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Il monismo materialistico di Hobbes
L'esame del sistema di Hobbes evidenzia come il filosofo inglese miri a
comprendere ogni ambito del reale in termini di movimento locale di
corpi, conformemente alla concezione meccanicistica.
Rispetto al sistema filosofico cartesiano, il meccanicismo di Hobbes si
contraddistingue per il fatto di voler spiegare in termini rigorosamente
meccanici tutti gli aspetti della realtà: non solo dunque i processi fisici, ma
anche fenomeni quali sensazioni e pensiero concepiti invece da Cartesio
come modificazioni o proprietà di una sostanza immateriale, la res
cogitans, sottratta a spiegazioni di ordine meccanico.
«Lo spirito», suggerisce infatti Hobbes nelle sue Obiezioni alle Meditazioni
metafisiche di Cartesio, «non sarà nient'altro che un movimento di certe
parti del corpo organico».
La filosofia politica
La riflessione politica di Hobbes muove da una concezione
pessimistica e misantropica, fondata sulla spiegazione
meccanicistica dell'uomo: ogni uomo è necessariamente
condizionato dai meccanismi dei propri istinti egoistici.
Nello stato di natura, ciascun individuo vive sottomesso ai suoi istinti
di essere asociale, egoista e violento, dominato dall'esclusivo
interesse per la propria autoconservazione e la propria potenza.
In questo stato, nessuno degli individui vede oltre lo scopo
dell'autoconservazione. Tutti «hanno diritto su tutto» (ius
omnium in omnia). Per questo, lo stato di natura è caratterizzato
da Hobbes come bellum omnium contra omnes, o "guerra di tutti
contro tutti", ossia da uno stato di perenne belligeranza, in cui
ciascun individuo non ha mai piena sicurezza della propria vita e
dei propri beni.
Lo stato di natura come modello concettuale
Più che un'accertabile realtà storica, lo stato di natura è per
Hobbes un'ipotesi ricavata dall' analisi della natura umana:
una sorta di modello che prende forma nella storia
ogniqualvolta sulla ragione prevalga la primigenia costituzione
animale dell‘umanità.
Tre dimensioni diverse dello "stato di natura", non più pensato
astrattamente, ma concretamente verificabile nella
quotidianità:
 una dimensione prestatale, che è quella dei popoli primitivi
non ancora politicamente organizzati;
 una dimensione antistatale, che è quella dell‘anarchia e della
guerra civile;
 una dimensione interstatale, che è quella della rivalità
diplomatica e politica tra stati sovrani.
L'eguaglianza originaria e la legge di natura
L'eguaglianza originaria (il diritto di tutti su tutto) che caratterizza la condizione
naturale non è un beato stato perduto, ma una situazione di perenne instabilità
e insicurezza. Nello stato di natura nessuno, per quanto forte e potente, è mai
completamente al sicuro dalle insidie del più forte.
L'istintualità dell'uomo lo spinge a perseguire l'autoconservazione facendo leva sulla
violenza, la lotta e la competizione.
Ma l'uomo dispone anche della ragione, la quale si esprime nella "legge di natura":
con questa espressione Hobbes designa l'insieme delle prescrizioni razionali che
guidano l'individuo nel calcolo delle conseguenze delle sue azioni, allo scopo di
assicurarsi l'autoconservazione.
Tra queste prescrizioni, quella fondamentale impone (utilitaristica-mente) che «si
deve ricercare la pace quando la si può avere; quando non si può, bisogna
cercare aiuti per la guerra».
Mentre lo stato di natura è una condizione dominata dal diritto
di tutti a tutto, la legge naturale tende a temperare tale
assenza di vincoli, poiché risulta incongruente rispetto al fine
dell'autoconservazione.
Nello stato di natura ci troviamo insomma di fronte a una
contraddizione tra il fine dell' autoconservazione e la "guerra
di tutti contro tutti" che minaccia la stessa sopravvivenza.
Lo stato di natura è dunque male, perché in esso il fine della vita,
cioè l' autoconservazione, è sempre raggiunto a fatica e
sempre revocato in dubbio.
Il patto sociale e la creazione dello stato
Si tratta allora di interrogarsi sul modo in cui sicurezza e
autoconservazione possano essere raggiunte.
La risposta di Hobbes è contenuta nella teoria del patto sociale,
che istituisce la società civile, supera lo stato di natura e fonda
la sovranità come garanzia di pace e sicurezza per ciascuno.
La società civile è secondo Hobbes frutto dell'esperienza e della
cultura del genere umano.
L'uomo non è adatto per natura a vivere in società, ma a ciò lo
portano la retta ragione e l'esperienza.
L'origine della società e dello stato sta dunque in un contratto, in
un patto che crea una realtà nuova e artificiale, che
costituisce un meccanismo efficace contro le storture della
condizione naturale che minacciano l'autoconservazione.
Il patto che istituisce lo stato non intercorre tra due distinti soggetti
ciascuno fornito di propri diritti, ma si stipula invece come mutuo
accordo tra i singoli individui.
Tutti gli individui decidono di rinunciare simultaneamente al loro
diritto originario per unirsi in società e contemporaneamente
delegano a un terzo non contraente il loro diritto su tutto.
Hobbes chiama patto di unione questo contratto, in cui confluiscono
il patto di società e il patto di subordinazione.
Il contratto hobbesiano è patto di società perché la società non
esiste in natura e si fonda su questo accordo che accomuna i
contraenti; è però anche patto di subordinazione perché ciascun
individuo rinuncia al proprio ius demandandolo a un terzo, verso
il quale contrae l'obbligo dell'obbedienza.
Il potere irrevocabile e assoluto del sovrano
Il sovrano, sia esso un singolo o un'assemblea, sarà l'unico a
mantenere il diritto su tutto.
Egli assume il supremo potere economico, esecutivo, legislativo,
giudiziario e poliziesco e ha dunque la forza necessaria per
garantire a ciascuno la sicurezza e l'autoconservazione,
permettendo a tutti di vivere secondo le prescrizioni della
retta ragione, senza timore che altri, non rispettandola, si
avvantaggino impunemente nei suoi confronti mettendo a
repentaglio la sua vita e i suoi beni.
Compito del sovrano, tramite la promulgazione delle leggi civili, è
rendere coattiva la legge naturale, accogliendone i principi
nelle norme che solo a lui spetta stabilire.
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