Politiche di welfare Lavinia Bifulco Lo sviluppo dei welfare states 4 fasi (Heclo) a) sperimentazione (fine 800- anni '20 del 900): costruzione delle prime forme di politica sociale (assicurazioni sociali); le politiche sociali sono eccezioni, deviazioni momentanee dal corso normale dell'azione nell'economia, nella politica e nella società. b) consolidamento (anni 30-40): un nuovo patto sociale fra stato e cittadini. Le politiche sociali sono risposte collettive alle esperienze condivise della vulnerabilità e della diseguaglianza. c) espansione (anni 50-60), fase della crescita economica. Dinamiche di categorizzazione delle prestazioni, in risposta a domande di tipo categoriale/corporrativo. Le politiche sociali tendono a perdere, proprio nel momento del loro massimo sviluppo, il loro ancoraggio a valori e al discorso sui valori per diventare puri strumenti (anche delle politiche economiche) d) Crisi e risperimentazione (dagli anni 70). Italia Misure di tipo corporativo – assicurativo (basate sulle contribuzioni lavorative) Universalismo: sistema sanitario pubblico, 1978 Familismo: centralità del ruolo della famiglia riguardo alla protezione dai rischi sociali e al care, ma sostegno assai scarso alla famiglia, sia finanziario sia servizi (vedi infanzia) Carattere particolaristico – clientelare (Paci) Basso grado di stateness (Ferrera) Frammentazione istituzionale Italia: spesa sociale In Italia la spesa per gli anziani è cresciuta allo stesso ritmo del Pil e costituisce la metà di tutta la spesa del sociale (12,8 per cento del Pil). Ciò dipende dal fatto che l'incidenza della popolazione anziana è molto forte (gli ultrasessantenni sono circa un quarto della popolazione). Molto bassa, invece, la spesa per la famiglia e l'infanzia, settore nel quale l'Italia investe una somma pari all'1,1 per cento del Pil, contro il 3,4 per cento della Germania e un valore medio dell'Ue a 15 del 2,4 per cento. Anche la spesa sanitaria, che nel 2006 ha raggiunto il 7 per cento del Pil, è legata all'invecchiamento della popolazione. L'Italia si colloca, però, tra i paesi con la minor quota relativa di spesa in questo settore, destinando il 24,8 per cento della spesa sociale. La spesa sociale per le emergenze abitative è prossimo allo zero (0,6 per mille): in Regno Unito 1,5 per cento, Francia 0,8 per cento. Per quel che riguarda la disoccupazione, l’Italia è al penultimo posto, seguito solo dall'Estonia, e spende in questo settore meno del 2 per cento del totale contro un valore medio europeo di oltre il 6 per cento. LE POLITICHE SOCIALI IN ITALIA, IL CONFRONTO CON GLI STATI EUROPEI, dicembre 2006