SALUTE RIPRODUTTIVA, CULTURA E IMMIGRAZIONE Le principali variabili correlate alla vulnerabilità di salute della donna non italiana sono: Cultura/paese d’origine Durata dell’esperienza migratoria Caratteristiche del paese di accoglienza Particolare congiuntura economica corrispondente al periodo di integrazione Dimensione della comunità immigrata d’appartenenza Queste variabili influenzano i comportamenti della donna e del suo nucleo familiare, il livello di apertura e integrazione nella società di accoglienza e l’attaccamento alle tradizioni. Le più importanti cause di vulnerabilità della donna immigrata non italiana sono: Stato sociale ed economico Tipo di immigrazione Lingua Grado di accessibilità e fruibilità dei servizi sanitari Condizioni abitative Stigma ed emarginazione In particolare, la difficoltà di accesso ai servizi sociosanitari è legata a: Carenza di informazioni e collegamenti con strutture sanitarie Difficoltà di rapporto con operatori degli sportelli (CUP) e dei sanitari Difficoltà burocratiche Mancanza di reti tra SSN e associazioni (volontariato, immigrati) Carenza di personale socio-sanitario multilinguistico (barriere linguistiche) Insufficienza di mediatori culturali (barriere culturali) Non corretta comunicazione Rispetto al tema della contraccezione e dell’aborto l’orientamento della religione di appartenenza è particolarmente significativo per valutare l’atteggiamento delle donne. Ecco una rapida rassegna delle opinioni delle vari culti: Chiesa cattolica La Chiesa di Roma non approva i metodi contraccettivi così come l’aborto. Gli unici sistemi riconosciuti dalle autorità vaticane sono quelli naturali (come l’Ogino Knaus o il Billings). Chiese Protestanti Storicamente il mondo protestante è considerato più progressista e liberale nelle tematiche sessuali. Tra i vari gruppi e sette, i valdesi sono fra coloro che più si sono schierati a favore della contraccezione, tanto da intitolare una loro campagna del 2007 “Un pozzo per l’acqua, un profilattico contro l’AIDS, un sorriso per la vita”. Sono contrarie all’aborto. Chiesa Ortodossa All’interno del cristianesimo gli ortodossi sono gli unici che riconoscono la piena libertà di coscienza sessuale. Il patriarcato di Costantinopoli non ha mai condannato l’utilizzo di metodi contraccettivi, ogni singolo fedele è libero di prendere le sue scelte e decisioni. È contraria all’aborto. Islam L’atteggiamento è contraddittorio: non c’è un esplicito invito all’utilizzo di metodi contraccettivi. A differenza del cattolicesimo, secondo i musulmani il sesso non ha uno scopo meramente procreativo ma anche il piacere ha la sua importanza. L’islam è contrario all’aborto. Ebraismo Per gli ebrei la contraccezione non deve essere incoraggiata. L’unica eccezione è quando ha la funzione preservare la salute delle donne spostate. In tal caso, i metodi contraccettivi sono tollerati da parte delle istituzioni religiose. L’ebraismo è contrario all’aborto. Induismo In India la gigantesca crescita demografica è una vera emergenza. Per questo l’induismo, che in questo stato rappresenta la principale fede religiosa, incoraggia il ricorso alla contraccezione per evitare il più possibile gravidanze indesiderate. Buddismo I buddisti non vietano ai loro fedeli l’utilizzo di sistemi contraccettivi a patto che non comportino atti di crudeltà nei confronti di altri esseri viventi. Sono contrari all’aborto. Testimoni di Geova Nessun divieto e nessuna condanna per la contraccezione per i seguaci della dottrina fondata da Charles Taze Russell. Sono contrari all’aborto.