Generalità sulla fisica il metodo sperimentale Scopo della fisica è studiare i fenomeni naturali al fine di scoprire le leggi che li regolano. Alcuni esempi di fenomeni di interesse della fisica: Caduta di un oggetto Oscillazione di un pendolo Moto dei pianeti attorno al sole Dilatazione termica dei corpi Fenomeni ottici Fenomeni acustici Attrazione o repulsione di due magneti Effetti della corrente elettrica Fenomeni atomici e sub-atomici ecc ……………. Prof. Biasco 2005/06 Differenza tra fisica e matematica La Matematica è una scienza Assiomatico-deduttiva, le cui verità (i teoremi) si ottengono dagli assiomi mediante un procedimento dimostrativo basato su precise regole di inferenza. Le verità della matematica sono astratte e non richiedono conferme sperimentali. Gli oggetti che studia, punti, rette, equazioni, funzioni, ecc…, sono concetti astratti. La Fisica, invece, è una scienza sperimentale, le cui verità (le leggi fisiche) si ottengono dall’osservazione e misurazione di fenomeni concreti Le verità della fisica sono concrete e devono essere verificate da osservazioni sperimentali.. Gli “oggetti” che studia sono i fenomeni naturali: corpi che cadono, raggi di luce che si scompongono mediante un prisma, atomi che decadono radioattivamente …….. Prof. Biasco 2005/06 Il metodo sperimentale “Il metodo scientifico, pur potendo sembrare complicato nelle sue forme più sofisticate, è in fondo molto semplice. Consiste nell’osservare quei fatti che permetteranno all’osservatore di scoprire delle leggi generali che governano fatti della specie in questione. I due stadi, il primo dell’osservazione, e il secondo della deduzione della legge, sono entrambi essenziali, e ognuno e suscettibile di perfezionamento quasi indefinito; ma in fondo il primo uomo che disse “ il fuoco brucia “ impiegava il metodo scientifico, non fosse altro che per essersi scottato più volte. Quest’uomo aveva già attraversato due stadi dell’osservazione e della generalizzazione. Egli non aveva, tuttavia, ciò che la tecnica scientifica richiede: un’accurata scelta dei fatti significativi da una parte, e, dall’altra, vari mezzi per arrivare alle leggi in modo diverso dalla semplice generalizzazione.” Russell - La visione scientifica del mondo - Laterza Prof. Biasco 2005/06 Il metodo sperimentale Nell’esame di un fenomeno si possono fare due tipi di osservazioni: Osservazioni Qualitative ci si limita a descrivere quello che succede e si osserva Osservazioni Quantitative si misurano le grandezze che caratterizzano il fenomeno e si cercano relazioni quantitative tra esse Nel metodo sperimentale si parte dall’osservazione di un fenomeno e si procede secondo lo schema seguente: Prof. Biasco 2005/06 Il metodo sperimentale Fenomeno Grandezze Ipotesi Esperimento No Esp.conferma l’Ipotesi? Si Legge Prof. Biasco 2005/06 Un Esempio: Oscillazione di un Pendolo Prof. Biasco 2005/06 Un Esempio: Oscillazione di un Pendolo Fenomeno Oscillazione di un pendolo Grandezze massa , lunghezza della corda, angolo di oscillazione, forma dell’oggetto, periodo di oscillazione, velocità, accelerazione, tensione della corda, ecc …….. Ipotesi il periodo T di oscillazione diminuisce all’aumentare della massa m del pendolo Esperimento riproduciamo il fenomeno in laboratorio, cioè in condizioni controllate, fissiamo tutte le altre grandezze e ripetiamo le misure cambiando più volte la massa m e misurando il periodo T corrispondente. Esperimento conferma Ipotesi? No il periodo è indipendente dalla massa m Prof. Biasco 2005/06 Un Esempio: Oscillazione di un Pendolo l m Nuova Ipotesi “il periodo dipende dall’angolo di oscillazione” --> Esperimento --> Oss. Il periodo è indipendente dall’angolo (entro una certa ampiezza) Prof. Biasco 2005/06 Un Esempio: Oscillazione di un Pendolo l Nuova ipotesi “il periodo dipende dalla lunghezza del pendolo” m Esperimento riproduciamo il fenomeno in laboratorio, fissiamo tutte le altre grandezze e ripetiamo le misure cambiando più volte la lunghezza l e misurando il periodo T corrispondente. Oss. Si il periodo dipende da l Legge fisica T 2 Prof. Biasco 2005/06 L g Un altro Esempio: Oscillazione di una massa applicata ad una molla E Prof. Biasco 2005/06 Oscillazione di una massa applicata ad una molla E Fenomeno Oscillazione di una massa applicata ad una molla Grandezze massa , lunghezza della molla, ampiezza dell’oscillazione, attrito con il piano di appoggio, elasticità della molla, forma dell’oggetto, periodo di oscillazione, frequenza, velocità, accelerazione, tensione della molla, ecc …….. Ipotesi il periodo T di oscillazione aumenta all’aumentare della massa m. Prof. Biasco 2005/06 Oscillazione di una massa applicata ad una molla Esperimento riproduciamo il fenomeno in laboratorio, cioè in condizioni controllate, fissiamo tutte le altre grandezze e ripetiamo le misure cambiando più volte la massa m e misurando il periodo T corrispondente. Esperimento conferma Ipotesi? SI il periodo dipendente dalla massa m E Prof. Biasco 2005/06 Oscillazione di una massa applicata ad una molla Provando a verificare la dipendenza del periodo da altre grandezze osserveremo che il periodo dipende anche dall’elasticità k della molla Indicato con x l’allungamento che una molla subisce quando ad essa applichiamo una forza F, il coefficiente di elasticità k della molla è dato da: k = F / x (N/m) Esperimento fissando tutte le altre grandezze, ripetendo le misure con molle di diversa costante di elasticità k e misurando il periodo T corrispondente avremo che: SI il periodo dipendente da k: T diminuisce all’aumentare di k e aumenta al diminuire di k. Prof. Biasco 2005/06 Oscillazione di una massa applicata ad una molla Precisamente otterremo che m T 2 k E Prof. Biasco 2005/06