Commercio internazionale e concorrenza imperfetta 4 File

Applicazioni empiriche della concorrenza monopolistica e
del commercio
Il commercio intraindustriale
Nel modello di concorrenza monopolistica, i Paesi si
specializzano nella produzione di varietà diverse di un
bene differenziato e le commerciano.
Questo pattern di commercio prende il nome di
commercio intraindustriale.
L’indice di commercio intraindustriale individua quale
proporzione del commercio di ogni prodotto riguarda
sia importazioni sia esportazioni.
La questione della distanza nei modelli di commercio
internazionale
Nei modelli tradizionali in cui si muovono le merci ma non i
fattori si ipotizza implicitamente che la distanza sia “infinita”
per quanta riguarda i fattori, ma sia invece “zero” per quanto
riguarda le merci!
Necessità di introdurre la “distanza” tra i paesi, i
costi di trasporto e altre “barriere” al commercio
• La legge di gravitazione universale di Newton
– Si supponga che due corpi abbiano massa M1 e M2
e siano collocati a una distanza pari a d
– La forza di gravità tra queste due masse è:
Fg = G[M1M2/d2]
• G è la costante che ci indica la grandezza di questa
relazione.
• Quanto più grande è la massa dei due corpi, o quanto più
vicini sono tra loro, tanto maggiore è la forza di gravità tra
essi.
In generale, la formula gravitazionale del commercio
internazionale si presenta nella forma seguente
XA,B = G SA SB hA,B
XA,B = esportazioni dal paese A al paese B
SA = fattori specifici al paese A, ad esempio PIL di A
SB
= fattori specifici del paese B, ad esempio PIL di B
hA,B = misura della “facilità di esportare” da A a B
X
G
= coefficiente che riflette la facilità/difficoltà
di esportare
dovuta a fattori non compresi in h
Normalmente le variabili S sono sostituite dal PIL dei
paesi che commerciano: l’equazione gravitazionale per
il commercio afferma che i Paesi con un PIL maggiore
hanno un volume di commercio bilaterale maggiore.
X A, B  GYAY BhA, B
X A, B
YA
YB
 G hA , B
YA
… il commercio di A verso B
dipende dalla dimensione relativa
di B ….
Il termine h include i fattori che possono facilitare o
ostacolare il commercio tra i due paesi: tariffe,
barriere non tariffarie, ostacoli linguistici, costi di
trasporto…
X A, B
YAY B
B
n
dist
Gli “ostacoli” sono riassunti nella
distanza mentre tutto il resto
finisce nel coefficiente B
• L’equazione gravitazionale nel commercio
– Usiamo una equazione simile a quella di Newton
per misurare il commercio tra due Paesi.
– Anziché la massa, usiamo il PIL di ciascun Paese.
– La distanza è importante, dist, ma non la inseriamo
al quadrato perché non siamo sicuri della precisa
relazione tra commercio e distanza.
– C’è anche un termine costante che indica la
relazione tra il termine gravitazionale e il
commercio.
PIL1 PIL2
Commercio  B
n
dist
– Il termine costante può essere anche interpretato
come una sintesi degli effetti di tutti gli altri fattori,
diversi dalla distanza e dalla dimensione, che
influenzano la quantità di commercio tra due Paesi.
– Si vede che più grandi sono i due Paesi o più vicini
tra loro, maggiore è la quantità di commercio.
– Questa è un’implicazione del modello di
concorrenza monopolistica che abbiamo studiato in
questo capitolo.
• I Paesi più grandi esportano di più perché producono più
varietà e importano di più perché hanno una domanda
maggiore.
• La derivazione dell’equazione gravitazionale
– Possiamo svolgere qualche passaggio algebrico per
ottenere l’equazione per vari Paesi.
– Iniziamo con il Paese 1, PIL1 , che produce un bene
differenziato.
– Gli altri Paesi domandano i beni del Paese 1 e la
quantità che domandano dipende da:
• La dimensione relativa del Paese importatore
• La distanza tra i due Paesi
– Per misurare la dimensione relativa, usiamo la quota
di PIL mondiale del paese 2.
• Share2 = PIL2/PILw
PIL1 PIL2
Commercio  B
n
dist
… definiamo
PIL2
 share2
PILworld
… la “dimensione” del
paese verso il quale
dirigiamo le “nostre”
esportazioni
• Deriviamo l’equazione gravitazionale
… definiamo
B
C
PILw
PIL1share2
C PIL1 PIL2
PIL1 PIL2
Commercio  C

B
n
n
dist
PILw dist
dist n
PIL1share2
C PIL1 PIL2
PIL1 PIL2
Commercio  C

B
n
n
dist
PILw dist
dist n
 Si noti che è simile all’equazione gravitazionale di Newton.
 C/PILW è il termine costante.
In pratica il termine costante (C/PILW ) viene stimato nei lavori applicati e può
assumere valori diversi in diversi contesti e in diversi periodi
PIL1 PIL2
Commercio  B
dist n
… un miglioramento delle ragioni di scambio fa
aumentare X agendo eventualmente sul termine
B, dati i PIL dei due paesi (pieno impiego!); un
aumento di PIL2 fa aumentare X a parità di
prezzi…
Esportazioni al prezzo mondiale
… a parità di altre
condizioni una
“maggiore domanda”
associata ad un “paese
grande” comporta un
maggiore flusso di
export per ogni prezzo
internazionale
Autarchia
Apertura dello scambio
Aumenta dimensione del
mercato, aumenta
dimensione mercato
estero
PIL1 PIL2
Commercio  B
n
dist
Commercio
PIL2
B*
B

n
PIL1
dist
dist n
L’equazione gravitazionale per il Canada e gli Stati Uniti
PIL1 PIL2
Commercio  93
n
dist
Concorrenza imperfetta con beni omogenei:
Il caso del dumping
• Sebbene la differenziazione di prodotto sia un’ipotesi
adeguata per molti beni, non vale per tutti i beni e in
particolare per quelli non lavorati commerciati tra le
imprese.
– Prodotti chimici, legname, minerali, acciaio possono
essere considerati beni omogenei.
• Tuttavia, per molti di questi beni, non vale l’ipotesi di
concorrenza perfetta.
– Spesso sono venduti da grandi imprese che hanno un
certo controllo dei prezzi.
– Vogliamo supporre concorrenza imperfetta anche se i
beni sono omogenei.
Nel commercio internazionale si intende per dumping
una strategia con cui i prodotti di un Paese sono
immessi in commercio in un altro Paese ad un prezzo
inferiore al valore normale del prodotto.
Per valore normale si intende il prezzo praticato all'interno del
Paese di origine delle merci o, quando il prezzo normale nel
paese esportatore non è conosciuto in modo affidabile, in un
paese di riferimento che utilizzi tecnologie simili.
Ci sono difficoltà nell’accertamento del prezzo “equo” o del
costo “equo” cui fare riferimento.
If a company exports a product at a price lower than the price
it normally charges on its own home market, it is said to be
“dumping” the product. The WTO Agreement does not
regulate the actions of companies engaged in "dumping". Its
focus is on how governments can or cannot react to dumping
— it disciplines anti-dumping actions, and it is often called the
“Anti-dumping Agreement”.
The WTO agreement allows governments to act
against dumping where there is genuine
(“material”) injury to the competing domestic
industry. In order to do that the government has to
be able to show that dumping is taking place,
calculate the extent of dumping (how much lower
the export price is compared to the exporter’s
home market price), and show that the dumping is
causing injury or threatening to do so.
Le indagini anti-dumping non hanno seguito se il dumping è
modesto (meno del 2% del prezzo di riferimento) e se le
importazioni del bene in questione sono modeste (le
importazioni in questione da un paese rappresentano meno
del 3 per cento delle importazioni totali del bene in
questione).
• Un modello di dumping del prodotto
– In concorrenza imperfetta, le imprese possono
fissare prezzi diversi in Paesi diversi, come avviene
ogniqualvolta la strategia sia redditizia.
– Le imprese non solo possono fissare un prezzo
maggiore del costo marginale, ma possono anche
scegliere di fissare prezzi diversi nel mercato
interno e nel mercato delle esportazioni.
– Questa strategia è la discriminazione di prezzo.
• L’impresa è in grado di scegliere il prezzo pagato da
diversi gruppi di clienti.
• Ci deve essere una qualche ragione per cui i consumatori
nel mercato caratterizzato da un prezzo elevato non
possono importare direttamente dal mercato a basso
costo.
Il dumping si può verificare solo se:
• Esiste concorrenza imperfetta: le imprese
possono influenzare i prezzi di mercato;
• I mercati sono segmentati: non è facile
acquistare i beni in un mercato e venderli in
un altro.
Tre tipi di discriminazione di prezzo
1) Discriminazione di primo grado: ad ogni consumatore viene fatto pagare
il suo prezzo di riserva (discriminazione perfetta: molto difficile se non
impossibile in pratica)
2) Discriminazione di secondo grado: i consumatori pagano prezzi diversi per
diverse quantità acquistate (ad es. tariffe dell’energia diversa a seconda
della fascia oraria)
3) Discriminazione di terzo grado: i consumatori sono divisi in gruppi che
pagano prezzi diversi.
  P1Q1  P2Q2  CT
 P1Q1 CT




 R1'  C '
Q1
Q1
Q1
Q1
 P2Q2 CT




 R2'  C '
Q2
Q2
Q2
Q2
R1'  C '  0
R2'  C '  0
R2'  R1'  C '
Condizione di max profitto in un mercato con
monopolio discriminante
RT  P  Q ricavo totale
dRT  dP  Q  P  dQ
dRT dP  Q P  dQ dP  Q



P
dQ
dQ
dQ
dQ




dRT dP  Q
dP  Q  P
1 
1




P
 P  P 1
 P1  
dQ / Q 
dQ
dQ
dQ  P
eP 




dP
/
P



1
'
R1  P1 1  
 e1 

1

R  P2 1  
 e2 
'
2
R1'  C '  0
R C  0
'
2
R  R C
'
2
'
1
 1
R  P1 1  
 e1 
'
1
'
'
 1

1
P1 1    P2 1    C '
 e1 
 e2 

1

R  P2 1  
 e2 
'
2
1
P1
e2


P2 1  1
e1
1
Supponiamo e1 = -2, e2 = -4
1
1
P1
4  1,5

P2 1  1
2
I consumatori con domanda con elasticità
più bassa pagano prezzi più elevati
Esempio numerico
Curva di domanda: Q = 40 – 2P
Costi fissi = 10
Costi variabili unitari = 10
Prezzo
18
17
16
15
14
13
12
11
10
9
Quantità
4
6
8
10
12
14
16
18
20
22
CV
40
60
80
100
120
140
160
180
200
220
CT
50
70
90
110
130
150
170
190
210
230
RT
72
102
128
150
168
182
192
198
200
198
Rmg
16
14
12
10
8
6
4
2
0
-2
Profitto massimo con monopolio non discriminante
Profitto massimo con monopolio discriminante
Profitto RT con discr. Prof.discr.
22
72
22
32
106
36
38
138
48
40
168
58
38
196
66
32
222
72
22
246
76
8
268
78
-10
288
78
-32
306
76
Costo medio totale
Prezzo
Costo marginale
Ricavo
marginale
Equilibrio con monopolio non discriminante (profitto)
Equilibrio con monopolio discriminante (profitto)
Tre tipi di dumping
Dumping predatorio: vendita di un bene temporaneamente
sottocosto o a un prezzo più basso all’estero allo scopo di spingere i
produttori esteri fuori dal mercato, e di poter elevare poi i prezzi
avvantaggiandosi del potere di monopolio all’estero così acquisito. In
questo caso, risultano danneggiati sia i consumatori che nel lungo
periodo dovranno pagare prezzi dei beni più elevati, sia gli
imprenditori che sono usciti fuori mercato.
Dumping persistente: discriminazione internazionale dei prezzi. Non
porta danni ai consumatori dei Paesi che registrano prezzi più bassi.
Dumping sporadico: vendita occasionale di un bene sottocosto o ad
un prezzo più basso all’estero che all’interno, allo scopo di disfarsi di
un’imprevista e temporanea eccedenza del bene senza dover ridurre
i costi interni.
Japan complained that Australia’s anti… le chiacchiere sul dumping…
dumping duty from Japan had been in place
for 20 years, and that Japan’s share in the
Australian market had decreased to 0.5 per
cent. It urged the revocation of the measure.
Australia invited Japan to bilateral talks on this
issue.
Turkey expressed concerns about Brazil’s ongoing investigation on viscose yarn from
Turkey, and reserved all its rights. Brazil said it
was willing to talk about this issue with Turkey.
Turkey said that because
of deficiencies in the
investigation, the
Dominican Republic
should revoke its antidumping measure on steel
rods and beams from
Turkey.
China expressed concerns regarding Mexico’s
anti-dumping investigations on graphite
electrodes and coaxial cables, respectively. The
United States said that its companies have
communicated serious concerns regarding the
dumping margin calculations by the Mexican
authorities on chicken legs and thighs from the
US. Mexico said its measures were fully in line
with WTO rules.
The United States said it was deeply troubled
by what it described as lack of due process in
China’s anti-dumping actions, and in particular
the imposition last December of anti-dumping
measures on imports of some $3 billion worth
of US automobiles. Separately, Japan and the
European Union expressed concerns over
China’s anti-dumping investigations on
photographic paper and paper board, and on
certain high-performance stainless steel
seamless tubes, respectively. China said it had
improved practices to ensure the rights of
parties concerned in anti-dumping
investigations, and maintained that its antidumping measures were consistent with the
WTO. It said that it imposed anti-dumping
duties on US automobiles because imports
were rising rapidly and per-unit price was
going down. Regarding the photographic
paper, it said its investigation was fair and that
the final determination would be based on
facts.
• Un modello di dumping del prodotto
– Si ha dumping quando un’impresa vende un
prodotto all’estero a un prezzo che è inferiore al
prezzo che fissa nel mercato domestico o inferiore al
costo medio di produzione.
– Secondo le regole dell’OMC, un Paese importatore
ha il diritto di imporre un dazio ogniqualvolta
un’impresa estera vende sottocosto il suo bene nel
mercato locale.
– Tale dazio si chiama dazio antidumping
– In questo capitolo ci chiediamo più in generale
perché le imprese fanno dumping.
• Il monopolio discriminante
– Supponiamo che un monopolista estero venda nel
suo mercato locale ed esporti in H.
– Il monopolista è in grado di fissare prezzi diversi nei
due mercati.
• Monopolio discriminante
– La domanda dell’impresa nel mercato delle
esportazioni sarà più elastica poiché c’è maggior
concorrenza.
• Perderà più clienti aumentando i prezzi rispetto al
mercato locale.
• Il monopolio discriminante
– Se nel mercato delle esportazioni c’è una
concorrenza sufficiente, l’impresa avrebbe una
curva di domanda orizzontale al prezzo P come in
un mercato perfettamente concorrenziale.
– Se il prezzo nel mercato delle esportazioni è fisso a
P, allora l’impresa può vendere qualsiasi quantità
desideri senza modificare il prezzo.
– In questo caso, il ricavo marginale delle esportazioni
è uguale al prezzo.
• La condizione di equilibrio
– Qual è il punto che massimizza il profitto per il monopolista
estero?
– Per il monopolista discriminante, i profitti sono massimizzati
quando MR = MR* = MC* (come si mostra nella figura 6.10).
– Se l’impresa F produce Q1, nel punto B, MC* = MR nel mercato
delle esportazioni.
• Non tutta la produzione è esportata
– La quantità venduta internamente è determinata da
MR*=MC*, nel punto C.
– Il prezzo di vendita locale è P*, mentre il prezzo nel mercato
delle esportazioni è P.
– L’impresa sta massimizzando i profitti in entrambi i mercati.
NB: i ricavi marginali sono uguali nei due mercati!
Prezzo
Il monopolista vende Q2 nel
mercato locale e (Q1-Q2) nel
mercato delle esportazioni
MC*
Prezzo locale,
P*
AC*
La quantità venduta nel
Il monopolista
massimizza
mercato
locale è nel
punto C,
i
profitti
nel
punto
B dove i
dove i costi marginali locali,
costi
marginali
locali, MC*,
MC*,
sono
pari ai ricavi
sono uguali
ricavi
marginali
locali, ai
MR*.
marginali
delle
Possono
fissare
un prezzo
esportazioni
MRdalla
locale,
P*, derivato
curva di domanda locale.
Si noti che il prezzo locale, P*, è maggiore di AC*
ma il prezzo delle esportazioni , P, è minore di AC*.
Ciò implica che l’impresa sta facendo dumping nel
mercato delle esportazioni.
AC1
Prezzo delle
esportazioni, P
Domanda di esportazioni , D
C
B
Ricavo marginale locale,
MR*
Q2
Vendite locali
Q1
Esportazioni
Ricavo marginale delle esportazioni,
MR
Domanda locale
D*
Quantità di F
• La redditività del dumping
– L’impresa F fissa il prezzo P* per vendere la quantità
Q2 nel mercato locale.
– Il prezzo locale è maggiore del prezzo nel mercato
delle esportazioni.
• Sta facendo dumping del suo prodotto nel mercato delle
esportazioni.
– I costi medi sono minori del prezzo locale, ma
maggiori del prezzo delle esportazioni.
– Poiché AC è maggiore del prezzo delle esportazioni,
l’impresa sta facendo dumping anche secondo il
criterio del confronto tra i costi.
• Un esempio numerico di dumping
– Supponete di avere i seguenti dati:
•
•
•
•
•
•
Costi fissi = $100
Costi marginali = $10/unità
ricavi
Prezzo locale = $25
Quantità locale = 10
Prezzo delle esportazioni = $15
Quantità esportata = 10
costi variabili
– I profitti ottenuti nel mercato locale sono:
• $25(10) - $10(10) - $100 = $50
– I costi medi per l’impresa sono $20.
• Un esempio numerico di dumping
– Supponiamo che l’impresa venda 10 unità
addizionali a $15, prezzo inferiore al costo medio di
produzione.
– È ancora redditizio? I profitti sono:
• [$25(10) + $15(10)] - $10(20) - $100 = $100
– I profitti sono aumentati perché le unità addizionali
sono vendute a 15 dollari, ma a un costo marginale
di $10.
– I profitti aumentano facendo dumping nel mercato
delle esportazioni.
– Dunque è chiaro perché le imprese fanno dumping:
conviene.
ricavi
costi variabili
Un monopolista fronteggia la seguente curva di domanda nel mercato
interno
Q = 30 – 2P
e produce con una tecnologia che genera la seguente curva dei costi
totali
CT = 5 + 6Q + 0,5Q2.
Calcolate l’equilibrio di autarchia e l’equilibrio di libero scambio
ipotizzando dumping e che il consumo interno in libero scambio sia pari
a 4.
Q = 30 – 2P  P = 15 – 0,5Q  RT = PQ = 15Q – (0,5Q)Q  R’ = 15 - Q
CT = 5 + 6Q + 0,5Q2  C’ = 6 + Q
Prezzo
P = 15 – 0,5Q
R’ = 15 - Q
MC*
C’ = 6 + Q
Ricavo marginale locale,
MR*
Domanda locale
D*
Quantità
Equilibrio di autarchia  R’ = C’  Q = 12
Prezzo
P = 15 – 0,5Q
MC*
P = 12,75
R’ = 15 - Q
C’ = 6 + Q
Ricavo marginale locale,
MR*
Domanda locale
D*
Quantità
Q = 4,5
Profitti = 42,125
Equilibrio di libero scambio  il prezzo mondiale diventa il ricavo
marginale (scompare il monopolio, l’impresa locale compete nel
mercato globale)
Poniamo prezzo mondiale P* = 11,5
Prezzo
P = 15 – 0,5Q
R’ = 30 - Q
MC*
C’ = 6 + Q
Prezzo delle
esportazioni, 11,5
Domanda di esportazioni , D
Ricavo marginale delle esportazioni,
MR
Domanda locale
D*
Quantità
Q = 5,5
Q =6
Equilibrio di libero scambio  il prezzo mondiale diventa il ricavo
marginale (scompare il monopolio, l’impresa locale compete nel
mercato globale)
Poniamo prezzo mondiale P* = 11,5
Prezzo
P = 15 – 0,5Q
R’ = 30 - Q
MC*
C’ = 6 + Q
Prezzo mondiale
Prezzo mondiale, 11,5
Ricavo marginale MR
produzione
importazioni
Domanda locale
D*
Quantità
Q = 5,5
Q =6
Monopolio in libero scambio
Il paese è importatore (prezzo
mondiale basso)
Consumo interno
Monopolio in autarchia
Monopolio in libero scambio
Il paese è esportatore (prezzo
mondiale alto)
Sapendo che Q2 = 4 si ricava  R’ = 11
Dumping
Vale R’ = ricavo marginale nelle esportazioni = prezzo mondiale = C’
Si ricava Q = 5 , produzione complessiva del monopolista (Q1).
Pertanto, il monopolista esporta 1 unita al prezzo 11, inferiore al prezzo
interno (dumping)
Il mercato locale è “segmentato” (i consumatori non possono acquistare il
prodotto nel mercato mondiale, pagano un prezzo più alto, 13)
Prezzo
P = 15 – 0,5Q
Prezzo locale,
P = 13
R’ = 15 - Q
Prezzo delle
esportazioni
MC*
C’ = 6 + Q = 11
Domanda di esportazioni , D
11
C
B
Ricavo marginale locale,
MR*
Q2
Vendite locali
Q1
Esportazioni
Ricavo marginale delle esportazioni,
MR
Domanda locale
D*
Quantità