Din, dunya, dawla religione, mondo, stato • L’islam non è solo fede ma anche sistema giuridico e comportamentale. • la giurisprudenza islamica (fiqh) ha per oggetto la legge sacra, la sharì’a, basata su fonti che derivano direttamente dalla rivelazione divina. • L’opera dei giurisperiti (faqih, pl. fuqaha’), dei dotti in scienza religiosa (‘alim, p. ‘ulama’), ma anche dei giudici (qadi, p. quda’a) è quella di elaborare e applicare un diritto che sia conforme alla shari’a. Le fonti del diritto (usul al-fiqh) Corano Sunna (tradizione) Igma’ (consenso) Qiyas (analogia) Al-Qur’an (la recitazione) • Il Corano è diretta e letterale trascrizione della parola di Dio così come essa fu rivelata a Muhammad. Esso è inimitabile (i’gaz). • Per decenni fu trasmesso oralmente o trascritto su materiali di scrittura occasionali. • Con l’espansione rapidissima e la conquista di popoli diversissimi, divenne assolutamente necessaria una versione scritta e unica per tutti i musulmani. • Il Corano è stato rivelato in “lingua araba chiara” (lisān ‘arabi mubin). • Al califfo Uthman (644-656) si deve la prima versione scritta, la prima vulgata coranica: una commissione di saggi stabilì che la versione più attendibile fosse quella costituita dai “fogli” di Zayd ibn Thabit, lo “scrivano” del Profeta, che vennero pazientemente raccolti. • La vulgata uthmaniana diviene la versione ufficiale del Corano • Una più rigorosa e completa fissazione della scrittura coranica fu voluta più tardi dal califfo omayyade abd al-Malik, nell’VIII secolo. • Sopravvivono altre sette letture (qira’at), due delle quali hanno mantenuto un seguito fino ai nostri giorni: quella di Nafi’ (Medina), diffusa nel Maghreb, e quella di ‘Asim (Kufa), diffusa in tutto il mondo islamico. • La versione di ‘Asim risulta oggi la più diffusa in assoluto perché fu quella prescelta per la prima edizione a stampa del Corano (1923), voluta da re Fuad d’Egitto. • La stampa del Corano, così come l’opera di traduzione in lingue diverse dall’arabo furono osteggiate dai tradizionalisti perché innovazioni (bid’a), concetto inviso alla tradizione islamica. La struttura del Corano • 114 sure (capitoli) per un totale di più di 6000 versetti (ayat) • Si apre con la fatiha, la sura aprente • Seguono le sure in ordine di lunghezza, quasi perfettamente decrescente (dalla più lunga alla più breve). La fatiha (L’aprente) Nel nome di Dio Il clemente, il misericordioso, la lode appartiene a Dio signore dei mondi, Il clemente, il misericordioso, re del giorno del giudizio. Te noi adoriamo e a te chiediamo aiuto. Guidaci sulla retta via, la via di coloro che hai colmato di grazia, non di coloro che sono incorsi nella tua ira, né degli sviati. amin Sure meccane e medinesi • A seconda dell’epoca della rivelazione il Corano si divide in sure meccane e sure medinesi, rivelate rispettivamente prima del 622 e dopo il 622. • le prime sono di contenuto spirituale, dogmatico, teologico. In esse Dio si presenta agli uomini. • Nelle seconde egli detta le nuove norme per la umma, la comunità dei fedeli. L’esegesi coranica • Difficoltà di interpretare un testo che è diretta parola di Dio. • Il Corano stesso ammonisce a seguire i versetti di chiaro significato e a non soffermarsi sui passaggi oscuri il cui significato è noto solo a Dio (III,7). • Per l’esegesi coranica va privilegiato quanto riferito direttamente dal Profeta, ma anche le conoscenze di dotti cristiani e soprattutto ebrei. Il tafsir (commento) • L’opera di interpretazione coranica fu incessante e differenziata già dai primi secoli dell’Islam: due tendenze si evidenziarono, quella che basava il commento su “ciò che è riportato”, la tradizione, e quella che si basava sulla opinione personale. • Esempio della prima tendenza fu, nel X secolo, al-Tabari; esempio della seconda tendenza fu al-Ghazali (m. 1111), considerato il più grande teologo dell’Islam. • Altre scienze coraniche sussidiarie sono • la scienza dell’abrogante e dell’abrogato; • la scienza delle cause della rivelazione; • la scienza della lettura e dell’ortografia; • la scienza della pronuncia e della salmodia; • la grammatica. • Il Corano è increato, consustanziale a Dio (esiste un archetipo divino, la umm al-kitab) • E’ per i musulmani ciò che Cristo è per i cristiani: Dio non si rivela in una persona ma in un testo. • L’atto di lettura è un atto di devozione • Lo stile del Corano non è autoesplicativo, ma allusivo ed ellittico. • Maometto non è l’autore del Corano (nel Corano vi sono peraltro pochissimi cenni alla sua persona). • Il Corano istituisce la dar al-islam