LA SCOLASTICA E IL RAPPORTO FEDE-RAGIONE •LA SCOLASTICA E LA CULTURA MEDIEVALE •ANSELMO •TOMMASO D’AOSTA D’AQUINO LA FILOSOFIA NELLE SCHOLAE MEDIEVALI Termine “scolastica” indica la filosofia cristiana medievale insegnata nelle scholae del tempo (l’insegnamento non è più patrimonio delle abbazie e si avvia alla creazione delle università XIII) Scholasticus indica l’insegnante delle arti liberali (trivio: grammatica, retorica e logica; quadrivio: aritmetica, geometria, astronomia e musica), e in seguito anche il docente di filosofia o teologia Produzione letteraria: i Commentari e le raccolte di “questioni” (questiones disputates o quodlibetales) Pensiero: non è ricerca autonoma dalla tradizione, la tradizione religiosa è il fondamento della ricerca (auctoritas). Nella prospettiva cristiana: la verità è stata rivelata nelle Sacre scritture e nella tradizione (Padri della Chiesa) La ricerca della scolastica non ha come scopo trovare la verità, ma di comprendere la verità già data nella rivelazione: la filosofia è ancilla theologiae Periodi della scolastica (fine dell’VIII alla fine del XIV): Pre-scolastica (VIII-XII sec.): dall’identità di ragione e fede, si passa alla problematizzazione del loro rapporto (dialettici-antidialettici) , (Anselmo d’Aosta) Scolastica (XIII-inizio XIV): ragione e fede vengono considerate distinte, ma capaci di condurre in modo armonioso agli stessi risultati (Tommaso D’Aquino) Dissoluzione della scolastica (XIV sec): ragione e fede sono domini eterogenei (Guglielmo di Ockahm) RAGIONE E FEDE Che ruolo può avere la ricerca razionale individuale nella ricerca della verità? Dialettici: bisogna affidarsi alla ragione per intendere le verità della fede, l’uomo deve ricorrere alla ragione (che lo rende immagine di Dio) o rinuncia alla propria dignità (Berengario di Tours) Antidialettici: si appellano alle auctoritas, limitano il campo della filosofia alla difesa delle dottrine rivelate. Il ragionamento non ha valore e Dio è superiore non solo alle leggi della natura, ma anche a quelle della logica (Pier Damiani) ANSELMO D’AOSTA Nato ad Aosta nel 1033, fu abate del monastero di Bec, in Normandia e poi arcivescovo di Canterbury. Ragione e fede: il suo motto è credo ut intelligam (credo per capire): non si può intendere nulla se non si ha la fede. Ma occorre confermare e dimostrare la fede con motivi razionali. Tra fede e ragione vi è accordo perché derivano dall’illuminazione divina: se ci fosse contrasto (cosa che per lui non è possibile) bisognerebbe seguire la fede verità fondamentale della religione, l’esistenza di Dio, è verità di ragione: la ragione può dimostrarla con le sue forze PROVE DELL’ESISTENZA DI DIO Nel Monològion Anselmo dà una dimostrazione a posteriori (da ciò che è posteriore) dell’esistenza di Dio: nel mondo molte cose sono buone, ma sempre “più” o “meno” buone, presuppongono un bene assoluto che è Dio. Nel Proslògion viene data la dimostrazione a priori (da ciò che viene prima): la prova ontologica è rivolta a chi nega che Dio esiste (sal 13) “Lo stolto dice in cuor suo: Dio non c’è” Per negare l’esistenza di Dio, anche lo stolto deve possedere il concetto di Dio, perché è impossibile negare la realtà di qualcosa che non si pensi L’idea di Dio è quella di un essere “di cui non si può pensare nulla di maggiore” (quo maius cogitari nequit) Ciò di cui non si può pensare nulla di maggiore non può esistere nel solo intelletto, poiché se fosse nel solo intelletto qualche cosa che esiste nella realtà e dunque maggiore (più perfetto) Critiche alla prova ontologica: Gaunilone: diverso è il piano del pensiero dal piano della realtà Tommaso d’Aquino: si presuppone che abbiamo l’idea di Dio, noi non conosciamo l’essenza di Dio. Sono possibili solo prove a posteriori TOMMASO D’AQUINO 1225 Rocasecca dalla famiglia dei conti d’Aquino ed entrò nell’ordine dei domenicani, fu allievo di Alberto Magno a Parigi e poi docente a Colonia e Parigi Opere maggiori: Dell’ente e dell’essenza, il Commentario ad Aristotele, la Summa theologiae FEDE E RAGIONE Il fine dell’uomo è la beatitudine (unione con Dio): per raggiungerla non basta sulla ricerca filosofica Non tutti possono raggiungere le verità con la ragione e la via è spesso piena di errori: era necessaria la Rivelazione divina La ragione è comunque utile, è orientata alla fede può: 1. Dimostrare i “preamboli della fede” 2. Chiarire con “analogie” le verità della fede 3. Controbattere le obiezioni La ragione ha propri principi, ma questi derivano da Dio: le verità di ragione non potranno essere CINQUE “VIE” DELL’ESISTENZA DI DIO 1. 2. 3. 4. 5. Dio non è il primo nell’ordine delle conoscenze umane che cominciano dai sensi: per questo la dimostrazione di Dio è necessaria e sarà a posteriori Via cosmologica: “tutto ciò che si muove è mosso da altro” Via causale: ordine delle cause efficienti Via del possibile e del necessario:le cose possibili (che possono essere e non essere) esistono in virtù di cose necessarie (che hanno la loro necessità in sé o in altro), risalire a qualche cosa che sia necessario di per sé e causa di necessità Via dei gradi di perfezione Via della finalità delle cose GLI ATTRIBUTI DI DIO E IL METODO ANALOGICO A partire da queste cinque vie la ragione può scoprire altri attributi di Dio (nomi di Dio): sia per via negativa che per via positiva La via di rimozione: si negano di Dio tutte le imperfezioni Via della causalità e dell’eminenza: si conosce Dio attraverso le “perfezioni che comunica alla natura, le quali perfezioni si trovano in Dio in grado ben più eminente che nelle creature”. Gli attributi delle creature sono detti di Dio solo per analogia (parziale somiglianza e parziale dissomiglianza: sana si dice della medicina che della persona) LA VIA DELLA SOVRAEMINENZA Si rende conto sia della conoscibilità di Dio, ma anche il carattere approssimativo e imperfetto di tale conoscenza “si sa qualcosa di Dio…ma il nostro sapere di lui è un non-sapere: Dio è il Deus absconditus” Il nostro linguaggio è solo analogico: sarà più corretto dire che Dio è “Sovra-buono, sovraperfetto..” per rendere conto della differenza e del mistero (Dionigi areopagita) “Videntur mihi palee” DIRITTO E POLITICA La base della dottrina politica di Tommaso è la teoria del diritto naturale Esistono quattro tipi di legge: 1. La legge eterna: una ragione che governa l’universo e che esiste nella mente di Dio 2. La legge di natura che è negli uomini: è un riflesso di quella eterna (conservazione della vita, inclinazione alla procreazione, inclinazione a conoscere/ vivere in società/non recare danno ad altri) 3. La legge umana: inventata dagli uomini e dispone delle cose naturali 4. La legge divina: è rivelata nelle Scrittura per orientare l’uomo a Dio Ruolo della società civile e dello Stato (bene