Metodi di Ricerca e Struttura Sociale Metodi di Ricerca 1. Metodologia: investigazione sociologica diretta 2. 3. a) b) volta a fornire una modalità di verifica dei risultati Revisione di letteratura esistente Selezione di specifiche variabili da studiare: Variabili indipendenti: influenzano le variabili dipendenti, es. sesso, età, razza Variabili dipendenti: sono influenzate dalle variabili indipendenti – effetto, es. oggetto analizzato 4. Esperimenti • Esperimento in laboratorio: in situazione isolata rispetto al mondo reale • Esperimento sul campo: studiano le persone nelle situazioni di vita reale • Metodo sperimentale: gruppo sperimentale (esposto alla variabile) versus gruppo di controllo (non esposto alla variabile) • Effetto Hawthorne: la ricerca è influenzata dalla percezione dei soggetti 5. Si formulano ipotesi attraverso l’uso delle 6. a) b) 7. a) b) variabili Correlazione: Positiva: se due valori aumentano/diminuiscono insieme Negativa: un valore aumenta o decresce non in relazione con l’altro valore Si stabiliscono cause ed effetti Correlazione spuria: solo coincidente Controlli: tecniche per eliminare fattori di disturbo 8. Interconnessioni tra teoria e ricerca a) Teoria e ricerca procedono congiuntamente b) La teoria sociologica è inutile senza la ricerca Il processo di ricerca 1. Definire l’oggetto di studio 2. Revisione ed analisi della letteratura 3. Formulazione delle ipotesi ( affermazione esplicita riguardo le relazioni tra le variabili) 4. Presa in considerazione dei coinvolgimenti etici e morali 5. Scelta di un disegno di ricerca a) indagine: intervista su di una popolazione b) c) - campione; campionamento: piccola sezione trasversale di popolazione oggetto di studio; Questionario: serie di domande chiuse od aperte Intervista: conversazione (ricercatore/soggetto) Osservazione: entra nel campo del soggetto come osservatore o partecipante O. Partecipante O. non partecipante d) esperimenti: le variabili sono controllate e) Analisi secondaria: usa dati già raccolti 6. Raccolta e analisi dei dati a) Uso di appropriati strumenti e misure statistiche b) Le conclusioni devono resistere allo scrutinio dei dati c) Le ipotesi originarie possono essere confermate, rifiutate o modificate 7. Presa d’atto delle conclusioni, il ricercatore può 1. a) b) 2. aggiungere nuova conoscenza, sfidare la validità o modificare precedenti teorie, sollevare nuovi dubbi teorici Problemi Difficoltà tecniche affidabilità: coerenza tra metodo di studio e risultati validità: misurazione Difficoltà pratiche: cooperazione del soggetto; mutamenti nel comportamento; preoccupazioni etiche Cultura Cos’è la cultura? 1. Invenzione umana: creiamo cultura e siamo umani attraverso essa 2. Limitazioni: la cultura restringe la libertà umana, “trattiene” in modo ineguale 3. Attese:la cultura accresce la libertà, supera gli istinti • Concetto fra i più complessi e i più utilizzati nelle scienze sociali • Può essere concepita come “ tutto ciò che deve la sua creazione all’azione cosciente e tendenzialmente libera dell’uomo, cioè il patrimonio intellettuale e materiale, relativamente stabile e condiviso, proprio dei membri di una determinata collettività e costituito da valori, norme, definizioni, linguaggi, simboli, segni di comportamento, oggetti materiali” a) Cultura materiale: tutte le creazioni tangibili e b) concrete della società Cultura non materiale creazioni astratte della società che vengono trasmette attraverso le generazioni • Ogni cultura è un prodotto storico, formato da vari elementi che hanno comunque origini eterogenee pur essendo integrati, essendosi formati nell’incontro tra società e culture remote nel tempo e nello spazio; prodotto in parte cumulato perché il volume complessivo della cultura che un individuo o una generazione hanno a disposizione è superiore al volume che producono; prodotto in continua elaborazione, che può avere ritmi più o meno veloci a seconda dei tipi di componenti; • CONCETTO MULTIDIMENSIONALE: • dimensione soggettiva i modi di pensare, sentire, • • • • credere interni all’individuo e che ne caratterizzano la personalità e il comportamento; dimensione oggettiva l’idea che la cultura esiste al di là dell’individuo, lo precede e lo supera come maniera d’essere collettiva, eredità sociale, deposito del sapere; dimensione di riduzione della complessità la cultura ci permette di dare senso e significati determinati a ciò che ci circonda opera un processo di selezione tra le infinite possibilità di azione; dimensione cognitiva la cultura consente di acquisire informazioni e conoscenze, di stabilire modelli di pensiero in grado di dare forma e significato al mondo; dimensione prescrittiva la cultura assolve il compito di regolazione dei rapporti tra i membri di una determinata collettività • La cultura dà significato, orientamento, contenuto ed efficacia all’azione umana; essa è fattore di superamento dei vincoli imposti dalla natura, ma anche il maggior fattore di regolazione e controllo di ogni tipo di comportamento e di relazione sociale. • ELEMENTI COSTITUTIVI: • Simboli gli esseri umani elaborano gli stimoli interni • • • ed esterni al loro organismo attraverso segni e simboli, che nel loro insieme costituiscono il sistema simbolico; Linguaggio elemento essenziale di ogni cultura, il linguaggio è costitutivo della realtà sociale in quanto è codice stabilizzatore di siognificati condivisi e veicolo degli stessi significati: è forma di mediazione simbolica, dunque mezzo di comunicazione per eccellenza e primaria fonte di socializzazione; Valori i valori di una collettività sono l’insieme delle opinioni condivise su ciò che è ritenuto buono, giusto, desiderabile sia esso da raggiungere o da conservare, opinioni in base alle quali viene espresso un giudizio sulla correttezza, l’adeguatezza, l’efficacia delle azioni proprie e altrui; Norme le norme sociali di una data collettività sono gli strumenti necessari per attuare i valori cui in varia misura la collettività aderisce ed essenziali per regolare i comportamenti, le azioni, le relazioni dei suoi membri • CLASSIFICAZIONE • Cultura dominante comune alla maggior parte degli individui • • • • • • • che fanno parte dell’intera società; Subcultura aggregato tendenzialmente omogeneo di conoscenze, valori, credenze, stili di vita e modelli normativi capaci di contraddistinguere un gruppo sociale controcultura, rifiuto etico – comportamentale dell’insieme dei valori e delle norme dominanti; Cultura materiale gli oggetti, le cose, i manufatti prodotti dagli esseri umani; Cultura non – materiale significati, valori, simboli, norme , linguaggi, scienze, musica religione, arte, letteratura, tutti prodotti umani non materiali; Cultura sostitutiva ci si ad elementi culturali che possono, nel tempo, diventare obsoleti ed essere quindi sostituiti da elementi nuovi che li superano in efficacia o utilità o valore; Cultura non – sostitutiva ci si riferisce ad elementi culturali – lingue, musica, religione, filosofia – che non subiscono processi di invecchiamento, in quanto non possono essere messi in disuso; Cultura implicita elementi culturali appresi dall’individuo senza intenzione consapevole; Cultura esplicita elementi culturali appresi dall’individuo volontariamente STRATIFICAZIONE SOCIALE • La stratificazione sociale è una disuguaglianza • tra categorie variamente strutturata, cioè organizzata nel quadro della società e mantenuta stabilmente in vita. Ogni stratificazione ha alle spalle Norme sociali di sostegno, vi intervengono i tipi di norme individuati da Sumner; La stratificazione, come ogni disuguaglianza, trascina con sé disagi e tensioni che le norme sociali non riescono a contenere e ad evitare forme di dissenso e ribellione; • Gli appartenenti a ciascun strato sociale si distinguono per una serie di caratteristiche: • OCCUPAZIONE disuguaglianze legate al fatto di svolgere attività lavorative diverse; • ACCESSO ALLE RISORSE possibilità di poter accedere alle fonti del reddito, dell’istruzione, dell’autorità; • STATUS appartenere a uno strato sociale o ad un altro influenza lo status in generale, indipendentemente dalle condizioni economiche. Essere di livello più alto significa poter svolgere compiti sociali ritenuti più importanti e avere più prestigio e potere; a) Ascritto: caratteristiche sulle quali non c’è controllo (età sesso, razza) b) Acquisiti: caratteristiche che coinvolgono scelte personali (lavoro, livello di educazione) • RUOLO: comportamenti o norme associate ad uno • • • specifico status Conflitto di ruolo: competizione tra diversi ruoli. nello svolgimento di ruoli le persone possono trovarsi esposte a pressioni diverse e contraddittorie. Conflitto inter-ruolo si instaura quando due ruoli dello stesso role-set diversi esigono comportamenti incompatibili. Conflitto intraruolo, dovuto ad ambiguità e contraddizioni presenti nella definizione di un unico ruolo CODICE COMPORTAMENTALE il fatto di appartenere a uno strato sociale implica che si tenga un certo stile di vita e ci si comporti in pubblico in determinati modi; COSCIENZA DELLA STRATIFICAZIONE appartenere a uno strato o all’altro condiziona l’immagine che ci si forma della società, della sua struttura e delle sue gerarchie. Ognuno, stando nel suo strato, ha un proprio angolo di visuale (coscienze di classe). AGENZIE DI SOCIALIZZAZIONE • Agenzie e Agenti di Socializzazione sono rispettivamente le entità collettive e le persone che svolgono la funzione di socializzazione. Le agenzie di socializzazione vengono poi suddivise in due categorie: quelle che svolgono in modo esplicito questa funzione, essendo a ciò espressamente delegate dalla società ( famiglia, scuola, associazioni educative laiche e religiose), e quelle che la svolgono in modo implicito, senza, per questo, risultare necessariamente meno influenti ( gruppi, movimenti sociali, associazioni culturali, organizzazioni sociali e politiche). FAMIGLIA • A) è un ambiente di sviluppo che non dipende esclusivamente dall’azione dei genitori: struttura famigliare, atmosfera famigliare, condizioni economiche e sociali, tradizioni, convinzioni, aspirazioni, tabù e la sua storia; B) socializza grandi e piccoli, nel senso che la famiglia resta un ambito fondamentale di riferimento per tutta l’esistenza e continua a socializzare anche da grandi; C) opera socializzazioni primarie e secondarie; D) interviene sull’attività delle altre agenzie, il fatto di appartenere ad una data famiglia condiziona la socializzazione che l’individuo riceve da altre agenzie (es. scuola); E) può adottare modelli formativi diversi, non c’è un modo standard di socializzare della famiglia, poiché la socializzazione cambia da cultura a cultura e da un momento storico all’altro. SCUOLA • non si limita all’istruzione in senso stretto, alla trasmissione di sapere codificato, ma in maniera più o meno dichiarata e consapevole interviene sullo sviluppo della socialità e della personalità, indirizzando bambini, ragazzi e giovani verso il rispetto delle norme e della convivenza civile. MASS MEDIA • diversamente dalle altre agenzie di socializzazione sono • di fatto protagonisti di processi di socializzazione in cui viene meno l’interazione. Essi pongono in modo sia esplicito che implicito conoscenze, modelli di comportamento, valori che possono contribuire a determinare la concezione della realtà delle persone, intervenendo nella formazione e nel cambiamento di opinioni, atteggiamenti e comportamenti. Vengono considerati realtà formative, che prendono parte ai processi con cui gli individui acquistano le competenze tipiche della vita sociale. I media esercitano un controllo sociale basato sui contenuti mentali e le coscienze. La socializzazione può avvenire solo mediante gli apprendimenti cognitivi e sociali. Il principale mezzo, più studiato e discusso è la TV. L’azione del mezzo televisivo non è immediata, ma passa attraverso un processo parzialmente indeterminato: problema della scelta, problema della ricezione, problema dell’interiorizzazione. • Dalla TV si acquisiscono vari tipi di contenuti: • Modelli comportamentali, scripts, ruoli, stili di vita: la • • • • televisione fa vedere come si agisce nei contesti della vita sociale; Opinioni, atteggiamenti, stereotipi, pregiudizi: la TV contribuisce alle convinzioni della gente sugli uomini e le donne, sui bambini, le maggioranze e le minoranze etniche per il modo in cui presenta questi gruppi sociali; Rappresentazioni sociali: conoscenze di senso comune che la gente elabora a partire da saperi specifici (teorie scientifiche, ideologie, credenze religiose) semplificandoli e rendendoli più concreti; Definizioni della realtà: la TV crea un determinato ambiente simbolico, induce a rappresentarsi l’intera realtà circostante in un modo piuttosto che in un altro. Lo fa già solo perché tratta alcuni temi come prioritari; Logiche interpretative profonde: la TV incide anche sui modi fondamentali di ragionare nella conoscenza della realtà sociale, specie quando si tratta di capire le cose e farsene una ragione. GRUPPO • un gruppo è definito come un insieme di persone che interagiscono tra loro su base regolare. Un interazione è regolare non solo quando si ripete nel tempo, ma anche quando si struttura secondo delle regole. Ogni gruppo ha più fini che definiscono la sua ragion d’essere, una propria razionalità per quanto riguarda l’adattamento dei mezzi ai fini, una sua struttura interna, costituita dall’insieme dei ruoli occupati dai suoi membri. La risorsa fondamentale su cui può contare un gruppo consiste nella creazione di un senso di comunanza e di appartenenza mediante la formazione della membership. • La tradizione sociologica distingue tra: • gruppi primari: piccoli gruppi caratterizzati da • • • rapporti faccia a faccia, da un intenso coinvolgimento emotivo e da un forte sentimento di identificazione collettiva; gruppi secondari: hanno dimensioni maggiori, attribuiscono ruoli specifici a ciascun membro e sono strutturati sulla base di relazioni tendenzialmente impersonali e affettivamente neutre; gruppi aperti: la partecipazione non è negata a nessuno; gruppi chiusi: regolano rigidamente le entrate. • Gruppo di Pari vanno incontro a un’evoluzione • • • caratteristica che si snoda in tre tappe: Gruppi informali (6-10 anni) hanno poche regole, legate ai giochi e alle attività da svolgere. Assenza di un sistema codificato ed esplicito di attribuzione delle posizioni individuali; Gruppi formali (11-15 anni) basati su uno statuto o su un regolamento esplicito in rapporto allo scopo comune per cui il gruppo si costituisce. Status e ruoli sono chiaramente differenziati e si creano divisioni ed esclusioni; Comitive (16-24 anni) norme e strutture diventano più elastiche e il senso di appartenenza si affievolisce, sono meno conglobanti, non tendono a catturare i ragazzi e a dominare parte della loro vita, ma sono più specifiche, legate ad affinità di qualche tipo. • In un gruppo gli individui interagiscono • interpretando i ruoli che vengono loro attribuiti in vista del raggiungimento di obbiettivi collettivi più o meno compatibili con quelli individuali vive costantemente la tensione fra fini collettivi e quelli individuali. All’interno di ogni gruppo, ogni individuo agisce in relazione al Ruolo che gli viene assegnato, ne deriva che ogni gruppo presenta una gerarchia interna. DEVIANZA E CONTROLLO SOCIALE • La Socializzazione complessiva di un individuo può • essere considerata come la risultante problematica delle tante “forze” diverse, e spesso contrastanti, che agiscono nella microsocietà cui egli appartiene i risultati della socializzazione non possono essere dati per scontati, soprattutto per quanto riguarda l’interiorizzazione delle norme sociali e l’adesione ad esse, sia di quelle condivise in ciascuna subcultura sia di quelle proprie della cultura generale di una società Conformismo e Devianza sono entrambe esiti possibili della socializzazione • il fenomeno deviante si presenta quando le persone non • • • perseguono più quelli che sono i comportamenti usuali o “standard”; la devianza non è un fenomeno assoluto bensì è relativa alle attese sociali; tuttavia nelle società complesse occorre tenere presente che l’attesa sociale è un termine caratterizzato da notevole ambiguità in una società pluralistica le deviazioni di una persona possono essere gli usi o abitudini normali di un’altra; cercando di definire la devianza si tende a prendere in considerazione maggiormente “l’audience” - coloro che decidono cosa è o non è deviante - piuttosto che la persona deviante. L’audience include la società nel suo complesso e le sue reazioni generali ed indirette; è dunque impossibile etichettare per ogni circostanza o situazione sociale il corrispondente comportamento deviante tuttavia alcuni tipi di comportamento sono considerati devianti in quasi tutte le società o culture; • CONFORMISMO comportamento • caratterizzato dall’accettazione sia degli obiettivi culturali di una società che dei legittimi mezzi utilizzati per il raggiungimento degli obietivi. DEVIANZA il comportamento che è considerato come un personale disonorevole allontanamento dalle norme di un gruppo e che provoca, da parte del gruppo o di un singolo, delle reazioni che servono ad isolare, minacciare, correggere o punire il violatore MOVIMENTI SOCIALI • Rappresentano uno dei principali oggetti di studio della sociologia, poichè rappresentano una fonte di ispirazione per le “intuizioni” e “l’immaginazione” sociologiche il sociologo vi trova idee e meteriali utili al suo lavoro • Movimento sociale entità sociali che presentano i • • requisiti di un gruppo sociale - interazione strutturata da modelli stabiliti, il senso di appartenenza, l’identità riconosciuta - sforzo di un gruppo organizzato teso a produrre qualche cambiamento nella vita sociale. Si tratta di fenomeni che producono mutamento sociale e le cui caratteristiche sono la spontaneità e la mobilitazione di massa, l’assemblearismo, la propensione a manifestazioni, cortei, forme di protesta impreviste e provocatorie. hanno più durata, strutture più stabili, fini prefissati e idelogie ben definite rispetto ai comportamenti collettivi; sono diversi dalle organizzazioni perchè si muovono al di fuori della sfera istituzionale, dal momento che mirano a cambiare le cose e a modificare lo status quo. • Un movimento è portatore di una mentalità utopica (K. Mannheim). • Specialmente nelle moderne società democratiche, queste strategie possono tradursi in forme di contrapposizione e di conflitto che rispettano le regole dettate dalla società che si vuole cambiare: in questo caso il movimento è contro la società e contemporaneamente, dentro la società. • CLASSIFICAZIONI possono essere raggruppati in • • • • • • • • • base al grado di organizzazione che hanno oppure in base a quanto sono integrati nel tessuto sociale. In base agli obiettivi: Eterocentrati mirano a cambiare il mondo esterno; Autocentrati vogliono cambiare i propri membri e poi per questa via trasformare la vita sociale. In relazione alle strategie d’azione: Rivoluzionari intendono trasformare radicalmente l’assetto sociale esistente; Riformatori si accontentano di modificare alcuni aspetti. In relazione alla direzione del cambiamento: Innovatori tesi ad instaurare un nuovo ordine sociale; Restauratori restaureare un vecchio assetto sociale antecedente a quello al quale si oppongono. • CICLO VITALE si delinea, in genere, come un percorso contraddistinto dalla successione di quattro fasi: • 1) Fermento Sociale sono poste le basi del movimento, si caratterizza per l’insoddisfazione diffusa nei confronti della società o di un particolare aspetto di essa. Il leader del movimento che si viene costituendo è, in questa fase, una sorta di AGITATORE al quale compete di smuovere le acque; • 2) Mobilitazione Popolare fase di mobilitazione estesa e di aggregazione, ovvero un momento di crescita per il movimento impegnato nella ricerca di proseliti, per affermare e diffondere le proprie idee e finalità e per potenziare la propria azione. Il leader come un PROFETA, diffonde le istanze del movimento, suscita l’entusiasmo e conquista seguaci, legittimandosi come leader carismatico; • 3) Organizzazione l’ampiezza del movimento e la sua • diffusione sul territorio impongono al movimento stesso di darsi un’organizzazone stabile, con conseguenze rilevanti sui suoi rapporti interni e sul suo operato.Comporta un graduale processo di burocratizzazione, con la formazione di un gruppo di FUNZIONARI o BUROCRATI che tende a professionalizzarsi e a stabilizzarsi; 4) Istituzionalizzazione il movimento entra nella società, ne accetta le regole e da questa viene tollerato e accolto. Le necessarie mediazioni che questo processo richiede comportano un adattamento ed una revisione dei fini e dei modi d’azione del movimento, nella direzione dell’attenuazione, se non della scomparsa, della sua tensione ad un radicale cambiamento. Ruolo del POLITICO come leader. I COMPORTAMENTI COLLETTIVI • Fenomeni di Aggregazione, sono caratterizzati dal fatto che più persone si muovono coralmente e realizzano un’azione unitaria e orientata a determinati fini come se formassero un solo soggetto, tuttavia le persone coinvolte non sono consapevoli di appartenere ad un gruppo che persegue obiettivi comuni. Nei comportamenti collettivi le azioni svolte sono generalmente nonconvenzionali, ovvero non corrispondono alle aspettative. • Folla è composta di persone che vengono a trovarsi nello stesso luogo fisico, sono consapevoli della presenza degli uni e degli altri e sono interagenti; • Massa le persone non si trovano le une in presenza delle altre, ma dispongono di fonti di informazione comuni e hanno lo stesso oggetto d’attenzione. • Elementi caratteristici dell’atmosfera sociale in cui • • • • • • • avvengono i comportamenti collettivi: STRANEZZA viene interrotta la normale routine, per cui ci si trova in situazioni insolite in cui norme e ruoli abituali non trovano più corrispondenza; INCERTEZZA le persone stentano a capire come stanno le cose; PRIMATO DELLA COMUNICAZIONE le altre persone diventano la fonte principale di comunicazione; ATTIVAZIONE EMOTIVA i partecipanti vivono l’esperienza con intensa carica emotiva; SENSAZIONE DI EVENTO INCOMBENTE; STATO DI CRISI si è in presenza di uno stato di crisi, cioè di un’acuta perturbazione della vita sociale, destinata a chiudersi in un modo o nell’altro di li a poco; CONDIZIONI STRUTTURALI fa da sfondo una condizione sociale più ampia: mal contento o disagio oppure distensione, disimpegno o pericolo. LA COMUNICAZIONE • Il moderno sviluppo delle comunicazioni è stato, • • • indubbiamente, reso possibile grazie all’introduzione delle nuove tecnologie, tuttavia è sbagliato pensare che lo sviluppo tecnologico da solo abbia prodotto quello delle comunicazioni. Una nuova tecnica può restare senza conseguenze di rilievo se non trova un terreno sociale pronto a valorizzarla. Lo sviluppo delle comunicazioni è una Storia sociale: i fattori economici e culturali sono stati altrettanto decisivi dei tecnologici; nel XX sec. sorge una Ideologia della comunicazione concezione dell’uomo e della vita sociale per cui la comunicazione è un bene prezioso, l’uomo non vive in un mondo di pensiero ma di comunicazione, ciascuno di noi è determinato dal complesso delle informazioni che scambia con gli altri e con l’ambiente; lo sviluppo moderno delle comunicazioni consiste in un cambiamento complesso di civiltà, in una trasformazione tecnologico-culturale Società della comunicazione • Globalizzazione la globalizzazione della vita sociale comprende vari aspetti: Integrazione economica ( imprese transnazionali e multinazionali), Integrazione politica, Integrazione culturale (cultura universale). La vita di ciascuno è influenzata non solo da ciò che accade nei contesti sociali immediati, ma anche da eventi lontani, che riguardano persone e realtà con cui non abbiamo rapporti diretti o di altri paesi. La globalizzazione si alimenta grazie alla rete di comunicazioni esistente e all’enorme flusso quotidiano di informazioni condivise. • La gestione delle comunicazioni appare fortemente • concentrata. Una piccola parte della popolazione di alcuni paesi a sviluppo avanzato detiene la proprietà e controlla i mezzi di comunicazione, la produzione del materiale culturale e l’approvvigionamento di informazioni Imperialismo della comunicazione (Reuter, France presse, United press, Associated press). Il flusso comunicativo non è utlizzato esclusivamente a fini conoscitivi, si comunica sempre più per ragioni espressive e sempre meno a scopo strumentale: si fruisce dei media anche per svago, passatempo, Loisir: Indici di tale fenomeno sono il calo riscontrato nella quantità e nella qualità di informazione struttura spettacolare dei telegiornali. Lo slittamento verso il loisir rende l’informazione più superficiale, lo spettatore è chiamato a elaborare le informazioni meno in profondità. I MASS MEDIA • Alla base delle comunicazioni di massa ci sono la • stampa, il cinema, la radio, la televisione, la telematica; La sociologia non si interessa ai mezzi, bensì studia il fenomeno sociale delle comunicazioni di massa, le quali configurano un’Agenzia Culturale, una realtà operativa impegnata nella produzione, riproduzione e diffusione di conoscenze: • 1. E’ istituzionalizzata l’azione culturale dei media • • risponde a un complesso organico di norme formali e informali, giuridiche, etiche e convenzionali, che riguardano l’intera catena dai produttori ai fruitori. Il fenomeno sociale dei mass media appare a tutti gli effetti un’istituzione: un complesso organico di norme, che coordina individui e gruppi diversi, ha finalità sociali riconosciute e ideologie a legittimarlo e sostenerlo; 2. E’ organizzata si avvale di apparati di supporto sul piano materiale delle risorse e sul piano mentale dell’organizzazione formale; 3. E’ inserita nel tessuto sociale i mass media intrattengono rapporti sia in alto, con i centri di potere della società, sia in basso, con il pubblico. Per forza di cose sono più vicini ai vertici della società che alla base. Rispetto alle istituzioni e alle élite sociali sono in posizione di dipendenza, mentre sul pubblico finiscono per dominare; • 4. Si rivolge ad un pubblico vasto, eterogeneo e anonimo; • 5. Tratta conoscenze generiche e a tutto campo • • • • scendono difficilmente in profondità tuttavia il panorama che offrono tende ad essere completo; 6. Media tra realtà ed esperienza diretta allargano l’orizzonte delle nostre conoscenze in modo non diretto, mediato, poichè si interpongono tra la realtà e la nostra esperienza concreta. Sono agenti di mediazione, produttori di una realtà mediata; 7. E’ di dominio pubblico l’accesso ai suoi contenuti è libero, chiunque a basso costo può impadronirsene; 8. E’ pervasiva costituiscono una presenza costante e hanno grande capacità di penetrazione e diffusione. Caratteristica peculiare dei mass media è la loro tendenza all’omnicomprensività, diffondono conoscenze di ogni tipo, si rivolgono a chiunque, hanno carattere pubblico e pervadono così capillarmente la società • Origini degli studi sui mass media la tradizione di studi sui media comincia con concezioni elitarie e negative che sono all’origine del filone di pensiero noto come teoria della cultura di massa. Le voci più significative (Toqueville, Nietzsche, Ortega y Gasset) ritraggono negativamente le masse e non vedono di buon occhio il fatto che le élite, esposte all’ascesa democratica delle moltitudini e alla massificazione, perdano il loro carattere esclusivo, di conseguenza verso i media (giornali) c’è diffidenza, se non preoccupazione o avversione. • Bullet theory i primi lavori scientifici sui media (Lund, Blumer, Lasswell) rientrano nel filone della Bullet theory (teoria della pallottola), detta anche dell’ago ipodermico. I media vengono considerati potenti strumenti di persuasione che agiscono pressochè automaticamente sui riceventi passivi ed inermi. Alla bullet theory fa da sfondo la teoria della cultura di massa e il comportamentismo: gli individui vengono colti separatamente, i media non agiscono su una comunità in cui già circola l’informazione, ma su ciascuna persona presa singolarmente. • Negli anni ‘30 e ‘40 nascono due vere e proprie scuole • sui mass media: Scuola di Yale si dedica alla sperimentazione di laboratorio sugli effetti persuasivi dei media. Gli esperimenti seguono il Paradigma della scuola di Yale che consiste in un disegno di ricerca sperimentale prima e dopo con gruppo di controllo. • Scuola di Lazarsfeld fonda la sociologia dei media, • mette in discussione gli assunti di base della bullet theory Il ricevente è un consumatore attivo di media, integrato nell’ambiente sociale primario, che sceglie in base ai propri interessi e alle proprie inclinazioni: a) studio del consumo dei media; b) analisi comparata delle influenze sociali. Teoria degli effetti limitati i media sono deboli, in genere rafforzano posizioni e convinzioni che le persone hanno già anche se in modo latente: esposizione selettiva e flusso di comunicazione a due stadi • le due scuole hanno avviato il filone di studi denominato Communication Research : • a) Impostazione naturalistica media come eventi • • • • naturali; b) Metodi empirici procedure empiriche; c) Centralità della comunicazione processi di comunicazione. L’interesse è stato spostato sull’elaborazione cognitiva dei riceventi nelle circostanze reali in cui avviene la ricezione, ci si è interessati ai passaggi mentali che le persone fanno dinanzi ai messaggi dei media, alle alternative che hanno nell’elaborazione e alle condizioni in cui i processi cognitivi seguono un percorso anzichè un altro. La communication research è stata scossa dall’emergere della Teoria critica e dalle Teorie Culturologiche. • A partire dagli anni ‘70 vi è stata una ripresa della ricerca • • • empirica sul campo. E’ sorta una molteplicità di filoni, ciascuno dei quali va ad esaminare lati e momenti dell’istituzione dei mass media. I principali argomenti trattati sono: 1) Produzione studio del sistema produttivo; 2) Consumo settore di studio sorto negli anni ‘70 con la scuola usi e gratificazioni (Blumler e Katz) che cerca di capire come la gente quotidianamente adopera i mezzi di comunicazione di massa e perchè vi ricorre, quali bisogni cerca di soddisfare per il loro tramite; 3) Ricezione studio di come i destinatari elaborano i messaggi dei media. Il grosso dei lavori empirici ha continuato ad avere per oggetto la Persuasione attraverso i media (Modello di Mc Guire); • 4) Effetti le ricerche si occupano prevalentemente di Effetti a Lungo Termine, come la presenza diffusa e quotidiana dei media, con azioni insensibili e cumulative, incide sulla conoscenza generale che la gente ha della realtà sociale. I media intervengono attraverso l’organizzazione della conoscenza della realtà sociale (Agenda - setting o organizzazione dell’ordine del giorno indicano quali sono i temi ricorrenti della vita sociale e con quali priorità vanno considerati, creando una sorta di taccuino mentale degli argomenti di attualità. Knowledge gaps o scarti conoscitivi l’azioni dei media produce differenze tra categorie e gruppi nella conoscenza della realtà sociale, facendo in modo che ci siano disparità nel grado di informazione).