BIOETICA Bioethics: bridge to the future (V.R. Potter 1970, 71) una definizione • una parte della filosofia (precisamente, un sapere “pratico” applicativo) • che studia i limiti di liceità/illiceità e le implicazioni sociali degli interventi dell’uomo sulla vita (umana e non, esistente e non, anche su oggetti inanimati) • interventi resi possibili (o che saranno resi possibili) dallo sviluppo della tecno-scienza in biomedicina problemi “di frontiera”/quotidiano interrogativi: • tutto ciò che è tecno-scientificamente possibile in ambito biomedico è anche eticamente lecito? (tra “ scientismo tecnologico ” e “oscurantismo”) • quali limiti di liceità? quale è (se esiste) fondamento del valore e dei diritti della vita (umana e non)? argomenti (bioetica biomedica) inizio vita: sperimentazione su embrioni, tecnologie riproduttive, clonazione, diagnosi prenatali gravidanza, contraccezione, sterilizzazione, aborto, fine vita: morte, accanimento terapeutico, eutanasia, DAT, SVP, terapie palliative rapporto medico (personale sanitario)/ paziente recenti argomenti sperimentazione dei farmaci, comitati etici cellule staminali, trapianti, test genetici postnatali, ibridazione biobanche, biometria, neuroscienze, nanotecnologie, telemedicina, enhancement (doping) medicine alternative psichiatria argomenti (bioetica sociale) minori, anziani, disabili bioetica interculturale (vulnerabilità: povertà/salute - sviluppo) equità distribuzione risorse (responsabilità sociale) (bioetica ‘globale’: questioni emergenti/persistenti) argomenti (bioetica animale, ambientale) - animali (vita, libertà): sperimentazione, allevamento, macellazione, vegetarismo/vegarismo, pet therapy, ogm) - ambiente (ogm, brevettazioni, biotecnologie e sicurezza) precauzione generazioni future bioetica ‘oltre umano’ transumano/postumano - impianti tecnologici nel corpo - intelligenza artificiale - robotica/roboetica elementi - biomedico sociale ecologico-ambientale postumano/transumano 1. etiche della disponibilità della vita • teoria libertaria o soggettivismo radicale • teoria utilitarista (interesse/preferenze) libertarismo • materialismo-meccanicistico: esiste solo materia • neopositivismo: solo fatti conoscibili • individualismo teoria libertaria non cognitivismo etico - esistono i fatti (solo) - solo i fatti sono conoscibili - i valori non sono conoscibili conseguenza: ‘etica senza verità’ (oggettiva) soggettivismo etico (verità solo soggettiva): valori autoreferenziali – libertà senza limiti (arbitrarismo) bioetica libertaria • principio di autonomia (autodeterminazione: libertà assoluta) T.H. Engelhardt obiezioni • non protezione per chi non è autonomo • conflitto di autonomie: irrisolto • accordo presuppone dialogo e condivisione sostanziale • individualismo: solitudine teoria utilitarista individuo agisce istintivamente: perseguire il piacere (gioia, felicità) ed evitare il dolore (sofferenza, infelicità) etica consequenzialista: valore/conseguenze delle azioni: produzione piacere/dolore bene/male: risultato del calcolo costi/benefici etica benesserista (welfarism): utile (benessere) ‘qualità della vita’ (vs. etica della ‘sacralità della vita) bioetica utilitarista • principio: massimizzazione del piacere/gioia/preferenze – minimizzazione del dolore/sofferenze/frustrazioni per il maggior numero di individui • principio della simpatia (interesse emotivo per la sorte degli altri) obiezioni • non morale del senso comune • uomo non agisce solo in vista della ricerca del piacere (ed evitare dolore), ma anche per senso del dovere (intenzioni) • contrasto tra interessi individuali/interessi collettivi • incalcolabilità del piacere/dolore (soggettivi) 2. etiche della indisponibilità della vita teoria della responsabilità teoria della cura teoria del personalismo ontologico teoria della responsabilità • rischi: minacce all’ambiente (danni irreversibili che possono compromettere salute umana e sopravvivenza della vita sulla terra) costringe a dilatare l’etica oltre l’uomo e oltre il presente • dovere dell’uomo di tutela dell’ambiente e delle generazioni future principio responsabilità H. Jonas “il principio responsabilità” ogni ente agisce in vista di un fine l’uomo (essere razionale) è in grado di orientare le proprie azioni: scelte, senso morale “è meglio che la vita continui ad esistere” responsabilità (cura) nei confronti di chi è debole (asimmetria, areciprocità) teoria della responsabilità “macroetica”: ‘agisci in modo che le tue azioni siano compatibili con la permanenza della vita sulla terra’ etica interspecifica e intergenerazionale, planetaria (dilatazione nello spazio e nel tempo) responsabilità • dalla libertà alla responsabilità: necessità del riferimento all’altro-interpersonale (vs. individualismo)/risposta- conseguenze delle proprie scelte • corresponsabilità teoria del personalismo ontologico a. finalismo ontologico: natura come insieme di enti che tendono verso un fine/identificazione del bene = fine/gerarchia di fini-beni (bene/fine ultimo: ciò che viene cercato per se stesso e non in vista di altro/realizzazione della propria natura) b. conoscibilità del bene (fine) mediante la ragione c. possibilità di trarre il dover essere dall’essere oggettivismo etico/universalismo etico (libertà come adesione al bene) personalismo ontologico: • • • • principio della difesa della vita fisica principio terapeutico principio della libertà/responsabilità principio della socialità/sussidiarietà bioetica della cura C. Gilligan “In a different voice: psychological theory and women’s development” (1982) • prima riflessione sistematica sulla cura come concetto • studio dello sviluppo psicologico-morale di maschi e femmine: da rilevazione empirica trae alcune considerazioni generali (vs. Kohlberg e Piaget che affermavano che lo sviluppo femminile fosse inferiore allo sviluppo maschile): diversità (non gerarchia) di approcci morali (modo di ragionare etico) C. Gilligan “ • • • • • approccio morale maschile” individualità; autonomia; autoreferenzialità atteggiamento di rispetto formale; distacco impersonale (astrazione) imparzialità (gerarchia di valori) logico-deduttiva giustizia (principi universali, regole di simmetria, razionalità) “approccio femminile” • relazionalità (rete, contesto); responsabilità • coinvolgimento interiore; personale (concreto, particolare, contestuale) • vincolo affettivo • induttivo-esperienziale • cura (attenzione, ascolto, empatia, preoccupazione e sollecitudine, compassione) bioetica della cura a) relazione: prendersi cura è un atteggiamento strutturalmente relazionale (vs. individualismo) b) relazione asimmetrica: prendersi cura significa riconoscere che il rapporto che posso stabilire con l’altro non è paritetico - chi ha bisogno della cura è in una condizione di debolezza, vulnerabilità (vs. contrattualismo) c) relazione areciprocità: sollecitudine indipendentemente da quanto si ottiene in cambio (vs. utilitarismo) bioetica della cura • attitudine interiore (vissuta: razionale, emotivo) che si traduce in comportamento nella esperienza quotidiana • obbligo che proviene (spontaneamente) dall ’ interno (non imposto coercitivamente da regole esterne) • compito, impegno attivo, motivazione personale (“bioetica delle virtù”) cura/care • umanizzazione dell ’ agire in ambito sanitario contro la tecnicizzazione/ managerializzazione/aziendalizzazione e burocratizzazione dell’agire sanitario • allargare lo sguardo: attenzione al benessere globale del paziente • relazione interpersonale, motivazione interiore (che non si limita al fare, ma pensa all’essere), impegno verso l ’ altro; beneficialità (alleanza terapeutica) cura/care umanizzazione dell ’ agire (in generale): atteggiamento esistenziale nei confronti di chi ha bisogno di cure: soggetti in condizione di vulnerabilità (debolezza): non solo i malati, embrioni e morenti, ma anche i bambini, gli anziani, i disabili, emarginati, svantaggiati, indigenti molto usata nella bioetica sociale INIZIO VITA pma genetica aborto PMA • aumento della sterilità/infertilità (cause diverse) • sviluppo delle tecnologie che consentono la procreazione medicalmente assistita/artificiale distinzioni • fecondazione intracorporea/extracorporea (FIVET) • fecondazione omologa/eterologa • maternità surrogata (incubatrice: ovocita della committente; vicaria: ovocita della gestante) (ectogenesi; clonazione; ibridazione; fecondazione/gestazione interspecie;) teoria libertaria/utilitarista libertà procreativa: l’individuo deve essere libero di scegliere quello che vuole, anche in ambito riproduttivo 1. embrione non è soggetto (non ancora autonomo): non ancora un soggetto (teoria annidamento; 14° giorno; formazione sistema nervoso; corteccia; autonomia) lecita manipolazione di embrioni (sovraproduzione, riduzione, selezione, crioconservazione) teoria libertaria 2. non esiste ‘la’ famiglie, ma ‘le’ famiglie (concezione storicista, contrattualista): per accedere alla tecnica non è necessaria la doppia figura genitoriale eterosessuale; accesso anche a donne e uomini single, coppie omosessuali, donne in menopausa; ammessa la procreazione post-mortem, che anche essa presuppone la nascita di un bambino sprovvisto di una delle due figure genitoriali teoria libertaria liceità: eterologa, donna sola, vedova, coppie omosessuali, coppie di fatto, donne in menopausa argomenti a sostegno: a) privacy; uguaglianza e non discriminazione (anche femminismo) b) mancano studi che dimostrino problemi in figli di single/vedove, coppie omosessuali, mamme tardive; ciò che davvero conta è l’affetto c) possibilità di ricorso a figure extra-familiari teoria libertaria ammessa la eterologa (privacy dei genitori, non obbligo di rivelazione al nato delle sue origini; anonimato del donatore/anche remunerazione) teoria libertaria una parte del pensiero femminista liberale insiste sulla visione proprietaria del proprio corpo e nella esigenza di superare la concezione patriarcale delle relazioni familiari teoria libertaria unico limite: l’accertamento del senso di responsabilità, ritenendo che non esista una prova empirica di un eventuale danno per il nascituro meglio nascere con un genitore solo o con genitori omosessuali o di una certa età piuttosto che non nascere affatto maternità surrogata liceità: (sia se richiesta da donna senza utero che da donna con utero) - atto remunerato: parità uomo/donna - atto gratuito: filantropico, solidarietà (anche all’interno della famiglia, per evitare commerci) l’importante che la scelta sia libera e autonoma (non costrizioni economiche o psicologiche) maternità surrogata - diritto alla salute dei genitori committenti - necessità di un atto consapevole privo di costrizioni da parte della madre di gestazione - la madre committente se ha fornito l’ovulo è la madre genetica e ricopre un ruolo più rilevante della madre di gestazione teoria restrittiva responsabilità procreativa: scelta di accesso alle tecnologie è subordinata ad una serie di considerazioni 1. statuto soggettivo dell’embrione umano (soggetto dall’inizio) 2. la famiglia come comunità naturale teoria restrittiva famiglia: priorità del modello naturale di famiglia (“la”): bigenitoriale eterosessuale stabile non tardiva liceità solo della PMA omologa (coppia sposata e/o di fatto) differenza sessuale ritenuta indispensabile per identificazione del bambino teoria restrittiva illiceità della PMA eterologa: problemi emergenti di difficile soluzione: - asimmetria nella coppia (richieste di disconoscimento di paternità: nel caso si effettuasse, non ammissibile disconoscimento/anonimato) - possibile trauma del nato nell’apprendere la modalità del proprio concepimento artificiale e non naturale (analogamente all’adozione: condizione più complessa) teoria restrittiva - garantire l’interesse/diritto del figlio a conoscere le proprie origini biologiche(il segreto/anonimato è una tutela solo per possibile stigma sociale; ma la disponibilità di test genetici rende fragile il segreto); - evitare il possibile rifiuto di un figlio affetto da malattie genetiche da parte della madre biologica o sociale che non sia anche la madre genetica; - impedire il rischio di una mercificazione dei gameti maschili e femminili e nel caso specifico di ovodonazione evitare pratiche mediche (stimolazione ovarica e prelievo di ovociti) particolarmente faticose e nocive per la salute della donna e che possano tradursi in un suo sfruttamento - nel caso di segreto/anonimato: pericolo di unioni incestuose teoria restrittiva illiceità di PMA donna sola/post-mortem: mancanza, per scelta a priori, di una figura genitoriale teoria restrittiva illiceità di PMA coppie omossesuali: - mancanza di una differenziazione sessuale genitoriale rilevante per la costituzione dell’identità personale - mancanza di una delle due figure genitoriali sessuali comporta il rischio che il figlio rimanga impigliato nel ‘narcisismo parentale’ senza che si instauri quella progressiva separazione che consente al nato di divenire sé teoria restrittiva illiceità di maternità tardiva: eccessiva tecnicizzazione e medicalizzazione del corpo femminile, desiderio anacronistico, che può essere causa di gravi disagi psichici, oltre che ad inevitabili disagi sociale maternità surrogata illiceità: - proceduralizzazione della nascita - frantumazione della figura materna (problemi di identificazione per nascituro; conflitti tra madri) - legame madre gestazionale e nascituro - strumentalizzazione del corpo femminile - mercificazione del nato - non certezza della maternità; possibile rescissione del contratto problema aperto: embrioni residuali - embrioni soprannumerari (prima della legge)/congelati dopo la legge (sia anomali che sani non impiantati) a. embrioni in attesa di impianto b. embrioni abbandonati (di cui non è richiesto l’impianto) c. embrioni non impiantabili (anomali) abbandonati (irreperibilità dei genitori/decesso/età avanzata; rifiuto esplicito dei genitori all’impianto) non identificabili possibilità: - distruzione (costi, problemi organizzativi, degenerazione) - destinazione/donazione alla ricerca (art. 9, 33, Cost: libertà di ricerca scientifica) - estinzione naturale - adozione prenatale (adozione per la nascita): per donne single o coppie sterili, non trauma del distacco, esperienza della maternità, solidarietà obiezioni all’adozione prenatale: - eterologa? non intenzione fecondazione eterologa, ma intenzione di adozione di embrione - surrogata? gestazione come assunzione di ruolo genitoriale - poche richieste? diritto a nascere (chance di vita) CNB: adozione prenatale (2005) - accertamento stato di abbandono divieto di commercio riservatezza se genitori rifiutano impianto e rifiutano adozione, adozione comunque possibile (embrione non è oggetto di proprietà, ma prevale interesse a vivere) CNB: embrioni non impiantabili (2007) - alcuni: non impiantabilità come criterio di morte embrionale: donazione alla ricerca - altri: non impiantabilità criterio prognostico non diagnostico di morte; ancora cellule vitali (ogni cellula totipotente) genetica • test genetici prenatali test genetici - pre-natale: pre-impianto (embrioni); postimpianto (feti); post-natali (minori, adulti) diagnostici (patologie in atto); presintomatici-preclinici (rischio di malattia, portatori sani); predittivi (predisposizioni/suscettibilità a malattia) test genetici prenatali 1. aumento possibilità della conoscenza (quantitativo-qualitativo)/limiti (‘sopravvalutazione della genetica’; ‘mistica del gene’; ‘sacralizzazione del gene’; ‘metafisica del gene’; genocentrismo, geno-mania) test genetici prenatali - non conoscenza di tutte le patologie genetiche - conoscenza non certa: attendibilità (diagnosi di patologie attuali)/probabilità (diagnosi di patologie future) - conoscenza genetica non è conoscenza di tutto l’uomo (vs. riduzionismo/determinismo genetico antropologico) test genetici prenatali 2. anticipazione della conoscenza: non sempre terapie esistenza di uno ‘scarto/divario’ tra diagnosi/terapia in ambito genetico ‘sapere genetico’ non è ‘neutro’: doveri/diritti dal caso alla scelta dal caso (lotteria genetica): non conoscenza, sorte imprevedibile: l’ineluttabilità escludeva qualsiasi dubbio e qualsiasi dilemma morale alla scelta: c’è conoscenza (possibilità) a) se conoscere o non conoscere b) cosa farne della conoscenza (‘sovraccarico morale’): rispetto a sé e agli altri (nascituro) test genetici prenatali 3. sicurezza della tecnica: rischi/attendibilità dei test genetici prenatali test preimpianto: rischio di sopprimere/danneggiare l’embrione (breve, lungo termine), attendibilità del risultato, totipotenzialità delle cellule test postimpianto: rischio di sopprimere/danneggiare il feto (breve, lungo termine), attendibilità del risultato problema bioetico conflitto tra valore dell’autonomia della decisione della donna/coppia (non trasferimento dell’embrione; interruzione di gravidanza): se fare test/decisione successiva valore della vita del nascituro (a prescindere da condizione di salute(malattia): - embrione in provetta: esterno al corpo materno, piccolo/impercettibile (percezione ‘asettica) - feto: interno del corpo materno, sembianze umane emotivamente diverso: moralmente/ontologicamente? rischio: eu-genetica negativa eu-genetica: uso della genetica (conoscenza/interventi) per il ‘miglioramento/perfezionamento’ dell’essere umano/specie umana: selezione (espressione ‘asettica’) eliminazione di embrioni, feti malati, portatori sani di malattie o con predisposizioni a malattie inguaribili/guaribili (eugenetica negativa) rischio di ‘discriminazioni genetiche’ (genoismo) teoria libertaria - autodeterminazione procreativa: come, quando (non limiti: accesso) - nascituro: non statuto morale (non ‘ancora’ persona) (non limiti: produzione/riduzione/selezione) test prenatali - dovere di conoscere (fare test genetici prenatale: irrilevanza dei rischi) - dovere selettivo: dovere di eliminare chi non sano (dovere di avere figlio sano) dalla ‘innocenza procreativa’ alla ‘beneficienza procreativa’: dovere di fare nascere il bambino con le migliori possibilità di vita; di non far nascere bambino con ‘difetti’ (wrongful birth/life) dovere evolutivo: se non seleziono ho responsabilità etica (colpa giuridica: ‘danno da procreazione’) teoria utilitarista - autonomia procreativa (non limiti di accesso) - embrione non ha statuto morale (non senziente); feto non ha statuto morale (se non qualità di vita) test prenatali - non dovere di conoscere: se fare test molto rischioso (e costoso), meglio non farlo (rischio di perdere embrione o feto sano; rischio di falsi positivi/negativi; costi) - dovere selettivo: dovere di selezione neonato (lecita eutanasia neonatale: QALY) chi fa nascere bambino con difetti, paga (società non obbligo morale dei costi delle cure) obiezioni • nascituro non soggetto, ma ha ‘diritto a non nascere’/‘diritto a nascere sano’ (presupposto: soggettività) • contraddizione autodeterminazione/dovere (Savulescu: ‘dovrebbe’/’sarebbe meglio che’): qdv: soggettivo obiezioni autonomia decisionale? • paura dello stigma sociale per i figli (emarginazione sociale) • timore per i costi dell’assistenza (condizionamento economico) • conseguenza giuridica: colpa per avere fatto nascere/accettato il rischio di fare nascere un bambino malato (wrongful birth, conception, pregnancy) obiezioni • ‘prevenzione’: evitare insorgenza di patologia/eliminazione del soggetto malato • dilatazione: malattia, portatore sano, predisposizione a malattia; inguaribile/guaribile – indesiderabili ‘pendio scivoloso’: da eugenetica negativa a eugenetica positiva: rifiuto della ‘imperfezione’/ricerca della ‘perfezione pericolo Francis Crick: “nessun neonato dovrebbe essere riconosciuto come umano prima di aver subito un certo numero di test sulla dotazione genetica” eugenetica dell’eugenetica di Stato potenza e della razza a una eugenetica privata, fondata sul consenso, alle volte compassionevole (non posso imporre sofferenze così grandi) e alle volte consumistica (non è il bambino che aspettavo) etiche della indisponibilità della vita orientamenti ‘laici’ (non cattolici): J. Habermas, J. Sandel teoria del personalismo ontologico: ‘cattolico’ J. Habermas - dignità non subordinata a test genetico; dignità scritta nei geni (profilo genetico): “test: ammissibilità al mondo” - ingiustizia: chi non è selezionato è in condizione si svantaggio, emarginazione, esclusione J. Sandel ritorno al caso (alla ‘innocenza procreativa’): accettazione dell’imprevedibile, dell’inatteso (vs. scelta: dominio, controllo, padronanza) il ‘ricatto della perfezione’ modificherà: - umiltà nei confronti di ciò che è dato (dono) - responsabilità (ci sentiremo colpevoli in ogni caso, sia per aver scelto la vita sia per non averla scelta) - solidarietà (diminuirà la sensibilità verso le condizioni di emarginazione e l’attenzione per i meno fortunati) (anche chi è disabile ha risorse; anche chi nasce sano può divenire disabile) J. Sandel Sandel: “una volta mettere al mondo un neonato con la sindrome di Down era considerato una fatalità; oggi molti genitori con figli affetti dalla sindrome si sentono giudicati o biasimati” L. Kass la perfettibilità genetica avrà un prezzo: “la produzione di bambini ottimizzati o anche solo geneticamente sani” imporrà - il trasferimento della procreazione da casa al laboratorio - il controllo sul prodotto si può ottenere solo con una sempre maggiore spersonalizzazione di tutto il processo, e con la relativa trasformazione in produzione - sviluppo altamente disumanizzante bioetica personalista • responsabilità procreativa: limiti all’accesso alle tecnologie riproduttive • embrione è già soggetto: limite alla produzione/divieto della riduzione e selezione test prenatali - Illiceità della diagnosi preimpianto (rischi; totipotenzialità delle cellule) - liceità della diagnosi prenatale: valutazione delle indicazioni mediche (criteri scientifici condivisi)/rischi-benefici (concrete possibilità terapeutiche) va rispettata anche la scelta di non fare il test - non dovere selettivo: embrione ha diritto a nascere (non a essere sano) personalismo cosa fare se prognosi infausta - comprensibilità umana di chi sceglie la selezione; non ci deve essere una ‘costrizione’ alla selezione (riprovazione e biasimo sociale per chi accoglie la vita malata) - accettazione diventa una sfida, contro la società - necessità di assistenza sociale, aiuto (preparazione psicologica all’accoglienza) personalismo • diritto a nascere senza riserva • dovere di accettare la nascita valore di un essere umano non dipende dalle condizioni di salute personalismo • Testard “...qualsiasi progetto teso a selezionare gli individui sulla base di un qualsivoglia determinismo genetico è da considerarsi moralmente inaccettabile e pericoloso per il destino della specie umana. Infatti man mano che si procederà nella messa a punto dei marcatori genetici si dimostrerà che tutti gli embrioni sono in un modo o nell'altro anormali” consulenza genetica • consulenza genetica: genetista/equipe interdisciplianare fase prediagnostica: informazione completa, esauriente; bilanciamento dei rischi (donna, nascituro) benefici (conoscenza) fase postdiagnostica: informazine (ampiezza, qualità, durata del colloquio) consulenza genetica informazione graduale (commisurata alla capacità di comprensione) e obiettiva (fedele alla realtà): consulenza neutrale presentare e fornire tutte le possibili alternative (e le conseguenze/implicazioni di ogni opzione) in modo descrittivo (astenendosi da qualsivoglia valutazione), al fine di offrire all’individuo gli strumenti conoscitivi per una scelta autonoma (rispetto a sé e agli altri) ogni intervento del medico che risultasse impositivo o anche solo orientativo rispetto alla scelta individuale verrebbe considerato una indebita interferenza rispetto all’autonomia visione contrattualista: rapporto simmetrico tra medico e paziente, il medico registra l’autodeterminazione del paziente (quale essa sia) consulenza direttiva imporre al soggetto la accettazione della vita (non selezione) o la selezione visione paternalistica: medico decide per il paziente consulenza: consiglio informazione e aiuto a presa di coscienza, acquisizione di consapevolezza senza pressioni né nel senso del rifiuto (sollecitazione alla eliminazione) né della accettazione gradualità/sostegno psicologico e umano visione della ‘alleanza terapeutica’: relazionale medico/paziente (vulnerabilità del paziente: disponibilità del medico) fine vita accanimento eutanasie bioetica e fine vita rifiuto della morte a) prolungamento della vita ad ogni costo (tecnologicizzazione del morire): morte come insuccesso della medicina b) anticipazione della morte (rifiuto della malattia, della sofferenza): autonomia (gestione del morire)/ qualità della vita (se vita non sufficiente qualità, non vale la pena di essere vissuta) a. accanimento terapeutico • prolungamento tecnologico della vita: 1) non speranza di guarigione (malattia terminale/inguaribile)/morte imminente 2) gravi sofferenze (senza prevedibili benefici) 3) alti costi 4) scarsa disponibilità/accesso-applicazione alle tecnologie cure: distinzioni • “cure sproporzionate” (straordinarie): sperimentali (rischiose), futili (non efficaci), dannose, onerose, gravose (sofferenza) • “cure proporzionate” (ordinarie): bilanciamento rischi/benefici ottenibili, efficaci (medico), non gravose (sofferenza) b. eutanasia azione o omissione che, per sua natura e nelle sue intenzioni, procura anticipatamente (rispetto al decorso naturale) la morte dell’essere umano, allo scopo di alleviare le sofferenze eutanasie • passiva (omissiva)/attiva: lasciare morire/uccidere-provocare la morte • senza consenso (non volontaria/ con consenso (volontaria) - diretto/indiretto suicidio assistito (farmaci, tecnologie) c. rifiuto delle terapie salva-vita • rinuncia (sospensione)/rifiuto (non inizio) - autonomia: paziente porta ad esecuzione la sua volontà - dipendenza: paziente non è in grado di portare ad esecuzione la sua volontà/necessita intervento attivo/omissiovo di altri (medico) d. testamento biologico/DAT disposizioni/direttive/dichiarazioni anticipate di trattamento - espressione di volontà/desideri - di richiedere/accettare/rifiutare trattamenti sanitari - in condizione di non coscienza (fiduciario) fenomenologia fine vita fenomenologia: descrizione quali azioni concrete si discutono nella ‘fine vita’ (espressione asettica): paziente (malato imminenza morte, terminale inguaribile/irreversibile, grave, guaribile, depresso, chi non vuole vivere: condizione di autonomia/dipendenza) non eutanasia - palliazione/sedazione per malato nell’imminenza della morte (terminale inguaribile) (eutanasia lenitiva) - sospensione accanimento terapeutico (posticipazione morte ad ogni costo, ostinazione irragionevole, sproporzionata straordinaria: inefficace, futile, gravosa, onerosa) 1. disponibilità della vita soggettivismo: vita come valore relativo diritto di non curare/curarsi dovere di non curare/curarsi (diritto a non soffrire inutilmente; autodeterminazione nel morire) etica del valore soggettivo insindacabile della vita a) bene è ciò che è scelto (quale che sia la scelta) b) scelta di libertà è condizione necessaria e sufficiente della legittimazione giuridica disponibilità della vita dovere non curare/rispetto della volontà del paziente diritto a non curarsi/diritto a rifiutare le terapie (equivalente a diritto di accettare le terapie): qualsiasi diritto di morire disponibilità della vita - autodeterminazione - contrattualismo: il medico deve informare (rigoroso, dettagliato, esaustivo): informazione come neutra (equivalenti) descrizione/presentazione di possibili opzioni alternative (diagnosi, terapia) il paziente ha il diritto di scegliere in modo autonomo l’opzione che preferisce (presupposto: lucida autonomia): il consenso/dissenso informato: procedura formale di registrazione della decisione del paziente dopo che ha ricevuto l’informazione medico: esecutore passivo della volontà del malato implicazioni • favorevoli eutanasie (anche alla dis-tanasia) eutanasia volontaria (legislazione olandese/belga/lussemburgo): - richiesta volontaria attuale malato (imminenza morte, terminale inguaribile): autonoma, insistente - sofferenza insopportabile (equipe medica) - attiva/omissiva-diretta (indiretta? es. dott. Kworkian o ‘dottor morte’) eutanasia involontaria • neonatale (protocollo di Groningen), minori prima della autonomia (‘aborto postnatale) • geriatrica • sociale ‘pendio scivoloso’ suicidio assistito (legislazione svizzera) richiesta malato (non imminenza morte, non inguaribilità: depresso? malato tumore?) non gravità patologia, non autosufficienza (anche autonomo, guaribile) non insistenza non sofferenza: di aiuto a morire (procurare farmaci, togliersi la vita) (es. ‘dottor morte’, suicide machine) rifiuto terapie • incondizionato: in qualsiasi condizione, con qualsiasi richiesta diritto/pretesa vincolante in modo assoluto a vedere eseguire la propria volontà (dovere del medico) condizione autonomia/dipendenza obiezioni - ‘esistono limiti alla libertà; natura, società, altri’ - volontà paziente potrebbe non essere lucida (autodeterminazione); come accertare la effettiva autonomia del soggetto: dubbio “dovere di rifiutare le cure” (colpevolizzazione del malato che si sente un peso per gli altri) - suicidio assistito: perché non si uccidono da soli? (final exit: uscita di sicurezza); morte da altri/altro (suicide machine); morte scientifica, fredda/asettica, certa obiezioni - medico ha responsabilità terapeutica (deresponsabilizzazione terapeutica è pericolosa-abbandono) - rischio della burocratizzazione e disumanizzazione del rapporto con il medico - non spiega dovere sociale di solidarietà - pendio scivoloso: vite degne, indegne 2. indisponibilità della vita oggettivismo: vita come valore assoluto dovere di curare/curarsi diritto/dovere di vivere (obbligo di accettare terapie salva-vita; scelta solo tra terapie: es. dialisi o trapianto) indisponibilità della vita - responsabilità nei confronti degli altri oltre che di sé – salute come bene sociale - alleanza terapeutica (relazione medico/paziente: non paternalismo, ma riconoscimento di asimmetria; doversi del medico, doveri del paziente nella terapia) alleanza terapeutica medico non monopolio del sapere; paziente non autonomia lucida (non sempre), ma vulnerabilità non medico dà/impone la terapia, non paziente che lucidamente cosa vuole ma interazione/dialogo: medico che spiega parla ascolta comprende, paziente che parla sua sofferenza: soggettiva (modo di valutare vita/morte) affidamento, fiducia, costruzione continua alleanza terapeutica - deve informare il paziente: non presentazione neutra delle opzioni; non prevaricazione; ma persuasione e consiglio terapeutico - deve rispettare la coscienza morale: non deve essere complice della rassegnazione, ma accettare il rifiuto consapevole: non coercizione del trattamento sanitario precisazione “lasciare morire” c’è una responsabilità morale: viene meno atto dovuto di solidarietà non c’è responsabilità giuridica: non eutanasia problema aperto: rifiuto terapie in condizione di dipendenza/intervento attivo del medico implicazioni contro eutanasie e accanimento terapeutico: - facoltativo(non obbligatorio): lecito ricorrervi in assenza di altri rimedi e con il consenso (ci si può limitare alle cure ordinarie) - lecito/doveroso: sospensione (previo consenso della famiglia e parere del medico) – disumanizzazione del morire implicazioni • la sospensione dell’accanimento terapeutico non deve essere confuso con l’“abbandono terapeutico”: una cosa è sospendere trattamenti vitali sproporzionati mantenendo invece le cure proporzionate, altra cosa è sospendere i trattamenti (sproporzionati e proporzionati) con l’intenzione di anticipare il morire • l’uso di analgesici per alleviare le sofferenze è lecito, anche se possono abbreviare la vita, nella misura in cui non ci sia altro mezzo e con i consenso dei familiari obiezioni - dovere di curarsi e di vivere: etico, non giuridico - non esiste un ‘salutismo di Stato’ coercibile - negazione della libertà Testamento biologico/DAT • • • • • non problema bioetico: quale assistenza religiosa se assistenza domiciliare se donazione di organi se uso del cadavere (a fini didattici e/o sperimentali) • modalità di sepoltura 1) oggetto del testamento biologico a) dichiarazione può avere qualsiasi oggetto - anche richieste eutanasiche (non inizio o sospensione di cure proporzionate o ordinarie, senza le quali si muore) - anche richieste di accanimento terapeutico (continuazione di cure sproporzionate e inutili) principio di autodeterminazione: diritto di morire (come e quando) principio di qualità della vita: soggetto decide se la vita vale/non vale la pena di essere vissuta (atto pietoso) obiezioni non può contenere richieste eutanasiche o di accanimento terapeutico - ragione etica: indisponibilità della vita umana - ragione giuridica: diritto deve garantire relazioni simmetriche (prevaricazione volontà del paziente sul medico) - ragione deontologica: medico deve curare il malato (responsabilità terapeutica) (pendio scivoloso) oggetto della dichiarazione b) non può avere qualsiasi oggetto il sottoscrittore della dichiarazione non può chiedere l’eutanasia: non può rifiutare cure proporzionate (ragionevolmente efficaci; bilanciate, in quanto i benefici sono superiori o almeno uguali ai rischi previsti; reperibili; giuste) e ordinarie (alimentazione, idratazione) indisponibilità del bene vita; dignità intrinseca della vita umana oggetto della dichiarazione il sottoscrittore non può richiedere l’accanimento terapeutico se paziente le chiede, medico deve disattendere la richiesta (eccezione: per adempimento doveri morali indifferibili) oggetto della dichiarazione il sottoscrittore può (opportunità/non obbligo) esprimere un rifiuto dell’accanimento terapeutico - va precisato che il rifiuto dell’accanimento terapeutico vale per tutti: deontologia medica (anche per chi non sottoscrive la dichiarazione): la legge inutile? serve a rafforzare la deontologia - valenza della dichiarazione: opportunità per sottoscrittore di esplicitare il suo “vissuto” (sua vicenda esistenziale) al medico (dimensione soggettiva dell’accanimento terapeutico: “straordinarietà”) oggetto della dichiarazione possibilità di esprimere (in modo articolato) quali terapie sono percepite dal soggetto come accanimento terapeutico (e dunque quali terapie rifiuterebbe) - soglia del dolore, ripugnanza per uso di certi mezzi percepiti come invasivi, non accettazione di certi rischi o costi - percezione dell’“efficacia globale” (distinta dall’efficacia medica) oggetto della dichiarazione esplicitare: • preferenze tra diverse possibilità terapeutiche • preferenze nel morire (cure palliative, umanizzazione del morire, non abbandono) • preferenze dopo la morte (organi, uso cadavere, modalità di sepoltura) b) il soggetto della dichiarazione • acquisizione della consapevolezza che si tratta di un consenso informato anticipato assunzione del “rischio” che la scelta espressa possa non corrispondere alla scelta che avrebbe fatto nella situazione successiva (senza avere la possibilità di esprimersi) problema aperto consenso informato anticipato (distanza cronologica) a) consenso davvero informato? - per quanto medico possa descrivere dettagliatamento una possibile patologia futura; il soggetto non competente (inferiorità, difficoltà) - il soggetto non vissuto mai patologia, si confronta con possibilità eventuale sguardo freddo distante; alternanza di stati d’animo (può essere codificata?; e se riemerge l’istinto di sopravvivenza?) b) evoluzione tecnologica c) medico ruolo del medico a) prendere atto passivamente/acriticamente delle richieste, esaudirle (a prescindere dalla propria coscienza deontologica) dal paternalismo medico al contrattualismo: riduzione rapporto paziente/medico a contratto burocratico vincolatività della dichiarazione (testamento, disposizioni): deresponsabilizzazione del medico (disincentivazione al dialogo) medico rischio: medico non agisce tempestivamente per curare il malato, ma si limiti ad accertare se ha compilato il modulo ed attenersi alle volontà (medico come esecutore testamentario) (ma allora: pazienti, stessa patologia, possono essere trattati in modo diverso: discriminazione?) obiezione - prevaricazione dell’autonomia: conflitto (contestuale e simultaneo) delle autonomie (paziente, medico, familiari: chi decide che debba decidere: se scelte sono paritetiche nessuna autonomia può prevalere - asimmetria nel diritto medico b) il medico deve “tenere conto” delle dichiarazioni del malato - non sono vincolanti (ma orientative) - può disattenderle (motivandone la ragione): per circostanze concrete (evoluzione tecnologica), per coscienza deontologica d) tutore/fiduciario a) tutore: - controlla la correttezza delle procedure, applicate in modo meccanico (allora inutile) - interpreta in modo personale/creativo le volontà espresse e verifica il momento corretto della applicazione (enorme responsabilità; pericolo di fraintendimenti) tutore b) fiduciario deve controllare che l’applicazione delle dichiarazioni non scivoli verso l’eutanasia (abbandono terapeutico) operare per il “miglior interesse del malato” (ambiguità) stato vegetativo persistente • condizione di grave compromissione neurologica (corticale): apparente stato di vigilanza e di coscienza (occhi aperti, riflessi: anche deglutizione, sorriso ecc.: alternanza stato di sonno e di veglia) • condizione di vita non morte • non malati terminali stato vegetativo persistente • problema diagnosi (SVP, minima coscienza, locked-in) • problema terapia • problema assistenza “modesto contenuto tecnologico”: condizione di dipendenza nessun medico in scienza e coscienza può stabilire se tale stato vegetativo sia reversibile o irreversibile linee di pensiero • morti: morte corticale • vivi, ma solo vita biologica non personale (legittima eutanasia: costi) • vivi: hanno dignità (diritto ad essere curati) cure ordinarie • idratazione/alimentazione: atti dovuti, in quanto ordinari: non ‘atti medici’ (limite: capacità di assorbimento dell’organismo) • ventilazione forzata, dialisi permanente, trasfusioni o altro: si potrebbero legittimamente sospendere tali trattamenti se ritenuti cure sproporzionate obiezione • ma assunzione di alimentazione e idratazione implica spesso interventi artificiali (PEG), monitoraggio di operatori sanitari risposta • non sempre: a volte sufficiente assistenza domiciliare • la modalità di assunzione di cibo e acqua non li rende un ‘preparato artificiale’ (come la deambulazione non diviene artificiale se l’individuo usa una protesi) idratazione/alimentazione sono cure proporzionate: • efficaci, non costose, di agevole accesso, in genere non gravose sospensione: abbandono del malato (non sospensione di accanimento terapeutico) • valenza umana e simbolica della cura per condizioni di vulnerabilità (non imminenza della morte; dolore)