GRAVIDANZA E SALUTE ORALE Di Aimar Giulia 1 1. Consigli per la mamma e il suo bambino 2. L’alimentazione 3. La fluoroprofilassi 4. Carie dentale 5. Salute orale e prevenzione 2 Consigli per la mamma e il suo bambino Quando una mamma aspetta un bambino, si sorprende e spesso si commuove nel vedere con i primi esami ecografici, che braccia, mani e gambe del suo piccolo sono già ben conformate. Spesso però non immagina che fin dal 2° mese di gravidanza gli si stanno formando anche i denti. Durante la gestazione, oltre alle molte cose di cui prendersi cura, la futura mamma dovrà salvaguardare anche la salute dei suoi denti e quelli che spunteranno a suo figlio. In gravidanza infatti, il controllo dei denti è particolarmente utile, perché a causa del cambiamento ormonale le gengive si infiammano più facilmente, la saliva agisce meno da detergente naturale della bocca, e quindi la donna incinta è più esposta alla carie e alla gengivite. Inoltre le gengive soffrono dell'aumento del volume di sangue e di liquidi interstiziali Se i denti della mamma sono in salute, molto probabilmente lo saranno anche quelli del bambino. Ecco perché andare dal dentista in gravidanza non solo è considerato sicuro dagli esperti, ma addirittura consigliato, purché si prendano le opportune precauzioni, da valutare sempre insieme al medico curante. L’ideale sarebbe prevenire e recarsi dal dentista prima della gravidanza. In questo modo, ci si può prendere cura dei denti in anticipo, attraverso la pulizia approfondita, la cura delle gengive e tutti i problemi individuati possono essere risolti risolti per tempo. Ma non sempre è possibile. Essere incinta, avvisano gli specialisti, non è una buona scusa per trascurare l’igiene orale: bisognerà però adottare qualche accorgimento in più. Innanzitutto, bisogna avvisare il dentista che si è in gravidanza, o che si sta pianificando una gravidanza, e informarlo se si stanno assumendo dei farmaci. Il dentista potrà così prevedere un trattamento e procedure adeguate. 3 Il periodo più indicato per andare dal dentista in gravidanza è il secondo trimestre. Infatti, il primo trimestre di gravidanza è particolarmente delicato, poiché in questo periodo avviene lo sviluppo fetale, e particolari precauzioni del bambino, per quelli urgenti, come estrazioni e otturazioni, si cercherà possibilmente di concentrarli nel secondo trimestre. Per limitare i problemi del cavo orale durante la gravidanza, l’American Dental Association (ADA) raccomanda alle donne in dolce attesa di prendersi cura dei propri denti con più scrupolo del solito. Una dieta bilanciata e una scrupolosa igiene dentale sono basilari, anche per la salute del bambino. L’alimentazione 4 Numerosi studi clinici, unitamente all’esperienza quotidiana di medici, ginecologi, pediatri, odontostomatologi, igienisti dentali e ostetriche, hanno evidenziato un incremento di patologie odontostomatologiche durante la gravidanza e l’allattamento. Spesse volte, tuttavia, la gravidanza non n’è la causa, ma solo una condizione fisiologica che può far emergere quadri patologici lievi, fino a quel momento ancora latenti, o che può peggiorare condizioni patologiche preesistenti. Il corretto sviluppo delle strutture orali neonatali, è legato al tipo di alimentazione e allo stato orale materno. Attraverso l’alimentazione si assumeranno tutte le sostanze importanti per denti sani e robusti: frutta, verdura e ortaggi freschi, formaggi e yogurt sono fonti essenziali di minerali, non solo per la salute dentale ma, in generale, per la salute delle ossa della mamma e del bambino. Per evitare l’insorgere della carie, è bene eliminare gli snack a base di zuccheri, di cui spesso si sente la necessità in gravidanza. Tale abitudine è indotta, nei primi mesi, dalla necessità di ridurre i sintomi dell’ iperemesi e successivamente, dal rallentato tempo di svuotamento gastrico e dall’impossibilità dello stomaco di estendersi e, quindi, di riempirsi, a causa dell’aumento del feto, nonché dalle variazioni glicemiche legate alle imprevedibili esigenze energetiche fetali. studi recenti hanno dimostrato che i batteri responsabili della carie possono passare dalla mamma al bambino. Nella bocca infatti si trovano innumerevoli batteri, molti dei quali inoffensivi sullo stato di salute dei denti; se però l'igiene orale viene trascurata i batteri cariogeni prendono il sopravvento su quelli innocui provocando così la carie. Essa diventa un pericolo anche per il bambino, poiché i batteri si trasferiscono nel suo cavo orale contaminando i dentini al loro primo spuntare. L’effetto dell’alimentazione sullo sviluppo della carie non è così evidente come molte persone credono. Mentre è stata dimostrata la relazione tra carie e consumo di carboidrati, il diretto collegamento tra l’apporto di zucchero e la carie sta perdendo credibilità nella maggior parte dei Paesi europei. Per esempio, sono molte le persone che consumano regolarmente quantità di zuccheri abbastanza considerevoli e sono comunque poco colpite dalla carie. 5 Uno studio olandese ha rivelato che, perché venga favorita la carie, è più importante il lasso di tempo in cui il cibo rimane all’interno della bocca rispetto alla quantità di zucchero contenuta negli alimenti. I ricercatori hanno paragonato soluzioni zuccherine con pasti e snack e hanno riscontrato che gli alimenti contenenti carboidrati che tendevano a lasciare residui sui denti avevano un ruolo più significativo nel far insorgere la carie di quello delle soluzioni zuccherine. Questi alimenti non sono necessariamente quelli che noi definiamo “appiccicosi”. Per esempio, le caramelle toffee si sciolgono e vengono eliminate dalla bocca più rapidamente rispetto ad alcuni alimenti contenenti amido. Anche la grande enfasi riservata allo zucchero e agli alimenti contenenti zucchero come fattori implicati nella formazione delle carie è cambiata. Ora è noto che molti altri alimenti contenenti carboidrati, tradizionalmente considerati “amici dei denti”, come il pane, contribuiscono potenzialmente alla formazione della carie. Per esempio, gli alimenti contenenti amido (come il pane) portano alla produzione di acidi a causa della placca batterica; anche la frutta può potenzialmente determinare la formazione della carie. Nonostante ciò, dobbiamo continuare a consumare questi alimenti non solo perché buoni ma anche per i loro salutari benefici. Oggi, gli scienziati sostengono che il ruolo dell’alimentazione nella formazione della carie sia meno connesso all’alimentazione stessa e più legato, invece, al comportamento individuale. Una buona igiene orale, associata al fluoro, specialmente all’uso di dentifrici al fluoro, ha diminuito la rilevanza dell’alimentazione nella formazione della carie. Può essere quindi utile,in gravidanza valutare con il dentista il supplemento di fluoro. http://www.associazionelilliput.it/fluoro.htm 6 La fluoroprofilassi Se è dimostrato che l’efficacia della fluoroprofilassi è tanto maggiore quanto più precoce è l’inizio della somministrazione, la soluzione ideale è cominciare durante la gravidanza. Sono ormai più di venti anni che questa misura preventiva è stata introdotta con soddisfazione e registrando una decisa riduzione della carie nei bambini. In linea generale si concorda che la madre dovrebbe cominciare l’assunzione di fluoro nel secondo trimestre di gravidanza, cioè nella fase in cui nel feto si ha la formazione dell’organo dello smalto e della dentina. L’assunzione del supplemento deve poi continuare fino al termine della gravidanza. Attualmente alle donne in attesa si consiglia di assumere una compressa di fluoro da 1 mg al giorno. La compressa va assunta la sera, dopo aver eseguito l’igiene orale, e va lasciata sciogliere in bocca. Somministrare fluoro durante la gravidanza non presenta rischi per il feto, sempre che si seguano le indicazioni stabilite. Infatti la placenta esercita una funzione di filtro tale per cui della dose standard consigliata in gravidanza soltanto un quarto (0,25 mg) raggiunge l’embrione. Il resto del minerale assunto viene escreto dall’organismo materno (50%) o va a depositarsi nello scheletro della madre (il restante 25%). Di conseguenza, il nascituro assume una dose sovrapponibile a quella che comincerà ad assumere 7 dopo le due settimane di età. Per un certo periodo di tempo si è ritenuto che, se la madre allattava al seno, potesse essere più semplice somministrare a lei il fluoro anziché direttamente al bambino, ma esperienze successive hanno dimostrato che la somministrazione diretta è più efficace e controllabile. Anzi, proprio perché nel latte materno il fluoro è scarsamente presente, anche quando la madre consuma acque in cui vi è una discreta presenza di fluoro, è opportuno non far mancare un adeguato supplemento soprattutto ai bambini allattati esclusivamente al seno. I vantaggi della fluoroprofilassi, peraltro, non si limitano alla dentatura. Alcuni studi, infatti, hanno dimostrato che l’esposizione al fluoro determina un vantaggio anche per la formazione dello scheletro: il fluoro, infatti, sarebbe in grado di aumentare la densità ossea a livello femorale e della colonna vertebrale di circa il tre per cento nei soggetti esposti continuativamente alla molecola. In alcuni casi si è agitato il timore della fluorosi, cioè della decolorazione dello smalto (situazione che peraltro non pregiudica la salute del dente ma soltanto il suo aspetto estetico). Tuttavia ricerche recenti mostrerebbero che la fluorosi si presenta soltanto nel 6% della soggetti che sono stati sottoposti a fluoroprofilassi; non solo: la causa prevalentemente non è da ricercare nella somministrazione del fluoro per via sistemica, ma in un uso scorretto di dentifrici e colluttori, oppure dal mancato rispetto delle indicazioni standard dei dosaggi. Utilizzo di dentifrici al fluoro Il bambino va educato all'igiene orale precocemente, ma al disotto dei 6 anni ha bisogno del controllo di un adulto quando spazzola i denti. Chi supervisiona deve accertarsi che il bambino utilizzi piccole porzioni di dentifricio e che ne inghiotta la minore quantità possibile. I dentifrici al fluoro sono disponibili in tre concentrazioni. A bassa concentrazione, con meno di 600 ppb; a concentrazione standard, con circa 1000 ppb; ad alta concentrazione, con circa 1500 ppb. Dall'età di 6 anni, quando i denti anteriori non sono più a rischio di opacità causate dall'ingestione di fluoro si possono usare dentifrici ad alta concentrazione. Sotto i 6 anni con basso rischio di carie va usato un dentifricio a bassa concentrazione di fluoro, mentre ad alto rischio di carie a media concentrazione. 8 Perché lavarsi i denti con un dentifricio al fluoro? L'abitudine di lavarsi i denti con i dentifrici nella cui formula è contenuto il fluoro è benefica in quanto questo minerale penetra gli strati più superficiali dello smalto e si lega agli ioni calcio che formano l'idrossiapatite, ancorandoli insieme, in modo da renderli più resistenti allo sfaldamento da parte degli acidi della placca. Anche chi è cresciuto senza assumere fluoro con acque arricchite può proteggere i propri denti dalla carie spazzolandoli più volte al giorno con paste dentifrice fluorate. La fluoroprofilassi topica può effettuarsi anche tramite l'applicazione periodica di gel contenenti fluoruri veicolati da particolari macchinari che favoriscono il suo assorbimento. La tecnica più diffusa è quella della Ionoforesi che provoca il passaggio di ioni nei tessuti attraverso una differenza di potenziale elettrico che la accelera. Salute orale e prevenzione Sotto il profilo dei rapporti tra salute orale materna e gravidanza, molto interesse hanno suscitato l’evidenza che la malattia parodontale potrebbe essere un significativo fattore di rischio per malattie sistemiche della madre e del figlio e per complicanze ostetriche. La parodontopatia, infatti, sembrerebbe facilitare il parto pre termine, la rottura prematura delle membrane, nonché indurre un minor peso alla nascita dei nati pre-termine rispetto al range di peso legato all’epoca gestazionale. La preeclampsia gravidica, inoltre, sarebbe più frequente nelle donne malnutrite, soprattutto se fumatrici e restie a compiere controlli odontoiatrici periodici. Le gestanti, quindi, dovrebbero ricevere un supporto odontoiatrico e nutrizionale professionale, ma la maggior parte di esse non lo riceve anche se la visita e le 9 terapie odontoiatriche, nonché la detartarasi, sono da esse ben accette, ove correttamente proposte. Anche semplici ma mirati interventi domiciliari, utili a migliorare la salute orale della gestante, sembrano di difficile realizzazione al di fuori di un costante controllo sanitario al quale la gestante dovrebbe essere sempre sottoposta. Basti pensare, in proposito, che un semplice sciacquo giornaliero con soluzione di fluoruro di sodio 0,05% e clorexidina 0,12 dalla fine del sesto mese sino al momento del parto sia in grado di ridurre la presenza di Streptococcus mutans non solo nel cavo orale della madre, ma anche in quello del bambino, sino a quando questi abbia raggiunto l’età di due anni. Anche il fumo, se passivo, può incrementare la prevalenza di perdita di elementi dentari in giovani gestanti. Ancora più rara, poi, sembra essere la richiesta di una consulenza dietologica. Un corretto intervento nutrizionale in gravidanza è volto a determinare il giusto quantitativo d’energia, proteine, calcio, fosforo e vitamine A, C e D, che serve ad evitare non solo le carenze ma anche gli eccessi alimentari, causa di soprappeso e problemi metabolici e ostetrici, che possono interessare madre, figlio o entrambi. La situazione, poi, è ulteriormente complicata nel caso di ipertensione materna. Al contrario, le donne sottopeso all’inizio della gravidanza necessitano di una quantità d’energia superiore quella delle normo o sovrappeso. In particolare, l’acido arachidonico e l’acido docoesanoico sono essenziali per lo sviluppo delle strutture cerebrali e retiniche. Data la scarsa capacità d’immagazzinamento del feto, possono sorgere problemi carenziali in neonatoi prematuri non allattati al seno. Riguardo alla Vitamina D, il suo fabbisogno aumenta a seguito di una maggiore utilizzazione di calcio e fosfato necessari per la mineralizzazione dello scheletro e dell’apparato orale del feto. Stati carenziali nel neonato possono essere imputati a scarsa esposizione solare della madre, soprattutto in inverno e nel terzo trimestre di gravidanza. Per quanto riguarda il calcio, è necessario un aumento dell’assunzione di 40 mg al giorno. L’assunzione di fosforo, il cui metabolismo è strettamente legato a quello del calcio, va incrementato in pari quantità. Nel primo trimestre di gravidanza, il maggior fabbisogno di ferro è compensato dall’interruzione delle perdite mestruali. Poiché, però molte donne in età fertile presentano scarsi depositi di ferro si rendono necessari supplementi farmacologici. E’ attualmente in discussione se, per un corretto sviluppo dei tessuti duri del cavo orale del bambino, sia necessario un adeguato apporto di fluoro in epoca prenatale. L’abuso di alcol in gravidanza può determinare la comparsa della sindrome feto alcolica nel neonato. (FAS) La FAS è caratterizzata non solo anomalie nello sviluppo cranio-facciale ma anche da malformazioni orali. Esse 10 sono rappresentate da ritardo nello sviluppo dei denti, anomalie dello smalto, diastema interincisivo, asimmetria delle arcate dentali e della posizione di molti elementi dentari, evidenti soprattutto negli incisivi laterali superiori. Sebbene il supplemento dietetico di acidi grassi polinsaturi e vitamina E sembri proteggere il feto dagli effetti dell’ assunzione di alcol da parte della madre durante la gravidanza, essa è di difficile attuazione nelle gestanti alcool dipendenti. Tutte le evidenze sembrerebbero dimostrare, quindi, come un corretto regime alimentare e un’adeguata gestione della salute orale rappresentino un momento di primaria importanza per la salute, orale e globale, sia della gestante che del prodotto del concepimento. Resta da definire se e come tali evidenze possano trovare attuazione concreta nell’ambito delle offerte del Servizio Sanitario Nazionale o di altri enti e istituzioni volti alla tutela della salute pubblica, al fine di poter contribuire al raggiungimento di uno stato di salute globale di ciascun individuo, intesa come miglior stato di benessere psico-fisico possibile, in ogni fase della vita. 11