IL MEDIO ORIENTE: radici storiche del problema mediorientale e suoi sviluppi 1 IL MEDIO ORIENTE IL MEDIO ORIENTE PRIMA DEL PROCESSO DI DECOLONIZZAZIONE IL MEDIO ORIENTE DOPO IL PROCESSO DI DECOLONIZZAZIONE 3 © Pearson Italia spa Il Sionismo 1881: un manipolo di giovani rivoluzionari russi assassina la zar Alessandro II Gli antisemiti diffondono la voce che i responsabili fossero ebrei e un’ondata di pogrom dilagò nell’impero, seguiti da leggi che istituzionalizzavano la discriminazione degli ebrei Diversi ebrei russi si volsero verso gli Stati Uniti, altri in Sudamerica e nei dominions britannici (Canada, Sudafrica, Australia) altri nelle città dell’Europa centrale e occidentale Una minoranza di ebrei diede vita (in Polonia) alle società clandestine degli Chovevei Zion (Coloro che amano Sion) per emigrare in Palestina o sostenere quanti volevano farlo 1882: i primi coloni giungono in Palestina e iniziano a lavorare il suolo palestinese come semplici braccianti (dando vita alla cosiddetta «mistica dei pionieri») 1884: fondazione del primo insediamento: Gedera 4 24/06/2017© Pearson Italia spa Il Sionismo politico Inizio anni ‘90 dell’Ottocento: il sionismo era un’ideologia in attesa di un leader Il sionismo in quanto movimento politico e attore sulla scena internazionale fu inventato da Theodor Herzl (1860-1904) Herzl era membro di un’emancipata famiglia di Budapest, parlava il tedesco ed il francese ed ignorava l’ebraico, l’yddish e il russo; era un intellettuale laico e cosmopolita, la cui conversione al sionismo fu legata all’affare Dreyfus (1894-95) 1896: Herzl pubblicò un pamphlet profetico-programmatico di 30.000 parole intitolato Der Judenstaat (Lo Stato ebraico), sottotiltolato Un moderno tentativo di soluzione della questione ebraica 5 Il Sionismo politico Se la Francia, patria del progresso, poteva essere investita dalla bufera antisemita, e Parigi essere percorsa da folle che urlavano «À mort le Juifs», dove avrebbero mai potuto sentirsi sicuri gli ebrei, se non in un paese che appartenesse a loro? Herzl inizia a cercare dei finanziatori 29 Agosto 1897: nasce, al Congresso di Basilea, l’Organizzazione sionista, che doveva fungere da motore del movimento 1903-1906: seconda ondata di pogrom russi, effetto collaterale del malessere legato alla rivoluzione russa del 1905 in quanto il regime zarista cercò di convogliare verso gli ebrei il malcontento popolare nei confronti della monarchia; le persecuzioni si intensificarono nel 1905-06 sullo sfondo della guerra russo-giapponese 1917-21: terza ondata di pogrom, contemporanea alla rivoluzione russa e alla guerra civile Nuova ondata di immigrazione in Palestina 6 La nascita del nazionalismo arabo 1908: Rivoluzione dei Giovani turchi che volevano trasformare un impero arretrato e autocratico in una moderna monarchia costituzionale Inizia un processo di «turchizzazione»: molti funzionari arabi furono sostituiti da turchi; il turco promosso ad unica lingua del governo e dei tribunali e reso obbligatorio nelle scuole; si diffonde un clima antiarabo Ne segue un’ondata di nazionalismo arabo: 14 novembre 1909 nasce, a Parigi, la società della Giovane nazione araba (clandestina), nota come al-Fatat Al-Fatat inizialmente mirava a difendere i «diritti naturali» degli arabi, non era interessata all’indipendenza, ma ad ottenere pari dignità di arabi e turchi nell’impero Solo nel 1913: i dirigenti di al-Fatat inserirono nel suo programma «la liberazione della nazione araba» 1912: l’impero ottomano aveva dovuto cedere la Libia all’Italia 1914-1918: la prima guerra mondiale priverà l’impero ottomano delle province arabe e di ogni altro dominio, riducendolo al suo nucleo esclusivamente turco 7 Il Medioriente nel primo dopoguerra 1914: i giovani turchi entrano in guerra a fianco degli imperi centrali e gran parte dei sudditi arabi rimangono leali Durante la guerra la Gran Bretagna sollecita la ribellione delle tribù arabiche contro il dominio ottomano, accordandosi con l’emiro della Mecca (Alì Hussein); la guerriglia araba verrà organizzata dal colonello Thomas E. Lawrence (Lawrence d’Arabia), rappresentante politico e militare del governo inglese; per ottenere l’appoggio degli arabi gli inglesi avevano prospettato la possibilità di creare un grande stato arabo unificato che comprendesse la Palestina 1916: con l’Accordo Sykes-Picot, un’intesa segreta franco-inglese, sfuma l’idea di un grande stato unitario e i territori arabi dell’impero ottomano vengono trattati come bottino di guerra: Iraq e Palestina vengono assegnati, sotto forma di mandato, alla Gran Bretagna, Siria e Libano alla Francia 1917: Dichiarazione Balfour con cui si affermava che il governo britannico vedeva con favore la creazione in Palestina di un «focolare nazionale (National Home) per il popolo ebraico» mirando così a legittimare la futura presenza inglese nella regione ed a contrastare le relative mire francesi 8 La Dichiarazione Balfour Di seguito, la lettera inviata dal segretario agli affari esteri inglese Arthur James Balfour al leader del Sionismo in Inghilterra Lord Walter Rothschild. Ufficio Esteri 2 novembre 1917 Egregio Lord Rotschild, è mio piacere fornirle, in nome del governo di Sua Maestà, la seguente dichiarazione di simpatia per le aspirazioni dell'ebraismo sionista che è stata presentata, e approvata, dal governo: “Il governo di Sua Maestà vede con favore la costituzione in Palestina di un focolare nazionale per il popolo ebraico, e si adoprerà per facilitare il raggiungimento di questo scopo, essendo chiaro che nulla deve essere fatto che pregiudichi i diritti civili e religiosi delle comunità non ebraiche della Palestina, né i diritti e lo status politico degli ebrei nelle altre nazioni”. Le sarò grato se vorrà portare questa dichiarazione a conoscenza della federazione sionista. Arthur James Balfour Primo riconoscimento ufficiale, da parte di una grande potenza, del sionismo e dei suoi obiettivi 9 Testo originale I coloni ebrei in Palestina Chiave di volta del sionismo: acquisto di terreni, definiti «riscatto» o «conquista» di una parte di territorio Molti emigranti della prima aliyah (migrazione) immaginavano di recarsi in un paese selvatico e semideserto e trovarsi tra tanti arabi fu per loro una sorpresa; del resto lo slogan ufficiale del sionismo era «una terra senza popolo per un popolo senza terra» Le autorità ottomane sorvegliavano le attività dei sionisti e cercarono di contrastarle: il 28 Aprile 1882, quando i primi biluim (primi sionisti) non erano ancora salpati da Odessa per la terra d’Israele, il console generale turco fece affiggere un avviso in cui si dichiarava che nessuno di loro sarebbe stato autorizzato a rimanere in Palestina, seguirono ordini di fermare la vendita di terre imperiali agli ebrei, anche se cittadini ottomani Molti migranti potenziali si lasciarono scoraggiare, ma altri continuarono ad affluire in Palestina, grazie all’inefficienza ottomana, alla pressione delle grandi potenze ed alla corruzione (quasi tutto si poteva ottenere pagando, dai permessi di residenza alle concessioni di edificazione, agli atti di proprietà) 10 I coloni ebrei in Palestina Lo statuto dei biluim (primi sionisti) del 1883 dichiarava che i terreni di nuova acquisizione sarebbero stati coltivati «senza l’aiuto della popolazione araba indigena»; viene, quindi, raccomandato l’uso di manodopera ebraica e la sostituzione dei lavoratori arabi Gli ebrei daranno vita ad una sorta di «economia separata» basata sui kibbutz, fattorie collettivistiche autosufficienti; questa scelta separò gli insediamenti ebraici dal contesto delle comunità indigene e rinforzò fra i contadini palestinesi il timore di venire espropriati della terra e delle possibilità di lavoro Prime tensioni a livello locale fra nativi e coloni, dovute alle diversità linguistiche, culturali, religiose, alle contese di natura economica, come l’incerta definizione di un confine fra due proprietà o il rifiuto dei fittavoli arabi di abbandonare terreni acquistati dagli ebrei Negli anni fra le due guerre mondiali si acuiscono le tensioni fra arabi, coloni ebrei e amministratori britannici; cresce l’immigrazione e si ampliano le proprietà possedute dagli ebrei Dal 1929 l’Agenzia ebraica finanzia e dirige l’immigrazione e gli acquisti L’insediamento ebraico disponeva di un sistema scolastico, di un’organizzazione fiscale autonoma, di un sindacato, l’Histadrut, che tutelava i lavoratori e gestiva un sistema sanitario e varie imprese industriali ed agricole Dell’Histadrut faceva parte anche l’Haganah, un’organizzazione militare creata negli anni ‘20 per garantire l’autodifesa degli insediamenti ebrei dagli attacchi arabi 11 La seconda guerra mondiale Pogrom russi anni ‘80 dell’Ottocento Originarono il moderno sionismo La Shoah, il più smisurato dei pogrom Orientò immediatamente il movimento verso la creazione di uno stato indipendente Durante la prima guerra mondiale Primo appoggio internazionale all’idea di un «focolare nazionale ebraico» Alla fine della Seconda guerra mondiale Viene concessa la Risoluzione dell’ONU sulla divisione del paese, sotto la cui egida sarebbe sorto lo stato di Israele Ottobre 1941: in un memorandum governativo segreto Churchill scrisse: «Posso subito dire che se la Gran Bretagna e gli Stati Uniti usciranno vincitori dalla guerra, la creazione di un grande stato ebraico in Palestina, abitato da milioni di ebrei, sarà uno dei punti principali da discutere alla conferenza di pace». 8 settembre 1939: Ben-Gurion disse ai comandanti dell’Haganah: «La prima guerra mondiale…ci ha dato la Dichiarazione Balfour. Questa volta, la nostra meta dev’essere la nascita dello Stato ebraico» 12 Piano di ripartizione dell’ONU, Novembre 1947 13 Novembre 1947: Londra annuncia che avrebbe ritirato le sue truppe dalla Palestina il 1°Agosto 1948 La divisione passa con un margine piuttosto ristretto (voto contrario viene espresso dai paesi arabi, da quelli mussulmani, da Cuba e dall’India) Sionisti e alleati furono soddisfatti; gli arabi lasciarono la sala dicendo che la risoluzione non aveva valore; non capivano perché il 37% della popolazione avesse ottenuto il 55% del territorio (del quale aveva posseduto fino a quel momento solo il 7%) «I palestinesi non capivano perché si facesse pagare loro il conto dell’olocausto…non capivano perché fosse ingiusto che gli ebrei restassero minoranza in uno stato palestinese unitario e invece fosse giusto che metà degli arabi palestinesi – la popolazione autoctona, che abitava il paese da secoli, diventasse dalla sera alla mattina soggetta ad un potere straniero». 13 Ben-Gurion e l’IDF Dicembre 1946: la leadership sionista nomina Ben-Gurion responsabile della difesa oltre che presidente dell’Agenzia ebraica Ben-Gurion riteneva che, se fino a quel momento il loro pensiero era stato quello di difendere lo Yishuv (comunità ebraica in Palestina) dagli arabi palestinesi, ora il problema principale era difendere la terra di Israele dagli stati arabi indipendenti che la circondavano, che avevano il diritto di acquistare e produrre armi e di mantenere eserciti ed addestrarli Per questo i preparativi della Haganah nel 1947 furono in vista di una guerra convenzionale contro una coalizione di Stati arabi, anziché in vista di una guerriglia da parte dei palestinesi Metà ‘48: l’Haganah si espande e si trasforma nelle Forze di difesa israeliane (IDF: Israel Defense Forces) 14 24/06/2017© Pearson Italia spa Nascita di Israele 14 maggio 1948: 24 ore prima che la Gran Bretagna rassegni il suo mandato a governare la Palestina, i coloni ebrei della regione proclamano unilateralmente lo Stato di Israele Ben-Gurion viene nominato premier del nuovo Stato Esito finale del progetto sionista, nato alla fine del XIX secolo, e di decenni di immigrazione di famiglie ebraiche nei territori della Palestina. 15 24/06/2017© Pearson Italia spa Dall’accordo Sykes-Picot alla nascita dello Stato di Israele 1916-1932 1916 •Accordo Sykes-Picot tra Francia e Gran Bretagna 1917 • Dichiarazione Balfour 1929 1922 •Egitto indipendente • Fondazione Agenzia ebraica 1932 • Iraq indipendent e •Nascita dell’Arabia saudita •evento Modello cronologia 1 16 Dall’accordo Sykes-Picot alla nascita dello Stato di Israele 1936-1948 1936/39 • Rivolta araba Modello cronologia 1 1939 1947 14 Maggio 1948 • Gli inglesi decidono di limitare l’acquisto di terreni in Palestina e di contenere l’immigrazion e (non più di 75.000 individui in 5 anni) •L’Inghilterra decide di abbandonare la Palestina • Viene dichiarata la nascita dello Stato di Israele •29 Novembre: Risoluzione n. 181 delle Nazioni Unite per la spartizione della Palestina 17 1948 • Scoppia la prima guerra araboisreliana 15 Maggio 1948(-49): Prima guerra arabo-israeliana Egitto, Giordania, Siria, Libano e Iraq (Stati della lega araba, nata nel 1945) inviano truppe a supporto della popolazione araba della Palestina in lotta contro il nuovo stato (la guerriglia fra lo yishuv e gli arabo-palestinesi era scoppiata già nel novembre del ‘47). La guerra, vinta da Israele, causa una prima migrazione di arabi palestinesi dai territori occupati dallo stato ebraico. 700.000 arabi fuggirono o furono espulsi dal territorio del nascente Stato ebraico e si stabilirono: in Giordania, nella striscia di Gaza, in Transgiordania, Siria e Libano, una minoranza in Egitto, Iraq, e nei vari paesi della penisola arabica. Alla fine della guerra meno della metà della popolazione palestinese si trovava ancora nella terra avita. 18 Yishuv (Comunità ebraica in Palestina) • Organizzazione bellica di tipo nazionale, con relativo addestramento ed armamento • Capacità di produrre armi in proprio • Società molto motivata (ferita della Shoah), semindustriale, con un elevato grado d’istruzione, ben organizzata Poteva contare su un unico dispositivo militare nazionale, qualcosa di cui gli arabi palestinesi mancavano completamente Arabi palestinesi • Società arretrata, in larga misura analfabeta • Poco organizzata e tipicamente contadina • «Indipendenza» e «nazione» per il cittadino medio sono concetti vaghi e astratti • Società indebolita dalle divisioni interne • Dopo secoli di dominio ottomano l’élite araba è egoista, corrotta ed inesperta nel campo della pubblica amministrazione • Durante il mandato britannico molte famiglie eminenti avevano venduto terreni ai sionisti e accettato mance e «finanziamenti» dall’agenzia ebraica 19 Seconda guerra arabo-israeliana 1956: a seguito della nazionalizzazione della Compagnia del canale di Suez, voluta da Nasser (che voleva porsi alla guida degli stati arabi contro Israele), Francia e Regno Unito intervengono a difesa dei propri interessi sul canale. Israele si schiera a fianco delle potenze occidentali e invade il Sinai egiziano. La crisi termina con l’intervento moderatore di Stati Uniti e Unione Sovietica, che costringono gli europei al ritiro. Israele si ritira dal Sinai Principale eredità politica della crisi di Suez: forte radicalizzazione dell’antagonismo arabo-israeliano. Nasser ed altri leader arabi cominciarono a parlare apertamente della necessità di un «terzo round» che doveva concludersi con la distruzione dello Stato ebraico. Agli occhi di molti la collusione israeliana con le due potenze ex imperialiste e la campagna militare contro l’Egitto avevano dimostrato che Israele era «il braccio armato» dell’imperialismo nel Medioriente. 20 1964: Nascita dell‘ Olp Nel 1964 nasce l’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp), che dal 1969 viene diretta da Yasser Arafat (1929-2004). La principale componente dell’Olp sarebbe stata Al-Fatah, fondata da un gruppo di esuli palestinesi negli anni ‘50 L’Organizzazione, di ispirazione laica, persegue lo scopo di riconquistare la Palestina agli arabi, facendo ricorso anche a metodi terroristici, ripudiati solo nel 1984. La conferenza che si tenne a Gerusalemme a Maggio del ’64 e che istituì l’Olp, si costituì in Consiglio nazionale palestinese, ovvero nel parlamento palestinese in esilio e approvò una Carta nazionale palestinese, che affermava il non-diritto all’esistenza dello stato israeliano e auspicava la creazione, al suo posto, di uno Stato arabo 21 1967: Guerra dei Sei giorni Nel 1967 il deterioramento delle relazioni fra Israele, l’Egitto e la Siria portano a un nuovo conflitto. Anche in questo caso lo stato ebraico dimostra la sua grande efficienza militare, imponendo con la pace ingenti ampliamenti territoriali: la penisola del Sinai, Gerusalemme est, la striscia di Gaza, la Cisgiordania e le alture del Golan. Forte della sua apparente vittoria nella guerra del 1956, Nasser continuò a perseguire l’obiettivo di unificare i popoli arabi contro l’Occidente colonialista, di cui Israele veniva considerato l’avamposto. Il 16 maggio del 1967 Nasser intimò alle truppe ONU di ritirare le proprie forze di pace stanziate nella penisola del Sinai, schierando il proprio esercito nel deserto, preludendo un attacco imminente. Quindi mise in atto una serie di provocazioni, fino a quando anche altri quattro Stati arabi (Siria, Iraq, Giordania e Arabia Saudita) avvicinarono i loro eserciti lungo il confine. 22 1967: Guerra dei Sei giorni Dal 1966: il Primo Ministro era Levi Eshkol (succeduto a Ben-Gurion) e Moshe Dayan era Ministro degli Esteri Le truppe ed i mezzi di cui disponeva Israele erano molto inferiori rispetto a quelli arabe. Moshè Dayan non aveva dubbi: l’attacco preventivo era l’unico modo per sopravvivere all’imminente offensiva degli Stati limitrofi. Alle 7.45 della mattina del 6 giugno 1967 l’aviazione israeliana bombardò a sorpresa le basi aeree di Egitto, Siria e Giordania. Oltre 400 velivoli da guerra furono distrutti prima ancora di spiccare il volo e le piste di decollo furono messe fuori uso, rompendo sul nascere il vantaggio aereo arabo e salvando le città israeliane e i suoi civili dall’orrore che sarebbe derivato dai bombardamenti. • Per sei giorni la guerra imperversò nel campo di battaglia. Il Generale Rabin, all’epoca capo di Stato Maggiore, coordinò le truppe su tre fronti. Le forze egiziane ammassate nella Striscia di Gaza furono spinte indietro nel deserto del Sinai, 160 km ad ovest del Canale di Suez. Le truppe siriane, che stavano inizialmente riuscendo a conquistare il nord della Galilea, furono spinte indietro di 25 km e persero il controllo delle Alture del Golan. L’esercito giordano, che inizialmente si trovava a soli 14 km di distanza dal mare fu spinto fuori dalla Cisgiordania, da Gerusalemme Est e oltre il fiume Giordano. 23 24 1967: Guerra dei Sei giorni L’Egitto perse la penisola del Sinai, la Giordania tutti i territori della riva occidentale del Giordano, inclusa la parte orientale di Gerusalemme (che venne successivamente annessa allo stato ebraico e proclamata sua capitale), la Siria, le alture del Golan Gli arabi contarono più di 30.000 morti, gli israeliani poche centinaia Altri 400.000 palestinesi andarono ad ingrossare le fila dei rifugiati nei campi profughi in Giordania e in altri paesi arabi Declino di Nasser e della sua politica di oltranzismo panarabo • • 22 Novembre 1967: Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite approva la «Risoluzione 242» (pietra angolare di tutti gli sforzi per la pace in Medio Oriente fino agli anni ’90) che sottolineava “l’impossibilità dell’acquisizione di territori per mezzo della guerra”, chiedeva una “pace giusta e duratura” in Medio Oriente, basata su concessioni territoriali in cambio della pace. Israele doveva ritirarsi dai territori occupati nel ’67, ma gli arabi dovevano rinunciare alla belligeranza e «riconoscere…la sovranità, l’integrità territoriale e l’indipendenza politica di ogni stato della regione, e il suo diritto a vivere in pace entro confini sicuri e riconosciuti”.. Israele vi aderì, anche se malvolentieri, seguita da Nasser e da re Hussein di Giordania, mentre i palestinesi, che avevano l'appoggio della Siria la rifiutarono. 25 1973: Guerra del Kippur 1969: Yasser Arafat pose le basi dell’Olp in Giordania; 1970: il re di Giordania Hussein, esposto alle rappresaglie israeliane a causa degli attentati terroristici dei feddayn (combattenti) palestinesi mobilita le sue truppe contro quest’ultimi e contro i palestinesi, costringendoli a riparare in Libano L’Olp estende la lotta terroristica a livello internazionale (dirottamenti aerei; attentato di Monaco del 1972 contro gli atleti israeliani che parteciparono alle Olimpiadi) 1970:muore Nasser e gli succede Anwar Sadat l presidenti egiziano, Sadat, e siriano, Hafiz Al-Assad, tentarono di recuperare i territori persi nel 1967; nessuno dei due mirava alla distruzione di Israele 6 Ottobre 1973: il giorno della festa ebraica dello Yom Kippur le truppe egiziane attaccano di sorpresa le linee egiziane e dilagano nel Sinai Israele riesce a capovolgere le sorti del conflitto grazie anche ai massicci aiuti statunitensi 26 Guerra del Kippur: conseguenze • Sul piano territoriale: non ci sono conseguenze • Sul piano politico: viene sfatato il mito dell’invincibilità di Israele • Diversi soldati israeliani protestano per l’inadeguatezza e l’impreparazione dell’esercito e gli errori di valutazione dei vertici politici e dei servizi segreti che, fuorviati dal pregiudizio relativo all’impreparazione e scarsa combattività degli arabi, avevano mostrato un «eccessivo senso di sicurezza», sottovalutando i segnali di pericolo • Gli egiziano sostengono di aver lavato l’onta del 1967 • Il canale di Suez viene chiuso per due anni • Gli Stati arabi (fra cui Arabia saudita, Iraq, Kuwait) decretano il blocco petrolifero contro i paesi occidentali, amici di Israele • La crisi assume una portata globale • 1977: fine del trentennale predominio laburista e vittoria elettorale del Likud, la formazione di destra di Manachem Begin 27 LO SHOCK PETROLIFERO 6 ottobre 1973 IV guerra arabo-israeliana (organizzazione dei paesi produttori di petrolio) CONTINGENTAMENTO PRODUZIONE DI PETROLIO Punire i paesi sostenitori di ISRAELE LA CRISI COLPISCE SOPRATTUTTO L’EUROPA OCCIDENTALE E IL GIAPPONE BRUSCO RIALZO DEL PREZZO DEL GREGGIO GLI USA SONO MENO DANNEGGIATI PERCHÉ AUTOSUFFICIENTI CRISI ENERGETICA E “AUSTERITÀ” NEI CONSUMI DIVERSIFICAZIONE FONTI ENERGETICHE © Doug Wilson/Corbis OPEC RISTRUTTURAZIONE INDUSTRIALE PER RIDURRE I COSTI DI PRODUZIONE 28 1978:Accordi di Camp David • Nel 1978, sotto gli auspici del presidente statunitense Jimmy Carter, il leader egiziano Anwar al-Sadat (1918-81) e il primo ministro israeliano Menachem Begin (1913-92) si incontrano segretamente negli Stati Uniti a Camp David (Maryland), per negoziare gli accordi che sono alla base di un trattato di pace del 1979. L'accordo consisteva di due documenti: il primo, «Framework» (cornice) prevedeva il ritiro, da realizzarsi a tappe, di Israele da tutto il Sinai in cambio del riconoscimento diplomatico da parte dell’Egitto, della pace e di normali relazioni diplomatiche Il secondo, la «Cornice di pace» affermava che le risoluzioni dell’Onu 242 e 338 dovevano servire da base per la soluzione pacifica dei conflitti fra Israele e i suoi vicini e che dette risoluzioni (basate sul criterio delle concessioni territoriali in cambio della pace) dovevano assicurare «la sovranità, l’integrità territoriale e l’indipendenza politica di tutti gli stati dell’area, nonché il loro diritto a viver in pace in confini sicuri e riconosciuti» 29 1978:Accordi di Camp David • • • • • • • • Gran parte della «Cornice di pace» era dedicata ai futuri negoziati sulla questione palestinese Questi avrebbero coinvolto rappresentanti d’Israele, dell’Egitto, della Giordania e del «popolo palestinese» Ci sarebbe stato un quinquennio di transizione che sarebbe iniziato con la nascita di un autogoverno arabo (o di un «consiglio amministrativo») e lo smantellamento da parte di Israele delle strutture del governo militare e dell’amministrazione civile Non oltre tre anni dall’inizio della fase di transizione sarebbero iniziati i negoziati tra i rappresentanti di Israele, Egitto, Giordania e i palestinesi scelti in rappresentanza di Cisgiordania e Gaza La «Cornice di pace» risulta, quindi, vaga su diversi aspetti di fondamentale importanza: Il ruolo dell’Olp come rappresentante di un rilevante numero di palestinesi Fino a quali posizioni si sarebbe ritirato l’Idf (Forze di difesa israeliane) Che ne sarebbe stato degli insediamenti ebraici e dei loro abitanti L’Olp definì Camp David una «cospirazione» antipalestinese l’Egitto firmerà il trattato di pace con Israele nel marzo 1979 e otterrà la restituzione della penisola del Sinai (occupata da Israele nel 1967) Il presidente egiziano Sadat (a causa della firma del trattato di pace, condannata dalla maggioranza degli stati arabi) sarà vittima al Cairo di un attentato organizzato da un gruppo integralista islamico nel 1981 La questione palestinese Stati Arabi e Olp Metà anni ‘80 • Gli accordi di Camp David vengono vissuti come un «tradimento» dell’Egitto •Rifiuto di ogni trattativa con Israele • Gli Stati moderati (Giordania, Arabia saudita) e la stessa dirigenza dell’Olp sono disposti a trattare con Israele e a riconoscerne l’esistenza in cambio del suo ritiro dai territori occupati (Cisgiordania e striscia di Gaza) 1987 Intifada: risveglio I dirigenti di Israele La rivoluzione dei sassi • avevano avviato una parziale «colonizzazione» dei territori occupati • rifiutano la trattativa con l’Olp di Arafat, considerata un’organizzazione terroristica • si oppongono alla creazione di uno Stato palestinese Dal 1975 • In Libano, dove l’Olp aveva le sue basi, scoppia una cronica guerra civile fra cristiani, sunniti, sciiti, drusi • 1982: l’esercito israeliano si spinge fino a Beirut per cacciarne le basi dell’Olp •Il massacro di Sabra e Shatila (settembre 1982) - un campo di profughi palestinesi alla periferia di Beirut - ad esempio è stato compiuto da truppe dell'esercito cristiano-libanese ma con la complicità dell'esercito israeliano, Dopo le guerre araboisraeliane del 1956/1967/1973 Israele 1967-1982 La penisola del Sinai, occupata da Israele nel 1967, viene restituita all’Egitto dopo la pace del 1979 La striscia di Gaza Abitata da palestinesi (dal ‘48 era stata annessa all’Egitto) è rimasta sotto l’occupazione di Israele Cisgiordania Annessa alla Giordania dal ‘48 e persa nel ‘67 è rimasta sotto l’occupazione di Israele Striscia di Gaza e Cisgiordania Costituiranno il nucleo del futuro Stato palestinese Gerusalemme Occupata da Israele in parte nel ‘48 e in parte nel ‘67, nel 1980 è stata proclamata «capitale eterna» dello Stato ebraico Alture del Golan Strappate alla Siria nel ‘67 vengono annesse allo Stato di Israele nell’81 2005 La striscia di Gaza viene sgomberata dagli israeliani con decisione unilaterale del governo 32 Israele dopo il 2000 Dicembre 2008 A seguito di una serie di lanci missilistici effettuati dalla striscia di Gaza e che hanno provocato in otto anni circa 15 morti e alcune centinaia di feriti, Israele lancia una durissima offensiva militare denominata «piombo fuso». L'attacco provoca 1203 vittime tra i palestinesi - tra cui 450 bambini - e oltre 5000 feriti; mentre i morti dell'esercito di Tel Aviv sono stati 10 e 3 i civili. L'Onu ha condannato l'aggressione con la risoluzione 1860 del 8 gennaio 2009. Dall'aprile 2006 Ariel Sharon è in stato vegetativo permanente (muore nel 2014) Il suo successore e attualmente premier in carica è Benjamin Netanyahu. Entrambi appartengono al Likud, partito di destra, fautore di una politica di occupazione armata e una sottomissione dell'autorità politica palestinese. 2004 Muore Arafat, il suo successore è Abu Mazen; dal 2005 al 2013 Abu Mazen è Presidente dell''Autorità Nazionale Palestinese. Dal 2013 quando l'ANP è stata formalmente assorbita dal proclamato Stato di Palestina, è Presidente della Palestina e dell'Organizzazione per la liberazione della Palestina. Con Israele si è sempre dichiarato aperto al dialogo, ma ha rifiutato di proseguire i negoziati fin quando quest'ultimo continuerà a costruire nuovi insediamenti nei territori occupati. 33