SOCIETÀ,
GLOBALIZZAZIONE E
NUOVI MEDIA
GLOBALIZZAZIONE
(TERZA PARTE)
Francesca
Comunello
MAPPE E CONCEZIONE DEL MONDO
16/10/10
PROIEZIONE DI MERCATORE
16/10/10
EUROPA VS AMERICA LATINA
16/10/10
LA PROIEZIONE DI PETERS (1973)
16/10/10
BECK: LA SOCIETÀ DEL RISCHI0
 Ulrich Beck (nato 1944, Germania), “Che cos’è la
globalizzazione” (1997, tr. it 1999), “La società del rischio.
Verso una seconda modernità” (1986, tr. it. 2000)
 La società industriale avanzata è contrassegnata da:
- crisi delle certezze scientifiche, sociali, ideologiche
- un policentrismo socioculturale che mina l'autorità delle
istituzioni ma anche la fondatezza di qualsiasi punto di
riferimento.
Questa situazione genera disorientamento, perdita di controllo
della realtà, che si ritraducono in una condizione di
debolezza, e quindi di “rischio”.
 La seconda modernità è una "società del rischio “:
caratterizzata da una serie di rischi sia individuali che globali
che derivano dalla complessità sociale e dalle sue multiformi
manifestazioni.
RISCHIO E PERICOLO NELLA SOCIETÀ
GLOBALE
 Globalizzazione del rischio nel senso di intensità: guerra
nucleare può minacciare l’intera umanità
 Globalizzazione del r. nel senso di numero crescente di eventi
contingenti che interessano grandi masse in tutto il pianeta
(divisione globale del lavoro)
 R, derivante dall’ambiente creato o dalla natura socializzata:
applicazione del sapere umano all’ambiente fisico
 Consapevolezza del r. come tale: lacune di sapere dei rischi non
colmate altrimenti
 Consapevolezza diffusa del rischio
 Consapevolezza dei limiti del sapere esperto: nessun sistema
esperto può avere una conoscenza totale delle conseguenze
derivanti dall’applicazione dei principi esperti
 1-4: condizioni che alterano la distribuzione oggettiva dei rischi
 5-7: condizioni ce alterano l’esperienza o la percezione dei rischi
conosciuti
 I meccanismi di disembedding tolgono dalle mani di individui
o gruppi specifici il controllo degli eventi
 Consapevolezza dei molti rischi generalizzati è oggi dif fusa in
larghi strati della popolazione
 Ogni valutazione di mera probabilità è controversa
 I rischi non esistono solo sotto forma di pericoli derivanti
dall’imperfetto funzionamento dei meccanismi di
disembedding, ma anche come spazi d’azione “chiusi” e
istituzionalizzati.
 Rischi generati da forme di attività standardizzate (es.
scommesse o sport)
 Consapevolezza dei limiti del sapere esperto: il fatto di
rendersi conto dei margini di ignoranza degli esperti stessi
può minare la fiducia dei profani
RISCHIO E PERICOLO: L’ESEMPIO DEI
TERREMOTI
 P e r ic o lo s i t à s i s m ic a : è l a s t i m a d e l l o s c u ot i m e n to
a t te s o i n u n a c e r t a z o n a i n u n d a to te m p o d i
o s s e r va z i o n e . D i pe n de e s c l usi v am e n te d a l l e
c a r a t te r i s t i c h e d e l l a s i s m i c it à d e l l ’ a r e a e p o s s i a m o
s o l o v a l ut a r la , N O N m o d ifi c a r la . G e n e r a l m e n te l a
s t i m a d e l l a p e r i c o lo s i t à s i s m i c a s i b a s a s u u n
a p p r o c c io p r o b a b i l is t ic o e p e r t a n to e s p r i m e l o
s c u o t im e n to a t te s o c o n u n a c e r t a p r o b a b i li t à d i
a c c a d i m e nto i n u n a f i n e s t r a te m p o r a l e .
 R i s c h i o s i s m ic o : è u n a v a l u t a z i o n e d e i d a n n i c h e u n
ev e n to s i s m i co p o t r e b b e p r o d ur r e , s i a i n te r m i n i d i
p e r s o n e c o i nvo lte , s i a i n te r m i ni d i c o s t i e c o n o m i ci .
I l r i s c hi o s i s m i c o d i u n a c e r t a a r e a d i p e n d e d a l la
p e r ic o l o s i t à s i s m i c a , d a i b e n i e s p o s t i s u l t e r r i to r io
( p e r s o n e , a b i t a z i o n i , b e n i c u l t ur al i , i n d u s t r i e ,
i m p i a n t i p a r t i c o la r i , i n f r a s t r ut t ur e i n g e n e r a l e ) e
d a l la v u l n e r a b i l it à d e g li s t e s s i b e n i . L a v u l n e r a b i li t à
è l a p r o p e n s i on e a d a n n e g g i a r s i d i u n a s t r u t t ur a ,
o v v e r o l a s u a s c a r s a r e s i s te n z a a l l ’ a z i o n e d e l
te r r e m oto . I l r i s c h i o s i s m ic o P U O ’ e s s e r e
d r a s t ic a m e n te r i do t to c o n i n te r v e n t i d i r i d uz i o n e
d e l l a v u l n e r a b i li t à , c i o è d i m i g li o r a m en to d e l
c o m p o r t a m e n to s i s m i co d i u n a s t r u t t ur a .
 FO N T E : I N GV
RISCHI GLOBALI
 I rischi globali: rischi ambientali (l ’ef fetto serra e le sue
conseguenze metereologiche), rischi bellici (il terrorismo
internazionale), rischi alimentari (il problema della “mucca
pazza” o degli organismi geneticamente modificati), rischi
nucleari (Chernobyl), rischi sociali (sommosse, fame,
persecuzioni politiche e religiose) rischi sanitari (Ebola, H5N1
e SARS) emergono dalle condizioni stesse dello sviluppo post industriale e che costringono ad una revisione dell'idea
sostanzialmente ottimista e positiva del modernismo .
 Il rischio come segno distintivo e misura dell'incertezza
dell'età post-moderna: i rischi sociali, politici, ecologici e
individuali eludono progressivamente il controllo delle
istituzioni protettive della società industriale.
 La velocità con cui si susseguono le innovazioni, ma anche
l’estendersi del numero degli eventi che possono essere
considerati “critici” per gli equilibri internazionali, non
consentono alla società di rispondere tempestivamente in
modo appropriato, né di controllarne gli ef fetti.
SOCIETÀ MONDIALE DEL RISCHIO E
SECONDA MODERNITÀ
 Prima modernità o modernità semplice: società industriale e
realtà lineare, percorsi di vita identificabili e stratificazione
sociale organizzata
 Seconda modernità o Modernità riflessiva, intesa una società
che è il “riflesso” della precedente, ma ha perso i caratteri di
linearità e coerenza della precedente ed è priva di razionalità
non vedendo i pericoli che produce
 La SMR nasce dalla consapevolezza di una realtà
incredibilmente più complessa capace di impattare sulle
condizioni oggettive in modo inavvertito “alle spalle degli
uomini”
 Tematiche a sostegno della SMR
 fragilità della civilizzazione
 shock ecologico
SMR: PERICOLI GLOBALI
 3 generi di pericoli globali: (pericoli della normalità vs pericoli
eccezionali)
 Conflitti sui “bads” che vengono prodotti come rovescio dei
“goods”: distruzione ecologica e pericoli tecnico -industriali
determinati dalla ricchezza (emissioni CO2, ef fetto serra,
conseguenze imprevedibili biogenetica)
 Distruzione ecologica e pericoli tecnico -industriali determinati
dalla povertà. Es. disboscamento foreste pluviali, rifiuti tossici
(anche importati), grandi tecnologie invecchiate (industria
chimica, nucleare). “Questi pericolo emergono nel contesto
dei processi di modernizzazione avviati e interrotti. Così,
crescono le industrie che possiedono un potenziale
tecnologico rischioso per l’ambiente e la vita, senza che i
paesi in cui si trovano dispongano dei mezzi istituzionali e
politici per evitare possibili catastrofi” (Beck, p. 60)
SMR: PERICOLI GLOBALI (ARMI DI
ANNIENTAMENTO DI MASSA)
 Pericoli delle armi di annientamento di massa sono legati a
situazioni di guerra o di terrorismo
 Guerra: anche dopo la fine della contrapposizione Est -Ovest, i
pericoli legati alle armi nucleari e/o biologiche non si sono
estinti, sono anzi sfuggiti alla struttura di controllo del “patto
atomico” tra superpotenze
 Terrorismo fondamentalista o privato. Cresce la possibilità
che anche gruppi privati (e non solo statali) possano disporre
di armi di annientamento di massa > nuova forma di pericolo
per la società
 Focolai globali di pericolo sono in grado di completarsi e
rinforzarsi: disastri ecologici favoriscono le guerre (es. acqua),
conflitti armati per risorse vitali o sollecitazione impiego
forza militare per tutelare risorse
INVOLONTARIA POLITICIZZAZIONE
 Un paese che vive nella miseria sfrutterà l’ambiente fino
all’ultimo
 Disastri ecologici possono provocare movimenti di masse in
fuga, che a loro volta possono provocare conflitti bellici; oppure
stati belligeranti destinati alla sconfitta possono ricorrere al
rimedio estremo della distruzione di risorse naturali
 “Spirale della distruzione”
 Minacce globali mettono in discussione gli schemi di sicurezza
tradizionali
 “non esistono pericoli globali come tali, essi sono piuttosto
mescolati e intrecciati, fino all’irriconoscibilità, con i conflitti
della povertà, con i conflitti etnici e con quelli dei nazionalismi
che affliggono il mondo” (Beck p. 61)
 No autonomia crisi globali; involontaria politicizzazione di tutti i
campi di azione sociali causata dai produttori globali di rischio
RELATIVIZZAZIONE DELLO STATO
NAZIONE
 Globalizzazione significa politicizzazione, perché “il
dispiegarsi della globalizzazione consente alle imprese (…) di
liberare e riconquistare il potere di azione, finora
addomesticato con gli strumenti della politica e dello Stato
sociale” (Beck, p. 14)
 “Proprio perché il lavoro può e deve essere più flessibile per
far crescere i profitti, la politica corrente va contro se stessa.
Chi stimola la crescita economica produce, alla fine,
disoccupazione. Chi abbassa le tasse (…), produce in modo
analogo, quasi sempre, disoccupazione” (pp.14 -15)
 Globalizzazione sollecita un depotenziamento della politica
nazional-statale
 Imprese possono espor tare posti di lavoro, distribuire il lavoro
nel mondo, fino a rendere “puri e semplici inganni le etichette
dei prodotti”
CONTRIBUENTI VIRTUALI
 Le imprese possono “ distinguere autonomamente tra luogo di
investimento, luogo di produzione, sede fiscale e sede di
residenza” dei manager
 Subpolitica: opportunità ulteriori di azione e potere al di là del
sistema politico (p. 16)
 La società mondiale relativizza lo Stato -nazione
 Capitalismo senza lavoro più capitalismo senza tasse
 Es. Germania (1979-97) crescita dei profitti delle imprese:
90%; crescita dei salari: 6%; ricavato delle tasse sui salari:
raddoppiato; ricavato delle imposte sul reddito delle società:
dimezzato
 Cresce il livello del conflitto tra contribuenti virtuali e reali
(multinazionali vs piccole e medie imprese)
 Sovvenzioni a multinazionali: 1) ottimizzazione misure
infrastrutturali; 2) sovvenzioni statali; 3) meno tasse; 4)
esternalizzazione costi per i disoccupati
 Individualizzazione: “cemento sociale diventa poroso, la
società perde la propria autocoscienza collettiva e con ciò la
sua capacità di azione politica” (Beck, p. 21)
 Globalizzazione economica: il capitalismo perde e fa perdere
lavoro > “si infrange l’alleanza storica tra economia di
mercato, Stato sociale e democrazia, che sinora ha
legittimato il progetto della modernità”
 Morte di un modello di modernizzazione che riguarda Stato
sociale, democrazia e opinione pubblica
GLOBALISMO
 Beck distingue tra globalismo, globalità e globalizzazione
 Globalismo: “il punto di vista secondo cui il mercato mondiale
rimuove o sostituisce l’azione politica, vale a dire l’ideologia
del dominio del mercato globale” (neoliberismo, p. 22)
 Monocausale, economicistica, “riduce la multidimensionalità
della globalizzazione ad una sola dimensione” (quella
economica) e considera ad essa subordinate le altre
dimensioni
 Il nucleo ideologico del globalismo consiste nel liquidare una
dif ferenza fondamentale della prima modernità (politica vs
economia)
 Non c’è solo un globalismo af fermativo, ma anche un
globalismo “che dice no”
TRE FORME DI PROTEZIONISMO
 Protezionisti neri: fanatici dello stato nazione E
contemporaneamente del mercato libero mondiale. Viene
tratteggiata una società mondiale in cui stati forti e mercato
libero coesistono
 Protezionisti verdi: lo stato è come un animale minacciato di
estinzione e va difeso in quanto unico baluardo di difesa degli
standard ambientali. Il protezionismo verde non riesce a
pensare globalmente e agire localmente ma è un vincitore
della globalizzazione
 Protezionisti rossi: globalizzazione come lotta di classe,
nostalgia dello stato sociale senza capire che il problema non
è congiunturale ma definitivo, senza considerare il bisogno di
riordinare gli aiuti sociali in altre forme
GLOBALITÀ
 “Globalità significa che viviamo da tempo in una società
mondiale, e questo nel senso che la rappresentazione di spazi
chiusi diviene fittizia” (Beck, p. 23)
 “Società mondiale” significa l’insieme dei rapporti sociali che
non sono integrati nella politica dello Stato nazionale o non
sono da essa determinati
 Significa anche società mondiale percepita, riflessiva: gli
uomini e le culture si percepiscono come reciprocamente
legati, pur nelle loro dif ferenze
 “mondo” significa dunque dif ferenza, molteplicità, “società”
significa non-integrazione > società mondiale come
molteplicità senza unità
GLOBALIZZAZIONE
 Globalizzazione significa “il processo in seguito al quale gli
Stati nazionali e la loro sovranità vengono condizionati e
connessi trasversalmente da attori transnazionali”
 Irreversibilità della globalità come dif ferenza essenziale tra
prima e seconda modernità
 Cosa rende la globalità irreversibile?
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l’interazione del commercio internazionale
la rivoluzione permanente delle comunicazioni
le rivendicazioni di democrazia e dei diritti umani
lo sviluppo degli attori multicentrici
le problematiche ambientali
la povertà globale
Distruzioni globali dell’ambiente
Conflitti transculturali locali
SOCIETÀ MONDIALE
 La globalità caratterizza la seconda modernità; la
globalizzazione è il processo che “crea spazi e legami sociali
transnazionali, rivaluta le culture locali e stimola le culture
terze” (Beck, p. 25)
 Tre parametri fondamentali: estensione nello spazio, stabilità nel
tempo, densità sociale delle reti
 La specificità del processo di globalizzazione “consiste
nell’estensione, densità e stabilità, empiricamente rilevabili,
delle reti di relazioni reciproche regional-globali e della loro
autodefinizione massmediale, così come degli spazi sociali e dei
loro flussi d’immagine a livello culturale, politico, finanziario,
militare ed economico” (p. 25)
 Nuova è anche l’autopercezione di questa transnazionalità,
nuova è la “perdita del luogo”, nuova è la percezione dell’Altro
transculturale nella propria vita
 Società mondiale senza stato mondiale e senza governo
mondiale
GLOBALIZZAZIONI (DIMENSIONI DELLA
GLOBALIZZAZIONE)
 Globalizzazione delle informazioni (es. Eltsin trasmesso dalla
CNN)
 Globalizzazione ecologica
 Globalizzazione economico -finanziaria
 Globalizzazione della produzione
 Globalizzazione culturale
 Dimensioni: tecnico-comunicativa; ecologica; economica;
organizzazione del lavoro; civile; ecc.
 “Per globalizzazione si intende l’evidente perdita di confini
dell’agire quotidiano nelle diverse dimensioni dell’economia,
dell’informazione, dell’ecologia, della tecnica, dei conflitti
transculturali e della società civile” (p. 39)
 Radicale trasformazione della vita quotidiana; “(con)vivere e
agire al di sopra delle distanze” ( Giddens)
PER UNA SOCIOLOGIA DELLA
GLOBALIZZAZIONE
 “Il dibattito sulla globalizzazione nelle scienze della società può
essere compreso e sviluppato come una controversia su quali
assunti di fondo (…) possano sostituire l’assiomatica nazional statale”
 1. “Categorie di mezzo” rivelate nell’ambito della ricerca sociale sulle
migrazioni: approccio che tiene conto degli spazi sociali transnazionali
 2. Teoria del sistema-mondo radicalizza questa prospettiva
nell’assunzione opposta: l’agire sociale si realizza nel quadro generale
del sistema capitalistico mondiale (divisione del lavoro e disuguaglianze)
 3. Questo sguardo sul sistema-mondo viene relativizzato da “i due mondi
della politica mondiale” (Rosenau): la società degli stati nazione; le
organizzazioni transnazionali (attori, gruppi, individui)
 4. Società mondiale del rischio
 5. Cultural theory: “sia… sia” sostituisce “o…o”
 6. Società civile transnazionale
OLTRE IL NAZIONALISMO METODOLOGICO
 Nella prospettiva del nazionalismo metodologico (prima
modernità) la società e lo Stato sono vissuti e organizzati
come sovrapponibili
 Presupposto: controllo politico -statale dello spazio
 Questa architettura del pensiero e dell’azione “si infrange
contro la spinta di una globalizzazione economica, politica,
ecologica, culturale e “biografica”
 Imprese transnazionali sono in grado di muovere gli Stati
nazionali uno contro l’altro
 Anche con “i mondi simbolici dell’industria culturale globale”
si supera l’identificazione di Stato, società e identità
(Appadurai: immaginazione delle vite possibili non può più
essere intesa in senso nazionale o etnico)
DUE CONCETTI DI CULTURA
 “Cultura 1”: connette la cultura ad un determinato territorio
(dal Romanticismo in poi; relativismo culturale)
 “Cultura 2”: più esteso, cultura come “software” umano
universale, che sta alla base delle teorie dello sviluppo e della
dif fusione della cultura, definita come un processo di
apprendimento translocale; cultura “al plurale”
 Regionalismi sopranazionali e subnazionali
GLOBALIZZAZIONE DAL BASSO
 Società civile transnazionale
 Es. Greenpeace; alleanza di convinzioni contrapposte
 “il cittadino scopre che l’atto di acquisto può diventare una
scheda elettorale diretta”
 Protesta indotta e alimentata con mezzi simbolici e mass mediali (oggi anche con mezzi digitali)
 L’uomo soggiace alla politica simbolica dei media, a maggior
ragione nell’astrattezza e nell’onnipresenza della distruzione
che attraversa la società mondiale del rischio
 “Semplicità”, intesa come
 Trasmissibilità: noi tutti siamo colpevoli nei confronti dell’ambiente; i
casi di grandi disastri ambientali causati da multinazionali rendono
“evidente la situazione dell’uomo qualunque”; differenza di
dimensioni
SEMPLICITÀ:
 “Protesta morale”: “quelli lassù” sono autorizzati a distruzioni
di grande entità, “noi qua giù” siamo caricati di responsabilità
quotidiane
 Opportunità politica
 Facili alternative d’azione (scelte d’acquisto “moralmente
buone”)
 “Vendita ecologica di indulgenze”: boicottaggio come facile
forma di (auto)assoluzione senza costi personali
LA GLOBALIZZAZIONE DELLE BIOGRAFIE
 “Poligamia di luogo”: la “nostalgia di casa” può avere due (o più)
volti per quote crescenti della popolazione
 I contrasti del mondo non hanno luogo “là fuori”, ma al centro
della nostra vita (famiglie multiculturali, azienda, amici, scuola,
città, ecc.): noi tutti viviamo in maniera glocale
 Una vita “in viaggio”: vivere in un posto non significa più
(necessariamente) vivere insieme, e vivere insieme non significa
più vivere nello stesso luogo
 Dalla metafora del flaneur alla vita “con la segreteria telefonica
e il mail-box”
 Dalla mobilità come movimento di un’unità sociale tra due
luoghi sul piano della gerarchia dei rapporti sociali alla mobilità
interna della propria vita (essere contemporaneamente “qui” e
“lì”
 Adattabilità psicologica e fisica necessaria per gestire la vita
quotidiana tra mondi differenti
ERRORI DEL GLOBALISMO
 Nuova semplificazione delo globalismo “inteso come il dominio
del mercato che si impone su tutto e che tutto cambia”
 Metafisica del mercato mondiale : agire unidimensionale, mondo
unicausale (es. pensioni)
 Il cosiddetto libero mercato mondiale : si trascura che viviamo in
un mondo lontano dal libero mercato fondato sui vantaggi che
possono derivare dalla competizione. Due modi per abbassare i
costi: accresciuta redditività o abbassamento standard di
produzione e lavoro
 Da un punto di vista economico abbiamo ancora a che fare con
l’internazionalizzazione, non con la globalizzazione: rapporti tra
determinate aree del mondo
 Drammaturgia del rischio: il potere del globalismo deriva per lo
più dalla messa in scena della minaccia; egemonia semantica
ERRORI DEL GLOBALISMO - 2
 Assenza di politica come rivoluzione: si ubbidisce alle leggi di
mercato mondiale, che “costringono” a ridurre al minimo lo
Stato (sociale) e la democrazia
 Il mito della linearità
 Critica del pensiero catastrofico: diminuzione della forza
lavoro non è una crisi (dif ficilmente reversibile), né una
catastrofe (potenziali opportunità di libertà)
 Protezionismo nero: adorano lo Stato nazionale e lo
smantellano con ideologia neoliberale
 Protezionismo verde: considerano lo Stato-nazione come un
biotopo a rischio che protegge gli standard ambientali contro
gli interventi del mercato mondiale
 Protezionismo rosso: rispolverano la vecchia lotta di classe;
nostalgia dello Stato sociale
RISPOSTE ALLA GLOBALIZZAZIONE
1 - Co o pe razio ne i n te rn azionale:
a um e n to c o l l abora zione t ra s t a t i n a z i onali pe r l i mit are i l pote re de l l e i m pre se
g l o bali;
n e c e ssit à di un a re g o lament a zione i n te rn azion ale e di m a g giore c o o rdi na mento
i n te r st at uale ;
a n c h e s e n o n t ut t i g l i s t a t i po s s ono un i r si i n s e nso t ra n s n azio nale, po s s ono
pro c e de re a s sieme m e di an te a c c o rdi e ri de fi nizioni di s et n o rm at ivi
2 - La s ov ranit à i n c l usiva
l a de l e ga de i di ri t t i di s ov ranit à è pa ra l lela a l l ’a c quisizio ne di m a g giore pote re di
o rg a niz z azione t ra n s n az ionale
3 - Pa r te c i pa zione de l l avoro a l c a pi t a le
Riorientamento della formazione
poiché la società globale è la società della conoscenza la formazione, la
ricerca e il sapere divengono centrali;
quindi: allungare il periodo di formazione, allargare la formazione specifica a
determinate professioni, orientare la formazione ver so qualificazioni -c hiave
con una vasta gamma di applicazioni, flessibilità, apprendimento
permanente
La spinta dal basso: imprese transnazionali ademocratiche o
antidemocratic he?
Presentare il conto ai contribue nti vir tuali
il progetto economi co liberista non può essere svincolato da un progetto
politico di democratici z zazi one .
Beck auspica la nascita e lo sviluppo di una Amnesty dei consumatori in
grado di far rispettare alle imprese uno standard democratico
Culture sperimentali, mercati di nicchia, autorinnovamento delle società?
Un contratto sociale contro l’esclusione?