Ornella Carminati ADVAR, Treviso COSA SONO LE CURE PALLIATIVE? • Nell’accezione comune sarebbero quelle che “non contano niente” e “si fanno tanto per fare qualcosa”… • Il termine deriva dal latino “pallium”, ovvero il “mantello” che San Martino si tolse per coprire la persona sofferente che aveva incontrato sulla sua strada… Lorenzo, 11 Novembre 2009 ALLORA COSA SONO LE CURE PALLIATIVE? • Secondo la EAPC (European Association for Palliative Care) sono la cura totale prestata alla persona affetta da una malattia non più responsiva alle terapie aventi come scopo la guarigione OBIETTIVI DELLE CURE PALLIATIVE • CONTROLLO DEI SINTOMI – DOLORE – ALTRI SINTOMI – PROBLEMI PSICOLOGICI, SOCIALI, SPIRITUALI • SUPPORTO ALLA FAMIGLIA LEGGE REGIONALE PER LE CURE PALLIATIVE DEL 19 MARZO 2009, N.7 (BUR 25/2009) • La Regione Veneto con la presente legge garantisce adeguate cure palliative ai malati in stato di inguaribilità avanzata o a fine vita, volte ad assicurare agli stessi ed ai loro familiari una migliore qualità di vita, nonché l’accessibilità a trattamenti antalgici efficaci disciplinando il sistema di tutela delle persone con dolore. CHI FA LE CURE PALLIATIVE? • Il team di Cure Palliative comprende più figure professionali che lavorano in équipe: – – – – – – – Medico Infermiere Oss Fisioterapista Psicologo Assistente sociale Volontari DOVE SI FANNO LE CURE PALLIATIVE? • A casa del malato • In Hospice • Ma anche – In ospedale – In casa di riposo – In RSA A Treviso dove si fanno? • A casa del paziente – Distretto – ADVAR • In Hospice – La “Casa dei Gelsi” SINTOMI NEI PAZIENTI IN FASE AVANZATA DI NEOPLASIA • DOLORE • DISPNEA • SINDROME ANORESSIA-CACHESSIA • NAUSEA E VOMITO • OCCLUSIONE INTESTINALE • DELIRIUM ED ALTRI SINTOMI NEUROPSICHIATRICI PREVALENZA DEI SINTOMI NELLE NEOPLASIE IN FASE AVANZATA DOLORE PERD.PESO ANORESSIA DISPNEA TOSSE 0 20 (R. Twycross R et al., Control of alimentary symptoms in far advanced cancer. Churchill Livingstone 1980) 40 60 80 TERAPIE ANTITUMORALI Elaborazione lutto Screening SIMULTANEOUS CARE R I A B I L I T A Z I O N E Cure di supporto – Cure palliative (Fatigue, dolore, supp.sociale, nutrizionale, psicologico, spirituale) CURE PALLIATIVE LOW TECH HIGH TOUCH DOLORE NEI PAZIENTI ONCOLOGICI • Alla diagnosi: nel 28% dei soggetti; • Durante i trattamenti: nel 50%; • In fase avanzata:nel 75-80%. CAUSE DI DOLORE • Correlato al tumore: nel 70-80% dei casi • Conseguente alle terapie: nel 20% dei casi • Correlato a comorbidità: nel 10% dei casi DOLORE CORRELATO AI TRATTAMENTI • CHEMIOTERAPIA: – Mucosite – Neuropatie (VCR, taxani) • ORMONOTERAPIA: – Inibitori dell’aromatasi – Poussée dolorosa ossea iniziale da LH-RH agonisti – Poussée dolorosa ossea da ormonoterapia • RADIOTERAPIA • MANOVRE DIAGNOSTICO-TERAPEUTICHE – Biopsia osteomidollare – Rachicentesi – Toracentesi DESCRIZIONE DEL DOLORE ONCOLOGICO Nocicettivo Meccanismo fisiopatologico: Neuropatico Acuto Caratteristiche temporali: Subacuto Intermittente Cronico Intensità del dolore Dolore oncologico Dolore neuropatico Dolore neuropatico: sintomatologia Dolore neuropatico: sintomatologia Rilievo del dolore come quinto parametro vitale LINEE-GUIDA OMS LA SCALA DELL’OMS Il consumo di oppioidi Spesa annua pro-capite in euro 7,25 Germania 7,14 Danimarca 3,54 3,48 3,36 3,33 3,25 2,89 2,67 2,47 2,38 2,36 Austria Regno Unito Norvegia Svizzera Svezia Finlandia Irlanda Spagna, Olanda Belgio Francia ITALIA 0,52 LINEE GUIDA EAPC (2005) • La MORFINA ORALE resta l’oppioide di riferimento • In caso di effetti collaterali ingestibili IDROMORFONE ed OSSICODONE sono alternative efficaci • Il METADONE è un farmaco utile ma non l’uso deve essere limitato agli specialisti a causa della farmacocinetica variabile e delle molteplici interazioni farmacologiche • Il FENTANYL TRANSDERMICO è un’efficace alternativa che va riservata ai pazienti con esigenze stabili di oppioidi ADIUVANTI • STEROIDI • ANTICONVULSIVANTI – GABAPENTIN – PREGABALIN LA SINDROME ANORESSIACACHESSIA CACHESSIA NEOPLASTICA •E’ la piu’ diffusa sindrome paraneoplastica nei pazienti affetti da tumore avanzato. •70% dei pazienti neoplastici avanzati sviluppa segni e sintomi di cachessia •L’aspetto preponderante è il calo di peso CALO DI PESO CANCRO-INDOTTO (I) • Si verifica una perdita di tessuto adiposo e di massa magra (muscoli scheletrici) • Può verificarsi in assenza di anoressia • Può verificarsi anche se l’introito è sufficiente CALO DI PESO CANCRO-INDOTTO (II) • E’ aumentata la degradazione proteica per favorire la gluconeogenesi • Aumenta il metabolismo basale • Si attiva la risposta della fase acuta: citochine pro-infiammatorie • Vengono prodotti il fattore inducente la proteolisi (Proteolysis-inducing factor, PIF) e il Lipid mobilizing factor (LMF) • Non può essere contrastato dall’aumento di introito calorico/proteico INCIDENZA • E’ estremamente variabile in relazione agli istotipi e alla sede di neoplasia • E’ maggiore nei tumori SOLIDI: – Npl pancreas – Npl esofago – Npl stomaco – Npl distretto testa-collo – Npl colon retto 72% 69% 67% 57% 34% • Nei pz affetti da npl del pancreas l’80% presenta un calo ponderale del 10% al momento della diagnosi ed una vera cachessia è presente nel 2025% dei casi Andreyev HJN et al. Eur J Cancer 1998;34(4):503 PREVALENZA E IMPATTO DELLA CACHESSIA • Almeno la metà dei pazienti affetti da neoplasia vanno incontro ad un calo ponderale • Un terzo dei pz perde circa il 5% del peso corporeo • La prevalenza del calo ponderale nei pazienti oncologici arriva fino all’86% nelle ultime 2 settimane di vita • Più del 20% dei decessi sono dovuti a conseguenze correlate alla cachessia (immobilità, insufficienza cardiaca e/o respiratoria) Teunissen SC et al. J Pain Symptom Manage 2007;34:94-104 PERDITA DI PESO E SOPRAVVIVENZA STOMACO PROSTATA MAMMELLA COLON Senza Con SCLC NSCLC 0 20 40 MST (sett) (DeWys, WD, Amer. J. Med. 69:491-499,1980, modif.) 60 80 IMPATTO SULLA QUALITA’ DI VITA • E’ noto che la cachessia ha un impatto negativo sulla qualità di vita • I pazienti affetti da cachessia hanno una alterata immagine corporea che ha un forte impatto sulla vita di relazione, sulle loro emozioni e sulla spiritualità • Tendono quindi ad avere una vita isolata ed ad accentuare il senso di solitudine e la distanza con gli operatori sanitari e con i familiari/amici/conoscenti TERAPIE? • Gli steroidi riescono a migliorare in alcuni casi (in modo TRANSITORIO) la cenestesi ed il senso dell’appetito, ma non sono in grado di contrastare il calo ponderale • Si possono impiegare anche PROGESTINICI ad alte dosi (megestrolo) • Bisogna sempre valutare il rapporto efficacia/effetti collaterali (scompenso glicemico, ipertensione, etc) NAUSEA E VOMITO CAUSE • LEGATE ALLA MALATTIA – Alterazione del SNA (gastroparesi) – Cause metaboliche (ipercalcemia, insufficienza renale, epatica) – Metastasi epatiche – Ascite – Stipsi – Occlusione intestinale – Ipertensione endocranica – Ansia ed agitazione – Infezioni (esempio candidosi orofaringea) • LEGATE AI TRATTAMENTI – Chemioterapia – Radioterapia – Oppiacei – Altri farmaci (FANS, antibiotici, digossina) NAUSEA & VOMITO • Molto frequenti nella varie fasi di malattia (circa il 40-50% dei pazienti) • Spesso associati • La nausea cronica può essere maggiormente disturbante rispetto al vomito • Le cause sono molteplici • E’ importante cercare di porre una diagnosi al fine di mettere in atto la terapia idonea DOMANDE DA PORSI • Il paziente è stato sottoposto a CT/RT nell’ultima settimana? • È associato a bruciore o a epigastralgia? • Il vomito è preceduto da nausea o è a getto? • È associato a cefalea? • Da quanti giorni non va di corpo? • Ha iniziato/modificato una terapia con oppiacei? • Ha metastasi ossee, quindi potrebbe avere ipercalcemia? • Ha un addome globoso? FISIOPATOLOGIA CORTECCIA TALAMO IPOTALAMO APPARATO VESTIBOLARE CENTRO DEL VOMITO VAGO E NERVI SPLANCNICI CHEMORECEPTOR TRIGGER ZONE PROVVEDIMENTI • ELIMINARE I FATTORI SCATENANTI • PROVVEDIMENTI GENERALI – Buona igiene orale – Evitare odori sgradevoli – Frazionare i pasti • FARMACI FARMACI ANTIEMETICI • PROCINETICI – Metoclopramide: attiva su gastroparesi e sulla nausea da oppiacei (ha effetto antidopaminergico). Può causare effetti extrapiramidali nei bambini e nei giovani. Per os, ev , sc – Domperidone: solo procinetico. Per os – Alizapride: per os, ev , sc • ALOPERIDOLO – nella nausea da oppioidi, nella occlusione intestinale. Per os, ev, sc • STEROIDI – Desametasone: in associazione ai procinetici. Nella nausea e vomito da ipertensione endocranica • ANTI 5HT-3 – Attivi nella nausea da CT, solo in casi particolari in Cure Palliative L’OCCLUSIONE INTESTINALE OCCLUSIONE INTESTINALE • Si ha occlusione quando il transito è alterato o del tutto arrestato • Frequente nelle neoplasie ovariche (25-40% dei casi) e nei tumori del colon-retto (10-15%) CAUSE • LEGATE AL TUMORE – – – – Massa che comprime l’intestino Massa ostruente endoluminale Invasione dei plessi nervosi Carcinosi peritoneale • LEGATE AI TRATTAMENTI – – – – Aderenze post-chirurgiche Danno da radiazioni Neurotossicità da CT (alcaloidi della vinca) Oppiacei OCCLUSIONE • PICCOLO INTESTINO • GROSSO INTESTINO • ENTRAMBI • PARZIALE • COMPLETA SINTOMI e SEGNI • ALVO CHIUSO • DIARREA (da liquefazione batterica delle feci presenti) • DOLORE • XEROSTOMIA • NAUSEA • VOMITO – Nelle occlusioni alte profuso – Cibo non digerito: duodenale – Materiale fecale: ileale SINTOMI • DOLORE CONTINUO – Dovuto alla pressione, flogosi reattiva, ipossia – Responsivo agli oppiacei • DOLORE COLICO – più alta è la sede di occlusione, maggiore è il dolore – Borborigmi udibili, metallici – Poco responsivo agli oppiacei, maggiormente sensibile ad antispastici FISIOPATOLOGIA • Aumento della flora batterica con accumulo di secrezioni gastrointestinali e aumento dei liquidi contenuti nel lume intestinale • Questo causa disidratazione, alterazioni metaboliche TERAPIA • METOCLOPRAMIDE (ic da sospendere se dolore colico: in genere 60 mg die) • ALOPERIDOLO: da 5 a 15 mg die • IOSCINA BUTILBROMURO: in genere 60 mg die come inizio, poi 180 mg die, pare fino a 380 mg die (ma di solito non serve arrivare a tanto! Ricordare che peggiora la xerostomia) • OCTREOTIDE: rapida ma costosa! 0.3-0.6 mg die ic • OPPIACEI: per il controllo del dolore • STEROIDI: in genere desametasone 16 mg die a scalare riduce l’edema e migliora il transito E IL SONDINO NASOGASTRICO? • Nel paziente in fase terminale la presenza del sondino può essere molto disturbante • In molti casi può essere evitato somministrando ioscina per via parenterale, che riduce le secrezioni del tratto gastroenterico • Se il vomito è frequente e poco responsivo alle terapie può essere utile inserire il sondino COSA PUO’ ASSUMERE IL PAZIENTE? • Data la prognosi la NPT non è indicata nella maggior parte dei casi • Si può consentire di assumere liquidi e piccole quantità di cibo, se questo non induce vomito eccessivo • La xerostomia non migliora con l’idratazione ev, meglio offrire ghiaccio tritato e ghiaccioli, che alleviano maggiormente il sintomo (anche ananas ghiacciato) DISPNEA DISPNEA • E’ una sensazione SOGGETTIVA di difficoltà a respirare non necessariamente correlata ad uno sforzo obiettivo. • Nelle neoplasie in fase avanzata la prevalenza della dispnea è di circa il 29%74%. • Al St Christopher Hospice hanno valutato che era presente al momento del ricovero nel 41% dei pazienti CAUSE • Ostruzione bronchiale da primitivo o metastasi • Linfangite carcinomatosa • Versamento pleurico o pericardico • Embolia polmonare • BPCO, infezioni polmonari, scompenso cardiaco • Sindrome della vena cava superiore • Astenia, Anemia • Ascite imponente o epatomegalia VALUTAZIONE • La dispnea è peggiorata dall’esercizio? • E’ comparsa improvvisamente? • E’ episodica in un paziente ansioso? • E’ associata a distensione delle vene del collo? PROVVEDIMENTI • Cercare di creare un clima idoneo per il paziente • Posizionare semiseduto • Aprire le finestre • Umidificazione dell’ambiente • Garantire una presenza per ridurre l’ansia che la dispnea può generare TERAPIA • Dove è possibile rimozione delle CAUSE • OPPIOIDI • Corticosteroidi per via parenterale (im, ev, sc) • Broncodilatatori: aminofillina? Beta2 agonisti • BENZODIAZEPINE • O2 terapia: ruolo dubbio. Indicata se sO2 < 80% • In caso di dispnea grave refrattaria SEDAZIONE PALLIATIVA OPPIOIDI NELLA DISPNEA • Diminuiscono la frequenza respiratoria • Determinano sedazione centrale • Inducono broncodilatazione • Inducono vasodilatazione periferica SEDAZIONE PALLIATIVA nella DISPNEA • Dal 20 al 68% dei casi di sedazione palliativa avviene per dispnea grave non altrimenti controllabile • Riduce la sensazione di soffocamento e di fame d’aria • In una esperienza condotta su 251 pazienti terminali la sedazione non ha determinato una riduzione della sopravvivenza rispetto ai pazienti non sedati LE CURE DEGLI ULTIMI GIORNI DI VITA GLI ULTIMI GIORNI DI VITA • Riassumono tutte le problematiche delle cure palliative • Controllo dei sintomi…… • Tenendo conto degli aspetti spirituali e psicosociali del paziente e del contesto familiare SEGNI E SINTOMI “SOSPETTI” • Allettamento prolungato o totale • Astenia profonda • Episodi di disorientamento temporo-spaziale o allucinazioni • Sonnolenza prolungata • Evidente rifiuto di cibo o liquidi • Disinteresse per l’ambiente circostante • Difficoltà ad assumere le terapie per os RIDEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI • RIDEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI: da prolungamento della sopravvivenza all’accompagnamento ad una morte serena per il paziente ed i familiari COME ORGANIZZARSI? • Cercare di creare un ambiente calmo e tranquillo • Evitare l’eccessiva medicalizzazione • Cercare di spiegare i possibili eventi in modo di ridurre l’ansia • Rivalutare i farmaci assunti dal paziente e le vie di somministrazione • Preferire la via parenterale, in particolare quella SOTTOCUTANEA RIVALUTAZIONE DEI FARMACI ESSENZIALI DA VALUTARE NON ESSENZIALI ANALGESICI STEROIDI ANTIPERTENSIVI ANTIEMETICI ORMONI ANTIDEPRESSIVI SEDATIVI IPOGLICEMIZZANTI LASSATIVI ANSIOLITICI DIURETICI ANTIULCERA ANTI-COLINERGICI ANTIARITMICI ANTICOLAGULANTI ANTICONVULSIVANTI ANTIBIOTICI FERRO E VITAMINE VIE DI SOMMINISTRAZIONE • Per la presenza di disturbi della deglutizione meglio la via parenterale • In Cure Palliative molto impiegata la via sottocutanea ASTENIA • Garantire una postura ottimale ed il movimento passivo delle articolazioni per evitare dolori articolari • Nelle ultime ore la prevenzione dei decubiti non è un obiettivo e va preferito il comfort del paziente ANORESSIA E DISFAGIA • L’anoressia è progressiva e non contrastabile • Spiegare di non forzare l’alimentazione anche per l’alto rischio di aspirazione • Non è utile l’impostazione di una nutrizione parenterale, che non è in grado di aumentare la sopravvivenza e neppure la qualità di vita in quanto il fegato non è spesso in grado di metabolizzare i soluti RUOLO DELLA IDRATAZIONE ENDOVENOSA A FAVORE CONTRO Riduce il delirium Sovraccarico idrico Riduce la sensazione di sete Aumento delle secrezioni bronchiali E’ gradita dai familiari Aumento delle secrezioni gastriche Aumento di edemi, ascite, versamenti pleurici Aiuta a mantenere uno stato di coscienza CONTROLLO DEL DOLORE • Nella metà dei pazienti insorge un nuovo dolore o cambia caratteristiche • Nel 40% circa dei pazienti è necessario un aumento delle dosi di analgesici • Anche pazienti incoscienti possono provare dolore, è quindi importante valutare i SEGNI INDIRETTI (corrugamento del viso, rigidità dei muscoli nucali, tachicardia, sudorazione) DISPNEA E RANTOLO • Sono sintomi angoscianti per il paziente e per i familiari • E’ importante essere presenti e rassicurare il malato • Corretto posizionamento del paziente, umidificare l’ambiente • OPPIACEI +/- BENZODIAZEPINE • Nelle forme gravi e refrattarie valutare una SEDAZIONE PALLIATIVA • Ruolo dell’O2 controverso: spesso è rassicurante RANTOLO • Il rantolo è legato all’accumulo di secrezioni nell’orofaringe ed in trachea • prevalenza 31-92% • Utili farmaci antimuscarinici + oppiacei + sedativi DELIRIUM • Stato confusionale acuto • Genesi multifattoriale • I sintomi variano nell’arco della giornata • Tendono a peggiorare durate la notte CAUSE DI DELIRIUM I • SQUILIBRI METABOLICI – Alterazioni della glicemia – Alterazioni degli elettroliti – Ipercalcemia • DOLORE – Non controllato – Globo vescicale – Impattamento fecale • FARMACI – Steroidi – Oppioidi – Anticolinergici – Benzodiazepine CAUSE DI DELIRIUM II • EFFETTI DELLA NEOPLASIA • INFEZIONI • CARENZE NUTRIZIONALI – Tiamina – Folati, vitamina B12 • ASTINENZA – Farmaci – Alcool • INSUFFICIENZA D’ORGANO – Uremia – Encefalopatia epatica – Ipossiemia – Disfunzioni tiroidee o surrenaliche TERAPIA • Cercare di rimuovere le eventuali cause scatenanti o aggravanti • Idratazione endovenosa • ALOPERIDOLO • Nei casi gravi con importante agitazione nei pazienti morenti può essere necessario iniziare una sedazione con BENZODIAZEPINE SITUAZIONI CRITICHE…… EMORRAGIE • Presenti nel 14% dei pazienti • L’emorragia esterna massiva (per fortuna) è un evento RARO • In caso di perdite limitate può essere possibile controllare i sintomi • Vanno esclusi disturbi della coagulazione PROVVEDIMENTI • In caso di erosione di vasi superficiali compressione e medicazione con garze grasse • Acido tranexamico per os/ev • Se massiva sedazione palliativa EMOTTISI MASSIVA • E’ generalmente preceduta da emottisi di minore entità • Ha una mortalità del 75% nei pazienti con neoplasie in stadio avanzato • La valutazione prognostica ed una discussione franca con i familiari e, se possibile, con il paziente può servire per non trovarsi a prendere decisioni nel momento dell’emergenza • E’ necessaria la SEDAZIONE (midazolam sc o ev, diazepam per via im, ev, rettale) EMATEMESI O MELENA • Escludere, se possibile, farmaci gastrolesivi (anticoagulanti, FANS, steroidi) • Anti-H2, inibitori della pompa protonica • In caso di episodi massivi le condizioni cliniche sono critiche SEDAZIONE PALLIATIVA AGITAZIONE GRAVE • Se il sintomo è correlato ad una situazione grave come una crisi dispnoica terminale o una emorragia massiva è necessaria una RAPIDA SEDAZIONE (midazolam 5 mg sc o ev da ripetere fino a risultato) • Se l’agitazione è correlata anche ad alterate percezioni (delirium) si può tentare con aloperidolo sc 2-5 mg LA RELAZIONE CON IL MALATO • E’ nostro dovere cercare di instaurare con il malato un rapporto di collaborazione e di fiducia che gli permetta di poter esprimere le emozioni e condividere le scelte terapeutiche • La consapevolezza è una strada che il malato compie durante il decorso della malattia, che non abbiamo il diritto di forzare • E’ importante però essere onesti e non creare illusioni o aspettative che non siamo in grado di poter realizzare.. • Tutto ciò viene definito “alleanza terapeutica” CONCLUSIONI • Le Cure Palliative dovrebbero far parte del bagaglio culturale di ogni medico. • Anche se si tratta di una disciplina “low tech”, non è certo un mestiere facile… • Nella relazione con il malato in fase avanzata ci giochiamo al 100% tutte le caratteristiche della professione medica: • SAPERE • SAPER FARE • SAPER ESSERE TANTE GRAZIE PER L’ASCOLTO E I MIGLIORI AUGURI PER LA VOSTRA PROFESSIONE ARRIVEDERCI!!!!!!!!!