Anno Paolino In occasione del bimillenario della nascita di San Paolo Se uno è in Cristo è una creatura nuova L’antropologia paolina Una creatura nuova «Se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove» (2Cor 5,17). L’avvenimento di Cristo, Nuovo Adamo, morto e risorto, attua la ri-creazione dell’uomo, che già era stato creato in Cristo e poi era stato coinvolto nella caduta del vecchio Adamo. Adamo ed Eva – Michelangelo Cappella Sistina Una creatura nuova Con Cristo e il suo Spirito, l’uomo antico (discendente del vecchio Adamo) che è ”terrestre”, provenendo dalla terra, lascia il posto ad una «nuova umanità» (Ef 2,15), che è ”spirituale”, perché viene dal cielo ed è capace di partecipare alla stessa vita trinitaria di Dio (cfr. Rom 5,12-21; 1Cor 15,45-50). Una creatura nuova «Ciò che conta è l’essere nuova creatura» (Gal 6,15). L’opera della salvezza in Cristo è descritta da Paolo in pagine di forte intensità teologica, soprattutto nella lettera ai Romani (cfr. 1,16 - 8,39). Ne analizziamo qualche passo, precisando il significato dei termini da lui usati. La lettera ai Romani L’antropologia paolina La Lettera ai Romani La Lettera ai Romani rappresenta il vertice più alto della dottrina e della teologia di Paolo. Pur essendo centrata su un tema ben determinato, cioè la giustificazione mediante la fede indipendentemente dalle opere della Legge (3,28), essa spazia su un vastissimo campo di argomenti riguardanti i più diversi aspetti della vita cristiana, riunificabili tutti però nel pensiero dominante: il vangelo di Cristo come forza di Dio per la salvezza di chiunque crede e come suprema rivelazione di grazia santificante e vivificante da parte di Dio (1,16-17). Adamo e il nuovo Adamo, Flandrin Louvre - Parigi La Lettera ai Romani Il protagonista di questa lettera è Dio Padre. Egli intende assolutamente salvare l’umanità venduta come schiava del peccato (7,14) senza distinzione tra giudei e pagani, comunicandole la sua giustizia, cioè la sua vita di santità. Cristo sarà strumento di questa universale riconciliazione (5,10). Mediante il battesimo Cristo ci inserisce nel mistero della sua morte e della sua risurrezione (6,5). Dio Padre onnipotente, Pier Francesco Mola Collezione Koellikerr - Milano La Lettera ai Romani Questo palpito di vita soprannaturale è reso più cosciente e operante dallo Spirito stesso di Cristo (9,8), che è lo Spirito del Padre, che ci è stato donato come pegno e frutto del suo amore. L’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito che ci è stato donato (5,5). Di fronte a questo amore di Dio che ha fatto irruzione nella storia, l’uomo è invitato a dare la sua risposta: l’assenso della fede. Spirito Santo – Milena Crupi Chiesa dell'Annunziata - Reitano, Sicilia. La Lettera ai Romani Fede che è adesione intellettuale a tutte le verità rivelate attraverso la predicazione (10,14-16), soprattutto alla persona di Cristo, propiziatorio mediante il suo sangue; fede che è anche fiducia nella bontà del Padre e alimenta la speranza fino a quando non saremo definitivamente salvati; fede che è obbedienza interiore alla volontà di Dio (1,5; 16,26) e la traduce in pratica diventando così carità operante (Gal 5,6). Longino trafigge il costato di Cristo Chiesa di San Marco - Slovenia La Lettera ai Romani La fede è l’unica grandezza dell’uomo. Essa implica infatti l’onesto riconoscimento dei limiti dell’uomo: la sua ragione è incapace concretamente di raggiungere tutta la verità, anche quella di ordine puramente naturale e filosofico (1,18-21); soprattutto la sua volontà è incapace di attuare il bene conosciuto come tale: Io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio (7,19). Sant’Agostino - Botticelli La Lettera ai Romani La fede non è il prezzo della salvezza, ma la condizione preliminare per la quale l’uomo riconosce la sua impotenza a salvarsi e accetta di essere salvato da Dio per mezzo di Cristo. La stessa vita morale sarà la traduzione in atto delle esigenze di questa nuova vita di fede in Cristo e nel suo Spirito: a somiglianza di Cristo morto e risorto anche voi consideratevi come morti al peccato, ma viventi a Dio in Cristo Gesù (6,11). La Lettera ai Romani Questa continua morte al peccato, ottenuta frenando le voglie della carne, sarà come un continuo sacrificio vivente, santo, bene accetto a Dio, il vero culto spirituale voluto dal Signore (12,1). Come tutto il mistero della salvezza si ricapitola nell’amore di Dio che è in Cristo Gesù Signore nostro (8,39), così tutta la morale del cristiano trova il suo centro nella legge della carità (agàpe) fraterna perché l’adempimento completo della legge è l’amore (agàpe) (13,10). La Lettera ai Romani L’occasione che originò questa lettera deve essere cercata nell’irrefrenabile spirito di conquista missionaria di Paolo. Già da tempo egli pensava di recarsi in Spagna, ai confini dell’estremo occidente, per annunciare anche là Gesù Cristo (15,2428). Come tappa intermedia e come quartiere generale delle sue spedizioni missionarie Paolo aveva scelto Roma. La Lettera ai Romani Questa città, capitale dell’impero, doveva esercitare un fascino particolare nella mente di Paolo. Per questo, quando era ancora ad Efeso, aveva detto: Bisogna che io vada a Roma (At 19,21). Dal cuore dell’impero sarebbe stato più facile irradiare dovunque la luce del vangelo. L’uomo vecchio Rm 1,16 – 3,20 L’uomo vecchio – I pagani 18In realtà l’ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ogni ingiustizia di uomini che soffocano la verità nell’ingiustizia, 19poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha loro manifestato … 22Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti 23e hanno cambiato la gloria dell’incorruttibile Dio con l’immagine e la figura dell’uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili. L’uomo vecchio – I pagani … 26Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. 27Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s’addiceva al loro traviamento. Sodoma e Gomorra – Durer National Art Gallery - Washington L’uomo vecchio – I pagani 28E poiché hanno disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati in balìa d’una intelligenza depravata, sicché commettono ciò che è indegno 29colmi come sono di ogni sorta di ingiustizia, di malvagità, di cupidigia, di malizia; pieni d’invidia, di omicidio, di rivalità, di frodi, di malignità; L’uomo vecchio – I pagani diffamatori, 30maldicenti, nemici di Dio, oltraggiosi, superbi, fanfaroni, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, 31insensati, sleali, senza cuore, senza misericordia. Pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa. L’uomo vecchio – I pagani I pagani adorano la creazione al posto del Creatore. Così facendo attirano su di sé l’ira di Dio, la quale si manifesta nella dissolutezza dei loro costumi. L’ira di Dio è la sua irritata indignazione contro il male, non contro le persone: La collera di Dio si manifesta sopra ogni empietà e ingiustizia. Il culto degli dei pagani non è pietà, ma origine dell’empietà e delle sue conseguenze. Paolo non considera il senso religioso dell’umanità come la via ordinaria per giungere a Dio e la fede cristiana come la via straordinaria. L’uomo vecchio – I pagani Chi segue il senso religioso dei pagani non approda a Dio ma a se stesso, sia pure per un inestinguibile bisogno di Dio. Con empietà Paolo intende quel rifiuto di riconoscere e ringraziare Dio che sta all’origine di ogni comportamento immorale; l’ira di Dio colpisce dal cielo l’empietà e l’ingiustizia dei pagani che nel loro modo di essere e di agire sono empi e falsamente pii in quanto adorano la creazione al posto del creatore. Distruzione di Sodoma e Gomorra – John Martin L’uomo vecchio – I giudei 17Ora, se tu ti vanti di portare il nome di Giudeo e ti riposi sicuro sulla legge, e ti glori di Dio, 18del quale conosci la volontà e, istruito come sei dalla legge, sai discernere ciò che è meglio, 19e sei convinto di esser guida dei ciechi, luce di coloro che sono nelle tenebre, 20educatore degli ignoranti, maestro dei semplici, perché possiedi nella legge l’espressione della sapienza e della verità, L’uomo vecchio – I giudei 21ebbene, come mai tu, che insegni agli altri, non insegni a te stesso? Tu che predichi di non rubare, rubi? 22Tu che proibisci l’adulterio, sei adùltero? Tu che detesti gli idoli, ne derubi i templi? 23Tu che ti glori della legge, offendi Dio trasgredendo la legge? 24Infatti il nome di Dio è bestemmiato per causa vostra tra i pagani, come sta scritto ... L’uomo vecchio – I giudei … 27E così, chi non è circonciso fisicamente, ma osserva la legge, giudicherà te che, nonostante la lettera della legge e la circoncisione, sei un trasgressore della legge. 28Infatti, Giudeo non è chi appare tale all’esterno, e la circoncisione non è quella visibile nella carne; 29ma Giudeo è colui che lo è interiormente e la circoncisione è quella del cuore, nello spirito e non nella lettera; Mosè in Egitto e circoncisione del figlio Eliezer - Perugino Cappella Sistina - Vaticano L’uomo vecchio – I giudei Paolo chiama per nome il suo interlocutore: tu che ti chiami giudeo e gli rinfaccia tutti i privilegi che egli accampa a suo favore. L’essere giudeo, l’avere la legge, l’avere Dio come proprio vanto e il farne un motivo di lode: ecco ciò che caratterizza gli israeliti nel loro concetto e nel concetto di Paolo. L’uomo vecchio – I giudei Seguono quattro proposizioni interrogative, anch’esse appartenenti allo stile della diatriba. La quinta, che comincia anch’essa con una frase interrogativa, riprende in termini generali le quattro precedenti. Tutte queste proposizioni mettono in evidenza il contrasto fra ciò che il giudeo insegna e ciò che il giudeo fa. Colui che insegna la legge è il primo a non osservarla. Gesù e i farisei - Caravaggio L’uomo vecchio – I giudei Ma al giudeo che agisce in tal modo non serve neppure la circoncisione, che è per lui il segno della sua alleanza con Dio e quindi, secondo lui, un pegno di salvezza. I rabbini ritengono che la circoncisione salverà Israele nell’era messianica, così come il sangue della Pasqua l’ha già salvato dall’Egitto. Ma per Paolo questa convinzione fondamentale del giudeo è superata. La circoncisione o la non circoncisione non sono più i criteri ultimi e decisivi della salvezza o della perdizione. L’uomo vecchio – La Legge 9Che dunque? Dobbiamo noi ritenerci superiori? Niente affatto! Abbiamo infatti dimostrato precedentemente che Giudei e Greci, tutti, sono sotto il dominio del peccato, 10come sta scritto: Non c’è nessun giusto, nemmeno uno, 11non c’è sapiente, non c’è chi cerchi Dio! 12Tutti hanno traviato e si son pervertiti; non c’è chi compia il bene, non ce n’è neppure uno … L’uomo vecchio – La Legge … 19Ora, noi sappiamo che tutto ciò che dice la legge lo dice per quelli che sono sotto la legge, perché sia chiusa ogni bocca e tutto il mondo sia riconosciuto colpevole di fronte a Dio. 20Infatti in virtù delle opere della legge nessun uomo sarà giustificato davanti a lui, perché per mezzo della legge si ha solo la conoscenza del peccato. Mosè riceve la Tavole della Legge - Rembrandt L’uomo vecchio – La Legge Paolo afferma che tutto il mondo, compresi i giudei, è colpevole davanti a Dio, perché nessuno viene giustificato dalle opere della legge. La frase finale: poiché attraverso la legge si ha soltanto la conoscenza del peccato motiva l’enunciazione: giacché per le opere della legge nessun uomo sarà giustificato davanti a Dio, con un richiamo di carattere generale al vero rapporto che intercorre tra la legge e la salvezza. Attraverso la legge noi facciamo solo l’esperienza del peccato. L’uomo vecchio – In sintesi la carne (sarx) assume un significato negativo: sta ad indicare l’uomo in quanto debole e incline al male; è l’area del male che si annida nelle coscienze, è la sorgente oscura e deleteria che insidia irrimediabilmente il bene, come la zizzania soffoca il buon grano (cfr. Mt 13,24-30); L’uomo vecchio – In sintesi il peccato (hamartía) è quasi sempre inteso come il male compiuto da noi, che incrementa la “carne” e si manifesta nelle azioni inique, fino a quelle dettate dalla ragione impazzita e contro natura. Per questo, pagani ed ebrei sono in balia di sè stessi e delle loro infamie (cfr. Rom 1,2426. 28; Gal 5,9-21; Ef 4,17); L’uomo vecchio – In sintesi la Legge (nómos) è da osservare in quanto dono di Dio; essa segnala il peccato alla coscienza dell’uomo, quando dei doni di Dio fa un uso perverso; l’uomo, infatti, presume di potersi salvare soltanto in forza delle opere compiute obbedendo alla Legge, senza intervento alcuno della grazia dall’alto. L’uomo nuovo Rm 3,21 – 8,39 L’uomo nuovo – Giustizia e Grazia 21Ora invece, indipendentemente dalla legge, si è manifestata la giustizia di Dio, testimoniata dalla legge e dai profeti; 22giustizia di Dio per mezzo della fede in Gesù Cristo, per tutti quelli che credono. E non c’è distinzione: 23tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, 24ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, in virtù della redenzione realizzata da Cristo Gesù. L’uomo nuovo – Giustizia e Grazia 25Dio lo ha prestabilito a servire come strumento di espiazione per mezzo della fede, nel suo sangue, al fine di manifestare la sua giustizia, dopo la tolleranza usata verso i peccati passati, 26nel tempo della divina pazienza. Egli manifesta la sua giustizia nel tempo presente, per essere giusto e giustificare chi ha fede in Gesù … Crocifissione – Gian Battista Trotti Palazzo Barberini - Cremona L’uomo nuovo – Giustizia e Grazia Dio senza alcun concorso della legge, ma in un modo predetto dalla Scrittura, ha manifestato nel cosmo la sua giustizia (= la sua fedeltà, la sua verità, la sua gloria). Il cosmo non reca più l’originario splendore della creazione, ma è soggetto al peccato. Ma la giustizia di Dio si manifesta come grazia che giustifica il credente. E il modo della manifestazione è questo: Dio presenta e offre Gesù Cristo come strumento di espiazione, che in quanto tale viene conosciuto e riconosciuto solo per mezzo della fede. L’uomo nuovo – La fede Noi diciamo infatti che la fede fu accreditata ad Abramo come giustizia. 10Come dunque gli fu accreditata? Quando era circonciso o quando non lo era? Non certo dopo la circoncisione, ma prima. 11Infatti egli ricevette il segno della circoncisione quale sigillo della giustizia derivante dalla fede che aveva già ottenuta quando non era ancora circonciso; L’uomo nuovo – La fede questo perché fosse padre di tutti i non circoncisi che credono e perché anche a loro venisse accreditata la giustizia 12e fosse padre anche dei circoncisi, di quelli che non solo hanno la circoncisione, ma camminano anche sulle orme della fede del nostro padre Abramo prima della sua circoncisione … L’uomo nuovo – La fede … 17Infatti sta scritto: Ti ho costituito padre di molti popoli; [è nostro padre] davanti al Dio nel quale credette, che dà vita ai morti e chiama all’esistenza le cose che ancora non esistono. 18Egli ebbe fede sperando contro ogni speranza e così divenne padre di molti popoli, come gli era stato detto: Così sarà la tua discendenza. Abramo e i tre angeli – Rembrandt L’uomo nuovo – La fede Abramo deve essere ritenuto padre di tutti i credenti, siano essi pagani o giudei. La circoncisione è soltanto il sigillo della sua giustizia ottenuta per fede, non il presupposto di essa; la promessa fu rivolta ad Abramo non perché avesse compiuto le opere della legge, ma perché aveva ottenuto la giustizia nella fede. Abramo è tipo di ogni credente. L’uomo nuovo – La fede Paolo dice che Abramo è padre dei giudei che hanno la fede in Cristo, ossia dei giudei cristiani, e non dei giudei che vivono confidando soltanto nella circoncisione. Quel che Abramo ricevette da Dio, fu accordato alla sua fede, e quel che egli fece, fu prescritto dalla sua fede. In tal modo egli divenne modello e guida dei suoi figli, i quali diventano tali in quanto si collocano nella schiera dei credenti (Schlatter). Paolo ha quindi dimostrato che Abramo fu giustificato per la fede e non per la circoncisione, perché la circoncisione fu in realtà preceduta dalla fede e dalla giustificazione del patriarca. L’uomo nuovo – Lo Spirito 1Non c’è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù. 2Poiché la legge dello Spirito che dà vita in Cristo Gesù ti ha liberato dalla legge del peccato e della morte. 3Infatti ciò che era impossibile alla legge, perché la carne la rendeva impotente, Dio lo ha reso possibile: L’uomo nuovo – Lo Spirito mandando il proprio Figlio in una carne simile a quella del peccato e in vista del peccato, egli ha condannato il peccato nella carne, 4perché la giustizia della legge si adempisse in noi, che non camminiamo secondo la carne ma secondo lo Spirito. 5Quelli infatti che vivono secondo la carne, pensano alle cose della carne; quelli invece che vivono secondo lo Spirito, alle cose dello Spirito. Spirito Santo - Chiesa Parrocchiale San Giuseppe Jato S.Giuseppe Jato Palermo L’uomo nuovo – Lo Spirito 6Ma i desideri della carne portano alla morte, mentre i desideri dello Spirito portano alla vita e alla pace. 7Infatti i desideri della carne sono in rivolta contro Dio, perché non si sottomettono alla sua legge e neanche lo potrebbero. 8Quelli che vivono secondo la carne non possono piacere a Dio. L’uomo nuovo – Lo Spirito 9Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene. 10E se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto a causa del peccato, ma lo spirito è vita a causa della giustificazione. L’uomo nuovo – Lo Spirito 11E se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi. Giudizio Universale - Luca Cambiaso N.S. delle Grazie - Chiavari L’uomo nuovo – Lo Spirito Lo spodestamento della potenza del peccato, compiuto da Dio mediante suo Figlio, viene contrapposto all’impotenza della legge: quanto alla legge era impossibile fare, Dio l’ha fatto per mezzo di suo Figlio. La legge, incapace di annientare il peccato, non era debole in se stessa, ma a motivo della carne. L’uomo nuovo – Lo Spirito La carne, in quanto realtà dominata dal peccato, rende la legge così debole perché la intende come un incitamento all’egoismo di ogni sorta. La legge, che è in sé santa, giusta e buona, suscita, mediante la carne, l’egoismo e la ricerca di una autoedificazione nell’ingiustizia o nella propria giustizia, ossia nei peccati o nelle opere buone fatte per la propria gloria. L’uomo nuovo – Lo Spirito Lo Spirito viene qui chiamato e definito come la potenza che Dio ha dimostrato nella risurrezione di Gesù Cristo. Questo Spirito si è impossessato di noi e noi siamo nella sfera della sua potenza. Di questo Spirito, che già si è rivelato in Cristo come Spirito della vita, noi facciamo la norma della nostra vita. L’uomo nuovo – Lo Spirito Il nostro corpo, tramite il battesimo, per l’inabitazione dello Spirito, è sottratto al peccato e alla morte. Di questo corpo si prende cura lo Spirito che dà la vita che già ci ha concesso la vita di Dio nella forma della giustificazione. Lo Spirito - se rimane in noi e ci lasciamo guidare da lui concederà anche la vita escatologica ai nostri corpi mortali. L’uomo nuovo – Lo Spirito 12Così dunque fratelli, noi siamo debitori, ma non verso la carne per vivere secondo la carne; 13poiché se vivete secondo la carne, voi morirete; se invece con l’aiuto dello Spirito voi fate morire le opere del corpo, vivrete. 14Tutti quelli infatti che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio. L’uomo nuovo – Lo Spirito 15E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: "Abbà, Padre!". 16Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio. 17E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se veramente partecipiamo alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria. L’uomo nuovo – Lo Spirito Ricapitolando: Siamo nello Spirito e lo Spirito è in noi. La nostra esistenza è ora regolata dallo Spirito e ricolma dello Spirito. Quindi non abbiamo più l’impegno di obbedire alla carne (egoistica) che ci procura la morte. Noi vivremo se uccidiamo le opere della carne e ci lasciamo guidare dallo Spirito. Noi siamo figli di Dio e eredi insieme con Cristo. E allora otterremo con lui la gloria futura proprio perché ora soffriamo con lui. L’uomo nuovo – In sintesi La grazia (cháris) è l’amore di Dio, «che si fa trovare anche da quelli che non lo cercano» (Rom 10,20). «Quando ancora eravamo peccatori» (Rom 5,6; cfr. 1Tm 1,15s), Cristo riscatta l’uomo con il suo sangue, liberandolo dal peccato (1Cor 1,30; Col 1,14; Ef 1,7) e dalla schiavitù della Legge (cfr. Gal 3,13; 4,5). L’uomo nuovo – In sintesi La fede (pístis) rappresenta la libera risposta dell’uomo all’iniziativa di Dio, accogliendo la salvezza offerta: «L’uomo non è giustificato dalle opere della Legge, ma soltanto per la fede in Gesù Cristo» (Gal 2,16; cfr. Rom 3,22-26); «Prima che venisse la fede, noi eravamo rinchiusi a chiave nella prigionia della Legge» (Gal 3,23). L’uomo nuovo – In sintesi Lo Spirito (pnéuma), infuso nel cuore di chi ha accolto con fede la grazia divina, è lo stesso respiro, la stessa vita di Dio: «Lo Spirito di Dio abita in noi,…risiede in noi» (Rom 8,9-11). Ma in Paolo, lo Spirito non è più soltanto lo “Spirito di Dio”, “l’alito di vita” (Gn 2,7) del Primo Testamento, che crea il mondo e fa dell’uomo la sua immagine e somiglianza (cfr. Gn 1,2; 41,38; Es 31,3; 1Cor 2,11s; ecc.), lo “Spirito santo” genericamente inteso (cfr. Is 63,10-11; Sal 51,13). L’uomo nuovo – In sintesi Questo è già presente negli scritti del Giudaismo, del rabbinismo o dei manoscritti di Qumràn. Invece lo “Spirito di Cristo” (Rom 8,1), lo “Spirito del Figlio” (Gal 4,6), lo ”Spirito di Gesù Cristo” (Fil 1,19) è lo ”Spirito vivificante” (1Cor 15,45) del Crocifisso Risorto, che ci rende non soltanto “immagine”, ma “figli” di Dio.