Disturbo da sintomi somatici e disturbi correlati Disturbo da sintomi somatici e disturbi correlati Le condizioni previste dal DSM 5 sono: • • • • • • Disturbo da sintomi somatici Disturbo da ansia di malattia Disturbo di conversione (disturbo da sintomi neurologici funzionali) Fattori psicologici che influenzano altre condizioni mediche Disturbo fittizio Disturbo da sintomi somatici e disturbi correlati con altra specificazione • Disturbo da sintomi somatici e disturbi correlati senza altra specificazione Disturbo da sintomi somatici Disturbo da sintomi somatici Criteri diagnostici nel DSM 5: A Uno o più sintomi somatici che procurano disagio o portano ad alterazioni significative della vita quotidiana. B Pensieri, sentimenti o comportamenti eccessivi correlati ai sintomi somatici o associati a preoccupazioni relative alla salute, come indicato da almeno uno dei seguenti criteri: 1. Pensieri sproporzionati e persistenti circa la gravità dei propri sintomi. 2. Livello costantemente elevato di ansia per la salute o per i sintomi. 3. Tempo ed energie eccessivi dedicati a questi sintomi o a preoccupazioni riguardanti la salute. Disturbo da sintomi somatici C Sebbene possa non essere presente continuativamente alcuno dei sintomi, la condizione di essere sintomatici è persistente (tipicamente da più di sei mesi) Specificare se: Con dolore predominante (in precedenza disturbo algico): questo specificatore riguarda gli individui con sintomi somatici rappresentati prevalentemente dal dolore. Specificare se: Persistente : un decorso persistente è caratterizzato da sintomi gravi, marcata compromissione e lunga durata (più di sei mesi). Disturbo da sintomi somatici Specificare la gravità attuale: Lieve: È soddisfatto solo uno dei sintomi specificati nel criterio B Moderata: Sono soddisfatti due o più dei sintomi specificati nel criterio B Grave: Sono soddisfatti due o più dei sintomi specificati nel criterio B, oltre ai quali ci sono molteplici sintomi fisici (o un sintomo fisico molto grave). Disturbo da sintomi somatici Generalità: • Il paziente è convinto o preoccupato di avere una malattia fisica sulla base di un’errata interpretazione di sintomi o sensazioni corporee • La convinzione non raggiunge un’ intensità delirante (ma puo’ essere presente scarso insight) • I sintomi causano disagio significativo e/o una compromissione del funzionamento e non sono meglio spiegati da un’ altra condizione medica o psichiatrica Disturbo da sintomi somatici Epidemiologia: • Si riscontra nel 5-15% della popolazione che afferisce ai servizi sanitari (altre stime sono più generose) • Non vi sono differenze tra i sessi; l’ età di esordio si colloca tra I venti e I trent’ anni • La prevalenza non sembra differire tra gruppi con diversa scolarità, status sociale o condizione familiare Disturbo da sintomi somatici Eziologia: • Erronea interpretazione di fastidi parafisiologici (es., interpretazione della tensione addominale come dolore) • Apprendimento sociale (social learning model): il paziente impara ad acquisire il ruolo di malato per evitare impegni spiacevoli • Variante di disturbi mentali (la somatizzazione è parte integrante di dei disturbi d’ansia e dell’umore) • Trasformazione di sentimenti aggressivi ed ostili in sintomi somatici attraverso I meccanismi della repressione e dello spostamento Disturbo da sintomi somatici Caratteristiche cliniche: • I pazienti sono convinti di avere una malattia non diagnosticata (anche se questa convinzione non è delirante) • Spesso la convinzione riguarda una specifica malattia (che puo’ cambiare nel tempo) • Frequente comorbidità con disturbi ansiosi e depressivi • Sintomi somatici transitori sono molto frequenti durante o dopo periodi di stress intenso, soprattutto problemi di salute. In qualche caso i sintomi possono cronicizzarsi, ad esempio per rinforzo ambientale o medicalizzazione Disturbo da sintomi somatici Diagnosi differenziale: • • • • • • • • • Malattie organiche (soprattutto di ardua diagnosi) Disturbo da conversione Disturbo da dismorfismo corporeo Disturbi d’ansia Disturbi depressivi Disturbo da attacchi di panico Disturbo delirante e altri disturbi psicotici Disturbo fittizio Simulazione Disturbo da sintomi somatici Decorso e prognosi: • Si presenta con episodi che durano mesi o anni, spesso correlati a stress psicosociali e fisici palesi • Da un terzo alla metà dei pazienti migliora significativamente • Fattori prognostici positivi: 1. 2. 3. 4. 5. Elevato status socioeconomico Esordio improvviso Sintomi ansiosi e /o depressivi responsivi al trattamento Assenza di disturbi della personalità Assenza di malattia fisica Disturbo da sintomi somatici Trattamento: • C’è solitamente resistenza alla terapia farmacologica (eccetto quando i sintomi somatici siano secondari a un disturbo trattabile) • Psicoterapia di gruppo e individuale • Visite mediche regolari per rassicurare il paziente, evitando tuttavia danni iatrogeni! • Migliorare il coping allo stress, senza rafforzare il comportamento di malattia e il guadagno secondario derivante dal ruolo di malato Disturbo da ansia di malattia Disturbo da ansia di malattia Criteri diagnostici nel DSM 5: A Preoccupazione di avere o contrarre una grave malattia. B I sintomi somatici non sono presenti o, se presenti, sono solo di lieve intensità. Se è presente un’altra condizione medica o vi è un rischio elevato di svilupparla (per es., in presenza di importante familiarità), la preoccupazione è chiaramente eccessiva o sproporzionata. C È presente un elevato livello di ansia riguardante la salute e l’individuo si allarma facilmente riguardo al proprio stato di salute. D L’individuo attua eccessivi comportamenti correlati alla salute (per es., controlla ripetutamente il proprio corpo cercando segni di malattia) o presenta un evitamento disadattativo (per es., evita visite mediche e ospedali). Disturbo da ansia di malattia E La preoccupazione per la malattia è presente da almeno sei mesi, ma la specifica patologia temuta può cambiare nel corso di tale periodo di tempo. F La preoccupazione riguardante la malattia non è meglio spiegata da un altro disturbo mentale, come il disturbo da sintomi somatici, il disturbo di panico, il disturbo d’ansia generalizzata, il disturbo di dismorfismo corporeo, il disturbo ossessivo-compulsivo o il disturbo delirante, tipo somatico. Specificare quale: Tipo richiedente l’ assistenza: l’ assistenza medica, comprendente visite e procedure mediche o esami clinici, è usata frequentemente. Tipo evitante l’ assistenza: l’ assistenza medica è usata raramente. Disturbo da ansia di malattia Generalità: • Più che lamentare sintomi somatici i pazienti sono preoccupati dall’ “idea “ di avere una malattia fisica • Se la malattia è presente, la preoccupazione che ne deriva è sproporzionata rispetto al quadro clinico • Costituisce una nuova diagnosi nel DSM-5, che raggruppa circa il 25% dei pazienti storicamente definiti “ipocondriaci” • Eziologia e epidemiologia sono simili a quelle del disturbo da sintomi somatici Disturbo da ansia di malattia Caratteristiche cliniche: • Sono pazienti difficilmente rassicurabili, anche da prove oggettive come test laboratoristici • La loro vita ne é pesantemente affetta • Grandi frequentatori di siti internet di argomento medico, da cui colgono selettivamente le informazioni prognosticamente peggiori Disturbo da ansia di malattia Diagnosi differenziale: • • 1. 2. 3. Nel disturbo da ansia di malattia l’ansia riguarda l’idea di essere malati, mentre nel disturbo da sintomi somatici la lamentela è focalizzata su uno o più sintomi fisici (con un minor grado di preoccupazione per la malattia). Ovviamente, spesso le condizioni sfumano una nell’altra Altre diagnosi differenziali sono: Disturbo conversivo Disturbo algico Disturbi d’ansia e dell’umore ( possono essere in comorbidità) Disturbo da ansia di malattia Continua 4. Disturbo da attacchi di panico 5. Disturbi psicotici 6 Disturbo ossessivo-compulsivo: spesso le preoccupazioni del disturbo da ansia di malattia hanno una qualità ossessiva Disturbo da ansia di malattia Decorso, prognosi e terapia: • Essendo un’entità recente non vi sono dati affidabili • Sembrano valere considerazioni simili a quelle fatte per il disturbo da sintomi somatici Disturbo di conversione (disturbo da sintomi neurologici funzionali) Disturbo di conversione (disturbo da sintomi neurologici funzionali) Criteri diagnostici nel DSM 5: A Uno o più sintomi di alterazione della funzione motoria volontaria o sensoriale. B I risultati clinici forniscono le prove dell’incompatibilità tra il sintomo e le neurologiche o mediche conosciute. C Il sintomo o il deficit non sono meglio spiegati da un altro disturbo medico o mentale. D Il sintomo o il deficit causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti, oppure richiedono una valutazione medica Disturbo di conversione (disturbo da sintomi neurologici funzionali) Specificare il tipo di sintomi: Con debolezza o paralisi Con movimento anomalo (per es., tremore, movimenti distonici, mioclono, disturbi della deambulazione) Con sintomi riguardanti la deglutizione Con sintomi riguardanti l’eloquio ( per es., disfonia, biascicamento) Con attacchi epilettiformi o convulsioni Con anestesia o perdita della sensibilità Con sintomi sensoriali specifici ( per es., problemi visivi, olfattivi o uditivi) Con sintomi misti Specificare se: Episodio acuto: i sintomi sono presenti per meno di sei mesi. Persistente: i sintomi si verificano per sei mesi o più Specificare se: Con fattore psicologico stressante: (specificare il fattore psicologico stressante) Senza fattore psicologico stressante Disturbo di conversione (disturbo da sintomi neurologici funzionali) Generalità: • È caratterizzato da sintomi neurologici per i quali si ipotizza una origine psicologica a causa della presenza di situazioni conflittuali o stressanti. • Questi sintomi sono prodotti intenzionalmente e presentano un guadagno primario (psicologico) piuttosto che secondario (sociale, economico o legale) • Il termine conversione in questa accezione venne usato per la prima volta da Freud in base all’ipotesi che questi sintomi neurologici inspiegabili rappresentassero la conversione somatica di un conflitto inconscio • Storicamente, il disturbo di conversione era associato al disturbo da sintomi somatici sotto il nome di Isteria Disturbo di conversione (disturbo da sintomi neurologici funzionali) Epidemiologia • Secondo alcune stime, fino ad un individuo su tre potrebbe presentare sintomi conversivi sotto soglia nel corso della vita. • Le stime di incidenza sono molto varie, da 11 a 300 per 100000 individui. In alcune popolazioni specifiche potrebbe essere ancora più comune. • Più comune nelle donne (con rapporto variabile da 2:1 a 10:1). • Esordisce in genere tra l’inizio della pubertà e la prima età adulta. Disturbo di conversione (disturbo da sintomi neurologici funzionali) Epidemiologia Fattori di rischio: • • • • • • • • Bassa scolarità Appartenenza a comunità rurale Q.I. Basso Basso status socioeconomico Partecipazione a eventi bellici Disturbo di personalità antisociale negli uomini Familiarità9 Altre condizioni psichiatriche (disturbi d’ansia, depressivi e psicotici) Disturbo di conversione (disturbo da sintomi neurologici funzionali) Comorbidità più comuni • Soprattutto malattie neurologiche, in cui i sintomi sembrano innestarsi sulla condizione organica di partenza. • Disturbi psichiatrici: fino alla metà dei pazienti con disturbo di conversione ha un’altra diagnosi psichiatrica (anche se le psicosi sono relativamente rare) • Disturbi di personalità, prevalentemente disturbo di personalità istrionico e disturbi di personalità di Cluster C Disturbo di conversione (disturbo da sintomi neurologici funzionali) Eziologia • Modello analitico: il sintomo consente di manifestare un impulso inaccettabile (per es., a contenuto aggressivo o sessuale). Può esservi relazione simbolica tra il sintomo conversivo e l’impulso inaccettabile (vaginismo come protezione da un impulso sessuale). • Teoria dell’apprendimento: i sintomi conversivo costituiscono delle strategie di coping a situazioni stressanti apprese durante l’infanzia. Disturbo di conversione (disturbo da sintomi neurologici funzionali) Eziologia Fattori Biologici 1. 2. 3. 4. Ipometabolismo nell’emisfero dominante e ipermetabolismo nell’emisfero non dominante. Comunicazione interemisferica compromessa. Eccessiva attivazione corticale con inibizione dei feedback negativi tra corteccia e formazione reticolare del tronco: questo causerebbe un’elevazione degli stimoli corticifughi con relativa inibizione della consapevolezza delle sensazioni corporee. Multipli deficit cognitivi lievi (attenzione, vigilanza, memoria, comunicazione verbale etc…). Disturbo di conversione (disturbo da sintomi neurologici funzionali) Caratteristiche cliniche • Sintomi sensoriali 1. Anestesia e/o parestesia difficilmente spiegabili dal punto di vista neurologico (es., distribuzione a calza e a guanto) 2. Cecità, sordità, visione a tunnel (non spiegate da dati strumentali o comportamentali) • Sintomi motori 1. Movimenti abnormi (coreiformi, tremori ritmici grossolani, tic) 2. Astasia-abasia (andatura grossolanamente atassica) 3. I disturbi peggiorano quando vi si pone attenzione e in genere hanno scarse ricadute funzionali (il paziente cade raramente e senza conseguenze gravi) 4. Paralisi e paresi (normalità dei dati obiettivi e strumentali) Disturbo di conversione (disturbo da sintomi neurologici funzionali) Caratteristiche cliniche Sintomi convulsivi Nelle pseudocrisi sono rari i segni più invalidanti (morsus, incontinenza, cadute). Tuttavia, un paziente su tre ha un’anamnesi positiva per epilessia Sintomi associati • Belle indifférence: atteggiamento di distacco verso i propri sintomi. • Identificazione: i sintomi sono modellati su quelli sofferti da una persona cara • Possibile risoluzione dei sintomi durante ipnosi o trattamento con sedativi Queste caratteristiche sono comuni ma non patognomoniche (e da non enfatizzare) Disturbo di conversione (disturbo da sintomi neurologici funzionali) Diagnosi differenziale • • • • • • • • • • • • • • Circa il 25-50% dei pazienti con precedente diagnosi di disturbo di conversione riceve una diagnosi medica o neurologica che potenzialmente spiega i sintomi Le condizioni mediche e neurologiche che più spesso vanno in diagnosi differenziale sono: Demenze e altre malattie neurodegenerative Tumori cerebrali Malattie dei gangli della base Miastenia grave Polimiosite Miopatie acquisite Sclerosi multipla Neurite ottica Malattia di Guillain-Barrè Paralisi periodica Malattia di Creutzfeldt-Jakob Manifestazioni neuropsichiatriche dell’AIDS Disturbo di conversione (disturbo da sintomi neurologici funzionali) Decorso e prognosi • • • • • 1. 2. 3. 4. Esordio acuto Decorso solitamente breve (poche settimane) Nel caso di decorso cronico, la prognosi è peggiore Recidive a un anno nel 20-25% dei casi Fattori prognostici positivi: Esordio acuto con stress identificabili Alto Q.I. Trattamento precoce Presentazione con paralisi, afonia o cecità • Fattori prognostici negativi: 1. Presentazione con tremori o pseudocrisi Disturbo di conversione (disturbo da sintomi neurologici funzionali) Terapia • Spesso c’è risoluzione spontanea • Psicoterapia • Buona relazione terapeutica Disturbo Fittizio Disturbo fittizio Criteri diagnostici nel DSM 5: Disturbo fittizio provocato a sé A Falsificazione di segni o sintomi fisici o psicologici, o autoinduzione di un infortunio o di una malattia, associato a un inganno accertato. B L’ individuo presenta se stesso agli altri come malato, menomato o ferito. C Il comportamento ingannevole è palese anche in assenza di evidenti vantaggi esterni. D Il comportamento non è meglio spiegato da un altro disturbo mentale, come il disturbo delirante o un altro disturbo psicotico. Specificare: Episodio singolo Episodi ricorrenti ( due o più eventi di simulazione di malattia e/o autoinduzione di lesioni) Disturbo fittizio Disturbo Fittizio provocato ad altri (precedentemente, disturbo fittizio per procura) A Falsificazione di segni o sintomi fisici o psicologici, o induzione di un infortunio o di una malattia in un altro individuo, associato a un inganno accertato. B L’ individuo presenta un’altra persona (vittima) agli altri come malata, menomata o ferita. C Il comportamento ingannevole è palese anche in assenza di evidenti vantaggi esterni. D Il comportamento non è meglio spiegato da un altro disturbo mentale, come il disturbo delirante o un altro disturbo psicotico. Nota: È il perpetratore, non la vittima, a ricevere questa diagnosi. Specificare: Episodio singolo Episodi ricorrenti ( due o più eventi di simulazione di malattia e/o autoinduzione di lesioni) Disturbo fittizio Generalità • I pazienti con disturbo fittizio simulano, inducono o aggravano malattie per ricevere attenzione medica, al di là del fatto che siano realmente malati • Il paziente può infliggere lesioni a se stesso o a persone delle cui cure è responsabile (disturbo fittizio per procura) • Le malattie indotte possono essere gravissime, anche mortali • È noto come sindrome di Münchausen, dall’omonimo barone tedesco del XVIII secolo noto per le sue colossali vanterie Disturbo fittizio Epidemiologia • Prevalenza elevata (una percentuale non trascurabile di tutti i pazienti ricoverati!) • Più comune nei maschi e nei soggetti che lavorano nell’assistenza sanitaria • In alcuni contesti esistono banche dati di pazienti «simulatori» per mettere in guardia il personale sanitario Disturbo fittizio Eziologia Fattori biopsicosociali 1. Il ruolo di malato potrebbe essere funzionale a ottenere quelle attenzioni che al paziente sono state negate in ambiente familiare 2. Tratti di personalità masochisti, borderline e in genere poco formati con la tendenza a immedesimarsi in modelli esterni 3. Alterato processamento delle informazioni nella pseudologia fantastica? Disturbo fittizio Caratteristiche cliniche • I pazienti possono riprodurre sintomi e segni di tipo sia fisico che psicologico (il DSM 5 non distingue i pazienti sulla base del tipo di sintomi e segni presentati) Disturbo fittizio con sintomi psicologici: • I pazienti possono lamentare qualsiasi tipo di sintomo psicologico ( allucinazioni, deliri, depressione, sintomo conversivo etc…) • La presenza di sintomi fittizi nel contesto di un altro disturbo, come il BPD, è un fattore prognostico negativo • I sintomi possono venir giustificati dai pazienti attraverso storie inventate, come la tragica «morte» di un familiare • Può esserci il ricorso sostanze d’abuso o farmaci per generare dei sintomi «reali» (stimolanti per indurre insonnia, allucinogeni per indurre dispercezioni etc…) Disturbo fittizio Disturbo fittizio con sintomi fisici: • È la forma più comune • I pazienti sono dei veri e propri «professionisti», capaci di ingannare anche medici esperti • Possono essere riprodotti sintomi di ogni sorta, ad esempio l’ipoglicemia attraverso l’uso di ipoglicemizzanti e la batteriuria tramite contaminazione fecale • Spesso vengono richiesti interventi chirurgici per motivi poco chiari (non meglio specificate aderenze), che esitano in numerose cicatrici chirurgiche Disturbo fittizio Disturbo fittizio provocato ad altri • Il soggetto affetto simula o induce sintomi in una persona di cui dovrebbe prendersi cura • Il caso tipico è la madre che induce sintomi nei figli piccoli • Spesso il desiderio è quello di essere compatiti come il familiare della persona malata, o di sbarazzarsene facendolo ricoverare in ospedale Disturbo fittizio Elementi utili alla diagnosi: • • • • • • • • • Sintomi drammatici e «strani», che sfidano le conoscenze mediche Sintomi refrattari a trattamenti solitamente efficaci Sintomi insoliti che subentrano quando altri sintomi migliorano Forte determinazione a richiedere colloqui, test e procedure mediche, anche invasive Ritrosia a coinvolgere fonti di informazione collaterali ( es., fornire contatti di familiari, ricevere visite durante il ricovero) Storie mediche lunghissime caratterizzate da molti interventi chirurgici Numerose intolleranze a farmaci Occupazione nell’ambito medico Capacità di prevedere un’insolita evoluzione dei sintomi Disturbo fittizio Elementi utili alla diagnosi • • • • • • • Intelligenza normale o sopra la media Assenza di disturbi formali del pensiero Identità poco formata Scarsa tolleranza alle frustrazioni Tratti di dipendenza psicologica Tratti narcisistici Punteggi inverosimilmente elevati in tutte le sottoscale dei test psicodiagnostici (es., MMPI-2) nel tentativo di sembrare più malati del reale Disturbo fittizio Diagnosi differenziale • Praticamente qualsiasi condizione medica o psichiatrica va in diagnosi differenziale con il disturbo fittizio • Le diagnosi differenziali più importanti sono con i disturbi da sintomi somatici e la simulazione 1. Nei disturbi da sintomi somatici non c’è volontà nella produzione dei sintomi 2. Nella simulazione lo scopo non è quello di essere riconosciuti come malati, ma più laicamente di ottenere vantaggi contingenti (evitare la giustizia, i creditori etc…) Disturbo fittizio Decorso e prognosi • L’ esordio è in genere in età giovanile; spesso si evolve insidiosamente da una malattia reale, sofferta dal paziente o da un familiare • La prognosi non è buona, spesso vi sono grossi problemi lavorativi e relazionali; non di rado i pazienti muoiono a causa di complicanze mediche o chirurgiche • Una personalità dai tratti depressivi e masochistici, un funzionamento intermittente con periodi di relativo recupero e tratti di personalità antisociali paucisintomatici possono essere indicatori di una prognosi relativamente migliore Disturbo fittizio Strategie utili nella gestione del paziente • Raccogliere informazioni da parenti/conoscenti e studiare nel dettaglio la documentazione medica esibita (soprattutto in relazione ai ricoveri precedenti) per formulare tempestivamente una diagnosi • Non rivolgersi al paziente in tono accusatorio: la malattia «inventata» potrebbe essere un meccanismo di difesa • Utilizzare modalità che non facciano «perdere la faccia» al paziente • Approccio multidisciplinare Fattori psicologici che influenzano altre condizioni mediche Criteri diagnostici nel DSM 5: A È presente un sintomo o una condizione medica (diversa da un disturbo mentale) B Fattori psicologici o comportamentali influenzano negativamente la condizione medica in uno dei seguenti modi: 1. I fattori hanno influenzato il decorso della condizione medica, come dimostrato da una stretta relazione temporale tra i fattori psicologici e l’insorgenza, o l’aggravamento, della condizione medica, o la sua ritardata guarigione. 2. I fattori interferiscono con il trattamento della condizione medica (per es., scarsa aderenza). 3. I fattori costituiscono ulteriori rischi accertati per la salute dell’individuo. 4. I fattori influenzano la fisiopatologia sottostante, scatenando o aggravando i sintomi, o sollecitando attenzione medica. Fattori psicologici che influenzano altre condizioni mediche C I fattori psicologici e comportamentali del Criterio B non sono meglio spiegati da un altro disturbo mentale (per es., disturbo di panico, disturbo depressivo maggiore, disturbo da stress post-traumatico). Specificare la gravità attuale: Lieve: aumenta il rischio medico ( per es., scarsa aderenza a una terapia antipertensiva). Moderata: aggrava la condizione medica sottostante (per es., l’ansia peggiora l’asma). Grave: conduce a un ricovero ospedaliero o a una visita di pronto soccorso. Estrema: mette gravemente in pericolo la vita dell’individuo (per es., ignorare i sintomi di un attacco cardiaco) Fattori psicologici che influenzano altre condizioni mediche Più che costituire un vero e proprio disturbo, questa categoria formalizza l’impatto che i fattori psicologici possono avere sul decorso di una patologia (stili di coping disfunzionali, stress psicologico, problemi relazionali, sintomi depressivi etc…) Disturbi da sintomi somatici e disturbi correlati con altra specificazione Questa categoria si applica alle manifestazioni in cui i sintomi caratteristici di un disturbo da sintomi somatici e disturbi correlati, che causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti, predominano ma non soddisfano pienamente i criteri per uno qualsiasi dei disturbi della classe diagnostica del disturbo da sintomi somatici e disturbi correlati. Esempi di manifestazioni che possono essere specificate utilizzando la dicitura «con altra specificazione» comprendono le seguenti: 1. Disturbo da sintomi somatici breve: la durata del disturbo è inferiore a sei mesi 2. Disturbo da ansia di malattia breve: la durata del disturbo è inferiore a sei mesi 3. Disturbo da ansia di malattia senza eccessivi comportamenti di malattia: non viene soddisfatto il criterio D per il disturbo da ansia di malattia 4. Pseudociesi: Un’erronea convinzione di essere incinta, associata a segni obiettivi e sintomi riferiti di gravidanza Disturbi da sintomi somatici e disturbi correlati senza specificazione Questa categoria si applica alle manifestazioni in cui i sintomi caratteristici di un disturbo da sintomi somatici e disturbi correlati, che causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti, predominano ma non soddisfano pienamente i criteri per uno qualsiasi dei disturbi della classe diagnostica del disturbo da sintomi somatici e disturbi correlati. La categoria disturbi da sintomi somatici e disturbi correlati senza specificazione non dovrebbe essere usata, a meno che non ci siano situazioni decisamente insolite in cui ci sono informazioni insufficienti per porre una diagnosi più specifica