ASSESSMENT GENITORI
Approccio multhi-method

Sintomi

Aspetti di personalità

Attaccamento
Sintomi

Classificazione

Diagnosi categoriale vs dimensionale

Strumenti
Categoriale vs dimensionale
o Categoria diagnostica spazio definito da criteri ben precisi
rispetto ai quali il paziente può essere collocato “dentro” o
“fuori”.
o Le categorie :
ovantaggio di essere più facili da concettualizzare e ordinare
oreplicabile nel tempo
osvantaggi (perdita d’informazioni).
Differenze
Classificazione dimensionale
Classificazione descrittiva
Legge i disturbi dal punto di vista
delle interazioni e delle cause che
incatenano alcune dimensioni
separatamente misurabili
Inserisce i disturbi all’interno di una
scala, dove i criteri di
inclusione/esclusione rispondono a
categorie di tipo si/no
(inclusione/esclusione/presenza/assen
za)
Uno sguardo più vario e complesso,
clinicamente più adeguato ma più
discutibile dal punto di vista
concettuale
Un sistema più rapido,
replicabile, comunicabile e
tendenzialmente “laico” dal
punto di vista teorico
Descrittivo vs dimensionale
1. Ateoretica
2. Descrizione
3. Criterio normativo
esterno
1.
2.
Importanza fondamentale teoria
Comprensione
3.
Senso della sofferenza
Importanza
 (sintomo)
 processo (anamnesi)
Esempio: descrittivo vs dimensionale
DSM
Dalla rilevazione di sintomi
oggettivi e si individuano
profili psicopatologici ben
precisi e delimitati (Borderline
è uno specifico disturbo
caratterizzato da precise
caratteristiche)
Diagnosi Strutturale di
Kernberg
La struttura sottostante ai
fenomeni osservabili
individuando aree
psicopatologiche più
ampie (Borderline è un tipo
di organizzazione della
personalità).
DSM-Cenni storici
• 1840: USA, censimento: registrazione della frequenza di una categoria
- "idiozia/follia" • 1880: USA, successivo censimento, distinte categorie di malattia
mentale: mania, melancolia, monomania, paresi, demenza, dipsomania
ed epilessia. Classificazione statistica, relativa alla comparsa del disturbo
nella popolazione, senza dettagliata descrizione del disturbo stesso.
• Primi ’900: APA in collaborazione con l'Accademia di Medicina di
New York: classificazione rivolta principalmente alla diagnosi dei
pazienti ricoverati con gravi disturbi psichiatrici e neurologici.
• 1945-48: Classificazione dell'Esercito Americano per meglio
incorporare le manifestazioni ambulatoriali dei soldati e veterani della II
Guerra Mondiale (es. disturbi acuti, psicofisiologici e di personalità).
• 1952: prima edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi
Mentali (DSM-I).
• DSM-I: glossario di definizioni delle categorie diagnostiche,
primo manuale ufficiale dei disturbi mentali focalizzato sull'utilità
clinica.
•1974-1980: DSM-III: innovazioni metodologiche: criteri
diagnostici espliciti, sistema multiassiale e approccio descrittivo,
neutrale nei confronti delle teorie eziologiche. Costruzione e
validazione dei criteri diagnostici espliciti e dallo sviluppo di
interviste semistrutturate per l’individuazione dei disturbi.
•1994: DSM-IV, differenze significative col DSM-III: uso di un
modello multidimensionale (o assiale) piuttosto che categoriale;
presenta un aumento quantitativo dell’opera.
Cos’è il DSM-IV?
Il DSM-IV è uno dei sistemi di classificazione dei disturbi mentali più
utilizzato a livello sia nazionale che internazionale.
Si propone di creare una nosografia delle malattie mentali, aggiornata
continuamente dall’OMS, che esprima le innovazioni della tradizione e
attualità della cultura psichiatrica.
Si caratterizza per il suo approccio descrittivo alla patologia psichiatrica;
per la descrittività diagnostica e la terminologia ufficiale-obiettiva; per
la chiarezza d’uso e per l’a-teoricità.
Lo scopo:
• fornire un'utile guida alla pratica clinica proponendo un insieme di
criteri diagnostici,
• facilitare il suo impiego da parte di teorici di diverso orientamento;
• migliorare la comunicazione tra i clinici e tra i ricercatori;
• facilitare l’insegnamento della psicopatologia, la raccolta di dati e la
comunicazione di statistiche accurate sulla salute pubblica.
Il DSM-IV si fonda su un metodo multiassiale che consente una
valutazione globale del paziente, a partire da una ampia base empirica.
Un sistema multiassiale comporta la valutazione su diversi assi, ognuno
dei quali si riferisce ad un diverso campo di informazioni che può aiutare
il clinico nel pianificare il trattamento e prevedere l'esito.
Asse I:
Asse II:
Asse III:
Asse IV:
Asse V:
Disturbi Clinici
Altre condizioni oggetto di attenzione clinica;
Disturbi di Personalità
Ritardo Mentale;
Condizioni Mediche Generali;
Problemi Psicosociali ed Ambientali;
Valutazione Globale del Funzionamento.
Definizione di disturbo mentale nel DSMIV
“sindrome o un modello comportamentale o psicologico
clinicamente significativo, che si presenta in un individuo ed è
associato a disagio (es. un sintomo algico), disabilità (es.
compromissione in una o più aree importanti del funzionamento),
aumento significativo del rischio di morte, di dolore o di disabilità, o
a un'importante limitazione della libertà” (APA, 1994).
Inoltre, questa sindrome o quadro non deve essere semplicemente una
risposta attesa o culturalmente sancita ad un particolare evento (es:
morte di una persona amata) ma anzi, qualunque sia la causa, esso
deve essere considerato la manifestazione di una disfunzione
comportamentale, psicologica o biologica dell'individuo.
ASSE I: Disturbi Clinici
e Altre condizioni cliniche
Disturbi Solitamente Diagnosticati per la Prima Volta nell'Infanzia, nella Fanciullezza o
nell'Adolescenza (escluso il Ritardo Mentale, che viene diagnosticato sull'Asse II)
Delirium, Demenza, e Disturbi Amnestici e Altri Disturbi Cognitivi
Disturbi Mentali Dovuti ad una Condizione Medica Generale
Disturbi Correlati a Sostanze
Schizofrenia ed Altri Disturbi Psicotici
Disturbi dell'Umore
Disturbi d'Ansia
Disturbi Somatoformi
Disturbi Fittizi
Disturbi Dissociativi
Disturbi Sessuali e dell'Identità di Genere
Disturbi dell'Alimentazione
Disturbi del Sonno
Disturbi del Controllo degli Impulsi Non Classificati Altrove
Disturbi dell'Adattamento
Altre condizioni che possono essere oggetto di attenzione clinica
ASSE II: Disturbi di Personalità e Ritardo
Mentale
Importanti caratteristiche di personalità maladattive che non raggiungono la
soglia per un Disturbo di Personalità.
Il Disturbo Paranoide di Personalità
Il Disturbo Schizoide di Personalità
Il Disturbo Schizotipico di Personalità
Il Disturbo Antisociale di Personalità
Il Disturbo Borderline di Personalità
Il Disturbo Istrionico di Personalità
Il Disturbo Narcisistico di Personalità
Il Disturbo Evitante di Personalità
Il Disturbo Dipendente di Personalità
Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo di Personalità
Il Disturbo di Personalità Non Altrimenti Specificato
Ritardo mentale
ASSE III: Condizioni Mediche Generali
Alcune malattie infettive o parassitarie
Neoplasie
Malattie endocrine, nutrizionali e metaboliche
Malattie del sistema nervoso
Malattie dell'occhio e annessi
Malattie dell'orecchio e del processo mastoideo
Malattie del sistema circolatorio
Malattie del sistema respiratorio
Malattie del sistema digerente
Malattie della pelle e del tessuto sottocutaneo
Malattie del sistema muscolo-scheletrico e del tessuto connettivo
Malattie del sistema genito-urinario
Gravidanza, parto e puerperio
Alcune condizioni che si manifestano nel periodo perinatale
Malformazioni congenite, deformazioni e anomalie cromosomiche
Sintomi, segni e anomalie croniche e laboratoristiche non classificati altrove
Lesioni, avvelenamenti ed altri difetti di agenti esterni
Cause esterne di morbidità e di mortalità
Fattori influenzanti lo stato di salute e il contatto con i servizi sanitari
ASSE IV: Problemi Psicosociali ed
Ambientali
Problemi con il gruppo di supporto principale
Problemi legati all'ambiente sociale
Problemi di istruzione
Problemi lavorativi
Problemi abitativi
Problemi economici
Problemi di accesso ai servizi sanitari
Problemi legati all'interazione con il sistema legale/criminalità
Altri problemi psicosociali e ambientali
ASSE V: valutazione globale del
funzionamento
Sull'Asse V si riporta il giudizio del clinico sul livello di funzionamento
globale del soggetto. Questo tipo di informazione è utile per pianificare il
trattamento, misurare il suo impatto e predirne l'esito.
• Scala per la Valutazione Globale del Funzionamento (GAF Global
Assessment Functioning): deve essere utilizzata solo per quanto riguarda il
funzionamento psicologico, sociale e lavorativo, escludendo le
menomazioni del funzionamento dovute a limitazioni fisiche o
ambientali
• Valutazione Globale del Funzionamento Relazionale (VGFR)
• Scala del Funzionamento Difensivo
Definizione:
“Meccanismo che media tra i desideri, le necessità, gli affetti e gli impulsi del soggetto da un
lato, e le proibizioni interiorizzate e la realtà esterna dall’altro”
(Perry, Cooper, 1986)
Il concetto di difesa viene esaminato dal punto di vista del conflitto psichico freudiano
Al punto di vista puramente intrapsichico viene affiancato anche quello interpsichico:
alcuni meccanismi difensivi agiscono prevalentemente sull’ambiente e/o sugli altri:
• inducendoli a porsi come sostegno dell’Io per affrontare i bisogni
• connotandosi più come modalità di relazionarsi che come veri e propri processi
intrapischici
Livello difensivo
Definizione generale
Meccanismi di difesa
0
CATTIVA O
MANCATA
REGOLAZIONE
DIFENSIVA
Livello caratterizzato dal fallimento della
regolazione difensiva nel contenere le reazioni
dell’individuo agli agenti stressanti fino a una
significativa rottura con la realtà comunemente
condivisa.
• Diniego Psicotico
• Distorsione Psicotica
• Proiezione Delirante
1
ACTING
Livello caratterizzato da un funzionamento
difensivo che affronta le fonti di stress interne o
esterne per mezzo dell’azione o del ritiro. Le
azioni vengono intraprese senza considerazione
per le conseguenze.
• Acting Out
• Aggressione passiva
• Help-Rejecting
Complaining
(Lamentarsi ma rifiutare
l’aiuto offerto)
• Ritiro nell’apatia
2
DISTORSIONE
MAGGIORE
DELL’IMMAGINE
(Difese
BORDERLINE)
Livello caratterizzato da grossolana distorsione e
attribuzione evidentemente errata dell’immagine
di sé o degli altri per mantenere un senso
coerente del Sé ed evitare la frammentazione.
• Identificazione
proiettiva
• Scissione dell’immagine
del sé o degli altri
3
DINIEGO
Livello caratterizzato dall’esclusione
dalla coscienza di agenti stressanti,
impulsi, idee, affetti o responsabilità
spiacevoli o inaccettabili, con o senza
erronea attribuzione di essi a cause
esterne.
• Diniego
• Proiezione
• Razionalizzazione
(Sebbene non sia una difesa di
diniego, questo livello
comprende anche la
• Fantasia schizoide)
4
DISTORSIONE
MINORE
DELL’IMMAGINE
(Difese
NARCISISTICHE)
Livello caratterizzato da distorsioni
• Idealizzazione
dell’immagine di sé, del proprio corpo o • Onnipotenza
degli altri finalizzate alla regolazione
• Svalutazione
dell’autostima. Le distorsioni non sono
complete e diffuse come nel livello
borderline.
5
INIBIZIONE
MENTALE
(Altre difese
NEVROTICHE)
Livello di funzionamento difensivo che esclude i
conflitti e gli eventi stressanti dalla consapevolezza.
L’espressione sintomatica può essere o non essere
mantenuta. L’affetto/impulso originario o il suo oggetto
possono essere cambiati o alterati.
I livelli di inibizione mentale 6 e 5 sono caratterizzati
da un funzionamento difensivo che esclude
potenzialmente dalla coscienza idee, sentimenti,
ricordi, desideri o paure che rappresentano una
minaccia per l’equilibrio psichico.
• Rimozione
• Dissociazione
• Formazione reattiva
• Spostamento
•NEGAZIONE
6
INIBIZIONE
MENTALE
(Difese
OSSESSIVE)
Livello di funzionamento difensivo che lascia intatta
l’idea e incide sull’affetto ad essa associato. L’affetto
viene neutralizzato o minimizzato senza distorsione
della realtà esterna.
• Annullamento
retroattivo
• Intellettualizzazione
• Isolamento affettivo
7
DIFESE
MATURE
Livello di funzionamento difensivo che consente
capacità di adattamento ottimali nella gestione degli
agenti stressanti. Queste difese generalmente
accentuano la gratificazione e permettono la
consapevolezza dei sentimenti, delle idee e delle loro
conseguenze. Inoltre promuovono un ottimo equilibrio
tra i motivi di conflitto.
• Affiliazione
• Altruismo
• Anticipazione
• Autoaffermazione
• Autosservazione
• Repressione
• Sublimazione
• Umorismo (Humor)
Livello di organizzazione della personalità
Per valutare il livello di organizzazione della
personalità bisogna prendere in esame un
insieme di componenti:

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

Meccanismi di difesa
Relazioni oggettuali interne
Forze e debolezze dell’Io
Funzione riflessiva
Livello di organizzazione della personalità
Questo approccio si differenzia significativamente dall’approccio
basato sul DSM in quanto comporta una comprensione diagnostica della
persona , piuttosto che una classificazione diagnostica, e il suo valore
risiede principalmente nel modo in cui indirizza la successiva
psicoterapia
TRE LIVELLI DI ORGANIZZAZIONE:
Livello nevrotico
Livello borderline
Livello psicotico
STRUMENTI
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
INTERVISTE
STRUCTURAL CLINICAL INTERVIEW FOR DSM-IV
AXIS I DISORDERS (SCID-I, FIRST, SPITZER ET AL.,
2002)
STRUCTURAL CLINICAL INTERVIEW FOR DSM-IV
AXIS II DISORDERS (SCID-II, FIRST, SPITZER ET AL.,
2002)
SCID

Il linguaggio e la copertura diagnostica rendono più
appropriata l’utilizzazione della SCID con soggetti
adulti (18 anni o oltre) ma, con lievi modifiche, lo
strumento può essere usato anche con gli adolescenti.
Chiunque abbia raggiunto i 15 anni può essere in
grado di comprendere il linguaggio della SCID. Alcuni
individui con compromissione cognitiva grave,
agitazione o sintomi psicotici gravi non possono essere
intervistati con la SCID. Ciò può risultare evidente
durante i primi dieci minuti della Rassegna Anamnestica
e in tal caso non è opportuno continuare l’intervista.
La SCID-I è un’intervista semistrutturata per la formulazione delle diagnosi
principali dell’asse I nell’adulto, basata sul DSM-IV, e comprende le
seguenti versioni:
- la SCID-Patient version - SCID-P, per i pazienti ricoverati o per quei
casi in cui la diagnosi differenziale richiede una attenta valutazione della
sintomatologia psicotica;
- la SCID-Outpatient version - SCID-OP, specificamente indicata per la
valutazione di pazienti ambulatoriali o, comunque, per situazioni in cui
sono necessarie soltanto poche domande di screening per la
sintomatologia psicotica;
- la SCID-Nonpatient version - SCID-NP, per la valutazione di soggetti
che si suppone non abbiano una patologia psichiatrica, com’è il caso di
campioni di controllo o di indagini nella popolazione generale.
SCID
La SCID era destinata inizialmente a soddisfare sia i bisogni del ricercatore che
del clinico: ciò richiedeva uno strumento che fosse, da un lato, abbastanza
dettagliato per i ricercatori, e dall’altro, facile da utilizzare anche in un contesto
clinico.
La SCID rappresenta uno strumento efficiente, facile da utilizzare, in grado di
assicurare una diagnosi attendibile ed accurata, particolarmente utile nei casi
complessi. Dovrebbe essere utilizzata da intervistatori con buona esperienza
clinica e che abbiano fatto un adeguato training. Infatti, la maggior parte
dell’intervista è affidata al giudizio del clinico.
La SCID rappresenta, inoltre, un ottimo strumento per la formazione clinica di
studenti di discipline di salute mentale, in grado di aiutarli ad acquisire
familiarità con i criteri del DSM e perfezionando il loro stile d’intervista
clinica.
SCID-I
 sottoposta a revisione si basa sui criteri diagnostici
del DSM-IV
 inizia come intervista libera che consente di avere un’anamnesi
iniziale definita RASSEGNA
si ottiene così un primo inquadramento
diagnostico
 è provvista di domande di screening la cui sequenza ricalca la
struttura del manuale
 finita l’intervista si compila il sommario diagnostico in cui è
specificata la diagnosi
 fornisce una valutazione della gravità del sintomo e stabilisce una
percentuale del tempo in cui è stato presente negli ultimi 5 anni.
SCID-I
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Modulo A: Episodi dell’Umore Episodio Depressivo Maggiore (in
atto/pregresso)
Episodio Maniacale (in atto/pregresso)
Episodio Ipomaniacale (in atto/pregresso)
Disturbo Distimico (solo in atto)
Disturbo dell’Umore dovuto a Condizione Medica
Generale
Disturbo dell’Umore Indotto da Sostanza
Modulo B: Sintomi Psicotici Deliri
Allucinazioni
Comportamento e Eloquio Disorganizzati
Comportamento Catatonico
Sintomi Negativi
SCID-I

Modulo C: Disturbi Psicotici Schizofrenia

Tipo Paranoide

Tipo Catatonico

Tipo Disorganizzato

Tipo Indifferenziato

Tipo Residuale

Disturbo Schizofreniforme

Disturbo Schizoaffettivo

Disturbo Delirante

Disturbo Psicotico Breve

Disturbo Psicotico Dovuto a Condizione Medica

Generale

Disturbo Psicotico Indotto da Sostanza

Disturbo Psicotico Non Altrimenti Specificato

Modulo D: Disturbi dell’Umore Disturbo Bipolare I

Disturbo Bipolare II

Altri Disturbi Bipolari (Disturbo Ciclotimico,

Disturbo Bipolare NAS)

Disturbo Depressivo Maggiore

Disturbo Depressivo Non Altrimenti Specificato
SCID-I

Modulo E: Disturbi da Uso di Sostanza Dipendenza da Alcol

Abuso di Alcol
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Dipendenza da Amfetamina

Abuso di Amfetamina

Dipendenza da Cannabis

Abuso di Cannabis

Dipendenza da Cocaina

Abuso di Cocaina

Dipendenza da Allucinogeni

Abuso di Allucinogeni
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Dipendenza da Oppioidi

Abuso di Oppioidi
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Dipendenza da Fenciclidina

Abuso di Fenciclidina

Dipendenza da Sedativi/Ipnotici/Ansiolitici

Abuso di Sedativi/Ipnotici/Ansiolitici

Dipendenza da più Sostanze

Dipendenza da Altre Sostanze o da Sostanze
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Sconosciute
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Abuso di Altre Sostanze o di Sostanze Sconosciute
SCID-I
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Modulo F: Disturbi d’Ansia Disturbo di Panico Con Agorafobia
Disturbo di Panico Senza Agorafobia
Agorafobia Senza Anamnesi di Disturbo di Panico
Fobia Sociale
Fobia Specifica
Disturbo Ossessivo-Compulsivo
Disturbo Post-Traumatico da Stress
Disturbo d’Ansia Generalizzato (solo in atto)
Disturbo d’Ansia Dovuto a Condizione Medica
Generale
Disturbo d’Ansia Indotto da Sostanza
Disturbo d’Ansia Non Altrimenti Specificato
SCID-I
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Modulo G: Disturbi Somatoformi Disturbo di Somatizzazione (solo in atto)
Disturbo Somatoforme Indifferenziato (solo in
atto)
Disturbo Algico (solo in atto)
Ipocondria (solo in atto)
Disturbo di Dismorfismo Corporeo
Modulo H: Disturbi dell’Alimentazione Anoressia Nervosa
Bulimia Nervosa
Disturbo da Abbuffata Alimentare (categoria in
Appendice)
Modulo I: Disturbi dell’Adattamento Disturbo dell’Adattamento (solo in atto)
Modulo J: Modulo Opzionale Disturbo da Stress Acuto
Disturbo Depressivo Minore
Disturbo Misto Ansioso-Depressivo (categoria in
Appendice)
Dettagli Sintomatici degli Episodi Pregressi
Depressivi Maggiori/Maniacali
SCID II
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EVITANTE inibizione sociale inadeguatezza e eccessiva sensibilità a giudizi negativi
DIPENDENTE bisogno assistenza sottomesso timori separazione
OSSESSIVO-COMPULSIVO ordine perfezionismo controllo
PASSIVO-AGGRESSIVO atteggiamento negativista e resistenza passiva
DEPRESSIVO pensieri comportamenti avvilimento tristezza
PARANOIDE diffidenza sospettosità
SCHIZOTIPICO disagio relazioni distorsioni cognitive percettive eccentricità
SCHIZOIDE distacco relaz sociali gamma ristretta espressioni emotive
ISTRIONICO emotività eccesiva ricerca attenzione
NARCISISTICO grandiosità necessità ammirazione no empatia
BORDERLINE instabilità relazioni immagine sé impulsività….
ANTISOCIALE condotta prima 15 anni no colpa
NAS
MILLON CLINICAL MULTIAXIAL INVENTORY-III
(MCMI-III)
Theodore Millon (1997, 2006)
Questionario self-report a 175 item dicotomico, vero-falso, basato
sulle categorie diagnostiche del DSM, applicabile dai 18 anni in su a
soggetti con licenza media inferiore o più.
Origina 28 scale:
14 pattern di personalità (11 stili di personalità; 3 patologie gravi);
10 sindromi cliniche (7 medie; 3 gravi);
4 validità.
Base teorica: sociobiologia, in cui le strutture e gli stili di personalità
vengono spiegati come modalità di adattamento all’ambiente o come
strategie riproduttive.
Polarità: attivo-passivo; sé- altro;
piacere- dispiacere
MCMI-III
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14 scale dei disturbi di personalità corispondono al
seccondo asse diagnostico del DSM-IV
Le 11 scale cliniche sono: Schizoide, Evitante,
Depressiva, Dipendente, Istrionica, Narcisistica,
Antisociale, sadica (Agressiva), Compulsiva,
Negativista (passivo-aggressivo), Masochista
(autolesionista).
Le tre scale per la patologia grave di personalità
sono: Schizotipica, Borderline, Paranoica.
MCMI-III



10 scale delle sindrome cliniche sono suddivise in 7
scale moderatamente severe e 3 scale per le
sindrome cliniche grave.
Le scale delle sindromi cliniche meno gravi sono:
Disturbi d’Ansia, Somatoforme, Maniacale bipolare,
Distimico, Dipendenza alcol, Dipendenza droga,
Disturbo post traumatico da stress.
Le tre sindromi più gravi sono: Disturbi del pensiero,
Depressione maggiore, Disturbi da delirio.
Attaccamento

PATTERN
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STILE
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MODELLI OPERATIVI INTERNI
Aai (George, Kaplan & Main, 1985)

Adesso faremo un colloquio sulle esperienze che ha
avuto quand’era piccola e come queste esperienze
possono aver influenzato la sua personalità di adulta.
Le farò poi delle domande sulle prime relazioni con la
sua famiglia e sul modo in cui le pensa che queste
l’abbiano influenzata. Ci concentreremo prima sulla
fanciullezza e successivamente passeremo a
considerare l’adolescenza fino ad arrivare al presente,
all’età adulta.


iniziale situazione familiare, cioè dove è nata,
con chi viveva, si è mai trasferita, cosa ha fatto la
sua famiglia nei diversi momenti della vita.
Adesso mi piacerebbe che lei cercasse di
descrivere la relazione con i suoi genitori
quand’era piccola, quanto più indietro nel tempo
riesce a ricordare

Adesso le chiedo di scegliere 5 aggettivi o parole
che descrivano la RELAZIONE con sua
madre/padre sempre quanto più indietro riesce a
ricordare, ma diciamo tra i 5 e i 12 anni. So che ci
vuole del tempo; via via che lei me li dice io li
scrivo e poi li rivedremo insieme.


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


a chi dei due genitori lei si sentiva più vicina
Cosa succedeva quando da bambina si sentiva
turbata?
Ricorda qual è stata la prima volta che si è
separata dai suoi genitori?
Si è mai sentita rifiutata?
Perché i suoi genitori si sono comportati così?
Ha mai vissuto la perdita di un familiare?
Altre esperienze traumatiche?




Relazione attuale
Come è cambiata
Immaginare bambino
Adesso le chiedo di continuare a immaginare questo bambino dell’età di un anno e le
chiedo di dirmi tre desideri che formulerebbe per questo figlio, diciamo all’età di 20 anni.
Cosa desidererebbe per il futuro di questo figlio?



Ha qualcosa di particolare che pensa di aver imparato dalle sue esperienze infantili? che
pensa di aver ricavato dal tipo d’infanzia che ha avuto?
Le chiedevo che cosa pensa di aver ricavato dalle sue esperienze infantili dal tipo d’infanzia
che ha avuto?



Durante questo colloquio ci siamo concentrati su molte cose riferite al passato; però vorrei
concludere guardando un po’ al futuro. Abbiamo appena parlato di ciò che lei crede di
aver appreso dalle sue esperienze infantili. Vorrei concludere invece chiedendole che cosa
spera che il suo bambino potrebbe imparare dal fatto di essere suo figlio.





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Fosha (2009) relazione terapeutica come “safe haven” dove si
possono esprimere, esplorare e regolare le emozioni.
Davila and Levy (2006, p.990), 5 compiti per la psicoterapia
Stabilire base sicura
Esplorare attaccamenti passati
Esplorare relazione terapeutica
Connettere esperienze passate
Rivedere e ripensare modelli operativi interni
Terapeuta come base sicura (Mallincrodt, Porter, & Kivlighan, 2005;
Parish & Eagle, 2003).
AAI
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Scale dell’esperienza:
LOVING
REJECTION
PUSH TO ACHIEVE
ROLE REVERSE
NEGLECT
AAI
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SCALE DELLA MENTE
IDEALIZING
ANGER
LACK OF RECALL
PASSIVITY
DEROGATION
METACOGNITIVE
FEAR OF LOSS
COHERENCE OF TRANSCRIPT
COHERENCE OF MIND
AAI
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U LOSS

U TRAUMA
CLASSIFICAZIONE
(F) SICURI liberi coerenti nell’esplorazione
propri pensieri e sentimenti
(DS) DISTANZIANTI limita esperienza
influenza attaccamento,
idealizzazione,svalutazione
(E) PREOCCUPATI rabbia confusione
(U) Traumi/Lutti  criteri
(CC) Cannot classify- non pattern
Perché ci serve valutare l’attaccamento
genitoriale?

Fattore protettivo- rischio
Correlazione con psicopatologia
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Transgenerazionalità rappresentazioni
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