tra 7 e 11 mesi mostra angoscia per l’estraneo e si lascia consolare solo dalla madre (come nei vedenti). Questa acquisizione è mediata dall’esperienza del contatto tattilecorporeo L’attaccamento nei bambini con cecità • Nei primi mesi l’apparato visivo non è ancora pienamente sviluppato, e la ricerca di contatto corporeo è del tutto simile in bambini vedenti e non. • Successivamente, cambia la modalità con cui viene mantenuto: – il bambino vedente mantiene il contatto con lo sguardo (finchè ti vedo so che ci sei) – Il bambino non vedente può mantenere il contatto solo attraverso esperienze tattili e sonore (la madre c’è solo se il b/o può sentirla o toccarla) • A 5 mesi l’esplorazione tattile del volto è preferenziale verso la madre e si riduce verso gli estranei • Il comportamento di angoscia da separazione è scatentato dall’essere presi in braccio dall’estraneo (vs vista di volto non famigliare nei bambini vedenti) L’attaccamento...nei bambini con cecità • Permaneza dell’oggetto: per poter essere angosciati dalla separazione occorre che il bambino si renda conto che la madre è assente • Nel primo anno di vita, per il bambino non vedente gli oggetti esistono solo se lui può toccarli o udirli. • Egli può costruirsi un’idea di oggetto permanente solo quando il suo sviluppo motorio gli consente di trovare oggetti e persone con le quali non è in contatto. • Quando si sarà formata la nozione di oggetto, egli potrà associare l’interruzione del contatto fisico o l’interruzione della voce, con l’assenza • Per questo motivo, il comportamento di protesta alla separazione della madre compare 6 mesi in ritardo rispetto ai b/i vedenti (Fraiberg, 1999) In sintesi • Vista e udito costituiscono canali privilegiati per una la comunicazione madre-bambino • Alterazioni di questi sistemi possono rendere difficile l’attivazione di comportamenti sensibili e responsivi da parte dell’adulto perchè le sia le segnalazioni che le risposte del bambino sono atipiche • Se l’adulto riesce ad utilizzare i canali sensoriali integri, la costruzione dell’attaccamento è possibile L’attaccamento nei bambini con sviluppo atipico Le difficoltà che esistono nella relazione con la madre si estendono anche ai legami che il bambino crea in momenti successivi dello sviluppo • Es. con i pari • Es. con adulti significativi intersoggettività Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita Intenzionalità e reciprocità sono i pre-requisiti della comunicazione linguistica in quanto per essere tale deve essere intenzionale e deve avvenire sotto forma di dialogo e di scambio tra due interlocutori Il bambino comunica intenzionalmente quando inizia ad utilizzare il gesto dell’indicare: è in grado di attribuire all’altro la capacità di comprendere la sua intenzione e la volontà di soddisfarla Lo sviluppo del bambino Predisposizioni strutturali e funzionali del bambino Alterazione delle predisposizioni Predisposizioni innate del genitore Sintonia Reciprocità Intenzionalità Sviluppo di strutture cognitive predisposte Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita Il comportamento materno con il suo fluire continuo, con il rispetto dei ritmi attività-pausa, con l’alternanza del turno nelle vocalizzazione fornisce la prima esperienza della struttura di base della comunicazione. Attraverso questi primi dialoghi il bambino acquisisce le nozioni di intenzionalità e reciprocità Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita Intenzionalità La conquista dell’intenzionalità avviene in modo graduale. Nei primi mesi è la mamma che dà significato ai comportamenti del bambino considerandoli come “segnali” del suo stato di bisogno (ad es: il pianto, le smorfie) La madre tratta il bambino “come se” fosse in grado di comunicare intenzionalmente Successivamente il bambino si rende conto che il suo comportamento ha valore comunicativo e può essere usato per influenzare gli altri. L’intenzionalità è acquisita alla fine del primo anno di vita e matura negli scambi interattivi. Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita Reciprocità • Con Reciprocità si intende il ruolo degli interlocutori in una sequenza interattiva. • E’ acquisita quando il bambino è in grado di sostenere all’interno della comunicazione un ruolo pari a quello dell’adulto. • All’inizio i dialoghi sono unidirezionali ma alla fine del primo anno, quando il bambino assume un ruolo attivo, diventano bidirezionali. Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita Le esperienze di interazione devono avere regolarità, stabilità e continuità Il bambino per sviluppare le sue abilità mentali necessita della mente della madre (o di altro adulto che si prende cura) che condivida con lui le esperienze, attribuendo significati e ordine Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita Esperienze di interazione discontinue, frettolose, in cui la madre è poco disponibile, impediscono al bambino di sperimentare il piacere del contatto fisico, vocale, visivo. Il bambino entra in contatto con stimolazioni improvvise, non organizzate, troppo differenti e ha difficoltà ad organizzarle, a dare un senso, e a costruirsi una trama di esperienze piacevoli da cui partire per stabilire un contatto positivo con il mondo. Sviluppo atipico L’adattamento reciproco tra predisposizioni funzionali e strutturali del bambino e predisposizioni del genitore può non funzionare a causa di mancanza di segnali da parte del bambino alterazione dei segnali da parte del bambino rifiuto o non accettazione parentale disturbi di uno o di entrambi i genitori contesto di disagio Sintonia: una mancanza può determinare Relazione di attaccamento insicura o disorganizzata Ansia e angoscia Scarsa fiducia nella disponibilità del mondo circostante Continua minaccia al proprio Io e conseguente aggressività Lo sviluppo del bambino differenze biologicocostituzionali differenze culturaliambientali Interazione bambino-caregiver Affetti Evoluzione delle strutture mentali Reciprocità: un carente funzionamento può avere conseguenze Sviluppo linguistico Competenze sociali Comprensione di sentimenti e stati d’animo Regolazione degli impulsi e dell’aggressività Intenzionalità: una sua carenza può causare Carenze nello sviluppo linguistico e comunicativo Scarsa autonomia e decisionalità Dipendenza affettiva e relazionale Progettazione di azioni e piani sequenziali di comportamenti Scarsa autostima Scarsa motivazione intrinseca La relazione come matrice • I legami d’attaccamento influenzano lo sviluppo cerebrale di funzioni mentali essenziali quali la regolazione delle emozioni, la cognizione sociale, la memoria autobiografica. • Queste funzioni hanno sede nelle regioni orbitofrontali che sono particolarmente sensibili per la loro maturazione alle interazioni sociali precoci e che svolgono essenziali funzioni di integrazione. La relazione come matrice A partire dall’esperienza di scambi interattivi sintonici, attivati e regolati per mezzo delle emozioni, il bambino sviluppa progressivamente le sue funzioni psichiche autonome e l’immagine di sé. La relazione come matrice • La presenza di interazioni sociali sostenute e caratterizzate da una tonalità affettiva positiva è indispensabile per la corretta crescita cellulare e per l’organizzazione cerebrale (Siegel, 1999). • L’esposizione a interazioni stressanti e negativamente connotate può condurre ad una eccessiva eliminazione sinaptica a livello del sistema limbico, con conseguenti difficoltà a livello della regolazione emotiva. La relazione come matrice • I legami d’attaccamento influenzano lo sviluppo cerebrale di funzioni mentali essenziali quali la regolazione delle emozioni, la cognizione sociale, la memoria autobiografica. • Queste funzioni hanno sede nelle regioni orbitofrontali che sono particolarmente sensibili per la loro maturazione alle interazioni sociali precoci e che svolgono essenziali funzioni di integrazione. L’intesoggettività Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita l’intersoggettività A partire dai rigorosi studi naturalistici e biologici, Trevarthen è giunto ad individuare il ruolo delle emozioni nello sviluppo della mente infantile. La reciproca regolazione emotiva di bambini e nel corso della comunicazione rende possibile lo sviluppo della funzioni psicologiche. Ha compiuto studi sullo sviluppo dell’Intersoggettività nell’ambito della relazione madre-bambino L’intersoggettività Il processo che garantisce la stimolazione del bambino da parte dell’adulto Lo sviluppo L’intersoggettività della relazione nei primi anni di vita: l’intersoggettività Lo studio dell’intersoggettività ha fornito contributi importantissimi alla comprensione degli scambi interattivi precoci e diadici che fanno da cornice allo sviluppo psichico. L’intersoggettività è il processo di condivisione dell’attività mentale tra soggetti durante un qualsiasi atto comunicativo Si manifesta come immediata e naturale consapevolezza della presenza dell’altro Lo sviluppo L’intersoggettività della relazione nei primi anni di vita: l’intersoggettività Dipende dalla produzione e dal riconoscimento di movimenti di del corpo, del viso, del tratto vocale, delle mani predisposti per la funzione comunicative È una capacità innata, non richiede abilità cognitive astratte e non dipende dall’apprendimento culturale Lo sviluppo dell’intersoggettività avviene per sequenze di fasi geneticamente predeterminate di successive organizzazioni del sistema nervoso Lo sviluppo L’intersoggettività della relazione nei primi anni di vita: l’intersoggettività Intersoggettività primaria (ca primi 6 mesi) Fase dei giochi 1 e 2 (ca 6-12 mesi) Intersoggettività secondaria (12-18) Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita: l’intersoggettività primaria Indicatori di questo interesse sono: l’imitazione neonatale Ampio repertorio di comportamenti espressivi le protoconversazioni Come i cervelli si mettono in contatto nelle protoconversazioni Il bambino conosce il volto della madre La madre conosce il volto della madre La madre ascolta e guarda le espressioni del bambino e risponde Il bambino ascolta e guarda le espressioni del bambino e risponde Due dita – sperimentatore 00:06:05:42 Due dita – sperimentatore 00:06:06:91 Imitazione neonatale Le protoconversazioni Sono interazioni spontanee a carattere affettivo positivo tra madre e bambino, entrambi i partner collaborano nella creazione di scambi caratterizzati da una iniziale alternanza di turni. Sono regolate dalle emozioni attraverso un processo empatico il cui scopo principale è stabilire legami affettivi positivi con l’altro. Le protoconversazioni Il bambino attratto dalla voce, dall’espressione del volto e dai gesti delle mani risponde gioco-samente con affetto, imitando e provocando imitazione La madre guarda e ascolta, anticipando intuitivamente le espres-sioni del bambino. Risponde empaticamente e giocosamente con linguaggio “motherese”, tocco ed espressioni del volto e delle mani Comunicazione precoce tra madre e bambino di due mesi. Questo è il periodo della Intersoggettività Primaria. Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita: l’intersoggettività Nella fase dell’intersoggettività primaria • Si attivano le predisposizioni strutturali e funzionali del bambino • Si attivano i comportamenti istintivi della madre Il bambino necessita di uno stretto contatto fisico con la madre per acquisire sicurezza emotiva, per sentire la presenza di chi lo tranquillizza e lo protegge se le stimolazioni diventano eccessive Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita: l’intersoggettività Fase dei Giochi Primo periodo: da 2 a 6 mesi Emerge l’interesse per gli oggetti Cominciano i giochi interpersonali basati sulla presenza e manipolazione di aspettative reciproche. L’intersoggettività è molto forte nei giochi interpersonali senza oggetti caratterizzati da ritmi veloci, scherzi, aspettativa impaurita, eccitazione, canzoni Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita: l’intersoggettività Fase dei Giochi 2 Secondo periodo: fino ai 9 mesi I giochi interpersonali crescono per intensità, quantità e durata : imitazioni reciproche, batti batti le manine,, gioco del cucu’ Il bambino diviene esperto a giocare con le intenzioni altrui. Il bambino è esperto nel giocare con le intenzioni e le aspettative dell’altro e incomincia a prenderlo in giro (es. offre un oggetto e poi lo tira indietro). Protosegni o Protosimboli per sottolinearne la natura semi-convenzionale. Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita: l’intersoggettività secondaria Periodo: dai nove mesi ai 14 mesi Si verifica: • Sviluppo di una grande quantità di relazioni triadiche, con oggetti e con altri • Compaiono comportamenti di segnali più convenzionali: qiali indicare (richiestivo e dichiarativo) il che significa che il bambino intende la funzione comunicativa della propria azione referenziale così come quella dell’altro. Il triangolo personapersona-oggetto con attenzione condivisa Prima della fine del primo anno, un bambino comincia a manifestare interesse nel condividere scopi ed interessi con un familiare. Questa coscienza cooperativa richiede l’abilità di alternare l’attenzione tra un oggetto ad una persona, mentre si presta attenzione alle loro emozioni, segnali interesse e prontezza nell’agire. Questo è il momento in cui il bambino comincia a vocalizzare “commenti” con gesti e a fare atti significativi. Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita: l’intersoggettività secondaria Il bambino esprime una forte motivazione al coinvolgimento in comunicazioni con il suo interlocutore su altre persone, oggetti ed eventi. Esiste una consapevolezza persona- persona-oggetto e la creazione di un mondo dal significato comune. Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita: l’intersoggettività secondaria In questa fase compaiono: L’attenzione condivisa (joint attention), ovvero la capacità di focalizzare la propria attenzione sull’oggetto dell’attenzione altrui L’ emotional referencing, ovvero dell’uso della reazione emotiva di un adulto quale commento sulla valenza di un oggetto o persona. Fasi di sviluppo dell’intersoggettività Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita: l’intersoggettività secondaria Il contatto fisico diviene meno importante e la relazione viene mantenuta grazie allo sguardo e alla voce: il bambino può in questo modo allontanarsi per esplorare l’ambiente, conoscerlo e padroneggiarlo. Nella relazione la mamma guarda il bambino che gioca, che esplora che manipola gli oggetti, condividono l’attenzione Con il gesto dell’indicare il bambino approda alla comunicazione intenzionale e diventa partner attivo nella comunicazione Può indicare per chiedere un oggetto (indicare richiestivo, “voglio”) o per dirigere l’attenzione dell’altro sull’oggetto (indicare dichiarativo, “guarda”) Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita Lo sviluppo della relazione nei primi anni di vita: l’intersoggettività secondaria Il bambino “da lontano” legge lo sguardo della madre, capisce le sue intenzioni e il messaggio che gli sta inviando (di incoraggiamento o di divieto) E l’inizio della Teoria della mente: la capacità di capire ciò che gli altri vogliono dire, attribuire agli altri stati mentali, intenzioni, pensieri. Perchè questi concetti sono utili ad un educatore? Bisogna riconoscere le differenze individuali e fornire le esperienze evolutive che sono mancate attraverso la creazione di una relazione empatica, intima e coinvolgente in cui il bambino possa sperimentare il vero piacere di imparare. In assenza di una cornice di riferimento emotivo-esperenziale significativa il processo di apprendimento si realizza in maniera meccanica, rigida e poco flessibile i cui prodotti non possono essere generalizzati. Ricerche in campo neurologico Studi di imaging del cervello Ricerche sulle prime fasi dello sviluppo Stretto legame tra emozione e cognizione Le emozioni Le emozioni hanno lo scopo fondamentale di creare organizzare e orchestrare molte delle funzioni principali della mente. Intelletto, capacità scolastiche, senso di Sé, coscienza e moralità hanno tutti radici comuni nelle primissime esperienze emotive. Le emozioni sono le artefici di una vasta gamma di operazioni cognitive nel corso di tutta la vita e rendono possibile il pensiero creativo in ogni sua forma. Concetto di sviluppo Lo sviluppo umano avviene per fasi, in cui si manifestano abilità e competenze sempre più adeguate e sempre più complesse. La completezza raggiunta in una fase rappresenta la piattaforma da cui partire per la fase successiva, in cui saranno perfezionate ulteriormente le precedenti acquisizioni. INFANZIA: con l’acquisizione dell’autonomia psicomotoria FANCIULLEZZA: apprendimento del linguaggio e delle nozioni di base PUBERTA’: legata alla maturazione sessuale ADOLESCENZA: legata al processo di separazione individuazione e di acquisizione di un’identità Darwin • Osservazione sistematica del figlio Doddy in diverse sistuazioni emotigene => L’espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali (1872) • tesi: – alcuni schemi di comportamento (come le espressioni facciali dei bambini) hanno importanza ai fini dell’evoluzione – Questi schemi di comportamento hanno radici nel nostro patrimonio genetico sviluppo come processo unitario, che coinvolge sia aspetti biologici che psicologici