Diapositiva 1 - Docenti.unina

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MIELE
Le api domestiche o mellifiche appartengono alla
specie Apis mellifera, insetti sociali dell’ordine
degli imenotteri, famiglia degli apidi.
Il corpo dell’ape è costituito da un esoscheletro chitinoso la
cui rigidità lo fa apparire come scheletro esterno, esso si
suddivide in tre segmenti:
Capo: capsula globosa subpiramidale su
cui sono situati numerosi organi: 2 occhi, 2
antenne, bocca – ligula e ghiandola
ipofaringea.
Torace: è costituito da 3 segmenti dove si
articolano 3 paia di zampe, due paia di ali
membranose.
Addome: è costituito da sei segmenti
chitinosi visibili, ghiandole
pungiglione , vescichetta melaria.
ceripare,
La feconda
viene alimentata
con sola pappa reale e
si sviluppa in celle dette:
cupolini reali
Le sterili
alimentate per i primi tre giorni di vita con
pappa reale e successivamente con un impasto
di miele e polline si sviluppano in celle
piccole
Non è la regina
che decide se far
nascere femmine
o maschi, ma le
operaie le quali
in base alle
dimensioni delle
celle che
costruiscono,
determinano il
sesso degli
individui che vi
verranno
allevati.
Aploidi
I fuchi vengono alimentati come le
operaie ma si sviluppano in celle
più grandi
Nella società delle api , non esiste il singolo
individuo, ma è la società stessa che raggiunge un
grado di organizzazione talmente perfetta da essere
considerata come un vero e proprio organismo
Quando è nel pieno della sua attività , un alveare comprende:
 1 regina
 300 fuchi
 25000 api (Bottinatrici)
 2500 api interne (Casalinghe)
 9000 larve che devono essere nutrite
 20000larve nella fase della “pupa”(non vanno nutrite )
 6000 uova sistemate sul fondo delle celle .
L’ape nutrice
Ha le ghiandole che servono alla preparazione della pappa
reale che distribuisce alle piccole larve
L’ape bottinatrice
Ha il compito di succhiare il nettare e trasformarlo in miele.
L’ape architetta
Ha ghiandole ceripare particolarmente sviluppate, per secernere la cera ha
bisogno di un’elevata temperatura e una forte raccolta di nettare. Le api
architette si aggrappano l’una all’altra formando delle catene che pendono
dall’alveare, la cera verrà modellata con le zampe e le mandibole.
L’ape ventilatrice
Il compito dell’ape ventilatrice è di tenere una costante temperatura
all’interno dell’alveare : lo fa sbattendo le ali per togliere l’umidità e ristabilire
la temperatura abituale. La ventilazione è indispensabile per far evaporare
l’umidità in eccesso contenuta nel nettare e contribuisce a trasformarlo in
miele.
L’ape
L'ape regina vive al massimo 5 anni, può deporre più di duemila uova al
regina
giorno, viene fecondata una sola volta in tutta la sua esistenza, durante il
famoso volo nuziale.
Il fuco
Il fuco raggiunge la maturità sessuale tra l’ ottavo e il quattordicesimo
giorno di vita per poi accoppiarsi con la regina. L’unico compito svolto
all’interno dell’alveare è quello di produrre calore.
Ha la ligula nettarifera troppo corta e deve essere alimentato dalle api
operaie per tutta la vita.
Alla fine dell’estate viene allontanato dall’alveare e muore in breve tempo
perché non riesce a procurarsi il cibo.
L’arnia è l’alloggio dove vivono le api.
Oggi l’arnia più usata in Italia è quella tipo Langstroth
che è così strutturata:
TETTO: Piano o spiovente ricoperto in
lamiera
COPRIFAVO o soffitto
MELARIO: è una cassa delle stesse
dimensioni del nido ma alto la metà (154
mm) e anch’esso provvisto delle stesse
scanalature del nido.
NIDO: è una cassa quadrangolare
misurante all’interno 450 x 450 mm ed
alta 308 mm, provvisto di apposite
scanalature per il posizionamento dei
telaini.
La partenza definitiva da una colonia di una regina seguita
da una parte delle operaie, rappresenta l’opportunità
per le api di diffondere la propria specie.
I fattori che influenzano la sciamatura sono
l’età della regina
lo spazio disponibile
lo stato di salute
l’abbondanza di raccolta
l’andamento climatico
la posizione dell’arnia
l’insolazione
I prodotti dell’alveare sono: pollini, propoli, miele, pappa reale e cera.
la trasformazione : nettare - miele
Subito dopo la suzione del nettare, durante il viaggio di ritorno, all’interno
della borsa melaria inizia la trasformazione in miele mediante l’aggiunta di
enzimi, quali: diastasi, invertasi e glucosidasi, da parte dell’apparato
digerente delle api.
Le bottinatrici appena rientrate nell’alveare
rigurgitano il contenuto della loro borsa melaria
alle api di casa che provvedono a manipolarlo, vi
aggiungono ulteriori enzimi e dopo diversi
passaggi lo sistemano nelle celle dove subisce una
concentrazione.
Favo da miele
Telaio da melario con miele
opercolato
l'estrazione del miele dai telaini.
Le operazioni da effettuare:
l'asportazione dei melari dai nidi
trasporto nel laboratorio di
smelatura
disopercolazione
centrifugazione
decantazione (10/15 giorni)
invasettamento
La
denominazione
di
vendita
La
nominale
quantità
netta
o
Il nome o la ragione sociale o
il marchio depositato e la sede del
produttore o confezionatore o
venditore
La
identificazione
produzione.
dicitura
del
lotto
di
di
L’indicazione del termine
preferenziale di consumo (data di
scadenza)
Paese d'origine
La sede dello stabilimento di
produzione o di confezionamento
Il concetto di qualità ha subito negli anni una
profonda evoluzione. Il consumatore oggi chiede,
oltre i tipici parametri quali pezzatura, dimensione,
altri parametri quali salubrità, requisiti
nutrizionali, gusto e aroma.
Gli aspetti qualitativi sono:
•qualità merceologica (caratteristiche commerciali, aspetto
esteriore e confezionamento)
• qualità di origine (zona di origine tipica o nota per le
caratteristiche di produzione o di prodotto)
•qualità nutrizionale (caratteristiche nutrizionali, contenuto in
nutrienti, composizione ed ingredienti)
•qualità organolettica (“bontà” e aspetti gustativi tipici)
•qualità igienico-sanitaria
•qualità ambientale (garanzia o certificazione di metodi di
produzione senza sfruttamento di manodopera).
L’analisi di un alimento ha come finalità quella di raccogliere
informazioni sul prodotto; le analisi servono alla tutela sanitaria e
commerciale del consumatore.
Nel caso del miele disponiamo di 4 grandi categorie di sistemi analitici:
1)Fisico-chimiche:umidità, saccarosio, fruttosio, glucosio ecc.
2)Residui: antibiotici quali: Tetracicline e Sulfatiazolo (residui dei
trattamenti per le malattie dell’ape)
3)Melissopalinologiche, per l’accertamento dell’origine botanica
tramite i pollini specifici di ogni pianta.
4)Nutraceutiche, componenti solo da poco indagati in Italia, come
Flavonoidi e acidi fenolici, sostanze con una potente attività
antiproliferativa.
La presenza di tali composti mette in rilievo il ruolo che il miele ha
nell’alimentazione come fonte di antiossidanti naturali, responsabili
della protezione della salute umana.
RAPPORTO DI PROVA
Di seguito viene riportato un rapporto di prova su di un campione di miele
di mia produzione.
Dai risultati si evince:
•una assenza di residui di farmaci potenzialmente tossici per l’uomo
•una bassa percentuale di umidità
•ma soprattutto la presenza di nutraceutici (sostanze positivamente attive)
In sintesi:
L’obiettivo del
presente lavoro è quello di valorizzare il
miele prodotto in Italia mettendone in risalto la qualità sotto tutti i
punti di vista.
Centro Ricerche Miele
Dipartimento di Biologia, Università di Roma “Tor Vergata”
Via della Ricerca Scientifica 1, 00133 Roma
Tel. 0672594344, fax 062023500
Spett. Sig. CALZONE
RAPPORTO DI PROVA
RAPPORTO DI PROVA N° 62/07
Identificazione del campione
Miele (Prot.2293/07; 207/LB)
Origine botanica dichiarata
Miele
Data ricezione campione
02 ottobre 2007
Data prova
10 ottobre 2007
Data emissione del rapporto di prova
12 ottobre 2007
Direttore Centro Ricerche Miele
Prof. Antonella Canini
Prova
Risultato di prova
U. M.
Metodo di prova
Limite di
Limite minimo
rilevabilità
Tetracicline
assente
-
HPLC-MS
>0.1 ppb
Assente
Sulfatiazolo
assente
-
HPLC-MS
>0.1 ppb
Assente
Nutraceutici
Flavonoidi:
13,5
mg
Spettrofotometrico
QE/100g;
Acidi
Fenolici
totali:
33,85 mg GAE/100g
Umidità
16,5%
g/100g
Rifrattometrico
ANALISI MELISSOPALINOLOGICA
 Tipo pollinico dominante: Hedysarum coronarium (Sulla)
 Tipi pollinici di accompagnamento: Onobrychis
 Tipi pollinici isolati importanti: nessuno
 Tipi pollini rari: Echium, Borago, Cerinthe, Trifolium repens gr., Umbelliferae, Rosaceae,
 Tipi pollinici non nettariferi: Salix, Olea,
Giudizio finale: origine botanica verificata miele uniflorale di SULLA
•70000 apicoltori in Italia (1% professionisti);
•100000 q di miele prodotto in Italia che costituiscono l’1%
della produzione mondiale e il 15% della produzione Europea;
L’Italia importa 125 quintali di miele ( Argentina per il 53% ,
Est Europa per il 30 %, Germania per il 7%, Cina per il 3%) per
complessivi 30 miliardi di Lire.
Il consumo di miele ( diretto e indiretto ) si attesta sui 500 gr
pro capite ed è sempre in crescita.
Situazione in Campania
2001
alveari
Avellino
8.000
Benevento
29.000
Caserta
7.500
Napoli
9.000
Salerno
17.000
Totale
70.500
tab. 1(dati forniti dalla Regione Campania.)
2002
alveari
8.000
10.000
4.500
9.000
11.000
42.500
L.12/10/1982 n°753
Art.1
Ai sensi della presente legge per miele si intende il
prodotto alimentare che le api domestiche producono
dal nettare dei fiori o dalle secrezioni provenienti da
parti vive di piante o che si trovano sulle stesse, che
esse bottinano,trasformano, combinano con sostanze
specifiche proprie, immagazzinano e lasciano
maturare nei favi dell’alveare.
Allegato I punto 1
Il miele è la sostanza dolce naturale che le api(Apis mellifera)
producono dal nettare (da linfa vegetale) di pianta o dalle
secrezioni provenienti da parti vive di piante o dalle sostanze
secrete da insetti succhiatori (melata = da linfa vegetale e
insetti succhiatori) che si trovano su parti vive di piante che
esse bottinano,trasformano combinandole con sostanze
specifiche prorpie,depositano,disidratano,immagazzinano e
lasciano maturare nei favi dell’alveare.
D.L.vo 21.5.04 n. 179
 Il D.L.vo 21.5.04 n. 179, pubblicato nella G.U. n. 168
del 20 luglio 2004 ha dato attuazione alla Dir.
2001/110/CE, concernente la produzione e
commercializzazione del miele, prevedendo
l'abrogazione della precedente normativa nazionale
costituita dalla L. 12.10.82 n. 753 e successive
modifiche ed integrazioni.
Vari tipi di miele uniflorale:
TIPO
STATO
FISICO
COLORE
ODORE
SAPORE
Da bianco acqua a
giallo paglierino
chiaro
Tenue floreale
Vellutato, di confetto,
delicato, fine
Caratteristico e
delicato, lievemente
acidulo
Forte, persistente, un
po' tannico, retrogusto
amaro
ACACIA
Liquido
trasparente
AGRUMI
Cristallizzato a
granulazione
variabile
Bianco traslucido
Caratteristico del fiore
di origine, fresco,
penetrante
CASTAGNO
Liquido più o
meno
trasparente
Da ambra ad ambra
scuro con tonalità
rossastra
Molto intenso, floreale
balsamico
caratteristico
CORBEZZO
LO
Liquido o
cristallizzato a
granulazione fine,
cremoso
Ambra più o meno
scuro con sfumature
grigio verdastre
Abbastanza forte,
fresco,
caratteristico di
vegetale
Intensamente amaro,
persistente, fresco
ERICA
Cristallizzato a
granulazione medio
fine, per lo più denso
Ambra aranciato più o
meno intenso
Floreale intenso
caratteristico,
fresco
Forte floreale che
ricorda l'anice,
persistente
EUCALIPTO
Cristallizzato fine,
compatto, adesivo
Da ambra chiaro ad
ambra con tonalità
grigio-verdastre
Forte, caratteristico,
pungente, intenso
dei fiori
Maltato, di cotto,
aromatico persistente
(effetto "mou")
FRUTTIFER
I (Prunus,
Pirus,
Malus)
Cristallizzato a
granulazione fine,
pastoso, fondente
Ambra chiaro
grigiastro o rossiccio
Forte dei fiori di
mandorle amare
Fresco, intenso,
leggermente amaro,
caratteristico
GIRASOLE
Cristallizzato a
granulazione medio
fine, compatto
Giallo dorato più o
meno intenso, vivace
Leggero di vegetale
che ricorda il
polline fresco
Neutro, asciutto,
caratteristico aroma
di polline
LAVANDA
Cristallizzato
finissimo pastoso
Ambra più o meno
chiaro con riflessi
giallognoli
Intenso aromatico,
fresco
Caratteristico, fine,
aromatico,
leggermente vegetale
MIELI UNIFLORALI
ACACIA
CASTAGNO
AGRUMI
TIGLIO
Miele di Melata
 Alcuni insetti appartenenti al genere
degli insetti succhiatori
(Hemiptera)fungono da intermediari
fra le piante e le api.
 Sono dotati di robusto apparato
buccale tramite il quale succhiano la
linfa presente sulle piante. Nel loro
organismo vengono filtrate le
sostanze azotate di cui si nutrono ed
eliminati gli zuccheri sotto forma di
goccioline di melata.
Composizione della melata
 Si presenta di colore scuro sapore particolare, aspro,
sgradevole al palato.
 Presenta una maggiore quantità di sostanze azotate,
forte percentuale di trisaccaridi una maggiore attività
enzimatica e un tasso più alto di sali minerali.
 Inoltre la presenza di destrina rende il miele piuttosto
fluido in quanto impedisce la cristallizzazione
Miele Di Melata
COMPOSIZIONE
• Il miele è un composto
zuccherino prodotto
per via enzimatica.
• Gli zuccheri
rappresentano l 80 %
di questa sostanza,
mentre l’H2O soltanto il
20%.
COMPOSIZIONE
H2O
 La quantità è legata a diversi fattori : origine
botanica, condizioni atmosferiche, stagione di
produzione.
 Contenuto ottimale : 17%
 18% : fenomeni fermentativi per lieviti
 o separazione in fasi.
 15% viscosità elevata cristallizzazione troppo
spinta poco apprezzata dal consumatore
GLI ZUCCHERI
 Monosaccaridi : GLUCOSIO
FRUTTOSIO
 Disaccaridi
: SACCAROSIO
DESTRINA
MALTOSIO
TURANOSIO
 Trisaccaridi
: PANOSIO
ERLOSIO
I più importanti e presenti
ALTRE SOSTANZE CONTENUTE NEL
MIELE:
 PROTIDI di provenienza pollinica
 MINERALI: Cl, Ca, P, Fe, Cu.
 ACIDI ORGANICI : Citrico, Formico , Acetico, Lattico
COMPOSIZIONE
 ACIDI INORGANICI :
Cloridrico
Fosforico
 ENZIMI : diastasi o amilasi(idrolizza gli amidi con
formazione di glucosio) e glucosiossidasi ( trasforma il
gluc. in ac.gluconico) invertasi o saccarasi(idrolizza il
saccarosio in glucosio e fruttosio)
 VITAMINE : B1, B2 ,PP, Ac. Nicotinico
•Attività probiotica: zuccheri, acidi organici (ac. Salicilico).
•Attività antinfettiva intestinale:presenza di principi di tipo
antibiotico attivi contro streptococchi,stafilococchi,enterobatteri
•Attività antinfettiva locale:attivo, con meccanismi sconosciuti,
su piaghe ed ulcere sia come antinfettivo sia come stimolante la
cicatrizzazione. Attivo contro la carie dentaria (determinata da
batteri).
Proprietà farmaco-terapeutiche tradizionalmente
attribuite ad alcuni mieli monoflora
MIELE
MONOFLORA
PROPRIETA’
FARMACOTERAPEUTICHE
MIELE
MONOFLORA
PROPRIETA’
FARMACOTERAPEUTICHE
Abete
•Antisettico generale
•Antinfiammatorio vie
respiratorie
•Diuretico
Eucalipto
•Antisettico generale
•Antisettico app. respir.
•Antisettico app.urinar.
Girasole
Antipiretico
Grano Saraceno
Antianemico
Lavanda
Antisettico gen
Antinfiammatorio
Antispastico
Rosmarino
Colagogo-Coleretico
Timo
Antisettico generale
Trifoglio
Dinamogenico
Tigllio
AntispaspodicoNeurosedativo
Acacia
Regolatore intestinale
Arancia
Antispasmodiconeurosedativo
Biancospino
Antispasmodiconeurosedativo
Castagno
Regolatore circolazione
sanguigna
Erica
•Antisettico generale
•Antisettico app.
urinario e diuretico
•Antianemico
Mieli Tossici
• La specie botanica su cui l’ape ha bottinato può contenere
sostanze tossiche
• Azalea
• Rododendro pontico
• Aconito
• Giusquiamo
• Colchico
• Coca (!)
Prerequisiti del piano HACCP:
Idoneità dei locali e delle attrezzature;
Potabilità dell’acqua;
Lotta agli animali indesiderabili;
Formazione del personale;
Stesura delle buone pratiche di produzione;
Procedure di sanificazione;
Taratura periodica degli strumenti di misurazione
(bilancia,termometri ecc.);
 Sistema scritto in base al quale sia possibile rintracciare il
prodotto già venduto;
 Indicazione scritta della destinazione del prodotto risultato non
regolare ai controlli;
 Capitolato di fornitura delle confezioni (vasetti,contenitori ecc.);







Si distinguono un’area A,
B, C e D
Locali ed attrezzi per la lavorazione del miele: a)Locale per la smielatura; b)Locale
per il confezionamento ed immagazzinamento; c)Servizi igienici;
d)Antilatrina; 1)Mielari; 2)Banco per disopercolare (opercoli di cera usati dall’ape
per tappare gli spazi del favo); 3)Smielatore (sfruttando la forza centrifuga);
4)Maturatori; 5)Latte; 6)Vasetti;
Controllo del programma di sorveglianza sul
sistema HACCP
 Adeguatezza del diagramma di flusso
1.
2.
3.
Pericolo microbiologico;
Pericolo fisico;
Pericolo chimico (derivante dai residui di farmaci e dai contaminanti
ambientali inseriti nel P.N.R: Piano Nazionale Residui);
1.Pericolo microbiologico
•
2.Pericolo di tipo fisico
•
Clostidium botulinum: è termolabile,
•
ovvero le temperature riescono ad
attivarlo; se applico la pastorizzazione •
•
riesco ad eliminarlo ma ci sono le
spore che sono termostabili. La spora •
è resistita alle alte temperature ma a
•
livello intestinale trova un ambiente
ottimale, si riattiva e produce la
tossina. A livello intestinale, nell’infante, •
c’è una situazione di anaerobiosi
maggiore rispetto all’adulto e quindi il
Clostridium sporula maggiormamente.
Terra;
Polvere;
Sabbia;
Parti del corpo delle api;
Anelli e bracciali dell’
apicoltore;
Parti metalliche arrugginite
di attrezzi e utensili;
Legno da parti dell’arnia.
3.Residui di farmaci e contaminanti ambientali inseriti
nel Piano Nazionale Residui:
•Tetracicline;
•Piretroidi;
•Pcb;
•Piombo;
•Cadmio;
•Antiparassitari;
•Organofosforati;
•Coumaphos;
•Cimiazolo;
•Amitraz;
•Chlorvenvinphos;
•Acido ossalico;
•Sulfamidici;
•Cromo;
Pericolo microbiologico
Clostridium botulinum è:
Anaerobio
Tossigeno
sporigeno;
Si riscontra in:
Suolo
nell'ambiente acquatico
nell'intestino;
•Provoca svariati sintomi: a livello nervoso determinando
nausea, vomito, diarrea, secchezza delle fauci e/o della
congiuntiva, disfagia, midriasi, ptosi palpebrale, visione
offuscata, ritenzione urinaria, riduzione dei riflessi
profondi, in assenza di febbre; subentra ileo paralitico e
paralisi respiratoria. Porta alla morte.
La legislazione sull’etichettatura del miele prevede due
tipi di indicazioni:
•Indicazioni obbligatorie;
•Indicazioni facoltative;
INDICAZIONI OBBLIGATORIE
Denominazione di vendita;
Quantità netta;
Il nome o la ragione sociale e la sede del produttore o
del confezionatore o di un venditore stabilito nelle CE;
La dicitura di identificazione del numero di lotto;
Indicazione d’origine(solo per miele extracomunitario);
Risulta inoltre obbligatorio indicare se il miele ha subito
particolari processi di produzione:
Miele per pasticceria;
Miele per l’industria;
Miele in favo o con pezzi di favo.
DENOMINAZIONE di VENDITA
Generica
- Miele
Specifiche per l’origine
- Miele di melata
- Miele di nettare
Sigillo di garanzia
Ogni confezione di miele deve prevedere un sigillo di
garanzia che dia garanzia al consumatore che la
confezione non sia stata in alcun modo manomessa.
Il “sigillo” può essere rappresentato da una fascetta
adesiva che unisca il coperchio al resto della
confezione.
A seconda del metodo di estrazione
L.753/82:
• M. IN FAVO: immagazzinato dalle api negli alveoli
di favi da esse costruiti non contenenti covata e
venduto anche in favi interi con celle opercolate.
• M. CON PEZZI DI FAVO: miele che contiene uno o
più pezzi di favo.
• M. SCOLATO: ottenuto mediante scolatura dei favi
non contenenti covata.
• M. CENTRIFUGATO: ottenuto dalla centrifugazione
dei favi.
• M. TORCHIATO: ottenuto da pressione dei favi con
o senza riscaldamento moderato.
La QUANTITA’ NETTA
 Deve essere espressa in grammi (g) o chilogrammi (kg);
 Deve comparire nello stesso campo visivo della
denominazione di vendita;
Il NUMERO di LOTTO può essere indicato con:
 Con una data recante giorno mese ed anno;
 Con una numerazione individuata dall’apicoltore preceduta
dalla lettera “L”;
Denominazione
Di vendita
Sede dello
stabilimento di
produzione o
di
confezionamen
to
Nome o
Ragione
Sociale
Quantità
netta o
nominale
Paese
d’origine
Dicitura di
identificazio
ne del lotto
di
produzione
INDICAZIONI FACOLTATIVE
 Origine floreale;
 Indicazioni inerenti l’origine geografica;
 Informazioni nutrizionali;
 Anno o data di produzione;
 Termine minimo di conservazione
 Modalità di conservazione
ESAME VISIVO
•Limpidezz
a
•Fluidità
Miele chiaro (in
trasparenza)
Miele scuro (fonte artificiale)
Bisogna stare sempre attenti al materiale con
cui è fatto che va ad influenzare il colore!
ESAME OLFATTIVO
Franchezza eccellente, solo aroma di miele senza gusti
estranei di fumo, favo, vecchio
ESAME GUSTATIVO
T° di degustazione 18-20°
DIFETTI che insorgono all’INTERNO dell’alveare
•Presenza di sostanze estranee;
•Presenza di nettari indesiderati
•Odore e sapore estranei;
•Eccesso di umidità (dovuto allo sbattere delle ali).
DIFETTI che insorgono IN FASE di lavorazione
•Presenza di impurità o di schiuma (bolle d’aria);
•Umidità eccessiva e sapori estranei;
•Trattamenti termici eccessivi (modificandone l’aspetto,
DIFETTI SUCCESSIVI al CONFEZIONAMENTO
-Difetti di cristallizzazione
[Sempre (o quasi) presente
nel miele per effetto degli
Zuccheri, glucosio e
fruttosio]
- Cristallizzazione compatta
- Cristallizzazione grossolana e non
omogenea
- Cristallizzazione incompleta
-Separazione di fasi
- Invecchiamento naturale
- Odore e sapori estranei
- Fermentazione.
E’ un punto critico!
Bolle d’aria
Il glucosio è cristallizzato in glucosio monoidrato
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