La ricerca dell’Osservatorio giornalistico internazionale Nathan il Saggio e le osservazioni della dott.ssa Graziottin Condotta su un campione di adolescenti tra i 12 e i 19 anni, l’indagine ha evidenziato che il 30.3% degli intervistati ha già avuto rapporti sessuali. Di questi, la metà sotto i 16 anni. L’11,7% addirittura tra gli 11 e i 13 anni. Questo drastico abbassamento dell’età della “prima volta” si associa a un alto livello di ignoranza presente nei riguardi della contraccezione e dei numerosi comportamenti sessuali a rischio. Gli stessi che hanno fatto si che l’Italia si sia posizionata al 22° posto nella classifica mondiale per la qualita’ nel rapporto sesso-educazione stilata durante la Giornata Mondiale della contraccezione svoltasi a Londra il 26 settembre scorso. Allarmante l’atteggiamento dei giovani del Bel Paese rispetto al tema. L’educazione sessuale è considerata dal 50% dei soggetti intervistati una perdita di tempo e solo il 30% ritiene che, in caso di gravidanza inattesa, la responsabilità sia di entrambi. Una delle cause che indurrebbero i ragazzi a sottovalutare i rischi del sesso sarebbe la televisione: una media di tre ore giornaliere trascorse davanti al piccolo schermo risulta sufficiente a far percepire meno rischioso il sesso senza contraccettivi (Rand Corporation). Secondo i risultati del Family planning Worldwide 2008, inoltre, l’Italia è ultima, tra i paesi sviluppati, nella Top Ten dell’uso dei contraccettivi non naturali: solo il 39,20 % dei suoi giovani ne fa utilizzo (contro, ad esempio, l’85,90% della Cina). Parlando di contraccezione esclusivamente al maschile, in Italia, anche se non si può ancora parlare di responsabilità, la tendenza sembra comunque andare nella direzione di una maggiore consapevolezza: la contraccezione secondo il 63,95% dei giovani italiani è una scelta da condividere con la partner (sanihelp.it) Il metodo più utilizzato dai ragazzi del nostro Paese rimane il preservativo, mentre strumenti più radicali come la vasectomia vengono maggiormente utilizzati in altre parti del mondo, dall’Australia agli Usa. C’è invece una maggiore apertura mentale nei confronti del cosiddetto “pillolo” nel momento in cui sarà disponibile sul mercato. Ancor più allarmanti i dati presentati dalla prof.ssa Alessandra Graziottin. “Da una ricerca condotta su un campione di 1000 uomini, divisi per fasce d’età, emerge che conoscono molto meglio la pillola del giorno dopo (91%) rispetto ai contraccettivi: solo il 22% di questo campione fa uso del profilattico almeno qualche volta, il 39% conosce i contraccettivi ormonali e il 36% l’ultimo ritrovato in questo campo, ovvero il “cerotto contraccettivo”. La prima volta di cui ha parlato di contraccezione solo il 5% lo ha fatto con la partner. Ancora più bassa è l’incidenza del dialogo sul tema in famiglia: il 4% ne ha parlato con il padre, il 3% con la madre. Dal che si evince che la comunicazione in merito ai contraccettivi risulta essere più efficace se fatta da giovane (più consapevole) a giovane, da maschio a maschio o da femmina a femmina. Altre ricerche sottolineano ulteriori motivi di preoccupazione sul fronte delle malattie sessualmente trasmesse specialmente nei giovani: è emergenza per quanto concerne la Chlamydia che ha le più alte percentuali di diffusione a tra i 15 e i 25 anni rispetto a tutte le altre fasce d’età. Questa malattia che si trasmette sessualmente è la causa principale di sterilità per occlusione delle tube. Altro germe in crescita nelle fasce più giovani è il Papilloma virus che in entrambi i sessi causa condilomi, quindi verrucche veneree, e può provocare tumori all’ano e alla mucosa della bocca, nelle donne può causare lesioni precancerose, ma anche cancro al collo dell’utero o altri carcinomi genitali. Altro dato allarmante è che dal 1997 al 2007 la percentuale degli eterosessuali affetti dal virus Hiv è aumentata del 20%. Da sottolineare il fatto che per lo più lo scoprono solo quando la malattia è conclamata, il che significa che ci sono persone che rimangono infettate per anni, e per anni diffondono il virus. In riduzione, invece, del 50%, il virus dell’Hiv tra omosessuali e tossicodipendenti. Da segnalare che ha fatto la sua ricomparsa anche la sifilide. Ultimo dato importante è che la capacità di autoprotezione si riduce nettamente sotto l’effetto di alcool e droghe e questo crea maggiore vulnerabilità sotto questo aspetto il venerdì e il sabato quando, secondo il dati fornitici dall’istituto Negri, il consumo di queste sostanze aumenta notevolmente nella nostra città. La ricerca condotta dall’Osservatorio giornalistico internazionale Nathan il Saggio, ha messo in luce anche le campagne promozionali più originali messe in atto in tema di prevenzione, dai condom distribuiti in Australia mediante contenitori appesi agli alberi, nuovi luoghi di “ritrovo” dei giovani autoctoni, al concorso a premi per chi usa i preservativi in Indonesia, a una suoneria che ricorda di utilizzarli in India, sino al condom marchiato NYC distribuito gratuitamente nei metro della grande Mela.