La peste nel medioevo

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La peste nel Medioevo
Demografia medievale
Dal 1000 in poi la popolazione
europea è in continuo aumento per i
motivi ben noti
 Nel 1300 la popolazione europea
raggiunge quasi gli 80 milioni di
abitanti
 Troppi, per le risorse a disposizione
 Infatti cominciano a verificarsi
diverse carestie nonostante
l’incremento delle terre coltivate

Le carestie
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Dovute a mutamenti
climatici e alla ridotta
produttività agricola
La gente sottoalimentata è
indebolita
Il sovraffollamento provoca
anche carenze igieniche
Condizioni ideali per lo
sviluppo di epidemie
La crisi del 1300

Sono quindi diverse le
cause della crisi
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1.mutamenti del clima
2.carestie
3.terre meno produttive
4.sovraffolamento
5.pestilenze
Cos’è la peste
Malattia mortale per l’uomo provocata dal
bacillo di Yersin, molto resistente
 Esiste in due versioni:

Bubbonica
Trasmessa
dalle pulci
dei topi
Polmonare
MORTE
Trasmessa
mediante il
fiato
La peste nell’antichità
Pestilenze si erano verificate nell’antichità
 Tucidide narra di una paurosa pestilenza
ad Atene dopo le guerre del Peloponneso
 Altre se ne verificarono a Roma, ma dal
700 in poi non ce ne furono più in Europa

Perché?
Una concausa della peste
Dopo il 1200 Gengis Khan unificò tutta
l’Asia sotto il suo impero
 Ciò permise la ripresa dei commerci lungo
la via della seta, e l’Europa non fu più
isolata
 Ma le carovane portarono in Europa anche
i topi e con essi le pulci
 La diffusione delle epidemie fu rapidissima
perché mancavano gli anticorpi

L’Impero di Gengis Khan
La peste del 1347



Anche questa pestilenza
venne da Oriente
In Cina era stata segnalata
già da alcuni anni, in Europa
vi arrivò nel1347 portata
dalle navi commerciali
genovesi provenienti dalla
Crimea (assedio di Caffa)
Si diffuse rapidamente e
durò diversi anni
Si calcola che
morirono 20 milioni
di persone (1su 4)
La diffusione della peste
La peste si sviluppava
in primavera/estate e
dava un po’ di tregua
solo in inverno.
Poi l’estate successiva
ricompariva e poteva durare
per anni
Da questo momento in poi
si verificarono epidemie di
peste in Europa
mediamente ogni 15 anni
Come ci si difendeva

I governanti presero, o cercarono di prendere,
provvedimenti per arginare la “morte nera”.

Molte città vietarono agli abitanti di uscire dal paese e per
chi infrangeva la legge c’erano multe

Si stabilì inoltre che i morti dovevano essere portati fuori le
mura in casse inchiodate.

A Firenze alcuni ufficiali furono incaricati di sorvegliare i
mercanti e i mercati, per impedire la rivendita d’indumenti
appartenenti ai morti di peste.

Nelle città portuali si decretò che le navi provenienti da
Genova e Venezia stessero in quarantena.

A Venezia si crearono “lazzaretti” in zone isolate.
I medici

Le conoscenze scientifiche non permisero
ai medici di trovare un rimedio per poterla
curare fino al XIX secolo.

Nel 1350 il collegio dei medici di Parigi,
pubblicò un testo che affermava che la
peste non era una malattia contagiosa,
ma era causata dalle condizioni
ambientali (caldo e umido)

Si ricorse anche all’astrologia: quando i
pianeti si allineavano avvenivano delle
catastrofi sulla parte bassa della terra

Il libro dei francesi dichiarava anche che
la peste proveniva dall’aria alterata

I medici usavano allora profumi ed erbe
per non infettarsi ma c’erano sempre
meno persone che volevano fare il medico
Una testimonianza

Il mercante e scrittore Giovanni Morelli così la descriveva:
“Negli anni di Cristo 1348 fu nella città di Firenze una
grande mortalità di persone umane le quali morivano di
male pestilenziale (…) E venne la cosa a tanto, che molti ne
morivano pella via e su pelle panche, come abbandonati,
senza aiuto o conforto di persona (…). Ora, come voi avete
in parte veduto e potuto comprendere, la moria fu
inistimabile, e dicesi, e così fu di certo, che nella nostra
città morirono i due terzi delle persone; ché era istimato
che in Firenze avesse in quel tempo 120 mila anime, che ne
morirono, cioè de’ corpi, ottantamila. Pensate se fu
fracasso!”. (In realtà ne morirono 45 mila)
I flagellanti

Erano gruppi di penitenti che
giravano per le città
autoflagellandosi con fruste
aventi punte metalliche

Dicevano che per 33 giorni
dovevano eseguire questa
pratica, giorni che
corrispondevano agli anni
vissuti da Cristo

La Chiesa cattolica autorizzò
disperdere queste
manifestazioni con la forza,
accusandoli di eresia
Altre reazioni


C’era invece chi, sentendo
la morte vicina e vedendo
che colpiva indistintamente
ricchi e poveri, buoni e
cattivi, si dava ad una vita
sfrenata e viziosa
In alcune città invece si
incolparono della peste gli
ebrei, che in genere
provenivano da altri luoghi
e viaggiavano spesso come
mercanti, e li si uccideva in
pubbliche esecuzioni nelle
piazze
La peste nell’arte e in letteratura

Un tale flagello ebbe per forza un grosso impatto
sulle arti

Boccaccio costruisce la sua cornice al Decameron
proprio sulla peste del 1348

L’idea della morte terribile per peste ha colpito
molti pittori che cominciarono a raffigurare la
morte nei loro dipinti, con i simboli che più
spesso la identificano

Teschi, scheletri, mostri alati ecc., ma non
mancano anche le realistiche rappresentazioni
della sua sintomatologia: i bubboni
La letteratura
La Laura di Petrarca muore
nel 1348 di peste e il poeta
scrisse i Psalmi penitentiales,
che sono delle preghiere di
penitenza
Tucidide fu il primo a
descrivere la peste nelle sue
opere, parlando della
epidemia sviluppatasi ad
Atene
Nell’ultimo libro del “De
rerum natura”, il poeta latino
Lucrezio parlò anche lui
della peste di Atene
Boccaccio, nel suo
Decameron, dice che la
peste cancella i freni morali e
abbatte ogni ordine sociale e
civile
Virgilio narra della peste del
Norico (Austria) e si
sofferma sulle sofferenze
degli uomini e sul mistero
della morte ingiusta
ne i “Promessi Sposi”,
Manzoni parla dello
spaventoso evento che ha
sconvolto Milano e che ha
colpito anche i protagonisti
del suo romanzo
I santi protettori
San Antonio Abate
San Sebastiano
Protettore dalla peste in
quanto ferito da molte frecce
non morì ma venne curato. Le
ferite ricordavano i bubboni
pestilenziali
San Rocco
Venne colpito dalla peste
ma ne guarì, viene
raffigurato sempre col
suo bubbone in evidenza
Era un eremita che
viveva nel deserto. Viene
raffigurato spesso con
un maialino, che forse
indica il demonio
piegato e vinto. Non è
chiaro il rapporto tra S.
Antonio Abate e la peste,
ma anche lui viene
invocato.
Cosa succede ai sopravissuti?

Grazie agli anticorpi risultavano immuni

Molti si arricchirono perché poterono
occupare le terre migliori lasciate libere
dai morti

Avevano più risorse a disposizione

Riuscirono a investire nel loro lavoro e a
sperimentare nuove coltivazioni e nuove
tecniche
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