il metodo delle celle prof. Enzo Tonti ... che cosa vogliamo fare? Vogliamo presentare un metodo che consente di dare formulazione algebrica a problemi che sono solitamente descritti da equazioni differenziali. Infatti le equazioni differenziali, per poter essere trattate col calcolatore debbono essere discretizzate ovvero trasformate in equazioni algebriche. Questo si fa con uno dei tanti metodi di discretizzazione (FEM, FVM, BEM, FDM, LSQ, ecc) Il metodo che presentiamo fornisce direttamente una formulazione discreta (o algebrica, o finita) senza dover passare attraverso la formulazione differenziale. E’ questo il Metodo delle Celle. Per descriverlo diamo uno sguardo ad alcuni tipi di problemi che si incontrano nell’ingegneria. ... il problema fondamentale di un campo Il problema fondamentale di un campo fisico, come: il campo termico, il campo elastico, il campo fluidodinamico, il campo elettromagnetico è quello di determinare la configurazione del campo una volta che siano assegnate le sue sorgenti. Con questo intento diamo uno sguardo a quattro teorie fisiche. ... 1) conduzione termica Il calore generato dalle sorgenti termiche si propaga da una regione all’altra a causa dalle differenze di temperatura. Il problema fondamentale della conduzione termica è quello di determinare la temperatura in ogni punto della regione che stiamo studiando una volta assegnate le sorgenti di calore, la loro posizione e la loro intensità temperatura T(t,x, y,z)=? Quali sono le leggi che secondo le quali il calore si propaga? Una prima legge afferma che il calore va dalle regioni a temperatura più alta a quelle di temperatura più bassa, Una seconda legge è costituita dal bilancio di energia. Una terza legge afferma che la quantità di calore che transita attraverso un elemento di superficie dipende dalla differenza di temperatura fra i due punti che stanno a cavallo della superficie. Il legame sarà espresso da una equazione costitutiva, la legge elementare di Fourier. ... 2) deformazioni di un solido Consideriamo la deformazione di un corpo solido. La causa della deformazione è costituita alle forze che agiscono sul solido. Una volta applicata una forza, la deformazione si trasmette lungo il corpo determinando lo spostamento (effetto) dei punti del corpo. il problema fondamentale della teoria della deformazione è quello di determinare lo spostamento che subisce ogni punto del corpo, a partire da una configurazione di rferimento, una volta che siano assegnate le forze che la generano. spostamento u(t, x, y, z) = ? Dal momento che la deformazione si trasmette da punto a punto, devono esistere delle leggi che regolano il modo con il quale essa si propaga. Una di queste leggi impone l’equilibrio, se la deformazione è statica, o il bilancio della quantità di moto se la deformazione è dinamica. Un’altra legge descrive il comportamento del materiale: questa è la legge costitutiva. Se il materiale è elastico vale la legge di Hooke. ... 3) dinamica dei fluidi /1 Consideriamo il moto di un fluido, liquido o gas. Il moto è generato dalle forze di volume (tipicamente il peso) e dalle differenze di pressione da una regione ad un’altra del fluido. Se il fluido è un gas anche le differenze di temperatura contribuiscono al moto. Il problema fondamentale della dinamica dei fluidi è quello di determinare la velocità, la pressione e la temperatura in ogni punto del fluido ad ogni istante una volta assegnate le forze di volume: v(t, x, y, z) = ? p(t, x, y, z) = ? T (t, x, y, z)= ? Il moto di un fluido sottostà ad alcune leggi: una di queste leggi impone la conservazione della massa, un’altra impone la conservazione dell’energia, una terza impone il bilancio della quantità di moto. Naturalmente vi sono anche qui delle leggi costitutive ... 3) dinamica dei fluidi /2 La dinamica dei fluidi manifesta qualche ambiguità dovuta al ruolo multiplo della pressione che talvolta si comporta come: 1) variabile di sorgente in quanto spingendo determina/ostacola il moto; p(t, x, y, z) =! 2) variabile di configurazione, come nell’equazione Ñ2 p = .... p(t, x, y, z) = ? 3) variabile energetica in quanto energia per unità di volume. La velocità e la temperatura sono variabili di configurazione mentre la forza di volume è una variabile di sorgente. v(t, x, y, z) = ? T (t, x, y, z) = ? f (t, x, y, z) =! ... 4) elettromagnetismo Consideriamo il campo elettromagnetico che è generato da cariche elettriche in quiete ed in moto. La descrizione del campo è fatta da due grandezze: il potenziale scalare elettrico e il potenziale vettore magnetico. Il problema fondamentale dell’elettromagnetismo è il seguente: assegnata la distribuzione spaziale e temporale delle cariche e delle correnti, determinare il potenziale scalare elettrico e il potenziale vettore magnetico in ogni punto del campo ad ogni istante: potenziale scalare f (t, x, y, z) = ? potenziale vettore A(t, x, y, z) = ? Quali sono le equazioni del campo? Una di queste equazioni esprime la conservazione della carica elettrica, altre due equazioni legano il potenziale elettrico (che è uno scalare) e il potenziale magnetico (che è un vettore) con le sorgenti del campo: sono le equazioni delle onde elettromagnetiche che si ottengono a partire dalle equazioni di Maxwell. Anche qui esistono le equazioni costitutive. ... le funzioni di campo Abbiamo detto che in ciascun campo l’obiettivo è di determinare la configurazione del campo. Questa è descritta da funzioni del posto e del tempo di tipo scalare o vettoriale. temperatura T (t , x, y, z ) ? spostamento u(t, x, y, z) = ? velocità v(t, x, y, z) = ? pressione p(t , x, y, z ) ? per ragioni storiche queste leggi sono espresse da equazioni differenziali alle derivate parziali. Poniamoci la domanda: e’ facile risolvere le equazioni differenziali alle derivate parziali che si incontrano nei problemi dell’ingegneria ? potenziale scalare elettrico (t , x, y, z ) ? potenziale vettore magnetico A(t, x, y, z) = ? ? ... … risolvere le equazioni di campo La risposta è: non è affatto facile ! Occorre fare delle approssimazioni e utilizzare tecniche numeriche che obbligano all’uso del calcolatore. Questo richiede di trasformare le equazioni differenziali in equazioni algebriche mediante uno dei tanti metodi di discretizzazione. ... qualche considerazione di matematica ... le due grandi branche della matematica MATEMATICA algebra usa le quattro operazioni fondamentali: somme differenze prodotti divisioni analisi infinitesimale introduce la nozione di limite Da quel momento si introducono: la derivata (limite di un rapporto) e l’integrale (limite di una somma) e quindi il calcolo differenziale; le equazioni differenziali ordinarie e quelle alle derivate parziali ... perché il calcolatore non può gestire l’infinitesimo ? proponiamoci di valutare la somma 1 1 1 1 1 1 ... 2 2 4 8 16 32 2 il calcolatore sommando 40 termini fornisce: 1.99999999999909 1/16 1/4 1/32 1/8 1 1/2 la nozione di limite è una nozione ideale, appartiene all’uomo non alla macchina ... il duale tangente integrale esatto integrale approssimato integrale definito ... il duale Queste considerazioni suggeriscono che, quando si divide un intervallo [a,b] in tanti segmenti, è opportuno fare una seconda suddivisione considerando i punti medi dei segmenti. Questa seconda suddivisione si chiama duale della prima. a b a b Questo perché le operazioni che si possono fare su una suddivisione dell’intervallo sono più accurate se si utilizza anche la suddivisione duale. ... La formulazione differenziale delle leggi fisiche I.Newton Philosophiae Naturalis Principia Mathematica 5+7=12 Dai tempi dell’invenzione del calcolo infinitesimale, avvenuta circa tre secoli fa (1687) le leggi fisiche sono state formulate matematicamente in termini di equazioni differenziali. Circa cinquant’anni fa l’avvento dei calcolatori ha richiesto una descrizione algebrica delle leggi fisiche. Cosa è avvenuto allora ? Si è pensato di DISCRETIZZARE le equazioni differenziali. All’inizio usando le differenze finite e successivamente escogitando altri metodi di discretizzazione. Non si è pensato invece di partire di nuovo dai fatti sperimentali per ottenere una formulazione algebrica DIRETTA delle leggi fisiche. ... un campionario di equazioni di campo (don’t worry! Be happy) campi vari (elettrostatica, fluidi perfetti in moto stazionario, torsione, ecc.) conduzione termica, diffusione, filtrazione onde (acustiche, elettromagnetiche) elasticità fluidodinamica elettromagnetismo -Ñ2u = 0 Laplace -e Ñ2u = r Poisson c ¶t u - l Ñ2u = s Fourier 1 ¶2 u 2 Ñ u = s d'Alembert 2 2 v ¶t Ñ2u + k 2u = 0 Helmholtz (l + m )Ñ(Ñ ×u) + mÑ2 u + f = 0 Navier Dv r = -Ñp + f + mÑ 2 v Navier-Stokes Dt div B = 0 Gauss (magnetico) div D = r Gauss (elettrico) rot H - ¶t D = J Ampère-Maxwell rot E + ¶t B = O Faraday ... dal discreto al differenziale … per tornare al discreto! soluzione approssimata questa lezione equazioni algebriche FEM FVM campo fisico BEM FDM equazioni differenziali ... ... Formulazione finita = discreta = algebrica La varietà dei metodi di discretizzazione fa nascere la seguente domanda: ? È possibile una formulazione algebrica DIRETTA dei campi fisici ? ... Vogliamo dimostrare che una formulazione algebrica DIRETTA delle leggi di campo è possibile ! è facile ! è intuitiva ! è pronta per la risoluzione numerica ! ... Apologia del “bilancio” La maggior parte delle equazioni fondamentali dei fenomeni fisici nasce da un bilancio: nella statica dei solidi deformabili è essenziale il bilancio delle forze ; nella conduzione termica è essenziale il bilancio energetico ; nella fluidodinamica è essenziale il bilancio della quantità di moto ; nonché il bilancio di massa ; nella chimica le reazioni chimiche esprimono il bilancio di massa ; nella teoria delle reti elettriche è essenziale il bilancio delle correnti ; nell’elettromagnetismo si fa il bilancio della carica ; nella termodinamica si scrive il bilancio di entropia ; ecc. ... Un bilancio vale nel finito prima che nell’infinitesimo Per l’equilibrio di un corpo occorre che la somma delle forze di volume (solitamente i pesi) e di quelle di superficie sia nulla. Così una nave sta in equilibrio perché il suo peso è equilibrato dalla spinta dell’acqua sulla carena. Un pezzo di materiale nell’interno di un corpo sta in equilibrio perché le forze di volume sono equilibrate dalle forze interne di superficie. Orbene un bilancio vale per qualunque dimensione e per qualunque forma della porzione di corpo al quale è applicato, non c’è bisogno di ridursi ad un volumetto infinitesimo. E allora per quale ragione lo applichiamo ad un volumetto infinitesimo di dimensioni dx,dy,dz così da ottenere una equazione differenziale? ... cos’è un bilancio? Un bilancio è una relazione che riguarda alcune grandezze per le quali si può parlare di accumulo, di produzione e di flusso uscente. Consideriamo ad esempio una fabbrica di bottiglie. Dalla fornace escono bottiglie appena formate: una parte di queste viene accumulata nei depositi dello stabilimento ed una parte viene mandata fuori. ... Per presentare il procedimento faremo riferimento alla conduzione termica in quanto è molto intuitiva Conduzione termica ... Le due leggi della conduzione termica 1) Bilancio di energia (primo principio della termodinamica) l’incremento di energia interna in un intervallo di tempo è uguale alla somma del calore e del lavoro fornito al sistema nello stesso intervallo di tempo. 0 2) Equazione costitutiva: (legge elementare di Fourier) In una regione in cui il flusso di calore è uniforme il calore che attraversa una superficie piana per unità di area, è proporzionale al salto di temperatura per unità di lunghezza (misurato in direzione ortogonale alla superficie) e procede dal caldo al freddo. Q L A n ... Il problema fondamentale della conduzione termica assegnata una porzione di materia; precisata la natura fisica dei materiali che la compongono; precisate le sorgenti termiche in estensione ed intensità; precisate le condizioni al contorno della regione; determinare la temperatura in ogni punto della regione. sorgente temperatura nota calore incognito temperatura incognita calore noto calore noto temperatura incognita calore noto materiali diversi temperatura nota calore incognito ... complesso di celle triangolari Costruiamo nella regione un complesso di celle a forma di triangoli. Facciamo la triangolazione in modo che i triangoli si appoggino sulla superfice di separazione tra i due materiali. Numeriamo i vertici. 13 temperatura nota 12 11 calore noto 10 calore noto 3 5 7 2 1 4 6 8 calore noto 14 9 15 temperatura nota 16 17 ... vogliamo trovare le temperature nei nodi Dobbiamo determinare le temperature nei nodi in giallo, 1,2,…9 in quanto quelle nei nodi 10,11,…17 sono note. Occorrono pertanto 9 equazioni algebriche, tante quante sono le temperature incognite. 13 temperatura nota 12 11 calore noto 10 calore noto 3 5 7 2 1 4 6 8 calore noto 14 9 15 temperatura nota 16 17 ... aree di influenza dei nodi: poligoni di Voronoi Per scrivere il bilancio di energia è opportuno considerare per ciascun nodo una “area di influenza”, ovvero una regione che contorna il nodo. Queste aree, una per ciascun nodo saranno usate per scrivere il bilancio termico. 13 12 11 10 3 5 7 2 1 4 6 8 14 9 15 16 17 Un primo tipo di aree di influenza nodali è formato dai poligoni che hanno come lati, gli assi dei lati dei triangoli. Questi si chiamano poligoni di Voronoi. ... i poligoni duali interni (interi) Scriveremo l’equazione di bilancio per ciascun poligono duale. Usando i poligoni di Voronoi si ha il vantaggio di avere i lati dei poligoni ortogonali ai lati dei triangoli: questo rende molto semplice la scrittura delle equazioni costitutive. 13 12 11 10 3 5 7 2 1 4 6 8 14 9 Consideriamo dapprima i poligoni interni (interi) 15 16 17 ... bilancio di energia sui poligoni duali Ci limiteremo al caso stazionario: l’accumulo di energia è nullo e quindi il calore uscente è uguale a quello prodotto. 12 11 10 3 13 5 7 2 2 1 4 8 6 14 9 15 16 17 ... valutiamo i calori uscenti Il calore che attraversa un lato del poligono di Voronoi, considerato positivo se entra, dipende dalla differenza di temperatura misurata a cavallo del lato. La legge elementare del calore di Fourier dice che, in una regione di flusso uniforme, il calore che transita attraverso una superficie è proporzionale alla differenza di temperatura per unità di lunghezza secondo la formula 11 10 3 Noi faremo l’approssimazione di considerare la regione circostante ogni lato del poligono 2 1 come una regione di uniformità. area di approssimata uniformità 4 14 15 Questa sarà l’unica approssimazione che faremo! ... equazione fondamentale per i poligoni interni (interi) Equazione di bilancio (esatta) Equazioni costitutive (approssimate) 15 10 3 2 1 4 14 15 si ottiene l’equazione algebrica approssimata: ... equazione fondamentale per i poligoni di bordo Scriveremo ora l’equazione di bilancio per ciascun poligono duale di bordo (spezzato). Il termine B indica il calore entrante dal bordo del poligono spezzato (B sta per boundary) 11 10 3 2 1 4 14 ... 15 ... bilancio di energia sui poligoni duali di bordo (spezzati) 11 Per ogni poligono di bordo scriviamo che la somma dei flussi uscenti è uguale al flusso entrante dal bordo. 10 3 2 1 Bilancio sul poligono 1 4 14 15 Usando anche qui le equazioni costitutive si perviene all’equazione algebrica approssimata ... il sistema algebrico fondamentale 11 In questo modo si giunge ad un sistema algebrico di n equazioni 10 in n incognite contenente le temperature nodali: 3 2 1 4 14 15 11 10 Dal momento che abbiamo un poligono duale per ogni nodo, scrivendo una equazione di bilancio per ogni poligono duale, avremo tante equazioni quanti sono i nodi e quindi quante sono le incognite. In questo modo avremo ottenuto un sistema di equazioni algebriche senza essere passati attraverso equazioni differenziali !!! 3 2 1 4 14 15 ... ... il sistema algebrico fondamentale Questo sistema algebrico costituisce l’equivalente finito dell’equazione della conduzione del calore di Fourier ... invece la formulazione differenziale …. ci fornisce due belle equazioni differenziali, una per ciascun materiale (supposto omogeneo), ci costringe a scrivere le equazioni di raccordo sulle superfici di separazione tra due materiali diversi. A B Ma allora che bisogno c’è di fare il limite, considerare volumetti infinitesimi e così pervenire ad una equazione differenziale che non possiamo risolvere? ... da dove nasce l’approssimazione Dal momento che l’equazione costitutiva è sperimentata in regioni di campo uniforme, quando essa è applicata in regioni di campo non uniforme diviene approssimata. E’ qui che nasce l’approssimazione della risoluzione numerica E’ evidente che tanto più piccola è la dimensione delle celle, tanto più il campo si potrà considerare uniforme in ciascuna di esse. A questo punto viene la tentazione di fare il limite, ovvero di ridurre i volumetti a punti, affinché la legge costitutiva diventi “esatta”. Facendo così noi ricadiamo nella formulazione differenziale! E poiché il calcolatore ha bisogno di una formulazione algebrica, siamo costretti a discretizzare l’equazione differenziale. Tanto valeva evitare il passaggio al limite e mantenerci nella formulazione algebrica fin dall’inizio! ... complesso simpliciale sorgente concentrata regione con materiale A 20 40 con materiale 60 80 regione B 100 120 140 160 180 sorgente distribuita 200 ... duale baricentrico 20 40 60 80 100 120 140 160 180 200 ... conclusione ... caratteristiche della formulazione algebrica la formulazione algebrica si appllica a: regioni di forma qualsiasi, con buchi, punte, fessure, incavi, ecc. • regioni contenenti materiali diversi • materiali anisotropi • materiali nonlineari • materiali sinterizzati • tratta con naturalezza sorgenti concentrate • non presenta infiniti • consente ordini di convergenza di ordine superiore al secondo • si applica con semplicità alla frattura ... Evitiamo quindi un passaggio inutile ! soluzione approssimata equazioni algebriche questa lezione campo fisico equazioni differenziali ... Pubblicazioni relative alla formulazione algebrica e al metodo delle celle si possono scaricare dal sito: www.discretephysics.org [email protected] ...