Ministero dell`Economia e delle Finanze RELAZIONE GENERALE

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Ministero dell’Economia e delle Finanze
RELAZIONE GENERALE SULLA SITUAZIONE ECONOMICA
DEL PAESE NEL 2009
La presentazione della Relazione Generale sulla Situazione Economica del Paese (RGE) è
prevista dall’articolo 12, comma 7 della Legge n.196/2009 secondo cui “il Ministro dell'economia
e delle finanze presenta alle Camere, entro il mese di aprile di ogni anno, la Relazione generale
sulla situazione economica del Paese per l'anno precedente”.
La RGE si compone di tre volumi ed è disponibile sul sito del Ministero al seguente
indirizzo: http://www.tesoro.it/doc-finanza-pubblica/dfp.rgse.asp.
Nel primo volume della RGE si analizza l’evoluzione dell’economia internazionale
(capitolo1) e dell’economia italiana (capitolo 2). Il capitolo 3 espone gli allegati statistici relativi
ai conti economici nazionali.
Il secondo volume si articola in tre sezioni. La prima fornisce informazioni sulla formazione
del prodotto da parte delle varie branche produttive (agricoltura, industria e servizi), sulla sua
distribuzione e sull’azione delle Amministrazioni Pubbliche, sull’impiego delle risorse e sullo
sviluppo economico territoriale. La seconda sezione analizza il mercato del lavoro, la previdenza e
l’assistenza sociale e il servizio sanitario nazionale. La terza sezione presenta un’analisi sulla
finanza pubblica (conti finanziari del Settore Statale e degli Enti pubblici esterni a tale settore,
quali Regioni, Province e Comuni, Sanità, Enti Previdenziali ed altri Enti pubblici consolidati, e i
bilanci dello Stato e degli Enti della finanza locale).
Il terzo volume, infine, contiene un’ampia appendice statistica su tutti gli argomenti trattati
nel secondo volume.
SINTESI
L’economia internazionale e italiana nel 2009
I risultati dell’economia globale nel 2009 hanno confermato l’ampiezza della
recessione dell’ultimo biennio, la più rilevante dalla Grande Depressione. Il PIL
mondiale si è contratto di quasi l’1,2 per cento e i gli scambi commerciali di oltre il 12
per cento. Cadute produttive sono state sperimentate in quasi tutte le aree e nella quasi
totalità dei sistemi nazionali.
Sotto la spinta delle misure di stimolo fiscale e monetario adottate in tutti i
principali paesi, il sistema economico mondiale ha interrotto la fase di discesa nella prima
parte del 2009, per poi tornare a cresce nella seconda metà dell’anno. La velocità di
recupero, influenzata anche dalle caratteristiche strutturali dei vari sistemi, è stata
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differenziata: più lenta e discontinua in Europa, relativamente vivace negli Stati Uniti e
molto più rapida nei paesi emergenti, in particolare quelli asiatici.
Le ripercussioni della crisi economica sulla disoccupazione hanno ridotto la
capacità di spesa delle famiglie, incoraggiando l’aumento precauzionale del risparmio. La
maggiore rigidità nell’erogazione del credito per famiglie e imprese ha frenato la spesa in
beni durevoli e in investimenti. Le condizioni dei mercati finanziari e del credito sono
migliorate a partire dalla primavera del 2009, sebbene permangano fattori di incertezza.
In Europa la crisi del debito greco ha promosso il dibattito in merito alla governance
europea, all’efficacia dei controlli preventivi delle finanze nazionali e alla necessità di
approntare strumenti di intervento ex-post.
In Italia, l’attività economica ha subito una severa contrazione nel 2009, con una
diminuzione del PIL del 5,0 per cento. Il calo produttivo ha interessato tutti i settori, in
particolare l’industria manifatturiera (-15,8 per cento).
Le esportazioni si sono ridotte del 19,1 per cento, in misura superiore alle
importazioni (-14,5 per cento). Anche gli investimenti hanno subito una sensibile
riduzione (-12,1 per cento). Il calo dei consumi delle famiglie è risultato più contenuto
(-1,8 per cento), grazie alle misure di sostegno a favore delle fasce più deboli della
popolazione e all’estensione delle forme di protezione dei posti di lavoro (Cassa
integrazione guadagni) adottate nel 2009.
Il mercato del lavoro ha risentito della recessione, sebbene la flessione sia stata
contenuta rispetto alla riduzione del PIL. Il tasso di disoccupazione è stato pari al 7,8 per
cento (6,8 per cento nel 2008). L’inflazione ha registrato il valore più basso degli ultimi
cinquant’anni (0,8 per cento).
La contrazione dell’attività economica ha comportato un peggioramento degli
aggregati di finanza pubblica a causa dell’operare degli stabilizzatori automatici. La
politica di bilancio è stata indirizzata al controllo della tenuta dei conti pubblici,
calibrando nel tempo gli interventi di politica economica in funzione anticrisi.
L’indebitamento netto delle Amministrazioni Pubbliche si è attestato al 5,3 per cento del
PIL; il saldo primario è stato pari a -0,6 per cento, mentre il rapporto debito/PIL si è
collocato al 115,8 per cento.
Roma, 13 maggio 2010
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