Il Comitato Centrale del Movimento Federalista Europeo denuncia la passività delle forze democratiche di fronte all’ondata di euroscetticismo che, paralizzando la costruzione europea, provoca pericolose involuzioni nazionalistiche in molti paesi dell’Unione: - la Francia non riesce ad offrire alcuna speranza di futuro ai giovani, che si ribellano nelle banlieues e nelle università; dopo il No alla Costituzione europea, la Francia rifiuta persino l’apertura del mercato nazionale dell’energia alla concorrenza europea; - l’Italia ristagna in una crisi economica e politica grave, causata anche dalla convinzione di alcuni partiti di governo che l’Unione europea sia più un vincolo che un’opportunità; in questo clima euroscettico, la Lega Nord sta promuovendo un referendum per far uscire l’Italia dall’Unione monetaria; - la Spagna e il Belgio rischiano di disgregarsi sotto la spinta di movimenti autonomisti di stampo micro-nazionalista; - la Polonia ha posto il suo destino nelle mani di forze populistiche e nazionalistiche che, in una tacita alleanza con la Gran Bretagna, si oppongono apertamente all’unificazione politica dell’Europa; nella convinzione che la vera causa del declino delle nazioni europee risieda nel rifiuto di completare l’unificazione politica dell’Europa, il solo soggetto politico in grado di affrontare le sfide della politica estera e della globalizzazione nei confronti di colossi continentali come Cina, India, Russia e USA; osserva che, senza un governo democratico europeo, con poteri effettivi di politica estera e di politica economica, l’Unione europea: - non contribuisce al processo di pace tra Palestinesi ed Israeliani, come dimostra l’attacco israeliano alla prigione di Gerico, dove la presenza di una forza militare europea avrebbe impedito un ulteriore braccio di ferro tra le due parti; - lascia agli Stati Uniti la responsabilità ultima della guerra e della pace in Medio Oriente, come dimostra il fallimento plateale del terzetto europeo nelle trattative diplomatiche con l’Iran; - non riesce a promuovere una politica industriale europea, ormai indilazionabile, sul fronte della sicurezza energetica e della ricerca di fonti rinnovabili, per garantire uno sviluppo sostenibile all’Europa e al mondo, sia dal punto di vista sociale che ambientale; critica la Commissione Barroso che, non solo soffoca qualsiasi dibattito sul rilancio della Costituzione europea, ma tenta anche di convincere i cittadini europei, con il Piano D, che sia possibile costruire un’Europa democratica senza una Costituzione europea; plaude alla Cancelliera tedesca, Angela Merkel, che sostiene con determinazione il rilancio del progetto di Costituzione europea e al Primo Ministro belga, Guy Verhofstadt, che ha indicato con chiarezza l’obiettivo della costruzione degli Stati Uniti d’Europa tra i paesi dell’Unione monetaria; chiede al futuro Governo italiano di impegnarsi subito a sostenere il rilancio della Costituzione europea e di promuovere attivamente la formazione di un gruppo di avanguardia di paesi favorevoli alla costruzione della Federazione europea; decide di lanciare una Campagna per un referendum europeo, nel quadro dell’UEF, per raccogliere 1.000.000 di firme su una petizione da presentare al Parlamento europeo, alla Commissione e al Consiglio affinché, in occasione dell’elezione del Parlamento europeo, del 2009, i cittadini europei possano esprimere direttamente la loro volontà sul progetto di Costituzione europea, nel testo attuale o in una versione migliorata; invita tutte le forze politiche democratiche, le istituzioni, gli enti locali e le organizzazioni della società civile a sostenere la Campagna per un referendum europeo. Roma, 25 marzo 2006