LA GRANDE GUERRA
La corsa al riarmo
All’inizio del Novecento lo scenario
politico internazionale è segnato da
grandi tensioni.
Sul continente europeo le grandi
potenze sono unite in due blocchi
politico-militari contrapposti:
» la Triplice Alleanza;
» la Triplice Intesa.
La politica aggressiva della Germania
innesca una corsa al riarmo.
Le tensioni in Marocco e nei Balcani
Le due zone di maggior tensione sono
il Marocco e i Balcani.
Nel 1905 e nel 1911, nel Mediterraneo
la Francia e la Germania si
contrappongono in due “crisi
marocchine”, che vengono risolte per
via diplomatica.
L’Austria e la Russia si fronteggiano nei
Balcani, dove cercano di espandersi nei
territori dell’Impero ottomano ormai in
crisi.
L’attentato di Sarajevo
Il 28 giugno 1914 in Bosnia, a
Sarajevo, l’erede al trono d’Austria e
sua moglie muoiono in un attentato per
mano di un giovane studente serbo.
Il 23 luglio l’Austria invia un ultimatum
alla Serbia.
La risposta del governo serbo non viene
ritenuta adeguata e il 28 luglio l’Austria
dichiara guerra alla Serbia.
Il meccanismo delle alleanze
La situazione precipita:
» la Francia e la Russia si
schierano a fianco della Serbia;
» la Germania dichiara guerra
alla Russia (1° agosto);
» la Gran Bretagna entra in
guerra con l’Intesa (4 agosto);
» il Giappone entra nel conflitto
a fianco dell’Intesa (23 agosto);
» la Turchia si schiera con
l’Alleanza
(1° novembre).
Ha inizio un conflitto di dimensioni mondiali.
I fronti di guerra
La guerra ha inizio come guerra di
movimento: i governi e i vertici militari
sono certi che il conflitto sarà molto
breve.
Le operazioni vengono condotte su tre
fronti:
» l’Austria invade la Serbia;
» la Russia avanza nella Prussia
orientale;
» la Germania attacca la Francia,
invadendo il Belgio neutrale.
Una guerra combattuta in trincea
Le previsioni sulla durata del conflitto
si rivelano errate.
Dopo pochi mesi la guerra di movimento
si trasforma in guerra di trincea:
» sul fronte occidentale, i tedeschi
puntano verso Parigi, ma vengono
fermati dall’esercito francese lungo
il fiume Marna;
» sul fronte orientale, i russi vengono
fermati dai tedeschi, ma riescono a
penetrare in Galizia.
La posizione dell’Italia
L’Italia, confederata nella Triplice
Alleanza, si tiene fuori dal conflitto e il 3
agosto 1914 dichiara la propria
neutralità.
Il trattato, infatti, ha un carattere
difensivo, mentre l’Impero austroungarico ha aggredito la Serbia.
Inoltre, l’alleanza con l’Austria, che
occupa ancora le terre irredente
(Trentino e Friuli Venezia Giulia), ha
oppositori in Parlamento e non è vista
con favore dall’opinione pubblica.
Interventisti e neutralisti
Durante il primo anno di guerra, il
Paese si divide fra interventisti e
neutralisti.
Sono a favore dell’intervento:
» gli irredentisti;
» i democratici;
» i liberal-conservatori;
» i grandi industriali;
» i nazionalisti;
» i sindacalisti rivoluzionari.
Sono a favore della neutralità:
» i socialisti;
» i liberali giolittiani;
» i cattolici.
Il patto di Londra
Il governo italiano, intanto, avvia
trattative segrete sia con le potenze
dell’Alleanza sia con quelle dell’Intesa.
L’obiettivo è quello di ottenere:
» le terre irredente;
» il Tirolo meridionale;
» la costa orientale dell’Adriatico;
» nuovi territori coloniali.
Il 26 aprile viene firmato un patto a
Londra, con cui l’Italia si impegna a
scendere in guerra entro un mese.
L’entrata in guerra dell’Italia
Il 24 maggio l’Italia entra in guerra
a fianco dell’Intesa contro l’Austria.
Si apre così il fronte meridionale, lungo
l’Isonzo e sul Carso.
L’esercito, impreparato e inadeguato,
si trova coinvolto in una lunga guerra
di trincea.
Dal 1914 al 1915
La prospettiva di una guerra molto lunga
pone il problema delle risorse industriali e
alimentari.
L’Intesa sembra poter contare su una
maggiore disponibilità di forze.
Nel 1915 la Germania scatena una guerra
sottomarina, per forzare il blocco navale
imposto dalla Gran Bretagna.
L’affondamento del transatlantico Lusitania
provoca una forte tensione con gli USA.
1916: il terzo anno di guerra
Nel 1916 gli eserciti si fronteggiano in battaglie molto sanguinose, che non
riescono a produrre risultati significativi.
Nel mese di maggio gli
austriaci lanciano una
“spedizione punitiva” contro
gli “Italiani traditori”.
L’esercito italiano, però,
contrattacca e conquista
Gorizia.
Le popolazioni, stanche,
manifestano apertamente
contro la guerra.
Benedetto XV e l’“inutile strage”
Anche papa Benedetto XV nel 1917
chiede che venga sospesa l’“inutile
strage”.
L’intervento del pontefice viene accolto
in modo discordante:
» qualcuno lo considera un’ingerenza
indebita nelle cose dello Stato, in un
momento delicato;
» altri, come i socialisti, esaltano la sua
presa di posizione;
» l’opinione pubblica in generale risulta
divisa nel giudizio.
1917: l’anno della svolta
Il 1917 è un anno decisivo a causa
di tre eventi che hanno pesanti
conseguenze sul piano militare
e politico:
» in Russia scoppia la rivoluzione e i
bolscevichi annunciano l’uscita dalla
guerra;
» nel mese di aprile gli USA entrano in
guerra a fianco dell’Intesa;
» in ottobre gli Imperi centrali
scatenano una grande offensiva
contro l’Italia e sfondano il fronte a
Caporetto.
La resistenza italiana
Dopo la rotta di Caporetto,
il Paese reagisce.
Il governo esautora il generale Cadorna
e affida il comando supremo delle forze
armate al generale Armando Diaz.
Diaz instaura un rapporto diverso con le
truppe e ne risolleva il morale.
L’esercito si attesta in difesa del monte
Grappa e sul Piave e riesce a bloccare
l’avanzata austriaca.
1918: l’ultimo anno di guerra
Nel marzo del 1918 la Russia firma a
Brest-Litovsk una pace separata.
La Germania scatena ben cinque
offensive che vanno a buon fine.
In agosto gli alleati lanciano una
controffensiva e i tedeschi sono
costretti a indietreggiare.
La Germania, stremata, il 3 ottobre
chiede l’armistizio.
La fine della guerra sul fronte italiano
A fine ottobre l’esercito italiano
riorganizzato da Armando Diaz lancia
una vasta controffensiva a Vittorio
Veneto.
Il fronte austriaco viene sfondato
e l’esercito arriva fino a Trento
e a Trieste.
Il 4 novembre anche l’Austria firma
l’armistizio.
Il drammatico bilancio del conflitto
La Grande Guerra si conclude con un
bilancio tragico di morti:
» oltre 500.000 soldati italiani;
» circa 900.000 soldati inglesi;
» circa 1.400.000 soldati francesi;
» circa 1.800.000 soldati tedeschi;
» circa 1.200.000 soldati austroungarici;
» circa 1.700.000 soldati russi.
Moltissimi sono i feriti, i mutilati e gli invalidi.
I disastrosi effetti continueranno a farsi sentire sulla società ancora per anni e la
durezza delle condizioni di pace produrrà sentimenti di risentimento molto aspri.