Dewey, esperienza ed educazione 1 File - e

John Dewey
(1859-1952)
Esperienza ed educazione
(1938)
Sintesi matura del pensiero dell’autore sul tema generale
dell’educazione e delle scuole “nuove”
Tema principale
Le idee ispiratrici delle scuole nuove sono corrette, ma
sono necessarie modifiche nella realizzazione di tali idee
Scritto filosofico che nasce dall’esigenza di rispondere alle
severi critiche rivolte alle scuole nuove dopo la crisi del ‘29
Donatella Cesareni
Prefazione
• Anche il tema dell’educazione, così come altri argomenti di
interesse sociale, è oggetto di scontri teorico-pratici fra
diverse teorie.
• Compito di una filosofia dell’educazione non è trovare un
compromesso fra diverse teorie ma introdurre nuove teorie
che avviino nuovi modi di fare pratica.
• Per fare questo bisogna abbandonare ogni “ismo” (es.
progressismo) perché i movimenti che operano in base ad
un ismo si limitano a combattere altri “ismi” (tradizionalismo)
invece di muovere dai bisogni, dai problemi e dalle
possibilità
Donatella Cesareni
Educazione tradizionale ed educazione progressiva
• Spesso pensiamo per contrasto, e così pure fa la filosofia
dell’educazione: (formazione dal di dentro / dal di fuori; doti
naturali / acquisizione di abitudini )
• Nel periodo in cui Dewy scrive il contrasto si poneva fra
educazione tradizionale e progressiva.
• Per l’educazione tradizionale materia dell’educazione sono
– Nozioni e abilità accumulatesi nel passato da trasferire agli alunni
– Norme e regole di condotte da trasmettere attraverso una rigida
organizzazione (aule, orari, sistemi di esame e promozione, regole
disciplinari ecc..)
Donatella Cesareni
Educazione tradizionale ed educazione progressiva
• Gli insegnanti sono il tramite per comunicare abilità e
conoscenze e rafforzare regole di condotta
• Attitudine di chi impara: docilità, ricettività, obbedienza
• Critica a questa impostazione: tutto è imposto dall’alto e
dal di fuori; ai ragazzi sono imposte norme , programmi e
metodi da adulti, che vanno aldilà della loro esperienza
• Questo anche se gli insegnanti sanno farlo in modo “non
brutale”, non vi è partecipazione attiva
• Modo di educare adatto a società statiche
Donatella Cesareni
5
Educazione tradizionale ed educazione progressiva
• Per capire quale è la filosofia dell’educazione implicita
nell’educazione nuova Dewey parte da alcuni principi che
sono comuni alle diverse scuole attive:
– Espressione e cultura dell’individualità (versus imposizione dall’alto)
– Libera attività (versus disciplina esterna)
– Apprendere attraverso l’esperienza (versus imparare dai libri e dai
maestri
– Conseguimento di tecniche come mezzi per ottenere altri fini (versus
acquisizione di tecniche isolate e abilità tramite l’esercizio)
– Familiarizzazione con un mondo in movimento (versus fini e
materiali statici)
Donatella Cesareni
6
Educazione tradizionale ed educazione progressiva
• Si tratta di principi astratti, e tutto dipende dal modo in cui si applicano
• Pericolo della teoria dell’opposizione: respingere in toto i fini e i
metodi di ciò che si vuole soppiantare; sviluppare i propri principi in
forma negativa (ad esempio rigettare ogni forma di organizzazione
della materia di studio per rifiutare la rigida organizzazione del
passato, senza chiedersi come sia possibile arrivare ad una forma di
organizzazione dei contenuti di una materia partendo dall’esperienza,
rifiutare in toto l’idea che l’adulto debba essere una guida)
• Se non si esce dalla teoria dell’opposizione si rischia di fare scuola in
modo non accettabile; rigettare ogni forma legata al passato significa
cadere nel dogmatismo
• Conoscenza del passato non come puro fine, ma
come mezzo
Donatella Cesareni
7
La necessità di una teoria dell’esperienza
• Non serve quindi soltanto svincolarsi dal passato.
• Dewey vuole elencare alcuni dei problemi cui deve far
fronte la nuova educazione e suggerire soluzioni
• PUNTO FERMO DA CUI PARTIRE:
L’EDUCAZIONE DEVE PARTIRE DALL’ESPERIENZA
• Non tutte le esperienze sono di per sé educative:
– Alcune favoriscono l’acquisizione di nuove esperienze in futuro
– Atre limitano la possibilità di acquisire nuove esperienze
Donatella Cesareni
8
La necessità di una teoria dell’esperienza
• Nelle aule tradizionali erano certamente presenti
esperienze, ma spesso di tipo negativo : portavano a
perdere la voglia di apprendere, ad acquisire capacità
automatiche che poi non si era in grado di utilizzare in
nuove situazioni, ad associare l’imparare alla noia e
alla stanchezza
• L’aspetto negativo della scuola tradizionale non è
l’assenza di esperienza, ma la mancata relazione di tali
esperienze con le esperienza successive
Donatella Cesareni
9
La necessità di una teoria dell’esperienza
• Fondamentale è la qualità dell’esperienza. Non
esperienze “gradevoli”, ma esperienze “durature”, che
siano in grado di influenzare le esperienze future
• “Scegliere esperienze presenti che vivranno
fecondamente e creativamente nelle esperienze che
seguiranno”
• L’educazione progressiva ha bisogno di una filosofia
dell’educazione (basata sulla filosofia dell’esperienza)
che la aiuti a scegliere le esperienze utili per costituire
un piano educativo (cosa si insegna, metodi di
istruzione e disciplina, arredamenti, materiale,
organizzazione sociale della scuola
Donatella Cesareni
10
La necessità di una teoria dell’esperienza
• Se l’educazione tradizionale era ridotta a semplice routine, ciò
non vuol dire che l’educazione progressiva debba ridursi a
improvvisazione. E’ necessario darsi un’organizzazione
anche nelle scuole nuove per costituire il piano educativo
• Si pensa che la nuova educazione debba essere più facile
dell’antica. Ma ragionare in questi termini significa riproporre la
teoria dell’opposizione.
• La nuova educazione può essere più “semplice”, perché in
armonia con i principi della crescita, (l’educazione tradizionale
era artificiosa e quindi complessa) ma non più facile.
• E’ un compito arduo distinguere ciò che è realmente semplice
(Tolomeo-Copernico)
Donatella Cesareni
11
Criteri dell’esperienza
• Necessità di una teoria dell’educazione perché si possa agire
intelligentemente.
• Quali i principi significativi di tale teoria?
• Movimento progressivo viene prediletto perché più conforme
all’ideale democratico. Ma perché preferiamo i metodi
democratici?
• Perché siamo convinti che promuovono un’esperienza umana
migliore in un maggior numero di persone
• Obiettivo dell’educazione è fornire esperienze di qualità
superiore, perché la vita dell’uomo può avere livelli qualitativi
diversi in relazione a forme diverse di esperienza
Donatella Cesareni
12
Criteri dell’esperienza
• Come discriminiamo un’esperienza
qualitativamente migliore?
• Ci serviamo di due criteri:
– Principio di continuità : “ogni esperienza fatta e subita
modifica chi agisce e subisce e al tempo stessi questa
modificazione influenza la qualità delle esperienze
seguenti”
– Principio di interazione: “due fattori dell’esperienza: le
condizioni obbiettive e le interne. Qualsiasi esperienza
normale è un gioco reciproco di queste due serie di
condizioni
Donatella Cesareni
13
Criteri dell’esperienza
• Principio di continuità
• L’uomo attraverso l’esperienza crea abitudini, cioè
comportamenti che stabilmente gli consentono di
interagire con il mondo
• Ogni esperienza riceve qualcosa da quelle che
l’hanno preceduta e modifica in qualche modo la
qualità di quelle che seguiranno
• Ma quali esperienze sono educative?
• Quando l’influenza sulle esperienze successive è
positiva, cioè favorisce l’acquisizione di nuove
esperienze qualitativamente di grado più elevato
Donatella Cesareni
14
Criteri dell’esperienza, principio di continuità
• In educazione parliamo di crescita, ma vi può essere
crescita anche in ambito negativo , che toglie la
possibilità di crescere in altre direzioni
• L’educazione è ben riuscita quando la continuità
dell’esperienza consente una crescita effettiva delle
capacità di interagire con il mondo (imparare a parlare,
imparare a leggere)
• La continuità può anche creare abitudini che bloccano la
crescita (es. l’indulgenza eccessiva può creare abitudine a non
impegno e ricerca di soddisfazione immediata dei bisogni, creando
incapacità di sfruttare esperienze ulteriori).
Donatella Cesareni
15
Criteri dell’esperienza,
dell’esperienza principio di continuità
• L’esperienza non è solo interna, ma ha condizioni
esterne, non si compie nel vuoto. Viviamo in un
mondo di persone e cose che è stato “costruito”
dall’attività degli uomini che ci hanno preceduto
• L’ambiente influenza l’esperienza, e l’educatore può
così dirigere l’esperienza dell’alunno senza ricorrere
all’imposizione “estraendo dalla situazione circostante
gli elementi che contribuiscono a promuovere
esperienze di valore”
Donatella Cesareni
16
Criteri dell’esperienza,
dell’esperienza principio di interazione
• Tutte le esperienze hanno condizioni esterne, che chi
educa può controllare, ed interne, più difficili da controllare
e conoscere.
• Compito dell’educatore è trovare un’interazione fra
condizioni interne e condizioni obiettive. (come la mamma
con il neonato)
• L’educazione tradizionale non teneva conto delle
condizioni interne, ma ciò non vuol dire che l’educazione
progressiva non debba tener conto delle condizioni
obiettive
• La continua interazione fra condizioni oggettive ed interne
viene a comporre ciò che Dewey chiama Situazione
Donatella Cesareni
17
Criteri dell’esperienza
• I due principi di continuità e interazione sono strettamente
legati: ciò che un individuo ha acquistato in conoscenza e
abilità in una situazione diventa strumento di comprensione
(condizione interna) nella situazione successiva.
• L’educatore deve occuparsi di creare situazioni educative,
tenendo conto sia dell’individuo, delle sue capacità e dei suoi
bisogni, sia delle condizioni oggettive (es. importanza di una
conoscenza o di una disciplina )
• L’educazione tradizionale non si poneva il problema di
adeguare le condizioni esterne agli individui in crescita: “il
mancato adattamento dei materiali ai bisogni e alle attitudini
degli individui può provocare un’esperienza non educativa
quanto il mancato adattamento di un individuo al materiale”
Donatella Cesareni
18
Criteri dell’esperienza
• Applicare il principio di continuità significa tener presente
il futuro
• Non come “preparazione” al futuro nel senso di
acquisizione meccanica ed esercitazione di abilità, con
l’idea che potranno poi essere utili. Nell’educazione
tradizionale abbiamo appreso e anche dimenticato,
perché ogni cosa era appresa isolatamente, staccata
dall’esperienza, utile solo per preparare l’esame. Spesso
poi la scuola formava abitudini negative e repulsioni.
• L’attitudine più importante da formare è il desiderio di
apprendere
Donatella Cesareni
19
• L’idea di adoperare il presente unicamente come
preparazione al futuro è contraddittoria.
• Noi viviamo sempre nel nostro tempo, e solo
estraendo il pieno significato nel presente ci
prepariamo a fare altrettanto nel futuro
• Agli educatori spetta la responsabilità di creare le
condizioni per un’esperienza che sia significativa
nel presente e che abbia un effetto favorevole sul
futuro, considerando e coniugando nell’esperienza
il soggetto e l’oggetto
Donatella Cesareni
20