Facoltà di Medicina e chirurgia “A. Gemelli”, Roma Istituto di Bioetica Principi etici nella cura ai paziente con SLA Antonio G. Spagnolo, M.D. (bio) etica La condotta umana (nell’ambito della vita e della salute) esaminata alla luce di valori e di principi morali 2 L’etica “al letto del paziente” "La bioetica, dalle aule universitarie, dai colleges e dagli studi degli eticisti, si sposta sul luogo della sua stessa origine, il letto del malato, laddove si generano i dilemmi che eticisti contemplano, e laddove in definitiva le discussioni etiche si concretizzano nella decisione dell'azione particolare” (Pellegrino, 1988) 3 I diversi confini del rapporto tra sanitari-paziente-famiglia principi etici deontologia professionale ordinamento giuridico la pratica assistenziale 4 Il sorgere dei conflitti fra operatori sanitari e pazienti Raramente sorgono conflitti significativi fra operatori sanitari e pazienti/famiglie quando vi è la disponibilità da parte di entrambi a tener conto di valori morali quali: il rispetto reciproco l’onestà la credibilità e la fiducia l’atteggiamento compassionevole l’impegno a perseguire gli stessi obiettivi (il buon medico, il buon infermiere, il buon caregiver … il buon paziente!) 5 Ruolo dell'etica nelle decisioni Dare il giusto rilievo all'emotività Definire i termini adoperati Identificare i principi etici in gioco Chiarire gli interessi in conflitto Valutare le diverse alternative possibili Giustificare la scelta e cioè COLLOCARE LA DECISIONE IN UN COERENTE E DEFINITO QUADRO ANTROPOLOGICO: CHI E’ LA PERSONA CHE MI STA DAVANTI E CHE VALORE HA? 6 Il principio etico fondamentale La vita umana è un bene prezioso e sacro (non disponibile): pertanto va rispettata e protetta. Infatti: il rispetto e la tutela della vita sono indispensabili affinché l’uomo possa realizzare il suo progetto personale d’umanità (vivere degno). Quindi, il primo dovere di chi assiste i malati è 1) in modo diretto, agire in modo tale da sostenere, secondo scienza e coscienza, la vita e la salute del paziente, e 2) in modo indiretto, agire in modo tale da rispettare e valorizzare la sua dignità. 7 Il dovere di agire solo nell’interesse o per il bene del paziente, comporta: 1. evitare di arrecare danno (primum non nocere), e in particolare l’esclusione di qualsiasi atto diretto contro la vita del paziente (eutanasia); 2. astenersi dall’agire (o sospendere i trattamenti) quando non sia possibile sostenere la vita e la salute del paziente senza accrescere e/o prolungare in modo eccessivo le sue sofferenze. 8 I principi fondamentali della (bio)etica Il principio di beneficità-non maleficienza Il principio di autonomia (responsabile) Il principio di giustizia (solidarità sociale) 9 Tipologie degli interventi sanitari: TERAPIE Le terapie, interventi specifici, mirati ad eliminare una patologia o a modificarne il decorso, ristabilendo (seppure in grado differente) le migliori condizioni di salute possibili per i pazienti. vanno “misurate” sulla concreta situazione del malato non sempre sussiste l’obbligo morale di attuarle 10 Tipologie degli interventi sanitari: CURE Le cure di base, interventi ordinati a soddisfare i bisogni (non solo corporali) di chi - a causa della malattia - non è i grado di avere cura di sé. Assistenza al malato, riconoscendo la sua dignità inalienabile di persona umana, indipendentemente dalle sue possibilità di guarigione e dall’esito della sua patologia. sussiste sempre l’obbligo morale di attuarla, se non comporta gravosità per il paziente 11 Attuazione degli interventi sanitari Dunque, in linea di principio: le terapie sono dovute al paziente perché malato, le cure di base sono dovute perché essere umano (persona) 12 Il sorgere delle questioni etiche La medicina contemporanea è in grado di assistere i pazienti in un modo che appena qualche decennio fa non poteva nemmeno immaginare. Parallelamente a questi imponenti progressi si sono posti altrettanti problemi etici, anche questi precedentemente sconosciuti, legati proprio all’uso buono e retto di questi mezzi. 13 “Possibile” vs “Doveroso” Quando la medicina poteva fare poco, impiegare tutti i mezzi a disposizione (cioè, “fare tutto il possibile”) era il modo obbligato per portare beneficio al paziente: da qui l’indicazione prevalente, giunta fino a noi, di “fare tutto il possibile”. Oggi però, usare sempre e comunque tutti i mezzi che la medicina offre può significare “fare di troppo”, cadere cioè in un eccesso che è causa non più di beneficio, ma di danno per il paziente. Il “possibile” tecnico non coincide più con il “doveroso” morale. 14 I doveri della medicina, oggi Lo scopo immediato degli interventi medici è definito sia dalle possibilità tecniche che dal dovere di perseguire il bene del paziente. Quindi: 1. quando possibile, deve procurare la guarigione (to cure); 2. se questo risulta impraticabile, deve alleviare le sofferenze e/o migliorare la qualità di vita del paziente (to relieve), 3. in ogni caso, cioè sempre, deve prendersi cura della persona malata (to care). 15 Le questioni etiche nella malattie croniche in evoluzione Il significato della decisione di sospendere un trattamento, con il rischio di un abbandono terapeutico, o con la volontà di vera e propria eutanasia Il significato della decisione di continuare il trattamento, con il rischio, esso pure inaccettabile, di accanimento terapeutico Come esprimere sul piano medico-assistenziale l’equilibrio fra questi due rischi estremi attraverso le cure palliative 16 Eutanasia: quale significato per la medicina Un’azione non medica: non esiste nell’armamentario terapeutico l’anticipare la morte come … terapia! Non esistono ragioni mediche “proporzionate” per scegliere di anticipare la morte del morente … Si tratta, dunque, di una falsa soluzione al problema della sofferenza e del dolore del malato grave L’eutanasia non è la risposta all’accanimento terapeutico 17 Eutanasia: significato per il paziente Come interpretare la volontàrichiesta di morire? Anche quando si chiede la morte non si spera di … morire, ma di vivere diversamente il difficile tempo che è dato 18 “fatemi morire ….” si può tradurre come richiesta di “alleviate il mio dolore e ascoltatemi ….” Non voglio morire … ma ho paura di vivere …. In realtà le altre soluzioni sono una fuga dalla relazione …? Cecily Saunders 19 Criteri di configurazione dell’accanimento terapeutico Documentata inefficacia dei trattamenti Gravosità del trattamento Sproporzionalità/straordinarietà dei trattamenti in relazione a ”quel” paziente 20 Rifiuto-rinuncia dei trattamenti: ambiti in cui si colloca l’argomento Sul piano morale e giuridico: La c.d. autodeterminazione dell’individuo nelle scelte (consenso informato ai trattamenti medici, limiti della disponibilità della vita umana, …) La definizione dello statuto deontologico e funzione sociale delle professioni sanitarie (cura, alleanza terapeutica, …) 21 Alcune precisazioni (documento CNB) Rifiuto: richiesta di non inizio di un trattamento Rinuncia: richiesta di sospensione di trattamenti (salva-vita) già in atto espresse da Paziente cosciente e capace di intendere e volere, adeguatamente informato sulle terapie, in grado di manifestare in modo attuale la propria volontà [Paziente incapace di esprimere una scelta consapevole e giuridicamente rilevante (minori, malati mentali, pazienti in SVP, …)] 22 La rilevanza degli spazi di scelta del paz. Possibilità attuali degli interventi medici: Non solo di prolungare ma di trasformare profondamente il modo stesso di vivere fino alle fasi terminali dell’esistenza Possibilità di scelta del paziente: Non solo tra le varie tipologie e modalità di interventi disponibili ma anche, consapevolmente e nei limiti di legge, rifiutarle o rinunciare a quelle già in corso 23 IL COINVOLGIMENTO DEL PAZIENTE NELLE DECISIONI “Il paziente non è un individuo anonimo a cui vengono applicate delle conoscenze mediche, ma una persona responsabile, che deve essere chiamata a farsi compartecipe del miglioramento della propria salute e del raggiungimento della guarigione. Egli deve essere messo nella condizione di poter scegliere personalmente e non di dover subire decisioni e scelte di altri” (Giovanni Paolo II°, XV° Congresso Mondiale Medici Cattolici, 1-5/X/82) 24 Una Carta dei diritti del malato cronico in evoluzione di malattia La traduzione nella pratica dei valori e dei principi bioetici HO IL DIRITTO DI ... […] Il principio di autonomia (libertà e responsabilità) 7. partecipare alle decisioni che riguardano l’assistenza alla mia persona dopo aver ricevuto tutte le informazioni e le spiegazioni che richiedo […] Associazione “Romanini” - Istituto di Bioetica, UCSC (2001) I principi etici implicati nel rifiuto/rinuncia consapevole Il rispetto della scelta consapevole della persona (p. di autonomia, meglio di libertà e responsabilità: AUTORE delle proprie scelte = AUTonomia REsponsabile) Ma la responsabilità rimanda al valore del bene che è in gioco in conseguenza della scelta: la vita del paziente, bene personale ma anche sociale. 26 Il rifiuto/rinuncia di terapie proporzionate Fa venir meno non solo alle responsabilità verso gli altri (famiglia, società), ma anche al dovere verso se stessi di difendere e preservare la propria vita, condizione necessaria per l’esercizio della libertà e moralità Svalutazione sul piano sociale delle persone che vivono in condizioni di malattia analoghe, ritenute di scarsa qualità: necessità di affermare una responsabilità sociale al riconoscimento del pieno valore della persona malata anche in condizioni estreme. Necessità di indagare le ragioni del rifiuto/rinuncia allo scopo di rimuoverne le cause 27 Approccio etico alla rinuncia/rifiuto dei trattamenti Acquisire la massima certezza possibile sul significato medico dell’intervento rifiutato/rinunciato Contestualizzare la scelta del paziente Mantenere sempre aperta la comunicazione: per capire quanto consapevole è la scelta, per indagare sulle reali motivazioni, per offrire delle alternative … Il principio di autonomia del paziente non può corrispondere ad un principio di astensione degli operatori sanitari: distinguere, senza abbandonare Il ruolo della consulenza etica, valutando insieme con le altre professionalità (infermieri, psicologi, familiari, direzione sanitaria, …) 28 Prendere decisioni per chi è incapace di consenso A chi spettano le decisioni di attuare o omettere quegli interventi (di chi è “l’autorità”) date le condizioni del paziente (incapace di esprimere un consenso)? Il medico sulla base della sua scienza e coscienza (beneficità) I familiari, caregivers, amici (le persone vicine) Le indicazioni che il paziente stesso può aver dato in precedenza (testamenti “biologici”) Una persona nominata dal paziente (decisore surrogato) 29 DICHIARAZIONI ANTICIPATE: SIGNIFICATO DIVERSO NELLE DIVERSE SITUAZIONI Espressi in modo generico in condizioni di pieno benessere. Espressi in modo specifico su una patologia già in atto da un paziente informato della possibile evoluzione (paziente “esperto”) Pianificazione anticipata del programma terapeutico (la vera alleanza terapeutica) 30 Comitato Nazionale per la Bioetica Parere sulle Dichiarazioni anticipate di trattamento 18 dicembre 2003 31 Comitato Nazionale per la Bioetica Parere sulle Dichiarazioni anticipate di trattamento 18 dicembre 2003 In sintesi, il CNB ritiene che le dichiarazioni anticipate siano legittime, abbiano cioè valore bioetico, quando rispettino i seguenti criteri generali: “[…] non contengano disposizioni aventi finalità eutanasiche, che contraddicano il diritto positivo, le regole di pratica medica, la deontologia. Comunque, il medico non può essere costretto a fare nulla che vada contro la sua scienza e la sua coscienza”. 32 Comitato Nazionale per la Bioetica Parere sulle Dichiarazioni anticipate di trattamento 18 dicembre 2003 Elementi positivi: Favoriscono una socializzazione dei momenti più drammatici dell’esistenza, evitando che l’eventuale incapacità del malato possa indurre a considerarlo, non più come una persona, con la quale concordare il programma terapeutico ottimale, ma soltanto come un corpo, da sottoporre a un anonimo trattamento o, peggio ancora, ad un abbandono terapeutico. Si iscrivono in un positivo processo di adeguamento della nostra concezione dell’atto medico ai principi di autonomia decisionale del paziente. Possono essere ricondotte ad un atto compatibile con il modello etico e giuridico espresso dall’art. 9 della Convenzione di Oviedo. 33 Comitato Nazionale per la Bioetica Parere sulle Dichiarazioni anticipate di trattamento 18 dicembre 2003 Oggetto legittimo di dichiarazioni anticipate: 1. Indicazioni su assistenza religiosa, intenzione di donare o no gli organi per trapianto, utilizzo del cadavere o parti di esso per scopi di ricerca e/o didattica; 2. Indicazioni circa le modalità di umanizzazione della morte (cure palliative, richiesta di essere curato in casa o in ospedale ecc.); 3. Indicazioni che riflettono le preferenze del soggetto in relazione al ventaglio delle possibilità diagnosticoterapeutiche che si possono prospettare lungo il decorso della malattia; 4. Indicazioni finalizzate ad implementare le cure palliative; 34 Comitato Nazionale per la Bioetica Parere sulle Dichiarazioni anticipate di trattamento 18 dicembre 2003 Oggetto legittimo di dichiarazioni anticipate (… segue): 5. Indicazioni finalizzate a richiedere formalmente la non attivazione di qualsiasi forma di accanimento terapeutico, cioè di trattamenti di sostegno vitale che appaiano sproporzionati o ingiustificati; 6. Indicazioni finalizzate a richiedere il non inizio o la sospensione di trattamenti terapeutici di sostegno vitale, anche se non realizzino nella fattispecie indiscutibili ipotesi di accanimento; 7. Indicazioni finalizzate a richiedere la sospensione dell’alimentazione e dell’idratazione artificiale. 35 In definitiva … Nella pratica, il testamento biologico risulta: o inutile, perché un medico dovrebbe sapere quando fermarsi ed evitare l’accanimento terapeutico; o inattuale, perché la situazione ipotizzata quando si era coscienti può manifestarsi in modo diverso da come la si immaginava e dunque, se queste indicazioni fossero vincolanti si rischierebbe di ricevere trattamenti non voluti o di veder sospesi trattamenti che invece potrebbero alleviare le sofferenze della fase finale della vita; o è la porta attraverso cui legittimare l’eutanasia, volontariamente richiesta dal paziente o unilateralmente decisa dal medico o dai familiari. 36 “Testamenti di vita” … in conclusione Se l’obiettivo è evitare l’accanimento terapeutico il testamento di vita non sembra la soluzione migliore al legittimo timore della gente La questione del “chi decide“ è marginale rispetto a quella più sostanziale di giungere alla “migliore decisione” per il paziente Il principio di autonomia (precedente) non può costituire un principio di astensione per il medico: rischio dell’abbandono terapeutico Più che di Carte di autodeterminazione bisognerebbe parlare di una Carta delle responsabilità del medico nei confronti del paziente e, più in generale di una Carta della solidarietà verso il malato 37