antiblastici MDL - Corso di laurea in tecniche della prevenzione nell

Sono un gruppo eterogeneo di
sostanze che inibiscono la
proliferazione delle cellule
tumorali con meccanismi
diversi, prevalentemente
genotossici.
• Sono molecole di sintesi
(chemioterapici), prodotti naturali
(antibiotici, alcaloidi, enzimi) o loro
derivati semisintetici che,
interferendo con la sintesi o la
funzione di macromolecole
biologicamente rilevanti,
determinano un’inibizione della
replicazione cellulare e della
crescita neoplastica.
 Oltre
che per i tessuti
neoplastici sono anche lesivi
per alcuni tessuti normali,
soprattutto quelli ad alto
turnover cellulare, come il
midollo osseo e le mucose del
tubo digerente.
Classificazione in base al
meccanismo d’azione ed
alla struttura chimica:
• Agenti alchilanti
· Antimetaboliti
· Alcaloidi vegetali (alcaloidi della vinca,
epipodofillotossine, taxani, camptotecine)
· Antibiotici antitumorali
· Complessi di coordinazione del platino
Alchilanti: mostarde azotate (ciclofosfamide,
mecloretamina, clorambucil), etilenimine
(thiotepa),melanine, alchilsulfonati (busulfan), triazeni
(dacarbazina), nitrosouree (carmustina, lomustina).
Antimetaboliti: analoghi ac. folico (MTX), analoghi purine
(6-mercaptopurina), analoghi pirimidine (5-FU, ARA-C).
Antibiotici antitumorali: antracicline (doxorubicina),
mitramicina, actinomicina D, mitomicina, bleomicina.
Complessi di coordinazione del platino: carboplatino,
cisplatino.
Alcaloidi della vinca: vincristina, vinblastina, vinorelbina.
Epipodofillotossine: etoposide o VP-16.
ALCHILANTI

Capacità di formare legami covalenti
con gruppi nucleofilici presenti nella
catena del DNA provocandone la
rottura.
ANTIMETABOLITI
Effetto antitumorale dovuto alla
somiglianza con metaboliti essenziali
per la sintesi di DNA e RNA.
 Meccanismo d’azione di tipo
competitivo: analoghi “sbagliati” dei
metaboliti normali.

ANTIBIOTICI
ANTITUMORALI

Antracicline:
1) tagli nel DNA mono e bicatenario
mediante produzione di radicali liberi
e interazione con la topoisomerasi II;
2) azione intercalante tra le catene di
DNA; alterano la sintesi dell’RNA.
COMPLESSI DI COORDINAZIONE
DEL PLATINO
Intercalano il DNA determinando la
formazione di legami crociati sia intra
sia intercatenari.
 Si legano a proteine citoplasmatiche e
nucleari.

ALCALOIDI DELLA VINCA
Agiscono sul fuso mitotico.
 Legano i precursori citoplasmatici del
fuso mitotico (tubulina) e bloccano le
cellule in metafase.

EPIPODOFILLOTOSSINE

Derivati semisintetici estratti dalla
mandragora che producono tagli
intracatenari nel DNA mediante la
stabilizzazione del complesso DNAtoposomerasi II.
TAXANI
Paclitaxel:
estratto dalla corteccia del Taxus
brevifolia del Pacifico;
si lega alla tubulina in un sito diverso da
quello degli alcaloidi della vinca.
 Taxotere:
derivato ottenuto per semisintesi degli aghi
del Taxus Baccata europeo con azione simile
al precedente.

Topotecan ed Irinotecan
Derivati della camptotecina, una
molecola estratta dall’albero
Campthoteca acuminata.
 Inibitori della topoisomerasi I =
enzima che determina tagli
monocatenari sul DNA.

Esposti professionalmente:

operatori incaricati del ricevimento e dello
stoccaggio;

personale medico ed infermieristico
(preparazione e somministrazione);

personale addetto alla pulizia dei locali e degli
strumenti adibiti alla preparazione e
somministrazione, dei servizi igienici e degli
effetti letterecci dei pazienti;

personale addetto allo smaltimento del materiale
usato per preparazione e somministrazione.
VIE DI CONTAMINAZIONE
Inalatoria (polveri, aerosol, vapori)
 Cutanea
 Oculare (spruzzi in fase di preparazione)
 Contatto accidentale (rotture di fiale o
punture d’ago)
 Digerente (via + inusuale)

Esposizione del personale sanitario
rispetto a quella dei pz in
trattamento è molto diversa:
1. dose assorbita più modesta;
2. durata esposizione più
prolungata.
MANOVRE A RISCHIO
CONTAMINAZIONE
Immagazzinamento di confezioni di
farmaci non integre.
 Preparazione.
 Somministrazione.
 Smaltimento.

IMMAGAZZINAMENTO

Esposizione per gli operatori incaricati
del ricevimento e dello stoccaggio in
farmacia o nei luoghi di deposito:
confezioni di farmaci non integre!
PREPARAZIONE
apertura delle fiale di farmaco;
 riempimento della siringa;
 espulsione dell’aria dalla siringa durante
dosaggio del farmaco;
 rimozione dell’ago dai flaconcini dei
farmaci;
 trasferimento del farmaco nei flaconi
per fleboclisi.

SOMMINISTRAZIONE

espulsione dell’aria dalla siringa prima
della somministrazione del farmaco;

perdite del farmaco a livello dei raccordi
della siringa e/o del deflussore e a
livello della valvola del filtro dell’aria.
SMALTIMENTO

materiale usato per la
preparazione e somministrazione
dei farmaci antiblastici: guanti, camici,
siringhe con ago innestato, flaconi, filtri delle cappe
dopo la loro rimozione, ecc….

Particolare cautela nei riguardi degli
escreti, degli effetti letterecci
contaminati e delle urine dei pz.
Effetti sugli operatori sanitari

Acuti: irritazione di cute, occhi e
mucose, arrossamento del volto,
alopecia, perdita di peli, tosse,
cefalea, vertigini, stordimenti, dolori
addominali, nausea e vomito,
dermatiti (fino a episodi di necrosi
cutanea), flebiti, allergie, shock.

Cronici: effetti mutageni, teratogeni
e cancerogeni.
Organo bersaglio Rischio accertato
Principali
farmaci
connessi
Cute
Irritativo
(necrosi; DIC)
Allergico
(DAC)
5-FU, adriamicina,
mostarde azotate
SNC
Sintomi aspecifici
Numerosi
Mutageno
Ciclofosfamide,
cisplatino,
clorambucil,
6-mercaptopurina
Intero organismo
(es. cefalea, vertigini,
stordimenti, ecc…)
Rischio ipotizzato
Principali farmaci
connessi
Cancerogeno
Ciclofosfamide
Azatioprina
Procarbazina
Adriamicina
Cisplatino
Teratogeno ed
embriotossico
Genotossico
numerosi
Epatotossico
Bleomicina
Vincristina
Ciclofosfamide
Ambra Provenzani
numerosi
Classificazione IARC





Cancerogeni
per l’uomo
Ciclofosfamide
Clorambucil
Thiotepa
Melphalan
Ecc…
Non esiste un valore
soglia di esposizione per
i farmaci antiblastici
la cui cancerogenicità sia
stata accertata.





Probabili
cancerogeni
per l’uomo
Adriamicina
Aracitidina
Mostarde azotate
Procarbazina
Ecc…
N.B.
D.Lgs. 81/2008
Provvedimento 05/08/1999
“Linee Guida per la sicurezza e la
salute dei lavoratori esposti a
chemioterapici antiblastici in
ambiente sanitario”.
VALUTAZIONE
DEL RISCHIO
ICC : Indice di contatto citostatico
N° dosi manipolate e/o somministrate
N° ore di lavorazione
PER DETERMINARE CARICO DI LAVORO
GIORNALIERO!
I.C.C
<1
Rischio casuale ed infrequente
3
Rischio probabile
>3
Rischio intenso e routinario
Monitoraggio ambientale
Consiste nella raccolta di campioni
ambientali (soprattutto nell’aria
ambiente) allo scopo di misurare le
concentrazioni di singoli farmaci
antitumorali o gruppi di essi, negli
ambienti nei quali vengono preparati
ed utilizzati.
METODO DI RACCOLTA
Pompe per l’aspirazione di campioni di aria di
volume noto.
Farmaci determinati su differenti superfici dei
locali di preparazione:
•Tavoli, piani di lavoro
•Piani e pareti interne delle cappe
•Teli
•Maniglie
•Lavandini
•Rubinetti
•Telefono
•Asta della fleboclisi
•Pavimenti
•Superfici dei bagni
•Guanti, maschere
Ambientale personale
 Ambientale postazione fissa

(centro ambiente)
Ambientale (uscita filtro cappa)
 Analisi guanti
 Wipe test
 PADS

ANALISI

Gascromatografia
per la determinazione
della quantità di
ciclofosfamide ed
ifosfamide nei campioni
di aria.

HPLC-UV
cromatografia
liquida ad alta
risoluzione con
rivelazione
spettrofotometrica
UV.
SORVEGLIANZA SANITARIA
Protocollo secondo
linee guida 05/08/1999
Visite preventive e periodiche
(semestrali o annuali)
 Esame emocromocitometrico completo
 Esame delle urine
 Test di funzionalità epatica e renale
 Proteine totali ed elettroforesi
 Prove di funzionalità respiratoria
 ECG
 Monitoraggio biologico: farmaci dosabili: ciclofosfamide,

5-FU, compl. coordinazione platino; metodiche per evidenziare
effetti genotossici (scambi di cromatidi fratelli, riarrangiamenti
cromosomici e cromatidici, micronuclei).
 Controllo
tempestivo nel
caso di eventuale
insorgenza di cefalea,
stordimento, nausea, ecc…
Monitoraggio biologico
Studio della dose interna
assorbita dall’operatore
mediante la
determinazione
del farmaco nei liquidi
biologici.




Es.:
Platino nel siero e nelle
urine
Ciclofosfamide nelle
urine
5-FU, -fluoro--alanina
nelle urine
Addotti al DNA ed alle
proteine
Unico servizio di CT: U.F.A.
(Unità Farmaci Antitumorali).
Intero ciclo lavorativo:
preparazione, trasporto, somministrazione,
smaltimento, eliminazione escreti,
manutenzione impianti.
Caratteristiche: centralizzata, isolata, chiusa,
protetta, segnalata.
Personale: medici (oncologi medici, ematologi), farmacisti,
infermieri, tecnici di laboratorio o di farmacia, ausiliari,
manutentori delle cappe, addetti alle pulizie.
U.F.A.

Centralizzata: per impedire svolgimento senza
controllo di attività a rischio.

Isolata: strutturalmente circoscritta e ben
identificabile.

Chiusa: materiali utilizzati depositati in un unico
luogo con la garanzia di un rapido e totale
smaltimento.

Protetta: per consentire l’accesso al solo personale
sanitario autorizzato.

Segnalata: con appositi segnali di rischio.
PREVENZIONE
AMBIENTALE ED ORGANIZZATIVA
 PERSONALE

Mezzi di protezione ambientale che
salvaguardano l’operatore e l’ambiente dai
contaminanti presenti, controllando le
dispersioni che si producono
durante la fase di preparazione.
OMS raccomanda cappe di classe II tipo 2 cioè a
flusso laminare verticale, dall’alto verso il basso, con
emissione totale all’esterno dell’aria aspirata e filtrata.

Classe I: proteggono l’operatore e l’ambiente da
contaminanti presenti nella cappa, ma non
garantiscono sterilità alcuna.

Classe II di tipo 1 e 2: garantiscono la protezione
dell’operatore, dell’ambiente e la sterilità del
prodotto.

Classe III o glove box: totalmente sigillate, si
accede tramite manicotti con guanti che permettono
il controllo di sostanze ad alto rischio o di altri
prodotti ad alto rischio di contaminazione.

A flusso orizzontale: assolutamente da evitare
perché l’operatore viene investito direttamente
dall’aria contaminata.
Caratteristiche delle cappe
di dimensioni sufficienti a coprire l’intera
superficie di lavoro;
 in locali dotati di lavandino con un buon
ricambio d’aria naturale e dove non vi
sia transito o sosta di altro personale.


Nelle cappe le mani dell’operatore devono trovare
uno spazio di accesso di almeno 30 cm dal piano, in
modo da consentire di espletare agevolmente le
manovre di preparazione dei farmaci.

Controllo semestrale del funzionamento
dell’apparecchiatura ed in ogni caso ogni 1000 ore di
lavoro e ogni volta venga cambiata la sede con
certificazione a cura di un tecnico qualificato.

Manutenzione periodica ed eventuale sostituzione dei
filtri, in base alle indicazioni contenute nei libretti di
istruzione.

Informazione agli operatori riguardo le caratteristiche
tecniche delle cappe e formazione per addestrarli al
loro uso.
CARATTERISTICHE
AMBIENTE DI LAVORO





piano di lavoro rivestito da un telino monouso
di carta bibula;
pavimenti e pareti rivestiti da materiale
plastico lavabile;
stanza filtro;
porte di accesso del tipo a battente con
apertura verso l’esterno;
locale protetto da turbolenze d’aria;
punto di decontaminazione con lavandino a
pedale e lavaocchi di sicurezza;
 sistema di condizionamento separato
dall’impianto centralizzato;
 pulsante di emergenza, sistema viva voce;
 labirinto obbligato di docce ed ambiente filtro
per gli indumenti di lavoro.

DISPOSITIVI DI
PROTEZIONE INDIVIDUALE (D.P.I.)
guanti monouso in latex pesante, non talcati;
 camice monouso di tipo chirurgico, idrorepellente in
TNT, con allacciatura posteriore, maniche larghe e
polsini di elastico o maglia;
 maschera rigida a conchiglia con filtro a protezione di
naso e bocca ;
 cuffia monouso garzata in TNT;
 occhiali dotati di protezione laterale;
 calzari monouso;
 pantaloni idrorepellente in TNT.

Procedure di sicurezza
In fase di preparazione
In fase di somministrazione
In fase di smaltimento
Corretto uso delle
cappe + corretta
preparazione dei
farmaci.
Lavare
accuratamente
mani prima e
dopo.
Pulizia cappe e locali.
Raccolta ed eliminazione
escreti e biancheria
contaminata del pz in
contenitori a raccolta
differenziata a chiusura
ermetica.
VIETATO:
1. Accesso zona preparazione dei farmaci.
2. Uso cosmetici nelle zone di lavoro.
3. Mangiare, bere, masticare chewin-gum,
fumare nelle zone di lavoro.
4. Indossare D.P.I. fuori dalle zone di lavoro.
Provvedimenti in caso di spandimenti
accidentali o contaminazione del personale:
• Pulizia area interessata da parte di personale protetto.
• Smaltimento materiali contaminati in contenitori a
chiusura ermetica (RSO).
• Lavaggio cute con H2O corrente.
• Gocciolamento di sangue.
• Disinfezione cute.
• Lavaggio occhi con H2O corrente per almeno 15 min e
poi consultare oculista.
OGNI CONTAMINAZIONE
ACCIDENTALE
SEGNALATA A:
1. MC
2. RSPP
3. DIREZIONE SANITARIA
OGNI INCIDENTE DENUNCIATO
ALL’INAIL COME INFORTUNIO
SUL LAVORO.
Nella comunicazione indicare:
Data, ora e luogo dell’accaduto.
 Nome del farmaco oggetto
dell’incidente (concentrazione e quantità

stimata).
Nome degli operatori coinvolti.
 Modalità dell’accaduto e dell’intervento
di bonifica ambientale.

In conclusione le aziende
sanitarie devono assicurare:





Adeguati locali; D.P.I.
Regolamento con procedure di sicurezza
da affiggere nei locali in cui si manipolano
antiblastici.
Programmazione di attività di informazione
e formazione dei lavoratori.
Nomina RSPP e MC.
Istituzione di un registro degli esposti.