http://www.disabili.com/scuola-a-istruzione/articoli-scuola-istruzione/alunni-disabili-con-dsa-e-altri-bes-facciamo-un-po-di-ordine Inserimento/integrazione/inclusione • • • • Inserimento: L. n. 118/1971 Integrazione: L. n. 104/1992 Inclusione: L. n. 18/2010 Anni 70’: inserimento; apertura delle scuole ai soggetti con disabilità; vengono inseriti nella scuola che deve farsene carico; inserimento “selvaggio”: la scuola non è preparata; non basta aprire gli spazi, occorre prepararli (classe, insegnanti, dirigenti, personale). (D’Alonzo L., Bocci F., Pinnelli S., Didattica speciale per l’inclusione, La scuola, Brescia) Inserimento/integrazione/inclusione • Anni ‘80: integrazione; i soggetti con disabilità non debbono solamente avere uno spazio in più da frequentare, ma questo deve essere pensato per accoglierlo nel miglior modo possibile e parimenti accettato nello sviluppo dell’azione educativa; studenti e docenti debbono modificare i loro approcci per tener conto di questi soggetti ibidem Inserimento/integrazione/inclusione • Via via, verso l’inclusione; inclusione intesa secondo una visione che pilota l’azione educativa e didattica verso un atteggiamento aprioristico di accettazione di tutti e verso una progettazione che sia naturalmente inclusiva a prescindere dalla presenza o meno di soggetti con deficit; la didattica inclusiva diviene didattica rivolta a tutti gli studenti, visti come portatori di esigenze individuali che vanno individuate e rispettate. ibidem Inserimento/integrazione/inclusione • La prospettiva inclusiva può essere intesa come evoluzione (comunque in continuità) con la visione dell’integrazione scolastica “che mobilità le risorse umane e materiali (insegnante di sostegno, operatori scolastici, ausili specifici, …) in base alla certificazione di una specifica difficoltà. Una visione in cui […] le soluzioni didattiche individualizzate, rispondendo a esigenze specifiche, hanno ampi effetti sull’intero gruppo classe, tendendo alla realizzazione pratica di un clima inclusivo in classe”. Zambotti F., Didattica inclusiva con la LIM: strategie e materiali per l'individualizzazione con la lavagna interattiva multimediale, Erickson, Trento, pag. 25 Inserimento/integrazione/inclusione • “Ogni allievo in una scuola inclusiva percepisce che i suoi insegnanti sono lì per lui, avverte che si fa di tutto per seguirlo anche quando le cose non vanno per il meglio, intuisce un interesse vero per la sua persona, coglie la forza promotrice di cambiamento di una passione educativa che lo investe e che non può eludere o evitare perché troppo attraente” (ibidem, pag. 18) Lim per valorizzare le differenze individuali • Come con una lavagna “normale”, con la lim si rende pubblico il “modo” di operare e di pensare di ciascuno; può essere confrontato con quello degli altri e messo in discussione; si presenta la personale modalità di risolvere i problemi; “si inventariano le modalità diverse, quasi in una forma di brainstorming” Janes D., in Zambotti F., Didattica inclusiva con la LIM: strategie e materiali per l'individualizzazione con la lavagna interattiva multimediale, Erickson, Trento Lim per valorizzare le differenze individuali Un’attività può essere presentata e condotta con variegate azioni-strategie: di tipo verbale, visuo-spaziale, grafico, ecc. […]. La LIM si collega bene con queste modalità, avendo a sua disposizione la possibilità di gestire contenuti attraverso diversi media, anche interconnessi e complementari. ivi Lim per valorizzare le differenze individuali • con ciò, si può “garantire le condizioni attraverso le quali i vari alunni possono usare concretamente le loro peculiari modalità di azione […]. […]. Torna dunque fuori un aspetto inclusivo fondamentale: dare pieno diritto di cittadinanza a modi alternativi di azione, pensiero, ecc., e in questo la LIM può aiutare direttamente, proprio perché consente strutturalmente la compresenza efficace di vari modi di affrontare un’attività di apprendimento.” Ibidem, pag. 12 Lim per valorizzare le differenze individuali • Un passo verso l’inclusione consiste nel “valorizzare le differenze […] [rinforzandone] pubblicamente l’uso, sottolineandone i vantaggi e incentivando il passaggio fluido da una modalità a un’altra. A questo livello, gli insegnanti hanno la responsabilità di celebrare le modalità diverse di azione degli alunni, rendendole pubbliche e condivise da tutti.” Ibidem, pp. 12, 13 Lim per valorizzare le differenze individuali La LIM fornisce un […] aiuto a questo processo, consentendo di archiviare, richiamare, rendere pubbliche e confrontare le diverse modalità di produzione degli alunni. In questa fase di rinforzo della pluralità, una particolare attenzione va data all’incentivazione degli sforzi di passare da una modalità a un’altra, arricchendo, da parte dell’alunno, le sue modalità più consuete con altre meno familiari. Ibidem, pag. 13 Lim per valorizzare le differenze individuali Ad esempio, un alunno che ha uno stile cognitivo prevalentemente verbale dovrà essere valorizzato se cerca di affrontare il compito del riassumere un testo scritto attraverso mappe concettuali e schemi prevalentemente visivi. […]. La LIM può aiutare molto gli alunni nel costruire un proprio portfolio-archivio dei diversi «tentativi». Ibidem, pag. 13 In definitiva: • conoscere le modalità diverse in cui i vari attori dei processi di insegnamento-apprendimento si comportano, tramite osservazione, autoosservazione, confronto, comprensione caratteristiche e limiti, ecc. • poter usare concretamente le proprie modalità preferenziali • poter/dover usare altre modalità • rinforzarne pubblicamente l’uso ivi Lim per facilitare la comunicazione e la cooperazione • “Integrata in un approccio didattico per gruppi cooperativi, la LIM rappresenta [uno spazio] di comunicazione: i vari gruppi ruotano alla lavagna per condividere con il resto della classe varie fasi del loro lavoro o la LIM può diventare lo schermo collettivo su cui vengono proiettati, a turno, i lavori dei gruppi connessi attraverso i loro computer di gruppo. Con questa necessità di spiegare e condividere con gli altri il proprio lavoro aumentano […] le competenze comunicative. • Ma oltre a comunicare, gli alunni devono imparare a cooperare, e sappiamo tutti che non è facile. Ci sono alunni che sanno comunicare bene, ma non altrettanto cooperare tra pari. Nel «fare insieme» si gioca buona parte dell’inclusione.” Ibidem, pag. 13 In definitiva: • spiegare e condividere con tutti • gestire ruoli complementari • gestire materiali per l’interdipendenza • approfondire la conoscenza reciproca Lim per potenziare [facilitare] i processi di insegnamento-apprendimento • L’apprendimento avviene […] se il soggetto agisce attivamente nei confronti dell’input, lo comprende a fondo, ne estrae i significati e con questi elabora una qualche forma più evoluta di azione, a cui darà una forma concreta di output. Ibidem, pag. 15 Lim per potenziare [facilitare] i processi di insegnamento-apprendimento Ibidem, pag. 14 Lim per potenziare [facilitare] i processi di insegnamento-apprendimento • Lo schema precedente presenta le tre categorie di atti che compie un soggetto che apprende: – comprensione dell’input-generazione di significati – elaborazione – produzione di un qualche genere di output che si traduce poi in un risultato, una qualche forma di «prodotto». Ibidem, pp. 14-15 Lim per potenziare [facilitare] i processi di insegnamento-apprendimento Possono essere sintetizzate in due: • Input azione (comprensione, elaborazione, output) Ibidem, pp. 14-15 Lim per potenziare [facilitare] i processi di insegnamento-apprendimento Lim per potenziare [facilitare] i processi di insegnamento-apprendimento • Le varie operazioni mentali dell’alunno non sono ovviamente azioni fattibili soltanto con la LIM, ma questo strumento le può rendere più facili, più pubbliche e condivisibili (dunque criticabili), più conservate nella memoria, più visibili e comparabili tra di loro, più scambiabili tra alunni e tra gruppi, ecc Ibidem, pp. 14-15 Lim per potenziare [facilitare] i processi di insegnamento-apprendimento • La fase di input può essere favorita dall’uso della LIM: la sua multimedialità potenzia il valore attivante degli stimoli forniti ai processi di apprendimento. L’alimento primario dei processi può diventare attraente, originale, complesso, vario. Dunque stimolante, attivante. Filmati, documenti audio, immagini dinamiche, trasformazioni, ecc. arricchiscono indubbiamente l’input e stimolano i processi attentivi, facilitando poi, se necessario, anche processi di percezione. Restano indiscutibili i vantaggi a livello percettivo, sia visivo (facilitazioni date dalle dimensioni o dai colori dei materiali scritti alla lavagna) che uditivo (aggiunta di input audio, musiche, ecc.). Ibidem, pp. 14-15 Lim per potenziare [facilitare] i processi di insegnamento-apprendimento • Occorre ricordare il valore assegnato nelle recenti analisi sull’apprendimento (costruttivismo) “al ruolo attivo, costruttivo e originale del soggetto [che apprende]. […] La LIM [può] essere un aiuto […] concreto in questa fase di azione diretta del soggetto [che costruisce], consentendogli una più ampia diversificazione delle modalità di attacco, manipolazione ed espressione del materiale. Una buona multimedialità può aiutare […] nelle fasi di elaborazione-output. Rispetto a queste […], un uso creativo della LIM consente agli alunni, singolarmente o in modo cooperativo, di ampliare e diversificare i modi con cui manipolano e gestiscono i dati e il materiale di apprendimento.” Ibidem, pp. 14-15 Lim per potenziare [facilitare] i processi di insegnamento-apprendimento Riflettere sui risultati • la permanenza, l’archiviabilità, la recuperabilità dei prodotti facilita la riflessione metacognitiva Ibidem, pp. 14-15 La lim per la “speciale normalità” Attraverso la LIM si può importare in classe e generalizzare l’uso di tecniche speciali di lavoro: • picture Communication Symbols (CAA) • software di sintesi vocale • tecniche di “apprendimento senza errori” Ibidem, pp. 16-17 Speciale normalità • I temi dell’integrazione e dell’inclusione si trovano […] molto spesso stretti nel dibattito, molto vivo soprattutto a livello internazionale nell’ambito della special education, tra istanze della cosiddetta «specialità» (risposte tecniche peculiari ad altrettanto particolari modalità di funzionamento, in genere problematico) e della «normalità» (risposte comuni, uguali a quelle disponibili a tutti in nome della partecipazione al gruppo dei pari). Le due posizioni, se perseguite da sole, portano a derive negative. Ibidem, pp. 16-17 Speciale normalità • Nel nome della «specialità» (e alla conseguente ricerca di efficacia educativa/abilitativa), si arriva a realizzare un modello educazione separata, segregante […]. Nel nome della «normalità» si accoglie l’alunno speciale tra i pari, garantendogli un apparente pari accesso alle occasioni formative degli altri ma con la quasi certezza che non saranno soddisfatti adeguatamente i suoi bisogni speciali. Ibidem, pp. 16-17 Speciale normalità • La posizione «dialogica», della speciale normalità appunto, sostiene che i «principi attivi» delle varie tecniche speciali devono entrare nelle occasioni della normale offerta formativa, specializzandola e rendendola più capace di rispondere adeguatamente ai vari modi peculiari di funzionamento, e che reciprocamente la normalità del vivere la scuola assieme ai pari modifica gli aspetti tecnici, spogliandoli dai tecnicismi e così normalizzandoli e includendoli nelle attività. La normalità si specializza e la specificità si normalizza. Ibidem, pp. 16-17 Approfondimento su individualizzazione [1] • Superando (per comodità!!) il problema dell’uso della LIM con finalità di inclusive o esclusivamente di integrazione, vediamo cosa si intende per individualizzazione con la LIM. • Alla base dell’individualizzazione sta il riconoscimento delle differenze che si esprimono a livello di capacità, di abilità e competenze e che riguardano tanto le persone con disabilità, quanto gli alunni normodotati che, tuttavia, possono essere portatori di modi differenti di apprendere, di livelli di partenza differenziati sia per fattori economico-sociali sia per fattori cognitivi. Ibidem, pp. 30-33 Approfondimento su individualizzazione [2] • La LIM può dare dei vantaggi pratici per sviluppare attività didattiche individualizzate sia in riferimento a diversi stili di apprendimento, sia in riferimento ai bisogni di alunni con disabilità; i vantaggi possono essere: Ibidem, pp. 30-33 Approfondimento su individualizzazione [3] • utilizzare di risorse multimediali e programmare attività didattiche con queste, sia come presentazione sia come elaborazione delle stesse (da parte degli studenti) • trasformare, destrutturare e semplificare il materiale didattico in modo che venga adattato per gli alunni con disabilità all’interno del processo didattico della classe • creare degli archivi di risorse multimediali, ipertestuali, interattive, che siano individualizzati sulla classe, sul gruppo, sullo studente e facilmente recuperabili in qualsiasi momento e riutilizzabili • utilizzare, in un piccolo gruppo, software per attività specifiche di potenziamento di abilità e competenze per poter anticipare attività che poi saranno sviluppate nella classe Ibidem, pp. 30-33 Approfondimento su individualizzazione [4] • in definitiva la LIM potrebbe permettere la predisposizione di materiale capace di attivare i diversi modi di apprendere presenti nel gruppo classe • come visto in precedenza, questo uso sinergico o sequenziale di più canali di comunicazione (non solo verbali e testuali, quindi) può permettere un approccio (attacco) ai contenuti, la successiva elaborazione e produzione, facilitati Ibidem, pp. 30-33 Approfondimento su individualizzazione [5] • qualora si ritenga l’uso della molteplicità dei codici comunicativi gestibili con la LIM non sufficiente per garantire il raggiungimento degli obiettivi previsti ad alunni con difficoltà, può rendersi necessario adottare delle strategie di adattamento (ancora!!) degli obiettivi e dei contenuti • la LIM può essere utile nella sostituzione, facilitazione, semplificazione prevedendo adattamenti e dei contenuti e delle attività che lo studente potrà svolgere Ibidem, pp. 30-33 In Zambotti F., Appendice 1, tratto da Ianes D., Macchia V., La didattica per i bisogni educativi speciali, Erikson, trento, 2008 2° livello FACILITAZIONE ivi 2° livello FACILITAZIONE ivi ivi • Nella metà del secolo scorso Edgar Dale (1946), presenta in una figura a forma di cono (cono dell’esperienza) le relazioni tra differenti tipi di materiali audiovisivi e apprendimento: • siamo in grado di ricordare il 10% di ciò che leggiamo, • il 20% di ciò che ascoltiamo, • il 30% di ciò che vediamo, • il 50% di ciò che sentiamo e vediamo, • il 70% di ciò che diciamo e • il 90% di ciò che diciamo e facciamo. http://www.bambinonaturale.it/wp-content/uploads/cono-di-dale.bmp Attenzione!!! • In Dale’s text, immediately before presenting the cone, he states: “Much of what we found to be true of direct and indirect experience, and of concrete and abstract experience, can be summarized in a pictorial device which we call the ‘Cone of Experience.’ The cone is not offered as a perfect or mechanically flawless picture to be taken with absolute literalness in its simplified form. It is merely a visual aid [original italics] in explaining the interrelationships of the various types of audio-visual materials, as well as their individual ‘positions’ in the learning process…The cone device, then, is a visual metaphor of learning experiences, in which the various types of audio-visual materials are arranged in the order of increasing abstractness as one proceeds from direct experience…Exhibits are nearer to the pinnacle of the cone not because they are more difficult than field trips but only because they provide a more abstract experience. (An abstraction is not necessarily difficult. All words, whether used by little children or by mature adults, are abstractions.) https://en.wikibooks.org/wiki/Instructional_Technology/Edgar_Dale Attenzione!!! • Dale's "Cone of Experience," which he intended to provide an intuitive model of the concreteness of various kinds of audio-visual media, has been widely misrepresented. Often referred to as the "Cone of Learning," it purports to inform viewers of how much people remember based on how they encounter information. However, Dale included no numbers and did not base his cone on scientific research, and he also warned readers not to take the cone too seriously. The numbers originated from 1967, when a Mobile oil company employee named D. G. Treichler published a non-scholarly article in an audio magazine titled Film and Audio-Visual Communications https://en.wikipedia.org/wiki/Edgar_Dale ricerche • Negli ultimi tempi si è assistito a un notevole incremento del numero di piattaforme per elearning, ed è stata analizzata la differenza tra piattaforme classiche e piattaforme che utilizzino interfacce multimodali/multimediali, alla ricerca di un vantaggio nell’apprendimento in caso di interfacce multimodali/multimediali. ricerche • Secondo una ricerca […] tra una piattaforma di interfaccia unicamente testuale e un’interfaccia multimodale (con video e avatar espressivi) vi è una differenza significativa. Infatti, l’uso di una piattaforma multimodale innalza il livello di usabilità, nel senso che gli utenti impiegano meno tempo a completare i compiti richiesti e li completano con meno errori. Inoltre, gli utenti risultano essere più soddisfatti dell’apprendimento e più motivati (Sallam M., Rigas D. (2010) Comparing effectiveness and efficiency between multimodal and textual note-taking interfaces. International Journal of Computers. 2(4):70-77). Alunni disabili, con DSA e altri BES: facciamo un po’ di ordine • Spesso tra gli addetti ai lavori si utilizza l’acronimo BES riferendosi solo al terzo tipo di Bisogno Educativo Speciale individuato dalle norme Nelle scuole capita spesso di sentire espressioni di questo tipo: non è certificato, è un BES, oppure non è un BES, è un alunno disabile, o ancora ha la certificazione DSA, non è un BES. Non pochi docenti, pur conoscendo le definizioni e le distinzioni introdotte con la Direttiva Ministeriale del 27/12/12, indicano spesso con l’acronimo BES solo quegli alunni che, pur manifestando un Bisogno Educativo Speciale (BES), non rientrano nelle misure previste dalla L. 104/92 sulla disabilità e dalla L. 170/10 sui Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA). In realtà, però, anche gli alunni con certificazione o con diagnosi di DSA manifestano un Bisogno educativo Speciale, riconosciuto, però, in questo caso, anche da una legge dello stato. Occorre perciò fare un po’ di chiarezza sull’uso dei termini. • LA DIRETTIVA MINISTERIALE – Gli alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione, per ragioni molteplici ed eterogenee, sono in costante aumento. La D.M. individua quest'area indicandola come svantaggio scolastico; essa ricomprende problematiche diverse e viene definita come area dei Bisogni Educativi Speciali (BES). Vi sono comprese tre grandi sotto-categorie: la disabilità; i disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici e lo svantaggio socioeconomico, linguistico o culturale. • 1. Nella prima sottocategoria rientrano gli alunni con disabilità certificata ai sensi della L. 104/92. Solo in questo caso è prevista la presenza del docente di sostegno, per un numero di ore commisurato al bisogno. 2. La seconda sottocategoria riguarda i disturbi evolutivi specifici. La D.M. chiarisce che in essa rientrano non solo i Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA), diagnosticati ai sensi della L. 170/10, ma anche i deficit del linguaggio, delle abilità non verbali, della coordinazione motoria, dell'attenzione e dell'iperattività (ADHD). Per gli alunni con DSA è obbligatorio il ricorso ad un Piano Didattico Personalizzato (PDP) e l’utilizzo di strumenti compensativi e di misure dispensative che possano garantire il successo scolastico degli allievi. 3. La terza sottocategoria, infine, riguarda gli altri BES, cioè quegli alunni con svantaggio socioeconomico, linguistico o culturale. In questo caso, pur non essendo in presenza di una problematica certificata o diagnosticata ai sensi di una norma primaria e specifica di riferimento, si rileva un bisogno educativo speciale, generalmente limitato nel tempo, dovuto a situazioni molteplici e contingenti, che sono causa di svantaggio e, pertanto, richiedono per un certo periodo una particolare attenzione educativa. Si tratta ad esempio degli alunni di recente immigrazione, che non hanno ancora appreso la lingua italiana, oppure di allievi che si trovano in una situazione sociale, economica o culturale difficile, che comporta disagi molteplici nel regolare percorso scolastico. Anche in questo caso, come previsto dalla nota ministeriale n. 2563/13 si può ricorrere alla compilazione di un PDP ed a misure compensative e dispensative, qualora il consiglio di classe lo ritenga necessario per un certo periodo di tempo. In questo caso non è un obbligo ma una decisione collegiale dei docenti. • I Bisogni Educativi Speciali, dunque, possono essere molteplici e le misure previste nelle specificità delle situazioni sono riconducibili alle peculiari disposizioni normative. I BES, cioè, non sono solo gli altri BES. http://www.disabili.com/scuola-a-istruzione/articoli-scuola-istruzione/alunni-disabili-con-dsa-e-altri-bes-facciamo-un-po-di-ordine Contenuti da: • Zambotti F., Didattica inclusiva con la LIM: strategie e materiali per l'individualizzazione con la lavagna interattiva multimediale, Erickson, Trento • D’Alonzo L., Bocci F., Pinnelli S., Didattica speciale per l’inclusione, La scuola, Brescia