Anno A 12ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO Ger 20,10-13 - Il Signore ha liberato la vita del povero dalle mani dei malfattori. Dal Salmo 68 - Rit.: Nel tuo grande amore rispondimi, o Dio. Rm 5,12-15 - Il dono di grazia non è come la caduta. Canto al Vangelo - Alleluia, alleluia. Lo Spirito di verità mi darà testimonianza, dice il Signore, e anche voi sarete miei testimoni. Alleluia. Mt 10,26-33 - Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo. Nel Vangelo che abbiamo ascoltato c’è come un ritornello che si ripete con insistenza: «Non temete... Non abbiate paura... Non abbiate dunque timore...». Do per scontato che questo discorso in qualche modo ci riguardi tutti. Come sempre, quando leggiamo nel Vangelo: «In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli», dobbiamo pensare: oggi Gesù dice a noi cristiani... Di che si tratta? Di chi o di che cosa non bisogna avere paura? Il fatto è che Gesù aveva appena detto ai suoi discepoli: «Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai loro tribunali e vi flagelleranno... Il fratello darà a morte il fratello... Sarete odiati da tutti a causa del mio nome...» (Mt 10,17-22). Non era proprio un discorso entusiasmante! Umanamente parlando, di fronte a una prospettiva di questo genere, è normale che si avverta un certo disagio... E chiamiamolo pure «paura», perché a nessuno piace essere mal giudicati, essere odiati, essere maltrattati e così via. Tanto meno essere uccisi. Malgrado questo, e proprio in riferimento a queste eventualità, Gesù dice ai suoi discepoli: «Non temete gli uomini... E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima». Gesù non ha mai detto: «Non temete: essere cristiani è facile! Vedrete che andrà tutto bene... Avrete la stima e l’approvazione di tutti... Tutti vi ascolteranno e vi seguiranno...». Non ha mai lasciato spazio alle illusioni di chi è tanto facile agli entusiasmi, quanto pauroso e fragile di fronte alle difficoltà. Ha sempre detto esplicitamente, invece, che chi avesse cercato di vivere davvero come lui insegnava, avrebbe trovato incomprensioni e persecuzioni. Cristo ci invita a non aver paura, proprio perché sa che ci vuole coraggio a fidarsi della sua parola e a seguire i suoi insegnamenti, nel mondo in cui viviamo. Ci invita a non avere paura, perché sa che ci vuole coraggio per credere con sincerità al messaggio della fede cristiana: oggi come sempre. Ci invita a non avere paura, perché sa che ai nostri giorni è tanto facile essere cristiani di nome quanto è difficile esserlo di fatto. C’è chi dice che tutte le forme di religione siano nate dalla paura... A me sembra che in realtà proprio la paura sia l’ostacolo più grande alla fede. Abbiamo paura di fidarci troppo delle parole del Vangelo; abbiamo paura di non «sfruttare» abbastanza ciò che la vita ci può dare; abbiamo paura di «non trovare niente» al di là della morte... L’invito che ci viene dall’insegnamento di Gesù è invece proprio quello di non avere paura: né della vita né della morte; né dell’incomprensione né dell’indifferenza né della sofferenza; di nulla e di nessuno, comunque vadano le cose nella nostra esistenza personale o nella storia del mondo. Perché se è vero che ci vuole coraggio per credere, è ancor più vero che la fede dà coraggio per vivere. Ci vuole un po’ di coraggio a buttarsi in acqua la prima volta dove «non si tocca»... Ma poi ti accorgi che, superata la paura, l’acqua ti sostiene. Se troviamo il coraggio di staccarci 12ª Domenica del Tempo Ordinario - “Omelie per un anno - vol. 2”, Elledici 1 dal mondo delle nostre «sicurezze» immediate, la fiducia in Dio Padre e Amico diventa la nostra certezza, anche quando dovessimo sperimentare «il vuoto» di tante delusioni umane. Rileggiamo Rm 8: «Noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio... Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame...? Né morte né vita, né presente né avvenire potrà mai separarci dall’amore di Dio...» (cf vv. 28-39). 12ª Domenica del Tempo Ordinario - “Omelie per un anno - vol. 2”, Elledici 2