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41828 Pluralisti

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FILOSOFI PLURALISTI
I pluralisti sono quei filosofi del V secolo che considerano l’archè come una molteplicità di elementi.
Obiettivo dei pluralisti è spiegare razionalmente anche il mondo apparente, considerando la realtà che non
nasce e non muore costituita dagli elementi ultimi di cui sono fatte le cose. Questi elementi, essendo vari,
possono unirsi e dividersi in infiniti modi generando così il divenire, la molteplicità e la differenza.
Filosofi pluralisti furono Empedocle, Anassagora e Democrito.
Empedocle
Empedocle identifica 4 elementi primordiali che, mescolandosi, danno origine alla realtà e al
divenire. Essi sono: terra (elemento solido), acqua (elemento liquido), aria (elemento gassoso), fuoco (luce e
calore). Tuttavia, per giustificare il dinamismo della natura Empedocle concepisce l’esistenza di due principi
che portano le radici ad aggregarsi e disgregarsi: l’amicizia e l’inimicizia. Il divenire è l’eterno moto
pendolare che va dallo “sfero” (l’amicizia al centro e l’inimicizia ai margini) al “vortice” (viceversa). Le due
forze non possono sconfiggersi e nel nostro mondo noi viviamo in una fase intermedia, dove tutto è
particolarmente unito e tutto parzialmente separato: in caso contrario, non ci sarebbe nulla.
Secondo Empedocle “il simile conosce il simile”: ciò significa che noi conosciamo il mondo esterno
quando le 4 radici che sono in noi entrano in contatto con le 4 radici presenti negli oggetti esterni. La
sensazione deriva dagli effluvi che si staccano dagli oggetti e penetrano nei pori. Anche il pensiero viene
spiegato da un punto di vista fisiologico: esso sarebbe “sangue che circola intorno al cuore” e la conoscenza
si ottiene quando la ragione è divisa nelle viscere.
Infine, dal momento che siamo fatti tutti della stessa materia, che è unica e indistruttibile, in un certo
senso siamo immortali.
Anassagora
Anassagora non limita l’archè ai 4 elementi, ma a un numero infinito di semi come infinite sono le
qualità delle cose percepibili dai sensi. Egli ritiene che, scomponendo una qualità, arriviamo alle sue parti
omeomere, cioè uguali. Ogni cosa è composta da tutti i semi e le caratteristiche sensibili dipendono da quali
semi prevalgono in un determinato elemento.
Contrariamente ad Empedocle, Anassagora sostiene che è il diverso a conoscere il diverso per le
percezioni che abbiamo in base alla diversità tra le qualità nell’oggetto e nel soggetto (es. il caldo che appare
più intenso a una mano fredda che a una riscaldata). Ma la conoscenza non finisce con la sensazione: gli
uomini possiedono anche esperienza, memoria, sapere e arte.
Anassagora crede che gli astri siano delle pietre infuocate e nega quindi l’associazione con le
divinità. Il suo interesse per la realtà è rivolto solo a cause naturalistiche.
Democrito
Secondo Democrito l’essere non è infinitamente indivisibile ma è divisibile in atomi, la parte più
piccola che non si può più dividere. Essi si muovono in modo caotico ovunque e formano il tutto, sono eterni
e imperituri. Le realtà sensibili sono create dalla composizione e scomposizione degli atomi, che sono
inframezzati dal vuoto.
Aristotele differenzia gli atomi per forma, ordine e posizione ritenendo che non ci siano altre
distinzioni ed esemplifica il tutto con le lettere: A e N si distinguono per forma, AN e NA per ordine, N e Z
per posizione (ruotando di 90° la N diventa z, soprattutto nella grafia antica dalle lettere quadrate). Le
caratteristiche degli atomi sono quindi geometriche e dalle loro combinazioni derivano i caratteri secondari:
esempio atomi lisci e rotondi = dolce, atomi spigolosi e acuminati = aspro. Infine per Democrito non c’è un
solo cosmo eterno o ciclicamente riprodotto ma un’infinità di mondi che si fanno e disfano nello spazio e nel
tempo.
Gli effluvi sono sottili pellicole di atomi che spiegano le immagini di dei e demoni mentre è dubbio
l’utilizzo circa le sensazioni. Per Democrito le sensazioni sono soggettive, identiche per convenzione. Non
possiamo percepire gli atomi con i sensi, e quindi dalle apparenze sensibili non abbiamo conoscenze vere per
conoscere ciò che è oggettivamente vero (per Democrito gli atomi e il moto). Bisogna quindi andare oltre le
sensazioni. Dal momento che le apparenze sono soggettive, bisogna arrivare a verità oggettive non derivanti
dai sensi tramite il ragionamento. Le cose nascoste si comprendono attraverso le apparenti.
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