Disturbo da sintomi somatici e
disturbi correlati
Disturbo da sintomi somatici e disturbi correlati
Le condizioni previste dal DSM 5 sono:
•
•
•
•
•
•
Disturbo da sintomi somatici
Disturbo da ansia di malattia
Disturbo di conversione (disturbo da sintomi neurologici funzionali)
Fattori psicologici che influenzano altre condizioni mediche
Disturbo fittizio
Disturbo da sintomi somatici e disturbi correlati con altra
specificazione
• Disturbo da sintomi somatici e disturbi correlati senza altra
specificazione
Disturbo da sintomi somatici
Disturbo da sintomi somatici
Criteri diagnostici nel DSM 5:
A Uno o più sintomi somatici che procurano disagio o portano ad
alterazioni significative della vita quotidiana.
B Pensieri, sentimenti o comportamenti eccessivi correlati ai
sintomi somatici o associati a preoccupazioni relative alla salute,
come indicato da almeno uno dei seguenti criteri:
1. Pensieri sproporzionati e persistenti circa la gravità dei propri
sintomi.
2. Livello costantemente elevato di ansia per la salute o per i
sintomi.
3. Tempo ed energie eccessivi dedicati a questi sintomi o a
preoccupazioni riguardanti la salute.
Disturbo da sintomi somatici
C Sebbene possa non essere presente continuativamente alcuno
dei sintomi, la condizione di essere sintomatici è persistente
(tipicamente da più di sei mesi)
Specificare se:
Con dolore predominante (in precedenza disturbo algico):
questo specificatore riguarda gli individui con sintomi somatici
rappresentati prevalentemente dal dolore.
Specificare se:
Persistente : un decorso persistente è caratterizzato da sintomi
gravi, marcata compromissione e lunga durata (più di sei mesi).
Disturbo da sintomi somatici
Specificare la gravità attuale:
Lieve: È soddisfatto solo uno dei sintomi specificati nel criterio B
Moderata: Sono soddisfatti due o più dei sintomi specificati nel
criterio B
Grave: Sono soddisfatti due o più dei sintomi specificati nel
criterio B, oltre ai quali ci sono molteplici sintomi fisici (o un
sintomo fisico molto grave).
Disturbo da sintomi somatici
Generalità:
• Il paziente è convinto o preoccupato di avere una malattia
fisica sulla base di un’errata interpretazione di sintomi o
sensazioni corporee
• La convinzione non raggiunge un’ intensità delirante (ma puo’
essere presente scarso insight)
• I sintomi causano disagio significativo e/o una
compromissione del funzionamento e non sono meglio
spiegati da un’ altra condizione medica o psichiatrica
Disturbo da sintomi somatici
Epidemiologia:
• Si riscontra nel 5-15% della popolazione che afferisce ai servizi
sanitari (altre stime sono più generose)
• Non vi sono differenze tra i sessi; l’ età di esordio si colloca tra
I venti e I trent’ anni
• La prevalenza non sembra differire tra gruppi con diversa
scolarità, status sociale o condizione familiare
Disturbo da sintomi somatici
Eziologia:
• Erronea interpretazione di fastidi parafisiologici (es.,
interpretazione della tensione addominale come dolore)
• Apprendimento sociale (social learning model): il paziente
impara ad acquisire il ruolo di malato per evitare impegni
spiacevoli
• Variante di disturbi mentali (la somatizzazione è parte
integrante di dei disturbi d’ansia e dell’umore)
• Trasformazione di sentimenti aggressivi ed ostili in sintomi
somatici attraverso I meccanismi della repressione e dello
spostamento
Disturbo da sintomi somatici
Caratteristiche cliniche:
• I pazienti sono convinti di avere una malattia non
diagnosticata (anche se questa convinzione non è delirante)
• Spesso la convinzione riguarda una specifica malattia (che
puo’ cambiare nel tempo)
• Frequente comorbidità con disturbi ansiosi e depressivi
• Sintomi somatici transitori sono molto frequenti durante o
dopo periodi di stress intenso, soprattutto problemi di salute.
In qualche caso i sintomi possono cronicizzarsi, ad esempio
per rinforzo ambientale o medicalizzazione
Disturbo da sintomi somatici
Diagnosi differenziale:
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Malattie organiche (soprattutto di ardua diagnosi)
Disturbo da conversione
Disturbo da dismorfismo corporeo
Disturbi d’ansia
Disturbi depressivi
Disturbo da attacchi di panico
Disturbo delirante e altri disturbi psicotici
Disturbo fittizio
Simulazione
Disturbo da sintomi somatici
Decorso e prognosi:
• Si presenta con episodi che durano mesi o anni, spesso
correlati a stress psicosociali e fisici palesi
• Da un terzo alla metà dei pazienti migliora significativamente
• Fattori prognostici positivi:
1.
2.
3.
4.
5.
Elevato status socioeconomico
Esordio improvviso
Sintomi ansiosi e /o depressivi responsivi al trattamento
Assenza di disturbi della personalità
Assenza di malattia fisica
Disturbo da sintomi somatici
Trattamento:
• C’è solitamente resistenza alla terapia farmacologica (eccetto
quando i sintomi somatici siano secondari a un disturbo
trattabile)
• Psicoterapia di gruppo e individuale
• Visite mediche regolari per rassicurare il paziente, evitando
tuttavia danni iatrogeni!
• Migliorare il coping allo stress, senza rafforzare il
comportamento di malattia e il guadagno secondario
derivante dal ruolo di malato
Disturbo da ansia di malattia
Disturbo da ansia di malattia
Criteri diagnostici nel DSM 5:
A Preoccupazione di avere o contrarre una grave malattia.
B I sintomi somatici non sono presenti o, se presenti, sono solo di lieve
intensità. Se è presente un’altra condizione medica o vi è un rischio
elevato di svilupparla (per es., in presenza di importante familiarità), la
preoccupazione è chiaramente eccessiva o sproporzionata.
C È presente un elevato livello di ansia riguardante la salute e
l’individuo si allarma facilmente riguardo al proprio stato di salute.
D L’individuo attua eccessivi comportamenti correlati alla salute (per
es., controlla ripetutamente il proprio corpo cercando segni di
malattia) o presenta un evitamento disadattativo (per es., evita visite
mediche e ospedali).
Disturbo da ansia di malattia
E La preoccupazione per la malattia è presente da almeno sei mesi, ma
la specifica patologia temuta può cambiare nel corso di tale periodo di
tempo.
F La preoccupazione riguardante la malattia non è meglio spiegata da
un altro disturbo mentale, come il disturbo da sintomi somatici, il
disturbo di panico, il disturbo d’ansia generalizzata, il disturbo di
dismorfismo corporeo, il disturbo ossessivo-compulsivo o il disturbo
delirante, tipo somatico.
Specificare quale:
Tipo richiedente l’ assistenza: l’ assistenza medica, comprendente
visite e procedure mediche o esami clinici, è usata frequentemente.
Tipo evitante l’ assistenza: l’ assistenza medica è usata raramente.
Disturbo da ansia di malattia
Generalità:
• Più che lamentare sintomi somatici i pazienti sono
preoccupati dall’ “idea “ di avere una malattia fisica
• Se la malattia è presente, la preoccupazione che ne deriva è
sproporzionata rispetto al quadro clinico
• Costituisce una nuova diagnosi nel DSM-5, che raggruppa
circa il 25% dei pazienti storicamente definiti “ipocondriaci”
• Eziologia e epidemiologia sono simili a quelle del disturbo da
sintomi somatici
Disturbo da ansia di malattia
Caratteristiche cliniche:
• Sono pazienti difficilmente rassicurabili, anche da prove
oggettive come test laboratoristici
• La loro vita ne é pesantemente affetta
• Grandi frequentatori di siti internet di argomento medico, da
cui colgono selettivamente le informazioni prognosticamente
peggiori
Disturbo da ansia di malattia
Diagnosi differenziale:
•
•
1.
2.
3.
Nel disturbo da ansia di malattia l’ansia riguarda l’idea di
essere malati, mentre nel disturbo da sintomi somatici la
lamentela è focalizzata su uno o più sintomi fisici (con un
minor grado di preoccupazione per la malattia). Ovviamente,
spesso le condizioni sfumano una nell’altra
Altre diagnosi differenziali sono:
Disturbo conversivo
Disturbo algico
Disturbi d’ansia e dell’umore ( possono essere in
comorbidità)
Disturbo da ansia di malattia
Continua
4. Disturbo da attacchi di panico
5. Disturbi psicotici
6 Disturbo ossessivo-compulsivo: spesso le preoccupazioni del
disturbo da ansia di malattia hanno una qualità ossessiva
Disturbo da ansia di malattia
Decorso, prognosi e terapia:
• Essendo un’entità recente non vi sono dati affidabili
• Sembrano valere considerazioni simili a quelle fatte per il
disturbo da sintomi somatici
Disturbo di conversione (disturbo da
sintomi neurologici funzionali)
Disturbo di conversione
(disturbo da sintomi neurologici funzionali)
Criteri diagnostici nel DSM 5:
A Uno o più sintomi di alterazione della funzione motoria
volontaria o sensoriale.
B I risultati clinici forniscono le prove dell’incompatibilità tra il
sintomo e le neurologiche o mediche conosciute.
C Il sintomo o il deficit non sono meglio spiegati da un altro
disturbo medico o mentale.
D Il sintomo o il deficit causano disagio clinicamente significativo
o compromissione del funzionamento in ambito sociale,
lavorativo o in altre aree importanti, oppure richiedono una
valutazione medica
Disturbo di conversione
(disturbo da sintomi neurologici funzionali)
Specificare il tipo di sintomi:
Con debolezza o paralisi
Con movimento anomalo (per es., tremore, movimenti distonici, mioclono, disturbi della
deambulazione)
Con sintomi riguardanti la deglutizione
Con sintomi riguardanti l’eloquio ( per es., disfonia, biascicamento)
Con attacchi epilettiformi o convulsioni
Con anestesia o perdita della sensibilità
Con sintomi sensoriali specifici ( per es., problemi visivi, olfattivi o uditivi)
Con sintomi misti
Specificare se:
Episodio acuto: i sintomi sono presenti per meno di sei mesi.
Persistente: i sintomi si verificano per sei mesi o più
Specificare se:
Con fattore psicologico stressante: (specificare il fattore psicologico stressante)
Senza fattore psicologico stressante
Disturbo di conversione
(disturbo da sintomi neurologici funzionali)
Generalità:
• È caratterizzato da sintomi neurologici per i quali si ipotizza una
origine psicologica a causa della presenza di situazioni conflittuali o
stressanti.
• Questi sintomi sono prodotti intenzionalmente e presentano un
guadagno primario (psicologico) piuttosto che secondario (sociale,
economico o legale)
• Il termine conversione in questa accezione venne usato per la prima
volta da Freud in base all’ipotesi che questi sintomi neurologici
inspiegabili rappresentassero la conversione somatica di un
conflitto inconscio
• Storicamente, il disturbo di conversione era associato al disturbo da
sintomi somatici sotto il nome di Isteria
Disturbo di conversione
(disturbo da sintomi neurologici funzionali)
Epidemiologia
• Secondo alcune stime, fino ad un individuo su tre potrebbe
presentare sintomi conversivi sotto soglia nel corso della vita.
• Le stime di incidenza sono molto varie, da 11 a 300 per
100000 individui. In alcune popolazioni specifiche potrebbe
essere ancora più comune.
• Più comune nelle donne (con rapporto variabile da 2:1 a
10:1).
• Esordisce in genere tra l’inizio della pubertà e la prima età
adulta.
Disturbo di conversione
(disturbo da sintomi neurologici funzionali)
Epidemiologia
Fattori di rischio:
•
•
•
•
•
•
•
•
Bassa scolarità
Appartenenza a comunità rurale
Q.I. Basso
Basso status socioeconomico
Partecipazione a eventi bellici
Disturbo di personalità antisociale negli uomini
Familiarità9
Altre condizioni psichiatriche (disturbi d’ansia, depressivi e psicotici)
Disturbo di conversione
(disturbo da sintomi neurologici funzionali)
Comorbidità più comuni
• Soprattutto malattie neurologiche, in cui i sintomi sembrano
innestarsi sulla condizione organica di partenza.
• Disturbi psichiatrici: fino alla metà dei pazienti con disturbo di
conversione ha un’altra diagnosi psichiatrica (anche se le
psicosi sono relativamente rare)
• Disturbi di personalità, prevalentemente disturbo di
personalità istrionico e disturbi di personalità di Cluster C
Disturbo di conversione
(disturbo da sintomi neurologici funzionali)
Eziologia
• Modello analitico: il sintomo consente di manifestare un
impulso inaccettabile (per es., a contenuto aggressivo o
sessuale). Può esservi relazione simbolica tra il sintomo
conversivo e l’impulso inaccettabile (vaginismo come
protezione da un impulso sessuale).
• Teoria dell’apprendimento: i sintomi conversivo costituiscono
delle strategie di coping a situazioni stressanti apprese
durante l’infanzia.
Disturbo di conversione
(disturbo da sintomi neurologici funzionali)
Eziologia
Fattori Biologici
1.
2.
3.
4.
Ipometabolismo nell’emisfero dominante e ipermetabolismo
nell’emisfero non dominante.
Comunicazione interemisferica compromessa.
Eccessiva attivazione corticale con inibizione dei feedback negativi
tra corteccia e formazione reticolare del tronco: questo
causerebbe un’elevazione degli stimoli corticifughi con relativa
inibizione della consapevolezza delle sensazioni corporee.
Multipli deficit cognitivi lievi (attenzione, vigilanza, memoria,
comunicazione verbale etc…).
Disturbo di conversione
(disturbo da sintomi neurologici funzionali)
Caratteristiche cliniche
• Sintomi sensoriali
1. Anestesia e/o parestesia difficilmente spiegabili dal punto di vista
neurologico (es., distribuzione a calza e a guanto)
2. Cecità, sordità, visione a tunnel (non spiegate da dati strumentali o
comportamentali)
• Sintomi motori
1. Movimenti abnormi (coreiformi, tremori ritmici grossolani, tic)
2. Astasia-abasia (andatura grossolanamente atassica)
3. I disturbi peggiorano quando vi si pone attenzione e in genere
hanno scarse ricadute funzionali (il paziente cade raramente e
senza conseguenze gravi)
4. Paralisi e paresi (normalità dei dati obiettivi e strumentali)
Disturbo di conversione
(disturbo da sintomi neurologici funzionali)
Caratteristiche cliniche
Sintomi convulsivi
Nelle pseudocrisi sono rari i segni più invalidanti (morsus,
incontinenza, cadute). Tuttavia, un paziente su tre ha un’anamnesi
positiva per epilessia
Sintomi associati
• Belle indifférence: atteggiamento di distacco verso i propri sintomi.
• Identificazione: i sintomi sono modellati su quelli sofferti da una
persona cara
• Possibile risoluzione dei sintomi durante ipnosi o trattamento con
sedativi
Queste caratteristiche sono comuni ma non patognomoniche (e da
non enfatizzare)
Disturbo di conversione
(disturbo da sintomi neurologici funzionali)
Diagnosi differenziale
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Circa il 25-50% dei pazienti con precedente diagnosi di disturbo di conversione riceve
una diagnosi medica o neurologica che potenzialmente spiega i sintomi
Le condizioni mediche e neurologiche che più spesso vanno in diagnosi differenziale
sono:
Demenze e altre malattie neurodegenerative
Tumori cerebrali
Malattie dei gangli della base
Miastenia grave
Polimiosite
Miopatie acquisite
Sclerosi multipla
Neurite ottica
Malattia di Guillain-Barrè
Paralisi periodica
Malattia di Creutzfeldt-Jakob
Manifestazioni neuropsichiatriche dell’AIDS
Disturbo di conversione
(disturbo da sintomi neurologici funzionali)
Decorso e prognosi
•
•
•
•
•
1.
2.
3.
4.
Esordio acuto
Decorso solitamente breve (poche settimane)
Nel caso di decorso cronico, la prognosi è peggiore
Recidive a un anno nel 20-25% dei casi
Fattori prognostici positivi:
Esordio acuto con stress identificabili
Alto Q.I.
Trattamento precoce
Presentazione con paralisi, afonia o cecità
• Fattori prognostici negativi:
1. Presentazione con tremori o pseudocrisi
Disturbo di conversione
(disturbo da sintomi neurologici funzionali)
Terapia
• Spesso c’è risoluzione spontanea
• Psicoterapia
• Buona relazione terapeutica
Disturbo Fittizio
Disturbo fittizio
Criteri diagnostici nel DSM 5:
Disturbo fittizio provocato a sé
A Falsificazione di segni o sintomi fisici o psicologici, o autoinduzione di
un infortunio o di una malattia, associato a un inganno accertato.
B L’ individuo presenta se stesso agli altri come malato, menomato o
ferito.
C Il comportamento ingannevole è palese anche in assenza di evidenti
vantaggi esterni.
D Il comportamento non è meglio spiegato da un altro disturbo
mentale, come il disturbo delirante o un altro disturbo psicotico.
Specificare:
Episodio singolo
Episodi ricorrenti ( due o più eventi di simulazione di malattia e/o
autoinduzione di lesioni)
Disturbo fittizio
Disturbo Fittizio provocato ad altri
(precedentemente, disturbo fittizio per procura)
A Falsificazione di segni o sintomi fisici o psicologici, o induzione di un
infortunio o di una malattia in un altro individuo, associato a un inganno
accertato.
B L’ individuo presenta un’altra persona (vittima) agli altri come malata,
menomata o ferita.
C Il comportamento ingannevole è palese anche in assenza di evidenti
vantaggi esterni.
D Il comportamento non è meglio spiegato da un altro disturbo mentale,
come il disturbo delirante o un altro disturbo psicotico.
Nota: È il perpetratore, non la vittima, a ricevere questa diagnosi.
Specificare:
Episodio singolo
Episodi ricorrenti ( due o più eventi di simulazione di malattia e/o
autoinduzione di lesioni)
Disturbo fittizio
Generalità
• I pazienti con disturbo fittizio simulano, inducono o aggravano
malattie per ricevere attenzione medica, al di là del fatto che
siano realmente malati
• Il paziente può infliggere lesioni a se stesso o a persone delle
cui cure è responsabile (disturbo fittizio per procura)
• Le malattie indotte possono essere gravissime, anche mortali
• È noto come sindrome di Münchausen, dall’omonimo barone
tedesco del XVIII secolo noto per le sue colossali vanterie
Disturbo fittizio
Epidemiologia
• Prevalenza elevata (una percentuale non trascurabile di tutti i
pazienti ricoverati!)
• Più comune nei maschi e nei soggetti che lavorano
nell’assistenza sanitaria
• In alcuni contesti esistono banche dati di pazienti «simulatori»
per mettere in guardia il personale sanitario
Disturbo fittizio
Eziologia
Fattori biopsicosociali
1. Il ruolo di malato potrebbe essere funzionale a ottenere
quelle attenzioni che al paziente sono state negate in
ambiente familiare
2. Tratti di personalità masochisti, borderline e in genere poco
formati con la tendenza a immedesimarsi in modelli esterni
3. Alterato processamento delle informazioni nella pseudologia
fantastica?
Disturbo fittizio
Caratteristiche cliniche
• I pazienti possono riprodurre sintomi e segni di tipo sia fisico che
psicologico (il DSM 5 non distingue i pazienti sulla base del tipo di
sintomi e segni presentati)
Disturbo fittizio con sintomi psicologici:
• I pazienti possono lamentare qualsiasi tipo di sintomo psicologico (
allucinazioni, deliri, depressione, sintomo conversivo etc…)
• La presenza di sintomi fittizi nel contesto di un altro disturbo, come
il BPD, è un fattore prognostico negativo
• I sintomi possono venir giustificati dai pazienti attraverso storie
inventate, come la tragica «morte» di un familiare
• Può esserci il ricorso sostanze d’abuso o farmaci per generare dei
sintomi «reali» (stimolanti per indurre insonnia, allucinogeni per
indurre dispercezioni etc…)
Disturbo fittizio
Disturbo fittizio con sintomi fisici:
• È la forma più comune
• I pazienti sono dei veri e propri «professionisti», capaci di
ingannare anche medici esperti
• Possono essere riprodotti sintomi di ogni sorta, ad esempio
l’ipoglicemia attraverso l’uso di ipoglicemizzanti e la
batteriuria tramite contaminazione fecale
• Spesso vengono richiesti interventi chirurgici per motivi poco
chiari (non meglio specificate aderenze), che esitano in
numerose cicatrici chirurgiche
Disturbo fittizio
Disturbo fittizio provocato ad altri
• Il soggetto affetto simula o induce sintomi in una
persona di cui dovrebbe prendersi cura
• Il caso tipico è la madre che induce sintomi nei figli
piccoli
• Spesso il desiderio è quello di essere compatiti come
il familiare della persona malata, o di sbarazzarsene
facendolo ricoverare in ospedale
Disturbo fittizio
Elementi utili alla diagnosi:
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Sintomi drammatici e «strani», che sfidano le conoscenze mediche
Sintomi refrattari a trattamenti solitamente efficaci
Sintomi insoliti che subentrano quando altri sintomi migliorano
Forte determinazione a richiedere colloqui, test e procedure
mediche, anche invasive
Ritrosia a coinvolgere fonti di informazione collaterali ( es., fornire
contatti di familiari, ricevere visite durante il ricovero)
Storie mediche lunghissime caratterizzate da molti interventi
chirurgici
Numerose intolleranze a farmaci
Occupazione nell’ambito medico
Capacità di prevedere un’insolita evoluzione dei sintomi
Disturbo fittizio
Elementi utili alla diagnosi
•
•
•
•
•
•
•
Intelligenza normale o sopra la media
Assenza di disturbi formali del pensiero
Identità poco formata
Scarsa tolleranza alle frustrazioni
Tratti di dipendenza psicologica
Tratti narcisistici
Punteggi inverosimilmente elevati in tutte le sottoscale dei
test psicodiagnostici (es., MMPI-2) nel tentativo di sembrare
più malati del reale
Disturbo fittizio
Diagnosi differenziale
• Praticamente qualsiasi condizione medica o psichiatrica va in
diagnosi differenziale con il disturbo fittizio
• Le diagnosi differenziali più importanti sono con i disturbi da
sintomi somatici e la simulazione
1. Nei disturbi da sintomi somatici non c’è volontà nella
produzione dei sintomi
2. Nella simulazione lo scopo non è quello di essere riconosciuti
come malati, ma più laicamente di ottenere vantaggi
contingenti (evitare la giustizia, i creditori etc…)
Disturbo fittizio
Decorso e prognosi
• L’ esordio è in genere in età giovanile; spesso si evolve
insidiosamente da una malattia reale, sofferta dal paziente o
da un familiare
• La prognosi non è buona, spesso vi sono grossi problemi
lavorativi e relazionali; non di rado i pazienti muoiono a causa
di complicanze mediche o chirurgiche
• Una personalità dai tratti depressivi e masochistici, un
funzionamento intermittente con periodi di relativo recupero
e tratti di personalità antisociali paucisintomatici possono
essere indicatori di una prognosi relativamente migliore
Disturbo fittizio
Strategie utili nella gestione del paziente
• Raccogliere informazioni da parenti/conoscenti e studiare nel
dettaglio la documentazione medica esibita (soprattutto in
relazione ai ricoveri precedenti) per formulare
tempestivamente una diagnosi
• Non rivolgersi al paziente in tono accusatorio: la malattia
«inventata» potrebbe essere un meccanismo di difesa
• Utilizzare modalità che non facciano «perdere la faccia» al
paziente
• Approccio multidisciplinare
Fattori psicologici che influenzano altre
condizioni mediche
Criteri diagnostici nel DSM 5:
A È presente un sintomo o una condizione medica (diversa da un disturbo
mentale)
B Fattori psicologici o comportamentali influenzano negativamente la
condizione medica in uno dei seguenti modi:
1. I fattori hanno influenzato il decorso della condizione medica, come
dimostrato da una stretta relazione temporale tra i fattori psicologici e
l’insorgenza, o l’aggravamento, della condizione medica, o la sua ritardata
guarigione.
2. I fattori interferiscono con il trattamento della condizione medica (per
es., scarsa aderenza).
3. I fattori costituiscono ulteriori rischi accertati per la salute dell’individuo.
4. I fattori influenzano la fisiopatologia sottostante, scatenando o
aggravando i sintomi, o sollecitando attenzione medica.
Fattori psicologici che influenzano altre
condizioni mediche
C I fattori psicologici e comportamentali del Criterio B non sono meglio
spiegati da un altro disturbo mentale (per es., disturbo di panico,
disturbo depressivo maggiore, disturbo da stress post-traumatico).
Specificare la gravità attuale:
Lieve: aumenta il rischio medico ( per es., scarsa aderenza a una
terapia antipertensiva).
Moderata: aggrava la condizione medica sottostante (per es., l’ansia
peggiora l’asma).
Grave: conduce a un ricovero ospedaliero o a una visita di pronto
soccorso.
Estrema: mette gravemente in pericolo la vita dell’individuo (per es.,
ignorare i sintomi di un attacco cardiaco)
Fattori psicologici che influenzano altre
condizioni mediche
Più che costituire un vero e proprio disturbo, questa
categoria formalizza l’impatto che i fattori psicologici
possono avere sul decorso di una patologia (stili di
coping disfunzionali, stress psicologico, problemi
relazionali, sintomi depressivi etc…)
Disturbi da sintomi somatici e disturbi
correlati con altra specificazione
Questa categoria si applica alle manifestazioni in cui i sintomi caratteristici di un
disturbo da sintomi somatici e disturbi correlati, che causano disagio clinicamente
significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in
altre aree importanti, predominano ma non soddisfano pienamente i criteri per uno
qualsiasi dei disturbi della classe diagnostica del disturbo da sintomi somatici e
disturbi correlati.
Esempi di manifestazioni che possono essere specificate utilizzando la dicitura «con
altra specificazione» comprendono le seguenti:
1. Disturbo da sintomi somatici breve: la durata del disturbo è inferiore a sei mesi
2. Disturbo da ansia di malattia breve: la durata del disturbo è inferiore a sei mesi
3. Disturbo da ansia di malattia senza eccessivi comportamenti di malattia: non
viene soddisfatto il criterio D per il disturbo da ansia di malattia
4. Pseudociesi: Un’erronea convinzione di essere incinta, associata a segni obiettivi e
sintomi riferiti di gravidanza
Disturbi da sintomi somatici e disturbi
correlati senza specificazione
Questa categoria si applica alle manifestazioni in cui i sintomi caratteristici di un
disturbo da sintomi somatici e disturbi correlati, che causano disagio clinicamente
significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in
altre aree importanti, predominano ma non soddisfano pienamente i criteri per uno
qualsiasi dei disturbi della classe diagnostica del disturbo da sintomi somatici e
disturbi correlati. La categoria disturbi da sintomi somatici e disturbi correlati senza
specificazione non dovrebbe essere usata, a meno che non ci siano situazioni
decisamente insolite in cui ci sono informazioni insufficienti per porre una diagnosi più
specifica