LA SINDROME ADHD DISTURBO DA DEFICT DI ATTENZIONE/IPERATTIVITA’ ATTENTION DEFICIT HYPERACTIVITY DISORDER UNIMC 2106 FRANCESCO SAGRIPANTI • ADHD è presente in circa l'1% (fonte Istituto Superiore di Sanità) della popolazione infantile • ha una causa neurobiologica e si caratterizza per la presenza di sintomi di disattenzione, impulsività/iperattività, riconducibili a difficoltà nell'autocontrollo e nelle capacità di pianificazione e non attribuibili ad un deficit dell’intelligenza IL QUADRO CLINICO • selezionare le informazioni necessarie per eseguire il compito e mantenere l’attenzione per il tempo utile a completare la consegna • resistere ad elementi distraenti presenti nell'ambiente o a pensieri divaganti • seguire le istruzioni e rispettare le regole (non a causa di comportamento oppositivo o di incapacità di comprensione) • utilizzare i processi esecutivi di individuazione, pianificazione e controllo di sequenze di azioni complesse, necessarie all'esecuzione di compiti e problemi • regolare il comportamento che si caratterizza quindi per una eccessiva irrequietezza motoria e si esprime principalmente in movimenti non finalizzati, nel frequente abbandono della posizione seduta e nel rapido passaggio da un'attività all'altra • controllare, inibire e differire risposte o comportamenti che in un dato momento risultano inappropriati: aspettare il proprio turno nel gioco o nella conversazione • applicare in modo efficiente strategie di studio che consentano di memorizzare le informazioni a lungo termine. • SPESSO MA NON SEMPRE… • nel costruire e mantenere relazioni positive con i coetanei • nell'autoregolare le proprie emozioni • nell'affrontare adeguatamente situazioni di frustrazione imparando a posticipare la gratificazione • nel gestire il livello di motivazione interna approdando molto precocemente ad uno stato di “noia” • nell'evitare stati di eccessiva demoralizzazione e ansia • nel controllare livelli di aggressività • nel seguire i ritmi di apprendimento della classe a causa delle difficoltà attentive. • In alcuni soggetti prevale la disattenzione, in altri l’iperattività/impulsività, ma nella maggior parte dei casi i due problemi coesistono • • Le ricerche di neuropsicologia cognitiva hanno molto spesso riscontrato che i bambini con ADHD presentano problemi attentivi soprattutto in compiti che richiedono l’applicazione di processi altamente controllati, soprattutto per lo svolgimento di compiti prolungati nel tempo o in attività che richiedano una discreta dose di flessibilità cognitiva e uso di strategie.( Linee Guida SINPIA ) IMPULSIVITA’ • Il comportamento dei bambini iperattivi è caratterizzato da risposte scarsamente regolate. Alcuni bambini sembrano rispondere agli stimoli che ricevono dal contesto in modo inappropriato, e agiscono senza pensare. Il termine impulsività è spesso utilizzato per descrivere tale stile di comportamento. • Barkley (1997a) ha dimostrato che il comportamento scarsamente controllato dai bambini con ADHD può essere spiegato da deficit che riguardano l’inibizione comportamentale. • hanno difficoltà nell’inibire una risposta predominante, (una risposta precedentemente associata ad un rinforzo); • hanno difficoltà nel fermarsi in corrispondenza di risposte che possiedono uno spazio temporale (a causa di questa difficoltà, non possono permettersi una dilazione nel fornire risposte più appropriate quando considerano dei compiti alla loro portata e pensano di fornire o sviluppare nuove e più appropriate risposte); • hanno delle difficoltà nel controllare le interferenze, cioè quando devono proteggere le loro risposte da stimoli esterni in concorrenza con lo schema comportamentale principale richiesto. IPERATTIVITA’ • Il termine iperattività si riferisce a un eccesso di movimenti, anche secondari, irrilevanti rispetto al compito (es. agitazione) o grandi movimenti che riguardano il corpo (es. irrequietezza) e non sono determinati da una predisposizione del soggetto alla motricità (Taylor 1994). • Questo eccesso di movimenti sembra non essere una funzione secondaria della distraibilità, poiché è stato osservato lo stesso eccesso di movimenti durante il giorno (Taylor et al. 1991) e durante le ore di sonno (Porrino et al. 1983), ovvero quando non viene richiesta attenzione o non viene richiesto nessun controllo comportamentale. IPERCINETICO NON E’UGUALE ADHD • SPESSO SI IDENTIFICANO QUESTI BAMBINI CON L’ETICHETTA DI “IPERCINETICO” SI TRATTA DI UN ERRORE TERMINOLOGICO OLTRE CHE DI UNA ECCESSIVA SEMPLIFICAZIONE. • SI PUO’ AVERE UN DISTURBO DELLA ATTENZIONE NON ASSOCIATO AD IPERCINESIA. • VISTA LA COMPLESSITA’ DELLA SINDROM E E’ SBAGLIATO RIDURLA AD UN SOLO SINTOMO PER QUANTO SIGNIFICATIVO. COMORBIDITA’ • L’iperattività è spesso associata a un’ampia varietà di difficoltà infantili. Le difficoltà più comuni, associate all’ADHD, sono l’oppositività e la condotta. Nell’insieme gli studi suggeriscono che il 40-90% dei bambini con ADHD soddisfa i criteri diagnostici per il Disturbo Oppositivo Provocatorio o per il Disturbo della Condotta (Tannock 1998). • Tali difficoltà comportamentali spesso persistono fino all’adolescenza, le stime indicano che il 68% degli adolescenti con ADHD hanno anche un Disturbo Oppositivo Provocatorio (Barkley et al. 1991). • Spesso è difficile distinguere gli atti volitivi di non compliance dalle caratteristiche dell’impulsività, ovvero da quegli atteggiamenti non curanti nei confronti delle regole. • Sono associate all’ADHD anche delle difficoltà scolastiche (Cantwell e Baker 1991). Oltre un terzo dei bambini diagnosticati clinicamente con ADHD hanno anche un disturbo dell’apprendimento (August e Garfinkel 1990). • Il comportamento disattento e impulsivo può rendere scarsa la performance del bambino a scuola, rispetto al livello generale della classe, sebbene sia ancora da chiarire se la relazione tra ADHD e disturbo di apprendimento. • Nella maggior parte dei DSA c’e’ una fragilità del Sistema Esecutivo/attentivo (F. Benso) LA SOCIALIZZAZIONE • Nei bambini con ADHD vengono generalmente notate anche delle difficoltà nel fare nuove amicizie e nel mantenerle. Gli stessi problemi possono essere particolarmente evidenti quando l’ADHD si presenta in combinazione con difficoltà specifiche di apprendimento (Flick 1992) o con comportamenti oppositivi o provocatori. • I bambini con ADHD tendono ad essere più polemici, dominanti, aggressivi e instabili, ciò può portare al rifiuto e all’isolamento sociale (Guevremont 1990). • La loro impulsività può influire sulla capacità di elaborare gli indizi socialmente rilevanti, può influire inoltre sulla capacità di elaborare accuratamente le informazioni e può sottolineare la tendenza a vedere le interazioni sociali ambigue o neutrali in modo negativo od ostile (Milich e Dodge 1984). La diagnosi • Le linee guida per la diagnosi dell'ADHD prevedono osservazione clinica e questionari soggettivi (SDAI, SDAG, Conners, COM etc…) • Si propongono a rinforzo strumenti di misura delle funzioni esecutive e di diversi tipi di attenzione per seguire ciò che si sostiene in letteratura che indica l’ADHD come un disturbo che coinvolge le funzioni di controllo esecutivo, la memoria di lavoro e diversi tipi di attenzione. LA SCALA SDAI • La scala SDAI (Scala di disattenzione e iperattività – Cornoldi 1996) è una scala che riguarda alcuni comportamenti che influenzano l'attività scolastica. In particolare la scala focalizza l'osservazione sui tipi di comportamento che risultano connessi con la disattenzione e l’iperattività. Il suo uso standard si basa sulla frequenza con cui si manifesta ciascuno dei comportamenti riportati nel questionario. L'applicazione della scala SDAI richiede attenzione e cautela nel fornire le risposte richieste anche se in taluni casi può esserci incertezza in qualche risposta. • È chiaro che la scala completata a cura degli insegnanti non è assolutamente sufficiente per fare una diagnosi di ADHD, è però importante per capire se i comportamenti dell’alunno possono dipendere da questa patologia e quindi concordare con la famiglia un invio agli specialisti per una completa valutazione e presa in carico della situazione. La terapia (Francesco Benso Università di Genova • Il trattamento di base deve comprendere: • gli aspetti metacognitivi, le tecniche comportamentali, il lavoro sul “terreno circostante” con il Parent e il Teacher training. • Inoltre bisogna rinforzare esponendo gradualmente e direttamente il soggetto a “stress” attentivi esecutivi. In altri termini non è sufficiente spiegare come si sta attenti, ma bisogna indurre il soggetto ad esprimere in gradualità crescente tutti i tipi di attenzione e le funzioni esecutive di base. • Bisogna organizzare piani settimanali (che non escludano il tempo libero, necessario al soggetto) per vincere il rumore di fondo delle “default mode network”. • OBIETTIVI COMPORTAMENTALI • Gestione della Frustrazione sul compito; • Dilazione del premio; • Gestione dell’impulsività; • Abitudine a deviare l’attenzione dal pensiero Default Mode Network • Eccessiva attivazione di aree cerebrali che contrastano i siti specializzati nell’attenzione concentrata. • E’ una modalità che impedisce di lavorare,è come se il cervello fosse in stand-by.La condizione di riposo cerebrale può essere interrotta da un dato stimolo e allora ritorniamo attivi e concentrati. • Se la DMN è eccessiva il bambino non lavora ,non apprende,ecc,ecc • Nella diagnosi neuropsicologica è utile valutarla per impostare meglio il trattamento. • STRUMENTI PER RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI • Token economy e tecniche comportamentiste da concordare con l’entourage; • Allenamento cognitivo sul sistema di controllo esecutivo; • Parent Training per attuare il programma e per attenuare l’ansia genitoriale (sostegni psicologici); • Teacher Training per sostenere l’insegnante e lavorare sull’interruzione delle “default mode network”; • Attività sportiva intensa con allenatore preparato e supervisionato 3 o 4 volte alla settimana. • • LA ATTIVITA’ SPORTIVA • Attività sportiva intensa con allenatore preparato e supervisionato 3 o 4 volte alla settimana con le seguenti caratteristiche: • a) Privilegiare sport di gruppo o nei casi più difficoltosi individuali, evitare se possibile situazioni di squadra; • b) E’ importante una attività che comporti apprendimento motorio complesso (che promuove la concentrazione attentiva e lo sviluppo delle risorse) sempre supervisionato da un istruttore; • c) Il set delle arti marziali essendo di per sé molto contenitivo e stimolate “energeticamente” è utile sia nei casi di assenza attentiva, sia nei casi di iperattività; le ripetute necessarie per l’automatizzazione del gesto possono sviluppare la gestione della frustrazione sul compito se gradualmente (molto gradualmente) aumentate; • la disciplina ragionevole dell’arte marziale anche nei suoi aspetti di contorno (es. pulizie del dojo riordino della cintura finita la lezione) può fortificare la dilazione del desiderio; • la capacità mentale di distogliere l’attenzione dai distrattori (pubblico, finte sportive) viene anch’essa allenata. • • • • • • • • OBIETTIVI COGNITIVI Concentrare e Sostenere l’attenzione; Gestire l’allerta e avviare una azione; Spostare spazialmente l’attenzione (visiva e uditiva); Lavorare sulla flessibilità anche in funzione di distogliere i pensieri ossessivi; Sistema di controllo e di autoregolazione; Abitudine a concentrare e rielaborare in memoria di lavoro; Abituarsi ad entrare negli stati attentivi anche utilizzando la “percezione veloce”. • • • • • SINTESI PER I TRATTAMENTI Concentrare e Sostenere l’attenzione; Gestire l’allerta e avviare una azione; Spostare spazialmente l’attenzione (visiva e uditiva); Lavorare sulla flessibilità anche in funzione di distogliere i pensieri ossessivi; • Sistema di controllo e di autoregolazione; • Abitudine a concentrare e rielaborare in memoria di lavoro; • Abituarsi ad entrare negli stati attentivi anche utilizzando la “percezione veloce”. • BIBLIOGRAFIA ,SITOGRAFIA • Associazione Italiana Famiglie ADHD Onlus www.aifa.it • Associazione Italiana per i Disturbi di Attenzione, Iperattività e patologie correlate www.aidaiassociazione.com • Associazione Italiana Ricerca ed Intervento nella Psicopatologia dell'Apprendimento - ONLUS • www.airipa.it • S.I.N.P.I.A. Società Italiana di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza www.sinpia.eu •